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Articles de revues sur le sujet « Cura della vita »

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Ruggiero, Rossana, Fermin Gonzales Melado, Giorgia Brambilla, Laura Palazzani, Stefano Kaczmarek, Michele Salata et Luigi Zucaro. « Decisioni per la cura del bambino piccolo nelle fasi critiche e terminali della vita ». Medicina e Morale 71, no 3 (3 novembre 2022) : 261–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1210.

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Résumé :
L’articolo si basa sull’analisi comparativa di tre documenti: la Mozione del Comitato Nazionale di Bioetica su Accanimento clinico o ostinazione irragionevole dei trattamenti sui bambini piccoli con limitate aspettative di vita, la Legge del 22 dicembre 2017, n. 219 recante Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento e la Lettera Samaritanus bonus della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Nella consapevolezza della loro diversità è possibile individuare alcuni nodi centrali nella cura del paziente pediatrico nelle fasi critiche o terminali della vita: il problema della valutazione della qualità di vita; le cure di base di questi piccoli pazienti, con particolare riferimento: all’idratazione e nutrizione; alle cure palliative pediatriche; infine, al ruolo della famiglia nell’assunzione delle decisioni in ambito pediatrico. Gli autori presentano anche i punti di concordanza che emergono dall’analisi dei tre documenti dedicando attenzione al bambino piccolo con limitate aspettative di vita: guarire se possibile, curare e prendersi cura sempre e umilmente, riconoscere i limiti della medicina.
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Mozzanica, Carlo Maria. « Prendersi cura della fragilitŕ ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 2 (janvier 2011) : 50–30. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002001.

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Résumé :
Lo scenario socioculturale postmoderno si fa sempre piů generatore di fragilitŕ sistemiche (della persona, della famiglia e della comunitŕ) e infrasistemiche (che toccano tutta la vita e/o la vita di tutti). Diventano parte dell'esperienza ordinaria e condivisa la censura, la rimozione dei vissuti piů profondi propri del quotidiano e dell'ordinaria esistenza: la malattia, la sofferenza, la decadenza non accettata - che diventa marginalitŕ - della vecchiaia, la morte. Nel quadro dei diritti costituzionali emergono la rimozione e la censura di uno dei tre principi fondamentali delle democrazie, quantomeno di quelle occidentali: la fraternitŕ o la solidarietŕ. Occorre invece ribaltare la prospettiva, nell'ottica umana in generale e in quella medica in particolare: non si tratta di "curare" (cure) un corpo oggetto, ma di "prendersi cura" (care) di un corpo soggetto. "Curare" non deve identificarsi con "guarire", cancellando cosě l'idea della morte perché inaccettabile. Č necessario ricordarsi che la malattia č sempre evento esistenziale e non meramente biologico, e che l'assenza di possibilitŕ di guarigione non deve portare mai alla rinuncia del rapporto umano con il malato. In senso piů ampiamente esistenziale, l'uomo di oggi deve abbandonare ogni pretesa di onnipotenza per prendersi cura amorevole della propria fragilitŕ, che č cifra costituiva della sua umanitŕ.
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Meola, Lorella. « Auto-sorveglianza e governo : sguardi prospettici della mobile-health ». Medicina e Morale 69, no 3 (3 novembre 2020) : 311–25. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.705.

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Résumé :
La mobile-health propone una crescente gamma di tecnologie digitali, che offrono soluzioni nella cura della salute e nella promozione del benessere. Pur contribuendo in maniera vantaggiosa alla prevenzione delle malattie e alla gestione delle patologie croniche in particolare, tuttavia la varietà delle tecnologie disponibili e l’ampiezza dei fini perseguibili sollevano perplessità rispetto alla regolamentazione e alla valutazione morale della mobile-health. L’articolo analizza le implicazioni etiche e politiche della natura ibrida delle tecnologie digitali, al confine tra promozione della salute e gestione dello stile di vita, evidenziando come esse si appropriano della vita dell’utente. Attraverso un meccanismo di auto-sorveglianza, la mobile-health acquisisce dati ed elargisce raccomandazioni per una vita più salutare. Tale dispositivo, identificato nei processi di datificazione e modulazione delle condotte, è orientato all’ottimizzazione della vita, intesa come massimizzazione dei processi vitali, ovvero del loro funzionamento e del loro esito. L’ottimizzazione potrebbe comportare la riduzione della condotta umana a una moltiplicazione di prestazioni, attraverso le quali l’individuo cerca di migliorare se stesso ma, così facendo, egli stesso si rivela funzionale al profitto economico-produttivo, politico e organizzativo della società. L’ipotesi che si intende dimostrare è che l’auto-sorveglianza su cui si basa la mobile-health diviene una strategia di governo eteronomo delle condotte.
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Ingrosso, Marco. « Alle sorgenti della cura. Ricerca di idee guida per le societÀ della salute ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038007.

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Résumé :
Il testo ripercorre il passaggio dalle forme di cura antiche a quelle moderne e contemporanee, interrogandosi sulle idee motivanti e generatrici che hanno sostenuto, nei diversi contesti e ambienti storico-sociali, le specifiche pratiche di cura compresenti. Tale analisi costituisce la premessa della domanda su quali siano o possano essere le sorgenti della cura in un'epoca planetaria e secondo-moderna, nella quale si sono prodotte crescenti aspettative di vita e di salute e una maggiore articolazione delle offerte di cura, tanto da far parlare della formazione di societÀ della salute. In esse sembrano entrare in crisi le motivazione profonde, diffuse e condivise, del ‘prendersi cura' tanto nell'ambito familiare e interpersonale quanto in quello professionale, con esiti critici sul piano della qualitÀ e delle relazioni, ma anche del faticoso coordinamento fra i diversi saperi e forme di cura.
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Panza, Costantino, et Michele Gangemi. « Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (juillet 2021) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati et Paolo Monti. « Divenire partner del team di cura : qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Résumé :
Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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Arcidiacono, Caterina, et Filomena Tuccillo. « Donne migranti : convivere nella invisibilità sociale ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (mars 2012) : 43–56. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002005.

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Il contributo esplora la consapevolezza reciproca e la cooperazione nella "buona convivenza". Vengono, in particolare, esaminate le dimensioni che trovano fondamento nell'armoniosa interazione tra individualità e contesti di riferimento. Lo scopo principale dell'articolo consiste nell'approfondire le strategie di vita delle donne di origine straniera impiegate nei servizi di cura della casa e della famiglia, alfine di conoscere gli elementi che ne caratterizzano le storie di vita, in relazione con il contesto locale e gli abitanti nativi. A tal proposito, il materiale raccolto, mediante intervista focalizzata, č stato sottoposto ad un'analisi di tipo interpretativo, utilizzando la Grounded Theory per giungere alla formulazione di una teoria di riferimento inerente l'oggetto dello studio.
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de Maria, Ranieri. « Corpo e individuo nel Welfare State : pubblici poteri e dignitŕ umana ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 63–78. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002004.

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Negli ultimi anni i media e la politica si sono occupati spesso delle vicende del corpo, a volte di mero interesse individuale. Ciň probabilmente deriva dall'attitudine crescente del Welfare State ad occuparsi della vita e della salute degli individui, e dalla tendenza alla socializzazione del corpo, sul quale č stata costruita una vera e propria economia. Correlatamente, l'attribuzione alla medicina di compiti sociali ulteriori rispetto alla cura della salute ha contribuito al processo, stabilendo inoltre dei modelli di "normalitŕ" da promuovere e imporre. Se da un lato la compressione indebita di spazi di privatezza da parte dello Stato puň violare la dignitŕ umana e rompere il contratto sociale, la crisi dello Stato sociale apre importanti interrogativi sul futuro.
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Dyduch, Jan. « Troska o małżeństwo i rodzinę w sprawozdaniach z wizytacji kanonicznych kardynała Karola Wojtyły ». Prawo Kanoniczne 42, no 3-4 (20 décembre 1999) : 199–213. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1999.42.3-4.05.

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Card. Karol Wojtyła prendeva cura pastorale dei matrimoni e delle famiglie. Le considerava come beni fondamentali della società e della Chiesa. Questa preoccupazione si esprime nei rapporti delle visitazioni canoniche. Durante le visitazioni lui insegnava del matrimonio mostrandolo come l’alleanza insolubile e sacramentale, di carattere religioso e sacro. Spiegava pure, ehe la famiglia serve la vita, la protegge, è luogo dell’educazione dei figli, e partecipa alla missione di evangelizzare e santificare. Card. Karol Wojtyła svolgeva la sua missione pastorale tra le coppie e le famiglie ed insegnava ai suoi sacerdoti la stessa cura pastorale familiare.
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Carla, Weber. « Accogliere l'ambiguitŕ. Risonanze ambigue nella relazione psicoterapeutica ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 17 (décembre 2011) : 56–74. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017005.

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Il contributo muove dall'ipotesi che le risonanze relazionali sono per loro stessa natura ambigue, non essendo mai l'uno riducibile del tutto all'altro. Esplora alla luce della base naturale della stessa relazione psicoterapeutica la "pars costruens". Accettare un certo compromesso con la vischiositŕ delle posizioni ambigue, implica, di conseguenza, l'approfondimento della capacitŕ di contenimento dell'ambiguitŕ in una determinata relazione psicoterapeutica e l'apprendimento al contatto con l'ignoto e l'indifferenziato. Il riferimento agli apporti teorici di Ferenczi, Bion, Winnicott, Bleger, consente di approfondire come co-evolve la risonanza nella relazione psicoteraputica e le possibilitŕ di attivazione di un'area intermedia, generativa di cambiamento. La clinica, inoltre, puň godere delle esperienze dei poeti e degli artisti per comprendere quanto l'ambiguitŕ sia fonte della creazione, e perciň della vita stessa. Oltre all'esplorazione dei vincoli e delle possibilitŕ di utilizzo della rilevanza generativa dell'ambiguitŕ nella relazione psicoterapeutica, il contributo esplora la natura stessa dell'ipotesi dello spazio intermedio nel setting della cura e la natura ambigua di quello stesso spazio.
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Maccaferri, Alessandra, et Ada Cozza. « Il caregiving nelle patologie dementigene. Dalla fatica della cura agli interventi integrati ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2020) : 55–64. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2020-002006.

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Résumé :
L'allungarsi dell'aspettativa di vita e il conseguente invecchiamento della popolazione ha comportato una crescita esponenziale di soggetti affetti da malattie neurodegenerative in condizioni di cronicità e disabilità permanente. Sono molti i familiari che decidono di prendersi cura dei loro cari a casa, ma spesso nel decorso della malattia si assiste ad un carico della cura che implica un aumento dello stress con un notevole impatto sulla loro salute. Il caregiver diviene così il secondo paziente di cui gli operatori della salute dovrebbero prendersi cura, considerandolo nella sua interezza, complessità e storicità, e basandosi su una visione della persona in un'ottica integrata e multidisciplinare; ciò consentirebbe una presa in carico con risultati positivi non solo sul piano della salute fisica e psicologica, ma anche su quello economico e sociale. Al fine di raggiungere questo risultato, si propongono una serie di interventi multidisciplinari, la cui integrazione permetterebbe una presa in carico totale della persona che presta cure.
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Demori, Ilaria. « Microbiota e immunità ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2021) : 49–62. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002005.

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Résumé :
Il nostro intestino alberga una grande quantità di microrganismi, nonché la maggioranza delle nostre cellule immunitarie. A livello intestinale, il microbiota e il sistema immunitario dialogano per tutta la vita, costruendo una rete di comunicazione complessa, da cui emerge lo stato di salute o di malattia. Il sistema immunitario, che ha tra le sue funzioni principali quella di proteggerci dai microbi, è però controllato dai microbi stessi, configurandosi quindi come un sistema di regolazione inserito nella rete Pnei. Le prime fasi della vita e la dieta sono essenziali per lo sviluppo armonico delle interazioni tra microbiota e immunità. Nella finestra di opportunità che si apre prima della nascita e accoglie gli stimoli ambientali, le segnalazioni innescate dai metaboliti microbici giocano un ruolo essenziale nella regolazione epigenetica dello sviluppo immunitario. La fibra alimentare, i probiotici e la nuova frontiera dei postbiotici costituiscono strumenti utili per l'equilibrio immunitario, da utilizzare nelle strategie di prevenzione e nella cura integrata delle patologie.
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Valentini, Vincenzo, Elisa Marconi, Loredana Dinapoli et Calogero Casà. « Come cambia la percezione della professione medica di fronte alla richiesta di morte ». Medicina e Morale 71, no 4 (22 décembre 2022) : 413–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1218.

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Nel contesto di una società in continua e rapida evoluzione, la morte si ripresenta come una ineludibile tematica di peculiare urgenza esistenziale. Sebbene, infatti, il progresso tecnologico e delle scienze mediche abbia facilitato una risposta tecnica alla domanda di salute che sempre di più incontra metodiche multimodali e multidisciplinari di terapia, la tecnologia di cura relega spesso il paziente ad una solitudine esistenziale dove, pur in presenza di una terapia per la sua malattia, non trova spazio una relazione di cura per la sua sofferenza. Questa dicotomia della cura, che si suddivide da una parte nel “trattare” dall’altra nell’“essere presente”, porta, soprattutto nel contesto del fine vita, al rischio di attestare la cura al solo livello tecnico, rendendo ‘giustificata’ la richiesta del paziente al medico di ‘somministrare il fine vita’, sopprimendo l’eco relazionale di ritorno del medico di fronte al bisogno umano del paziente. Lo scopo di questo articolo è di recuperare le riflessioni legate all’esperienza clinica ed umana propedeutiche ad accompagnare il paziente in un percorso relazionale offrendogli, nelle varie fasi della cura, una “eco di ritorno”, utili a non comprimere la percezione del medico a livello di somministratore automatico.
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Roggi, Sara, et Mario Picozzi. « La phrônésis ricoeuriana : una rilettura di futilità e proporzionalità nei casi di fine vita ». Medicina e Morale 69, no 2 (21 juillet 2020) : 213–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2020.616.

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La dilemmaticità dell’esperienza della malattia, le implicazioni etiche e morali determinate dal progresso della bioingegneria medica e la complessità dei percorsi di cura hanno determinato il progressivo incremento di conflitti di natura morale all’interno delle strutture ospedaliere, dei centri di cura e degli hospice. Tali cambiamenti hanno pertanto condotto filosofi, bioeticisti e teologi morali ad interrogarsi circa la modalità con cui l’etica, diventando parte integrante della prassi clinica, può trovare un’applicabilità nella gestione, decostruzione e risoluzione dei conflitti morali nascenti all’interno del settore sanitario. Paul Ricoeur ha individuato nella phrônésis aristotelica l’approccio d’indagine imprescindibile per l’analisi contestuale del reale: quello prudenziale. Pertanto, nella sua petite éthique, la “saggezza pratica” – la prudence, così tradotta dalla nozione latina di “prudentia” – rappresenta il punto di partenza dell’espressione del giudizio medico, nonché dell’applicabilità della norma morale nella particolarità del reale. Il presente lavoro è stato concepito nell’obiettivo di indagare il ruolo pragmatico della nozione ricoeuriana di phrônésis in quella sfera “regionale”, così come presentata dall’autore, che è l’etica medica. L’analisi circa l’apporto della “prudenza” nelle dinamiche conflittuali del settore sanitario risulterà inoltre fondamentale nel rilevare l’interconnessione tra la nozione di phrônésis e i due concetti cardine del fine vita, ovverosia, la futilità e la proporzionalità.
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Lugones, Mercedes. « "Cosa sta succedendo qui?" Impatto degli eventi sociali nella cura dei pazienti gravi in età evolutiva ». INTERAZIONI, no 2 (novembre 2022) : 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-002008.

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Attraverso il caso clinico di un adolescente di 13 anni l'autrice riflette sull'impatto del loc-kdown sulla vita psichica del paziente. Prende in considerazione i cambiamenti generati dal confinamento e la perdita improvvisa dei riti quotidiani che accompagnano la vita individuale, familiare e sociale. Si affrontano da più punti di vista alcune delle conseguenze e dei fenomeni generati dall'incremento della vita on line, per esempio le neuroscienze segnalano, tra gli altri, il fenomeno della dislocazione. L'autrice associa le difficoltà del paziente a dare una continuità alle sedute on line ad alcune caratteristiche del suo funzionamento a livello sensoriale. Si tratta di un paziente con tratti autistici che presenta difficoltà nella coordinazione sensoriale. Concetti come lo smantellamento (Meltzer, 1975) o le forme sensoriali autistiche (Tustin, 1972; 1990) chiariscono alcuni aspetti del funzionamento sensoriale e dell'organizzazione psichica dei pazienti gravi. Avere letto alcune produzioni inconsce del paziente come uno spostamento del transfert ha consentito di affrontare il momento critico determinato dal lockdown e dall'inizio dell'adolescenza.
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Di Petta, Gilberto, Danilo Tittarelli et Raffaele Vanacore. « Il medico psichiatra : chi era costui ? Riflessioni sulla crepa dello specchio ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2022) : 113–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001007.

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Le forme del conoscere, dell'essere e dell'agire psichiatrico sono state tutt'altro che stabilite una volta per tutte. Gli attuali strumenti accademici di formazione si sono appiattiti da tempo su di una linea semplicistica e riduzionistica. Nel Secondo Novecento una serie di condizioni aveva conferito alla figura dello psichiatra una centralità mai avuta prima nella storia: la chiusura/ridimensionamento dei manicomi, l'introduzione e la diffusione degli psicofarmaci, l'avvento del concetto di "salute mentale" territoriale. Il suddetto riduzionismo, però, ha scelleratamente decomplessizzato la figura dello psichiatra, il cui problema identitario è, così, divenuto ancor più pressante, fino ad implodere, come l'immagine alla rottura di uno specchio. La psichiatria, infatti, a differenza di altre branche mediche, mette in gioco un fattore antropologico, quello della "follia" e delle sue modalità di manifestazione e di costituzione. Se questo fattore, storicamente, era considerato decisivo nello strutturarsi e nel rivelarsi della cosiddetta "malattia mentale", in epoca più recente la bonifica della psichiatria dalle paludi della follia ha prodotto, a nostro avviso, e in maniera speculare, una rottura nella costituzione identitaria dello psichiatra. Chi è lo psichiatra se non è più in grado di tenere acceso il dialogo tra la società e la follia? La questione della follia mette in moto, come legna che alimenta il fuoco dell'umano, la ricerca del senso e della cura. Lo sradicamento della follia dal territorio dell'umano ha prodotto una classe di psichiatri in cerca d'autore, partecipi di una quotidiana messinscena clinica, senza alcuna pretesa di comprensione, di cura e di libertà. Le sole, queste ultime, a poter consentire uno specchiarsi non deforme - attraverso il prisma umano dello psichiatra - della "follia" e della "norma", in quanto entrambe espressioni della vita.
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Kałowski, Julian. « Troska Kościoła o formację osób zakonnych - rys historyczny, geneza i charakter dokumentu "Wskazania dotyczące formacji w instytutach zakonnych" ». Prawo Kanoniczne 35, no 1-2 (5 juin 1992) : 71–88. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.04.

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L’autore di questo articolo sottolinea l’incessante cura della Chiesa cattolica e dei singoli fondatori degli istituti religiosi, per una adeguata preparazione delle persone alla vita secondo i cosigli evangelici. Il discorso sulla sollecitudine della Chiesa per la formazione dei religiosi trova la sua base principale nei documenti della Santa Sede, ed anche negli scritti di alcuni famosi fondatori degli istituti e dei promotori di vita religiosa. L’autore osserva che la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica prima di pubblicare il documento le Direttive sulla formazione negli Istituti religiosi, fece numerose consultazioni e prese in considerazione gli attuali bisogni riguardanti la formazione religiosa. E’ ovvio che l’autore ha preso in considerazione solamente alcuni motivi ispiratori che spinsero la Santa Sede a promulgare il documento Potissimum institutioni. L’ultima parte dell’articolo tratta del carattere giuridico del documento in parola e cerca di delineare il quadro limite della sua obbligatorietà.
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Łupiński, Józef. « Dziekani okręgowi w diecezji wigierskiej i diecezji augustowskiej czyli sejneńskiej ». Prawo Kanoniczne 49, no 1-2 (15 juin 2006) : 195–226. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.1-2.08.

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Résumé :
La diocesi Wigry esistette negli anni 1799-1818, diocesi Augustów cioe’ di Sejny dal 1818 fino alla I guerra mondiale. Ambedue furono divise in decanati. Vicario foraneo rappresentante del vescovo nel decanato. Nel Regno Polacco, anche il potere civile decideva della sua nomina. Egli visitava le parocchie del decanato. I parrocci in iscritto rispondevano alle sue numerose domande. Esse riguardavano in maggioranza edifici ecclesiastici e parrocchiali, attrezzatura ecclesiastica, terreni apparteneti alla parrocchia e dei sacerdoti che svolgevano il compito pastorale. I moduli delle visite dei decani erano meno dettagliati che moduli delle visite dei vescovi. Queste invece in parte avevano simile contenuto come visite decanali; invece in modo dettagliato descrivevano la vita sacramentale e spirituale delle parrocchie. Dopo l’Insurrezzione di Gennaio 1863 nelle due categorie di visite non erano toccati problemi di proprietà terrene e fondazioni della parrocchia perché furono passatte sotto il tesoro dallo stato. In modulo delle visite del vicario forneo ufficialmente descriveva: opinione della vita personale del clero, introduzione di un nuovo parroco nella parrocchia, cura del beneficio parrocchiale dopo la morte del parrocco, conferma degli accordi tra il parroco e vicario, assicurazione di continuità delle funzioni nella parrocchia nel caso di assenza del sacerdote, controllo dei libri delle metriche, consegna della corrispondenza e degli ordini del vescovo, accompagnamento al vescovo durante sua visita nel decanato, formazione dell’opinione nel caso di erezione di una nuova parrocchia oppure nel caso di spostamento dei villaggi da una parrocchia all’altra e cura delle scuole elementari
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Tronto, Joan. « Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038004.

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Résumé :
A partire dalla definizione di cura elaborata insieme a Berenice Fischer, si argomenta come la cura sia un importante strumento concettuale per qualunque genere di teoria politica. Ciň che diviene essenziale č un'analisi delle dimensioni della cura, delle dinamiche di potere insite in ogni relazione di cura, nonché del piů ampio contesto che modella tali preoccupazioni. L'articolo tratteggia, nello specifico, i caratteri essenziali del rapporto fra cura e politica democratica, che postula la ricerca di una riduzione delle asimmetrie nelle relazioni di cura. Affinché i cittadini democratici svolgano bene i compiti di cura e in un modo compatibile con la vita democratica, essi devono immaginarsi allo stesso tempo sia come soggetti che forniscono cura sia come soggetti che la ricevono. Il grande passo da compiere č dunque avvedersi che l'espressione to care significa sempre sia dare sia ricevere cura e solo quando ciň sarÀ stato pienamente compreso si sarÀ in grado di elaborare una teoria democratica davvero inclusiva che riconosca alla cura il suo giusto posto.
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Piccinini, Gaia, et Federica Gardini. « Dal sintomo al significato. La relazione terapeutica nella fenomenologia clinica ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 93–104. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038008.

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Résumé :
Il significato e il valore del termine cura vengono qui indagati dal punto di vista di un'importante scuola di pensiero contemporanea, quella della fenomenologia antropologica applicata alla relazione clinica. Questo orientamento, che ha avuto inizio con il medico e filosofo Viktor von Weizsäcker (1886-1957), ha dato vita a nuovi modi di intendere e praticare la cura in ambito medico, tra cui quello del Medical Humanismus. L'approccio fenomenologico alla relazione clinica fa della categoria della comprensione piů di quella della spiegazione; della nozione di significato piů di quelle di segno o sintomo, gli strumenti interpretativi privilegiati per vivere e condurre la relazione tra medico e paziente. Il percorso di cura davvero efficace e mirato č dunque inteso come quello di un medico la cui ars sia dedita a restaurare e ricomporre l'integritÀ emotiva e assiologica della persona malata, aiutandola a reinterpretare il proprio universo esistenziale, drammaticamente sovvertito per prioritÀ, caratteristiche e potenzialitÀ dall'avvento del patico.
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Trotta, Domenico. « Funzione erettiva, concezione e sessualitŕ di coppia ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 88–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002018.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Simonelli, Chiara. « L'eiaculazione precoce e la sessualitŕ di coppia ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 81–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002016.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Cerpolini, Silvia, et Maria Cristina Meriggiola. « Potere procreativo e contraccezione maschile ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 77–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002015.

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Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Caruso, Salvatore. « Sessualitŕ e infertilitŕ ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 92–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002019.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Giammusso, Bruno. « Eiaculazione precoce : quali trattamenti ? » RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 84–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002017.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Ceva, Lucio. « Il Discorso della Corona e i falsi diari ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 265 (juin 2012) : 620–26. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265006.

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Résumé :
Le autrici riportano alcuni temi emersi nel seminario "Il lavoro che serve alla vita. Percorsi e contraddizioni della dimensione di cura", che si č svolto a Trieste il 24 novembre 2011, organizzato dall'Istituto Saranz, e affrontano la questione del rapporto tra carenze del welfare italiano, migrazioni femminili in continua crescita, disuguaglianze e contraddizioni che si evidenziano nei lavori di cura, con particolare attenzione alle badanti. Le migrazioni femminili transnazionali contemporanee innestano complesse dinamiche conflittuali con implicazioni di genere, generazione e nazionalitŕ. Breadwinners protagoniste o nuove serve segregate in casa, le caregivers che migrano da sole determinano una dislocazione della forza lavoro e delle relazioni affettive. Badanti e collaboratrici familiari si rivelano fondamentali per permettere alle donne occidentali l'emancipazione da una parte del lavoro di cura familiare, facendo emergere la catena globale di subalternitŕ economica e di genere.
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Palazzani, Laura. « Tra autonomia e responsabilità. La filosofia del diritto e la legislazione sul “diritto di morire” ». Medicina e Morale 71, no 4 (22 décembre 2022) : 469–80. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1222.

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Résumé :
L’articolo analizza le problematiche del fine vita in bioetica dal punto di vista della filosofia del diritto, analizzando criticamente i percorsi della legislazione e della giurisprudenza italiani più recenti. In particolare, la Legge 219/2017 viene analizzata con riferimento al rifiuto e alla rinuncia alle cure salvavita, all’ostinazione terapeutica, alla sedazione profonda, alle direttive anticipate di cura e la pianificazione anticipata dei trattamenti. L’autore analizza i problemi bioetici e biogiuridici sul tema del “lasciar morire” e “uccidere”, con riferimento alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale che ammette il suicidio medicalmente assistito in deroga all’art. 580 cp, a determinate condizioni. La sentenza 50/2022 della Corte Costituzionale sull’inammissibilità del cosiddetto referendum sull’eutanasia consente di individuare altre riflessioni bioetiche sui temi con riferimento alla tutela minima della vita e alla vulnerabilità.
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Barracca, Antonio. « La sanità tra conservazione e necessità di cambiamento. EBM e cambiamenti epidemiologici ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 4 (12 mai 2014) : 377–80. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.943.

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Résumé :
In questi anni ci troviamo di fronte a cambiamenti a cui non eravamo preparati, anche se, altrove, questi cambiamenti erano già stati affrontati. I costi sanitari stanno diventando progressivamente più alti e, per certi versi, insostenibili perché i cambiamenti demografici stanno portando a un progressivo invecchiamento della popolazione a causa di bassi tassi di natalità e dell'aspettativa di vita più lunga. Sempre più, però, la vita più lunga è vissuta in solitudine. A più risorse investite, quindi, non corrispondono i risultati di salute desiderati. L'invecchiamento della popolazione, il benessere che ha cancellato molte malattie e uno stile di vita sedentario che ne ha portato di nuove hanno aumentato sia le malattie degenerative che quelle cardiovascolari insieme ai tumori, con il collante di obesità e diabete. Per cui, più organi si ammalano, contemporaneamente, per gli stessi motivi e per gli stessi fattori di rischio. Quindi, bisogna iniziare ad aggregare culture mediche frammentate e a mettere l'uomo al centro delle cure. Dobbiamo riconoscere, dunque, che i modelli organizzativi devono adattarsi ai cambiamenti epidemiologici e che questi cambiamenti coinvolgono le professioni, medici e infermieri, cambiandone il ruolo, i poteri e le responsabilità e il modo di lavorare. Essi non dovranno più occuparsi solamente della cura degli organi ammalati, come hanno sempre fatto, ma sempre più dovranno prendersi cura di pazienti ammalati a più organi. (Clinical_Management)
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Cataudella, Stefania, Nicola Congiu et Giulia Langiu. « L'impatto psicologico della pandemia da Covid-19 sul periodo perinatale : una breve review dei primi dati della letteratura sul contesto italiano ed internazionale ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (février 2022) : 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001003.

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Résumé :
La pandemia da Covid-19 ha influenzato molti aspetti della vita, inclusa l'esperienza della nascita e la transizione alla maternità. È stata condotta una review narrativa con l'obiettivo di sintetizzare le prime evidenze sull'impatto psicologico della pandemia sul periodo perinatale, facendo luce, inoltre, sui dati emersi su scala nazionale rispetto ai Paesi, europei ed extraeuropei. La selezione degli studi è stata condotta attraverso le banche dati Scopus e Google Scholar. Sono stati inclusi 36 studi pubblicati da marzo a ottobre 2020 e che rispettavano i criteri di in-clusione ed esclusione stabiliti a priori. Aumento di stress, di sintomatologia ansiosa e depressiva sono risultati trasversali a tutti gli studi, concentrati prevalentemente nella fase prenatale. Il supporto di familiari, del partner, l'attaccamento materno sicuro ed una corretta informazione sono emersi come fattori protettivi. La fase perinatale della vita, quindi, si è caratterizzata come una fase di vulnerabilità che ha ricevuto poca attenzione nei suoi risvolti psicologici. È importante che i contesti di cura che ruotano intorno alla nascita tengano conto che situa-zioni di crisi, come quella attuale, possono acuire alcuni aspetti di vulnerabilità delle donne, sia da un punto di vista medico che psicologico, e avere conseguenze sul benessere della coppia madre-bambino.
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Cozzi, Ambrogio, Lara Franzoni, Katia Romelli et Sandro Feller. « Tra care e cure : una ricerca sulle famiglie con un paziente in stato vegetativo ». TERAPIA FAMILIARE, no 95 (avril 2011) : 47–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095004.

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Résumé :
Lo stato vegetativo č una condizione medica che incide gravemente sul benessere psicologico dei familiari coinvolti nella cura. La ricerca indaga relazioni, conflitti ed il funzionamento familiare durante la presenza della condizione di stato vegetativo del paziente, il processo di cura a casa e in struttura, l'impatto economico dell'evento, il benessere del caregiver. Il campione č composto da 120 caregiver di pazienti curati in Lombardia. Lo studio ha utilizzato un'intervista semi-strutturata analizzata con il software ‘T-Lab', il Disegno simbolico dello spazio di vita familiare e SF-36 Questionario sullo stato di salute. I risultati hanno mostrato come il funzionamento familiare e il benessere del caregiver siano relazionati al genere e al ruolo del caregiver, al tempo trascorso dall'evento che ha causato lo stato vegetativo e al luogo di cura. La ricerca ha inoltre mostrato un'estrema povertŕ e chiusura delle relazioni familiari, difficoltŕ nelle fasi di trasferimento del paziente, forte isolamento di alcuni membri dalle attivitŕ sociali e deboli relazioni con la famiglia allargata, un forte impatto sull'attivitŕ lavorativa di almeno uno dei membri familiari.
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De Vivo, Enrico, Marilu Foti, Manuela Mellano et Emanuele Bignamini. « Pazienti addicted ad Elevata Complessità ; Socio-Sanitaria (ECoSS) : dall'approccio intuitivo alla definizione di criteri scientifici. Studio retrospettivo osservazionale su una popolazione di 1.003 pazienti ». MISSION, no 52 (octobre 2019) : 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/mis52-2018oa8367.

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Résumé :
Un paziente ad "Elevata Complessità SocioSanitaria" (ECoSS), rappresenta l'esito conclusivo di un investimento terapeutico e, tendenzialmente, non ha più possibilità di riabilitazione; quindi, impegnerà risorse del sistema di cura per tutta la durata della sua vita, costituendo un elemento da considerare in termini di programmazione e investimento delle risorse.  A fronte di queste considerazioni, si pongono diverse questioni. Quando è possibile definire un paziente ECoSS? Qual è la prevalenza dei pazienti che possono essere definiti ECoSS sul totale di quelli in cura? Quali caratteristiche specifiche hanno rispetto ai pazienti "non ECoSS" in cura e rispetto alla popolazione generale? Sono stati esaminati 1003 pazienti allo scopo di rispondere a queste domande.
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Dias, Elizangela Chaves. « La cura del creato : prospettiva Biblico-pastorale del codice sacerdotale (Lv 17-26) ». Estudos Bíblicos 37, no 144 (28 décembre 2021) : 222–33. http://dx.doi.org/10.54260/eb.v37i144.377.

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Résumé :
Nel cuore della Torah, il libro del Levitico è il centro letterario e teologico del Pentateuco, sia per la sua posizione nella sequenza canonica dei libri sia per la centralità dell'esortazione rivolta ai suoi ascoltatori-lettori passati e presenti: “Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo” (Lv 19,2). Nonostante i pregiudizi che circondano il libro del Levitico a causa del suo contenuto ritualistico o legale, una lettura attenta del libro alla luce del suo scopo pedagogico è affascinante soprattutto quando questo si riferisce alla cura del creato, poiché il libro si propone di offrire istruzioni e prescrizioni che consentano al suo destinatario di vivere alla presenza di Dio ed in armonia con il creato, poiché la convivenza e la partecipazione alla santità di Dio richiedono un certo impegno da parte della comunità, di ogni uomo e di ogni donna, nell'osservanza di determinate norme riguardo la relazione con Dio, con il prossimo e, come dimostrerà questo articolo, riguardo alla sacralità della vita degli animali (Lv 17,11.14), alla cura della flora (Lv 19,23-25) e alla cura della terra (Lv 25,2.5).
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Baldini, V. « Infermieristica, Complessità e Filosofa ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 3 (26 janvier 2018) : 22–27. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1154.

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Résumé :
L'Assistenza infermieristica è oggi una scienza con propria identità epistemologica, lontano della condizioni di ancillarità a cui è stata relegata in certi momenti storici. L'articolo esplora le connessioni tra filosofia, antropologia e assistenza infermieristica alla ricerca delle origini e del profondo legame tra bisogni dell'umano, conoscenze ed esiti dell'assistenza infermieristica. Saranno menzionate la teoria della complessità, i legami sociali del gesto di cura, i diversi paradigmi che sono stati correlati alle pratiche clinico-assitenziali secondo Kuhn. Come la filosofia può aiutare il professionista a connettere se stesso con gli altri, così l'antropologia può guidare alla comprensione delle abitudini sociali e dei legami che condizionano comportamenti, scelte e sviluppi nella vita umana e nelle quotidiane pratiche assistenziali. Questo è il primo di una serie di 4 articoli che esporranno le specifiche aree delle scienze citate. (nursing)
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Severino, Paolo. « Il ruolo della certificazione in psichiatria : effetti iatrogeni e funzioni terapeutiche ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2011) : 111–29. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-002009.

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Résumé :
L'articolo intende esaminare il problema della certificazione medica in generale e piů in particolare della certificazione psichiatrica e considerare il significato e la rilevanza di questa attivitŕ medica, le sue implicazioni psicologiche, giuridiche e sociali e il suo ruolo nell'ambito della cura. Un certificato puň accordare o negare importanti diritti all'individuo e avere nella vita del paziente una particolare rilevanza, influendo sul decorso della sua malattia, sulle sue scelte e sulla sua collocazione sociale. In analogia ad ogni altro atto medico, vengono considerati i potenziali rischi iatrogeni connessi alle certificazioni mediche. La proliferazione di richieste di certificazioni viene considerato come uno degli aspetti della generale medicalizzazione della vita che trasforma gli individui in potenziali pazienti finendo con il diminuire il livello di salute della societŕ nel suo complesso. Viene sostenuto il punto di vista che dietro la pratica della certificazione vi possono essere necessitŕ e rappresentazioni, spesso illusorie, di sicurezza e di difesa della comunitŕ da quanti mettono in pericolo l'ordine sociale. Viene quindi analizzata la peculiaritŕ della certificazioni in campo psichiatrico in relazione a problemi che riguardano la diagnosi e la prognosi delle malattie mentali, la mancanza di evidenti dati obiettivi, il linguaggio psichiatrico, il consenso alla certificazione e il contesto in cui si svolge la valutazione. Il lavoro arriva alla conclusione che č necessario che il medico, quando agisce con funzioni di tipo medico-legale, e lo psichiatra sviluppino una maggiore consapevolezza del potenziale iatrogeno e stigmatizzante della certificazione e degli scopi illusori che la societŕ sembra volergli attribuire, per affermare invece la sua funzione di strumento medico che integra gli atti strettamente tecnici della terapia, insostituibile nel far valere i diritti di persone che si possono trovare ad essere temporaneamente o cronicamente malate, privilegiando quelli che favoriscono l'autonomia e non la cronicitŕ e la dipendenza.
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Delle Fave, Antonella. « La relazione di cura e il benessere condiviso ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 57–67. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001006.

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Résumé :
La relazione di cura puň essere un'importante opportunitŕ di costruzione e condivisione di benessere, sia per il paziente che per l'operatore sanitario. Numerose ricerche negli ultimi due decenni hanno studiato questi aspetti, mettendone in evidenza le potenzialitŕ e le ricadute positive per la qualitŕ di vita dei lavoratori, dei loro assistiti, e della collettivitŕ in cui vivono.
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Toraldo, Domenico Maurizio. « Il trattamento del cancro polmonare : evidenze scientifiche e valori bioetici in conflitto nelle scelte terapeutiche ». Medicina e Morale 50, no 4 (31 août 2001) : 741–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.732.

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Résumé :
Il cancro del polmone costituisce una delle principali cause di morte dei paesi europei. La malattia se inoperabile ha una prognosi generalmente infausta e circa l’80% dei pazienti muore entro un anno dalla diagnosi. Stabilire un efficace piano di trattamento costituisce una priorità di salute pubblica e oggetto di continuo dibattito scientifico. La diagnosi precoce offre la possibilità al malato di usufruire del trattamento chirurgico che può guarire la malattia. La polichemioterapia e la radioterapia si rivelano spesso fallimentari e nel migliore dei casi possono allungare di qualche mese la vita del malato al costo di sofferenze importanti. Nella pratica clinica in molti ospedali italiani pur non esistendo un protocollo diagnostico-terapeutico di riferimento, e il trattamento medico viene proposto, nella maggior parte dei casi, senza un adeguato consenso informato che spieghi al paziente le difficoltà e la complessità terapeutiche ed il paziente nella maggior parte dei casi non partecipa alle decisioni che lo riguardano. L’Autore attraverso una revisione della letteratura scientifica recente mette a punto il problema dal punto di vista tecnico e affronta contestualmente i numerosi problemi bioetici e deontologici sollevati dall’assenza sia di un’etica della comunicazione nelle problematiche della diagnosi e della terapia sia della relazione di cura cioè nella conduzione della terapia nel tempo, mettendo in evidenza le inesauribili possibilità curative che il medico dovrebbe evidenziare con la su presenza e con il suo attaccamento al malato. Viene analizzato il ruolo decisivo del medico nelle ultime fasi della vita del paziente e l’utilità della medicina palliativa nella sedazione del dolore e nel controllo dei sintomi come forma di rispetto della dignità della persona. Infine l’Autore auspica la necessità di una formazione etica e deontologica attraverso corsi di aggiornamento obbligatorio del medico ospedaliero per poter acquisire una consapevolezza dei valori in gioco.
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Fera, D., V. Bonori, M. T. De Marco, M. P. Fiorito, M. P. Potenza et L. Tridici. « Nursing multiculturale in emodialisi : diffcoltà e opportunità ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 93–96. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1146.

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Résumé :
Sul principio di Human Care nasce il concetto più ampio di Nursing transculturale che tratta del prendersi cura dell'individuo o di un gruppo per migliorarne la condizione o lo stile di vita. Il Nursing transculturale promuove riflessioni sulle continue modifiche della società le cui prime criticità assistenziali sono quelle linguistiche, grande ostacolo comunicativo tra infermiere e paziente. L'obiettivo diventa darsi strumenti culturali e pratici che nella quotidianità siano utili per migliorare la comunicazione e favorire l'instaurarsi del rapporto di educazione terapeutica. Focus group, analisi della letteratura, analisi e condivisione delle difficoltà del gruppo assistenziale sono i primi passi attuati nel percorso di miglioramento. Il ricorso alla risorsa del mediatore culturale è stato uno strumento di facile accesso e utilizzo. Nasce l'esigenza di rendere l'assistenza culturalmente competente con il contributo dell'antropologia a complemento delle scienze infermieristiche.
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Bentivogli, Marco. « Fiducia nel lavoro ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 113 (juillet 2022) : 145–65. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113007.

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Résumé :
In "Laudato Sii" Papa Francesco afferma con grande forza che il lavoro digni-toso è quello "libero, creativo, partecipativo e solidale". Il presente saggio mostra quali caratteristiche deve assumere il lavoro e quali modalità organizzative sono più adatte alla sua promozione e valorizzazione nella prospettiva indicata dal Pontefice. In particolare, si individua nello smart working un modello in grado di favorire ed esaltare l'ingaggio cognitivo del lavoratore: fiducia, libertà, responsabi-lità e autonomia sono gli aspetti caratterizzanti del lavoro agile. Tale modello per-mette anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di cura della famiglia, una distribuzione più equilibrata dei carichi familiari e una maggiore partecipazio-ne delle donne al mercato del lavoro e alla vita civile e democratica. Il sindacato può essere un protagonista nel passaggio a forme organizzative in grado di valorizzare la centralità della persona: i capisaldi di una strategia orientata in questo senso sono la contrattazione territoriale e la formazione dei lavoratori.
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Giusto, Rosa Maria. « Gli ospedali degli incurabili a Roma e Napoli. » Revista Eviterna, no 10 (28 septembre 2021) : 67–84. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.13119.

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Résumé :
Il contributo ricostruisce la storia fondativa di due complessi ospedalieri destinati agli Incurabili, ripercorrendone le relazioni. Di fondamentale importanza per l’evoluzione dei sistemi sanitari e lo sviluppo urbano e territoriale delle rispettive città, l’Arciospedale di san Giacomo in Augusta a Roma e il complesso di santa Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli furono caratterizzati in Età Moderna da una comune organizzazione e struttura dovute al ruolo esercitato dal notaio genovese Ettore Vernazza, fondatore della compagnia del Divino Amore, che ne coadiuvò e promosse le iniziative e da personalità del calibro di Gaetano da Thiene e Filippo Neri. Attualmente dismessi e in condizioni fatiscenti, tali edifici testimoniano, per la qualità delle loro architetture e il ruolo assunto nei secoli, l’importanza e la centralità che i temi dell’accoglienza e della cura rivestirono sin dall’Età Moderna sollecitati dall’azione aggregante e solidale svolta dalle confraternite quali istituzioni caritatevoli in grado di contribuire attivamente al miglioramento della società e alla qualità e ai servizi degli spazi di vita quotidiani.
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Antonietta Guida, Maria. « La specializzazione del giudice della famiglia tra diritto e psicologia ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (juillet 2021) : 42–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001005.

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Résumé :
L'autrice esamina la relazione tra sapere giuridico e sapere psicologico, e tra i rispettivi linguaggi, nell'esercizio della giurisdizione in materia familiare. Sottolinea la rilevanza di una specializzazione del giudice che lo renda consapevole delle dinamiche affettive nel processo e capace di decisioni che sollecitino nei destinatari l'elaborazione dei propri vissuti, presupposto per una possibile attenuazione dei conflitti anche nell'interesse preminente dei figli minorenni. Sulla base della pluriennale esperienza di giudice tutelare nei procedimenti di vigilanza previsti dall'art. 337 c.c., evidenzia come la collaborazione sinergica tra interventi giudiziari e interventi di cura, possa favorire una presa di coscienza da parte dei destinatari dei propri bisogni di vita e una assunzione di responsabilità necessaria per una possibile soluzione esistenziale dei problemi sottostanti alla domanda di giustizia.
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Reale, Maria Cristina. « Il diritto di non curarsi. Ancora uno scontro tra doveri medici e libertŕ di autodeterminazione ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (juillet 2012) : 159–68. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002009.

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Résumé :
Il conflitto tra il diritto degli individui di decidere come curarsi e il dovere dei sanitari di adempiere ai propri obblighi di cura richiama questioni note e delicate quali la definizione del concetto di vita e di salute, del tipo di rapporto che si instaura tra medico e paziente e della sussistenza di limiti al diritto di rifiutare le cure. Sebbene tale diritto trovi ampio riconoscimento a livello tanto normativo (pur in assenza di una legge ad hoc) quanto giurisprudenziale, un recente caso di imposizione forzata di un trattamento, dai medici considerato salvavita, ad un soggetto che a tale trattamento si opponeva in modo reiterato, pienamente consapevole delle eventuali conseguenze, ha nuovamente evidenziato le difficoltŕ che insorgono quando si tratta di tutelare in giudizio il pieno rispetto della volontŕ del paziente.
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Addabbo, Tindara, Chiara Ghislieri, Rosy Musumeci et Ilenia Picardi. « Lavoro da remoto e benessere : un'analisi della conciliazione tra lavoro accademico e cura familiare durante la pandemia Covid-19 ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (août 2022) : 41–61. http://dx.doi.org/10.3280/we2022-001005.

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Report informali e contributi di ricerca hanno riferito il quadro complesso di pratiche lavorative determinato dalla repentina adozione del lavoro da remoto come strumento di contrasto alla diffusione del Covid-19. Il presente contributo mette a fuoco il tema della conciliazione tra domini di vita, elemento ampiamente associato al benessere, nella popolazione specifica del personale accademico docente-ricercatore. Attraverso uno studio realizzato nei primi mesi del 2021, 2365 docenti-ricercatori/trici da circa venti Atenei italiani hanno partecipato a una survey online promossa dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Pari-tà delle Università Italiane in collaborazione con il gruppo di ricerca nazionale Saph2@work. La ricerca evidenzia un aumento del conflitto fra tempi di vita e di lavoro percepito particolarmente dalle donne, che rischia di amplificare le dise-guaglianze di genere che ancora persistono nell'accademia. I risultati dell'indagine suggeriscono una discussione critica di modelli di lavoro accade-mico volta a tematizzare adeguatamente le recenti trasformazioni. Le evidenze empiriche fornite dallo studio possono contribuire all'elaborazione di azioni e misure che gli organi decisionali della governance accademica sono chiamati ad adottare in tema di politiche di equità e inclusione attraverso l'attuazione di Gender Equality Plan.
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Di Cosmo, Antonio Pio. « Le patologie di Giustiniano e le profilassi mediche in voga nella Proto Bisanzio. Gli Adynata come eccezionale cura ». Asclepio 73, no 1 (24 juin 2021) : p336. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2021.02.

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Résumé :
[it] Questa ricerca confronta i dati raccolti dai testi riguardanti l’imperatore Giustiniano con le informazioni concernenti la casistica delle malattie sessuali nel contesto della Proto Bisanzio. Un testo agiografico, la Vita di San Sansone, racconta: una grave malattia colpisce Giustiniano agli organi genitali e i medici non sono in grado di curarla. La patologia viene risolta da un miracolo di San Sansone. Questo adynaton pone l’imperatore in uno ‘spazio di copertura’. Dopo il 23° o 24° anno del suo regno, Giustiniano soffre disturbi ad una gamba, accompagnati da dolore durante la minzione. Körbler ipotizza che questi sintomi siano dovuti alla sifilide. Il disturbo alla gamba viene curato dall’intercessione dei santi Cosma e Damiano. La malattia dell’imperatore si rivela dunque come luogo della letteratura agiografica. L’adynaton poi conferma l’istituzione imperiale ed afferma l’adeguatezza del sovrano.
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Borgna, Eugenio, et Aniello Castaldo. « La speranza nell'incontro terapeutico ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 44 (septembre 2012) : 39–49. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044003.

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Résumé :
Il saggio ha come oggetto di riflessione quella struttura portante della vita, dell'esperienza umana che č la speranza. Come l'angoscia e l'attesa, essa vive nel futuro e qui viene esplorata nel campo delle relazioni umane, d'aiuto, di cura, in psichiatria, con connotazioni tipiche che si aggiungono a quelle filosofiche e teologiche sull'argomento. Quando la speranza rinasce dalle secche del mal di vivere, quando il medico stesso si č confrontato con le debolezze proprie e attraverso l'empatia si č messo anche in ascolto del silenzio del paziente, del dialogare in silenzio, allora la speranza č come un ponte che ci fa uscire dalla nostra solitudine e diventa speranza creatrice.
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Minelli, Alessandro. « Francesca Michelini & ; Jonathan Davies (a cura di), Frontiere della biologia. Prospettive filosofiche sulle scienze della vita ». History and Philosophy of the Life Sciences 36, no 3 (7 septembre 2014) : 456–58. http://dx.doi.org/10.1007/s40656-014-0026-x.

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BERNI, STEFANO. « FILIPPO M. FERRO (a cura di), Passioni della mente e della storia, Milano, Vita e Pensiero 1989. » Nuncius 5, no 2 (1990) : 365–67. http://dx.doi.org/10.1163/182539190x00507.

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Helferich, Christoph. « Il contenuto filosofico della psicoterapia corporea ». GROUNDING, no 2 (juillet 2009) : 49–61. http://dx.doi.org/10.3280/gro2008-002006.

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Résumé :
- The author presents an introductory clinical vignette and describes then the concept of the "good life" as a common ground between philosophy and body psychotherapy. But in comparison to the cura sui in the philosophical tradition, body psychotherapy pays major attention to the affective dimension of man. The body, too, is seen differently in body psychotherapy: it appears essentially in a biographic and interactional context, which represents the ground and the point of departure of the therapeutic process.Key words: Philosophy and life, body psychotherapy, man as an "inhibited being", spirituality of the bodyParole chiave: Filosofia e vita, psicoterapia corporea, l'uomo come "essere inibito", spiritualitŕ del corpo
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Fadda, Francesca. « Il porno che cura. Una prospettiva ecologica ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2021) : 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002004.

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Résumé :
La pornografia è un sistema complesso che risponde a specifiche logiche di produzione, distribuzione e consumo. Leggerlo in un'ottica sistemica richiede di osservarne la multidimensionalità e i molteplici compiti ecologici che può assumere, dal livello sociale a quello individuale. Nella sua funzione omeostatica impersonifica il ruolo di paziente designato che canalizza quella tensione tra pulsione e repressione, tra ossessione e moralizzazione di un sistema culturale incapace di riportare la sessualità ad uno stato fluido e diffuso in tutte le aree della vita e del sapere. Contemporaneamente il paziente designato di una famiglia consuma il porno per legittimare il suo isolamento sociale e mantenersi eternamente vincolato al mito di inseparabilità.
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Altin, Roberta, et Elisabetta Vezzosi. « Il lavoro che serve alla vita. Percorsi e contraddizioni della dimensione di cura ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 265 (juin 2012) : 657–63. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265009.

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Tabasso, Caterina. « La connessione analitica : riflessioni sul setting online. » STUDI JUNGHIANI, no 51 (juillet 2020) : 121–32. http://dx.doi.org/10.3280/jun51-2020oa9811.

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Résumé :
Il lavoro cerca di offrire alcune riflessioni, da una prospettiva del tutto personale e basata sull'esperienza, sulla prassi della psicoterapia online. In apertura viene proposto un breve riassunto del dibattito italiano degli ultimi 17 anni sulla psicoterapia via internet. Due fattori vengono quindi enfatizzati quali binari di sviluppo della terapia online: l'impatto e l'influenza crescenti di internet nella vita di tutti, e l'importanza dell'alleanza e relazione terapeutiche rispetto ad altri fattori  in psicoterapia. Infine, vengono descritte alcune indicazioni sulla cura del setting online, sia rispetto  allo spazio analitico che alla dinamica della seduta. Tra queste, si trovano sia raccomandazioni di ordine pratico che inerenti alla tecnica. Viene in chiusura suggerita l'inclusione del tema della terapia a distanza nei programmi di training analitico.
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