Littérature scientifique sur le sujet « Controllo bancario »

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Articles de revues sur le sujet "Controllo bancario"

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Anaclerio, Mario, Gian Paolo Bazzani et Angelo Miglietta. « Con il Regtech banche più ; efficienti e compliance più ; efficace ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2021) : 111–39. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10442.

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Résumé :
Il presente lavoro si concentra sull'analisi dei benefici che possono derivare dall'implementazione di soluzioni Regtech nell'ambito del sistema bancario, nella convinzione che la dote che lo sviluppo tecnologico mette oggi a disposizione degli intermediari finanziari costituisce al tempo stesso una sfida per la sopravvivenza e una opportunità di sviluppo del proprio modello di business.Nell'affrontare la tematica, da un lato si pone l'accento sul fatto che con il Regtech, la tecnologia a supporto della compliance, le banche possono adempiere in modo più efficace a obblighi normativi e regolamentari complessi e in continua evoluzione. Dall'altro ci si spinge a sostenere, con un approccio innovativo al tema, che il supporto tecnologico del Regtech contribuisce a rifocalizzare il ruolo delle funzioni aziendali di controllo e a migliorare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi. Da ciò ne discende la possibilità di rafforzare le basi di un modello di business che è sostenibile in quanto in grado di generare valore nel tempo, garantendo un'adeguata remunerazione di tutti gli stakeholders.Su questi ultimi concetti il presente lavoro fornisce stimolo per ulteriori riflessioni e per una maggiore consapevolezza anche da parte degli operatori.
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Fontana, Dario, et Giovanni Solinas. « Qualità del lavoro nell'industria digitalizzata : risultati di una ricerca empirica ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 158 (novembre 2020) : 74–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158004.

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Résumé :
In questo saggio si discutono i risultati di una ricerca sulle condizioni di lavoro in imprese "digitalizzate". Sono stati intervistati oltre mille lavoratori occupati in imprese manifatturiere e nel settore bancario nella provincia di Modena. L'indagine ha riguardato le diverse dimensioni della qualità del lavoro privilegiando il confronto tra i lavoratori "digitalizzati" e "classici". Lo sfondo teorico dello studio è, in larga parte, quello originariamente proposto da Gallino. Per le imprese prese a riferimento, le trasformazioni in atto determinano una forte intensificazione dei carichi di lavoro e una standardizzazione di procedure e compiti. Questo fenomeno coinvolge una larga maggioranza dei lavoratori. L'assetto digitale ha lasciato invariati (se non peggiorati) i gradi di autonomia e di controllo senza rafforzare i meccanismi partecipativi e di condivisione dei destini e della mission aziendale. Per tutte le dimensioni emergono segni marcati di discriminazione di genere.
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Neves de Carvalho, Pedro Henrique. « Neoliberalismo controlado : formação e desenvolvimento do sistema bancário-financeiro chinês ». Desafíos 32, no 1 (1 janvier 2020) : 1. http://dx.doi.org/10.12804/revistas.urosario.edu.co/desafios/a.7707.

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Résumé :
El sistema bancario-financiero chino está en el centro de las transformaciones sociales y productivas del gran poder económico asiático. Un sistema recientemente organi­zado que alcanza condiciones cruciales para la renovación de la agenda económica china. El artículo pretende reunir la agenda de transformación de esta estructura a partir de una lectura más segura sobre la formación del shadow banking system de China. Una estructura crediticia común en los espacios financieros neoliberales. Por lo tanto, la investigación se organiza etodológicamente a través de un enfoque macrohistórico, para observar los factores de ransformación estructural de la econo­mía china con respecto a la regulación bancaria y financiera. Y se argumenta que este proceso chino expone una actualización sobre la práctica neoliberal. Así expone una interpretación acerca de un neoliberalismo controlado dadas las condiciones de gestión de las instituciones públicas que conforman el Estado chino. Como resultado de esta investigación, se presentan los cambios estructurales del neoliberalismo con­trolado de China desde: 1) el sistema bancario, 2) el banco de desarrollo de China como institución principal para la renovación de crédito y 3) la titulización de pasivos bancarios por inversiones en infraestructura.
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Orcos, Raquel, et Sergio Palomas. « Liberalización del sector bancario y persistencia de las formas organizativas ». Innovar 25, no 58 (1 octobre 2015) : 9–22. http://dx.doi.org/10.15446/innovar.v25n58.52356.

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Résumé :
El sector bancario español tradicionalmente estaba compuesto por tres tipos de entidades: bancos comerciales, cajas de ahorros y cooperativas de crédito, cuyo comportamiento estaba controlado por una estricta regulación. Sin embargo, en el último cuarto del siglo XX un proceso liberalizador eliminó las diferencias en la regulación a la que estaban sometidas estas entidades. En consecuencia, todas las entidades del sector pasaron a estar legalmente capacitadas para desempeñar las mismas opciones estratégicas y prestar servicios a los mismos colectivos. La literatura previa sugiere que las entidades deberían haber cambiado notablemente su comportamiento y haberse vuelto más homogéneas, haciendo desaparecer las diferencias entre formas organizativas. Sin embargo, nuestros análisis muestran que las diferencias entre formas organizativas se mantuvieron. En este trabajo ofrecemos una explicación de por qué tras la desregulación las diferentes formas organizativas persistieron, a pesar de los notables cambios que se produjeron en su forma de operar. Los resultados muestran importantes implicaciones para la labor de los reguladores.
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Gómez Castillo, Diana Carolina. « El control de las cláusulas abusivas en el sector bancario ». Revista de Derecho Privado, no 55 (1 juin 2016) : 1–35. http://dx.doi.org/10.15425/redepriv.55.2016.02.

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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi et Mauro Panebianco. « Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda : il modello della Compliance integrata ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (septembre 2011) : 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Résumé :
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Lacey, Eric F. « The Italian Competition Law Compared with Other OECD Countries’ Competition Laws ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 147–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345090.

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Résumé :
Abstract L’ltalia è il penultimo Paese membro dell’OCSE che abbia adottato una legge sulla protezione della concorrenza (adesso solo la Turchia non ha alcuna legge al riguardo).Peraltro, la legislazione vigente nei Paesi OCSE non è del tutto identica. Vi è, per esempio, una notevole differenza tra la legislazione anti-trust degli Stati Uniti, con proibizione (rafforzata da sanzioni penali) della fissazione di prezzi e di ripartizione dei mercati, ed il progetto di legge belga contro l’abuso di potere economico, che da luogo ad un tipo di controllo molto tenue.Per quanto riguarda, in particolare, le norme attinenti alle concentrazioni, l’ltalia è il quindicesimo Paese OCSE ad avere una normativa. Questo significa non soltanto che nove Paesi OCSE devono ancora convincersi dell’utilità del controllo delle concentrazioni, ma che, date le divergenze tra le diverse normative in vigore, sono anche diversi i criteri e le procedure mediante cui possono essere valutate fusioni ed acquisizioni.Si può affermare che l’impostazione della legge italiana, di carattere dichiaratamente proibitivo, quanto ad accordi restrittivi ed abuso di posizione dominante segue l’attuale tendenza dei Paesi OCSE a favore di questo metodo di controllo piuttosto che del metodo del caso per caso, che e ancora vigente nei Paesi nordici, in Irlanda e nel Regno Unito.Per quanto attiene, invece, alle concentrazioni, l’impostazione di carattere proibitivo non si estende normalmente al loro controllo. Molti ordinamenti preferiscono il sistema del «caso per caso» e così fa anche la legge italiana, anche se questa procedura richiede un giusto equilibrio tra l’esigenza di completare in tempi stretti l’indagine, per non danneggiare le imprese interessate, e l’altrettanto legittima esigenza di avere tempo sufficiente per un esame accurato. Su questo ultimo aspetto, i tempi previsti dalla legge italiana sembrano più brevi della media dei Paesi OCSE. In particolare, il periodo di tempo previsto dalla legge italiana perché l’Autorità effettui l’indagine è di quarantacinque giorni, mentre il tempo mediamente previsto nei Paesi OCSE è di tre mesi.Un elemento molto positivo della legge italiana è quello di sottoporre le concentrazioni ad una valutazione di natura strettamente concorrenziale, senza introdurre dementi di natura politica o sociale. Inoltre, in molti Paesi il Governo ha il potere di dire l’ultima parola sull’autorizzazione o meno delle concentrazioni.Bisogna anche notare che, mentre molti Paesi hanno costruito poco per volta la loro legislazione concorrenziale, partendo dagli accordi orizzontali per poi estendere il controllo all’abuso del potere di mercato e giungendo quindi al controllo delle concentrazioni, la legge italiana include tutti e tre questi tipi di restrizioni della concorrenza. Essa riguarda, inoltre, sia il mercato dei beni che quello dei servizi.La legge italiana si applicherà sia alle imprese private che a quelle pubbliche, con l’eccezione dei monopoli pubblici. Per quanto riguarda le banche e le assicurazioni, la legge italiana riserva ad essi un trattamento analogo a quello di altre leggi della concorrenza, anche se adesso sembra emergere la tendenza a restringere le esenzioni dalle leggi sulla concorrenza di cui godono questi settori.L’Autorità italiana per l’applicazione della legislazione concorrenziale ha ampi poteri di investigazione, di decisione e anche di sanzione, attraverso la comminazione di multe, nonche importanti funzioni consultive. In altri ordinamenti vi è una distinzione tra gli organi che nelle diverse fasi applicano la legislazione della concorrenza. La legge italiana, dato che l’Autorità è responsabile delle varie fasi, potrà essere applicata più facilmente, anche se si potrebbe rilevare che la distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisionali dà maggiori garanzie (in ogni caso, le parti hanno comunque diritto di ricorrere contro le decisioni dell’Autorità).L’applicazione di sanzioni, che è un aspetto essenziale del sistema di controllo, è modellata nella legge italiana sulla base della normativa CEE e sembra adeguata.Per quanto riguarda il particolare trattamento riservato alle istituzioni finanziarie, sebbene in diversi Paesi vi siano norme speciali nei riguardi delle concentrazioni bancarie (con approvazione da parte delle autorità bancarie, in sostituzione delle autorità che si occupano della concorrenza o in aggiunta all’approvazione di queste ultime), non si riscontra in altri ordinamenti una norma come quella secondo cui anche l’acquisizione di una quota del cinque per cento del capitale debba essere sottoposta ad autorizzazione. Soltanto l’Olanda, forse, ha una regola analoga, mentre l’Australia ha una regola che stabilisce un limite generale del quindici per cento per un solo investitore.Nel complesso, la legge italiana per la concorrenza sembra fornire una buona base per una efficiente politica della concorrenza. Evidentemente, tutto dipenderà dal modo in cui l’Autorità assicurerà che le norme siano effettivamente applicate, soprattutto per quanto riguarda l’art. 4 (che prevede deroghe per le intese) e l’art. 8, paragrafo 2, sulle deroghe per le imprese che forniscono servizi d’interesse economico generale. Sarebbe molto spiacevole se questa norma fosse utilizzata per non applicare la legge allo stesso modo, sia alle imprese private che a quelle pubbliche.
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Charrier, Guy. « Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Résumé :
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Brias, M. Ángeles Pons. « Oligopolio y tipos de interés en la Banca española, 1942–1975 ». Revista de Historia Económica / Journal of Iberian and Latin American Economic History 19, no 3 (décembre 2001) : 679–703. http://dx.doi.org/10.1017/s0212610900009356.

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RESUMENEl objetivo de este trabajo es analizar la posible utilización por parte de los bancos españoles de acuerdos monopolistas destinados a fijar los tipos de interés en el período comprendido entre el final de la guerra civil española y 1975. El segundo aspecto que va a abordar este artículo es la búsqueda de indicadores cuantitativos y cualitativos del grado de efectividad de dichos acuerdos colusivos. La principal conclusión que se obtiene es que a pesar de la existencia de un pacto entre las entidades bancarias para controlar los tipos de interés, respaldado por las propias autoridades franquistas, los principales bancos infringieron dichos acuerdos y compitieron vía precio en el mercado de captación de depósitos, especialmente a partir de 1950.
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Muñoz Anziani, Cristian, et Alex Medina Giacomozzi. « La gestión del riesgo operacional en la banca chilena ». Oikos 19, no 40 (4 mai 2016) : 47. http://dx.doi.org/10.29344/07184670.40.972.

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RESUMENEste artículo tiene como objetivo presentar las herramientas de gestión fundamentales que permitan una administración óptima de los riesgos operacionales, con el fin de mitigar las eventuales pérdidas, en los bancos, derivadas de este riesgo. La utilización de distintas herramientas de administración permite identificar, medir, controlar y monitorear los riesgos operacionales. El modelo estándar presentado, deja espacio para adaptaciones de acuerdo a la necesidad específica de la entidad financiera.Palabras clave: riesgo, Basilea, riesgo operacional, regulación bancaria, sistema financiero.Operational risk management in the chilean banking ABSTRACTThis article aims to present fundamental management tools that enable optimal management of operational risks, in order to mitigate potential losses, banks, derivative risk. The utilization of these tools incorporated as a whole, allows to identifying, measure, monitoring and controlling operational risks. The standard model presented, leaves room for adjustments according to the specific needs of the financial institution.Keywords: risk, Basilea, operational risk, bank regulation, banking system.A gestão do risco operacional no sistema bancário chilenoRESUMOEste artigo tem como objetivo apresentar as ferramentas fundamentais de gestão que permitam uma óptima administração dos riscos operacionais, a fim de mitigar as eventuais perdas nos bancos, resultado destes riscos. O uso de diferentes ferramentas de administração permite identificar, medir, controlar e monitorar os riscos operacionais. O modelo standard apresentado deixa o espaço para ajustes de acordo com a necessidade específica da entidade financeira.Palavras-chave: risco, Basilea, risco operacional, regulamentação bancária, sistema financeiro.
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Thèses sur le sujet "Controllo bancario"

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CHIESI, GIAN MARCO. « Il costo del capitale proprio nella banche : rassegna dei modelli di analisi e verifica empirica per il sistema bancario italiano ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/131.

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Résumé :
Il lavoro stima il costo del capitale delle banche italiane alla luce di due antitetici comportamenti di investimento: diversificazione internazionale di portafoglio e concentrazione proprietaria volta alla detenzione di pacchetti azionari rilevanti. L'integrazione dei mercati finanziari e l'adozione della moneta unica determinano la necessità di allargare all'area valutaria il correlato empirico al portafoglio di mercato indicato dal CAPM. La verifica condotta su un campione di banche italiane evidenzia la riduzione dei Beta e del costo del capitale proprio a causa del limitato contributo fornito al rischio sistematico del portafoglio riferito all'area valutaria da parte del mercato azionario nazionale e delle banche italiane. La detenzione del potere decisionale consente agli azionisti rilevanti di ottenere, in termini di private benefits, un sovra-rendimento che giustifica strategie volte alla concentrazione di ricchezza. Questo genera per le banche italiane un incremento del costo del capitale.
This work analyses the techniques to assess the cost of equity of Italian banks in the light of two antithetical investment policies: international portfolio diversification and ownership concentration directed to hold large blocks of shares. Financial market integration and European Monetary Union involve using a broader index, referred to the Euro area, as the proxy for the market portfolio pointed out by CAPM. The analysis carried out on a sample of Italian banks shows this change brings about a reduction of both the estimated Beta and the cost of equity. This is due to the limited contribution that domestic market index makes to the systematic risk of the Euro portfolio. The control of the decision-making process enables the holders of large blocks of shares to extract private benefits and to obtain extra returns compared with other investors. This can explain an investment policy directed to wealth concentration. That causes a higher equity cost of equity.
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CHIESI, GIAN MARCO. « Il costo del capitale proprio nella banche : rassegna dei modelli di analisi e verifica empirica per il sistema bancario italiano ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/131.

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Résumé :
Il lavoro stima il costo del capitale delle banche italiane alla luce di due antitetici comportamenti di investimento: diversificazione internazionale di portafoglio e concentrazione proprietaria volta alla detenzione di pacchetti azionari rilevanti. L'integrazione dei mercati finanziari e l'adozione della moneta unica determinano la necessità di allargare all'area valutaria il correlato empirico al portafoglio di mercato indicato dal CAPM. La verifica condotta su un campione di banche italiane evidenzia la riduzione dei Beta e del costo del capitale proprio a causa del limitato contributo fornito al rischio sistematico del portafoglio riferito all'area valutaria da parte del mercato azionario nazionale e delle banche italiane. La detenzione del potere decisionale consente agli azionisti rilevanti di ottenere, in termini di private benefits, un sovra-rendimento che giustifica strategie volte alla concentrazione di ricchezza. Questo genera per le banche italiane un incremento del costo del capitale.
This work analyses the techniques to assess the cost of equity of Italian banks in the light of two antithetical investment policies: international portfolio diversification and ownership concentration directed to hold large blocks of shares. Financial market integration and European Monetary Union involve using a broader index, referred to the Euro area, as the proxy for the market portfolio pointed out by CAPM. The analysis carried out on a sample of Italian banks shows this change brings about a reduction of both the estimated Beta and the cost of equity. This is due to the limited contribution that domestic market index makes to the systematic risk of the Euro portfolio. The control of the decision-making process enables the holders of large blocks of shares to extract private benefits and to obtain extra returns compared with other investors. This can explain an investment policy directed to wealth concentration. That causes a higher equity cost of equity.
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CARMASSI, JACOPO. « A proposal of a new approach to financial supervision after the 2007-2008 financial crisis ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200786.

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Résumé :
The 2007-2008 financial crisis: selective cross-sector bailouts and the need of a new regulatory and supervisory approach (subprime crisis). Systemic risk: traditional views and a new perspective. Supervision of Systemically Relevant financial Institutions.
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Riganti, Federico <1986&gt. « I controlli interni nella Governance Bancaria. L'evoluzione normativa dal Testo Unico Bancario alle disposizioni di vigilanza per le banche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7687/1/Riganti_Federico_Tesi.pdf.

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Résumé :
L’elaborato, intitolato «I controlli interni nella governance bancaria. L’evoluzione normativa dal testo unico bancario alle disposizioni di vigilanza per le banche», si propone di offrire un esame delle distinte riflessioni emerse in tema di controlli interni societari, nello specifico dedicando particolare attenzione alla declinazione, da questi assunta, nei perimetri dell’impresa bancaria.
As it is possible to read in the title «Banking Corporate Governace Internal Control System. Developments in the Regulatory Framework from the Consolidated Banking Act to the Prudential Supervisory Dispositions for Banks», this thesis examines different points of view on the corporate internal control system, especially focusing on its peculiarities in the governance architecture of banking institutions
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Zorzetto, Chiara <1990&gt. « "LA DISCIPLINA DEI CONTROLLI BANCARI NELL'ORDINAMENTO TRIBUTARIO" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9353.

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Gli accertamenti bancari e finanziari costituiscono, oggi, lo strumento più utilizzato dall’Amministrazione Finanziaria per procedere all’accertamento dei redditi dei contribuenti, per l’uso di poteri considerevolmente più invasivi, nonché per la necessità di riconoscere ai contribuenti sottoposti a controllo una tutela effettiva. Tali temi non costituiscono argomenti di nuova introduzione nel sistema tributario nazionale, infatti le tendenze evolutive dimostrano come il tema dell’accertamento esprima appieno le preminenti esigenze di tempestività e certezza del gettito, di contrasto all’evasione e all’elusone e di acquisizione del maggior tributo corrispondente all’imponibile potenzialmente evaso nel rispetto dei principi di capacità contributiva.
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Gonçalves, Cristina Faria Fidelis. « Ergonomia e qualidade do serviço bancario : uma metodologia de avaliação ». reponame:Repositório Institucional da UFSC, 1995. https://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/157906.

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Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnologico
Made available in DSpace on 2016-01-08T19:29:51Z (GMT). No. of bitstreams: 1 103861.pdf: 5512314 bytes, checksum: ccbf648146cd30b4e4947120ab55e6bf (MD5) Previous issue date: 1995
Nesta tese é enfocada a questão da qualidade no setor de serviços, mais precisamente nos serviços bancários. O trabalho consiste na formulação de uma Metodologia de Avaliação do serviço bancário, tendo como embasamento teórico o binômio ergonomia/qualidade. Esta base teórica é modelada por um formalismo matemático baseado na Lógica Difusa e Redes Neurais.
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Tello, Benito Luis Enrique. « Análisis y mejora de la contactabilidad a través de los procesos de telemarketing en una entidad bancaria ». Bachelor's thesis, Pontificia Universidad Católica del Perú, 2015. http://tesis.pucp.edu.pe/repositorio/handle/123456789/8055.

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Résumé :
El presente trabajo expone el análisis realizado al proceso de contactabilidad a través del canal de telemarketing en una entidad bancaria. Este proceso consiste en cómo el banco logra contactar con sus clientes para ofrecerles los productos que crea convenientes. Actualmente, el canal de telemarketing solo ofrece tarjetas de crédito; sin embargo, estas generalmente están acompañadas de otros dos productos, compra de deuda y efectivo preferente. Para el alcance de este estudio, los ingresos generados por las ventas se calcularán como si todas las tarjetas de crédito se vendieran sin ningún producto adicional. En los dos primeros capítulos, se describe el proceso de contactabilidad que el banco sigue en la actualidad, así como las características de las etapas de este proceso que presentan potenciales opciones de mejora. En el capítulo 3 se plantean modelos estadísticos que relacionan algunas variables de contactabilidad (o, mejor dicho, que afectan a ella) con el nivel de ventas de tarjetas de crédito en el canal mencionado. Estos modelos son evaluados frente a datos históricos y se elige como el óptimo al que presente una mayor precisión. Además se estima el nivel de ventas para los próximos meses con el supuesto que las características actuales no cambian. Luego, en el capítulo 4, se exponen diversas acciones o propuestas de mejora que son evaluadas en base a indicadores financieros del banco. Estas mejoras aplican directamente a las variables de contactabilidad y son evaluadas en los escenarios en los que se implementarían de manera individual o en combinación. Finalmente, se presentan las conclusiones y recomendaciones acerca de la implementación óptima de las propuestas de mejora a las que se llegan al analizar los indicadores financieros y al considerar los factores de calidad y otros cualitativos que no se tomaron en cuenta en el análisis estadístico.
Tesis
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Contreras, Tapia Carolina Andrea. « Mejoramiento de los Procesos de Entrega de Productos Bancarios ». Tesis, Universidad de Chile, 2009. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/103403.

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Résumé :
En este proyecto de rediseño de procesos, se estudia la situación de distribución y entrega de productos bancarios para el Banco BCI, el cual pretende fidelizar a sus clientes desde las operaciones. En particular requiere mejorar sus procesos de distribución. El proyecto está inserto en el departamento de Soporte Post Venta, el cual se dedica a resolver todas las solicitudes y reclamos de los clientes. Actualmente el proceso de distribución o Delivery, se encuentra desintegrado, es decir, existe más de una unidad encargada del proceso. Junto con esto, se producen no conformidades por parte de los clientes, que obligan a realizar la devolución o bien el rechazo del producto al banco, el índice de efectividad en el último año ha mejorado alcanzando un 80%, sin embargo comparando con el Benchmark realizado, se sabe que este índice puede ser mucho más alto (mayor al 90%). El objetivo general del proyecto es realizar una propuesta de rediseño de la distribución de productos que permita alcanzar los objetivos de calidad de servicio definidos para el proceso, mejorando la eficiencia en los recursos. Los objetivos específicos del proyecto son: generar un diagnóstico del actual funcionamiento del proceso de entrega de productos bancarios, establecer métricas de calidad de servicio a cumplir, rediseñar los procesos aplicando la metodología LEAN y la propuesta por el profesor Oscar Barros en su libro “Rediseño de procesos de negocios mediante el uso de patrones”. Al analizar el sistema actual, se concluye que existe una falta de control del proceso interno y hacia las empresas proveedoras del servicio de distribución, existe falta de tecnologías de la información que permitan tener una coordinación expedita entre los actores del proceso. Las principales razones de devolución son: Cliente no se encuentra (80%) y dirección no encontrada (10%). Los mayores motivos de rechazo son: Cliente no desea el producto (40%), cliente ya tiene producto (21%). Además se analizaron las debilidades y fortalezas de los contratos con las empresas externas, proponiendo mejoras para las debilidades; se analizó detalladamente la cobertura regional con la que se cuenta actualmente identificando los lugares donde viven los clientes y en base a esto seleccionando las comunas del país donde se necesita cobertura urgentemente. Los principales proyectos de rediseño son la creación de una Unidad de Delivery integrada para el banco que permita controlar de mejor manera el proceso y la propuesta de un programa computacional que siga todo el proceso, que permita integrar diferentes herramientas computacionales existentes, que permita coordinar a los actores y que entregue una serie de métricas que ayuden a la toma de decisiones del área. Con esto se alcanzarán las metas de calidad de servicio: Efectividad de entrega general del 95% y efectividad de la primera entrega 90%, entrega entre 24 y 72 horas dependiendo del lugar del país y un 90% de notas 70 en la encuesta de calidad de servicio que se realizará a los clientes del banco. Además de esto se logra una reducción de un 24% en los costos del Delivery.
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Gajardo, Urenda Víctor Daniel. « Definición de Controles Operativos y Complementación de las Evaluaciones de Desempeño para una Institución Bancaria ». Tesis, Universidad de Chile, 2007. http://repositorio.uchile.cl/handle/2250/104523.

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Résumé :
El presente trabajo de título tuvo como objetivo generar propuestas de mejorar en relación al clima laboral interno del Banco de Chile, para lo cual se consideraron 2 áreas primordiales de acción: Controles Operativos a los cuáles son sometidos los distintos trabajadores del Banco.
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Monzón, García Willy José. « Optimización de las facilidades del servicio en una entidad bancaria ». Bachelor's thesis, Universidad Nacional Mayor de San Marcos, 2011. https://hdl.handle.net/20.500.12672/1654.

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Résumé :
La presente tesis tiene como finalidad optimizar las facilidades del servicio en una entidad bancaria. Una visión del diseño facilidades, en una empresa bancaria; desde el punto del servicio al cliente, las herramientas de la gestión de la calidad, y el diseño de instalaciones. Los resultados del trabajo nos permiten establecer que la metodología es factible y aplicable a otras empresas de servicio, donde se tiene colas (restaurantes, etc.). Las conclusiones para este trabajo, son las siguientes: 1. El concepto de servicio y estrategia para proveer un servicio con facilidades, permiten diferenciarse de la competencia. 2. Toda empresa necesita en los tiempos actuales someterse a un proceso de mejora continua a los efectos de incrementar sus niveles competitivos, generando nuevos negocios, reduciendo sus costos e incrementando sus niveles de rentabilidad. 3. La disposición de un sistema de colas, tiene un profundo efecto en al imagen, congestión y eficiencia en el servicio. Una buena disposición, promete un suavizado flujo de clientes y no el hacinamiento en las áreas de espera.
Tesis
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Livres sur le sujet "Controllo bancario"

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Condemi, Marcello. Controllo dei rischi bancari e supervisione creditizia. Bari : Cacucci, 2005.

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Cerrone, Rosaria. Il governo dei rischi bancari nei controlli delle autorità di vigilanza. Torino : G. Giappichelli, 2000.

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Roma, Giuseppe. I controlli sull'attività bancaria : Obiettivi e linee guida per l'efficienza e la stabilità. Milano : Edibank, 1999.

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Ana, Soltan. Aspecte ale reglementării activităţii bancare. Bucureşti, România : Universitatea Liberă Internaţională din Moldova, 2012.

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Obregón, Toribio Esquivel. La reforma bancaria de 1908 : Una discusión entre Toribio Esquivel Obregón y Joaquín Casasús. México, D.F : Dirección General de Asuntos del Personal Académico, Universidad Nacional Autónoma de México, 2008.

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Obregón, Toribio Esquivel. La reforma bancaria de 1908 : Una discusión entre Toribio Esquivel Obregón y Joaquín Casasús. México, D.F : Dirección General de Asuntos del Personal Académico, Universidad Nacional Autónoma de México, 2008.

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7

Calderón, Mónica. La gestión bancaria en los riesgos de crédito : Una aplicación al caso peruano para empresas y corporaciones. Lima, Perú : Universidad de Lima, Fondo de Desarrollo Editorial, 2004.

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González, Daniel. Los reyes del lavado de dinero : El centro bancario panameño, uno de los centros financieros más grandes del mundo : su historia y el más escandaloso lavado de dinero, causa y fin de tan renombrado imperio. [S.l : s.n.], 1991.

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Aspecte ale reglementării activităţii bancare. Bucureşti, România : Dima, Gheorgiţa, 2012.

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De Albuquerque, Claudiano, Amalia Lucena, Belinda Pérez Rincón, Rodrigo Mejía-Ricart et Gisela Davico. Maximizando los ahorros de costos de los gobiernos : Indicadores para calcular ahorros a partir de la centralización y digitalización de los pagos. Inter-American Development Bank, 2021. http://dx.doi.org/10.18235/0003267.

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Résumé :
Las Cuentas Unicas del Tesoro (CUT) han sido ampliamente adoptadas por los gobiernos centrales de América Latina y el Caribe. La CUT se define como una estructura unificada dentro de las cuentas bancarias del gobierno que permite a las tesorerías consolidar y utilizar mejor los recursos de caja de los gobiernos (Pattanayak y Fainboim, 2011). Para muchos gobiernos latinoamericanos, la adopción de la CUT, y la digitalización de los recaudos de ingresos y pagos, ha permitido estandarizar y simplificar operaciones habilitando así transacciones financieras más rápidas, datos en tiempos más oportunos sobre los flujos y saldos de caja, una mayor eficiencia en ejecución presupuestaria y una reducción significativa de costos en gestión de tesorería. Este estudio busca contribuir con una nueva metodología que facilite a las tesorerías gubernamentales a analizar las ganancias en eficiencia y los ahorros potenciales al implementar la CUT y la digitalización de los pagos; es altamente flexible, utiliza benchmarks que son específicos del contexto de cada país y muestra las limitaciones que pueden estar más allá del control de las tesorerías nacionales, como los marcos institucionales y legales, o los diferentes niveles de madurez de los ecosistemas financieros y digitales, presenta 18 indicadores de medición, clasificados en eficiencia en manejo de efectivo y eficiencia operacional. Además, se identifican buenas prácticas relacionadas con la implementación.
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Rapports d'organisations sur le sujet "Controllo bancario"

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Camós, Gibet, Fabio Gordillo et Adriana Palacio. Lineamientos para la implementación de sistemas de recaudo interoperables para transporte público. Sous la direction de Fanny Bertossi, Juanita Concha et Paula Melisa Cruz. Inter-American Development Bank, décembre 2020. http://dx.doi.org/10.18235/0003051.

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Résumé :
La masificación de los sistemas de transporte, debido al crecimiento de la población y las ciudades, ha generado la necesidad de implementar sistemas de recaudo electrónico para mejorar su eficiencia operativa, y poder controlar y fiscalizar adecuadamente sus ingresos. Esta publicación presenta principios y condiciones técnicas, operativas y de seguridad, recomendados para el diseño de un sistema de recaudo para servicios de movilidad, con el fin de garantizar su interoperabilidad y flexibilidad. Asimismo, expone unos lineamientos generales que se recomiendan sean aplicados por las autoridades para el desarrollo de sistemas que permitan la interacción de distintos medios de pago y múltiples proveedores tecnológicos y/o de servicios. Se definen lineamientos específicos para la implementación de diferentes medios de pago: tarjetas bancarias sin contacto que satisfacen el estándar Europay Mastercard Visa (EMV), tarjeta de transporte, códigos de barras 2D y efectivo con validación electrónica. Para ilustrar estos lineamientos, se desarrollan casos de estudio de la puesta en marcha de los medios de pago en diferentes países: Costa Rica, Paraguay y República Dominicana.
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