Littérature scientifique sur le sujet « Consuetudini costituzionali »

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Articles de revues sur le sujet "Consuetudini costituzionali"

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Masina, Filippo. « Wutausbrüche und Bittgesuche ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 24–43. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0004.

Texte intégral
Résumé :
Riassunto L’articolo tratta delle misure assistenziali in pro dei sinistrati di guerra nell’Italia repubblicana, ma nell’ottica di inquadrare tali provvedimenti nel piu ampio contesto dei nuovi diritti di cittadinanza sanciti con la Carta costituzionale del 1947. Andando oltre il gia noto nesso tra warfare e welfare, l’articolo ricostruisce l’esercizio di tali nuovi diritti (un vero e proprio „diritto al benessere“ che, preso a „fondamento della nuova cittadinanza“, e stato giudicato come uno dei punti cardine della transizione tra guerra e dopoguerra) da parte di una categoria sovente giudicata dallo Stato meritevole delle piu ampie attenzioni, ma che lamento molto spesso la trascuratezza da parte delle istituzioni nel garantirle quanto stabilito dalla legge. L’ipotesi di partenza e, pertanto, che tali difficolta abbiano contribuito a minare l’affezione di una porzione non piccola della cittadinanza rispetto alle nuove istituzioni democratiche, molto fragili nei primi anni del dopoguerra. L’articolo analizza nello specifico alcuni casi di pratiche pensionistiche, relative a diverse categorie di beneficiari, afflitte pero dai medesimi problemi: in particolare, la lentezza talvolta sconcertante con cui il Dipartimento Generale delle Pensioni di Guerra - che pure era, in effetti, letteralmente inondata di domande di pensione - gestiva l’iter delle pratiche, tanto che alcune si sono trascinate sino agli anni ’90. Il cittadino che faceva richiesta di pensione di guerra (che spettava agli invalidi per cause di guerra con almeno il 30 per cento di capacita lavorativa perduta) doveva spesso attendere anni anche soltanto per avere una prima risposta. Cio provocava un fenomeno ricorrente, cioe quello di rivolgersi alle piu diverse personalita ed autorita politiche auspicando la loro intercessione: non percependo la forza del diritto, ci si rifugiava nella speranza di una generosita paternalistica. Talvolta, queste lettere - di rabbia, e di supplica - addirittura precedevano i gravi ritardi dell’espletamento delle pratiche, segnalando dunque l’esistenza di una consuetudine predemocratica nei suoi stessi presupposti. Uno dei segnali di una condizione di cittadinanza rimasta incompiuta.
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Masina, Filippo. « Wutausbrüche und Bittgesuche ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (5 mars 2018) : 24–43. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0004.

Texte intégral
Résumé :
Riassunto L’articolo tratta delle misure assistenziali in pro dei sinistrati di guerra nell’Italia repubblicana, ma nell’ottica di inquadrare tali provvedimenti nel più ampio contesto dei nuovi diritti di cittadinanza sanciti con la Carta costituzionale del 1947. Andando oltre il già noto nesso tra warfare e welfare, l’articolo ricostruisce l’esercizio di tali nuovi diritti (un vero e proprio „diritto al benessere“ che, preso a „fondamento della nuova cittadinanza“, è stato giudicato come uno dei punti cardine della transizione tra guerra e dopoguerra) da parte di una categoria sovente giudicata dallo Stato meritevole delle più ampie attenzioni, ma che lamentò molto spesso la trascuratezza da parte delle istituzioni nel garantirle quanto stabilito dalla legge. L’ipotesi di partenza è, pertanto, che tali difficoltà abbiano contribuito a minare l’affezione di una porzione non piccola della cittadinanza rispetto alle nuove istituzioni democratiche, molto fragili nei primi anni del dopoguerra. L’articolo analizza nello specifico alcuni casi di pratiche pensionistiche, relative a diverse categorie di beneficiari, afflitte però dai medesimi problemi: in particolare, la lentezza talvolta sconcertante con cui il Dipartimento Generale delle Pensioni di Guerra – che pure era, in effetti, letteralmente inondata di domande di pensione – gestiva l’iter delle pratiche, tanto che alcune si sono trascinate sino agli anni ’90. Il cittadino che faceva richiesta di pensione di guerra (che spettava agli invalidi per cause di guerra con almeno il 30 per cento di capacità lavorativa perduta) doveva spesso attendere anni anche soltanto per avere una prima risposta. Ciò provocava un fenomeno ricorrente, cioè quello di rivolgersi alle più diverse personalità ed autorità politiche auspicando la loro intercessione: non percependo la forza del diritto, ci si rifugiava nella speranza di una generosità paternalistica. Talvolta, queste lettere – di rabbia, e di supplica – addirittura precedevano i gravi ritardi dell’espletamento delle pratiche, segnalando dunque l’esistenza di una consuetudine predemocratica nei suoi stessi presupposti. Uno dei segnali di una condizione di cittadinanza rimasta incompiuta.
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Griglio, Elena. « Le prospettive di riforma della Costituzione italiana : note di metodo ». Toruńskie Studia Polsko-Włoskie, 5 mai 2022, 119–36. http://dx.doi.org/10.12775/tsp-w.2021.009.

Texte intégral
Résumé :
Il contributo analizza le principali prospettive di riforma della Costituzione italiana, nel tentativo di evidenziare la ricchezza degli approcci metodologici che hanno contraddistinto i vari procedimenti di revisione costituzionale. Rispetto ai profili di metodo, si intende brevemente ricostruire in una prospettiva storica il rapporto tra revisioni organiche e revisioni puntuali e tra procedimenti di revisione speciali o ordinari. Tale analisi consentirà di identificare la varietà delle strategie riformatrici perseguite, inquadrandole nel relativo contesto politico-istituzionale ed evidenziandone il collegamento con le consultazioni referendarie. Focalizzando l’attenzione sull’ultima riforma costituzionale, quella relativa alla riduzione del numero dei parlamentari, si evidenzierà come una riforma apparentemente „puntuale” nel suo impatto emendativo sul testo costituzionale possa aprirsi a conseguenze di grande impatto nel rapporto delle due Camere sia con gli elettori che con il Governo. Se ne richiameranno quindi le più significative interazioni con la riforma elettorale e con i regolamenti parlamentari. Tale riflessione consentirà, in conclusione, di sottolineare come il processo attuativo che accompagna una riforma costituzionale svolga un ruolo determinante nel definirne la portata e l’impatto. Le grandi o piccole riforme non si valutano tanto nel numero di articoli costituzionali modificati, ma piuttosto nella capacità complessiva di un intero sistema di accompagnare il cambiamento sul piano delle attuazioni e integrazioni legislative, dell’interpretazione costituzionale, della modifica delle consuetudini in essere.
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Thèses sur le sujet "Consuetudini costituzionali"

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Ciliberti, Riccardo. « La normatività monastica vallombrosana. Istituzioni, consuetudini e costituzioni (secoli XI-XV). Edizione e studio ». Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0178.

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Résumé :
Dans ma thèse j’étude la normativité monastique et les aspects institutionnels de l’Ordre de Vallombrosa entre le XIème et le XVème siècle. L’étude a apporté de nouveaux résultats et il est divisé en trois parties :Dans la première j’introduis le lecteur aux sources et à l’historiographie sur le sujet.Dans la deuxième je déroule le thème de la normativité. Pour les origines j’approfondis le lien entre les sources hagiographiques, le mouvement réformateur de Florence, les premiers moines et l’institutionnalisation en congregatio de Vallombrosa. Je discute d’une façon systématique et textuelle le problème de la datation des coutumiers, des rédactions des constitutions et la diffusion et l’usage des constitutions et des statuts.Dans la troisième j’étude les institutions de l’Ordre singulièrement avec l’aide des sources normatives et du contexte historique, en vérifiant leurs changements ou cours des siècles. Les chapitres sont dédiés aux principales institutions de l’Ordre, c’est-à-dire l’abbé général, le chapitre général et les visiteurs.Enfin la thèse est dotée d’importantes annexes où on peut trouver : l’édition critique des constitutions à partir du 1323 jusqu’au 1455, des tables de concordances des normes du XIème siècle jusqu’à l’an 1310, et celles de statuts de Vallombrosa (1323-1455)
In my thesis, I study the monastic normativity and the institutional aspects of the Vallombrosa Order between the 11th and the 15th centuries. The study has brought new results and it is divided into three parts:In the first part I introduce the reader to sources and to historiography on the subject.In the second I develop the theme of normativity. For the origins, I explain the connections with the hagiographic sources, the reforming movement in Florence, the first monks and the institutionalization in congregatio of Vallombrosa. I discuss in a systematic and textual way the dating’s problem of the customary, the writing of the constitutions and the diffusion and the use of the constitutions and statutes.In the third I study the institutions of the Order with the help of normative sources and the historical context, by checking their changes through the centuries. The chapters are devoted to the main institutions of the Order, that is the Abbot General, the General Chapter and the Visitors.Finally, the thesis is completed with important appendices where one can find: the critical edition of the constitutions from 1323 to 1455, the tables of the concordances of the norms from the 11th century until 1310, and those of Statutes of Vallombrosa (1323-1455)
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ANITORI, STEFANO. « FONTI INTERNAZIONALI E COMUNITARIE COME NORME INTERPOSTE ? » Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/168880.

Texte intégral
Résumé :
The thesis deals with the role of supranational sources of law in the Italian legal order. The first part is dedicated to EU Law, whose incorporation has been justified by the Italian Constitutional Court on the basis of Article 11 of the Constitution. This provision gives a constitutional rank to the law containing the order of execution of the Treaty. Thus, EU law, in the matters of its competence, both prevails over ordinary legislation and derogates to detailed constitutional provisions, with the exception of the duty to respect fundamental principles. Conflicts between self-executing EU norms and municipal provisions which are raised incidentally must not be solved by the Constitutional Court but by the ordinary judge on the basis of the direct effect of EU law. This approach is due to the fact that national law that contrasts with Union law do not interfere with the law of execution of the Treaty, which the dualist doctrine considers as a part of another legal system. An analogous constitutional rank in the hierarchy of sources is recognized to international customs which are transformed into municipal law by Article 10(1) of the Constitution. On the contrary, until 2001 international treaties were deprived of a general constitutional covering and therefore they had the same rank of the ordinary law of execution. At present, after the entry into force of new Article 117(1) of the Constitution, international agreements are considered as interposed sources which prevail over ordinary legislation and succumb with respect to constitutional rules. However, some recent judgments of the Italian Constitutional Court seem to indicate the willingness to recognize in the future a constitutional rank also to treaties. La tesi tratta il tema del ruolo svolto nel nostro sistema giuridico dalle fonti di origine sovranazionale. La prima parte è dedicata al diritto comunitario, il cui ingresso nel nostro ordinamento è stato giustificato dalla Consulta sulla base dell’articolo 11, che offre copertura costituzionale alla legge di esecuzione del Trattato. Il diritto comunitario, pertanto, nelle materie di propria competenza prevale sulla legislazione ordinaria e deroga anche alle disposizioni costituzionali di dettaglio, salvo l’obbligo di rispettare i principi supremi. I conflitti tra norme comunitarie self executing e leggi ordinarie sorti in via incidentale devono peraltro essere risolti non mediante il giudizio di costituzionalità ma dal giudice ordinario con la diretta applicazione della norma comunitaria, perché la legge anticomunitaria normalmente non interferisce con la legge di esecuzione del Trattato, che secondo la tesi dualista fa parte di un diverso sistema giuridico. Analoga è la collocazione riconosciuta nella gerarchia delle fonti alle consuetudini internazionali, che sono recepite dall’articolo 10 comma 1. I trattati internazionali, invece, fino al 2001 erano privi di copertura costituzionale generale, e pertanto parificati alla legge ordinaria di esecuzione. Dopo l’entrata in vigore del nuovo articolo 117 comma 1, invece, sono considerati fonti interposte, che prevalgono sulla legislazione ordinaria e soccombono nei confronti delle disposizioni costituzionali. Da alcune recenti sentenze, tuttavia, pare emergere che la Corte Costituzionale potrebbe arrivare a riconoscere anche ai trattati una posizione di livello costituzionale.
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FERRARI, FABIO. « Principio pattizio e rigidità costituzionale : dalle Chartes francesi alla realtà sovranazionale ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/938462.

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Résumé :
La tesi tenta di approcciare il concetto di rigidità costituzionale dalla prospettiva delle fonti pattizie: particolare attenzione è posta ad alcune esperienze costituzionali del diciannovesimo secolo, quali le Chartes francesi del 1814 e del 1830 e lo Statuto albertino; successivamente, l'analisi investe l'attuale scenario internazionale. L'obiettivo è provare a distinguere il concetto teorico di rigidità costituzionale dalle diverse modalità con le quali esso è garantito.
This PhD dissertation attempts to approach the concept of constitutional rigidity from the specific point of view of conventional sources: particular attention is devoted to the constitutionalism of the 19th Century, mainly to Statuto albertino and French Chartes of 1814 and 1830: thereafter, the analysis concerned the current international scenario. The purpose is to separate the theoretical concept of constitutional rigidity from the ways in which it is concretely guaranteed.
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Livres sur le sujet "Consuetudini costituzionali"

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Piazza, Marcello. Consuetudine e diritto costituzionale scritto : Dalla teoria generale all'ordinamento italiano. Roma : Aracne, 2008.

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