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Articles de revues sur le sujet « Consumatori italiani »

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1

Fait, Monica. « Brand-land equity nei territori del vino ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2010) : 119–40. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003009.

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Résumé :
I presupposti teorici alla base del lavoro sono rappresentati dagli studi sulla brand equity i quali sono stati qui adattati al settore vinicolo al fine di approfondire il valore che viene assegnato dai consumatori ai concetti di tipicitÀ ed origine dei prodotti. La verifica empirica cerca quindi di individuare le componenti essenziali dell'immagine del territorio d'origine per la definizione delle preferenze dei consumatori graduando gli elementi della brand-land equity delle imprese e dei loro territori d'origine. La ricerca, adottando il modello di Keller, basato sulle due dimensioni della brand awareness e della brand image, mira quindi a verificare: il livello di notorietÀ e l'immagine di alcuni territori vinicoli italiani.
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2

Leonini, Luisa. « Introduzione. Consumatori, risparmiatori, imprenditori. I nuovi italiani e il mercato ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2009) : 33–37. http://dx.doi.org/10.3280/mm2008-003002.

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3

Scarscelli, Daniele, Rosalba Altopiedi, Roberta Dameno et Massimiliano Verga. « La deterrenza speciale della norma che sanziona il consumo di droghe illegali. Una indagine esplorativa su un campione di consumatori ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (décembre 2011) : 137–64. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002007.

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Résumé :
La legge italiana proibisce il consumo di sostanze stupefacenti prevedendo che il soggetto, trovato in possesso di una piccola quantitŕ di droga illegale, sia segnalato alla Prefettura. Il Prefetto convoca il consumatore per accertare le ragioni della sua condotta illegale e per valutare se applicare una sanzione amministrativa. Tale colloquio dovrebbe avere lo scopo di dissuadere il consumatore dal reiterare la sua condotta. In questo articolo presentiamo i risultati di uno studio che ha inteso analizzare l'efficacia deterrente di questo procedimento considerando il punto di vista di un campione di 330 consumatori segnalati alle Prefetture di nove cittŕ italiane. Gli esiti della ricerca mettono in luce un'efficacia deterrente speciale alquanto limitata del procedimento amministrativo. In particolare, lo studio evidenzia alcuni meccanismi che consentono di comprendere perché il procedimento amministrativo avrebbe una scarsa efficacia deterrente sui consumatori segnalati.
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Ramazzotti, Dalila. « Verso l'armonizzazione dell'etichettatura nutrizionale fronte-pacco : NutrInform Battery come modello uniforme ? » AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (novembre 2021) : 89–127. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001004.

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Résumé :
Nel novembre 2020 il governo italiano ha adottato il marchio nutrizionale facoltativo denominato NutrInform Battery, in applicazione dell'art. 35 del reg. (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori; questa disposizione, infatti, consente agli Stati di raccomandare agli operatori del settore alimentare l'utilizzo di forme di espressione o presentazione supplementari della dichiarazione nutrizionale, che servono ad agevolare, tramite colori o forme grafiche facilmente intellegibili, la comprensione delle proprietà nutrizionali degli alimenti da parte del consumatore. Nel presente lavoro, dopo aver illustrato le principali caratteristiche del logo NutrInform Battery, nonché la posizione della Commissione europea sull'uso delle forme di espressione supplementari della dichiarazione nutrizionale, ci si interrogherà sulla fattibilità del logo italiano come modello armonizzato di etichettatura fronte-pacco e più in generale sulla sua effettiva idoneità a supportare scelte alimentari più sane e consapevoli.
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Rosa, Angelo, Angela Rella, Filippo Vitolla et Nicola Raimo. « Le determinanti della trasparenza informativa nella sanit&agrave ; pubblica. Un'analisi empirica nelle strutture ospedaliere i ». MECOSAN, no 122 (décembre 2022) : 29–43. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14616.

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Résumé :
La trasparenza informativa rappresenta un elemento particolarmente importante nell'ambito della sanità pubblica.Esistono infatti importanti asimmetrie informative tra i consumatori e i fornitori di assistenza sanitaria che, nel contesto italiano, hanno spinto il legislatore a intervenire al fine di garantire un certo livello di trasparenza informativa delle strutture ospedaliere. Nonostante ciò, le istituzioni della sanità pubblica forniscono differenti livelli di informazioni.Questo studio esamina il livello di trasparenza informativa delle strutture ospedaliere italiane e analizza l'impatto di determinanti connesse all'assetto organizzativo e alla struttura di governance. I risultati dimostrano un effetto positivo della dimensione e del genere del direttore generale e un impatto negativo della complessità sul livello di trasparenza informativa delle strutture ospedaliere.
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Naspetti, Simona, et Raffaele Zanoli. « Consumatori e certificazione dei prodotti da agricoltura biologica. Un'analisi empirica ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (mai 2012) : 195–215. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001009.

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Résumé :
According to the new organic (Regulation (ec) No 834/2007, a mandatory eu logo for organic food was introduced as well as new guidelines to label organic products. In the new labelling the indication of origin of the raw materials is compulsory: ‘eu Agriculture', ‘non-eu Agriculture' or ‘eu/non-eu Agriculture'. When all agricultural raw materials came from the same country, the terms ‘eu' and ‘non-eu' can be replaced or supplemented by the name of that country. The name of the Organic certifier can be also signalled to final consumers by the product labelling. In some eu countries (Denmark and Germany) the product label based on a third-party certification, private or public, make them trust the underlying certification scheme. Although consumers often lack knowledge on organic certification and organic farming practices in general, several studies highlight that scepticism and uncertainty towards organic logos and certification prevent consumers from buying more organic food. The present study analyses how consumers perceive some of the most important aspect of the new labelling regulation (the origin of raw materials and the organic certifier for organic food). Few studies exist on consumer views on organic labelling for organic food and willingness to pay for trust in the organic food quality (Burrell et al., 2006). The recommendations drawn from our findings can help stakeholders in the Italian organic sector. 415 consumers in three Italian locations (Ancona, Milano, Bari) participated to a survey in March 2010. The results show that the organic consumers prefer organic products from Europe and trust products certified by Italian (more than from foreign countries) and public certification bodies (more than private). These findings suggest the need for transparency of the complexity of the organic certification and accreditation system, unknown to most of the consumers. There is a need to make them clear what the new label characteristics stand for and remove consumer concerns of the standards and the trustworthiness of the inspection system.
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Celaschi, Flaviano, et Elena Formia. « Progettare la ‘casa del consumo’ : dall’avvento della grande distribuzione al nuovo umanesimo commerciale ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 1 (8 mars 2009) : 80–88. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2009.v1i.12739.

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Résumé :
Divenuto il non-luogo consumato, il centro commerciale è stato spesso oggetto di studi da parte di autori che cercano di definire l'impatto di una cultura di massa sempre più sfuggente. Attraverso una lettura storica di casi emblematici italiani, l'articolo cerca di definire come, in un clima di affermazione della cultura dell'outlet mall e di appropriazione del tema del retail da parte dello star-system architettonico, stia emergendo un progressivo cambiamento. Questo cambiamento apre nuove prospettive progettuali che sfidano l'interpretazione che è stata formulata dalla cultura postmoderna. Partendo dalla ricerca sopra citata, insieme al lavoro sul campo svolto per Cean SpA (Torino) e per il gruppo italiano Carrefour, l'articolo si conclude tracciando le linee guida che possono orientare il progettista nello sviluppo di un nuovo format di outlet all'interno della grande distribuzione.
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Corona, Valentina. « Il contratto di pacchetto turistico ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 30 (septembre 2020) : 388–423. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-030023.

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L'articolo ha l'obiettivo di offrire una lettura critica delle norme introdotte dal legislatore italiano al fine di regolare gli effetti della pandemia di coronavirus sui contratti di pacchetto turistico. L'analisi è incentrata sull'art. 88-bis del d.l. n. 18/2020 (convertito dalla l. 27/2020), fulcro delle disposizioni emergenziali in materia di turismo e trasporti, che presenta molteplici aspetti problematici derivanti non solo dalla incompatibilità con la disciplina europea, ma anche con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano in materia di contratti e protezione del consumatore.
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Annesi, Nora, Patrizia Gragnani, Massimo Battaglia et Marco Frey. « Le cooperative e l'innovazione sostenibile : le nuove sfide dell'Agenda 2030 ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2021) : 77–110. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2020oa10569.

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Résumé :
Il presente studio si concentra sulla tematica dell'innovazione sostenibile, in particolare, esplorando se le cooperative, data la loro peculiare natura di business e di governance siano capaci di stimolare e promuovere un'innovazione che abbracci le tre dimensioni della sostenibilità: sociale, ambientale ed economica. A tal fine, è stato analizzato un campione rappresentativo di iniziative innovative intraprese dacooperative di consumatori italiane. Leggendo le iniziative con la lente degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs - Sustainable Development Goals) e delle 5P ne emerge non solo che le cooperative si prestano bene a stimolare e promuovere l'innovazione sostenibile, ma che con la pubblicazione dell'Agenda 2030 nel 2015, si è rafforzata la loro innovazione soprattutto nel campo sociale ed economico, oltre che ambientale. Le cooperative italiane sembrano pertanto capaci di rispondere alle nuove sfide della sostenibilità. Lo studio è significativo dal punto di vista accademico e vede come elemento di novità l'unione delle tematiche delle cooperative e dell'innovazione sostenibile.
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De Nisco, Alessandro. « Ambiente urbano, qualitÀ del servizio e behavioral intentions : uno studio esplorativo in un centro storico italiano ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 165–86. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004010.

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Résumé :
Il paper propone un modello di analisi finalizzato a verificare la relazione tra alcune categorie di stimoli ambientali tipicamente presenti nelle aree urbane (design esterno, layout e funzionalitÀ degli spazi e design interno), la qualitÀ del servizio complessivamente percepita dai consumatori e i relativi output in termini di intenzioni di acquisto e desiderio di permanenza. Gli elementi costitutivi del modello sono basati sulla letteratura sul retailing e il servicescape. Le relazioni ipotizzate tra i costrutti sono sottoposte a verifica empirica attraverso un'indagine empirica condotta nel centro storico di Benevento. I risultati evidenziano che due elementi dell'ambiente urbano (layout e funzionalitÀ degli spazi e design interno) esercitano un'influenza significativa sulla percezione della qualitÀ dei servizi erogati nell'area e che tale percezione, a sua volta, č positivamente correlata agli output attesi. Viene infine discussa la collocazione del paper all'interno della letteratura esistente e le relative implicazioni per il management dei centri urbani.
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Jorio, Paolo. « Il filo di lana : San Gennaro nel mondo ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (30 avril 2018) : 229–56. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757200.

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Tra il 1860 e il 1960 si è consumato il più grande esodo che la storia moderna conosca con circa trenta milioni di italiani che hanno lasciato la nostra penisola. Le privazioni, la fame erano tante e tali da far prendere la triste decisione di partire e cercare di sostenere da lontano la propria famiglia. Straziante il distacco: intere famiglie si stavano per lasciare per sempre e certamente non si sarebbero mai più visti. Al porto di Napoli, ci si affacciava dalla nave per vedere ancora una volta, forse l’ultima, i volti amati. C’era chi urlava il nome di chi lasciava, chi prendeva in braccio i bambini e li mostrava, chi aveva portato con sé un gomitolo di lana e lo svolgeva tenendone un capo e lanciando l’altro capo giù sul molo al proprio caro in modo da rimanere in contatto sino a quando la nave non avrebbe salpato. L’urlo della sirena scatenava un mare di fazzoletti bianchi e i fili di lana rimanevano tesi nelle mani di ciascuno sino a quando il piroscafo non si allontanava dalla banchina. E poi il distacco: sono partiti tutti pe’ terre assaje luntane, ma quel filo di lana, lasciato penzoloni alla partenza, non si è però spezzato perchè molti di loro si sono sentiti poi più italiana di quelli rimasti in patria.
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Casini, Leonardo, Nicola Marinelli et Gabriele Scozzafava. « Distribuzione organizzata vs. negozio specializzato : uno studio sulle preferenze del consumatore italiano di carne bovina ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (avril 2013) : 157–81. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-001008.

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Gardina, Massimo, et Francesca Romana Saule. « La tariffazione dei servizi di trasporto e di distribuzione del gas naturale : un'ipotesi di regolamentazione per il mercato italiano ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juin 2010) : 523–49. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003006.

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Questo lavoro intende analizzare gli elementi del processo di regolamentazione del settore del gas naturale, partendo dalle basi teoriche del processo regolatorio presenti nella letteratura economica, per arrivare ad un'osservazione analitica dei metodi di determinazione delle tariffe applicate. Perché regolare un mercato? Quale modello tra rate of return regulation e price cap? La quantificazione delle tariffe segue le finalitŕ primarie della regolamentazione, ovvero il raggiungimento dell'efficienza nei servizi di monopolio naturale, come il trasporto, attraverso un'equa determinazione delle tariffe e l'avvio alla concorrenza nei settori di monopolio di fatto, come la distribuzione, per poter offrire condizioni vantaggiose a tutti i consumatori. I piů importanti strumenti regolatori e di controllo tariffario che sono stati adottati sono il ROR e il price cap. Dall'esplicazione di questi due strumenti, mettendone in luce elementi di qualitŕ e di criticitŕ, č possibile intuire in quale campo operino gli elementi di contabilitŕ e di finanza che costituiscono le ragioni della scelta.
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Viganň, Elena, Angela Mariani, Chiara Taglioni et Biancamaria Torquati. « Consumatori e canali alternativi per il biologico : il caso del Gruppo Organizzato di Domanda e Offerta di aiab-Umbria ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (mai 2012) : 173–94. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001008.

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The present paper shows the results of a research carried out on a particular alternative food channel - the Organised Demand and Supply Groups (godo) of Umbria (Italy) managed by the Italian Association for Organic Agriculture (aiab). It is very interesting in terms of management, size (number of firms and consumers members involved) and relative growth rates. The analysis was carried out by systematising data and quantitative information available at godo and by administering questionnaires to consumers members in order to collect information about socio-economic characteristics and consumer behaviour. Then, the consumer profiles have been identified by the application of the Cluster Analysis. At last, the consumer profiles analysis has allowed us to formulate some suggestions in order to improve godo's organization.
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Conti, Emanuela. « La creazione del valore per il consumatore culturale : il caso "Musei in Rete Valle del Metauro" ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (septembre 2010) : 71–108. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001004.

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L'obiettivo principale di questo lavoro č proporre un modello concettuale per analizzare e per sviluppare, in un'ottica di marketing, il processo di creazione del valore per il consumatore culturale. In particolare, il framework concettuale proposto suggerisce che i musei dovrebbero, cosě come le imprese, curare con attenzione le fasi di progettazione, creazione, comunicazione e consegna del valore per specifici target di utenti, coerentemente con il perseguimento della mission e nei limiti delle risorse a disposizione. Per validare tale modello teorico, applicabile alla piů vasta categoria delle organizzazioni artistiche e culturali (OAC) italiane, č stata condotta un'indagine qualitativa sui visitatori e sui gestori dei musei di una rete museale pesarese. La ricerca empirica ha evidenziato che esistono diversi segmenti di visitatori e situazioni piuttosto eterogenee in merito alla capacitŕ di creare valore per i propri visitatori, da musei che confermano le carenze nell'approccio al mercato registrate negli studi di carattere nazionale a realtŕ piů mature che dimostrano come un adeguato orientamento al marketing possa realmente aiutare a perseguire in modo piů efficace ed efficiente la propria mission. Le principali carenze riscontrate riguardano la non chiara definizione della missione e dei fini del museo, la scarsa conoscenza dei visitatori, la formulazione di una proposta di valore spesso indifferenziata e la scarsa mobilitazione di risorse esterne. Le politiche che le OAC dovrebbero adottare per superare tali debolezze ed accrescere il valore per il consumatore culturale sono incentrate sull'introduzione di competenze imprenditoriali, di marketing e talvolta manageriali nelle OAC, sull'utilizzo delle ICT in tutte le fasi del processo di creazione del valore e sulla capacitŕ di fare sistema con gli attori del territorio.
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Gualdo, Riccardo. « Connessioni interdiamesiche : fiction e documentari nella didattica delle scienze ». Lingue e culture dei media 6, no 1 (8 août 2022) : 1–23. http://dx.doi.org/10.54103/2532-1803/18568.

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Résumé :
Il passaggio al digitale ha cambiato radicalmente il modo di “guardare” la televisione: questa rivoluzione culturale, percettiva e cognitiva ha trasformato gli spettatori da consumatori passivi in manipolatori e produttori dei messaggi. Un fattore di novità è l’interconnessione tra i diversi codici semiotici, verbali e non verbali, che cooperano alla costruzione del messaggio. L’articolo tratta il tema della divulgazione e della didattica in televisione, commentandone alcune forme e suggerendo, con esempi concreti, come usare nella didattica dell’italiano a stranieri prodotti televisivi nati con altri scopi. The digital shift has radically changed the way of 'watching' television: this cultural, perceptual and cognitive revolution has transformed viewers from passive consumers to manipulators and producers of messages. A new factor is the interconnection between the different semiotic codes, verbal and non-verbal, that cooperate in the construction of the message. The article deals with the theme of popularisation and teaching in television, commenting on some of its forms and suggesting, with concrete examples, how to use television products born with other purposes in teaching Italian to foreigners.
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Bazzo, Eleonora. « La riforma del credito al consumo ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (novembre 2012) : 197–220. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002003.

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Résumé :
In questi ultimi anni tutti i maggiori paesi industrializzati, non solamente nell'ambito dell'Unione Europea, hanno approvato riforme nel settore del credito al consumo. L'esigenza di favorire la concorrenza tra le imprese e l'allargamento dei mercati ha imposto il coordinamento comunitario o federale delle differenti legislazioni e l'elaborazione di sistemi normativi certi, adeguati ed uniformi, che impediscano comportamenti scorretti e limitino i costi transattivi a carico delle parti, attraverso la standardizzazione delle principali regole di condotta e delle pratiche commerciali. L'Unione Europea, perciň, ha voluto fornire regole non solamente per armonizzare la pluralitŕ delle fonti normative, comunitarie e nazionali, che governavano il settore, ma anche per ottenere la piena realizzazione del mercato interno e per favorire l'intensificazione delle negoziazioni transfrontaliere. In tale ambito, la disciplina italiana, riformata per dare attuazione alla relativa direttiva, si č posta come obiettivi il conseguimento della trasparenza e dell'efficienza del mercato creditizio, favorendo anche il rafforzamento delle istanze di protezione dei consumatori. L'obiettivo di questo articolo č quello di fornire una visione d'insieme della materia, analizzando sia l'importanza che questo settore ha assunto nell'ambito dell'economia europea e nazionale, sia il sistema normativo costituito dalla direttiva 2008/48/CE e dalle relative fonti nazionali di attuazione.
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Ferrante, Vincenzo. « Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate : Panorama della legislazione italiana ». Lex Social : Revista de Derechos Sociales 10, no 2 (8 juillet 2020) : 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Résumé :
Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Piasentier, Edi, Massimo Marangon, Micaela Morgante, Roberto Valusso et Antonella Volpelli. « Effect of ageing time on consumer-perceived quality of Italian Simmental beefRiassuntoeffetto Della Durata Della Frollatura Sulla Percezione Di QualitÀ Del Consumatore Nei Confronti Della Carne Di Pezzata Rossa Italiana ». Italian Journal of Animal Science 3, no 3 (1 janvier 2004) : 259–66. http://dx.doi.org/10.4081/ijas.2004.259.

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Cicia, Gianni, Luigi Cembalo, Teresa Del Giudice et Fabio Verneau. « Il sistema agroalimentare ed il consumatore postmoderno : nuove sfide per la ricerca e per il mercato ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (mai 2012) : 117–42. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2012-001006.

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Résumé :
The paper is an attempt to analyze the role of consumers and some of the most important trends in the food systemin the Eght of a new interpretative key that refers to the concept of postmodernity which has been generated in the field of sociology and progressively outlined from the first 80s. In postmodern society the act of consumption becomes an expression of culture and identity creation, products as material objects lose their importance and they become marks, symbols and a way to communicate personality. These phenomenons are difficult to interpret with the standard theory of neoclassical consumer, although several attempts in this direction have been carried out. For example, the proposal to introduce a function of happiness to express the features and behavior of the postmodern consumer is a possibility to be explored but certainly not yet a new theory. In the first part of the report the concept of postmodernism, its origin and evolution is discussed. Later, in the light of this new interpretative key the changing role of the consumer is analyzed. Finally, as case studies, the strategies of modern distribution and the problem oftypical Italian food products in foreign markets are also discussed. All the analysed cases, illustrate very well the traditional rules can lead to political intervention pontentially erroneous, as for example, an excess of expenditure in food safety policy or policies of the national mark.
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Corritore, Renzo P. « Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime ». STORIA URBANA, no 134 (juin 2012) : 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Résumé :
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Sirsi, Eleonora. « Quando la contaminazione da Ogm è "tecnicamente inevitabile" : riflessioni in vista dell'adozione di "misure di coesistenza" nelle Regioni italiane ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (décembre 2010) : 33–45. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001003.

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Résumé :
L'introduzione, nella disciplina comunitaria sull'etichettatura di alimenti e mangimi GM, di una eccezione per il caso in cui vi sia una presenza di materiale Ogm nell'alimento o nel mangime entro lo 0,9% è all'origine delle regole di coesistenza fra produzioni transgeniche, convenzionali e biologiche. Nel momento in cui le Regioni italiane si apprestano ad introdurre siffatte regole è necessario un chiarimento circa il significato dell'espressione "accidentale o tecnicamente inevitabile" utilizzata dal legislatore comunitario. L'interpretazione di questa espressione riguarda gli operatori e le loro responsabilità e riguarda le istituzioni responsabili di individuare efficaci misure di coesistenza e di effettuare i controlli. Alcuni segnali provenienti dalla giurisprudenza e dalle stesse istituzioni comunitarie inducono a ritenere che il limite dello 0,9% configuri una vera e propria soglia, al pari di quelle utilizzate nella normativa sui contaminanti e in altre normative del settore alimentare. Le conseguenze di questa indicazione si rifletterebbero nella configurazione delle misure di coesistenza che potrebbero legittimamente non avere come obbiettivo l'ottenimento di prodotti davvero, ma ripropongono inevitabilmente il problema dell'effettività del diritto del consumatore a scegliere un prodottoe insieme la possibilità per gli Stati europei di autodeterminare il proprio modello di agricoltura.
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Monaci, Maria Grazia, et Rosanna Trentin. « Intelligenza emotiva e consumo di eroina ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 127–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003008.

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Résumé :
Le evidenze empiriche sulla relazione fra intelligenza emotiva (IE) e consumo di sostanze psicoattive sono ancora scarse e spesso contraddittorie. Il presente studio indaga la relazione fra IE e consumo di una sostanza illecita e potenzialmente in grado di indurre dipendenza quale l'eroina. L'ipotesi di partenza č che una bassa IE sia associata al consumo di eroina. Vengono inoltre esaminate le relazioni fra IE e altri costrutti generalmente considerati negli studi sul consumo di sostanze, in particolare l'health locus of control, gli stili di coping e le emozioni associate all'eroina, controllando inoltre gli effetti del genere. In base alle evidenze precedenti, si č ipotizzato che l'IE mostri relazioni significative con comportamenti adattivi. Un gruppo di tossicodipendenti in trattamento per dipendenza da eroina (44, F = 14) č stato confrontato con un gruppo di controllo (48, F = 22) di persone non tossicodipendenti ma con caratteristiche socio-demografiche simili. Una misura globale di IE č stata ottenuta tramite la versione italiana dello strumento di Schutte e colleghi. I risultati evidenziano la presenza di una correlazione positiva dell'IE con uno stile di coping adattivo quale il confronto diretto, e negativa con l'evitamento nei soli tossicodipendenti, nonché con le emozioni a basso arousal, positive nei tossicodipendenti e negative nei non consumatori, confermando parzialmente le ipotesi. Non emergono invece relazioni fra IE e consumo di eroina. L'IE si conferma piů connessa a comportamenti esplorativi dell'ambiente e alla regolazione affettiva, mentre non sembra direttamente connessa a comportamenti di consumo di sostanze.
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Corigliano, Alessandra. « Web scraping e diritti di proprietà intellettuale nell'intermediazione di biglietti aerei low cost ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 22 (novembre 2018) : 120–64. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022005.

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Nella sentenza di seguito commentata, la Corte d'Appello di Milano, in merito alla decisione di Ryanair di escludere qualsiasi intermediazione commerciale nella vendita dei propri biglietti aerei, si è pronunciata nella vertenza tra la compagnia aerea irlandese e l'agenzia di viaggi italiana Viaggiare che, in primo grado, ha denunciato il comportamento di Ryanair in quanto avrebbe ostacolato con il proprio comportamento l'agenzia di viaggio nella vendita dei biglietti aerei di Ryanair direttamente ai consumatori, costringendo l'agenzia stessa a riutilizzare i dati forniti dal database di Ryanair al fine di vendere indirettamente i biglietti sul suo sito web. La Corte (in parziale riforma della sentenza del Tribunale di primo grado) ha ritenuto che la decisione della compagnia aerea di riservarsi la vendita di biglietti aerei non costituisse un abuso di posizione dominante come previsto dall'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, in quanto Ryanair deteneva nel mercato dei voli europei solo il 10%, quota questa molto bassa, che varrebbe a escludere una posizione dominante della compagnia su detto mercato. Nell'ottica della normativa antitrust, è stata accolta la mozione di Ryanair volta ad escludere una posizione dominante sul mercato dei voli europei, mentre nell'ottica dei diritti di proprietà intellettuale la domanda di Ryanair è stata respinta. A questo proposito, la Corte non ha accolto la mozione di Ryanair in base alla quale l'uso dei suoi marchi da parte di Viaggiare violasse i diritti privativi di Ryanair; la Corte ha inoltre stabilito che il database di Ryanair non potesse essere considerato di proprietà di quest'ultima, in quanto lo stesso, essendo del tutto svincolato da specifiche tecniche e funzionali che ne dettano la scelta e l'organizzazione dei dati, non può essere considerato alla stregua di una manifestazione creativa e, quindi, proprietà intellettuale ai sensi dell'art. 2, 64-quinques e 64-sexies della Legge sul Copyright. La Corte ha quindi ritenuto che non vi fosse nemmeno protezione ai sensi della cosiddetta dottrina "sui generis" del database Rynair poiché la protezione di tale database era finalizzata ad escludere la commercializzazione dei biglietti aerei e non a proteggere gli sforzi di investimento di Ryanair. La condotta di Viagiare di "screen scraping" dei dati Ryanair relativi all'offerta di biglietti aerei è stata considerata legittima in quanto Ryanair - nei Termini di Utilizzo del suo sito web - ha fornito l'accesso (concessione di licenza) a terzi dei suoi dati
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Zanella, Angelo. « PROCEDIMENTI DI MISURAZIONE NELL'AMBITO DELLE DISCIPLINE ECONOMICO-SOCIALI ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 18 novembre 2013, 113–37. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2008.53.

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Riassunto. – 1) Si considera, in primo luogo, il procedimento di misura di una grandezza in ambito tecnologico nel quale è possibile accertare il valore vero della grandezza a meno di un errore aleatorio trascurabile rispetto a detto valore e quindi acquisire, ad un certo istante, in modo sostanzialmente esatto, lo stato di funzionamento di un processo. Per le grandezze economiche, tipicamente di natura monetaria, si tratta di accertare, per un determinato periodo, l’ammontare totale o quello medio di una popolazione e si devono utilizzare, per la loro stima, il risultato di indagini campionarie. L’errore medio di misura risulta quindi incrementato a causa della variabilità dovuta al campionamento. L’utilizzazione di schemi di campionamento efficienti assicura, però, che l’errore di misura di un totale o di una media aritmetica, rimane in pratica trascurabile rispetto al valore vero che può localizzarsi con sufficiente accuratezza. Viene illustrato questo aspetto con riferimento alla spesa famigliare annua media.2) L’obiettivo diviene diverso se si è interessati non ad accertare una situazione in un determinato periodo di tempo, ma si vogliono delle previsioni per periodi futuri in base ad un modello economico e/o econometrico. In questo caso l’errore di misura e di campionamento può risultare incrementato in modo non direttamente valutabile a causa della non esatta conoscenza del modello interpretativo o anche per l’impossibilità di realizzare gli interventi correttivi sul sistema economico suggeriti dal modello. Un caso tipico viene ravvisato nella previsione della misura dell’inflazione.3) Si osserva che la condizione di equilibrio di una economia di mercato può collegarsi alle scelte dei soggetti economici, cioè, in definitiva, alle scelte di individui che operano in accordo ad un’entità difficilmente definibile in termini generali e pertanto difficilmente “misurabile” indicata, come Utilità. Sorge il quesito, suggerito ad esempio dalla teoria cinetica dei gas, che, come per un gas ha scarso interesse, ad esempio, la velocità di una singola molecola ma lo ha invece il valore medio dell’energia cinetica delle molecole, espresso dalla temperatura, così può avere scarso interesse generale la misura dell’utilità percepita da un singolo consumatore, e si può invece pensare che abbia interesse qualche indicatore globale, che, − argomento da approfondire−, si ritiene possa collegarsi ai prezzi di mercato.4) Di fronte ad una pluralità di alternative soggette ad incertezza, che è una situazione tipica del “decisore” in ambito finanziario e d’impresa, la teoria di von Neumann-Morgenstern-Savage − che è stata soggetta a valutazioni critiche, revisioni e complementi − può essere utile per orientare verso le scelte che massimizzano l’utilità media, rispetto alle distribuzioni di probabilità ipotizzate, per le possibili conseguenze delle decisioni.Nelle ricerche di mercato, poi, la formulazione della nozione di utilità diviene più concreta e le tecniche psicometriche spesso utilizzate, consentono di individuare il “prodotto” più utile. Si è infine ricordato come è disponibile una metodologia statistico-probabilistica per la quantizzazione dei concetti, della quale si deve ancora approfondire l’impiego per la valutazione dell’utilità.***Abstract. − 1) As starting point the measurement procedure of a given quantity – representing a typical problem in the technological area – is considered allowing one to ascertain the true value of the quantity except for a zero mean random error which in practice often may be assumed to have a unessential root mean squared error or repeatability standard deviation. As for the quantities used in economic and social sciences – e. g..the economic quantities are often of monetary nature – with regard to a given finite population of elements, in general of human beings, a typical problem is of establishing the total amount of a chosen quantitative characteristic and /or the arithmetic mean, which have to be estimated on the basis of a sample survey. It follows that, in general, the random component of a single observation has a standard deviation greater than the one caused by repeatability owing to the presence of sampling variability. The use of efficient sample designs and a large sample size, however, ensure that the random errors of the estimates of the total amount and of the corresponding arithmetic mean may become unimportant with respect to their true values located through pertinent confidence intervals. An illustration is presented regarding the yearly mean expenditure of an Italian family.2) The investigation purpose becomes more complex when we not only want to know the real situation in a given span of time but also when we want to forecast future trends according to an economic or an econometric model. In this case the global random error, due to measurement and sampling variability, may be affected by a systematic bias, which is not easy to be evaluated because of the lack of a complete and exact knowledge of the model. As an example the econometric models of inflation is quoted.3) One can note that the equilibrium of a market economic system is connected to people’s preferences and choices according to an abstract entity named Utility, which is difficult to be defined in general terms and thus to be measured. Correspondingly, as in the gas kinetic theory the velocity of a single molecule can have no direct interest while on the contrary it does the mean value of the molecular kinetic energy expressed by temperature, likewise we can say that, in general, the Utility perceived by a single individual has little theoretical interest while a global Utility indicator of goods − which seems naturally linked to the market prices and deserves further investigation − could have a certain interest, e.g. for the aim of comparison4) In the area of finance and enterprise management a decision maker is typically confronted with preference between decisions in the face of uncertainty. In this context the theory of von Neumann - Morgenstern - Savage − which has been the subject of some criticism, revision and completion − may at times appear to be useful. More precisely, assuming a set of possible monetary consequences and some alternative probability distributions on it, the theory directs a decision maker towards the choice which maximizes the expected value or mean Utility within the values corresponding to the alternative probability distributions.In marketing research the notion of Utility assumes a more concrete character and the psychometric techniques, which are often used, allow one to point out the more useful product.. Finally the available statistical – probabilistic theory is mentioned which permits the quantization of abstract notions or concepts and whose appropriateness and use, with respect to economic utility evaluation, have still to be examined attentively.
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