Littérature scientifique sur le sujet « Conservazione della natura »

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Articles de revues sur le sujet "Conservazione della natura"

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Picard, Michelle, et Yves Alavo. « La biodiversitŕ nella cittŕ di Montreal ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 49–53. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058007.

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Résumé :
La cittŕ di Montreal continua a giocare un ruolo preponderante in materia di sviluppo e di pianificazione della biodiversitŕ, sia alla scala locale che internazionale. Il Settore di Coordinamento della Biodiversitŕ della Cittŕ di Montreal, promuove azioni di diffusione e di integrazione tra le politiche settoriali, della natura in cittŕ, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. La cittŕ porta avanti modelli di pianificazione della biodiversitŕ e della loro interessante trasversalitŕ nei diversi livelli operativi e amministrativi, presi come esempi da altre realtŕ urbane canadesi e internazionali. Gli strumenti urbanistici municipali mirano alla prevenzione, educazione, conservazione e concertazione, grazie alla ricerca scientifica, alla gestione ecologica dei grandi parchi, alla preservazione degli ecosistemi urbani e alla salvaguardia delle specie rare.
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Paoloni, Lorenza. « Farmers' Rights, tutela della biodiversitĂ e salvaguardia delle risorse genetiche : l'esperienza del Canada ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 3 (mars 2011) : 11–39. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-003002.

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Résumé :
Isono stati introdotti dal Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura nel 2001 quale riconoscimento del contributo che gli agricoltori e le comunità rurali hanno dato nella creazione, conservazione, scambio e valorizzazione delle risorse genetiche. Essi sono dei diritti collettivi che appaiono antitetici ai quelli di natura individuale rappresentati dai diritti di proprietà intellettuale che hanno determinato, da parte delle multinazionali farmaceutiche e del seme, la sottrazione dell'uso di dette risorse alle comunità rurali. Nell'attuale fase storica è importante l'affermazione dei "diritti degli agricoltori" sulle risorse genetiche ai fini sia della sicurezza alimentare che della preservazione dell'ambiente e della biodiversità ; contribuiscono, altresì, alla prevenzione del cambiamento climatico e al mantenimento delle conoscenze tradizionali e locali.
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Fisso, Maria Beatrice, et Elio Sgreccia. « Etica dell’ambiente. II ». Medicina e Morale 46, no 1 (28 février 1997) : 57–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.889.

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Résumé :
Gli autori, dopo aver esaminato le diverse teorie antiantropocentriche nella prima parte del loro scritto, procedono in questa seconda sezione con il presentare le teorie antropocentriche, alla base delle quali vi è il presupposto che l’uomo ha un ruolo principale all’interno del mondo naturale. Questo significa che la natura non è portatrice di un valore di per sè, ma possiede esclusivamente il valore che si rivela nell’atto attributivo dell’uomo. Questa attribuzione che è la causa dell’eventuale considerazione della natura sotto un profilo morale, può essere frutto di una scelta umana a carattere costitutivo, oppure può divenire, all’interno di una concezione creazionistica, un atto di riconoscimento. Per la verità, all’interno delle teorie antropocentriche vi è una pluralità di interpretazioni del rapporto uomo-natura. Si passa da un antropocentrismo cosiddetto “forte” che proclama il primato assoluto dell’uomo sulla natura negando qualsiasi carattere morale a tale relazione, ad un antropocentrismo “moderato” o “debole” fondato sull’idea di un dovere di protezione e di conservazione della natura che ammette una sorta di limitata rilevanza morale della natura nella sua relazione con l’uomo. All’interno di quest’ultima forma di antropocentrismo si colloca anche l’insegnamento di Giovanni Paolo II che nell’enciclica Centesimus Annus e più tardi nell’Evangelium Vitae attribuisce all’uomo il ruolo di “custode responsabile” della natura proprio in conseguenza della sua superiorità su di essa.
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Cresta, Paolo, et Mauro Giorgio Mariotti. « La Conservazione Della Natura in Liguria : Considerazioni Sugli Aspetti Botanici ». Giornale botanico italiano 128, no 1 (janvier 1994) : 351. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437174.

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Arcidiacono, C., R. M. S. Costa, I. Grasso, M. A. Ragusa, R. V. Rapicavoli, M. Seminara et V. Veneziano. « Naturalità e Vulnerabilità Ambientale nei Siti Natura 2000 che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Caso studio SIC Foce Neto ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 51, no 381 (29 juin 2018) : FP7—FP145. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v51i381.2.

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Résumé :
La regione Calabria vanta 179 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale). La carenza di studi sullo stato di conservazione e qualità ambientale dei suddetti siti (naturalità, artificialità, sensibilità, vulnerabilità e rischio) ha indotto gli AA. a caratterizzare i 10 SIC che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Attraverso l'ILC (Index of Landscape Conservation) e l'ESAi (Environmentally Sensitive Areas Index), è stata condotta un‟analisi ambientale finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle criticità. Muovendo dalla Carta d'Uso del Suolo (CLC) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità-Artificialità e la Carta della Sensibilità Ambientale dei suddetti siti. Lo studio chiude con un approfondimento metodologico sulle opportune modalità da adottare per caratterizzare un SIC; modalità suggerite dalle analisi ambientali eseguite soprattutto sul SIC Foce Neto adottando una capillare indagine geobotanica condotta con metodo fitosociologico.
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Cantisani, Matteo, et Fabio Fogliazza. « Arte, Archeologia, Uomo E Natura : Una Conversazione Con Fabio Fogliazza ». Ex Novo : Journal of Archaeology 4 (31 décembre 2019) : 137–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v4i0.376.

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Résumé :
Fabio Fogliazza è il tecnico per la preparazione di fossili presso la sezione di Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Milano, nonché illustratore scientifico ed artista di fama internazionale. Una delle sue opere più famose è la scultura “L’Uomo di Neanderthal”, oggi esposta in via permanente al Museo de la Evolución Humana di Burgos (Spagna). In molte sue opere Natura e Uomo vengono riprodotti secondo processi creativi, ponendosi di fatto come piece d’art dalla forte carica emotiva, in grado di suggestionare il pubblico nonostante la distanza geografica e temporale che spesso intercorre tra chi osserva e il soggetto rappresentato. Come redazione siamo entusiasti della possibilità di discutere con Fabio Fogliazza alcune tra queste sue opere in questo numero di Ex Novo, in cui tematiche di management, tutela di beni naturali e conservazione vengono non solo trattate attraverso le lenti scientifiche del sapere ma discutendo anche di approcci in cui emozioni ed esperienze sensoriali vengono incorporate in strategie più complesse. Di seguito si riporta la breve intervista con l’artista Fabio Fogliazza, che ci ha gentilmente permesso di riprodurre in copertina due delle sue opere ed altre ancora di seguito presentate.
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Pepe, Dunia, et Debora Vitali. « Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità : storie, conoscenze, tecnologie e professioni ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Résumé :
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Candela, Andrea. « Risorse energetiche e conservazione della natura nella regione delle prealpi lombarde Lo sviluppo delle scienze forestali nella politica ambientale dell’italia sette-ottocentesca ». a. XLVI, n. 1, giugno 2006, no 1 (20 octobre 2006) : 99–116. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2006.390.

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Guerrieri, Claudia. « Linked open data e rappresentazione del patrimonio culturale : un caso applicativo per diffondere la conoscenza dei beni culturali ecclesiastici nel web semantico ». DigItalia 17, no 1 (juin 2022) : 184–202. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00047.

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Résumé :
Nel dominio dei beni culturali molte organizzazioni stanno applicando le tecnologie del web semantico e hanno affrontato progetti – alcuni dei quali sperimentali – di pubblicazione dei dati descrittivi del patrimonio culturale in linked open data (LOD): la sfida è far affiorare la conoscenza rappresentata dai dati rendendola immediatamente interpretabile dalle macchine. Attraverso la delicata fase di definizione non ambigua dei concetti e delle relazioni che rappresentano una determinata porzione di realtà (modellazione dei dati) il web semantico si pone come strumento per far emergere significati e produrre nuove relazioni reciproche. Questo contributo ha l’obiettivo di porre le basi per una prospettiva strategica di produzione e pubblicazione di LOD del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB – Beni ecclesiastici in web, scelto come esempio altamente rappresentativo del dominio culturale in virtù non solo dei suoi numeri – circa 12 milioni di schede descrittive di beni culturali di proprietà ecclesiastica – ma soprattutto della modalità in cui è costruito e quotidianamente popolato. Il portale è ideato e coordinato dall’Ufficio nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (Ufficio nazionale BCE – CEI), con l’ambizione di offrire una lettura d’insieme sui beni culturali di proprietà ecclesiastica conservati in Italia, dove gli authority data assumono il ruolo di punto di snodo per la tessitura di relazioni tra risorse culturali di natura diversa (risorse storico-artistiche, architettoniche, bibliografiche, archivistiche, fotografiche, istituti di conservazione). La proposta di integrazione nel web semantico del patrimonio informativo esposto sul portale BeWeB mira al raggiungimento di una piena interoperabilità semantica, attraverso l’analisi delle ontologie già presenti nel dominio culturale, per favorirne un loro riuso. BeWeB è dunque un case study presentato e introdotto da un inquadramento generale, utile a spiegare il contesto in cui sono inscritte le tecnologie che abilitano la realizzazione del web semantico e dei progetti di costruzione dei grafi della conoscenza (knowledge graph).
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Corritore, Renzo P. « Horrea. Un'istituzione che «va e viene» nella politica annonaria delle cittŕ di antico regime ». STORIA URBANA, no 134 (juin 2012) : 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134002.

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Résumé :
Approvvigionamento - Conservazione e distribuzione dei grani - Mercato - Storia urbana - Cittŕ italiane, secc. XIII-XVIII Quanto sia diffuso e quale natura abbia - innanzi agli interessi privati soprattutto - il Magazzino pubblico dei grani nelle cittŕ dell'Italia centro settentrionale nei secoli XIII-XVIII sono aspetti sufficienti a porre in discussione alcuni capisaldi della concezione tradizionale dell'Annona. In cittŕ la formazione di stock alimentari eccedenti il fabbisogno dei consumatori č di fatto un miraggio. Granai, magazzini, solai, strutture specializzate per il ricovero delle derrate sono un bene raro. La distribuzione del raccolto č ineguale, la struttura delle scorte fra i particolari ancor piů sperequata. Anche laddove si manifesta la volontŕ del ceto di governo o dell'autoritŕ di istituire un Magazzino municipale (o statale) non si esce da una forzata sussidiarietŕ - per la carenza degli spazi di ricovero - fra strutture pubbliche e granai privati. L'istituzione di un Magazzino pubblico dei grani a carattere permanente č quindi piů l'eccezione che la regola nelle cittŕ di antico regime. Qualora invece lo si faccia, si tratta di un'istituzione transitoria (da economia di guerra) oppure tende ad assumere il ruolo di fondamentale leva economica alla quale il ceto dirigente affida il compito di stabilizzare i prezzi di mercato anche nelle fasi di sovrapproduzione.
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Thèses sur le sujet "Conservazione della natura"

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Buzzi, Monica <1973&gt. « Conservazione della natura e sviluppo locale : un binomio possibile ? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/1/tesimonicabuzzi.pdf.

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Buzzi, Monica <1973&gt. « Conservazione della natura e sviluppo locale : un binomio possibile ? Il sistema delle aree protette della Provincia di Bologna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/287/.

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BARONE, Giulio. « Pianificazione per la conservazione della diversità dei progenitori selvatici delle piante coltivate e delle piante selvatiche raccolte in natura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. http://hdl.handle.net/10447/533631.

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Résumé :
Le piante selvatiche raccolte in natura (Wild Harvested Plants - WHP) e i progenitori selvatici delle colture (Crop Wild Relatives - CWR), note collettivamente come “Risorse fitogenetiche” (PGR), rivestono molteplici ruoli di rilevanza ecologica, ambientale e socioeconomica perché ad essi si correlano numerosi usi diretti e indiretti, ma anche perché costituiscono un serbatoio di caratteri genetici potenzialmente utili per il miglioramento genetico delle piante coltivate. Ciò rende prioritaria la messa a punto di appropriate strategie di conservazione e valorizzazione. Nella presente tesi vengono presentate le attività che hanno portato alla elaborazione di due inventari delle CWR e delle WHP per l’Italia, suddivisa in Penisola italiana, Sardegna e Sicilia e per la Tunisia. Nel caso dell’Italia, si è reso opportuno un aggiornamento degli elenchi prioritari per tenere conto dei recenti lavori e revisioni della flora nativa ed esotica presente sul territorio nazionale nonché nuove valutazioni degli stati di minaccia che hanno reso obsoleto l’inventario esistente. Il nuovo inventario ottenuto comprende le informazioni circa la distribuzione, lo stato endemico, l’origine, le sinonimie, l’importanza economica delle specie coltivate connesse, le informazioni sugli usi noti, lo stato di minaccia etc. Sono stati dunque individuati 8.766 taxa (7.344 specie) CWR/WHP per la flora d’Italia (88% del totale), in particolare 6.839 (5.516) sono solo CWR, 108 (108) solo WHP e 1.821 (1.710) sia CWR che WHP (ovvero sono parenti di una specie coltivata e caratterizzati da un uso come piante spontanee). I taxa e le specie sono così distribuiti: 7.916 (6.641) per la Penisola Italiana, 2.745 (2.600) per la Sardegna e 2.952 (2.738) per la Sicilia. Ai taxa inclusi nell'elenco, sulla base di procedure in uso a livello internazionale è stata quindi assegnata una priorità per la conservazione utilizzando un approccio basato sul valore, lo stato nativo e la necessità di protezione o monitoraggio di ogni singolo taxon. Il processo aggiornato di prioritizzazione ha portato complessivamente per l’Italia all'identificazione di 102 taxa ad alta priorità (di cui 49 per la penisola, 17 per la Sardegna e 46 per la Sicilia), 57 a media priorità (di cui 23 per la penisola, 7 per la Sardegna e 12 per la Sicilia) e 735 a bassa priorità (di cui 547 per la penisola, 287 per la Sardegna e 322 per la Sicilia). Nel caso della Tunisia, si tratta del primo inventario realizzato a livello nazionale per il Nord Africa. Per il continente africano, infatti, anche se ci sono diversi paesi dell’area meridionale con liste di controllo e inventari CWR, queste informazioni e quelle riguardanti le WHP mancano per i paesi nordafricani. Nell’inventario delle CWR e WHP della Tunisia i taxa sono stati classificati in base al valore economico della relativa coltura, al potenziale per il miglioramento delle colture, lo stato di minaccia, l’endemicità, l’inclusione nell'ITPGRFA (allegato I) e i contributi medi annui al fabbisogno energetico alimentare (kilocalorie pro capite al giorno) applicando un sistema di punteggio basato su 4 livelli di priorità. Su un totale di 2.912 taxa appartenenti alla Flora tunisina, sono stati identificati 2.504 CWR e/o WHP (86% del totale), appartenenti a 143 famiglie e 686 generi. L'elenco di priorità finale per la conservazione attiva comprende 1.036 CWR (43% del totale dei taxa CWR), con 139 taxa classificati come priorità alta, 660 priorità media e 237 priorità bassa. L'elenco di priorità finale per le WHP è composto da 346 taxa e comprende 8 taxa ad alta priorità, 256 a media priorità e 82 a bassa priorità. I nostri risultati confermano la Tunisia come un hotspot di diversità per CWR e WHP nell'area mediterranea e forniscono la base per lo sviluppo e l'attuazione di una strategia nazionale di conservazione delle CWR e WHP più mirata. Nel complesso, i dati ottenuti forniscono un utile punto di riferimento per lo sviluppo di strategie a livello nazionale di conservazione, ex situ e in situ, di quelle risorse fitogenetiche importanti da un punto di vista ecologico, socioeconomico ed etnobotanico il cui stato di minaccia richiede più impellenti azioni coordinate di salvaguardia. A questo scopo, in ultimo, si delineano una serie di possibili interventi che consolidate esperienze condotte a livello internazionale suggeriscono di adottare.
Wild Harvested Plants (WHP) and Crop Wild Relatives (CWR), collectively known as " Plant Genetic Resources" (PGR), play multiple roles of ecological, environmental, and socio-economic importance because they are related to numerous direct and indirect uses, but also because they constitute a reservoir of traits potentially useful for the genetic improvement of cultivated plants. This makes the development of appropriate conservation and enhancement strategies a priority. In this thesis the activities that led to the elaboration of two CWR and WHP inventories for Italy, divided into the Italian Peninsula, Sardinia, and Sicily, and for Tunisia are presented. In the case of Italy, an update of the priority lists was made to take into account the recent work and reviews carried out for the native and exotic flora present on the national territory as well as new threat assessments that made the existing inventory obsolete. The new inventory generated includes information about distribution, endemic state, origin, synonyms, economic importance of the related cultivated species, information on known uses, state of threat, etc. Therefore, 8,766 taxa (7,344 species) CWR/WHP were identified for the flora of Italy (88% of the total), in particular 6,839 (5,516) are only CWR, 108 (108) only WHP and 1,821 (1,710) are both CWR and WHP (i.e., relatives of a crop and characterized by a use as wild plants). The taxa and species are distributed as follow: 7,916 taxa (6,641 species) for the Italian peninsula, 2,745 (2,600) for Sardinia and 2,952 (2,738) for Sicily. The taxa included in the list, built upon internationally acknowledged procedures, were then assigned a priority for conservation using an approach based on the value, native status and need for protection or monitoring of each taxon. The updated prioritization process led to the identification of 102 high priority taxa (49 for the peninsula, 17 for Sardinia and 46 for Sicily), 57 medium priority taxa (23 for the peninsula, 7 for Sardinia and 12 for Sicily) and 735 low priority taxa (547 for the peninsula, 287 for Sardinia and 322 for Sicily). In the case of Tunisia, this is the first national inventory for a North African country. In fact, even if several countries in the southern part of the African continent have already developed CWR checklists and inventories, this information and that concerning WHP are missing for the North African countries. In the CWR and WHP inventory of Tunisia, taxa have been classified according to the economic value of the related crop, the potential for crop improvement, threat status, endemicity, inclusion in the ITPGRFA (Annex I) and the average annual contributions to human food energy needs (kilocalories per capita per day) by applying a scoring system based on 4 priority levels. Out of a total of 2,912 taxa belonging to the Tunisian Flora, 2,504 CWR and/or WHP (86% of the total) were identified, belonging to 143 families and 686 genera. The final priority list for active conservation includes 1,036 CWR (43% of the total CWR taxa), with 139 taxa classified as high priority, 660 medium priority and 237 low priority. The final priority list for WHP is composed of 346 taxa and includes 8 high priority, 256 medium priority and 82 low priority taxa. Our findings confirm Tunisia as a diversity hotspot for CWR and WHP in the Mediterranean area and provide the basis for the development and implementation of a more targeted national conservation strategy. Overall, the data obtained provide a valuable starting point for the development of ex situ and in situ conservation strategies at national level of those plant genetic resources that are important from an ecological, socioeconomic, and ethnobotanical point of view and it is especially urgent considering their state of threat. Finally, for this purpose, a series of possible actions are outlined based on consolidated experiences conducted at international level.
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ORTIS, GIACOMO. « Biologia e ecologia degli ortotteri tipici degli ecosistemi naturali e agrari : dalla gestione delle infestazioni alla conservazione della biodiversità ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3443470.

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Résumé :
Orthopterans occur in most terrestrial habitats and their order includes the grasshoppers, locusts, crickets, and their relatives. They could have an ecological and economic importance, as pivotal elements in trophic food webs and as pests, causing devastating damages to agricultural and forest crops. There are two different management responses: reducing population levels in pest management and maintaining or increasing population levels in conservation management. While the phenomenon of outbreak in Orthoptera is well known worldwide especially for Caelifera suborder, less studied are the outbreaks of Ensifera. The recent and unexpected outbreaks of the bush-cricket Barbitistes vicetinus in the north-east of Italy, gave me the possibility to unravel some significant questions about this forest pest. Firstly, we confirmed the endemic origin of this species, suggesting that environmental factors rather than genetic factors could have a role in the demographic fluctuations of this orthopteran. Secondly, we clarified the role of temperature on survival and diapause, demonstrating how summer temperatures experienced by eggs after oviposition can affect their development, potentially shifting life-cycle from pluriannual to annual. Morevoer, we discovered a native egg parasitoid providing biological, taxonomical and distributional data that could be useful regarding its potential use in biological control against B. vicetinus. Another goal of this thesis was to implement conservation strategies to preserve different Orthoptera species with different ecological requirements. In particular, because agricultural intensification is widely considered a major threat to biodiversity, we investigated wether extensively managed perennial crops such as vineyards and olive groves could represent surrogate habitats for orthopterans. In addition, we focused on the endangered bush-cricket Anonconotus italoaustriacus, analysing genetic populations diversity among its small distribution area in the Alps to improve conservation strategies and prevent extinction.
Orthopterans occur in most terrestrial habitats and their order includes the grasshoppers, locusts, crickets, and their relatives. They could have an ecological and economic importance, as pivotal elements in trophic food webs and as pests, causing devastating damages to agricultural and forest crops. There are two different management responses: reducing population levels in pest management and maintaining or increasing population levels in conservation management. While the phenomenon of outbreak in Orthoptera is well known worldwide especially for Caelifera suborder, less studied are the outbreaks of Ensifera. The recent and unexpected outbreaks of the bush-cricket Barbitistes vicetinus in the north-east of Italy, gave me the possibility to unravel some significant questions about this forest pest. Firstly, we confirmed the endemic origin of this species, suggesting that environmental factors rather than genetic factors could have a role in the demographic fluctuations of this orthopteran. Secondly, we clarified the role of temperature on survival and diapause, demonstrating how summer temperatures experienced by eggs after oviposition can affect their development, potentially shifting life-cycle from pluriannual to annual. Morevoer, we discovered a native egg parasitoid providing biological, taxonomical and distributional data that could be useful regarding its potential use in biological control against B. vicetinus. Another goal of this thesis was to implement conservation strategies to preserve different Orthoptera species with different ecological requirements. In particular, because agricultural intensification is widely considered a major threat to biodiversity, we investigated wether extensively managed perennial crops such as vineyards and olive groves could represent surrogate habitats for orthopterans. In addition, we focused on the endangered bush-cricket Anonconotus italoaustriacus, analysing genetic populations diversity among its small distribution area in the Alps to improve conservation strategies and prevent extinction.
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BERTOLDO, FABIO. « La protesi Valsalva nella chirurgia sostitutiva della radice aortica con conservazione della valvola nativa : follow-up a lungo termine ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/208570.

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Résumé :
Introduzione: La tecnica di sostituzione della radice aortica con conservazione della valvola nativa è sicura e caratterizzata da buoni risultati sia immediati che a distanza. Per migliorare ulteriormente i risultati a lungo temine, sono state ideate varie modifiche con l’intento di ricostruire la complessa struttura anatomo-funzionale della radice aortica. La protesi Valsalva sembrerebbe utile per ricreare più fedelmente tale struttura e consentirebbe anche una maggiore riproducibilità e standardizzazione di questa tecnica. Abbiamo analizzato retrospettivamente i nostri dati relativi all’intervento chirurgico ed al periodo immediatamente postoperatorio ed i dati ottenuti durante il follow-up.Pazienti e metodi: Da maggio 2000 ad ottobre 2009, 42 pazienti (36 di sesso maschile, età media di 53 ± 10 anni) venivano sottoposti ad intervento chirurgico di sostituzione della radice aortica con reimpianto della valvola nativa, utilizzando la protesi Valsalva. Sedici pazienti (38,1%) erano affetti da sindrome di Marfan e 2 (4,8%) presentavano valvola aortica bicuspide. Quindici pazienti (35,7%) venivano sottoposti ad altre procedure concomitanti. Risultati: La mortalità ospedaliera è risultata del 2,4%. Il follow-up, completo al 100%, presenta una durata media di 80 ± 36 mesi (mediana 94 mesi e range da 0 a 120 mesi). Si verificavano 4 decessi durante il periodo di osservazione, per cui la probabilità di sopravvivenza cumulativa a 10 anni è risultata dell’88,1%. In 7 pazienti (16,4%) si osservavano risultati non soddisfacenti: la probabilità di libertà da recidiva di insufficienza valvolare aortica, ma senza necessità di re-intervento, a 10 anni è risultata del 95,2%, mentre la probabilità di libertà da re-intervento a 10 anni è risultata dell’88,1%.
Background: The reimplantation valve-sparing aortic root replacement is safe and characterized by short and long-term good results. Several modifications have been proposed to rebuilt the complex anatomo-functional structure of the aortic root in the attempt to improve the long-term results. The Valsalva graft appears to be useful in order to recreate more closely such a structure also concurring to a greater reproducibility and standardization of this technique. We retrospectively analyzed our perioperative and long-term follow-up data. Methods: From May 2000 to October 2009, 42 patients (36 males, mean age of 53±10 years) underwent reimplantation valve-sparing aortic root replacement using the Valsalva graft. Sixteen patients (38.1%) had Marfan syndrome and 2 (4.8%) had bicuspid aortic valve. Fifteen (35.7%) underwent concomitant cardiac procedures. Results: The in-hospital mortality was 2.4%. There were no dropouts at the follow-up, which lasted 80 ± 36 months (median 94 months and range from 0 to 120 months). There were 4 late deaths during the period of observation, and so the 10-years cumulative actuarial survival was 88.1%. In 7 patients (16.4%) did not show satisfactory results: the 10-years freedom from recurrence of aortic insufficiency not needing reoperation was 95.2%, while the 10-years freedom from aortic valve reoperation was 88.1%. Conclusions: The reimplantation valve-sparing aortic root replacement using the Valsalva graft is safe and characterized by a low in-hospital mortality. The peculiar reconstruction of the aortic root, guaranteed by this conduit, positively influences the long-term results. Moreover, the Valsalva graft appears to favour a good reproducibility and a good standardization of this procedure.
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CAPPAI, MARTA. « La conservazione dei dipinti murali su intonaci in terra cruda : valutazione dell’ efficacia di materiali naturali tradizionali per il consolidamento corticale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249651.

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Résumé :
The research aims at analysing some topics regarding the conservation of painted earth surfaces (wall paintings - pictorial layers) using natural substances. The emphasis was laid on the consolidation on archaeological earth surfaces. Two of the main materials traditionally used in the conservation of earthen architecture were experimented: the mucilage of Opuntia Ficus Indica and starch of rice. The research was carried out in situ as well as in the laboratory. The case study of Templio Pintado in the Archaeological sanctuary of Pachacamac (south of Lima, Peru coast) was analysed to comprehend the knowledge of the artefact and the methodologies used in the conservation. The selected materials were tested on some points of the pictorial surfaces of the Templio and the improvement of the cohesion was evaluated. In the laboratory, the effect of these materials on specially-made support was tested. These supports were created and accelerated aging following the knowledge learnt in the situ experience. The natural materials used in the consolidation were compared to the ethyl silicate; one of the synthesis products mainly used in the consolidation of this kind of pictorial support. Diagnostics investigation (OM, XRD, Colorimetric analysis) allowed evaluating the effects of the materials on the surface, completing the observation made in situ. The alternation between in situ and in laboratory experimentation was essential because it allowed to completely understand the problem being faced in the conservation and what are the real requirements for conserving these important, but vulnerable, surfaces. Keywords: wall paintings; plaster; Opuntia Ficus Indica mucilage; rice starch; surface consolidation; earthen architecture.
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Martin, Chiara. « Efficienza economica e conservazione dei sistemi naturali nell'allocazione della risorsa suolo tra usi alternativi : un modello multicriteriale di aiuto alle decisioni nella pianificazione territoriale sostenibile ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425075.

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Résumé :
The thesis focuses on valuation in land use allocation, dealing with the problem of determining the optimal choice among alternatives in land planning. The aim of the thesis is double. In fact, on the one hand, the role of valuation in planning activities is investigated, in the light of sustainable development concept; on the other and, an original decision aiding methodology is proposed, which can be used by planners to select an optimal land use plan that balances the socioeconomic benefits and environmental impacts. The thesis is divided in two parts: the first part focuses on sustainability and planning concepts, deepening the role of valuation in sustainability assessment of land use plans; the second part shows the methodology proposed. The first part is made up by three chapters. The first chapter enters the concepts of sustainability and natural capital, and the debate on economic growth (expansionistic versus ecological paradigm). In the second chapter, the relationship between valuation and planning process, its development in the course of time, and the development of new valuation methods for sustainability assessment in planning are investigated. The most diffused approaches are illustrated: the cost-benefit approach, the multi-criteria evaluation, and the new "landscape approach". In the third chapter, methods for natural capital assessment are presented, from both economic and ecological point of view. For each one of these two approaches, the concept of value, valuation methods and applicability are analysed. The second part of the thesis presents a method that can be used by planners to select an optimal land use plan among alternatives. The method focuses on spatial dimension of economic activities and of ecosystems conservation. The model has a multicriteria structure, based on two objectives: economic efficiency and ecosystems conservation (that are contrasting elements of sustainable development). In the fourth chapter the framework of the model is illustrated, and its application in planning processes is explained. The fifth, and last, chapter presents the parameters used in the model to quantify the two objectives: Economic Index and Quality Index. The Economic Index measures the economic efficiency of a certain landascape structure (proposed by a land use plan), while the Quality Index quantify landscape structure ability to protect natural systems. These indexes are constructed referring to principles and instruments of specific disciplines: respectively, Regional Economy, which affects the relationship between land use and economic efficiency, and Landscape Ecology, which investigates the relationship between land use and ecosystems health. Conclusions summarize thesis contents and highlight difficulties and further research possibilities.
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8

VEGA, FERNANDEZ Tomas. « PESCA SOSTENIBILE E CONSERVAZIONE DELLA NATURA IN SICILIA ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10447/93283.

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Rovella, Natalia, Pietro Pantano, Gino Mirocle Crisci et Russa Mauro Francesco La. « Approccio multidisciplinare applicato allo studio delle interazioni tra nanoparticelle e substrati lapidei di diversa natura finalizzato alla conservazione di monumenti di interesse storico-artistico ». Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/935.

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Livres sur le sujet "Conservazione della natura"

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Russo, Danilo. Conservazione della natura e gestione delle aree protette. Napoli : Liguori, 2011.

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Whitehead, Frederick H. Ecologia pratica applicata alla conservazione della natura. Bologna : Edizioni Agricole, 1993.

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Meli, Ugo. La conservazione della natura nella legislazione regionale. Milano : A. Giuffrè, 1986.

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4

Fatigati, Giancarlo. Arti del legno : Natura, proprietà e problemi della materia nella conservazione delle opere. Naples : Università degli studi Suor Orsola Benincasa, 2010.

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Amirante, Domenico. La conservazione della natura in Europa : La Direttiva Habitat ed il processo di costruzione della rete Natura 2000. Milano : F. Angeli, 2003.

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6

Spagnesi, Mario. Alessandro Ghigi : La sua azione di promozione per la conservazione della natura attraverso la società emiliana Pro Montibus et Silvis e la Commissione per la conservazione della natura del C.N.R. Ozzano dell'Emilia, Italy] : Istituto nazionale per la fauna selvatica "Alessandro Ghigi", 2001.

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7

Torricelli, Maria Chiara, dir. ES-LCA e patrimonio naturale. Florence : Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-803-3.

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Résumé :
La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse ecologiche e naturali, la valorizzazione sostenibile degli spazi urbani e rurali rappresentano per le società del terzo millennio degli incontestabili paradigmi etici e delle ineludibili realtà con le quali confrontarsi. Alla tutela ambientale si sono affiancati obiettivi più ampi, connessi alla fruizione dei contesti territoriali, in un’ottica di conservazione attiva, e si sono modificate le strategie di intervento in funzione della valorizzazione di risorse e contesti, nonché dello sviluppo delle specificità del territorio stesso. L’analisi di sostenibilità, come strumento per monitorare, reinterpretare, sviluppare e valorizzare un territorio, e in particolare il suo patrimonio naturale, è il tema di questo libro che riporta i risultati di una ricerca condotta da un gruppo interdisciplinare che ha condiviso l’approccio Life Cycle. L’approccio del Ciclo di Vita – che si sta evolvendo verso una metodologia in grado di recepire la dimensione locale oltre a quella globale, la scala macro e meso oltre a quella del prodotto, la dimensione sociale oltre a quella ambientale ed economica – può essere appropriato e praticabile nell’analisi di sostenibilità di un territorio? A questa domanda, in particolare circoscritta ad aspetti ambientali, di biodiversità e di accessibilità ambientale-spaziale, il libro intende dare una risposta sia sul piano teorico, sia con l’applicazione ad un caso studio: il territorio in cui è inserito il Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli in Toscana. Il libro fornisce un quadro delle fasi di analisi e degli indicatori che le supportano e ne documenta l’applicazione a diverse scale nel contesto del Parco.
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8

Italy. Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo, dir. Il paesaggio del Lazio : Tutela, conservazione, qualità della trasformazione. Roma : De Luca, 2008.

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Actes de conférences sur le sujet "Conservazione della natura"

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Ragosta, Annamaria, et Bianca Gioia Marino. « Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage. » Dans HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage : Culture, People and Sustainability. Valencia : Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Résumé :
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi et Elettra Santucci. « L’antico sistema portuale ostiense : riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Résumé :
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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Uricchio, G., G. Zanoni et M. Panella. « Importanza delle riserve naturali gestite dal Corpo forestale dello Stato per la conservazione della biodiversità nazionale ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.041.

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Pugliano, Antonio. « Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare : studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano : il caso di Ostia ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Résumé :
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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5

Vagniluca, S., et G. Quilghini. « Criteri gestionali per la conservazione delle componenti rilevanti nella riserva naturale biogenetica Isola di Montecristo ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.042.

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Vagnarelli, Tommaso. « Considerazioni sulla conservazione di un paesaggio archeologico etrusco : il caso delle fortificazioni di Cerveteri ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11431.

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Résumé :
Considerations on the conservation of an etruscan archaeological landscape: the case of Cerveteri fortificationsWhere now stands the city of Cerveteri (RM), between the ninth and third century BC took form one of the most important city-states of Etruria: Caere. Today this place is especially noted for the presence of the Etruscan necropolis of Banditaccia, inserted in the UNESCO World Heritage List in 2004. The remains of the ancient fortifications, that represent one of the most interesting and well-preserved examples of an Etruscan defensive wall, are instead less known. Due to a prolonged abandonment and a presence of uncontrolled vegetation, the conservation of this testimony is now compromised by visible signs of deterioration. At the same time, this condition has defined a suggestive archaeological landscape in which architecture and nature coexist in a precarious balance. This contribution tries to deepen the importance of preserving this evocative symbiosis and proposes a possible conservative approach that could manage the relationship between ruins and vegetation.
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Basso, Marzia. « Paesaggi in movimento ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Résumé :
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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