Articles de revues sur le sujet « D'opera »

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1

Kaindl, Klaus. « Die Übersetzung als Inszenierung ». Target. International Journal of Translation Studies 9, no 2 (1 janvier 1997) : 270–86. http://dx.doi.org/10.1075/target.9.2.04kai.

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Résumé :
Résumé Longtemps, la recherche sur les traductions d'opéras s'est appesantie sur les questions pratiques suscitées par la transposition d'un texte assorti à une partition de musique. Quant aux impliqués théoriques, ils ne dépassaient pas le niveau des prescriptions. Le présent article esquisse un cadre théorique pour l'analyse des traductions, basée sur une investigation de la pragmatique des productions d'opera. Ce cadre s'inspire lui-même d'une classification des divers types de traduction d'opéra. La démarche adoptée étant nécessairement interdisciplinaire, l'auteur examine d'abord les relations entre la sémiotique et les études de traduction. Ensuite, la semiotique dramaturgique d'aprés laquelle la performance d'opéra est conçue comme un texte (Fischer-Lichte), est reliée au modèle de l'acte traduisant (Holz-Mänttäri), de manière a rendre compte, relativement à la traduction, des différents stades et agents de productions d 'opéra.
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2

Rufino, Annamaria. « Introduzione. Un festival in corso d'opera ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 1 (avril 2021) : 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/siss2021-001001.

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Charlton, D. « Le Livret d'opera au XVIIIe siecle. » French Studies 68, no 1 (1 janvier 2014) : 111–12. http://dx.doi.org/10.1093/fs/knt255.

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Canavese, Vittorio, et Sergio Di Giorgi. « Imparare dai documentaristi : progettare in corso d'opera ». FOR - Rivista per la formazione, no 91 (septembre 2012) : 71–79. http://dx.doi.org/10.3280/for2012-091010.

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Mostarda, Mirella. « Abito prêt-à-porter o capo sartoriale ? Approccio conversazionale canonico per superare una criticità a confronto con l'uso della trance ipnotica evocata tramite la metafora confezionata su misura ». IPNOSI, no 2 (janvier 2023) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2022-002004.

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Résumé :
Il presente lavoro si prefigge di mostrare il diverso risultato in esito all'applicazione, da parte dell'autrice, di due differenti approcci per la risoluzione di un momento critico riguardante proprio figlio. È stata, per prima, messa in atto una modalità di accoglienza emotiva ordinariamente dialogica, applicabile a qual-siasi persona alle prese con un momento di difficoltà. Successivamente, è stato sperimentato l'effetto del confezionamento di una storia metaforica realizzata su misura, lì per lì, e modificata in corso d'opera, come tecnica di evocazione conver-sazionale della trance ipnotica.
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Huebner, Steven. « Interculturalite, intertextualite : les livrets d'opera (fin XIXe-debut XXe siecle) (review) ». Notes 60, no 3 (2004) : 671–73. http://dx.doi.org/10.1353/not.2004.0017.

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Bricocoli, Massimo, et Paola Savoldi. « Il disastro pianificato e l'innovazione silenziosa. Due (quasi) progetti urbani a contrasto ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 74–90. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104005.

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Résumé :
Caratteri, debolezze e potenzialitŕ del progetto urbano in Italia sono messi a fuoco e discussi a partire da due recente esperienze che hanno riguardato la cittŕ di Milano. Il caso di Santa Giulia sembrava rispondere ai requisiti di una grande operazione urbana, ma si č ridotto all'emblema del fallimento di un'epoca. Il caso della trasformazione dell'area dell'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini assume in corso d'opera e incrementalmente la statura di un interessante progetto urbano, per complessitŕ e implicazioni non solo locali e offre interessanti sollecitazioni rispetto a fattori importanti e pertinenti per una riflessione sul progetto e sul governo dei grandi progetti urbani.
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Casadio, Piero, et Marco Paccagnella. « Le criticitŕ nel finanziamento, nella programmazione e nella selezione delle infrastrutture in Italia ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 1 (mars 2012) : 127–53. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-001005.

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Résumé :
Le criticitŕ nel finanziamento, nella programmazione e nella selezione delle infrastrutture in Italia. Questo articolo individua alcune carenze nel ciclo di programmazione delle infrastrutture e delle opere pubbliche in Italia. I principali fattori di criticitŕ risiedono nella sovrapposizione delle competenze e nella mancanza di coordinamento fra i diversi livelli di governo, nell'assenza di un chiaro quadro finanziario di riferimento e in meccanismi di finanziamento che inducono ad avviare troppe opere rispetto ai fondi disponibili. A ciň si aggiunge l'assenza di una cultura e prassi della valutazione e del monitoraggio, sia in corso d'opera sia ex post, sull'efficacia degli interventi.
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Cosma, Iulia. « The translation of Italian opera librettos in the nineteenth century : historical and cultural milestones ». Translationes 6, no 1 (1 janvier 2014) : 78–92. http://dx.doi.org/10.1515/tran-2015-0006.

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Résumé :
Abstract Nella storia moderna della traduzione in romeno, il periodo 1840-1900, come sottolinea la studiosa Georgiana Lungu Badea in Un capitol de traductologie românească. Studii de istorie a traducerii (III) [Un capitolo di traduttologia romena. Studi di storia della traduzione (III)], è contrassegnato dalle ricerche identitarie della lingua di arrivo. In quest'ottica, la traduzione integrale o parziale di un numero significativo di libretti d'opera dall'italiano al romeno si rivela un fenomeno la cui analisi possa offrire dei validi temi di riflessione sia dal punto di vista della storia della traduzione, sia di quello della storia della lingua e della storia culturale.
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Planatscher, Marta. « La gestione dei progetti nei teatri d'opera privi di riconosciuti project manager ». PROJECT MANAGER (IL), no 51 (août 2022) : 15–18. http://dx.doi.org/10.3280/pm2022-051004.

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Maria Bianchi, Emmanuele. « La risicoltura pavese nel secondo dopoguerra : mercato, meccanizzazione, mano d'opera e trasformazioni colturali ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 149–69. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001009.

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Résumé :
Nel 1945 le risaie ufficialmente si ridussero, rispetto al '39, da 156.824 ettari a 97.035 in Italia e da 44.430 a meno di 23.000 in provincia di Pavia, con una perdita notevole soprattutto nell'ultimo anno. La risicoltura dipendeva dai mercati esteri per la collocazione delle eccedenze (circa il 50% del prodotto nazionale); inoltre, per combattere la disoccupazione a ogni azienda era imposto un forte carico di mano d'opera. I risicoltori erano per 2/3 affittuari e nei periodi di crisi faticavano ad aver un bilancio in attivo. La guerra di Corea (1950-53) tolse momentaneamente dal mercato un forte esportatore. La superficie nazionale e provinciale aumentò, ma dal '54 ricomparvero le difficoltà e il Ministero di Agricoltura, nel '56, fissò un limite di 140.000 ettari alla superficie (ridimensionamento). Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta sempre più lavoratori agricoli trovarono impiego nel ramo dell'industria e dal '62 la superficie a riso tornò libera: in pochi anni la risicoltura cambiò volto, affrontando le difficoltà derivanti da una meccanizzazione ancora imperfetta e dalle nuove sfide del Mercato Europeo Comune.
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Mamy, Sylvie, et Maria Letizia Dorsi. « I libretti d'opera dal 1800 al 1825 nella biblioteca del conservatorio "G. Verdi" di Milano ». Revue de musicologie 74, no 1 (1988) : 101. http://dx.doi.org/10.2307/928173.

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Crosta, Pierluigi. « Riuso temporaneo, come pratica che ‘apprende' la cittadinanza ? » TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 82–83. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056011.

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Résumé :
Le cittŕ sono da sempre interessate da continui fenomeni di riuso ‘funzionale' e da processi di riuso che si presentano in modo assai diverso, pensiamo ai fenomeni di terziarizzazione e quelli di ghettizzazione (fra questi, la gentrification). Cosa ci suggeriscono, invece, i casi di riuso temporaneo? Che possono diventare occasioni, per gli abitanti della cittŕ, di ‘farsi attori' politici. Questa prospettiva ripropone al centro dell'attenzione le pratiche di riuso come costrutti interattivi (tra soggetti di diverso tipo, e tra materie o settori di problemi). Come costrutti, e non sistemi, d'interazione, per sottolineare il carattere di prodotto ‘in corso d'opera' e non predeterminato, che invece rinvia, in genere, alla predefinizione di quali soggetti sono da considerare attori, con quali ruoli e in vista di quali fini. Viceversa, ragionare in termini di costrutti č una strategia per considerare effettivamente aperta, indeterminata l'interazione, durante la quale (e non antecedentemente) si vengono defi nendo gli attori, le materie e gli interessi in gioco, e le relazioni e le regole d'interazione, tra gli uni e gli altri.
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Strohm, Reinhard. « Giovanna Gronda and Paolo Fabbri (eds.) Libretti d'opera italiani dal Seicento al Novecento. Milan, Mondadori, 1997. 1880 pp. » Cambridge Opera Journal 10, no 3 (novembre 1998) : 313–15. http://dx.doi.org/10.1017/s0954586700005462.

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Ziolkowski, Adam. « The Plundering of Epirus in 167 B.C : Economic Considerations ». Papers of the British School at Rome 54 (novembre 1986) : 69–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008850.

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Résumé :
IL SACCO DELL'EPIRO NEL 167 a.C: LE CONSIDERAZIONI ECONOMICHENell'articolo si esamina il motivo del sacco dell'Epiro nel 167 a.C., ordinato dal Senato e eseguito da Lucio Emilio Paolo. Non sonso convincenti recenti spiegazioni che ricercano questo motivo nelle ragioni politiche o nel ricordo dell'invasione di Pirro. Per spiegare una decisione che ebbe come effetto la più grande caccia all'uomo nella storia di Roma (150 000 prigionieri), bisognerebbe considerare la grande richiesta di mano d'opera di schiavi, conseguenza dello sviluppo dell'economia schiavistica in Italia dopo la scconda guerra punica. Secondo l'autore il sacco dell'Epiro deve essere messo in relazione alia diminuzione della popolazione di schiavi in Italia, causata dalla grande pestilenza del 175–174 a.C. Questo deficit fu ulteriormente aggravato dalla politica conciliatoria propugnata dal Senato nei confronti degli stati confinanti in vista della prossima guerra con Perseo e dagli insuccessi dei primi anni della guerra macedone. La decisione del Senato mirava a risolvere la carenza di schiavi in Italia: la scelta cadde sull'Epiro perchè esso era l'ultima tappa del viaggio di Paolo, esecutore dell'ordine senatoriale, e vicino ai grandi porti di Brindisi e Taranto.
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Riberti, Anna. « II Contratto di Arbitrato ». Revista Brasileira de Arbitragem 5, Issue 18 (1 mai 2008) : 123–53. http://dx.doi.org/10.54648/rba2008033.

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Résumé :
RIASSUNTO: L'articolo è volto ad esaminare lo status degli arbitri e la natura giuridica del rapporto che, nel processo arbitrale, si instaura tra i compromettenti e il l'organo giudicante: la questione è stata oggetto di accesi dibattiti, ma nessun ordinamento ha finora espressamente adottato una soluzione. Nondimeno, la determinazione della vera natura di tale vincolo consente un regolare svolgimento del procedimento, evitando il sorgere di situazioni anomale. Esso si inserisce nell'ambito di un proce­dimento che presenta natura ibrida, con fonte contrattuale ma oggetto giudiziale. Le riforme che dal 1983 si sono susseguite fino al D. Lgs. 4/2006 mettono in luce il mutato atteggiamento del legislatore, che, da istituto di carattere privatistico, ha reso l'arbitrato uno strumento modellato sul giudizio ordinario, ma a questo autonomo ed alternativo. Invero, da un'attenta analisi delle norme che regolano il rapporto tra le parti e gli arbitri, emerge come la fattispecie rilevi a figura contrattuale autonoma - precisamente "contratto di arbitrato" - escludendo la ricon­ducibilità della stessa sia a negozi tipici (quali il mandato, la prestazione d'opera, la transazione o un negotium mixtum tra questi), sia ad un rapporto di matrice pubblicistica. Uno sguardo all'esperienza di altri ordinamenti conferma il cambiamento nella "filosofia" dell'istituto, che non è più ancillare rispetto alla giu­stizia ordinaria, ma configura l'arbitro quale giudice dei privati nel campo dei diritti disponibili. Peculiare è, infine, l'arbitrato c.d. amministrato, dove la presenza di una Corte arbitrale volta a controllare il procedimento, determina il sorgere di rapporti giuridici trilaterali tra le parti, l'istituzione arbitrale e l'arbitro da questa designato.
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Vidal, Pierre. « Décor d'opéra ». Revue de la BNF 37, no 1 (2011) : 2. http://dx.doi.org/10.3917/rbnf.037.0002.

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Loud, G. A. « The monastic economy in the principality of Salerno during the eleventh and twelfth centuries ». Papers of the British School at Rome 71 (novembre 2003) : 141–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002427.

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Résumé :
L'ECONOMIA MONASTICA NEL PRINCIPATO DI SALERNO DURANTE L'XI E IL XII SECOLOQuesto studio esamina il ruolo dei monasteri come proprietari nel principato di Salerno, durante l'XI e XII secolo, con particolare riferimento alla Badia della S. Trinità di Cava posta a confronto con altri edifici monastici, sulla base dell'analisi di documenti inediti dell'archivio di Cava, che contiene più di 3500 pergamene del XII secolo. Dopo una breve discussione sulle fondazioni di monasteri nel principato intorno all'anno Mille, e sullo sviluppo della proprietà della Badia di Cava e dei suoi privilegi, concessi dagli ultimi principi longobardi, dai nuovi duchi normanni e dall'aristocrazia territoriale, l'articolo tratta cinque punti principali. Essi sono: i rapporti della Badia con i suoi coloni (descritti in vari modi, come homines, censiles, servi o villani); la sottomissione volontaria di uomini liberi all'autorità della Badia e le loro relazioni con l'autorità stessa; l'importanza dei servizi di mano d'opera in rapporto ai locatari; le condizioni e le variazioni dei contratti di mezzadria; e, infine, l'importanza del valore relativo all'estensione della proprietà di Cava durante il periodo, particolarmente nel XII secolo. Particolare attenzione è data alla possibilità che lo sviluppo di usi locali possa aver rappresentato un miglioramento delle esistenti condizioni di proprieta. Le operazioni finanziarie di Cava sono illustrate da particolari riferimenti agli anni 1110–19, 1130–49, 1170–4, e 1200–4 e dalle tavole degli acquisti, dei pagamenti e dei prestiti della Badia. Le spese di Cava, aumentate, per esempio, della somma di 25,951 tari nel periodo 1110–14 e di 8,267 tari nel 1170–4, vengono confrontate con le spese più occasionali e modeste sostenute da Montevergine nel tardo XII secolo. Ma i dettagli relativi a come Cava mutasse le sue entrate dirette — la maggior parte delle quali proveniva da affitti e da altri pagamenti in natura, in moneta — restano oscuri. Questo è uno dei punti più controversi dell'argomento, e richiede ricerche più sistematiche tra i numerosi inediti del XII secolo dell'archivio di Cava per il futuro.
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Patané, Michele. « Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (novembre 2012) : 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Résumé :
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Limansky, N. E. « Natalie Dessay : Airs d'operas francais ». Opera Quarterly 21, no 1 (1 janvier 2005) : 195–205. http://dx.doi.org/10.1093/oq/kbi010.

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Houdaille, Jacques. « Mortalité des chanteurs et chanteuses d'opéra ». Population (French Edition) 42, no 4/5 (juillet 1987) : 738. http://dx.doi.org/10.2307/1533005.

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Girard, Marie-Hélène. « Berlioz et Cellini, des Mémoires au livret d'opéra ». Revue d'histoire littéraire de la France 104, no 3 (2004) : 535. http://dx.doi.org/10.3917/rhlf.043.0535.

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Portes, Jacques. « Autour d'Open Range ». Vingtième Siècle. Revue d'histoire 83, no 1 (2004) : 206–8. http://dx.doi.org/10.3406/xxs.2004.4736.

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Poignault, Rémy. « Marguerite Yourcenar et le projet d'opéra de Wells Hively ». RELIEF - REVUE ÉLECTRONIQUE DE LITTÉRATURE FRANÇAISE 2, no 2 (28 juillet 2008) : 216. http://dx.doi.org/10.18352/relief.149.

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Gignoux, Anne-Claire. « La musique dans la littérature : Emma Bovary, spectatrice d'opéra ». Musurgia XVII, no 1 (2010) : 63. http://dx.doi.org/10.3917/musur.101.0063.

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Albright, William. « Renée Doria Airs d'Opéras Français ». Opera Quarterly 7, no 3 (1990) : 170–71. http://dx.doi.org/10.1093/oq/7.3.170.

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Gomes, Renato Cordeiro. « Os ritos da cópula imemorial no reino deste mundo (uma aproximação a "o santeiro do mangue", de Oswald de Andrade) ». Cadernos de Linguística e Teoria da Literatura 8, no 16 (31 décembre 2016) : 221. http://dx.doi.org/10.17851/0101-3548.8.16.221-236.

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Résumé :
Resumo: Leitura de O santeiro do Mangue - mistério gozoso em forma de ópera, poema-drama inédito de Oswald de Andrade. Num jogo intra e intertextual, estudam-se a estruturação, o Prólogo e o Epílogo, articulando-se carnavalização, paródia e antropofagia.Résumé: Lecture de O santeiro do Mangue - mystère bouffe - joyeux soua forme d'opéra, poème-drame inédit d'Oswald de andrade. Dana un jeu intra et intertextuel, on étude la atructure, le Prologue et l'Épilogue, en articulant carnavalisation, parodie et anthropophagie.
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Ozwald, Thierry. « De l'empêchement lyrique de la nouvelle : nouvelle et livret d'opéra ». Littérature 127, no 3 (2002) : 29–39. http://dx.doi.org/10.3406/litt.2002.1764.

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Standen, Edith A. « The "Fragments d'Opéra" : A Series of Beauvais Tapestries after Boucher ». Metropolitan Museum Journal 21 (janvier 1986) : 123–37. http://dx.doi.org/10.2307/1512826.

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Liébert, Georges. « De la mise en scène d'opéra et de théâtre aujourd'hui ». Le Débat 113, no 1 (2001) : 52. http://dx.doi.org/10.3917/deba.113.0052.

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Albright, William. « Ninon Vallin Airs d'Opéras et Mélodies ». Opera Quarterly 7, no 3 (1990) : 169–70. http://dx.doi.org/10.1093/oq/7.3.169.

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Melani, Pascale. « Troupes d'opéra privées en Russie : de la libéralisation (1882) à 1917 ». Revue Russe 30, no 1 (2008) : 103–12. http://dx.doi.org/10.3406/russe.2008.2331.

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Pesic, Andrei. « The Flighty Coquette Sings on Easter Sunday ». French Historical Studies 42, no 4 (1 octobre 2019) : 563–93. http://dx.doi.org/10.1215/00161071-7689170.

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Résumé :
Abstract French colonists in Saint-Domingue brought a variety of entertainments from the metropole to the island's theaters during the later eighteenth century. This included the Parisian Concert Spirituel, which replaced theatrical entertainments with performances of religious and instrumental music during religious holidays. Yet these concerts never caught on in earnest and began to diverge significantly from the metropolitan institution: the Easter concert in Port-au-Prince entirely composed of opera arias would have been unthinkable in the metropole. Linking developments in the colony's entertainments with the understudied subject of religious practices among France's Caribbean colonists, this article argues that strong market pressures overrode weaker religious constraints in Saint-Domingue, making opera arias acceptable for Eastertide. It presents a new fine-grained approach for studying how cultural practices are transformed when traveling within an empire, with implications beyond the history of the arts. Les colons français ont importé une grande variété de divertissements de la métropole à Saint-Domingue durant la deuxième moitié du dix-huitième siècle. Le Concert spirituel de Paris, qui remplaçait les spectacles profanes pendant les fêtes religieuses, a été l'une de ces institutions. Néanmoins ces concerts n'ont jamais entièrement pris dans le contexte colonial et ont peu à peu divergé de leurs homologues métropolitains : un concert de Pâques à Port-au-Prince entièrement constitué d'airs d'opéra aurait été inimaginable dans l'Hexagone à cette époque. Liant l'histoire des divertissements coloniaux et le sujet peu étudié des pratiques religieuses des colons, cet article développe l'idée que de fortes pressions commerciales ont primé sur de faibles contraintes religieuses à Saint-Domingue, rendant des airs d'opéra acceptables au moment des fêtes de Pâques. L'analyse souligne la façon dont les pratiques culturelles évoluent lorsqu'elles voyagent au sein d'un empire colonial, tirant des implications qui vont au-delà de l'histoire des arts.
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Hoof, Els Van. « Les manuscrits d'operas dans la collection Fetis de la Bibliotheque Royale Albert Ier ». Revue belge de Musicologie / Belgisch Tijdschrift voor Muziekwetenschap 50 (1996) : 185. http://dx.doi.org/10.2307/3687045.

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Ouali Alami, Abdallah. « D'un livre d'histoire à un livret d'opéra : histoire et fiction chez Amin Maalouf ». Horizons Maghrébins - Le droit à la mémoire 52, no 1 (2005) : 74–84. http://dx.doi.org/10.3406/horma.2005.2267.

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Noiray, Michel. « Le répertoire d'opéra italien au Théâtre de Monsieur et au Théâtre Feydeau (janvier 1789-août 1792) ». Revue de musicologie 81, no 2 (1995) : 259. http://dx.doi.org/10.2307/946965.

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Degardin, Jean-Claude. « Correspondances osiriennes entre les temples d'Opet et de Khonsou ». Journal of Near Eastern Studies 44, no 2 (avril 1985) : 115–31. http://dx.doi.org/10.1086/373114.

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38

Taïeb, Patrick. « Dix scènes d'opéra-comique sous la Révolution. Quelques éléments pour une histoire culturelle du théâtre lyrique français ». Histoire, économie et société 22, no 2 (2003) : 239–60. http://dx.doi.org/10.3406/hes.2003.2319.

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39

Boulaire, Christèle. « Marketing relationnel : la carte d'anniversaire revisitée ». Recherche et Applications en Marketing (French Edition) 18, no 1 (mars 2003) : 43–63. http://dx.doi.org/10.1177/076737010301800103.

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Résumé :
Une compagnie peut-elle/doit-elle initier un marketing relationnel en entrant dans l'intimité de ses consommateurs? L'analyse du discours de 22 clients sur leur expérience de réception d'une carte envoyée par une compagnie lors de leur anniversaire montre que cette approche comporte des risques, si elle n'est pas soutenue par une connaissance des attitudes du client vis-à-vis de la relation business-to-customers et vis-à-vis de la stratégie retenue par la compagnie. Les résultats obtenus soulignent également l'importance des études s'intéressant au point de vue du consommateur avant d'opter pour un mode spécifique de communication avec lui.
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40

Walrafen, Thierry, et François Jonchère. « L'expérience allemande : les raisons de l'absence d'OPA ». Revue d'économie financière 5, no 2 (1988) : 147–50. http://dx.doi.org/10.3406/ecofi.1988.4651.

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41

Kruchten, Jean-Marie. « L'annee ou la fete d'Opet n'eut pas lieu en Paophi ». Journal of Egyptian Archaeology 77 (1991) : 182. http://dx.doi.org/10.2307/3821967.

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42

COULON, Laurent, et Luc GABOLDE. « Une Stèle sur le Parvis du Temple d'Opet à Karnak ». Revue d'Égyptologie 55, no 1 (1 janvier 2004) : 1–21. http://dx.doi.org/10.2143/re.55.1.505303.

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43

Chevallier, Marc. « "Le rachat d'Opel par PSA est-il bon pour l'emploi ?" ». Alternatives Économiques N° 367, no 4 (10 mai 2017) : 7. http://dx.doi.org/10.3917/ae.367.0007.

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44

Kruchten, Jean-Marie. « L'année où la fête d'Opet n'eut pas lieu en Paophi ». Journal of Egyptian Archaeology 77, no 1 (octobre 1991) : 182–84. http://dx.doi.org/10.1177/030751339107700120.

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45

Brenet, Jean-Baptiste. « Siger de Brabant et la notion d'operans intrinsecum : un coup de maître ? » Revue des sciences philosophiques et théologiques TOME 97, no 1 (2013) : 3. http://dx.doi.org/10.3917/rspt.971.0003.

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Thompson, Brian C. « Opera Production and Civic Musical Life in 1870s Montreal ». Nineteenth-Century Music Review 11, no 2 (décembre 2014) : 219–38. http://dx.doi.org/10.1017/s1479409814000354.

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Résumé :
This article explores the origins and productions of the Société Canadienne d'Opérette et d'Opéra de Montréal, a short-lived opera company active in the late 1870s. Headed by Calixa Lavallée and Frantz Jehin Prume, the Société was established in part as a result of a decree that forbade the use mixed choirs throughout the archdiocese, and consequently made obsolete Lavallée's choir at Saint-Jacques Church. Following the success of their first production, Lavallée and Prume realized that the company might be used as a stepping-stone to the creation of a government-funded music school, modelled on the Paris Conservatoire. This article explores the social and political context in which the Société was created, and details the staging and reception of its productions of Gounod's Jeanne d'Arc and Boieldieu's La Dame blanche. In selecting these works for performance, the organizers responded to demands and constraints of a society accustomed to popular entertainment from the US and under pressure from the conservative and influential Catholic Church. They were works that were feasible to produce and likely to be successful in a city whose population was divided by religion, language and cultural traditions.
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47

Menacere, Mohamed. « Discourse Awareness in Translation ». Babel. Revue internationale de la traduction / International Journal of Translation 40, no 4 (1 janvier 1994) : 203–13. http://dx.doi.org/10.1075/babel.40.4.03men.

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Résumé :
Le présent article propose une méthode d'enseignement de la traduction arabe-anglais basée sur l'analyse du discours plutôt que sur la reproduction de chaque terme ou sur le choix d'un équivalent possible proposé par un dictionnaire bilingue, sans tenir compte de l'effet qu'un tel message aura sur le lecteur. Etant donné que ce n'est jamais une langue mais un texte que l'on traduit, il convient d'opter, en matière d'enseignement de la traduction, pour une méthode analytique du discours puisque la traduction est un processus de communication visant à transmettre à un destinataire un message lisible et convaincant. Ce processus implique une médiation, un ajustement à un contexte, une négociation de sens, une interprétation et une analyse du discours.
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Bobbi, Silvia. « La progettazione del naviglio di Pavia (1805-1808) : il difficile avvio della politica d 'intervento Territoriale nel Regno d'Italia ». SOCIETÀ E STORIA, no 137 (septembre 2012) : 561–97. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137003.

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Résumé :
Il saggio si avvale della documentazione concernente i lavori pubblici conservata presso l'Archivio di Stato di Milano, allo scopo di ripercorrere la progettazione del Naviglio di Pavia (1805-1808) durante il Regno d'Italia - opera di alto valore strategico- militare, per il trasporto dei cannoni prodotti nell'Arsenale di Pavia - e mettere in luce i motivi che condussero alla rimozione di Giovanni Paradisi dalla carica di Direttore del Dipartimento di Acque e Strade nel 1809. Emerge come le resistenze opposte dagli ingegneri del corpo al progetto ed al primo progettista, il matematico Vincenzo Brunacci, avessero origine nelle tradizionali collusioni intessute tra costoro e gli appaltatori d'opere pubbliche, a cui quest'ultimo stava tentando di porre un argine per mezzo di un nuovo «Piano d'amministrazione» del naviglio. L'opposizione degli ingegne- ri si celň dietro questioni di carattere tecnico - come l'opera di Bruschetti si preoccupň di confermare - come quelle giÀ emerse nel parere dell'ispettore generale del corpo francese dei Ponts et Chaussées, Gaspard Claire François Marie Riche de Prony, contrario al progetto per rivalitÀ accademiche e scientifiche in precedenza maturate contro Brunacci. Si sostanziň invece, come solo le carte amministrative testimoniano tra le fonti, in un vero e proprio "tranello burocratico" teso a Brunacci sul piano della correttezza procedurale, che ne determinň le dimissioni.
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HERBIN, François-Réne. « La renaissance d'Osiris au temple d'Opet (P. Vatican Inv. 38608) (Pl. IX) ». Revue d'Égyptologie 54 (1 janvier 2003) : 67–129. http://dx.doi.org/10.2143/re.54.0.504278.

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Ouardi, Samira. « Publier la parole pour refonder le politique ? Analyse d'un dispositif d'open-publishing ». Communication et langages 147, no 1 (2006) : 61–71. http://dx.doi.org/10.3406/colan.2006.4577.

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