Littérature scientifique sur le sujet « Costruzione statale »

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Articles de revues sur le sujet "Costruzione statale"

1

Rizzo, Mario. « Fra terra e mare. qualche riflessione circa le frontiere della Toscana moderna e il ruolo di quest'ultima nello spazio mediterraneo ». SOCIETÀ E STORIA, no 135 (juillet 2012) : 183–88. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135010.

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Résumé :
Il volume analizza le molteplici frontiere della Toscana moderna (terrestri e marittime, interne ed esterne, laiche ed ecclesiastiche, economiche e culturali), illustrandone le complesse interazioni e ponendole in stretta correlazione con piů ampi contesti storici e geografici, quali il variegato scacchiere mediterraneo e il sistema imperiale degli Asburgo di Spagna. La costruzione e il controllo dei confini, lungi dall'essere l'esito esclusivo dell'attivitÀ statale, erano profondamente influenzati anche dall'azione di altri attori periferici: emerge in tal modo una struttura del potere piuttosto diffusa nella societÀ e sul territorio, il che peraltro non implica affatto la sottovalutazione del ruolo dello stato. La frontiera appare come una realtÀ ‘vivente', concepita non tanto come una linea continua, ben definita e stabile nel tempo, quanto come uno spazio granulare e discontinuo, sovente frutto di un processo storico lungo e intricato.
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Galli, Jacopo. « L’UCRONIA COSTRUITA DI LEONARDO BENEVOLO. IL RUOLO DELL’URBANIZZAZIONE PUBBLICA NEL PROGETTO DI SAN POLO A BRESCIA ». Proyecto, Progreso, Arquitectura, no 27 (2022) : 32–47. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2022.i27.02.

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Résumé :
L’articolo riscopre il progetto urbano realizzato dal famoso urbanista e storico Leonardo Benevolo per il quartiere di San Polo a Brescia focalizzandosi sul metodo dell’urbanizzazione pubblica, testato per la prima volta in Italia e, nonostante il successo economico e urbano dell’operazione, mai più riproposto in seguito. La prima sezione fornisce un inquadramento delle condizioni politiche e amministrative che portarono Benevolo a Brescia e del suo rapporto con Luigi Bazoli, illuminato assessore all’urbanistica. La seconda sezione descrive il cambio di paradigma apportato dall’urbanizzazione pubblica: una rivoluzione dei sistemi di proprietà fondiaria in Italia che mirava ad allinearsi ai principali paesi europei definendo un mercato delle aree urbanizzate di proprietà pubblica che abbassasse i prezzi di costruzione consentendo una pianificazione coesa dello sviluppo urbano. La terza sezione criticizza l’operazione progettuale sottolineandone gli indubbi meriti ma facendone emergere i limiti e le possibilità inespresse. La quarta sezione mostra come San Polo sia una ucronia, un frammento unico di una storia alternativa, illustrando come nel 1962 la proposta di riforma urbanistica nazionale elaborata da Fiorentino Sullo, che avrebbe fatto dell'urbanizzazione pubblica una legge statale, avesse sollevato così grandi preoccupazioni da provocare un tentativo di colpo di stato. La conclusione re-inserisce San Polo nella contemporaneità, verificando il valore urbano dell’operazione a cinquanta anni di distanza e cercando di riportare alla luce la lezione di Benevolo, inascoltata ma ancora valevole per le sfide odierne.
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Caravaggi, Lorenzo. « La legittimità contesa : Costruzione statale e culture politiche (Lombardia, XII–XV sec.). Andrea Gamberini. La storia : Temi 54. Rome : Viella, 2016. 288 pp. €29. » Renaissance Quarterly 71, no 1 (2018) : 286–87. http://dx.doi.org/10.1086/697801.

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Belingardi, Chiara. « Strade scolastiche : pensare la scuola nella città ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 70–87. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13597.

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Résumé :
Via Bixio è la strada dove è ubicata la scuola Di Donato a Roma. La scuola è molto grande (l’edificio contiene un nido, due scuole dell’infanzia – una statale e una comunale – e una primaria) e di conseguenza la strada su cui insistono i cancelli di ingresso e uscita è molto frequentata. La pedonalizzazione della strada antistante i due cancelli principali della scuola è una delle ultime conquiste dell’Associazione Genitori e dell’istituto scolastico. Tuttavia, come si vedrà, è una conquista tutt'altro che definitiva e pacificata, per quanto simbolica di come l’azione educativa e comunitaria possa eccedere luoghi e tempi dati per fare salti di scala. L’articolo intende portare un contributo al tema della “città a misura di bambine e bambini” e della scuola come punto di partenza per la creazione di spazi di prossimità a partire dalla pedonalizzazione di via Bixio, avvenuta in via sperimentale nel 2021 con un orizzonte temporale che arriva a giugno 2022. Partendo da una comunità scolastica molto forte e attiva, si è arrivati nel tempo a usare gli spazi della scuola come spazi pubblici comunitari, ad ampliare l’azione dal cortile alla strada, avendo come orizzonte di lungo periodo l’intero quartiere. Entrambi gli spazi diventano dispositivi abilitanti per la costruzione di relazioni mutualistiche, di accoglienza e animazione sociale. La rivendicazione dello spazio per il benessere di bambini e bambine (un luogo sicuro per entrata e uscita, uno spazio per il gioco libero) si concretizza in un luogo il cui orizzonte si amplia dall’isolato e dall’infanzia per rivolgersi ad ampio raggio agli e alle abitanti e al quartiere in generale. La prima parte dell’articolo intende dare una cornice a partire dal dibattito italiano sulle scuole come struttura comunitaria e dispositivo strategico e sulle sperimentazioni in corso. La seconda parte dell’articolo illustra il caso della scuola Di Donato, in particolare raccontando l'esperienza della pedonalizzazione della strada ed è frutto di un’osservazione partecipante. Le conclusioni intendono proporre alcune riflessioni alla luce del caso descritto.
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Marras, Stefano. « Falsi rifugiati ? Pratiche di etichettamento di richiedenti asilo alla frontiera ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2010) : 79–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003005.

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Il presente articolo mira a definire, sul piano teorico, chi sia il "rifugiato" in termini propriamente sociologici da una prospettiva che affronta la questione nel solco della teoria dell'etichettamento (labelling), cosě come č stata tracciata da Zetter (1991; 2007). Sul piano empirico, vuole dimostrare, osservando il confronto tra richiedenti asilo e Polizia di frontiera nel particolare contesto di un aeroporto internazionale, l'importanza delle pratiche di definizione e riconoscimento dei richiedenti asilo nel determinarne l'identitŕ e l'agire sociale. Emergerŕ come la costruzione dell'etichetta associata al richiedente asilo si fondi in maniera diffusa sul pregiudizio diffuso tra gli agenti di polizia che si tratti di un "falso" rifugiato; di riflesso, quest'ultimo appare essere il prodotto immaginato dato dalla mescolanza sfumata e cangiante di paradigmi stereotipici. Concludendo, verranno indicate, a livello teorico, le conseguenze derivanti da tale processo di etichettamento, notando come esso informi le pratiche di progettazione ed implementazione di politiche d'asilo, dall'accesso al territorio (sempre piů limitato), al riconoscimento dello status legale (con la crescente negazione dello statuto di rifugiato sostituito da forme di protezione a carattere umanitario) e alla distribuzione delle risorse (sempre piů demandata a reti caritative non statali).
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Gasparini, Alberto. « Scenario per la cittŕ nuova Gorizia/Gorica, o se si vuole Isonzopoli/Socepolis ». FUTURIBILI, no 3 (septembre 2012) : 82–104. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003005.

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Lo scritto tratta del processo attraverso il quale le cittŕ gemelle, divise da un confine che, pur se virtuale, rimane sempre a livello di sovranitŕ statuale, si trasformano in un'unica "cittŕ nuova". Vengono considerate le differenti forme di possibili interpenetrazioni tra le due cittŕ, e poi si elaborano possibilitŕ che le attuali Gorizia e Nova Gorica si trasformino in una nuova cittŕ, da chiamare Gorizia/Gorica o Isonzopoli/Socepolis. Per verificare ciň si ricorre alla costruzione di scenari di previsione (attuale, dopo 5 anni, 10 anni, 15 anni) su tre ipotesi di rapporti fra le attuali due cittŕ: che restino separate come ora, che sviluppino una piů o meno forte integrazione differenziata, che si fondino in una cittŕ nuova e "normale", e cioč uguale a tutte le altre cittŕ salvo i vincoli che possono venire dal fatto che ancora esiste un confine tra due sovranitŕ anche se disattivato. Vengono alla fine considerati sei possibili scenari finali (al 2025), compresi tra la "cittŕ nuova" impossibile, lo scenario velleitario, lo scenario negativo assoluto, la "cittŕ nuova" relativa, lo scenario del "blocco realistico", e da ultimo la "cittŕ nuova" ottimale. Si valutano le possibilitŕ di realizzazione dei singoli scenari, e la loro estensibilitŕ alle altre cittŕ gemelle, comprese le differenti Gerusalemme che convivono a Gerusalemme.
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Mignosi, Elena. « Valutazione partecipata e continuità nei servizi educativi zero-sei : una ricerca-intervento in un quartiere della città di Palermo ». Educar em Revista 37 (2021). http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.81410.

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RIASSUNTO In questo articolo verrà condotta inizialmente una riflessione sulla funzione della valutazione di contesto sia in termini formativi individuali e di gruppo, sia in termini di cambiamento organizzativo, adottando una prospettiva ecologica e sistemica. Successivamente, attraverso la narrazione di un percorso di ricerca sulla costruzione di un possibile curricolo zero-sei, condotta per tre anni con un gruppo di insegnanti di scuola dell’infanzia statale ed un gruppo di educatrici di un nido comunale operanti nello stesso territorio (un quartiere del centro storico di Palermo), verranno messi in luce e problematizzati ambiti di continuità e di discontinuità tra i due servizi educativi collegandoli alla storia e alla cultura organizzativa dei servizi stessi. Attraverso la narrazione verrà anche presentato un modello di intervento in cui si esplicita il ruolo delle diverse figure coinvolte nella gestione del progetto di ricerca e le modalità di raccordo tra loro. Verrà condotto, inoltre, un approfondimento sulla metodologia adottata per promuovere azioni di cambiamento nella direzione della continuità tra nido e scuola dell’infanzia, e ci si focalizzerà sul coinvolgimento attivo delle partecipanti attraverso l’autovalutazione riflessiva e il lavoro di gruppo. Infine saranno individuate le connessioni tra le scelte di continuità operate, le nuove indicazioni proposte dal Ministero dell’Istruzione italiano all’inizio del 2021 e le Raccomandazioni dell’Unione Europea.
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Neto, Dalk Dias Salomão, Nicole Moreira Faria Sousa, Carla Viana Dendasck, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « Il ruolo del conciliatore nel tribunale speciale civile speciale presso il quarto tribunale civile speciale di Macapá-AP, Amazônia, Brasile ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 20 mai 2021, 80–92. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/tribunale-speciale.

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Résumé :
A causa di numerosi problemi sociali, la giustizia cominciò ad essere più richiesta dalla società. Era urgente mente necessario un nuovo paradigma, con la creazione di procedimenti giudiziari speciali, basati sulla conciliazione, come mezzo alternativo di risoluzione dei conflitti come soluzione parziale. I tribunali speciali si sono evoluti molto dalla sua creazione, attraverso la legge 9.099/95, che si è rivelata estremamente importante per la riorganizzazione della giustizia, di fronte alle grandi richieste di cause legali. L’obiettivo di questo lavoro era quello di analizzare il ruolo del conciliatore nel tribunale civile virtuale speciale nella 4avara del tribunale civile speciale di Macapá AP, Amazônia, Brasile. Si conclude che c’è stata un’evoluzione storica dei giudici speciali, dalla sua attuazione attraverso la legge 9.099/95 alla costruzione dei suoi principi come la rapidità procedurale, l’informalità e, il tutto indicando la realizzazione di un processo più rapido ed efficiente. PROJUD e TUCUJURIS informatizzando i tribunali speciali sembrano essere importanti per l’ammodernamento del processo, rendendoli più semplici, veloci e accessibili a tutti e seguendo così le tendenze tecnologiche mondiali. I tribunali speciali nel loro complesso dovrebbero cercare di investire sempre più in conciliatori e azioni finalizzate alla conciliazione, come le settimane di conciliazione statali e nazionali, perché in tal modo vi sarà una grande possibilità che i casi nel sistema giudiziario acquisisano maggiore fluidità.
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Giudici, Daniela. « Beyond Compassionate Aid : Precarious Bureaucrats and Dutiful Asylum Seekers in Italy ». Cultural Anthropology 36, no 1 (8 février 2021). http://dx.doi.org/10.14506/ca36.1.02.

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Résumé :
In this article, I track shifting paradigms of refugee management in Italy in times of austerity and welfare state restructuring. Drawing on an ethnographic analysis of asylum-related bureaucratic work in Bologna, the essay explores paradoxical and violent effects of welfare decline both on reception workers’ labor conditions and on the dynamic of aid that they end up providing to asylum seekers. On the one hand, recent developments in asylum management in Italy suggest a transition to post-compassionate forms of aid, hinged more on the making of dutiful subjects ready to repay the “hospitality” offered by the state than on the moral imperative to rescue suffering bodies and lives. On the other hand, reception workers’ precarious positioning and unrest hold the potential for exposing the inherent contradictions of state-based narratives, thereby shaping alternative discourses on the causes and responsibilities of both refugee and economic “crises.” Abstract Questo articolo ricostruisce l’emergere di nuovi paradigmi di gestione dei rifugiati in Italia, in tempi di austerità e ristrutturazione dei sistemi di welfare. Prendendo spunto dall’analisi etnografica di un ufficio di supporto per l’asilo a Bologna, l’articolo esplora effetti violenti e paradossali dello smantellamento del welfare pubblico, sia sulle condizioni di lavoro degli operatori dell’accoglienza, che sulle dinamiche di aiuto a richiedenti asilo che essi finiscono col contribuire a produrre. Le recenti trasformazioni nella gestione dell’asilo in Italia suggeriscono uno slittamento verso forme di aiuto post-compassionevoli, incentrate più sulla costruzione di soggetti attivamente impegnati nel ricompensare “l’ospitalità” offerta dallo stato, che sull’imperativo morale di salvare corpi e vite sofferenti. Al tempo stesso, la precarietà e il dissenso dei lavoratori dell’accoglienza sono potenzialmente in grado di illuminare alcune delle contraddizioni intrinseche alle narrazioni statali, elaborando così discorsi alternativi sulle cause e responsabilità della “crisi”, sia migratoria che economica.
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Thèses sur le sujet "Costruzione statale"

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BOZZI, FRANCESCO. « LE SPIRE DELLA VIPERA. ADERENTI E ADERENZE DENTRO E FUORI LO STATO VISCONTEO-SFORZESCO FRA TRE E QUATTROCENTO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/825485.

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La tesi si propone di mettere in luce gli aspetti più caratteristici e rilevanti dei trattati di aderenza nella loro declinazione visconteo-sforzesca, con l’obiettivo di evidenziare lo sviluppo e, soprattutto, i caratteri innovativi di un legame che, destinato a perdurare nell’età moderna, offre una rinnovata chiave interpretativa dei processi genetici di una “nuova” statualità alla fine dell’età di mezzo. Vincoli elastici, flessibili e ritagliati direttamente sulle base delle contingenze in cui venivano stipulati, i trattati di aderenza (o colleganza, accomandigia, raccomandazione, …) conobbero una vasta diffusione nell’Italia bassomedievale e rinascimentale, in particolar modo dalla metà del XIV secolo, e avevano lo scopo di coordinare i principali poteri degli scacchieri italiani e le realtà minori che allignavano dentro o al di fuori degli stessi, in particolar modo i signori rurali o, in qualche caso, le comunità: riassumendo ai minimi termini, il principalis si vedeva infatti garantito sostegno militare, mentre l’adherens riceveva protezione e legittimazioni di vario tipo. L’utilizzo che i signori – e poi i duchi – di Milano fecero di tale strumento risulta di grande interesse, in quanto Visconti prima e Sforza poi ricorsero con particolare costanza al legame sia per consolidare i processi di state-building interni allo stato, sia i processi di espansione esterni ai confini del principato. Sin dalla metà del Trecento, infatti, i signori di Milano utilizzarono frequentemente i trattati di aderenza per individuare alleati direttamente a ridosso – se non addirittura all’interno – dei territori nemici. Tale meccanismo fu particolarmente sfruttato durante l’età di Gian Galeazzo Visconti, che rese la pressione dei suoi aderenti quantomai efficace contro le potenze avversarie (in particolare Firenze) innervando di sostenitori aree strategiche come la Romagna e la Lunigiana. Con la morte del primo duca di Milano nel 1402 il vincolo attraversò un lungo periodo di crisi, dovuto alla debolezza di Giovanni Maria Visconti, e fu solo in seguito alla sua violenta scomparsa (1412) che Filippo Maria Visconti poté ricostruire, al pari dello stato, anche la rete di aderenti, declinata dal terzo duca in senso difensivo piuttosto che offensivo. Nel momento in cui la dinastia si estinse e il ducato cadde nelle mani degli Sforza, il legame si ritrovò inserito all’interno dei delicati equilibri della Lega italica: l’aderenza divenne così un modo non più per aggredire i nemici o per difendersi, per definire e profilare la propria sfera di influenza, ormai in qualche modo “stabilizzata” e non più sottoposta a eccessivi scossoni. Dal punto di vista nei processi di state-building, invece, il legame mantenne caratteristiche costanti nel corso del tempo: tramite le accomandigie i signori e i duchi di Milano riuscirono infatti a meglio vincolare a sé le animate famiglie signorili che punteggiavano gli spazi dello stato, in particolare in aree come il Piemonte e l’Emilia. Lì i trattati, che pure non persero le loro caratteristiche militari, rivelarono tutto il loro potenziale come elementi di coordinazione e di disciplinamento: la loro fortuna risiede proprio nelle loro caratteristiche elastiche, che se da una parte rendevano il vincolo così costruito instabile, dall’altra ne sostanziano l’effettiva modernità, e che ne garantirono la lunga durata (seppur con alterne fortune) ancora per tutto il ‘500 e oltre.
The research proposes to investigate the most characteristic and relevant aspects of the treatises of adherentia under the Visconti and Sforza, with the aim of highlighting the development and, above all, the innovative characteristics of a bond which, destined to last in the modern age, offers a new interpretative key to the genetic processes of a "new" statehood at the end of the Middle Age. Those treaties were elastic, flexible and tailored directly on the basis of the contingencies in which they were stipulated, and the bonds of adherentia (or collegatio, accomandatio, recomendisia, and so on) knew a wide diffusion in medieval and renaissance Italy, especially from the middle of the 14th century: they had the aim of coordinating the main powers of the Italian chessboards and the minor realities inside or outside them, especially the rural lords or, in some cases, the communities; summing up, the principalis was guaranteed military support, while the adherens received protection and legitimations of various kinds. The use that the lords – and then the dukes – of Milan made of this instrument is of great interest, as Visconti and Sforza resorted with particular constancy to the link both to consolidate the state-building processes inside the state and the expansion processes outside the principality's borders. Since the middle of the fourteenth century, in fact, the lords of Milan frequently used treaties of adherentia to identify allies close to – or even inside – enemy territories. This mechanism was particularly exploited during the age of Gian Galeazzo Visconti, who made the pressure of his adherentes as effective as possible against the opposing powers (in particular Florence) and made strategic areas such as Romagna and Lunigiana a source of supporters. With the death of the first duke of Milan in 1402 the bond went through a long period of crisis, due to the weakness of Giovanni Maria Visconti, and it was only after his violent death (1412) that Filippo Maria Visconti was able to rebuild, like the state, the network of adherentes, which the third duke declined in a defensive rather than offensive way. When the dynasty became extinct and the Duchy fell into the hands of the Sforza, the bond found itself inserted within the delicate equilibrium of the Italic League, thus becoming a way no longer to wage war, but was rather used to define and profile the spheres of influence, now somehow "stabilised" and no longer subject to excessive shocks. From the point of view of the state-building processes, on the other hand, the bond maintained constant characteristics over time: through the accomandigie, the lords and dukes of Milan managed to better bind the restless noble families that dotted the spaces of the state, particularly in areas such as Piedmont and Emilia. There the bonds, which did not lose their military characteristics, revealed all their potential as elements of coordination and discipline: their fortune resides precisely in their elastic characteristics, which, if on the one hand made the bond so constructed unstable, on the other, substantiated its effective modernity, which guaranteed its long duration (albeit with alternating fortunes) throughout the fifteenth century and beyond.
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FADDA, MARIA LUISA. « Giudizio immediato sullo stato di degrado dei ponti in c.a. basato su indagini low-cost ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266696.

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Résumé :
The structural engineer is often involved to express an opinion on the state of efficiency of the existing structures. This is partly because, in Italy, a large part of structures was built before the middle of the last century. Indeed, the 14th General Census of Population and Housing in 2001, released by Istat, that counted 12.774.131 buildings and 38.397 building complexes, for a total of 12.812.528 units, shows that 19,2% (2.150.259) was built before 1919, 12,3% between 1919 and 1945, 50,0% between 1946 and 1981; 11,5% from 1982 to 1991 and 7,0% since 1991. In addition to building, the field of road infrastructure requires as well special attention. In recent years the efficiency of infrastructure has been questioned due to various phenomena such as the increase in traffic loads, increasing the speed of travel, the changes of the relevant legislation relating to safety standards. The functionality of the bridges depends closely on a good inspection activities, and the lack of a proper and timely maintenance, entails an increase of the deterioration and therefore higher costs of repair. The periodic assessment of the conditions of stability of infrastructures is part of the duties of the company and Agencies owners of the roads. They are therefore directly responsible for any damage suffered by road users in dependence of instability or collapse of the bridges. There is therefore the need to assess the reliability of the infrastructure, with particular attention to those who, although they have far exceeded their threshold of useful life, are still in operation. In recent years, many companies of management of road networks have turned their interest to the definition of systems of Bridge Management System (BMS). BMS is the set of inspection, investigation, maintenance, repair of a group of bridges, organized according to priority, with the support of computer databases and algorithms officers. The state of conservation is characterized by assigning qualitative judgments. Some BMS provide for the detection of the extension and intensity of the defects, others associate to each element a qualitative index relative to the condition in which is each element. The bibliographic study, showed that no existing method considers the location of the damage within the element in which it manifests itself, although it a fundamental parameter for a correct diagnosis as closely related to the kinematic mechanism of collapse. The goal of my research work has been to provide a useful decision support tool during the data analysis of inspection, identifying a mode of low-cost and immediate investigation, for concrete bridges, which achieves a reliable judgment on the static condition of the structure inspected. It has been given special attention to concrete structures, the most widely used material in the field of civil construction. Forty years ago, it was presented as a material with low maintenance and almost unlimited duration. Quite different is the situation that presents itself today to the industry, it is remarkable the presence in Italy of reinforced concrete structures subjected to situations of instability for which you need to make thorough checks to assess their strength. The process that we propose is based: on visual observation of the bridge and on the analysis of the data obtained by means of instrumental tests carried out on the material to be inspected. Assuming that to do a good structural diagnosis, we must find the right compromise between reliability and invasiveness, it has been chosen, as a primary investigation, non-destructive tests, ie the complex of tests and surveys that do not alter the material and do not require the destruction of the structure. In particular, among the various non-destructive techniques, I chose to use the rebound hammer and ultrasonic testing techniques. In order to verify the reliability of non-destructive testing, it has been arranged a campaign of experimental investigation of a series of mixtures, packaged with concrete class different to be able to evaluate a wide range of resistances. They were made a total of 100 cubic test pieces of side 15 cm. They were then subjected to non-destructive tests for the measurement of the ultrasonic velocity and the rebound number, and in the end they were subjected to a breaking test for the determination of the compressive strength. It was then studied the correlation between the non-destructive testing and compression testing. The classical approach for the study of the correlation is to calibrate the regression lines between the indirect properties and the material characteristics and constructional of interest. The proposed methodology is based instead on the use of neural networks, which is a simple and quick tool of correlation between the measured and the mechanical properties of the material. From this practical application it has been identified neural networks as a way to better predict the value of concrete strength investigated, starting from the use of the results obtained by the low-invasive investigations. The proposed method of assessment can be summarized into two steps: • Visual inspection: identification and classification of any degradations and failures on the structure, it must be targeted to the identification of critical points that present and guide the subsequent phases of diagnostic. During the visual inspection is to be assessed the condition of each structural element, identifying extension, intensity and localization of all types of defect present. • Instrumental analysis: mechanical characterization of materials based on low-invasive investigations (NDT). For each significant parameter is assigned a numeric value that will form the basis for the calculation of the function of judgment of the single element (Fe). Adding the evaluation carried out for every individual element that make up the bridge and comparing this value to the sum of the defects that may potentially occur in the observed structure, you obtain the function evaluation of the whole structure (Fs). The parameters for the assessment of the condition of the structure are therefore: • data observable during visual inspections; technical arguments made by experts about the static scheme of the structure from which flows the importance that can have the location of the defect within the element on which it appears, • the results of instrumental tests carried out on the material constituting the bridge. The innovative aspect of the proposal, compared to the existing methods, is the introduction of two factors by which you can evaluate the location of the damage (Li), and use the mechanical characterization of the material as a parameter of judgment (Ti). In support of the calculation method I proposed the Evaluation Tables to be completed during the visual inspections to note down observations. In this way you can make it clear how, starting from what was found during the inspection, for each structural element, it was possible to issue the final judgment. The applicability of the method was verified by means of application on three real structures. The first two are located in Pixina Manna (Pula) and the third structure is located a few kilometres far from the city of Cagliari. Application examples show that the method is an important aid to the evaluation of the structure, providing a guide for the technician who must carry out the survey and directing a uniformity of opinion.
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Pietrogrande, Riccardo. « Multiscale modeling of short fiber-reinforced thermoplastics under fatigue loading ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425879.

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Résumé :
The present work falls within a wider framework concerning the prediction of the mechanical response of short glass fiber-reinforced thermoplastics (SFRT), which are commonly employed in the automotive industry to reduce the overall weight of the components. More in detail, the main objective of the thesis is to develop a fatigue criterion for predicting the effect of different factors affecting the fatigue strength of such materials. In this interest, the influence of the composite complex morphology (local fiber orientation and fiber content) and of notches giving rise to stress concentrations is taken into account. In the present thesis, an experimental activity related to plain and notched specimens is firstly presented. In this context, data resulting from computed tomography (CT) analyses are shown. The latter serve to evaluate the specimens’ fiber orientation distributions, which are quantified by means of fiber orientation tensors (FOT). Furthermore, fatigue test data on the considered coupons, in the absence and in the presence of notches (with radii of 0.1 mm, 0.2 mm, 2 mm and 5 mm), are presented for different fiber orientations and weight fractions (15 wt%, 25 wt%, 35 wt% and 50 wt%). Secondly, being aware of the fact that the onset of a macroscopic crack is driven by the evolution of damage at the matrix level, a multiscale fatigue model relying on matrix stress distributions is presented. The calculation of the matrix stress cumulative distribution functions is achieved by formulating an analytical numerical pseudo-grain approach (i) permitting to avoid the generation, mesh and solution of complex microstructures, but only relying on the solution of simple unidirectional cells. The pseudo-grain method is subsequently included in the formulation of a fatigue criterion, for plain (ii), at first, and for notched specimens (iii), subsequently. The proposed fatigue criterion is eventually validated with a bulk of experimental data, partially presented in this work. Namely, fiber orientation tensors are used to properly assign the anisotropic elastic properties to the developed numerical models and the presented fatigue data are employed to assess the efficacy of the model in terms of fatigue strength prediction.
Questa tesi di dottorato di ricerca si inserisce all’interno di un quadro più ampio relativo alla previsione del comportamento meccanico di materie termoplastiche rinforzate con fibre corte di vetro. Tali materiali compositi sono spesso impiegati nell’industria automobilistica per ridurre il peso complessivo della componentistica coinvolta. L’obbiettivo principale di questo lavoro è legato alla necessità di sviluppare criteri di cedimento che prevedano l’influenza di diversi fattori sulla resistenza a fatica di tali materiali. In particolar modo, si è scelto di focalizzarsi sull’effetto della morfologia (orientazione locale e contenuto di fibre) e della presenza di intagli, che a loro volta danno luogo a concentrazioni tensionali. In questa tesi viene presentata innanzitutto l’attività sperimentale svolta. Ovvero si riportano dati relativi ad analisi ottenute tramite tomografia computerizzata (CT). Quest’ultima ha il ruolo di fornire informazioni sulle distribuzioni locali dell’orientazione delle fibre, le quali vengono quantificate tramite il tensore di orientazione delle fibre (FOT). Inoltre, si presentano dati relativi al comportamento a fatica di provini con e senza intagli (di raggio pari a 0.1 mm, 0.2 mm, 2 mm e 5 mm), considerando contemporaneamente l’effetto dell’orientazione delle fibre e delle loro frazioni di peso (15 wt%, 25 wt%, 35 wt% e 50 wt%). In secondo luogo, consapevoli del fatto che l’origine di cricche macroscopiche può essere imputata all’evoluzione del danneggiamento nella matrice, si propone un modello multiscala per la previsione della vita a fatica di tali compositi, basandosi sul calcolo delle distribuzioni tensionali locali. Il calcolo delle funzioni cumulate delle tensioni matriciali è ottenuto tramite la formulazione di un approccio analitico-numerico di tipo pseudo-grain (i). Quest’ultimo permette quindi di evitare la generazione, mesh e risoluzione di microstrutture complesse e di ottenere i risultati desiderati tramite semplici modelli numerici unidirezionali. Tale approccio viene poi inserito nella formulazione di un criterio di fatica per provini lisci (ii) e intagliati (iii). Il criterio proposto è poi validato con un numero consistente di dati sperimentali, parte dei quali è presentata in questo lavoro. In particolare, i tensori di orientazione delle fibre sono impiegati per assegnare le proprietà elastiche anisotrope ai modelli numerici. I dati di fatica sono invece utilizzati per verificare l’efficacia del modello in termini di previsione della resistenza a fatica di provini lisci e intagliati.
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Derardja, Bilal. « Innovative Approaches for Mapping the Pressurized Irrigation Systems Performances Under Unsteady Flow Conditions ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11589/237798.

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Résumé :
Nowadays, the management of pressurized irrigation networks requires plenty of information to provide an efficient and reliable service to farmers. An approach called MASSPRES is being developed as a collaboration between FAO and CIHEAM-Bari with the goal of developing a reliable modernization strategy and improving the performance of pressurized irrigation systems. Mapping the perturbation, which is represented by the unsteady state flow analysis, is one of the most significant steps of this approach. The perturbation in irrigation networks is often created when sudden changes in flow rates occur in the pipes. This is essentially due to the manipulation of hydrants (service outlets) according the operational scenarios called configurations. During the perturbation occurrence, pressure waves propagate through the networks pipes that may lead to a signification pressure variation. This variation could expose the irrigation system’s components to a substantial danger that could cause significant damage. To model such a phenomenon, several computational algorithms have been developed. The majority of these models aimed to simulate the unsteady state conditions induced by the farmer’s behavior. The most recent ones are efficient enough to provide a good image of the perturbation occurrence through different indicators, however, one of the main draw backs of such model is the significantly high time and computational costs. In the present work, two different generations of models were developed. The first is a directly programmed model that was devaloped based on the method of characteristics and two indicators have been introduced: i) The hydrant risk indicator (HRI), which is defined as the ratio between the participation probability of hydrant no. x in the riskiest configurations and its total number of participations; and ii) the relative pressure exceedance (RPE), which provides the variation of the unsteady state pressure with respect to the nominal pressure. The two indicators could help managers better understand the network behavior with respect to the perturbation by defining the riskiest hydrants and the potentially affected pipes. Although, knowing the riskiest hydrants in the network is an important piece of information, managing ramified networks in real time will remain a difficult task to handle in real time. Thus, the need of developing a real time Decision Support System (RTDSS) that could process such information and guide the manager in real time is crucial. For this aim, two thousand configurations (operational scenarios) were simulated using the directly programmed model from the first step and fed to train a new model based on deep learning with the objective of forecasting the maximum pressure occurred due to the perturbation at each section. The occurred pressure is represented as classes according to the case sensitivity and the required precision. Steps of 1, 2 and 3 bars were simulated. The model proved to be significantly time saving compared to previous approaches as the results are produced instantaneously with a forecasting accuracy of 85 %. Furthermore, using the confusion matrix, the error committed by the model is of one class lower or higher that may be considered tolerable according to the system sensitivity. This approach was applied on a pressurized on-demand irrigation system located in south of Italy that consists of 19 hydrants and covers 57 hectares. Nonetheless, the deep learning-based model needs to be trained on each section. Thus, as a main step of the method of characteristics, the network was discretized into 1017 sections of 3 meter each. Training the deep learning model for such number of sections is not practical and time consuming. For this reason, a code was developed using autoencoding combined with t-distributed stochastic neighbor embedding (t-SNE) algorithm for features extraction and their visualization respectively. It is principally to cluster the sections according to their behavior to the perturbation, thus, reduce the number of trainings of the previously mentioned model. Nine zones of similar behavior were determined by the present developed code and the deep learning model will be trained only on these zones representing all the sections. The two last developed codes could be integrated for a decision support system (DSS) for modelling the perturbation in the on-demand pressurized irrigation networks that would add a significant contribution to provide practical recommendations for real-time decision-making processes. which was not possible using directly programmed software.
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SCOLARI, BALDASSARE. « State Martyr Representation and Performativity of Political Violence ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251176.

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Résumé :
L’indagine prende in esame l’uso e la funzione politica della figura del martire nello spazio pubblico contemporaneo. La ricerca, pur nel riferimento consapevole alla consolidata letteratura ormai classica sull'argomento, ha tra i propri riferimenti filosofici specificatamente la teoria del discorso di Michel Foucault, con la sua metodologia dell’analisi discorsiva, e segue un approccio transdiscipli¬nare fra scienze culturali e filosofia. Essa ha come punto di partenza, come caso di studio, la rappresentazione mediale del politico e statista democristiano Aldo Moro quale martire di stato durante e dopo il suo assassinio per opera delle Brigate Rosse nel 1978. La ricerca si sviluppa sulla scorta dell’ipotesi di una connessione fra procedure di legittimazione dell’autorità politica e delle strutture di potere e l’emergere della figura del martire di Stato. Le rappresentazioni martirologiche sono considerate pratiche discorsive performanti, attraverso le quali la morte di Moro viene ad assumere il significato di un martirio per lo Stato, la Repubblica Italiana e i valori democratici. L’ipotesi di lavoro è che, attraverso l’allocazione dello statuto di martire, la morte di Moro acquisisca il significato di un atto (volontario) di testimonianza della verità assoluta e trascendentale dei diritti umani, garantiti dalla costituzione (in particolare articolo 2 della Costituzione Italiana), così come della necessità dello Stato come garante di tali diritti. Attraverso questa significazione, la figura di Moro assurge inoltre a corpo simbolico dello Stato-nazione, legittimando lo stesso e fungendo da simbolo d’identificazione collettiva con la nazione. Si tratta qui di mettere in luce il rapporto intrinseco fra la figura del martire e una narrazione mitologica dello Stato, dove mito sta a indicare un «assolutismo del reale» (Absolutismus der Wirklichkeit). La ricerca vuole altresì mettere in luce la dimensione strumentale delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro, le quali hanno mantenuto e tuttora mantengono un’efficacia performativa nonostante il chiaro ed evidente rifiuto, espresso da Moro stesso, di essere sacrificato «in nome di un astratto principio di legalità.» La ricerca si propone di dimostrare la valenza di tale ipotesi di lavoro attraverso l’analisi dell’apparizione e diffusione delle rappresentazioni martirologiche di Aldo Moro in forme mediali differenti nell’intervallo temporale di quattro decenni. Il corpus delle fonti preso in esame include: articoli di giornali e riviste, i documenti prodotti da Moro e della Brigate Rosse durante i 55 giorni di sequestro, trasmissioni televisive (documentari e reportage), opere letterarie e cinematografiche. La teoria discorsiva e l’analisi archeologico-genealogica sviluppate da Michel Foucault fungono da base teorico-metodologica del lavoro. Il taglio transdisciplinare dell’indagine rende necessaria la distinzione di due diversi piani di ricerca. In primo luogo, ci si pone come obiettivo di individuare e analizzare le diverse rappresentazioni come elementi di una formazione discorsiva il cui tema comune è la morte di Aldo Moro. Si tratta di operare una ricognizione, attraverso il lavoro empirico, dei modi di rappresentare l’uccisione di Aldo Moro e di individuare le regole che determinano ciò che può essere detto e mostrato a tale riguardo. In secondo luogo, a partire da qui, ci si propone di fare un’analisi critica dell’uso e della funzione del linguaggio e della simbologia di matrice religiosa all’interno della forma¬zione discorsiva presa in esame. L'obiettivo è di mettere così in luce non solo il dispositivo di legittimazione politica che presiede alla costruzione della figura del martire, ma anche la sua polivalenza.
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FORMICONI, Cristina. « LÈD : Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Résumé :
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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Livres sur le sujet "Costruzione statale"

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La legittimità contesa : Costruzione statale e culture politiche (Lombardia, secoli XII-XV). Roma : Viella, 2016.

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Élite burocratica e famiglia : Dinamiche nobiliari e processi di costruzione statale nella Napoli angioino-aragonese. Napoli : Liguori, 2003.

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3

Stalinismo di frontiera : Colonizzazione agricola, sterminio dei nomadi e costruzione statale in Asia centrale, 1905-1936. Roma : Viella, 2009.

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Bertuccelli, Fulvio, dir. Soggettività, identità nazionale, memorie. Florence : Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-668-2.

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Résumé :
Questo volume si propone di indagare le ragioni per cui in Turchia la memoria individuale e la costruzione della soggettività, intese in senso lato, debordino così spesso dai confini dell'individuo per inglobare le problematiche dell'identità nazionale. Le "scritture del sé", che siano confessioni, memorie, romanzi autobiografici e biografici, sono state scelte quali strumenti per giungere a comprendere i meccanismi di costruzione della memoria individuale e collettiva. Le problematiche relative alla costruzione della moderna nazione turca con i suoi eventi storici traumatici, gli approcci al tema della memoria da parte dei segmenti esclusi dal discorso dominante ed egemone, costituiscono i nuclei tematici centrali attorno a cui si sviluppa la riflessione degli autori.
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Guidi, Riccardo. Il welfare come costruzione socio-politica : Principi, strumenti, pratiche. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2011.

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B, Levin I., et Fondazione Giovanni Agnelli, dir. La nuova Russia : Dibattito culturale e modello di società in costruzione. Torino : Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, 1999.

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Un nuovo paradigma istituzionale : Le ragioni storiche e culturali nella costruzione dello Stato europeo. Roma : Carocci editore, 2022.

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8

Frale, Barbara. L' ultima battaglia dei Templari : Dal codice ombra d'obbedienza militare alla costruzione del processo per eresia. Roma : Viella, 2001.

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9

Azzolina, Laura, Stefano Munarin et Vito Martelliano. Spazi, storie e soggetti del welfare : Sul ruolo delle politiche di welfare state nella costruzione della città. Roma : Gangemi, 2012.

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Chapitres de livres sur le sujet "Costruzione statale"

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Dal Poz, Lorena. « La costruzione delle competenze regionali nella tutela del patrimonio bibliografico ». Dans Dalla tutela al restauro del patrimonio librario e archivistico. Venice : Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-215-4/003.

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Résumé :
The essay focuses upon the issues and the evolution of protecting library materials by the Italian Regions since 1972, when the state law delegated to them this activity. The activities carried out by the regional authority had a positive outcome until 6 August 2015 when through a State law n.125 the authority regarding the protection of library material returned to the central competence.As well as the printed bibliography, also sources from the regional archives and the direct experience of the author have been used, as she was from 2006 Head of Regional Office of the Superintendent Book Heritage of the Veneto Region. Successful examples since 2003 carried out by the Office activities to protect the library cultural heritage will also presented. The author hopes for close cooperation between the National office who has now taken the responsibility to take care of the library heritage material in Veneto and the and regional Office in order to keep the knowledge and expertise developed by the latter throughout years of close collaboration with the institutions based on its territory.
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Actes de conférences sur le sujet "Costruzione statale"

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Gorgo, Letizia, et Gloria Riggi. « URBAN TRACES : revitalization strategies for abandoned villages. » Dans 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Résumé :
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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Maccarrone, Maria. « Paesaggi costieri modificati da mezzi nautici a fine vita ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7997.

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Résumé :
Guardare dei luoghi prodotti da eterogenee mescolanze di elementi di varia natura può attivare dei processi trasformativi dei paesaggi in cui è possibile plasmare e riusare ciò che si trova. La ricerca sui Beni galleggianti a fine del ciclo di vita nei paesaggi costieri indaga il fenomeno dell’abbandono dei mezzi nautici alla fine del ciclo di vita come forma apparente che muta in altra forma e il paesaggio contaminato come deposito dell’energia di una natura persistente. Paesaggi fluviali, marittimi o lacustri accolgono l’azione umana per ciò che in essi lascia, vale a dire resti di natanti arenati sulle coste o accatastati in luoghi di fortuna; stampi di costruzione dismessi; relitti faticosamente censibili di imbarcazioni affondate per avaria o deliberatamente inabissate in quanto ritenute desuete. L’insieme delle imbarcazioni alla fine del ciclo di vita assume la forma di un patrimonio nautico dell'abbandono che occupa porzioni di litorali, depaupera gli ecosistemi di terra e d'acqua e altera la percezione del paesaggio preesistente. Il riconoscimento del fragile stato di quei particolari ambiti terrestri ed acquatici, vitali e limitati, è fondamentale per la loro sopravvivenza, e non solo. Preludio per nuovi stadi evolutivi, i paesaggi costieri contaminati si possono trasformare in metafore poetiche di un dialogo rinnovato fra uomo e natura, luoghi d’innovazione e di possibilità in grado di autogenerarsi e garantire nel tempo una fruibilità condivisa. Looking at places produced by heterogeneous mixtures is possible activate the transformative processes of the landscapes where to reuse what you find. The research on "floating at the end of the life cycle in coastal landscapes" explores the phenomenon of abandoned boat at the end of life as a form apparent, and the polluted landscape as the storage of persistent nature. Landscapes of river, sea or lake the accommodate human actions: the remains of boats stranded on the coasts or stacked; molds abandoned; wrecks of sunken ships to deliberately damage or sunken as they are considered obsolete. The set of vessels at the end of the life cycle takes the form of a abandoned nautical heritage which occupies portions of the coasts, depletes ecosystems of land and water and alters the perception of the landscape preexisting. The recognition of the fragile state of those particular areas of land and water, vitals and limited, it is essential for their survival, and more. Prelude to new developmental stages, the coastal landscape hybridized can transformed into poetic metaphors of a renewed dialogue between man and nature, place of innovation and opportunity that can self-generate and ensure the usability.
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