Littérature scientifique sur le sujet « Corte suprema degli Stati Uniti »

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Articles de revues sur le sujet "Corte suprema degli Stati Uniti"

1

Davidde Elio. « Il riconoscimento dell'autorità accessoria della FCC da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti : convergenza con l'applicazione della teoria dei poteri impliciti nel diritto brasiliano ». International Journal of Science and Society 4, no 4 (14 octobre 2022) : 40–49. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.550.

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Résumé :
Questo rapporto mette a confronto gli istituti di autorità accessorie ei poteri impliciti nello sviluppo della teoria sulle competenze amministrative delle agenzie di regolamentazione brasiliane. La definizione della giurisdizione accessoria della FCC è stata descritta sulla base delle sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti e della Corte d'Appello del Distretto di Columbia. Sono state presentate lezioni dottrinali e dichiarazioni dei Ministri della Corte Suprema Federale brasiliana sul riconoscimento dei poteri impliciti al necessario adempimento dei doveri legali. Risultati – È stata dimostrata la confluenza di questi due filoni teorici per il riconoscimento di competenze non direttamente espresse dalle agenzie di regolamentazione. L'opera contribuisce al riconoscimento delle competenze dell'agenzia di regolamentazione delle telecomunicazioni brasiliana che, sebbene non espressamente previste, emergono come un imperativo per l'adempimento delle responsabilità direttamente attribuite dalla legge a tale autarchia. L'articolo presenta un istituto giuridico attuale di tradizione nordamericana la cui applicazione all'area delle telecomunicazioni brasiliana non è ancora risolta, nonostante la sua compatibilità con concetti già accettati nel diritto brasiliano.
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2

Paolo Alleca, Giuseppe. « Il secondary meaning nella lettura della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il caso Booking.com ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 36 (août 2022) : 1–2. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036019.

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3

Paolo Alleca, Giuseppe. « Il secondary meaning nella lettura della Corte Suprema degli Stati Uniti. Il caso Booking.com ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 36 (août 2022) : 264–79. http://dx.doi.org/10.3280/dt2022-036018.

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4

Russell, Anthony. « Portia goes to Washington : Shakespeare and Judge Kavanaugh ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (27 février 2019) : 602–6. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831682.

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Résumé :
Ne Il mercante di Venezia, William Shakespeare invita il lettore/spettatore a percepire l'ipocrisia di una societá veneziana nella quale la moralitá e la legge servono a tutelare i privilegi ed a legittimare le azioni del gruppo dominante. Questa pièce- che si accentra con insistenza sulla dimensione etica dell'atto interpretativo-funge qui da lente attraverso la quale meglio intendere le clamorose e turbanti vicende che si sono concluse di recente con la conferma del giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
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5

Eliasoph, Ian H. « "A switch in time" per la Comunitŕ Europea ? La dottrina Lochner e la rimodulazione dei diriti economici e sociali in Europa ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 122 (juillet 2009) : 305–36. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-122004.

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Résumé :
- This essay undertakes a comparative analysis of debates related to the legacies of the Lochner era in the US with contemporary debates in Europe. It demonstrates that in the 1980s and early 1990s the governance of the EC began to assume characteristics reminiscent of Lochner era governance. In particular, concerns arose that the ECJ was undermining state-level social regimes via an activist jurisprudence that tended towards negative integration by favoring Community-wide economic rights over state-level social protections. Over the last fifteen years there has been a substantial effort to recalibrate this approach. However, in contrast to the demise of Lochnerism in the US, the EC and its Member States have reacted by vesting the ECJ with broader authority to determine policy. The Article concludes that the Lochner era serves as a paradigmatic anti-model that the ECJ can only ignore at its extreme peril.Key words: Lochnerism; Supreme Court of the United States; European Union; European Court of Justice; Social rights; Economic rights.Parole chiave: Dottrina Lochner; Corte Suprema degli Stati Uniti; Unione Europea; Corte di Giustiza europea; Diritti sociali; Diritti economici.
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6

Bongiovanni, Rosalba. « "La Costituzione non permette questo torto" : la Corte suprema degli Stati Uniti e il sovraffollamento carcerario ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 6 (février 2011) : 205–29. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006019.

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7

Grande, Elisabetta. « I dannati delle carceri. Una pronuncia della Corte Suprema degli Stati Uniti : una lezione da seguire ». HISTORIA MAGISTRA, no 9 (septembre 2012) : 72–83. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-009007.

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Résumé :
Building new prisons is not a solution for prison overcrowding; to the contrary, it is part of the problem. This is the U.S. Supreme Court's lesson in one of its most recent decisions, Brown v. Plata, confirming the previous order of a three-judge court to reduce California's prison population by around 40.000 persons within two years. Finding cruel and unusual the punishment imposed to prisoners in California, because of the terrible conditions in serving their sentence, the Court shows the ultimate failure of a sentencing system based upon incapacitation and a zero tolerance policy. Public safety is better served without rather than with prisons: this seems to be the message that Brown v. Plata is sending to legislators, administrators and citizens. It is a message that Europeans and Italians should listen to very carefully.
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Grande, Elisabetta. « Appendice. Sentenza Brown v. Plata, 131 S. Ct. 1910 US Cal. (2011). I dannati delle carceri. Una pronuncia della Corte Suprema degli Stati Uniti : una lezione da seguire ». HISTORIA MAGISTRA, no 9 (septembre 2012) : 1–8. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-009020.

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9

Bianchi Riva, Raffaella, et Chiara Spaccapelo. « Eccessiva durata del processo e responsabilità disciplinare dei magistrati : il ritardo nel deposito dei provvedimenti fra storia e attualità ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 485–546. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16896.

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Résumé :
Il tema dell’eccessiva durata dei processi e delle sue conseguenze pregiudizievoli sull’effettività della tutela giudiziaria rappresenta, da sempre, uno dei principali nodi del rapporto tra giustizia e opinione pubblica.Sin dall’unificazione italiana, la questione è stata affrontata per lo più sul piano delle riforme del processo e dell’ordinamento giudiziario, senza, tuttavia, la predisposizione di adeguati interventi in grado di incidere sull’organizzazione delle strutture e del personale. Se soltanto di recente il nostro ordinamento ha approntato strumenti di tutela diretta al principio della ragionevole durata del processo, formalizzato nell’art. 111 Cost., la responsabilità disciplinare dei magistrati per ritardo nel deposito dei provvedimenti ha rappresentato, sin dall’inizio del Novecento, uno degli strumenti principali non solo per reprimere gli episodi più gravi (oggi determinanti addirittura un danno erariale da disservizio), ma anche per restituire credibilità alla funzione giudiziaria, nell’ambito delle complesse dinamiche relative al rapporto tra magistratura e società.Lo studio mira a valutare se, in assenza di idonei strumenti normativi volti ad evitare o quantomeno a contenere il fenomeno della lunghezza dei procedimenti, gli interventi della giurisprudenza, prima, della Suprema corte disciplinare e, dopo, della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, chiamate a sanzionare gli illeciti dei singoli magistrati, siano stati in grado, nella difficoltà di trovare un equilibrio tra standard di rendimento e carichi esigibili, di rispondere in maniera soddisfacente al contenimento dei tempi del processo e alla riduzione dell'arretrato, obiettivi tra i principali del PNRR.
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10

« Verso la fine del sindacato americano ? La costituzionalità dell'obbligo di pagamento del contributo sindacale al vaglio della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 152 (janvier 2017) : 759–60. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2016-152010.

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Thèses sur le sujet "Corte suprema degli Stati Uniti"

1

Costabile, Giorgia. « La Corte Suprema nel federalizing process degli Stati Uniti d'America ». Thesis, 2017. http://hdl.handle.net/10955/1747.

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Résumé :
Dottorato di ricerca in Politica, cultura e sviluppo, XXIX ciclo
In this research I want to investigate and study federalism and the judicial review in the USA. I want analyze the complex connection between federalism (as “territorial pluralism of power centers”), judicial review (constitutional justice) and the objectives of system‟s democratic stabilization and development. In this dialectic, the Supreme Court has the primary and delicate task of bringing order into the chaos of the law through the only authoritative and binding interpretation of the constitutional provisions and the choice of weighted combination of unity and diversity to be safeguarded. One major platform of a democratic form of governance is the principle of separation of powers. Federalism, as territorial and vertical separation of powers, is a central principle of government in the United States of America. It is in fact recognized as a plurality of power centers, a power split and shared by different levels of government and institutions, independent and coordinated, in a delicate game of autonomy, mutual control and interdependence. Justice Salmon Chase explained the necessity for the constitutional limitations that prevent the concentration of power on either the state or national level: "The Constitution, in all its provisions, looks to an indestructible Union, composed of indestructible States". The U.S. Constitution is hardwired with the tensions of that struggle, and Americans still debate the proper role of the national government versus State government. Chief Justice John Marshall, first articulated the Court's power to exercise judicial review in the famous case of Marbury v. Madison (1803), noted that this question “is perpetually arising, and will probably continue to arise, as long as our system shall exist.” Judicial review is the power to strike down unconstitutional acts of the national legislature and executive, as well as state actions. The purpose of my investigation is to analyze the federalism as “federalizing process” and the evolution and impact of the case-law (jurisprudence) of the Supreme Court on a dual system of government and on a democratic level of the legal order. I want to investigate how the Supreme Court, with its rule making-power (de facto discretionary political and normative power), has interpreted and protected the Constitution (on the subject of federalism and rights). This 4 research aims to provide a comprehensive overview of the evolution of case-law and the general interpretative approach that has been adopted by the Supreme Court in the matter of federalism (what kind of relationship between federalism and rights?). Particular emphasis is placed on federalism, judicial review, mechanism of checks and balances and also on the counter-majoritarian difficulty (the unelected judges of the Supreme Court has the final say on the issues it decides, they can use the power of judicial review to nullify the actions of elected legislators or executives, so they act contrary to “majority will” as expressed by representative institutions). I want to understand the complex relationship between federalism, judicial review and democracy in the USA. This idea is still deeply controversial!
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2

PALANDRI, LUCREZIA. « Giudicare l'arte. Arte e libertà nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/989211.

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Résumé :
Il tentativo di conciliare l’indagine sulla libertà di espressione artistica con il metodo costituzionale comparato mi ha portato alla scelta di concentrarmi sullo sviluppo giurisprudenziale di tale diritto nel contesto della Corte Suprema degli Stati Uniti, seguendo in particolare l’evoluzione definitoria del concetto di arte e dei suoi limiti, insieme alla conseguente variazione del livello di tutela della sua libertà. L’annoso dibattito che ruota attorno alla domanda “cosa è arte?” imperversa da secoli tra studiosi di filosofia, estetica, storia e critica dell’arte. Il lavoro di tesi cerca di mettere in luce come questa stessa domanda non resti confinata nei suddetti campi, ma si ritrovi scritta anche in diversi ambiti del diritto, nonostante arte e diritto vengano tradizionalmente ed intuitivamente ritenuti terreni inconciliabili. Il Capitolo I parte da questa considerazione per inquadrare in via generale il problema della definizione di un concetto giuridico di arte, preparando così il terreno per l’analisi giurisprudenziale dei due capitoli successivi. Concentrandomi, infatti, sull’approccio dei giudici alla domanda “cosa è arte”, preliminare alla risoluzione di controversie in materia di libertà artistica, l’intento sarà quello di mostrare quanto questo modus operandi possa essere funzionale ad una indagine non tanto sul fenomeno artistico quanto sul ruolo stesso dei giudici. Usando come parametri di riferimento i metodi di interpretazione giudiziale e le teorie interpretative costituzionali – oltre ad un terzo parametro di tipo trasversale che è l’unicità della materia in esame –, i Capitoli II e III affrontano il problema della definizione di arte ai fini della tutela del Primo Emendamento ed analizzano, rispettivamente, i casi in cui i giudici cercano di dare una risposta alla domanda “cosa è arte?”, ed i casi, molto più frequenti, in cui i giudici decidono “cosa non è arte”, entrambi valutando l’esistenza e la solidità di argomentazioni e criteri decisori forniti dalla Corte nelle sue opinioni. Il proposito, dunque, non è affatto quello di trovare una volta per tutte la definizione di arte o di sostenere l’assurda pretesa che i giudici sarebbero in grado di risolvere eterni dilemmi artistici. Piuttosto il fine vuole essere quello di dimostrare che i casi in cui i giudici devono decidere se un oggetto costituisce o meno un’opera d’arte possono rivelare molto di più sulla natura del giudicare piuttosto che sulla natura dell’arte. Nell’ultimo Capitolo, il IV, accennerò anche ad alcuni elementi di confronto tra l’esperienza della Corte Suprema degli Stati Uniti e quella della Corte europea dei diritti dell’uomo, nel momento in cui si trovano a dover decidere sulla definizione del concetto di arte e della sua libertà.
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3

CORDELLI, CAMILLA. « Tra Diritto e Politica. Esperienze di selezione dei giudici negli Stati Uniti ed in Europa ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/810090.

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Résumé :
Le moderne democrazie liberali hanno da tempo acquisito piena consapevolezza delle interazioni tra fenomeno giuridico e fenomeno politico. L'ideale di giudice neutrale, mero applicatore del diritto ha ormai lasciato il posto ad una più realistica visione del giudice quale soggetto attivo dotato di una capacità di policy-making. La considerazione di diritto e politica quali fenomeni distanti e non comunicanti è stata progressivamente sostituita da un crescente interesse, manifestatosi dapprima negli Stati Uniti e poi anche in Europa, nei confronti dello studio di quella che viene comunemente definita come judicial politics. In un quadro di sempre maggiore attivismo giudiziario si pongono con forza alla nostra attenzione i problemi dell'indipendenza dei giudici, nazionali, sovranazionali ed internazionali, e quello della tensione tra indipendenza e l'altrettanto basilare principio della responsabilità. I sistemi di selezione e nomina dei giudici costituiscono un efficace indicatore circa la cultura dell'indipendenza giuridica sviluppata da un ordinamento e circa il rapporto tra il potere giudiziario e gli altri poteri costituzionali. Le interazioni tra diritto e politica si fanno quanto mai evidenti nel momento della definizione della composizione di un organo giudiziario. Il presente lavoro prende in esame le esperienze in merito alla selezione dei giudici di Stati Uniti d'America ed Unione Europea. La scelta di operare una comparazione tra uno Stato nazionale ed una organizzazione sovranazionale è dettata dal riscontro di una similitudine di problematiche che verranno progressivamente messe in luce pur mantenendo ferme le distinzioni fondamentali tra le due realtà. Particolarmente, il confronto è reso interessante dall'essere quella americana l'esperienza che fornisce il modello per la riflessione sui rapporti tra diritto e politica e che ha prodotto la più ampia letteratura riguardante la judicial selection. Al contrario, in Europa solo in tempi più recenti la dottrina si è fatta carico del tema della selezione dei giudici della Corte di Giustizia, fornendo i maggiori spunti per il futuro. Il dibattito è quanto mai attuale ed aperto per quanto concerne l'Unione Europea, in ragione in particolare dell'attesa adesione della stessa al Consiglio d'Europa. La Convenzione dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo pongono infatti nuovi requisiti cui le istituzioni dell'Unione saranno chiamate ad adeguarsi e che inevitabilmente si rifletteranno anche sulle procedure di judicial selection interne all'Unione Europea. In generale, il tema della composizione delle corti sovranazionali ed internazionali si può ragionevolmente asserire costituirà il futuro del dibattito in tema di procedure di selezione dei giudici. In particolare, sotto i profili della trasparenza delle procedure nazionali di nomina dei giudici internazionali e di rappresentatività degli stessi rispetto alle comunità soggette alla giurisdizione di tali corti.
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4

BALLONI, MATTEO. « Strategie sanitarie comparate. Inghilterra e Stati Uniti, prove di convergenza tra modelli antitetici ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1137778.

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Livres sur le sujet "Corte suprema degli Stati Uniti"

1

Gori-Montanelli, Riccardo. Il federalismo e la Corte suprema degli Stati Uniti. Firenze : European Press Academic Publishing, 2006.

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2

La religione in giudizio : Tra Corte Suprema degli Stati Uniti e Corte europea dei diritti dell'uomo. Bologna : Il Mulino, 2018.

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3

Barsotti, Vittoria. L' arte di tacere : Strumenti e tecniche di non decisione della Corte suprema degli Stati Uniti. Torino : G. Giappichelli, 1999.

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4

Giustiniani, Antonio Zorzi. Diritti fondamentali e interessi costituiti : W. H. Taft presidente della Corte suprema degli Stati Uniti, 1921-1930. Milano : Giuffrè, 2006.

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5

Drigo, Caterina. Le Corti costituzionali tra politica e giurisdizione. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg284.

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Résumé :
Il volume affronta le complesse relazioni fra giustizia costituzionale e sfera politica nel contesto statunitense e in quello italiano. Il tema è approfondito muovendo da un approccio critico e problematico al judicial review of legislation e ai rapporti tra sfera politica e giustizia costituzionale per poi affrontare il delicato profilo della compatibilità di quest’ultima con la democrazia. La riflessione sulla legittimazione degli organi di giustizia costituzionale consente di evidenziare le interconnessioni fra teoria della Costituzione, teoria della giustizia costituzionale e teoria dell’interpretazione costituzionale, offrendo un’occasione di confronto fra la dottrina statunitense e quella italiana. L’opera, inoltre, esamina le diverse modalità con cui la Corte Suprema statunitense e la Corte costituzionale italiana si relazionano a casi con tassi di politicità più o meno palese. Attraverso il prisma dell’indagine teorica e il commento della prassi giurisprudenziale vengono, così, evidenziate le caratteristiche e i profili critici della political question doctrine ed individuati alcuni significativi profili di similitudine fra Stati Uniti e Italia. Il ventaglio degli strumenti a cui la Corte costituzionale ricorre nel rapportarsi alle questioni politiche, in particolare laddove emergono esigenze di rispetto della sfera riservata alla discrezionalità del legislatore, mostra le ambiguità, le criticità e le difficoltà connesse all’individuazione di ipotesi carsiche di una political question doctrine nell’ordinamento italiano. L’analisi casistica consente di apprezzare quel processo osmotico secondo il quale dietro ogni caso pratico si celano problematiche della teoria della giustizia costituzionale che, a loro volta, aprono alle questioni sempre attuali e controverse della teoria costituzionale.
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