Littérature scientifique sur le sujet « Critica e filologia del testo letterario »

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les listes thématiques d’articles de revues, de livres, de thèses, de rapports de conférences et d’autres sources académiques sur le sujet « Critica e filologia del testo letterario ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Articles de revues sur le sujet "Critica e filologia del testo letterario"

1

Gostoli, Antonietta, et A. Ferrari. « Problemi di critica del testo tra Filologia classica e Filologia romanza ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 75, no 3 (2003) : 133. http://dx.doi.org/10.2307/20546791.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Zanobini, Michele. « La traduzione d'autore come genere letterario : Alcune note sul De interpretatione recta di Leonardo Bruni ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (10 février 2017) : 133–47. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816689255.

Texte intégral
Résumé :
Il presente articolo offre una lettura analitica del De interpretatione recta di Bruni, soffermandosi su quegli aspetti peculiari del testo che lo rendono il primo manuale di traduzione apparso in Occidente dopo le riflessioni di San Girolamo. Nel primo trentennio del Quattrocento, l'umanista aretino Leonardo Bruni compone questo trattato, e lo fa con una duplice finalità: se infatti l'opera, prima nel suo genere, codifica i canoni da seguire nel tradurre testi antichi, dall'altro essa mira a far tacere le aspre critiche di cui l'intellettuale era stato fatto oggetto per le sue traduzioni latine di Aristotele. Il tono di un tale sdegno certo non colpisce se calato nella temperie culturale del primo umanesimo fiorentino, ma appare talmente marcato da limitare il potenziale innovativo dell'opera del Bruni. Soppesando debitamente meriti e limiti del trattato bruniano, questo articolo si propone di sottolineare la centralità del De interpretatione recta sia come manifesto intellettuale umanista che come opera pionieristica della grande filologia quattrocentesca italiana.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Pikor, Wojciech. « Rola ofiary w tworzeniu wspólnoty człowieka z Bogiem (Ml 6,1-8) ». Verbum Vitae 8 (14 décembre 2005) : 73–97. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1399.

Texte intégral
Résumé :
Il testo di Mi 6,1-8 tradizionalmente viene considerato como un esempio di critica profetica del culto. In tale prospettiva scompare la questione fondamentale dell'alleanza, segnalata gia dal genere letterario della disputa profetica. Su questo sfondo bisogna situare le domande riguardanti il ruolo del sacrificio nella relazione tra Dio e l'uomo. L'alleanza rimane un dono da parte di Dio che si impegna nella storia umana, fondando una comunione vitale con lsraele sulla base della sua giustizia e misericordia. Questi tre doni divini: comunione, misericordia e giustizia diventano un modello per una risposta dell'uomo al dono dell'alleanza (Mi 6,8). L'analisi esegetica rivela che il profeta non nega il ruolo del culto, ma soltanto cercha di redefinirlo come una manifestazione, un rinnovamento e un rafforzamento dell'alleanza.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Meier, Franziska. « Giorgio Pasquali und die Filologia dantesca ». Deutsches Dante-Jahrbuch 97, no 1 (24 octobre 2022) : 54–65. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2022-0005.

Texte intégral
Résumé :
Riassunto L’articolo parte dall’ipotesi che l’università di Gottinga, innanzitutto il suo dipartimento di filologia greca e antica, abbia avuto un qualche ruolo nel rinnovamento della filologia dantesca quale Michele Barbi l’aveva richiesto e promosso lungo la sua carriera. La figura di chiave per evidenziare questa connessione sorprendente è Giorgio Pasquali che prima della prima guerra mondiale giunse a Gottinga dove proseguì i suoi studi, fece la abilitazione e fu nominato professore. Lo scoppio della guerra poi lo costrinse a ritornare in Italia, a Firenze dove avrebbe praticato e propagato la nuova metodologia filologica tedesca. È vero che fin dall’Ottocento gli storici e filologi italiani s’ispirarono alle metodologie filologiche tedesche. Pasquali, tuttavia, andò oltre confrontandosi con i raffinamenti che Ulrich von Wilamowitz-Moellendorf aveva apportato allo studio e all’edizione dei testi antichi. Nel 1934 Pasquali pubblicò la monografia Storia della tradizione e la critica del testo che non ebbe soltanto un impatto sulla filologia greca e latina in Italia, ma anche sul giovane Gianfranco Contini e, a modo suo, su Michele Barbi in maniera notevole.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Houghton, L. B. T. « (F.) Giordano Percorsi testuali oraziani. Tra intertestualità critica del testo ed esegesi. (Edizioni e Saggi Universitari di Filologia Classica 68.) Pp. 127. Bologna : Pàtron Editore, 2013. Paper, €12. ISBN : 978-88-555-3190-0. » Classical Review 64, no 2 (27 février 2014) : 627–28. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x14000092.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Muzzolon, Elena. « LEONARDI, Lino. 2022. Filologia romanza. 1. Critica del testo. » Textual Cultures 15, no 2 (13 janvier 2023). http://dx.doi.org/10.14434/tc.v15i2.35556.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Thèses sur le sujet "Critica e filologia del testo letterario"

1

MACCIÒ, ANDREA. « La Voie d’Enfer et de Paradis di Pierre de l’Hôpital (XIV sec.). Edizione critica e studio dei processi di trasmissione e rielaborazione del testo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2022. http://hdl.handle.net/11584/328746.

Texte intégral
Résumé :
This doctoral thesis is mainly devoted to the philological investigation and the realization of the first critical edition of the Voie d’Enfer et de Paradis, the only composition attributed to Pierre de l’Hôpital, which dates from the first third of the fourteenth century and belongs to the ancient French visionary tradition of allegorical journeys to the afterlife (7608 verses). The critical edition is based on all extant manuscripts and the contribution of the indirect tradition of the text, and it is also accompanied by extensive investigations into the poem’s peculiar narrative and semiotic structure, as well as its literary, theological and historical-cultural context, with particular attention both to the study of the sources and to the processes of re-elaboration and theatricalization to which the same poem was subjected, in the second half of the fourteenth century, by two of its unedited rewritings. Moreover, the resulting research work is also provided with an in-depth analysis of the linguistic traits characterising the base manuscript, a substantial commentary on the composition and a complete glossary, including all the words of the poem, the relative inflected forms, the graphic variants, and the verses relevant to each attestation.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

LOPOMO, NICOLLE. « Maffeo Vegio, Elegiae, Rusticanalia, Disticha ed Epigrammata : edizione critica e commento ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/801472.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

SARDONE, LORENZO. « I Papiri del De Corona di Demostene. Storia e critica del testo ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1208590.

Texte intégral
Résumé :
Questo lavoro di dottorato è lo sviluppo di una ricerca di tesi triennale condotta sui papiri con passi dell’orazione Sulla Corona di Demostene. Lo studio del testo demostenico, in virtù della grande quantità di papiri e pergamene riemersi dalle sabbie egiziane, rappresenta un’ottima palestra di studio. In particolar modo, l’analisi dei testimoni della diciottesima orazione, quella meglio attestata, permette di far luce sulla circolazione e sulla fruizione di un classico della letteratura greca e di un capolavoro dell’arte oratoria. Il numero dei reperti editi, che nel progetto iniziale ammontava a 24, è salito oggi a 29. A questi frammenti di tradizione diretta, si affiancano 3 papiri di tradizione indiretta. L’analisi dei testimoni demostenici è stata condotta seguendo un preciso modello. Di ogni reperto si forniscono le informazioni riguardanti la provenienza, il luogo di conservazione, l’editio princeps, le edizioni successive, le riproduzioni disponibili, le informazioni bibliografiche e le dimensioni (in centimetri, secondo la formula base x altezza). Di seguito sono affrontati i principali aspetti riguardanti la facies materiale dei reperti: bibliologia o codicologia, layout del testo, ipotesi di ricostruzione del rotolo o del codice, utilizzo di segni testuali e paratestuali. Particolare attenzione è stata riservata all’analisi paleografica dei testimoni, con la descrizione dei tratti caratteristici della scrittura, la descrizione della morfologia delle lettere, i confronti con reperti comparabili e le proposte di datazione. In ultimo, è analizzato il testo tràdito, con l’intento di evidenziare in primo luogo le lezioni singolari, poi gli accordi in lezione erronea e gli accordi in lezione genuina, sia con la tradizione medievale, che con quella indiretta. Segue la trascrizione semi-diplomatica della porzione di testo riportata dai frammenti. L’ultima sezione, infine, è dedicata alla descrizione delle tracce di lettere poco visibili, o distinguibili solo parzialmente. Qui, inoltre, si discutono le singole lezioni, sulla base del confronto con i principali manoscritti, e si valuta la genuinità delle lectiones singulares del papiro. Alla disamina dei testimoni di tradizione indiretta è dedicata la prima appendice. In generale si rimanda a studi pregressi per gli aspetti materiali dei frammenti. Nella trascrizione del testo è stata estrapolata solo la sezione in cui si citi o si menzioni il De Corona. Nondimeno, questi reperti di tradizione indiretta si dimostrano preziosi per i lemmi demostenici citati, per dimostrare l’antichità della conoscenza del testo dell’oratore in Egitto, o per fornire ulteriori elementi sulla modalità secondo la quale l’opera circolava. L’appendice seconda, invece, è dedicata a un breve prospetto della tradizione medievale, con particolare attenzione ai capostipiti delle quattro recensioni su cui si fonda la tradizione manoscritta di Demostene. Lo studio dei reperti è stato condotto su immagini ad alta risoluzione, fornite dai rispettivi Istituti in cui i papiri sono conservati. Per i seguenti reperti è stata effettuata una revisione autoptica: P.Ryl. I 59 (1), P.Berol. inv. 11906 (2), P.Köln I 15 (3), PSI XIV 1395 (7), P.Köln VIII 334 (8), PSI XVI 1602 (9), P.Ant. I 27 (11), P.Mil.Vogl. I 12 (16), P.Ryl. I 57 (17), P.Paramone 2 (18), P.Haun. I 5 (22), P.Oxy. XLII 3009 (23), P.Köln XIII 498 (25), P.Med. I 16 (26), P.Ryl. I 58 (28). L’edizione critica di riferimento è quella oxoniense di DILTS 2002. La valutazione delle singole lezioni, tuttavia, è stata condotta considerando in ogni singolo caso il testo e l’apparato di più edizioni critiche, talvolta datate, ma ancora preziose per la grande quantità di note di commento riportate e per l’ampio numero di manoscritti presi in esame; le principali edizioni consultate sono: BEKKER 1824, DISSEN 1837, DINDORF 1846, DINDORF 1849, VOEMEL 1862, WEIL 1877, BLASS 1885, GOODWIN 1901, BUTCHER 1903, FUHR 1914, MATHIEU 1958, CANFORA 2000, YUNIS 2001. Il testo demostenico, inoltre, quando possibile, è stato collazionato sui principali manoscritti, grazie alle immagini ad alta definizione fornite dalle rispettive Biblioteche, o, nei casi più fortunati, grazie a una apposita revisione autoptica. Questa è stata possibile per i seguenti codici: Paris. gr. 2934 (S), Monac. gr. 485 (A), Marc. gr. 416 (F), Paris. gr. 2935 (Y), Marc. gr. 418 (Q), Laur. conv. soppr. 136 (Ft); Ambros. C 235 inf. (Af), Urbinas gr. 113 (U), Vat. gr. 68 (Vb), Palat. gr. 104 (vd), Palat. gr. 113 (ve), Palat. gr. 142 (vf), Palat. gr. 193 (= Pii II 19) (vh), Barb. gr. 141 (Vz).
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

LA, SPISA PAOLO. « Sulaymān Ibn Ḥasan al- Ġazzī vescovo palestinese di Gaza (X-XI sec.) : per una nuova edizione critica di alcuni trattati teologici ». Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/2158/1079485.

Texte intégral
Résumé :
Progetto di edizione critica dei trattati teologici del vescovo di Gaza Sulayman al-Gazzi vissuto tra il X-XI secolo. Viene presentato il metodo filologico adottato per mettere a frutto il progetto editoriale nonché esposta la questione linguistica del medio arabo in cui i testi sono stati scritti. Oltre all'edizione critica corredata di apparati critici, il lavoro comprende la traduzione commentata in italiano.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

PIERALLI, CLAUDIA. « Un inedito del pensiero estetico russo : studio critico del trattato "Otkrovenie iskusstva" (1930-1937) di N. Evreinov ». Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/836145.

Texte intégral
Résumé :
This research aims to analyse an unpublished work of Russian Aesthetic Thought, the treatise "Otkrovenie Iskusstva" (a1930-37), written by N.N. Evreinov, during his exile in France. The text, being regarded as an attempt to build a complete philosophical interpretation of the experience of art, stands ad a remarkably interesting source when studying cultural heritage left by the Russian emigrants of the first wave. In order to provide a wide critical insight into this work, the research is divided in two sections. The first part is intended to be a complete introduction to the life and work of the author, a widely known Russian director of the Avnt-garde, as well as playwright, theoreticianp f art and theatre. The second section is dedicated to the critical analysis of "Otkrovenie Iskusstva: beginning fron its stylistic and lexical features, the thesis delves deeper into the pure philosophical-aesthetical contents of the work. The retroactive comparison to earlier theatrical thoughts by the author, is here considered as the main interpretational key, although all sorts of influences are taken into consideration, including the author's deep involvement in the Russian Masonic movement in Paris during the Thirties. This thesis is also provided with a number of appendixes: the transcription of one chapter of the treatise, and a glossary of the most significant terms to help the reader gather a full outline of Evreinov's aesthetical conceptions.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

MILONIA, STEFANO. « Il trovatore Peirol d'Alvergne. Edizione critica delle canzoni e vers d'amore con musica ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1219213.

Texte intégral
Résumé :
This work aims to offer a new, reliable edition of Peirol d’Alvergne’s poetry. A troubadour of the “Golden Age” of Old Occitan lyric, Peirol was an extremely successful poet during his time, as the abundance of manuscript witnesses proves. Moreover, while at the origins of vernacular lyric text and music were considered indissoluble, extant troubadour melodies are exceedingly rare. As Peirol is one of the few poets whose texts survive largely accompanied by musical notation, the edition is devoted specifically to this part of his corpus. The edition strives to go beyond the so-called Bédierian and Lachmannian perspectives of Medieval text editing: if each manuscript witness has the dignity of a «Text» that existed in time, it is also true that an edition that neglects a scrupulous study of the manuscript tradition is abandoning all efforts of deepening our knowledge of Medieval literature. For these reasons, on the one hand the text provides an extensive argumentation regarding the more than thirty manuscripts sources – both in their material aspects and in their mutual genetic relationships – and a commentary on literary issues and philological critical nodes; on the other, the reader will be able to consult the interpretative edition of all witnesses, along with every component of the philological process: diplomatic transcriptions, collations and edition of the melodies.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

VALENTE, LAURA. « GREGORIO NAZIANZENO Eij" ejpiskovpou" [carm. II,1,13. II,1,10] Introduzione, testo critico, commento e appendici ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251619.

Texte intégral
Résumé :
Invitato a Costantinopoli da una delegazione nicena, che ne chiedeva l’intervento a sostegno della comunità ortodossa locale, Gregorio di Nazianzo accantonò il desiderio di dedicarsi alla vita contemplativa e si recò nella Neja ÔRwvmh: non poteva certo immaginare che negli anni trascorsi nella capitale (dagli inizi del 379 al luglio del 381) avrebbe conosciuto, a distanza di breve tempo, l’apice e il fallimento della sua attività politico-ecclestiastica. Alla guida di un piccolo gruppo di fedeli, radunati in una sala udienze privata ribattezzata Anastasia, Gregorio esercitò con impegno i suoi doveri pastorali, spendendosi soprattutto nella lotta dottrinale contro l’eresia ariana. L’elezione come vescovo della città, avvenuta per volere dell’imperatore Teodosio, rappresentò il riconoscimento dei meriti del Cappadoce nella restaurazione e nel consolidamento dell’ortodossia nicena, ma, allo stesso tempo, aprì la strada a una stagione tutt’altro che scevra di asprezze, destinata a lasciare amari ricordi nel cuore dell’autore. Chiamato a presiedere il concilio episcopale del 381, indetto con l’obiettivo di risolvere lo scisma antiocheno e condannare le eresie del tempo, il Nazianzeno sperimentò sulla propria i conflitti interni ed i giochi di potere cui si era ridotto l’episcopato. Alla malattia, che debilitò il fisico dell’autore e ne ostacolò la partecipazione a svariate attività pubbliche, si aggiunse l’ostilità dei colleghi, in particolare di alcuni vescovi egiziani, che contestarono la legittimità della sua elezione sul seggio di Costantinopoli, in quanto già vescovo nella sede di Sasima. Stanco e malato, amareggiato dai continui scontri e dall’ennesimo attacco subito dagli avversari, Gregorio decise di farsi da parte e, rassegnate le dimissioni dalla cattedra episcopale, lasciò Costantinopoli, senza neppure aspettare la conclusione del sinodo. Nella natia Cappadocia, lontano fisicamente dal clima tumultuoso e dai dispiaceri della capitale, ma turbato dalle calunnie e dalle ingiustizie subite da coloro che riteneva amici, il Nazianzeno sfogò le proprie delusioni nella scrittura poetica. All’esperienza costantinopolitana e in particolare al contesto delle dimissioni dalla cattedra vescovile fanno riferimento i carmi oggetto di questa tesi di dottorato: II,1,10 (Ai sacerdoti di Costantinopoli e alla città stessa) e II,1,13 (Ai vescovi), rispettivamente di 18 distici elegiaci e 217 esametri. In essi si intrecciano più suggestioni: la meditazione e il riecheggiamento interiore degli eventi che hanno coinvolto l’autore, la difesa del suo operato, ma soprattutto la violenta invettiva contro i vescovi, scaturita non solo dal risentimento per le vicende personali, ma dallo sdegno dell’autore per la corruzione morale e l’impreparazione della gerarchia ecclesiastica. La tesi di dottorato si apre con una bibliografia ricca e aggiornata degli studi concernenti il Cappadoce; in essa sono indicati i diversi contributi, cui si fa riferimento nel mio lavoro. Segue un’ampia introduzione che presenta i carmi sotto molteplici aspetti. Dal momento che l’invettiva contro i vescovi costituisce l’argomento principale di entrambi i componimenti, ho approfondito innanzitutto questo aspetto, ripercorrendone le testimonianze nell’esperienza biografica e nell’opera letteraria dell’autore: da quanto emerso, la polemica contro la gerarchia ecclesiastica raggiunge certamente il suo apice negli eventi costantinopolitani, ma non va ad essi circoscritta, dal momento che se ne ha traccia anche negli scritti gregoriani riconducibili ai primi anni del sacerdozio e al periodo successivo al ritorno a Nazianzo. Si è cercato poi di stabilire la data di composizione dei carmi in analisi, che, dati i contenuti, furono sicuramente scritti dall’autore nel periodo di ritorno in patria, fase in cui gli studiosi collocano buona parte della produzione poetica del Cappadoce. Più precisamente ho individuato il terminus post quem nel luglio del 381, mese in cui la cattedra costantinopolitana lasciata vacante dal Nazianzeno fu affidata a Nettario: in entrambi i testi, infatti, si fa riferimento a questo personaggio, sebbene non sia menzionato esplicitamente. Segue un’analisi dettagliata della struttura compositiva e delle tematiche dei carmi, nella quale si mostra come, pur nella loro diversità, le due poesie presentino moltissime consonanze e parallelismi a livello strutturale, in particolare nella parte incipitaria, in cui si registra la condivisione dello stesso verso iniziale, e nella sezione conclusiva. Sempre nell’introduzione è affrontato lo studio della tradizione manoscritta e dei rapporti tra i codici: i carmi in oggetto risultano attestati in 34 manoscritti (di cui 17 fondamentali per la costituzione del testo) databili dall’XI al XVI secolo e riconducibili alle raccolte antiche Σ e Δ, nei quali sono traditi sempre uno di seguito all’altro: nello specifico II,1,13 precede immediatamente II,1,10. La parte centrale della tesi è costituita dal testo critico di ciascun carme, seguito da traduzione e commento. La tesi costituisce il primo lavoro di questo tipo per il carme II,1,13; II,1,10 è stato invece oggetto di studio di due recenti edizioni: quella dei primi undici poemata de seipso del Nazianzeno curata da Tuilier - Bady - Bernardi per LesBL ed edita nel 2004 e un’edizione commentata di Simelidis, pubblicata nel 2009. Suddetti lavori non hanno rappresentato un ostacolo al progetto. Nessuno di essi infatti ha previsto lo studio simultaneo dei due testi poetici, che, a mio giudizio, non possono essere compresi a fondo se svincolati l’uno dall’altro; non sono risultati immuni da pecche sotto il profilo della critica testuale; il commento è assente nell’edizione francese, scarno e non sempre condivisibile in quella del Simelidis. La tesi è infine corredata da tre appendici che permettono di seguire la fortuna dei componimenti poetici. La prima di esse è dedicata al Commentario di Cosma di Gerusalemme ai Carmi del Nazianzeno, collocato tra la fine del VII e inizio l’VIII secolo. Il commentario, tradito da un unico manoscritto, il Vaticanus graecus 1260 del XII secolo, ha visto la sua editio princeps nel 1839 a cura del cardinale Angelo Mai nel secondo volume del suo Spicilegium Romanum, ristampata con lievi modifiche nel volume 38 della Patrologia Graeca. Una più recente edizione è stata curata da Lozza nel 2000. Nell’opera di Cosma vengono analizzati trentaquattro versi di carme II,1,13 e due di carme II,1,10; l’ampiezza delle citazioni va da un minimo di un verso a un massimo di 5. Segue un’appendice dedicata alle parafrasi bizantine, che in alcuni manoscritti contenenti i carmi, accompagnano il testo poetico. Tali spiegazioni in prosa, composte in un momento non precisabile della trasmissione dell’opera gregoriana, sono anonime, di diverso livello letterario e da intendere come un testo in continua evoluzione, oggetto di modifiche da parte di ciascun copista. Nel caso dei testi in oggetto le parafrasi trasmesse sono tre, chiamate, sulla scia di studi precedenti, Paraphr. 1, Paraphr. 2, Paraphr. 3 e delle quali la tesi fornisce l’editio princeps. L’ultima appendice è costituita dalla traduzione latina dei carmi di Giacomo Oliva da Cremona, redatta nella seconda metà del XVI secolo per incarico del Cardinal Guglielmo Sirleto e testimonianza del grande interesse per il Cappadoce in questo periodo storico. Il lavoro dell’Oliva, rimasta inedito per la morte del committente e probabilmente anche per il suo scarso valore letterario, è trasmesso da due manoscritti autografi, il Vaticanus Barberinianus lat. 636 (B) e il Vaticanus lat. 6170 (V) e trova nella tesi la sua editio princeps.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

GORLA, Sandra. « Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

Texte intégral
Résumé :
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Livres sur le sujet "Critica e filologia del testo letterario"

1

Maria, Caraci, Centro di musicologia "Walter Stauffer" et Università di Pavia. Scuola di paleografia e filologia musicale., dir. La critica del testo musicale : Metodi e problemi della filologia musicale. Lucca : Libreria musicale italiana, 1995.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Testi frammentari e critica del testo : Problemi di filologia filosofica greca. Roma : Edizioni di storia e letteratura, 2013.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Lucifer. Moriundum esse pro Dei Filio : Introduzione, testo critico e commento filologico-letterario. Roma : Herder Editrice e Libreria, 1998.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Renato, Borghi, Zappalà Pietro, Università di Pavia. Scuola di paleografia e filologia musicale. et Centro di musicologia "Walter Stauffer"., dir. L' edizione critica tra testo musicale e testo letterario : Atti del Convegno internazionale : Cremona, 4-8 ottobre 1992. Lucca : Libreria musicale italiana, 1995.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

1469-1527, Machiavelli Niccolo, dir. La Mandragola : Storia e filologia : con l'edizione critica del testo secondo il Laurenziano Redi 129. Roma : Bulzoni, 2005.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Filologia Medievale : Comparatistica, Critica Del Testo e Attualita. Atti Del Convegno. L'Erma di Bretschneider, 2020.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

La critica del testo : Problemi di metodo ed esperienze di lavoro : Atti del Convegno di Lecce, 22-26 ottobre, 1984 (Biblioteca di "Filologia e critica"). Salerno editrice, 1985.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Chapitres de livres sur le sujet "Critica e filologia del testo letterario"

1

Kowalik, Katarzyna. « Alfredo Oriani, una visione contesa dell’italianità ». Dans Sperimentare ed esprimere l’italianità. Aspetti letterari e culturali. Doświadczanie i wyrażanie włoskości. Aspekty literackie i kulturowe. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego, 2021. http://dx.doi.org/10.18778/8220-478-0.10.

Texte intégral
Résumé :
Il testo si propone come rassegna delle informazioni sulla produzione letteraria di Alfredo Oriani (1852–1909), scrittore, giornalista e pensatore italiano le cui idee, nonostante un’incoerenza cronologica, furono interpretate da Benito Mussolini come appoggio intellettuale all’ideologia fascista. L’autore romagnolo, dopo numerosi tentativi falliti di attirare l’attenzione del pubblico e della critica letteraria con i suoi romanzi, si dedicò al lavoro storiografico che servì a corroborare il “mito del precursore”. Il punto di riferimento per le considerazioni su Oriani è sempre, oltre all’indiscutibile aspetto biografico, la delusione provocata dagli ideali traditi del Risorgimento e della realtà dell’Italia post-unitaria. Nell’articolo si cercherà di ricostruire la fortuna letteraria di Oriani nel contesto degli avvenimenti politici del ventesimo secolo che hanno contribuito alla nascita di un caso letterario eccezionale per la storia d’Italia.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie