Littérature scientifique sur le sujet « Consuetudine »

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Articles de revues sur le sujet "Consuetudine"

1

Conte, Emanuele. « Consuetudine, Coutume, Gewohnheit and Ius Commune. An Introduction ». Rechtsgeschichte - Legal History 2016, no 24 (2016) : 234–43. http://dx.doi.org/10.12946/rg24/234-243.

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Counts, Derek B. « Regum Externorum Consuetudine : The Nature and Function of Embalming in Rome ». Classical Antiquity 15, no 2 (1 octobre 1996) : 189–202. http://dx.doi.org/10.2307/25011039.

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Résumé :
Although embalming is traditionally considered an Egyptian custom, ancient sources suggest that in imperial Rome the practice was not employed by Egyptians or Egyptianized Romans alone. The mos Romanorum in funerary ritual encompassed both cremation and inhumation, yet embalming appears in Rome as early as the first century AD and evidence points to its limited use during the first three centuries AD. Within the social structure of Rome's dead these preserved corpses certainly occupied a distinct place. Yet who were they and why were they embalmed? It is argued here that various factors allowed for the occasional use of embalming by Romans: (1) an apparent shift in attitudes towards Egypt, (2) the manipulation of death ritual for social distinction, and (3) the flexibility of the traditional Roman funeral, which was able to incorporate deviations in methods of body disposal. Although embalming has been largely ignored as a significant aspect of Roman funerary history, its patrons come from the classes of highest status, including even the imperial household. This fact alone makes it worthwhile to examine this small corpus of evidence. For example, the emperor Nero embalmed his wife Poppaea; such a deviation from standard disposal methods reflects imperial fashion, but also requires us to re-evaluate Nero's reign and, especially, the societal constructs of Neronian Rome. This study attempts to contextualize embalming within Roman society and offer some likely causes and effects of its use.
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3

Floccari, Fulvio, Luca Di Lullo, Rodolfo Rivera et Mario Timio. « Lo sport ti fa invecchiare con il giusto stile (di vita) ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 4 (15 janvier 2014) : 332–34. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1069.

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Résumé :
L'associazione tra un'attività sportiva regolare (fitness) e la mortalità è ormai una definitiva certezza nella letteratura scientifica. Obiettivo di questa revisione è di approfondire le evidenze scientifiche esistenti circa l'associazione tra la consuetudine dì fitness e la tendenza a sviluppare patologie croniche non fatali renali e cardiache. Se, infatti, è assodato che la capacità funzionale cardio-respiratoria di un soggetto adulto è, in qualche misura, in funzione dell'attività fisica svolta nel corso della vita, si può postulare che un ragionamento analogo valga anche per la funzione renale? (Cardionephrology)
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Sic, Magdolna. « The long-lasting customs (longa consuetudine) and the public interests (utilitas publica) ». Zbornik radova Pravnog fakulteta, Novi Sad 45, no 2 (2011) : 167–92. http://dx.doi.org/10.5937/zrpfns1102167s.

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Frassoldati, Francesca, et Matteo Robiglio. « Regolare la città per la sua trasformazione. Spunti da un dialogo con la Città di Torino ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 20–23. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098003.

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Résumé :
In Italia, è da tempo una consuetudine trans-disciplinare criticare la burocrazia che regola le operazioni sulla città. Eppure la norma di oggi è il prodotto - codificato e temporaneamente fissato - di una lenta costruzione sociale e tecnico-amministrativa. L'articolo si interroga su come sia possibile incorporare e generalizzare, da parte della pubblica amministrazione, le esperienze regolative maturate nei conflitti e nelle contraddizioni di società e mercati in trasformazione strutturale. Tre sezioni fanno luce sulla rilevanza della stratificazione delle stagioni storiche dei codici urbani, delle relazioni fra gli elementi della città nella predisposizione di nuovi quadri di riferimento, e delle ragioni per riconsiderare, nella città del riuso, le condizioni operative dei codici stessi.
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Bonfantini, Bertrando. « Gli scarti possibili e necessari : il Rue come progetto strategico ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 70–75. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057009.

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Résumé :
Il Regolamento urbanistico edilizio non č il luogo della regola banale, ma concorre alla costruzione del progetto strategico per la cittŕ. La sua natura ‘statutaria' lo rende particolarmente sensibile alla consuetudine localmente radicata, e questo crea una tensione tra inerzia ed innovazione in un processo dagli esiti incerti, ben oltre la mera approvazione formale. L'articolo propone quattro passaggi: evidenzia il ruolo di snodo assunto dal Rue in rapporto al Psc e al Poc, ma soprattutto con i regolamenti di settore e complementi normativi di cui tenta il coordinamento; sottolinea come il Rue configuri un ‘palinsesto', nel complesso equilibrio tra regole che restano e regole nuove; si sofferma sui principali scostamenti che marcano lo scarto rispetto al passato; sostiene l'urgenza di una rinnovata efficacia del regolamento anche a costo di una temporanea minore efficienza.
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Jory, E. J. « Gladiators in the Theatre ». Classical Quarterly 36, no 2 (décembre 1986) : 537–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0009838800012301.

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Résumé :
While restating the correct interpretation of the prologue to the Hecyra of Terence in CQ 32 (1982), 134 F. H. Sandbach has this to say: ‘Possibly the widespread view which the translators and I reject has been encouraged by disbelief that the theatre could be used for gladiatorial combat. It is true that there is no reliable evidence for such use at Rome, for Donatus' statement “hoc abhorret a nostra consuetudine uerumtamen apud antiquos gladiatores in theatro spectabantur” may be no more than inference from Terence's text.’ There is, in fact, a certain amount of evidence for gladiatorial combats in the theatres at Rome, that is at venues where ludi scaenici were performed, which it is difficult to regard as unreliable and which is consistent with what we know of the relationship between the theatre and gladiatorial games.
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Ahlqvist, Agneta. « Maria, madre di Cristo, e altri madri presenti nell'arte funeraria paleocristian ». Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia 21 (21 septembre 2017) : 9–31. http://dx.doi.org/10.5617/acta.5529.

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Résumé :
Le prime scene nell’arte funeraria paleocristiana che comprendono la figura della Vergine sono “La Natività di Gesù” e “L’Adorazione dei magi”. Raccontano episodi della storia d’infanzia di Gesù e appaiono a partire dal quarto secolo. La scena “Mater Christi con Bambino in grembo”, solenne, rappresentativa e soprattutto narrativa, non appare nelle catacombe prima del sesto secolo. Le prime figure erroneamente identificate come Maria Vergine, datate al terzo-quarto secolo, sono semplicemente raffigurazioni di donne defunte, madri e/o mogli, seppellite nelle tombe. In concordanza con la consuetudine di commemorare il defunto tramite vari episodi del suo iter terrestre fu ricordata anche la maternità, prima nel mondo pagano e poi in quello cristiano. L’iconografia funeraria paleocristiana non si basa in questo caso sul repertorio iconografico della Chiesa ma più largamente sulla diffusissima tradizione iconografica greco-romana. Non c’era bisogno questa volta di attendere la diffusione di un motivo prescritto dalla Chiesa.
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Pertot, Gianfranco. « Alle origini della ricostruzione di Milano : l'attivitŕ edilizia negli anni successivi alla liberazione ». STORIA URBANA, no 135 (février 2013) : 65–89. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135004.

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Résumé :
Il contributo presenta un bilancio dell'attivitŕ di esame delle richieste di autorizzazione per opere edilizie svolta dal Comune di Milano, tramite diverse commissioni a ciň preposte, nel periodo 1945-1947. Si tratta della fase iniziale della ricostruzione di una cittŕ colpita pesantemente dai bombardamenti, priva di piano regolatore (dopo la sospensione del piano Albertini del 1934 decretata dal Cln - Comitato di liberazione nazionale) ma con molte convenzioni ancora in vigore, soprattutto per le aree centrali e in regime di blocco dell'attivitŕ edilizia. All'analisi dei dati restituiti dai documenti si affianca una valutazione dell'operato delle diverse commissioni di fronte ai problemi di tutela posti dalla ricostruzione, nella fase di definizione di un nuovo Piano regolatore generale, la cui attuazione verrŕ frustrata da un lungo iter di approvazione e dal rilascio di un altissimo numero di autorizzazioni "in precario", consuetudine che ebbe inizio proprio nel periodo considerato e che divenne in seguito dilagante.
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Ocker, Christopher, et Theo Klausmann. « Consuetudo Consuetudine Vincitur : Die Hausordnungen der Brüder vom gemeinsamen Leben im Bildungs- und Sozialisationsprogramm der Devotio moderna ». Sixteenth Century Journal 36, no 2 (1 juillet 2005) : 604. http://dx.doi.org/10.2307/20477456.

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Thèses sur le sujet "Consuetudine"

1

Bottini, Giorgio. « Costumi e consuetudine in Machiavelli ». Thesis, Lyon, 2017. http://www.theses.fr/2017LYSEN077/document.

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Résumé :
Ce travail de thèse a pour ambition d’étudier le statut et la fonction des termes et concepts issus de la tradition juridique antique ainsi que médiévale dans la pensée politique de Machiavel. L’angle d’analyse adopté est celui du « ius non scriptum » et permet de mesurer l’influence des notions latines de « mores » et de « consuetudo » élaborées par le droit romain et le droit canon sur les formes vulgaires de « costumi » et de « consuetudine » que Machiavel mobilise dans l’ensemble de ses écrits. Plus largement, la recherche esquisse une généalogie du lexique politique de la Renaissance italienne à partir de ses antécédents latins pour mieux comprendre la logique de formation des langages politiques modernes. Le travail de recherche consiste à réinterroger la modernité de Machiavel en procédant à une contextualisation historique de sa pensée dans la longue tradition médiévale qui s’achève avec lui. Il s’agissait d’abord de repérer les principales occurrences du terme « costumi » dans les textes de Machiavel afin de mettre en lumière l’importance de cette catégorie non seulement conceptuelle mais aussi pratique dans le système de sa pensée. En s’éloignant momentanément du corpus machiavélien, j’ai cherché à présenter une histoire de la doctrine du « ius non scriptum » à partir des deux sources du droit médiéval que sont le Corpus Iuris Civilis (VIème siècle) et le Decretum Gratiani (XIIème siècle). Au terme de cette enquête, il a fallu revenir au corpus machiavélien pour montrer que la notion de « consuetudine » est l’une des plus importantes de son lexique politique parce qu’elle qualifie la nature des peuples dans leur rapport aux ordres et aux lois et constitue le fondement même de la vie des Républiques
This work aims at analysing the way Machiavel used words and concepts from the legal tradition of Antiquity and Middle Age in his political thought. Preference was given to the “ius non scriptum” in order to measure the direct influence of Latin categories such as “mores” and “consuetudo” elaborated by the Roman Law and the Canon Law and reemployed by Machiavel in a (much)more common form in all his writings. More broadly, it consists in a genealogy of the political vocabulary of the Italian Renaissance which is born in the Latin language borrowed from its Latin roots to highlight the logic of formation of modern political languages. In our research, we try to reconsider the modernity of Machiavel by contextualizing his thought in the medieval tradition which ends with Machiavel himself. First of all, we had to identify the main uses of the word “costumi” in Machiavel’s writings in order to emphasise its theoretical and major practical meaning in his thinking. By taking a short step back from the Machiavellian corpus, we tried to rebuild a history of the “ius non scriptum” doctrine from two medieval sources: The Corpus Iuris Civilis (VI century) and the Decretum Gratiani (XII century). At this point, we had to go back to the Machiavellian corpus to show the importance of the notion of “consuetudine” in his political vocabulary. It qualifies the people’s identity, the relation to orders, and more than everything it is the basis for the existence of Republics
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Mei, Chiara, Manuela Mignani et Selina Morri. « La sostenibile consuetudine della cura : Studi e proposte per protocolli conservativi del centro educativo italo svizzero C.E.I.S ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6840/.

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Battiston, Valentina <1984&gt. « Intermezzi, balli e musiche strumentali : la consuetudine della musica nelle stagioni di prosa al Teatro Nuovo di Trieste, 1801-1867 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8375.

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Résumé :
Viene illustrata la consuetudine dell’utilizzo della musica nelle stagioni di prosa presso il Teatro Nuovo di Trieste dal 1801, anno della sua inaugurazione, al 1867, anno che sancì la fine dell’impero austriaco e l’avvio verso l’impero austro-ungarico. Tale utilizzo non si limita a episodi isolati, ma costituisce una pratica costante e continuativa. Ai fini dell’indagine sono stati presi in esame circa cento faldoni facenti parte dell’archivio dell’attuale teatro comunale Giuseppe Verdi di Trieste, oggi custodito presso il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”. I documenti sono di tipo amministrativo: contratti (che stabiliscono gli obblighi di teatri, impresari, compagnie di attori, musicisti di vario genere), carteggi (soprattutto tra capocomici, la Presidenza teatrale e la direzione artistica del teatro), contabilità (spese serali e per intere stagioni, spese per copiatura di musica) e alcuni inventari. Durante le serate di prosa, brani strumentali venivano abitualmente inseriti negli intervalli tra gli atti, secondo una pratica diffusa anche in altri teatri italiani. Il repertorio appositamente costituito fu costantemente rinnovato con nuovi brani. La documentazione consente di identificare e analizzare tale repertorio e getta luce sulle modalità con le quali veniva eseguito in teatro. È altresì documentato l’utilizzo di intermezzi vocali e coreografici. La ricerca vuole contribuire a delineare un aspetto inedito di quella Trieste ottocentesca detta anche “città musicalissima”, in quanto l’educazione e la diffusione musicale erano particolarmente curate sia a livello di famiglia che nella vita quotidiana. In tale contesto, il Teatro Nuovo non è solo un luogo di rappresentanza d’élite ma è anche un punto d’incontro e di vero scambio culturale.
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Bibbo', Diletta <1987&gt. « Arte musica e devozione. La consuetudine devozionale nei monasteri di San Girolamo e di Santo Stefano a Venezia trail XVIII e il XIX secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1798.

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Résumé :
La pratica devozionale nei monasteri di San Girolamo e di Santo Stefano a Venezia a cavallo del XIX secolo: la consuetudine musicale al momento della chiusura degli istituti religiosi e la dispersione artistica dei beni artistici a Venezia in epoca napoleonica. Quando arte e musica si incontrano.
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DE, ANDRADE MARIANA CLARA. « The use of customary international law and general principles by the Appellate Body and the crisis in WTO Dispute Settlement ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/264122.

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Résumé :
La ricerca esamina l'uso della consuetudine internazionale e dei principi generali nel meccanismo di risoluzione delle controversie (DSM) dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Il suo obiettivo è duplice. In primo luogo, dal punto di vista delle fonti del diritto internazionale, obiettiva comprendere come questa giurisdizione internazionale identifica e applica queste fonti di diritto, che a lungo sono state oggetto di dibattito dottrinale a causa del loro contenuto e portata poco chiari. Fornendo una panoramica della metodologia impiegata dall'Organo d'Appello dell'OMC (AB) nel ricorrere a tali fonti, questo studio offre la pratica dei giudici dell'OMC e il suo contributo al dibattito sulla consuetudine internazionale e sui principi generali. Il secondo obiettivo è comprendere l'influenza che il ricorso alla consuetudine e ai principi generali, fonti di diritto esterne all’OMC, ha sulla giurisdizione del meccanismo di risoluzione di controversie dell’OMC, cosi come sulle accuse espresse da alcuni membri sull’ativismo giudiziario dalla parte dell’AB. Il Capitolo 1 definisce il quadro teorico per lo sviluppo della ricerca. Ciò fornisce un chiarimento terminologico del significato di "principi generali" e "consuetudine internazionale" ai fini di questa ricerca. Inoltre, rivisita anche il dibattito sul significato di giurisdizione e legge applicabile nel DSM dell'OMC. Infine, descrive le critiche nei confronti delle pratiche interpretative dell'AB al fine di identificare possibili parametri di riferimento per la valutazione di ciò che può essere considerato "superamento giudiziario". Analizzando tutti i rapporti AB emessi fino ad oggi, è possibile classificare quattro campi in cui vengono utilizzate queste fonti di diritto internazionale generale: diritto dei trattati, norme sulla responsabilità dello Stato, principi procedurali e principi sostanziali. La tesi è divisa in capitoli corrispondenti (Capitoli 2-5). I Capitoli da 2 a 5 sono ciascuno diviso in due parti. La prima parte di questi capitoli descrive la metodologia utilizzata dall'AB quando ricorre a queste fonti. La prima parte di ogni capitolo descrive ed esamina: la base giuridica indicata per ricorrere ad essi nell'ambito del sistema giuridico dell'OMC, il metodo di identificazione dei principi generali e della consuetudine internazionale nelle relazioni, le funzioni di questi concetti nel sistema giuridico dell'OMC e se esiste accordo o disaccordo tra le parti in merito al contenuto di tali fonti. La seconda parte dei capitoli 2-5 studia le reazioni dei membri in merito all’uso della consuetudine e dei principi generali nella prassi dell’AB ed esamina in che modo l'uso di queste fonti influisce sul mandato dell'AB. Il potenziale impatto della consuetudine internazionale e dei principi generali sulla giurisdizione dell'AB varia a seconda dei campi di queste fonti di legge. Infine, dai precedenti capitoli, il Capitolo 6 sviluppa conclusioni generali sull'uso dei principi generali e della consuetudine dalla parte dell'AB. In primo luogo, esamina sistematicamente i risultati dei precedenti capitoli per trarre conclusioni sulla metodologia seguita dall'Organo di Appello rispetto all'origine, la natura e la portata di tali fonti. In secondo luogo, il Capitolo 6 propone possibili parametri per guidare l'uso dei principi generali e della consuetudine internazionale nel meccanismo di risoluzione di controversie dell’OMC al fine di evitare rivendicazioni di attivismo giudiziario.
This research studies the use of customary international law and general principles in the Dispute Settlement Mechanism (DSM) of the World Trade Organization (WTO). Its objective is two-fold. First, from the viewpoint of the sources of international law, it aims at understanding how this international jurisdiction identifies and applies these sources of law, which for long have been the object of doctrinal debate due to their unclear content and scope. By providing an overview of the methodology employed by the WTO Appellate Body (AB) when resorting to these sources, this study offers the practice of WTO adjudicators and its contribution to the debate of customary international law and general principles. The second aim is to understand the influence that the resort to customary international law and general principles, which are non-WTO sources of law, has on the jurisdiction of the WTO DSM and on the claims expressed by some Members that the AB has indulged in judicial overreach. Chapter 1 sets the definitional and theoretical framework for the development of the research. It provides a terminological clarification of the meaning of ‘general principles’ and ‘customary international law’ for the purposes of this research. Moreover, it also revisits the debate of the meaning of jurisdiction and applicable law in the WTO DSM. Finally, it describes the criticisms against the AB’s interpretative practices in order to identify possible benchmarks for the assessment of what can be considered ‘judicial overreach’. Analysing all AB reports issued to date, it is possible to categorize four fields in which these sources of general international law are used: treaty law, rules on state responsibility, procedural principles and substantive principles. The thesis is divided into corresponding chapters (Chapters 2-5). Chapters 2 to 5 are each divided into two parts. The first part of each chapter describes the methodology employed by the AB when resorting to these sources. It aims to describe and examine: the legal basis indicated for resorting to them within the WTO legal system, the method of identification of general principles and customary international law in the reports, the functions of these concepts in WTO legal system, and whether there is agreement or disagreement between the disputants with regard to the content of these sources. The second part of each chapter studies the Members’ reactions upon circulation of relevant AB reports in Dispute Settlement Body meetings and examines how the use of these sources impacts the mandate of the AB. The potential impact of customary international law and general principles on the jurisdiction of the AB varies according to the fields of these sources of law. Finally, from the foregoing chapters, Chapter 6 draws general conclusions on the use of general principles and customary international law by the AB. First, it systemically examines the findings of the previous chapters to draw conclusions regarding the methodology the Appellate Body follows, and the origin, nature and scope of these sources. Second, Chapter 6 proposes possible parameters to guide the use of general principles and customary international law in WTO adjudication to avoid claims of judicial overreach.
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6

Spadavecchia, Marta <1986&gt. « Il diritto del lavoro nel Giappone contemporaneo tra norme e consuetudini ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2746.

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Résumé :
Analisi del mondo lavorativo giapponese dal punto di vista del diritto e delle consuetudini. Descrizione degli elementi culturali e sociali autoctoni che influenzano il contesto lavorativo attuale; elencazione della legislazione lavorativa dalle origini nel XIX secolo fino ai giorni nostri; confronto tra diritto e consuetudine rispetto a tre aspetti: orario di lavoro, ferie e trasferimenti.
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Ciliberti, Riccardo. « La normatività monastica vallombrosana. Istituzioni, consuetudini e costituzioni (secoli XI-XV). Edizione e studio ». Thesis, Paris, EHESS, 2017. http://www.theses.fr/2017EHES0178.

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Résumé :
Dans ma thèse j’étude la normativité monastique et les aspects institutionnels de l’Ordre de Vallombrosa entre le XIème et le XVème siècle. L’étude a apporté de nouveaux résultats et il est divisé en trois parties :Dans la première j’introduis le lecteur aux sources et à l’historiographie sur le sujet.Dans la deuxième je déroule le thème de la normativité. Pour les origines j’approfondis le lien entre les sources hagiographiques, le mouvement réformateur de Florence, les premiers moines et l’institutionnalisation en congregatio de Vallombrosa. Je discute d’une façon systématique et textuelle le problème de la datation des coutumiers, des rédactions des constitutions et la diffusion et l’usage des constitutions et des statuts.Dans la troisième j’étude les institutions de l’Ordre singulièrement avec l’aide des sources normatives et du contexte historique, en vérifiant leurs changements ou cours des siècles. Les chapitres sont dédiés aux principales institutions de l’Ordre, c’est-à-dire l’abbé général, le chapitre général et les visiteurs.Enfin la thèse est dotée d’importantes annexes où on peut trouver : l’édition critique des constitutions à partir du 1323 jusqu’au 1455, des tables de concordances des normes du XIème siècle jusqu’à l’an 1310, et celles de statuts de Vallombrosa (1323-1455)
In my thesis, I study the monastic normativity and the institutional aspects of the Vallombrosa Order between the 11th and the 15th centuries. The study has brought new results and it is divided into three parts:In the first part I introduce the reader to sources and to historiography on the subject.In the second I develop the theme of normativity. For the origins, I explain the connections with the hagiographic sources, the reforming movement in Florence, the first monks and the institutionalization in congregatio of Vallombrosa. I discuss in a systematic and textual way the dating’s problem of the customary, the writing of the constitutions and the diffusion and the use of the constitutions and statutes.In the third I study the institutions of the Order with the help of normative sources and the historical context, by checking their changes through the centuries. The chapters are devoted to the main institutions of the Order, that is the Abbot General, the General Chapter and the Visitors.Finally, the thesis is completed with important appendices where one can find: the critical edition of the constitutions from 1323 to 1455, the tables of the concordances of the norms from the 11th century until 1310, and those of Statutes of Vallombrosa (1323-1455)
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Alonso-Sierra, Maria Elena. « Treason and trial : consuetudines and law in the romances of Chrétien de Troyes and the lais of Marie de France ». FIU Digital Commons, 2005. http://digitalcommons.fiu.edu/etd/1113.

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Résumé :
Treason, in the romances of Chrdtien de Troyes and the lais of Marie de France, is explored more often as afin' amor problem than as a legal issue with its concomitant sociopolitical ramifications. It is precisely the historical function of literature within the ambit of court culture that appears to have shaped the legal context of the poems of Chrdtien de Troyes and the lais of Marie de France. Counterpoising the literary treatment of treason in Le Chevalier au Lion and Lanval with actions and definitions of treachery by contemporary, twelfth-century chronicle and customary law sources reveals that the conceptualized, fictional world of Chrdtien's Yvain closely reflects the workings of the Capetian society Chretien experienced. Marie's Lanval reflects as well the historical impressions of the Angevin court with which she had familiarity, a court whose concept of treason leaned more toward the maiestas concept found in Roman jurisprudence tradition.
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Garré, Roy. « Consuetudo : das Gewohnheitsrecht in der Rechtsquellen- und Methodenlehre des späten ius commune in Italien : (16. - 18. Jahrhundert) / ». Frankfurt am Main : Klostermann, 2005. http://www.gbv.de/dms/spk/sbb/recht/toc/474708829.pdf.

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10

VanHofstraeten, Bram. « Juridisch humanisme en costumiere acculturatie inhouds- en vormbepalende factoren van de Antwerpse consuetudines compilatae (1608) en het Gelderse land- en stadsrecht (1620) / ». Maastricht : Maastricht : Universitaire Pers Maastricht ; University Library, Universiteit Maastricht [host], 2008. http://arno.unimaas.nl/show.cgi?fid=11594.

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Livres sur le sujet "Consuetudine"

1

Defilippi, Alessandro. Una lunga consuetudine. Palermo : Sellerio, 1994.

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2

Bonnet, Piero Antonio. Annotazioni su la consuetudine canonica. Torino : G. Giappichelli, 2003.

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3

La consuetudine come fatto normativo. Torino : G. Giappichelli, 2010.

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4

Comotti, G. La consuetudine nel diritto canonico. Milano : CEDAM, 1993.

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5

Manfredini, Manuela. Oltre la consuetudine : Studi su Gian Pietro Lucini. Firenze : Società editrice fiorentina, 2014.

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6

Piazza, Marcello. Consuetudine e diritto costituzionale scritto : Dalla teoria generale all'ordinamento italiano. Roma : Aracne, 2008.

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7

Pellegrino, Piero. L'" animus communitatis" e l'"adprobatio legislatoris" nell'attuale dottrina canonistica della consuetudine antinomica. Milano : A. Giuffrè, 1995.

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8

Caruso, Sergio. La miglior legge del regno : Consuetudine, diritto naturale e contratto nel pensiero e nell'epoca di John Selden (1584-1654). Milano : Giuffrè, 2001.

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9

Carrà, Natalina. Temi, visioni e strategie per la città storica del terzo millennio : Metamorfosi di un fenomeno, consuetudine di un processo. Ariccia (RM) : Aracne, 2014.

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10

Caruso, Sergio. La miglior legge del regno : Consuetudine, diritto naturale e contratto nel pensiero e nell'epoca di John Selden (1584-1654). Milano : Giuffrè, 2001.

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Chapitres de livres sur le sujet "Consuetudine"

1

Marino Malone, Carolyn, et Clark Maines. « Introduction ». Dans Consuetudines et Regulae, 15–23. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102133.

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2

Cochelin, Isabelle. « Customaries as Inspirational Sources ». Dans Consuetudines et Regulae, 27–72. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102134.

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3

Bonnin-Magne, Catherine. « Les coutumiers, témoins de la fixation et de la diffusion du sanctoral clunisien ». Dans Consuetudines et Regulae, 73–103. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102135.

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4

Engelbert, Pius. « Editing William of Hirsau’s Constitutiones Hirsaugienses ». Dans Consuetudines et Regulae, 105–14. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102136.

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5

Baud, Anne, et Christian Sapin. « L’abbaye de Cluny, entre architecture et liturgie au xie siècle ». Dans Consuetudines et Regulae, 117–35. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102137.

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6

Marino Malone, Carolyn. « Customaries as Evidence for Interpreting Saint-Bénigne in Dijon as an Unusual Liturgical Frame ». Dans Consuetudines et Regulae, 137–74. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102138.

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7

Bonde, Sheila, et Clark Maines. « Consuetudines in Context : Change and Continuity in the Customs and Architecture of Augustinian Saint-Jean-des-Vignes, Soissons, 1098-1783 ». Dans Consuetudines et Regulae, 175–267. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102139.

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8

Palazzo, Éric. « Les cinq sens dans la liturgie monastique du haut Moyen Âge ». Dans Consuetudines et Regulae, 271–90. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102140.

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9

Rauwel, Alain. « Le choix de la régularité. Observations sur l’adoption de la règle de saint Augustin dans les diocèses de Langres et Autun au xiie siècle ». Dans Consuetudines et Regulae, 291–303. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102141.

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10

Roest, Bert. « Rules, Customs, and Constitutions within the Medieval Order of Poor Clares ». Dans Consuetudines et Regulae, 305–30. Turnhout : Brepols Publishers, 2014. http://dx.doi.org/10.1484/m.dm-eb.5.102142.

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Actes de conférences sur le sujet "Consuetudine"

1

Tleukhabyl, Abaideldinov, Askarova Aliya et Suleimenova Saule. « Possible Applications Of Judicial Precedent And Legal Consuetude In The Regulation Of Labor Disputes ». Dans ICEEPSY 2016 International Conference on Education and Educational Conference. Cognitive-crcs, 2016. http://dx.doi.org/10.15405/epsbs.2016.11.54.

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