Littérature scientifique sur le sujet « CONSERVATORI NAZIONALI »

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Articles de revues sur le sujet "CONSERVATORI NAZIONALI"

1

Colombo, Sabrina. « Universitŕ e contesto socio-economico nel Regno Unito. Il contributo della ricerca universitaria allo sviluppo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 67–79. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118005.

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Résumé :
A partire dagli anni settanta del secolo scorso nelle teorie dello sviluppo economico inizia a legittimarsi un nuovo framework concettuale. In precedenza, lo sviluppo era visto come accumulazione di fattori legati al lavoro e al capitale. A seguito tuttavia dei mutamenti nei modelli produttivi indotti dalla crescente competizione internazionale, accumulazione di conoscenza (capitale umano) e innovazione si impongono come elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie piů avanzate. Nelle scienze sociali e nelle agende politiche nazionali e sovra nazionali trova crescente legittimazione quindi il concetto di knowledge economy, in cui alle universitŕ spetta un ruolo fondamentale, sia per l'attivitŕ di formazione di capitale umano, sia per l'attivitŕ di ricerca. Le universitŕ dovrebbero pertanto integrarsi sempre piů nella societŕ, per rispondere alle esigenze dei principali stakeholders (studenti e attori economici) e produrre innovazione in collaborazione con (e per) l'ambiente esterno. In Europa il sistema di formazione terziaria del Regno Unito č considerato tra i piů aperti alle esigenze del mondo economico, anche a seguito degli interventi di policy iniziati dai governi conservatori degli anni ottanta. La ricerca presentata in questo articolo mette in evidenza la non linearitŕ di tale visione e soprattutto le contraddizioni e le retoriche intrinseche alle teorie e alle policies legate alla knowledge economy. Lo studio, che discute il rapporto tra universitŕ e attori socio-economici esterni nel Regno Unito, si basa sull'analisi di dati aggregati e interviste qualitative a testimoni privilegiati sia a livello nazionale sia in quattro studi di caso svolti a Manchester e Liverpool.
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2

Marini, Massimo. « Canzonieri spagnoli popolareggianti conservati a Roma (III) : il Ms. Corsini 970 ». Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos, no 4 (15 décembre 2015) : 60. http://dx.doi.org/10.14198/rcim.2015.4.04.

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Il Ms. Corsini 970 (olim 44.A.21) conservato all’Accademia Nazionale dei Lincei fornisce interessanti spunti di riflessione sui rapporti letterari fra Spagna e Italia in età tardorinascimentale e barocca. Confezionato con ogni probabilità a Roma, in seno alla corte del cardinal Ascanio Colonna tra la fine del xvi e gli inizi del XVII secolo, risulta nel suo insieme inedito. È costituito da un totale di 137 testi, di cui alcuni sono componimenti di tipo tradizionale, romances, quintillas e redondillas. Il componimento qui preso in esame, la Carta General de amor de Gaetán, è stato attribuito sia al Vicentino a che a Vozmediana, famoso per la traduzione della prima parte delle novelle di Giraldi Cinzio (Toledo, 1590).
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Santucci, Giacomo. « La Nascita di Forza Italia nella stampa quotidiana (novembre 1993-marzo 1994) ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (décembre 2012) : 51–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-002003.

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Résumé :
Il saggio analizza le diverse risposte del giornalismo italiano all'ingresso in politica di Silvio Berlusconi e alla nascita del suo partito politico, Forza Italia. Partendo da una lettura sistematica della stampa del periodo, il testo prende quindi in esame l'orientamento dei principali quotidiani nazionali in relazione ai temi principali del dibattito politico che caratterizzarono la campagna elettorale del 1994: dall'apertura politica in favore di Gianfranco Fini, leader del Movimento sociale italiano, al tema del duplice ruolo di imprenditore ed esponente politico di Berlusconi, dalla nuova forma-partito di Forza Italia al tentativo di costruire un nuovo polo conservatore dopo la crisi del sistema partitico italiano, dalle difficoltŕ della duplice alleanza politica di centrodestra durante la campagna elettorale all'inizio delle indagini giudiziarie sul gruppo Fininvest. L'autore infine propone alcune osservazioni sul ruolo e sulla capacitŕ dei quotidiani di comprendere gli elementi di rottura incarnati da Forza Italia e il ruolo di Silvio Berlusconi come elemento innovativo nel panorama politico italiano
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Baragli, Matteo. « Il Centro nazionale italiano e la Santa sede Profili e progetti del clerico-fascismo in Italia 1922-1929 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 263 (décembre 2011) : 239–54. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263004.

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Résumé :
L'articolo analizza la vita e l'ideologia del Centro nazionale italiano, la formazione politica piů rappresentativa del clerico-fascismo italiano fondata nel 1924 da cattolici conservatori e filofascisti espulsi dal Partito popolare italiano. Il Cni garantě il suo pieno sostegno politico al fascismo, traendone ragione dal legame indissolubile e provvidenziale esistente, a suo avviso, fra cattolicesimo e nazione italiana. Un legame che la politica religiosa del fascismo avvalorava, restituendo alla fede cattolica il rilievo pubblico che il liberalismo le aveva sottratto. Il Vaticano vide con iniziale benevolenza l'attivitŕ del Cni, ma poi incominciň a diffidarne per l'eccessivo filofascismo e per l'autonomia con cui esso si muoveva rispetto alla Santa sede. I sospetti si accrebbero a seguito delle frizioni con l'Azione cattolica e della condanna dell'Action française. Nel 1928 Pio XI condannň duramente il Cni, segnando la fine di questo progetto clerico-fascista, mentre l'accordo fra regime e istanze cattoliche avrebbe seguito la via del Concordato del 1929.
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Raimondo, Rossella. « Madri irregolari : l’esperienza dell’ospizio di maternità di Bologna dal 1860 al 1919 ». El Futuro del Pasado 11 (9 septembre 2020) : 357–72. http://dx.doi.org/10.14516/fdp.2020.011.012.

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A partire dall’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Storico Provinciale di Bologna, il presente articolo ricostruisce la storia dell’asilo di maternità, annesso, nel 1860, al secolare brefotrofio cittadino, con il fine di rivolgersi non più solo ai bambini illegittimi, ma anche alle donne che li portavano in grembo; essi divennero centri di propulsione di politiche e iniziative che intendevano superare le vecchie e ormai obsolete logiche che collocavano queste madri nella categoria della «devianza», per riconoscerle come soggetti verso i quali prevedere forme di tutela a livello sociale e igienico-sanitario. La storia dell’istituzione felsinea verrà confrontata con altre strutture nate con simili scopi e finalità su scala nazionale, al cui interno verranno sperimentate e sviluppate nuove conoscenze e pratiche nel campo dell’ostetricia.
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König-Pralong, Catherine. « Philosophiefeindlichkeit und konservatives Denken : Karl Wittes Dante ». Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no 1 (23 septembre 2020) : 117–30. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0010.

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Riassunto Agli antipodi della rappresentazione di Dante come precursore dell’unità nazionale, elaborata dalla filologia erudita italiana, Karl Witte, il più importante dantista di lingua tedesca del XIX secolo, costruì l’immagine di un Dante mistico e antirazionalista, cattolico e conservatore. Il presente articolo analizza, in primo luogo, il progetto intellettuale di Witte a partire dalle reti di relazioni sociali da lui intrattenute, dalle università prussiane sino alla Roma dei pittori ›nazareni‹, per giungere all’università di Halle, dove Witte occupò la cattedra di diritto romano per un periodo di quasi cinquant’anni. In un secondo momento, il contributo si sofferma sulla ricezione delle interpretazioni di Witte, e in particolare della sua lettura riduttiva del Convivio e della filosofia che in esso si esprime. L’articolo mostra come i dibattiti suscitati dai lavori di Witte abbiano infine ecceduto le aspettative del suo stesso autore per dar luogo a una vasta discussione sulla natura e sul valore della scolastica.
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Oliva, Federico. « L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma ». Ciudades, no 18 (8 novembre 2017) : 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Obermájer, Ervin. « Párhuzamok a vértanúságba ágyazott hősiesség horizontján ». Studia Theologica Transsylvaniensia 23, no 1 (15 juin 2020) : 167–75. http://dx.doi.org/10.52258/stthtr.2020.1.06.

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Se c’affrontiamo la realtà del secolo XXI., possiamo confermare, che l’archetipo dell’eroe non vive più nella quella forma in cui fu abituato nei secoli precedenti. Nello questo studio, l’autore desidera a presentarci l’evoluzione dell’immagine dell’eroismo attraverso tre vari campi della scienza umana. Analizzando il prototipo dell’eroe antico dal punto di vista della letteratura antica, riconosciamo un essere umano, il quale fu colpito dalla gloria terrena, la corona di alloro posta sulla testa dell’uomo e l’apprezzamento del popolo. Possiamo dire con massima certezza, che quest’immagine fu conservato attraverso dei secoli nella storia della maggior parte dei popoli. Nella storia del popolo ungherese (nel secolo XVII. e XX.) c’è un aspetto molto speciale dell’eroismo, in cui la battaglia dell’eroe contiene in più un additivo teologico-nazionale per cui l’eroe entra nel santuario del popolo, mostrandoci la sua battaglia soprannaturale per la fede in liberta nazionale. Alla fine, se ci pensiamo profondamente sul termine del martirio, ci rivela l’assioma, che il martirio autentico si trova nel cristianesimo, dove la battaglia dei fedeli è per lo scopo divino, per la gloria eterna. Questa battaglia, la gloria divina non è più egoista, ma guarda alla fede sublime e divina, e quest’aspetto fu coerente in ogni secolo della Chiesa, in Transilvania anche. Analizzando la vita dei Dieci Martiri di Transilvania, possiamo confermare che l’essenza della loro eroicità è identico di quella dei primi martiri della Chiesa primitiva, cioè l’idea del martirio cristiano è costantemente lo stesso.
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SALA, LUCA LÉVI. « P. A. LOCATELLI AND J.-M. LECLAIR : LEGACY IN THE XIX CENTURY FONDAZIONE MIA, BERGAMO, 17–19 OCTOBER 2014 ». Eighteenth Century Music 12, no 2 (24 août 2015) : 274–76. http://dx.doi.org/10.1017/s1478570615000226.

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Résumé :
In October 2014 scholars from Europe and North America took part in a conference dedicated to two important figures active during the eighteenth century as composers and virtuosos of the violin, to mark the two hundred and fiftieth anniversary of their death: Pietro Antonio Locatelli (Bergamo, 1695–Amsterdam, 1764) and Jean-Marie Leclair l’aîné (Lyon 1697–Paris, 1764). The event was organized by the Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini (Lucca) in partnership with the Fondazione MIA of Bergamo and the Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française in Venice, and also with the collaboration of the Edizione Nazionale Italiana delle Opere Complete di Locatelli. Accommodated in the magnificent Sala Locatelli of the Fondazione MIA, the conference was subdivided into six sessions. First came ‘Pietro Antonio Locatelli and His Legacy’, with speakers Paola Palermo (Bergamo), Christoph Riedo (Universität Freiburg, Switzerland) and Ewa Chamczyk (Uniwersytet Warszawski), followed by ‘French Routes’, featuring Étienne Jardin (Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française), Candida Felici (Conservatorio di Musica di Cosenza) and Paola Besutti (Università di Teramo). The third session, ‘Pierre-Marie-François de Sales Baillot’, was held to mark the bicentenary of Baillot's foundation of his séances de musique de chambre (chamber music concerts).
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Duszyński, Wojciech, et Bartosz Jan Kołoczek. « Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale ». Classica Cracoviensia 22 (29 octobre 2020) : 47–77. http://dx.doi.org/10.12797/cc.20.2019.22.02.

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Alcuni commenti sulla ricezione della figura di ificrate di atene nella letteratura latina e occidentale Ificrate di Atene (c. 420 – c. 350 a.C.) è un comandante militare greco che sembra essere un esempio di una figura famosa nell’antichità, ma quasi completamente dimenticata nei tempi successivi. Ha ricoperto più volte l’incarico di stratega nella sua città natale e nel 390 ha vinto gli Spartani nella battaglia di Lecheo. È stato condottiero al servizio dei sovrani traci e del re di Persia. Molto probabilmente ha apportato innovazioni negli armamenti di fanteria: conosciute come “la riforma di Ificrate”. La sua fama è andata ben oltre il mondo greco, come dimostrano i riferimenti conservati nella letteratura latina, sovente molto utili per la ricostruzione della sua biografia. Pertanto, l’Ateniese apparteneva ai personaggi piuttosto noti tra i Romani, che probabilmente attirarono l’attenzione su aspetti notevolmente diversi dal suo ritratto nelle fonti greche. I riferimenti sorprendenti su Ificrate si trovano anche nella letteratura moderna (sia neo–latina, che sviluppata in lingue nazionali). Lo scopo di que to articolo è quello di identificare quegli elementi della biografia del comandante ateniese, che erano di particolare interesse per gli autori latini e moderni basati sulla antica letteratura latina, di determinare le fonti che hanno usato e specificare le ragioni del loro fascino.
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Thèses sur le sujet "CONSERVATORI NAZIONALI"

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Lovino, Francesco. « Bisanzio fuori Bisanzio. Le illustrazioni dei manoscritti greci di origine provinciale conservati alla Biblioteca Nazionale Marciana ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424019.

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Résumé :
The aim of the essay is to analyze the production of greek manuscripts in the peripheral areas of the byzantine empire, providing an art-historical perspective to one of the most debated issues in studies. Moving from the extraordinary heritage of the Biblioteca Marciana of Venice, were selected fifteen decorated manuscripts, emblematic of a production often underestimated. After an introduction dedicated to the constitution and development of the collection, from Bessarion to the eighteenth-century collectors, the essay will firstly focus on greek manuscripts made in Southern Italy and Sicily between the tenth and fourteenth centuries. The study of ornamentation between the tenth and eleventh century is conducted through the analysis of the decorative repertoire that developed in Calabria, Campania and Lazio as a result of the intensification of relations between greek monasticism and Benedictine monasticism; then it goes to the study of cultural policy of Norman rulers in Sicily during the twelfth century, and its effects on the byzantine miniature in Sicily. A further chapter is finally devoted to the Salento of the fourteenth century, deepening the illustrations of Glycas Marc. gr. Z. 402 (1031). The second section of the essay focuses on oriental provinces and Greece between X and XIV century. Moving from paleographic and codicological studies, the first chapter of the section is intended to provide an art-historical perspective on manuscript production in the peripheral areas of Constantinople, tying some "eccentric" details to the ornamental repertoire of certain provinces, from Cappadocia to Bithynia, to Greece. Finally, the last chapter deepens the book decoration in Thessalonica at the beginning of the fourteenth century, studying its relations with the monumental art in Macedonia and in Serbia under Stephen Uroš II Milutin.
L’elaborato intende affrontare criticamente la produzione di manoscritti greci nelle aree periferiche dell’impero bizantino, fornendo un punto di vista storico-artistico ad una delle problematiche più dibattute dagli studi contemporanei. Muovendo dallo straordinario patrimonio della Biblioteca Marciana di Venezia, sono stati selezionati quindici codici che, per la loro decorazione, sono emblematici di una produzione spesso sottovalutata. Dopo un’introduzione dedicata alla nascita e allo sviluppo della collezione marciana, da Bessarione fino ai collezionisti del Settecento, nella prima parte del lavoro l’attenzione è posta sui codici greci realizzati in Italia meridionale e in Sicilia fra il X e il XIV secolo. Dallo studio dell’ornamentazione fra X e XI secolo, attraverso l’analisi del repertorio decorativo che si sviluppò fra Calabria, Campania e Lazio quale conseguenza dell’intensificarsi dei rapporti fra monachesimo greco e monachesimo benedettino, si passa quindi ad analizzare la politica culturale della dinastia Altaville nel XII secolo, e dei suoi riflessi sulla miniatura bizantina nell’isola. Un ulteriore capitolo è poi dedicato al Salento del XIV secolo, approfondendo le illustrazioni del Glycas Marc. gr. Z. 402 (1031). La seconda sezione dell’elaborato si concentra invece sulle provincie orientali e la Grecia fra X e XIV secolo. Muovendo da studi paleografici e codicologici, il primo capitolo della sezione intende offrire un punto di vista storico-artistico sulla produzione manoscritta nelle aree periferiche di Costantinopoli, legando alcuni dettagli “eccentrici” del repertorio ornamentale a determinate provincie, dalla Cappadocia alla Bitinia, alla Grecia continentale.Conclude il lavoro un approfondimento sulla decorazione libraria a Tessalonica all’inizio del Trecento, e sui suoi rapporti con l’arte monumentale in Macedonia e nella Serbia di Stefano II Uroš Milutin.
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BACCIOTTINI, FRANCESCO. « Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 a Firenze ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/1001496.

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Résumé :
Questa tesi di dottorato analizza la vita politica a Firenze nella convulsa fase storica vissuta dal Paese a cavallo della prima guerra mondiale. Culla della destra nazionalista e allo stesso tempo laboratorio dell'intransigenza rivoluzionaria socialista, Firenze fu amministrata fino al termine della prima guerra mondiale dalle forze liberali sebbene sempre più incalzata dai socialisti e dalle altre componenti popolari. I cardini della ricerca sono le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 in una città caratterizzata dal vivace scontro politico e incline ad abbracciare soluzioni estremiste. Il lavoro mira a colmare le parziali lacune esistenti nella letteratura storica di riferimento utilizzando la stampa dell'epoca, nonché documenti ufficiali e fondi d'archivio. Lo scopo di questo elaborato, in sintesi, è quello di fornire un quadro quanto più articolato possibile della vicenda politica della città nel periodo considerato. Allo stato attuale, infatti, la pur cospicua letteratura storica disponibile ha privilegiato i principali soggetti politici attivi a Firenze ma ha trascurato le forze politiche minori e il loro ruolo talora decisivo nella partecipazione o meno ad alleanze elettorali. L'angolatura elettorale amministrativa costituisce il parametro su cui si misurano tappe politiche essenziali della vicenda nazionale come l'eclissi del giolittismo e fratture come la crisi del dopoguerra con i laceranti effetti del diciannovismo, la radicalizzazione dello scontro politico e le avvisaglie del ruolo di difensore dei valori nazionali conferito al nascente fascismo. Il tutto in parallelo alla dilatazione del corpo elettorale e al compimento, nel 1919, del processo di nazionalizzazione della politica. Durante l'arco di tempo considerato Firenze si trasformò in un laboratorio sperimentale di ogni forma di estremismo politico. Non a caso la città venne messa a ferro e fuoco nel giugno del 1914 durante lo sciopero generale indetto dalla Camera del Lavoro e assistette sgomenta all'esplosione di una vera e propria guerriglia urbana nel 1920, quando dovette intervenire l'esercito per ripristinare l'ordine minacciato dai proiettili e dalle bombe degli squadristi. Le elezioni amministrative del 1914 e del 1920 si collocano in questo contesto particolarissimo i cui estremi cronologici sono la settimana rossa e il biennio rosso, manifestazioni, l'una e l'altra, di rilevanti tensioni sociali sia per la natura 'ribellista' di certi segmenti del proletariato, sia per la struttura economica della città. Caratterizzata da un tessuto sociale incentrato nell'artigianato, Firenze subì pesantemente gli effetti della crisi economica sia del periodo successivo alla guerra di Libia, sia e sopratutto nel primo dopoguerra. Il tradizionale corso politico liberale non riusciva più a dare risposte adeguate ad un popolo molto impegnato politicamente: nascevano nuovi interessi di classe e nuovi modi di interpretare la res publica. Alla continua radicalizzazione in senso rivoluzionario del PSI corrispose la nascita di organismi antibolscevichi che, grazie alle connivenze della forza pubblica, della classe dirigente, del ceto medio e al disinteresse del potere centrale, finanziarono e permisero la diffusione dello squadrismo. La tesi, articolata in cinque capitoli, è divisa in due parti dedicate alle due tornate amministrative. Ognuna di esse è introdotta dalla descrizione del contesto normativo elettorale di riferimento, cui seguono un'analisi del corpo elettorale, le rivendicazioni delle diverse categorie sociali e la descrizione della campagna politica per le elezioni nazionali che precedettero quelle amministrative (1909-1913-1919). Lo scopo è quello di rilevare l'efficacia, la penetrazione e la continuità delle politiche attivate dai partiti locali. In quest'ottica la struttura della tesi permette di studiare l'azione dei partiti attraverso l'indagine dei meccanismi di formazione della rappresentanza in relazione al contesto normativo. Inoltre, analizzando il corpo elettorale e le relative rivendicazioni, si rende possibile anche lo studio delle pratiche identitarie, delle forme di mobilitazione e di contrapposizione ed infine la capacità di permeabilità dei partiti nella comunità locale. Per comprendere quali e quanti fossero gli elettori e le relative scelte in sede elettorale, la tesi fotografa il tessuto sociale-lavorativo della città attraverso un'analisi demoscopica elaborata sulla base dei dati del Censimento della popolazione e del Censimento degli opifici al 1911 del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio (MAIC). Il primo dei due assi portanti della tesi è costituito dalle elezioni amministrative del 1914. Al fine di presentare una ricostruzione puntuale della vicenda, alla pubblicistica di spessore più rilevante, concentrata su liberali socialisti e cattolici, si è affiancata la ricognizione attenta della stampa coeva. Sono stati consultati i quotidiani principali della città di differente orientamento politico: “La Nazione”, quotidiano dei conservatori nazionali, vicino al clerico-moderatismo; “Il Nuovo Giornale”, liberale-progressista; “La Difesa”, quotidiano socialista a carattere locale e “L'Unità, problemi di vita italiana”, anch'esso socialista ma più attivo su questioni d'interesse nazionale; “L'Unità Cattolica”, quotidiano dei cattolici intransigenti. Attraverso la stampa è stato possibile ricostruire lo scacchiere partitico della città, le strategie politiche portate avanti dai singoli partiti, i relativi statuti, i diversi programmi e i processi di formazione degli schieramenti e di selezione dei candidati. Per l'analisi dei risultati elettorali del 1914 un contributo significativo è offerto dallo studio statistico di Ugo Giusti dedicato all'elezione del consiglio comunale nel capoluogo toscano, studio in cui l'autore rilevò la difficoltà nel reperire dati ufficiali riguardo all'esito della consultazione. Giusti si occupò, tuttavia, solo dell'esito elettorale per il consiglio comunale e riportò il numero di voti riscossi complessivamente da ogni lista, cosa che non permette di comprendere fino in fondo il grado di appetibilità dei singoli candidati presentati dai vari schieramenti. Riguardo alla partecipazione elettorale, inoltre, lo statistico si concentrò solo su quella complessiva del comune, senza analizzare il differente tasso di partecipazione/astensionismo nelle varie aree della città. Per comprendere a pieno la capacità di attrazione esercitata dai diversi soggetti politici, nonché il grado di fedeltà dell'elettorato verso il proprio partito di riferimento, si è ritenuto utile verificare la percentuale di partecipazione nei quattro mandamenti urbani, unità territoriali per l'elezione dei consiglieri provinciali. Questi, infatti, erano abitati da cittadini di estrazione sociale diversificata e costituivano, pertanto, spazi socio-politici che raccoglievano interessi e aspettative differenti. In quest'ottica, l'analisi della partecipazione in un mandamento, in cui possono essere identificati interessi di classe prevalenti, può rivelarsi un indicatore attendibile per verificare il livello di gradimento di un determinato partito in relazione ad un preciso contesto economico-sociale. Per la partecipazione nei quattro mandamenti, oltre allo studio di Giusti, è stato consultato “Il Nuovo Giornale”, unica fonte che fornisce i dati necessari e l' Annuario statistico del comune di Firenze (1914). Per quanto riguarda l'elezione dei consiglieri comunali, sia nel 1914 che nel 1915 quando si tennero di nuovo le elezioni per il consiglio comunale, Maccabruni offre un quadro esaustivo su eletti, non eletti e numero di voti conseguiti. Per l'elezione dei consiglieri provinciali, invece, è stata consultata la stampa coeva. Sebbene la prima guerra mondiale non sia oggetto di questa tesi, si è ritenuto opportuno considerare le ripercussioni economico-sociali che il conflitto recò alla vita della città per comprendere le scelte fatte dal corpo elettorale in occasione delle elezioni politiche del 1919 e di quelle amministrative del 1920. Aprono pertanto la seconda parte della tesi le problematiche della riconversione industriale, del numero degli operai occupati nei relativi stabilimenti, delle condizioni lavorative e dell'incombente crisi economica. Sul clima politico fiorentino alla fine del conflitto e per descrivere lo scenario partitico nel 1919, la letteratura storica è stata affiancata da un'analisi comparata della stampa dell'epoca. Oltre ai quotidiani già citati sono stati consultati “La Libertà”, quotidiano del PPI; “L'Assalto”, inizialmente quotidiano dei futuristi, ben presto organo di stampa dei primi squadristi; “Il Giornale d'Italia”, liberale conservatore. Per introdurre la campagna delle consultazioni amministrative del 1920 si è proceduto col descrivere la stratificazione sociale degli elettori e le rivendicazioni portate avanti nel territorio fiorentino nel periodo precedente le elezioni. Per le occupazioni delle fabbriche, dei campi e sulla reazione del padronato si è fatto riferimento alla pubblicistica più significativa. Di scarso aiuto è invece risultata la consultazione della corrispondenza del cardinal Mistrangelo, reperita presso l'Archivio Diocesano di Firenze. Sia per la cronaca dei tragici accadimenti fiorentini che nell'agosto del 1920 accesero un clima elettorale già teso, cioè l'esplosione della polveriera di San Gervasio e la manifestazione socialista in cui la polizia uccise tre operai, sia sulla formazione degli schieramenti per le elezioni amministrative del 1920 che sulla guerriglia urbana successiva alla consultazione, la pubblicistica disponibile in materia è stata arricchita dalla consultazione della stampa dell'epoca e da fondi archivistici. Per l'Unione Politica Nazionale (UPN), oltre alla letteratura di riferimento e ai quotidiani precedentemente citati, sono stati consultati autori fascisti quali Banchelli, Frullini, Piazzesi e i periodici “L'Arolotto”, settimanale de “La Pagina Fiorentina”; “La Pagina Fiorentina”, quotidiano vicino all'UPN; “La Voce”, rivista di cultura e politica. La consultazione del fondo Orvieto, conservato presso l'archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti”, Gabinetto G. P. Vieusseux, ha permesso di integrare le conoscenze già acquisite sul ruolo ricoperto dall'UPN nella campagna elettorale. I documenti là esaminati hanno reso possibile ricostruire la fitta rete di finanziamenti erogati dall'Unione Politica Nazionale ai partiti aderenti. Per il partito popolare la pubblicistica di riferimento è stata affiancata dalla consultazione di periodici già citati e da “L'idea Popolare”, giornale locale del PPI fiorentino pubblicato a ridosso delle elezioni e “L'Ora Nostra”, quotidiano cattolico. Si sono rivelati utili alla comprensione del clima elettorale e delle convulse giornate che seguirono alla consultazione del 1920 i periodici precedentemente citati e il quotidiano fascista “La Sassaiola”. Come per le elezioni del 1914, Giusti offre un contributo significativo per la ricostruzione dell'esito elettorale del 1920. Tuttavia, anche in questo caso lo statistico fiorentino si occupò della sola elezione per il consiglio comunale riportando i voti riscossi complessivamente da ogni lista ma non dai singoli candidati. Riguardo alla partecipazione elettorale lo studio fa riferimento nuovamente a quella complessiva nel comune di Firenze senza considerare i singoli mandamenti. Come per la tornata elettorale amministrativa precedente, quindi, si è proceduto alla consultazione della stampa coeva per ricostruire l'affluenza nei diversi mandamenti, riportare i voti riscossi dagli eletti in consiglio comunale e in quello provinciale. Per l'elezione del sindaco sono stati consultati gli Atti del consiglio comunale (1920), reperiti presso l'archivio storico del comune di Firenze.
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Livres sur le sujet "CONSERVATORI NAZIONALI"

1

Catanzaro, Carlo. Accademia e conservatori : Organizzazione amministrativa didattica, accademie di belle arti, accademia nazionale d'arte drammatica, accademia nazionale di danza, conservatori di musica e istituti superiori per le industrie artistiche. [Napoli] : Tecnodid, 1994.

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Patrizia, Danella, dir. I codici greci conservati nell'Archivio di Montecassino. Montecassino : Pubblicazioni cassinesi, 1999.

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Piero, Cattaneo, Istituto regionale di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi (Lombardy, Italy) et Conservatorio di musica Giuseppe Verdi (Milan, Italy), dir. Atti IV Convegno nazionale sulla sperimentazione nei licei musicali dei conservatori : Milano, 3-4-5 maggio 1985, Palazzo delle Stelline. Milano : Unicopli, 1986.

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4

Alighieri, Dante. La divina commedia di Dante Alighieri : Manoscritto Pal 313 conservato presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Roma] : Società Dante Alighieri, 2013.

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5

Bigazzi, Duccio. Bibliografia dell'economia e della società lombarda, 1900-1945 : I libri e gli opuscoli conservati presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e la Biblioteca nazionale braidense. Milano : Editrice bibliografica, 1985.

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6

Il ritratto "filosofico" di Federico Cesi conservato presso l'Accademia nazionale dei Lincei (Roma, Palazzo Corsini) : Una preziosa testimonianza storica poco studiata e bisognosa di oculato restauro. Tivoli (Roma) : Grafiche Trusiani, 2012.

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7

Bertelé, Matteo, Angela Bianco et Alessia Cavallaro. Le Muse fanno il girotondo : Jurij Lotman e le arti. Venice : Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-352-6.

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Résumé :
Giunta alla sua terza pubblicazione, la collana Obratnaja perspektiva | La Prospettiva rovesciata continua la sua missione di indagine e divulgazione di aspetti rilevanti della cultura figurativa russa, approfondendo l’apporto specifico di influenti personalità. Questo volume è dedicato alla figura di Jurij Lotman (1922-1993), il cui pensiero ha ispirato studiosi e pensatori di ogni disciplina e provenienza, come è ben dimostrato dalla presente selezione di interventi, pubblicati in lingua originale, e presentati da studiosi di diverse nazionalità e giovani ricercatori italiani in occasione del convegno «Le Muse fanno il girotondo. Jurij Lotman e le arti» e del seminario propedeutico al convegno stesso. A chiudere la rassegna lotmaniana e il presente volume, entrambi a cura del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell’Università Ca’ Foscari Venezia, si propone una selezione di disegni realizzati da Lotman, oggi conservati presso le Università di Tallinn e Tartu.
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Catalogo dei manoscritti copti Borgiani conservati presso la Biblioteca nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli : Con un profilo scientifico di Stefano Borgia e Georg Zoega e una breve storia della formazione della collezione Borgiana. Roma : Bardi, 2009.

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9

Alberto, Guaraldo, et Biblioteca nazionale di Torino, dir. Curiosità della foresta d'Amazzonia e arte di curar senza medico : Un quaderno di viaggio colombiano del 1854 conservato nella Biblioteca nazionale universitaria di Torino. Torino : Segnalibro, 1991.

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10

Atti IV Convegno nazionale sulla sperimentazione nei licei musicali dei conservatori : Milano, 3-4-5 maggio 1985, Palazzo delle Stelline. Unicopli, 1986.

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Chapitres de livres sur le sujet "CONSERVATORI NAZIONALI"

1

Luciani, Emanuela. « Le Carte di Tordi : dalla tesi al catalogo, catalogazione degli autografi conservati presso la nuova biblioteca pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto ». Dans 1. Seminario Nazionale di Biblioteconomia, 219–21. Ledizioni, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.1464.

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