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Bruzzo, Aurelio. « La futura politica di coesione dell'U.E. : una ricostruzione del dibattito politico ». ARGOMENTI, no 33 (décembre 2011) : 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033001.

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Résumé :
Nell'articolo si effettua una sintetica ricostruzione del dibattito sviluppato in sede politico- istituzionale, durante gli ultimi anni, sulla futura politica di coesione economica, sociale e territoriale che l'Unione europea presumibilmente condurrŕ a partire dal 2014, vale a dire dopo la conclusione dell'attuale periodo di programmazione. Come nelle precedenti occasioni, nel mentre si realizza tale politica, nelle sedi competenti si discute del modo in cui riformare quella successiva, alla luce sia delle conclusioni di una serie di documenti, tra cui un rapporto scientifico, sia dei risultati concretamente ottenuti nell'impiego delle risorse finanziarie stanziate coi fondi strutturali. Infatti, nonostante la grave e preoccupante crisi finanziaria attualmente in corso in alcuni Stati membri, č previsto che nell'autunno di quest'anno la Commissione europea presenti il nuovo pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2014-2020.
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2

Gandolfi, Gino, et Giacomo Neri. « Il settore del risparmio gestito ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (septembre 2011) : 401–22. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003002.

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Résumé :
Il settore del risparmio gestito si sta muovendo in un contesto ancora fortemente instabile dal punto di vista economico e sempre piů complesso dal punto di vista regolamentare. Il presente lavoro intende fornire un'analisi del comparto italiano dell'asset management che, com'č noto, č caratterizzato dal preponderante peso del canale bancario nella distribuzione dei suoi prodotti. Appare importante considerare le caratteristiche e i trend della domanda e dell'offerta del risparmio gestito in Italia, in particolare alla luce della spinta del Regolatore ad una separazione tra distribuzione e produzione. Inoltre, la recente crisi finanziaria e il consistente calo di fiducia manifestato dagli investitori negli ultimi anni hanno indotto i governi a mettere in atto delle manovre finalizzate a reperire risorse finanziarie. Infine, č perň importante menzionare anche gli importanti passi avanti compiuti in campo normativo, grazie all'adeguamento ai diversi provvedimenti regolamentari emanati a livello europeo, quali la Mifid e la Ucits IV, che segnano un momento decisivo nel processo di armonizzazione dei mercati europei dei fondi comuni.
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3

Favaretto, Ilario, et Germana Giombini. « Crisi economica, criminalitŕ e vincoli di liquiditŕ delle imprese ». ARGOMENTI, no 31 (juin 2011) : 107–40. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-031004.

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Résumé :
Nel periodo della piů grande crisi economica internazionale dall'epoca della Grande Depressione, l'articolo pone luce sul tema delle infiltrazioni malavitose all'interno dell'economia legale analizzando un campione di imprese della provincia di Pesaro e Urbino. La crisi economica potrebbe aumentare il rischio di infiltrazioni malavitose indebolendo il controllo sociale e la capacitŕ sia delle imprese sia delle istituzioni di respingere le infiltrazioni malavitose; esacerbando le difficoltŕ finanziarie delle imprese; generando "anomia" nella misura in cui le imprese tendono a trovare una sorta di giustificazione morale alla decisione di operare nel sommerso o di ricorrere a fonti illecite di finanziamento quali unici strumenti possibili per la sopravvivenza dell'impresa stessa.
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Caruso, Nadia, Alessandro Delladio et Elena Pede. « Vuoti a rendere. Dublino e la gestione pubblica dei vuoti urbani ». TERRITORIO, no 95 (mai 2021) : 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095013.

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Résumé :
A seguito della crisi economica del 2008, molti progetti di trasformazione urbana avviati negli anni precedenti hanno subito una forte decelerazione. La crisi ha avuto ripercussioni sui processi di pianificazione urbana, eclissando il potere decisionale delle istituzioni pubbliche già depauperato dall'affermarsi dell'approccio neoliberale e dal taglio di risorse finanziarie. L'articolo presenta l'esperienza di Dublino come interessante tentativo di regolamentazione e di controllo del fenomeno dei vuoti urbani da parte dell'attore pubblico. Seppure in un contesto fortemente neoliberale, gli strumenti introdotti dalla città per la gestione e il rilancio degli spazi abbandonati, unito ad altre politiche, hanno dato luogo a normative innovative per l'avvio di pratiche di uso temporaneo.
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Berta, Giuseppe. « Contributo a una discussione sui rapporti Fiat-Chrysler ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 260 (février 2011) : 471–74. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260006.

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Le relazioni tra Fiat e Chrysler hanno una lunga storia, che risale all'ultimo dopoguerra, quando la casa americana si fece carico di assistere i torinesi nell'ambito del piano Marshall. Cinquant'anni dopo, fattasi gravissima la crisi della Chrysler negli anni novanta, la Fiat pensň a un'acquisizione ma lasciň subito il posto alla tedesca Daimler, ben piů dotata di risorse tecniche e finanziarie. Piů tardi, dopo la rinunzia della Daimler a sostenere la Chrysler, questa ri- mase nelle mani di un fondo finanziario, che cercň un socio industriale per rilanciare la produzione. La fusione con la Fiat, che assunse le responsabilitŕ gestionali, forně all'amministrazione Usa una soluzione accettabile per evitare un fallimento disastroso. Dopo la conclusione dei primi accordi, la dinamica produttiva č perň tale che la Fiat, ridotta di dimensioni per lo scorporo da Fiat Automobiles Group del settore dei veicoli industriali (Fiat Industrial), e debole sul mercato dell'auto, appare destinata a non avere il ruolo di guida nella nuova impresa, e a perdere la sua importante posizione nel sistema industriale italiano.
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Berardi, Massimiliano, Elio Iannuzzi et Sergio Mazzarella. « L'evoluzione delle crisi finanziarie : tra politiche di rigore ed esigenze di sviluppo ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 1 (mai 2013) : 79–107. http://dx.doi.org/10.3280/ei2013-001004.

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Mancini, Anna Laura, Alfredo Bardozzetti, Giacomo Ziglio, Paolo Chiades et Vanni Mengotto. « Criticità e prospettive della finanza comunale nel Mezzogiorno alla vigilia del Covid-19 ». ECONOMIA PUBBLICA, no 1 (mai 2023) : 33–95. http://dx.doi.org/10.3280/ep2023-001004.

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L'emergenza Covid-19 ha interessato i Comuni del Mezzogiorno in una fase caratterizzata da condizioni di bilancio critiche, soprattutto per gli enti di maggiori dimensioni. Dal lato delle entrate, le municipalità meridionali sono storicamente caratterizzate da una forte dipendenza dai trasferimenti erariali a fronte di una modesta base imponibile dei tributi locali e di una scarsa capacità di riscossione. Dal lato delle spese, a maggiori difficoltà di realizzazione degli investimenti rispetto al resto del Paese si accompagna una quota elevata di spesa corrente assorbita da voci difficilmente comprimibili (personale, onere del debito e ripiano dei disavanzi). La contrazione delle risorse statali nell'ultimo decennio ha ulteriormente limitato la spesa per investimenti e il livello dei servizi offerti che, per una larga parte dei Comuni meridionali, appare inadeguato rispetto ai bisogni della collettività. Le condizioni di bilancio sono peggiorate, con percentuali di enti in disavanzo o in situazioni di dissesto finanziario ampiamente superiori alla media nazionale; l'introduzione della nuova contabilità armonizzata ha contribuito a far emergere le criticità accumulate. I finanziamenti governativi volti a compensare i Comuni delle perdite di gettito e delle maggiori spese indotte dalla crisi pandemica hanno ampiamente superato i loro fabbisogni finanziari, favorendo un generalizzato miglioramento, ancorché temporaneo, delle condizioni di bilancio. In prospettiva, tutta- via, le difficoltà finanziarie dei Comuni meridionali potranno essere superate solo con il completamento di un sistema perequativo che tenga pienamente conto degli effettivi fabbisogni di spesa (da definire in funzione dei Livelli essenziali delle prestazioni) e delle basi imponibili locali, il rafforzamento della capacità di riscos- sione degli enti e un uso più efficiente delle risorse. Primi passi in questa direzione si sono concretizzati nell'ultimo biennio; uno stimolo al riavvio del processo di riforma federalista, con particolare riguardo alla perequazione di tipo infrastrutturale, potrebbe derivare dall'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
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Albertini, Valentina. « Alle falde del vulcano. Crisi economiche e traumi patrimoniali : dalla psicologia economica alla psicoterapia ». TERAPIA FAMILIARE, no 132 (novembre 2023) : 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/tf2023-132001.

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La psicologia e la psicoterapia sistemica si sono sempre occupate delle rela- zioni familiari e matrimoniali. L'attenzione alla parte patrimoniale e alle pro- blematiche di stabilità economica delle famiglie è stata però meno frequente, nonostante nelle storie personali dei pazienti certe problematiche emergano spesso e comportino nella vita quotidiana la messa in atto di strategie di evitamento, compensazione, nonché reazioni aeventi di tipo traumatico. Il presente lavoro si concentra sull'analisi degli aspetti economici delle fami- glie e delle problematiche finanziarie e sulle loro conseguenze a livello personale e generazionale.
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Boldreghini, Fulvio, et Giuseppe Sancetta. « Early warning system e governance del rischio di credito : l'emersione anticipata della crisi d'impresa dal punto di vista dei creditori finanziari ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2022) : 147–75. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12637.

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La capacità di stimare la probabilità di default è da sempre uno degli obiettivi principali delle istituzioni finanziarie e, nell'imminente futuro, sarà sicuramente la chiave per far fronte all'aumento delle esposizioni deteriorate dovuto agli impatti dell'emergenza pandemica da Covid-19. Il presente lavoro si propone di indagare le pratiche di governance e gli strumenti di gestione del rischio di credito adottati per rilevare tempestivamente segnali di squilibrio economico e finanziario delle società. Di conseguenza, è stata prima condotta una revisione approfondita dei modelli di previsione dell'insolvenza per illustrare limiti e punti di forza ampiamente discussi in letteratura. In secondo luogo, si è fatto ricorso all'analisi di un case study per descrivere sia la metodologia dell'Early Warning System (EWS), sia le pratiche di governance interna adottate per monitorare e gestire tempestivamente i segnali di deterioramento del merito creditizio. I risultati evidenziano la necessità di combinare modelli quantitativi con un approccio di tipo judgmental per costruire un processo di monitoraggio in grado di intercettare anomalie ed evitare errate classificazioni. L'analisi del case study mostra inoltre come il coinvolgimento anticipato degli esperti di ristrutturazione del debito sia un elemento chiave nella definizione delle azioni volte a prevenire eventi di default. 
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Maccioni, Elena. « Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina ». Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no 23 (26 mai 2022) : 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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Bodega, Domenico. « Le forme organizzative ad alta adattabilitŕ e la costruzione di un contesto a cultura condivisa ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2010) : 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001005.

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Résumé :
Anche le organizzazioni economiche e finanziarie sono particolarmente esposte, soprattutto oggi, al rischio di crisi. Č necessario pertanto che esse sviluppino capacitŕ di adattamento e flessibilitŕ e dunque resilienza. La resilienza nei sistemi economici si fonda sul senso di responsabilitŕ di tutti gli attori, intesa come comprensione allargata dei fenomeni e capacitŕ di rilevare e correggere gli errori. Anche le organizzazioni sanitarie per far fronte alle sollecitazioni critiche proprie della realtŕ attuale possono sviluppare flessibilitŕ attraverso un processo di delega orizzontale delle decisioni. In una prospettiva culturale l'organizzazione si costruisce come un processo, governato da connessioni deboli, attraverso il quale le persone attribuiscono un signifi cato alla realtŕ.
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Danovi, Alessandro, Visconti Alessandro Morlin et Stefano Olgiati. « La black list della Consob. Crisi finanziarie e obblighi informativi per le società quotate ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 1 (mars 2016) : 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/ei2015-001001.

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Gozzini, Giovanni. « Il ruolo dei paesi a basso reddito nelle crisi finanziarie del 1929 e del 2008 ». PASSATO E PRESENTE, no 112 (mars 2021) : 19–41. http://dx.doi.org/10.3280/pass2021-112003.

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Giovanna Vicarelli, Maria. « Il Servizio sanitario nazionale all'indomani della sua istituzione ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 301 (avril 2023) : 71–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2023-301004.

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Résumé :
Il 1980 avrebbe dovuto segnare l'avvio di un vasto processo di messa in opera della legge 833/78 basato su di una forte tensione culturale e politica e su di una altrettanto ampia dotazione di mezzi e di strumenti capaci di realizzare una trasformazione della sanità italiana che si prospettava complessa e difficoltosa. A soli sei anni, invece, dalla sua implementazione, il Ssn appare già avviato verso una sostanziale riforma istituzionale e organizzativa (che si realizzerà nei primi anni Novanta) complice il mutato clima politico-economico, la crisi dei principali soggetti sostenitori, le difficoltà finanziarie e la debolezza dei governi dei primi anni Ottanta, nonché una attuazione fortemente frammentata e caotica derivante tanto dalle incongruenze della legge 833, quanto dalla mancata creazione dei principali strumenti di regolazione.
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Alpa, Guido. « Quale modello di governo dell'economia in Italia ? » ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Marconi, Mauro. « Il risparmio e i suoi nemici ». ARGOMENTI, no 28 (juin 2010) : 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-028002.

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Résumé :
L'autore presenta una lettura della crisi finanziaria sistemica conclamata col fallimento della Lehman Brothers. Utilizza, come chiave interpretativa degli avvenimenti, il concetto di inquinamento finanziario proposto da Federico Caffč nel 1971. Ricostruisce il quadro informativo disponibile nella pubblicistica corrente dall'agosto 2007 all'agosto 2008. Mostra come il ritardo col quale viene percepita la dinamica e la dimensione della crisi possa trovare una delle sue ragioni nell'opacitŕ tipica degli strumenti coi quali l'innovazione finanziaria si č realizzata nei mercati e nelle istituzioni. In questa prospettiva, la socializzazione della sovrastruttura finanziaria realizzata coi salvataggi bancari non č solo una proposta di razionalizzazione e riforma dell'economia di mercato, quale era nei primi anni settanta, ma anche e soprattutto una condizione necessaria alla sopravvivenza della stessa.
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Genovino, Cinzia, et Rosa Maria Caprino. « Il ruolo della banca nel processo di innovazione del modello di business ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 2 (janvier 2021) : 69–105. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-002005.

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Il contributo rappresenta un approfondimento del Rapporto MACREF Strategie di integrazione tra produzioni agroalimentari e turismo ed in particolar modo il ruolo della banca nei processi d'innovazione dei modelli di business per le PMI. Si è cercato di offrire un'analisi critica della letteratura sul tema della scelta relativa alla struttura finanziaria efficiente delle imprese, con particolare riguardo alla realtà delle piccole e medie imprese italiane, ed in particolar modo del settore agroalimentare, attraverso una visione della letteratura empirica sull'argomento. Le PMI si caratterizzano tradizionalmente per l'uso quasi esclusivo di capitale di debito nella copertura del fabbisogno finanziario e presentano di conseguenza una struttura finanziaria quanto mai semplificata, nella maggior parte dei casi composta dal debito bancario da una parte e dal capitale dei soci fondatori dall'altra. In questo momento di crisi e di particolare frammentazione del tessuto societario italiano, in particolar modo quello del comparto agroalimentare, un ruolo determinante è stato rivestito dagli istituti bancari anche come gestori di garanzie e contributi pubblici. La scarsa patrimonializzazione delle nostre aziende, spesso a carattere e proprietà familiare, è stata negli anni supplita con un forte ricorso al credito bancario, dal quale le imprese sono diventate dipendenti a scapito di un corretto equilibrio finanziario. L'intero sistema si trova difronte ad una rieducazione finanziaria, dunque sia le imprese che le banche, quest'ultime spinte dall'innovazione tecnologica e dalla ricerca di redditività, si accingono al superamento della loro tradizionale veste istituzionale legata alla erogazione di credito. Gli istituti di credito possono e stanno quindi trasformando in opportunità tale situazione rivedendo i propri modelli distributivi e di business per diversificare le proprie fonti di reddito concentrandosi sull'offerta di nuovi servizi ad alto valore aggiunto alle imprese, sostenendo lo sviluppo e la crescita economica del nostro paese. Oggi il ruolo trainante della ripresa è infatti rappresentato da quelle imprese che sono innovative, che sanno coniugare la produttività e la tecnologia, che si aggregano tra loro o che si internazionalizzano: è proprio a queste impr- se che il sistema bancario deve guardare offrendo loro un supporto non solo in termini finanziari ma in termini di esperienza, conoscenze, competenza e consulenza.
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Garofoli, Gioacchino. « Il processo di trasformazione dell'economia in provincia di Pavia : un quadro generale ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001002.

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L'articolo tratta le trasformazioni economiche in provincia di Pavia nel secondo Novecento, dai cambiamenti di struttura produttiva e dei livelli occupazionali ai diversi modelli di sviluppo perseguiti. Dopo il dopoguerra emerge un rapido processo di industrializzazione, specie nei due comuni più grandi, che si inseriscono nel processo di trasformazione del "triangolo industriale" e del "miracolo economico" italiano. In questa fase l'economia pavese, e la città di Pavia, è caratterizzata dalla presenza di grandi imprese, che la fanno rientrare nell'ambito di un modello à la Perroux. Successivamente soprattutto Pavia, ma anche Vigevano, entrano nella fase della crisi della grande impresa dei primi anni Settanta. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia a innescarsi un modello di sviluppo periferico, basato sulla piccola impresa e sul coinvolgimento di aree esterne alle città principali, seguendo il modello della Terza Italia. Segue la fase di progressiva deindustrializzazione che determina una crescente dipendenza dal mercato del lavoro dell'area milanese, con aumento del pendolarismo. Il territorio pavese non riesce più a realizzare la valorizzazione delle risorse locali, a partire dal lavoro ma anche delle risorse finanziarie che non vengono più utilizzate per lo sviluppo territoriale. L'articolo si conclude con la discussione delle occasioni mancate e dei problemi lasciati alle future generazioni.
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Stentella, Danilo. « Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici ». ECONOMIA PUBBLICA, no 2 (juin 2022) : 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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Nozifora, Enzo. « Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale ». Revista Latina de Sociología 1, no 1 (26 décembre 2011) : 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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Résumé :
In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Sgard, Jérôme. « Giampiero Nigro, ed., Le crisi finanziarie : gestione, implicazioni sociali e conseguenze nell'età preindustriale /Financial crises : their management, their social implications and their consequences in pre-industrial times (Florence : Firenze University Pr ». Economic History Review 70, no 2 (19 avril 2017) : 676–77. http://dx.doi.org/10.1111/ehr.12553.

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Amato, Amedeo. « La crisi finanziaria globale : alcune considerazioni generali ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (juillet 2012) : 15–17. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-001002.

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Bragantini, Salvatore. « Il controllo dei mercati finanziari ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 53–59. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003006.

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Résumé :
Si propongono qui alcune riflessioni sull'adeguatezza delle scelte operate dal legislatore italiano (e prima ancora, spesso, da quello europeo) in tema di controllo dei mercati finanziari a tutela dei risparmiatori. La sintesi č che la lezione della crisi impone di non cedere sul ruolo delle Autoritŕ indipendenti, pur oggi non particolarmente amate forse perché ree di prendere sul serio non solo il sostantivo, ma anche l'aggettivo che le connota.
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Ianniello-Saliceti, Alessandro. « L'informazione al consumatore nella crisi dei servizi finanziari ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (mai 2016) : 51–72. http://dx.doi.org/10.3280/ed2016-001005.

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Arcuri, Maria Cristina, Elisa Bocchialini et Monica Rossolini. « Crisi e proprietŕ delle Sgr : quali implicazioni sulla struttura delle commissioni ? » ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (septembre 2011) : 571–92. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003009.

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Résumé :
Recenti interventi di operatori del mercato hanno sottolineato l'importanza di indagare le conseguenze degli assetti proprietari dei soggetti gestori del risparmio, evidenziando un possibile legame tra crisi finanziaria e sistemi di corporate governance. Il presente lavoro intende approfondire tale ambito, cercando di definire i seguenti punti: la proprietŕ della Sgr č in grado di influenzare la struttura delle commissioni attive? La proprietŕ della Sgr č in grado di influenzare la struttura delle commissioni passive? Si evidenziano modifiche significative tra le commissioni del periodo precedente la crisi e successivo al manifestarsi della stessa? L'analisi č svolta su un campione di Sgr, distinte tra indipendenti e non indipendenti (ossia, in questo contesto, di proprietŕ di banche e assicurazioni). Di queste si analizzano commissioni attive e passive nel quadriennio 2005-2008. I risultati raggiunti consentono di formulare utili riflessioni sull'importanza delle caratteristiche di governance dei gestori del risparmio e sulle scelte dagli stessi operate al fine di superare la crisi finanziaria e recuperare margini di redditivitŕ.
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Messina, Giovanni. « La crisi finanziaria come epifania dello Stato post-moderno ». DEMOCRAZIA E DIRITTO, no 3 (mars 2013) : 328–47. http://dx.doi.org/10.3280/ded2012-003021.

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Casillo, Sara. « Il Fse come strumento finanziario in funzione anti-crisi ». QT Quaderni di Tecnostruttura, no 35 (décembre 2009) : 20–25. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-035004.

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Avesani, Renzo G. « La crisi finanziaria č un test per Basilea II ? » ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 4 (décembre 2009) : 23–35. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-004003.

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Résumé :
- In the last few months the debate about the Basel II framework has been intensified by the extent of the current financial crisis. The main discussion focused also on the impact of the new capital regulation over the business cycle fluctuations. Some market players fear that the new framework may be pro-cyclical as it is based on risk sensitive principles. Indeed the Basel II Committee is working on reforming part of the existent regulation. But, at the same time, the soundness of the main body of the framework has been confirmed by the supervisors. Anyway it is unreasonable to think that an extensive regulation concerning capital requirements is enough to prevent any excess of the financial market. In fact, the best lesson we may learn from the present crisis is that only a sound and cautious corporate governance leads to a responsible balance between financial profits and underlying risks. A brief description of the crises on the Italian market is also presented. The traditionally conservative lending practice of the Italian banking system seems to have shielded, in part, this economy from the crisis.
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Cecconi, Stefano. « La partecipazione dei cittadini e la crisi economico-finanziaria ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (mai 2012) : 292–99. http://dx.doi.org/10.3280/ses2012-001021.

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Diotallevi, Giovanni. « La crisi finanziaria europea e i diritti dei cittadini ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 1 (juillet 2014) : 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/qg2014-001008.

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Bagnasco, Arnaldo. « Le conseguenze sociali della crisi ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2010) : 131–39. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003007.

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Résumé :
Per valutare le conseguenze sociali della crisi finanziaria e della recessione che ne č seguita bisogna prestare attenzione alla deriva di lungo periodo individuabile nell'aumento della disuguaglianza sociale. Nel caso italiano i dati permettono di concludere che sintomi di divaricazione sociale sono visibili anche prima della crisi recente. Inoltre, la crescita della disuguaglianza non č una faccenda solo italiana. Queste tendenze alla disuguaglianza hanno fatto sě che i sociologi abbiano sostituito l'immagine della confluenza al centro con quella della divaricazione sociale. La crisi della deregolazione riporta in primo piano la possibilitŕ di interrogarsi su misure organiche per riavviare l'economia e perseguire nuovi accordi di coesione sociale.
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Sivini, Giordano. « La crisi alimentare e la speculazione finanziaria sulle materie prime ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 87 (juin 2009) : 63–79. http://dx.doi.org/10.3280/sur2008-087004.

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Résumé :
- In this article the author analyses the factors that have produced the rise in commodities prices, making exasperated a food crises that has been creeping for a long time. The tightly correlated evolution in prices for both agricultural and non agricultural commodities has called the attention on a specific financial instrument, the commodity index, that connects them to the futures market where international prices are fixed. To the commodity index make reference the major banks in Wall Street to manage their financial liquidity and that of institutional investors (pension funds, foundations, insurance companies), looking for new investment opportunities after the sub-prime crises. The speculations on both sub-prime and commodities show that, independently from the perspectives of accumulation, the over accumulated capital increases the rent by dispossessing the living conditions of millions of people.Key words: food crisis; financial speculation on food; accumulation by dispossession; agricultural futures; sub-prime; commodities index.
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Gaia, Silvia. « La remunerazione dell'amministratore delegato durante la crisi finanziaria : un'analisi empirica ». MANAGEMENT CONTROL, no 2 (septembre 2013) : 111–28. http://dx.doi.org/10.3280/maco2013-002006.

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Mazzucotelli, Francesco. « FRAGMENTS OF LEBANON : SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS ». Il Politico 252, no 1 (22 juin 2020) : 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Résumé :
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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Lunghini, Giorgio. « Sulla crisi : torniamo ai classici ! » QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2010) : 125–29. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003006.

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Résumé :
Perché soltanto pochi economisti hanno previsto la crisi? La ragione principale č che la teoria economica č diventata una branca delle matematiche applicate, e ha perso di vista le istituzioni del mondo reale. In un'economia monetaria di produzione i fattori reali e i fattori finanziari sono interconnessi, cosě che la crisi non č un caso fortuito. Keynes e Marx mostrano che č vero l'opposto: č l'equilibrio che puň darsi soltanto per un caso o per un disegno deliberato, poiché esso "ein Zufallist". I difetti della societŕ in cui viviamo sono l'incapacitŕ di assicurare la piena occupazione e una distribuzione arbitraria e iniqua della ricchezza e del reddito, sono gli stessi difetti denunciati da Keynes nel 1936. E la filosofia sociale di Keynes ne costituisce l'unica via di uscita.
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Gragnoli, Enrico. « Gli strumenti di tutela del reddito di fronte alla crisi finanziaria ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 136 (décembre 2012) : 573–618. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136003.

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Résumé :
Lo scritto si occupa della crisi dello stato sociale e dei suoi riflessi sulla effettivitŕ dei principi costituzionali. L'autore si sofferma sugli istituti di tutela del reddito e, in particolare, sul c.d. «reddito di cittadinanza», considerato non conforme ai principi costituzionali sul lavoro. Si esaminano le relazioni tra il contesto istituzionale e il settore privato. In particolare, si analizza il ruolo attribuito agli enti bilaterali. Il saggio studia il nesso tra politiche attive e passive di promozione e di difesa dell'occupazione, nonché il ruolo svolto dalle regioni. Infine, si individua nel sistema dei trattamenti in deroga e nella sua disciplina, il sintomo piů evidente di disarticolazione del sistema protettivo.
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Mariotti, Sergio. « Tendenze degli investimenti diretti esteri dopo la crisi finanziaria : che accade ? » ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 3 (septembre 2009) : 123–31. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-003007.

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Résumé :
- This article investigates the recent trends in FDIs, focussing on the effects provoked by the financial crisis. The crisis has impacted in a significant manner on the more volatile component of FDIs, i.e. cross-border M&As. On the contrary, forecasts for greenfield FDIs are just in line with the decline expected in world export, after a strong increase registered in 2008. With the possibility that the financial crisis could catalyse a trend toward the so called "reverse globalization", the paper argues that there is evidence of an increasing heterogeneity in firms' behaviour, with some firms now considering whether or not to scale back offshoring production by returning operations to, or closer to, home. Nevertheless, there is no evidence, or at least not yet, that we are witnessing a major shift in the direction and dynamics of international delocalisation processes. Keywords: foreign direct investments, multinational firms Parole chiave: investimenti diretti esteri, imprese multinazionali Jel Classification: F23
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VECCHIO, GISELA CAROLINA. « IL SISTEMA BANCARIO BRASILIANO NELLA RECENTE CRISI FINANZIARIA : ALCUNE EVIDENZE EMPIRICHE ». BANKPEDIA REVIEW 2, no 2 (décembre 2012) : 35–66. http://dx.doi.org/10.14612/vecchio_2_2012.

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Nocito, Walter. « Lo Stato regionale alla luce di un ventennio di riforme e nel prisma dell'esperienza e della riflessione dottrinaria : un modello aperto che richiede un approccio di realismo critico ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 263–88. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001009.

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Résumé :
Il saggio analizza i processi di attuazione/inattuazione costituzionale della Repubblica di-segnata, nella sua forma di Stato, dalla Carta e poi riformata negli anni 1999-2001 e di re-cente riguardata dalle crisi del 2008 (finanziaria) e del 2020 (pandemica). Utilizzando la no-zione di unità economica, il saggio propone un approccio alle riforme politico-amministrative territoriali di ‘realismo critico'
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Drigo, Elio. « La crisi economica, la perdita del lavoro e il lavoro di assistenza. Un’opportunità storica ». Scenario® - Il Nursing nella sopravvivenza 28, no 4 (3 juin 2018) : 3. http://dx.doi.org/10.4081/scenario.2011.183.

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Résumé :
Il lavoro. Il fondamento della Repubblica Italiana. E il lavoro manca. In Italia come in molti altri paesi. Una caratteristica del- l’evoluzione (?) delle società le cui economie si fondano sempre di più sull’idea capitalistica liberista e sulla sua deriva finanziaria anziché sui beni reali e sulla ricerca della qualità , che pure potrebbe rientrare tra i fini delle attività economiche.
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Rossi, Paolo. « Il contrasto a crisi e criticità del sistema bancario nell'Eurozona e in Italia ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 2 (juillet 2022) : 168–83. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002010.

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Résumé :
L'Autore, delineati i tratti essenziali delle crisi finanziaria del 2008, dai primi salvataggi pubblici all'implementazione dell'Unione Bancaria, ne evidenzia incompiutezze e criticità emerse nelle crisi bancarie pre-pandemia, con la sostanziale disapplicazione del bail in e la riemersione dell'interventistico pubblico; dà poi conto delle misure unionali e nazionali, in deroga agli aiuti di stato, a sostegno del sistema bancario nell' ultima emergenza pandemica, che sembrano consolidare questa nuova centralità dello Stato nel mercato bancario; infine, delinea alcuni possibili scenari e strumenti per fronteggiare le criticità bancarie post pandemia, nell'ambito di una più ampia revisione del rapporto pubblico-privato nella banking resolution.
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Ricciardi, Giuseppe Carlo. « REGIONALISMO DELLA DIFFERENZIAZIONE E RIORDINO DELLE AUTONOMIE INFRAREGIONALI. UN GIOCO (ISTITUZIONALE) “NON A SOMMA ZERO” ». Il Politico 254, no 1 (7 juin 2021) : 62–85. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.561.

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Résumé :
Nell’ultimo decennio il sistema delle autonomie di molti Stati nazionali aderenti all’Unione Europea ha conosciuto una stagione informata alla razionalizzazione. Si tratta di una reazione ai rilievi formulati da alcune Istituzioni europee1, che hanno ravvisato nella dimensione multilivello dei governi locali degli Stati membri maggiormente in difficoltà dal punto di vista finanziario una fonte di spesa da rivedere in chiave riduttiva, alla luce della crisi economica che ha colpito l’Europa.
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Woytek, Bernhard. « B. Woytek : L. Pedroni : Crisi finanziaria e monetazione durante la Guerra Sociale ». Gnomon 81, no 7 (2009) : 616–20. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2009_7_616.

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Staricco, Luca. « Gli effetti socioeconomici della crisi sulle cittŕ metropolitane italiane : il caso di Torino ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 99 (avril 2011) : 50–69. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099004.

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Résumé :
L'attuale crisi economico-finanziaria, pur caratterizzata da cause e dinamiche di scala globale, sta mostrando impatti fortemente differenziati in termini geografici e spaziali, anche a livello urbano. Primi studi sono stati condotti sulle cittŕ della grande finanza, mancano invece su cittŕ che presentano tuttora una forte componente industriale. Attraverso l'analisi di una serie di indicatori socioeconomici, l'articolo mostra come la crisi abbia colpito nel corso del 2009 l'area torinese in misura piů significativa rispetto alle altre cittŕ metropolitane italiane, a causa della fase di transizione in cui si trova Torino, con un settore industriale consistente ma poco differenziato e poco orientato verso i mercati asiatici, e un terziario di debole produttivitŕ.
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Tafaro, Sebastiano. « Giustizia e diritti ». Zeszyty Naukowe KUL 60, no 3 (26 octobre 2020) : 179–200. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.179-200.

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Résumé :
La proclamazione di diritti senza contestuale strumenti che ne assicurino l’effettività è fonte di crisi de diritto e della Giustizia. Occorre proporre un nuovo ‘modello’, per il quale il diritto ed il processo romano appaiono fonte di suggestioni e di spunti innovativi applicabili anche all’oggi. In particolare è inammissibile l’enfatizzazione dei ‘Trattati’ sino al punto di minacciare l’uomo e l’ambiente. Il diritto romano indica la via per impedire l’assoggettamento agli interessi economico- finanziari di pochi.
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Missaglia, Marco. « REDISTRIBUTION, GROWTH, STRUCTURAL CHANGE AND DOLLARIZATION : UNDERSTANDING ECUADORIAN PERSPECTIVES ». Il Politico 84, no 1 (25 juin 2019) : 5–24. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.48.

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Résumé :
La sezione 1 è dedicata all’analisi delle tendenze fondamentali dell’economia ecuadoriana negli ultimi tre decenni. Nonostante non ci siano segni di cambiamento strutturale, le condizioni delle persone sono migliorate significativamente, soprattutto negli ultimi dieci anni. Ciò è stato possibile, come è spiegato nella sezione 2, per il crescente ruolo dello Stato come principale motore della crescita e della redistribuzione. Questo “miracolo”, tuttavia, non può sostenersi nel tempo e la profonda crisi degli ultimi due anni lo dimostra. La sezione 3 intende dimostrare che i sintomi della “malattia olandese” sono chiaramente presenti nell’economia ecuadoriana e bloccano il suo sviluppo nel contesto di un modello produttivo invariato. Rimuovere quegli ostacoli è difficile e la dollarizzazione sta diventando un ostacolo-chiave. La sezione 4 si conclude quindi con un’analisi della dollarizzazione, il regime monetario introdotto all’inizio del 2000, che certamente ha contribuito a salvare l’economia e il suo sistema finanziario dalla grande crisi del 1998-1999. Se la dollarizzazione era un buon rimedio per quel tipo di malattia, cioè il disastro finanziario, le cose sono ora diverse ed essa si sta trasformando in un fattore negativo: infatti sta impedendo alle autorità ecuadoriane non solo di attuare politiche monetarie, ma anche politiche di cambiamento fiscale e strutturale. La protezione dei risparmi già accumulati non può infatti essere perseguita rallentando o addirittura bloccando la formazione di nuovo risparmio.
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Icolari, Maria assunta. « IL FENOMENO FISCALE ITALIANO AL TEMPO DELLA CRISI DELLE CONCEZIONI GIURIDICHE TRADIZIONALI ». Revista da Faculdade Mineira de Direito 21, no 42 (16 juillet 2019) : 131–48. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2018v21n42p131-148.

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Résumé :
La disamina muove dal bisogno di una profonda riflessione del sistema tributario italiano dopo che la stagione della crisi, politica ma anche economica, ha sortito i suoi effetti sia sul rapporto mai paritario tra Amministrazione finanziaria e contribuente che sulla nozione di tributo. Pertanto oggetto di attenzione sono per un verso le problematiche legate alla mancanza sia di un vero e paritario contraddittorio nell’azione tributaria, per cui l’Amministrazione fiscale spesso è in una posizione di intollerabile supremazia, sia di un vero coordinamento con il diritto penale; per altro verso del bisogno di adeguare la nozione di tributo agli indirizzi che provengono dal giudice costituzionale.
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Ferrarese, Maria Rosaria. « La crisi finanziaria tra stati e mercati e il "mondo 3" dell'economia globale ». DEMOCRAZIA E DIRITTO, no 3 (mars 2013) : 15–40. http://dx.doi.org/10.3280/ded2012-003002.

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Moccia, Luigi. « Cittadinanza e democrazia nell'Europa in crisi : quale via all'Unione politica ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (novembre 2012) : 35–78. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002002.

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Résumé :
Prendendo spunto dalle vicende relative alla crisi economico-finanziaria dell'eurozona e dalle connesse misure di modifica dei trattati, il saggio, attraverso un esame del sistema di potere e decisionale al livello di Unione, assume una posizione di critica nei confronti di un metodo e modello di governo europeo a sempre piů forte impronta intergovernativa, cercando di dimostrare l'esistenza di principi normativo-istituzionali di rilievo costituzionale che consentono invece di dare significato al principio di democrazia rappresentativa posto dal trattato a base del funzionamento dell'Unione, definendone pertanto un modello di governo democraticamente fondato sulla sovranitŕ dei cittadini dell'Unione. Cosě da ricondurre il dibattito in tema di ‘piů Europa' al suo cuore federale e insieme democratico costituito dal problema di un maggiore e piů consapevole consenso popolare a base delle istituzioni e decisioni comuni.
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Kunzmann, Klaus R. « Dopo la crisi economica globale : implicazioni sulle politiche per il futuro del territorio europeo ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058001.

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Résumé :
Il saggio si interroga sulle implicazioni territoriali di una crisi finanziaria non ancora conclusa che si ripercuote sulle economie locali europee. L'autore sottolinea la vulnerabilitŕ del ‘vecchio continente' e delle sue varietŕ regionali. A fronte della difficoltŕ a misurare analiticamente gli esiti spaziali della crisi, il saggio presenta cinque scenari di crescita europei che, in forma non necessariamente alternativa, alludono ad altrettante trame di possibili strategie di sviluppo spaziale nella dimensione continentale. Evocando i temi della societŕ della conoscenza, dell'economia creativa e della formazione permanente, della centralitŕ del paesaggio e dei contesti rurali, dei processi culturali e delle nuove produzioni, come quello dei molteplici legami con le economie emergenti a scala globale, il saggio ci conduce a considerare con realismo l'idea di un'Europa a due velocitŕ.
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