Thèses sur le sujet « Conoscenza tecnologica »

Pour voir les autres types de publications sur ce sujet consultez le lien suivant : Conoscenza tecnologica.

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les 33 meilleures thèses pour votre recherche sur le sujet « Conoscenza tecnologica ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Parcourez les thèses sur diverses disciplines et organisez correctement votre bibliographie.

1

Tudisco, Salvatore <1989&gt. « Il sistema dell'innovazione tecnologica e scientifica cinese : il percorso dello scambio di conoscenza ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4249.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si interroga sull'integrazione del sistema tecnologico e scientifico cinese nella rete dello scambio tecnologico globale. Abbiamo studiato le relazioni che interessano la produzione di innovazione "made in China", e quelle aree geografiche tradizionalmente produttrici di cambiamenti innovativi, seguendo tre prospettive di ricerca. La prima, è quella relativa ai piani e ai programmi sistematici voluti dalla Repubblica Popolare cinese ed in generale a tutti quegli sforzi istituzionali per fare della Cina un paese a vocazione innovativa entro il 2020. La seconda prospettiva è invece legata alla letteratura manageriale che si concentra sullo studio dello scambio di conoscenza, sulle fonti di conscenza e sulla globalizzazione dei processi di ricerca e sviluppo. Infine, nella terza prospettiva, ci siamo serviti di un database nel quale abbiamo raccolto informazioni relative a diversi brevetti, tutti appartenenti ad assegnatari non cinesi, ma generati tramite il contributo di almeno uno scienziato di nazionalità cinese. Cosi, abbiamo tracciato una mappa dello scambio tecnologio globale, e compreso qual è il percorso dell'innovazione cinese all'interno di esso.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Giglio, Rita. « Tecnologie nella società della conoscenza : i software di geometria dinamica ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13493/.

Texte intégral
Résumé :
In questa tesi, dopo una breve descrizione della società contemporanea, viene analizzato il cambiamento della diffusione della conoscenza con l’avvento delle TIC. Quindi, ridimensionando il ruolo delle nuove tecnologie a strumenti per la didattica, viene proposta la scelta di una loro implementazione nel rispetto di quelli che la riflessione pedagogica individua come assunti principali per i fini educativi etico e sociali. Si analizza inoltre una delle vie possibili di utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica: il laboratorio di matematica. Successivamente vengono descritti i software di geometria dinamica ed in particolare GeoGebra, focalizzando l’attenzione su quelli che sono gli aspetti positivi che agevolano e sostengono il processo di insegnamento–apprendimento. Infine, viene descritta un’esperienza didattica nella quale si è potuto sperimentare se e in che misura le nuove tecnologie possono migliorare l’apprendimento dello studente.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Giuffrida, Alessia. « I materiali lapidei tradizionali nell'architettura contemporanea. La pietra di Siracusa ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/399.

Texte intégral
Résumé :
L'involucro di un edificio ha la funzione non solo di garantire protezione dagli agenti esterni ma di definire lo spazio e la sua identita'à   configurativa, di relazionarsi con il paesaggio e la citta. Oggi la concezione di involucro e' cambiata rispetto al passato: da quella massiva e portante, si e' passati ad una legata alla leggerezza e alla trasparenza. La tesi si indirizza verso l uso della pietra in senso tradizionale ed innovativo ed ha come strumento di confronto il tipico calcare bianco-giallognolo che contraddistingue l'edificato storico di Siracusa. Momento fondante della ricerca e' una preventiva e accurata fase di conoscenza delle tecniche e logiche dell'architettura contemporanea per l'uso della pietra, del contesto nel quale essa viene utilizzata, del suo stato di conservazione e delle cave di estrazione, sia antiche che nuove. Studi di particolare importanza riguardano la durabilita' del materiale lapideo, in stretta relazione con le sue caratteristiche mineralogico-petrografiche, chimiche e fisiche. Il metodo utilizzato si basa su un approccio non solo teorico ma anche pratico e interdisciplinare. Esso quindi si sviluppa attraverso sei fasi: 1. Raccolta delle informazioni sui materiali lapidei attraverso ricerche bibliografiche; 2. Analisi e schedatura di casi studio di rilievo nazionale e internazionale, in cui l uso della pietra nelle facciate e' di fondamentale importanza per la caratterizzazione dell'edificio; 3. Campionamento dei materiali lapidei di Ortigia e delle cave siracusane; 4. Indagini tecnico-scientifiche di laboratorio; 5. Elaborazione delle informazioni; 6. Conclusioni. Obiettivo della ricerca e' dunque creare un supporto alle scelte costruttive locali per indirizzarle verso campi di applicazione contemporanei in un'ottica di risparmio energetico. Tale ipotesi e' supportata dalla possibilita'à   di impiegare un materiale naturale, con un basso impatto ambientale e con livelli prestazionali migliorati a fronte delle analisi conoscitive svolte. Scegliere una pietra del luogo significa inoltre tramandarne la memoria, inserire il progetto entro un contesto specifico, ma anche abbassare i costi di trasporto e acquisto. Lo studio punta infine alla possibilita' di ripetere e applicare tale metodo a contesti similari, ovvero con materiali e tecniche costruttive confrontabili, o con caratteristiche ambientali, condizioni di degrado, uso di materiale lapideo affini.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Fiore, Daniele. « Società della conoscenza e nuove tecnologie : innovazione didattica nella scuola secondaria di secondo grado ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11446/.

Texte intégral
Résumé :
All'interno di questo elaborato vengono analizzati gli effetti positivi e negativi dell'introduzione delle nuove tecnologie nel sistema scolastico all'interno della società odierna, definita società della conoscenza; vengono descritte la lavagna interattiva multimediale e successivamente due software didattici, proponendo al termine una proposta di innovazione attuabile nella scuola secondaria di secondo grado, basata su un mio intervento riguardante l'unità didattica della "Retta nel piano cartesiano" e della "Parabola". Il filo conduttore è quello dell'analisi critica nei confronti delle potenzialità che la rivoluzione digitale porta con sé, cercando di riflettere su quello che potrebbe essere il giusto compromesso tra la nostra scuola e i tempi odierni.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Agostini, Valeria. « Nuove conoscenze sulla composizione delle uova ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

Trouver le texte intégral
Résumé :
Il consumo di uova di gallina consente di apportare significative quantità sia di macro-nutrienti (proteine di elevato valore biologico e lipidi con un equilibrato rapporto polinsaturi:saturi pari 0,7-0,8) e micro-nutrienti (le principali vitamine idrosolubili dell’acido ascorbico e liposolubili e di minerali quali Ca, S, P, Se e Fe). La concentrazione di colesterolo nelle uova si è significativamente ridotta a causa dell’elevata produttività raggiunta dai genotipi attualmente impiegati nell’allevamento dell’ovaiola ed il contributo al livello presente a livello ematico nell’uomo è stato profondamente ridimensionato dalle ricerche condotte negli ultimi 20 anni. Il profilo nutrizionale delle uova può essere inoltre proficuamente arricchito mediante l’integrazione dei mangimi somministrati alle ovaiole (es. vitamine D e B12, Se, PUFA n-3, etc.). Nell’ultimo decennio sono stati condotti studi approfonditi sulle caratteristiche chimiche-fisiche per sviluppare applicazioni al fine di evidenziare i possibili componenti delle uova dotati di potere bioattivo. Infatti, l’estrazione e l’impiego di molecole biologicamente attive presenti nell’uovo sia come ingredienti in alimenti o supplementi per l’alimentazione in grado di ridurre il rischio di malattie e migliorare la salute umana, è già da alcuni la nuova frontiera nella ricerca sulle uova. Ad esempio, l’elevata biodisponibilità di fosfolipidi, luteina e zeaxantina unitamente alla presenza di un’ampia gamma di proteine bioattive nell’albume quali ovalbumina, ovotransferrina, ovomucina, lisozima e avidina sembrano giustificare lo spiccato potere antinfiammatorio osservato sia in prove condotte in-vitro ed in-vivo. Sono in corso ulteriori studi volti a identificare ulteriori composti minori di cui ancora non si conosce la specifica attività e di cui ancora non sono disponibili tecniche che consentono una loro efficace estrazione e purificazione.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

SINI, STEFANIA. « Centri della conoscenza : dispositivi urbani per la creazione di Smart Cities ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266388.

Texte intégral
Résumé :
The PhD research investigates the meaning of the paradigm of Smart City, or Intelligent City, that, from several time, started to be discussed and applied in diverse urban contexts in the world. Smart Cities are characterized by the presence of pervasive and cooperating information and communication technologies. These technologies improve the efficiency of urban resources' management and increase relations and interaction within the urban space. However, a Smart City doesn't prescind from the fundamental role of citizens in the urban space's transformation and development, for this reason information and communication infrastructure are primarily a tool for intensifying connections and exchanges among citizens. In a sense, according with the vision proposed in this research, a Smart City is not exclusively a concept through which efficiency and resources optimization are emphasized, as in the visions that represent the city as a machine constituted of technological cooperating components, but definitively suggests a more holistic vision, which considers the complexity of contemporary cities. This approach underlines that the city is constituted of several interacting components, human and non-human, that together create a complex ecological system where the technological tools, proper of the Smart Cities, can facilitate its management, without adopting rigid standards that limit its free evolution. The intensifying and multiplying of relations and interactions is therefore a concept at the base of the vision proposed by the Intelligent City model, where urban space's development is realized through new practices that enable novel opportunities for collaboration, based on a system of diffused knowledge. Context-knowledge is amplified by the information belonging to the digital space: urban space is increasingly constituted of digital elements that fundamentally contribute in shaping urban places, blending and integrating themselves into the physical space to which they relate and in which they are inscribed. The development of approaches and methodologies capable of facilitating transformational processes of existing urban contexts towards more intelligent configurations can be a solution for the problems faced by contemporary cities. Defining solutions capable to imagine the space as a construct integrating physical and digital components, whose distinction is ever more labile, it is possible to develop new criteria that design and modified cities sustainably, favoring the increase of quality of life for citizens. The research's unfolding has lead to observe how diffused knowledge and citizens' ability to cooperatively act are peculiar characteristics of intelligent cities, accelerated by pervasive urban technologies that facilitate the rapid diffusion on information and enable new forms of interaction through physical and digital space. Final results of the research define the Centers of Knowledge as conceptual devices that facilitate the creation of Smart Cities, suggesting material and immaterial forms with which generate intelligent urban contexts. The thesis is articulated into four chapters: in the first and second chapter principal theoretical references and best practices on Smart City are described; the third chapter contains the analysis conducted in Chicago, which is considered an optimum example of an intelligent urban context; in the forth chapter the concept of Center of Knowledge is explicated, describing the ways through which it can be shaped to develop new urban scenarios. Hopefully, the results of the research will provide a valid contribution in the rich debate around Smart Cities or Intelligent Cities, with the awareness that technological innovations and increasing experimentation of new modes of interactions produce rapid changes of the frame of references.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Fusco, Paolo. « Comunicazione della conoscenza e tecnologie educative. Aspetti teorici e applicativi di un tema di frontiera ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2605.

Texte intégral
Résumé :
2015 - 2016
Purpose of this work is to define theorical and practical aspects of knowledge communication. The knowledge society is defined by the fact that knowledge is not any more an addiction to the socio-political context, whereas it’s engine. Knowledge and creativity have become the economic’s basic instruments, and so people are required to acquire cognitive abilities. That’s why human capital training is important. Knowledge has always been an important factor in every human society in the past. But today it has developed so greatly and so widely in all the world, that it has become a fundamental motor of society, not only at work, but even in our free time. Knowledge nowadays is not only an additional value to productive factors, through technology, but it has become itself a productive factor, able to undermine whole economic sectors and even lands and continent, and to open unexpected opportunities to others. The role of scientific and technological research has become so systematic and pervasive, that it emerges the need of finding the appropriate way to spread it socially, so that people can understand it. That happens because it has grown the awareness that cognitive, economic, political and ethic impact of scientific knowledge increases, whereas its comprehension for the average person becomes more and more difficult. The reason is that it’s not only a matter of accumulating information, but you need to manage it, to correlate it, to put it in a wider context. That’s why only recently the topic of knowledge communication has become important in the university and for all the subjects involved in knowledge production and spread. The paradox of knowledge society is that knowledge has a cooperative nature and no single person, even the greatest expert, is sufficient to acquire it, because it exceeded individual capacities. Problem of world citizens, nowadays, is not only that of bondage, lack of democracy or of welfare state, but the lack of availability of advanced knowledge. But not only single persons must face this task, indeed it’s a matter of social actors, like institutions, public services, research centers, firms, trade and media. There is a debate on the meaning of scientific comprehension. There are three reasons why knowledge communication is not simply a matter of divulgation: knowledge access is complicated because of plural interests, often conflicting; public communication involves all subjects who want funding for research; there are plural actors –politicians, lobbies, nongovernment organizations- who affect on application and implication of techno science. Despite those complications, we can detect preferred channels for scientific communication. Primary the education system, like school and university. But they are subject of reconsideration, due to the new tool of knowledge transmission. Basic in this process is the use of new technologies, which requires analysis of risks and possibilities of internet for safety and divulgation of the knowledge. The research focalizes three main issues: description of problems of knowledge society, especially the question of knowledge communication; the definition of the role of science communicator, as a professional figure inside the educational system; analysis of internet role and new technologies in the knowledge society. 3 In the first chapter there are exposed the main theories which describes our society in terms of research, access and transmission of scientific knowledge. Daniel Bell and Lyotard talk about postindustrial society, Zygmut Bauman about liquid society, Manuel Castells about information society, all referring to the importance of information in our society. A special place takes Gibbon’s study about the new knowledge production. The image of an academic science all inside the big institutions and experts, is not any more realistic; it has been replaced by a Modo 2, characterized by the need of questioning about the knowledge impact, which implies transdisciplinary approach and in which there are different competences and goals. Knowledge circulation changes form and content, in relation to the need of common citizens and big multinationals. Science is implemented through an articulated social, political and economic dealing, supported by traditional lobbies or acting as a pressure mean. When science is subjected to deal and restriction, public communication of it works as a delimit of competences from other branches of knowledge. The definition of science communication takes off from the awareness that growth of mass media doesn’t mean necessarily better public communication. In this context is published Bodmer’s The Public Understanding of Science report, in order to solicit politicians, analists and scientists to take care about the public comprehension of science, considering that there is a connection between democracy and scientific knowledge. All people must get a correct idea about the themes of research, so that they can contribute in chooses which regard social life. Since then, all governments of industrialized countries are equipped with agencies of public promotion of science, based by a preliminary study of what people know and how do they interpret scientific notions. That’s why scientific development is not imaginable without facing up the relation between research institutions and citizens, politic and market. The concept of dialogue is very important therefore, testified by a long debate inside European Union’s seat. Considering the need of comprehension of how the interaction between scientists and citizen functions, the second chapter focalizes the professions concerning the knowledge transmission and the emerging figure of scientist communicator, trying to identify his competences, means and goals and further to describe his scholastic and academic curricular experiences, and this based on recent knowledge transmission activities, like e-learning, the use of multimedia means in the teaching activity, which is analized in the third chapter. Open access and open content create a new approach in the fruition of net information, in which the user acquires an active role in the process concerning creation, production, distribution and consumption of information, like, for example, Wikipedia. In the high technologized and scientific development society, changing continuously, a permanent education is need, in order to allow individuals to front the challenge resulting by innovation of every aspect of social organization. And not only individuals, but institutions, public services, research bodies, factories, trade and media. It’s necessary think about economic and political risks, typical of knowledge society. [edited by author]
Lo scopo di questo lavoro è quello di definire aspetti teorici e pratici di un tema di frontiera, quale la comunicazione della conoscenza. La definizione di società della conoscenza, in cui gli individui sono continuamente spinti ad acquisire il sapere e le abilità cognitive ad esso collegate presuppone una visione del sapere come motore del quadro socio-politico, e di conseguenza, anche dell’assetto economico. In questa nuova forma di società, i fattori chiave sono la conoscenza e la creatività, per cui la formazione del capitale umano e sociale rappresenta l’investimento più potente per produrre valore e rispondere alle sfide della competizione globale. Il sapere non è più un’aggiunta al quadro socio-politico, ma il suo motore; esso è diventato il fondamento strutturale dell’economia e dello sviluppo. Quando parliamo di società della conoscenza, non si intende negare che la conoscenza abbia avuto un ruolo importante in tutte le società umane che l’hanno preceduta; ma oggi essa ha assunto una varietà di forme tanto sofisticate e tanto presenti capillarmente nella vita quotidiana e una capacità di circolare a tale velocità e raggiungendo tutti gli angoli della società planetaria da essere ormai il motore principale dell’economia e della vita sociale, oltre che riempire la vita di ciascuno di noi nell’attività formativa lungo l’intero arco della vita, in quella lavorativa e nel tempo libero, da venir scambiata immediatamente in una continua attività di interazione sociale. La conoscenza non solo aggiunge valore agli altri fattori produttivi, principalmente attraverso le tecnologie, ma oggi rappresenta essa stessa un bene al centro di scambi crescenti e un vero fattore produttivo capace di mettere in crisi interi settori economici e addirittura paesi e continenti, e di spalancare insospettate opportunità ad altri, aprendo orizzonti di possibilità i cui limiti sono solamente quelli dell’immaginazione delle classi dirigenti e dei cittadini che le esprimono. È proprio tale aspetto sistematico e pervasivo a determinare una riconfigurazione non solo del ruolo della ricerca scientifica e tecnologica, ma anche della possibilità di renderla fruibile, comprensibile, sufficientemente conosciuta e valutata. Se il ruolo e il prestigio della scienza è ormai consolidato da molto tempo, è solo di recente che sta emergendo l’esigenza di trovare forme adeguate per farla circolare nel modo più ampio entro il tessuto sociale. Solo di recente ci si è dunque resi conto del divario tra ruolo della scienza e capacità di comprenderla a livello individuale e collettivo; è maturata la consapevolezza che mentre cresce l’impatto cognitivo, economico, politico, etico del sapere scientifico, tende ad aumentare anche la sua distanza dal patrimonio culturale medio delle persone, poiché non si tratta soltanto di accumulare informazioni, bensì di saperle gestire, collegare, immettere in un contesto di azione più ampio che ha a che fare con valori, decisioni, simboli, rappresentazioni. Ecco perché solo da poco tempo il tema della comunicazione 3 della conoscenza è diventato uno specifico tema di ricerca, centrale per l’università e per tutti i molteplici attori coinvolti nella produzione e diffusione della conoscenza. Proprio per il carattere peculiarmente cooperativo della conoscenza, i cittadini si trovano, però, a vivere il grande paradosso della knowledge society. Pur essendo singolarmente dotati di uno stock di conoscenza esperta già assai più consistente di ogni altro delle passate società, e per giunta sempre più velocemente crescente, essi sono sempre meno sufficienti a sé stessi per la propria sopravvivenza quotidiana, proprio perché la conoscenza di cui essi ormai vivono è frutto di un lavoro cooperativo, che supera cioè le capacità personali di ogni cittadino, anche del più esperto. Cresce, dunque, la pressione verso istituzioni, diritti e canali di comunicazione che siano capaci di tenere insieme la comunità umana di fronte a queste sfide epocali. Il problema capitale oggi è come affrancare tutti i cittadini del pianeta dalla condizione di minorità che non è più solo la condizione servile, la mancanza di democrazia, la mancanza di welfare, ma anche la non disponibilità pratica della conoscenza più avanzata per sé stessi e la non disponibilità teorica per la propria realizzazione. Ma non è solo l’individuo a dover affrontare questo compito, bensì ogni elemento chiave della società: gli apparati dello stato, i pubblici servizi, gli enti di ricerca, l’impresa, l’industria, i commerci, i media. A misura che questo tema è diventato usuale nell’agenda politica si è sviluppato un intenso dibattito su cosa significa comprendere la scienza. Di riflesso, comunicare la scienza non significa semplicemente divulgare, ossia trasmettere informazioni, almeno per tre motivi: l’accesso al sapere è complicato da un intrico di interessi spesso confliggenti; a comunicazione pubblica non serve solo ai pubblici ma a tutti quei soggetti che vogliono ricevere finanziamenti e capitali per svolgere la ricerca; la molteplicità di attori che, oltre agli scienziati, agiscono nell’ecosistema della scienza - politici, gruppi di pressione, organizzazioni non governative – e che incidono su applicazioni e implicazioni della tecnoscienza. Ferme restando queste complicazioni, si possono individuare alcuni canali privilegiati con cui avviene oggi la comunicazione scientifica. Un posto tradizionale ma sempre decisivo l’occupa il sistema educativo, dalla scuola all’università. E tuttavia, questi luoghi sono oggetto di un sostanziale ripensamento, proprio alla luce dei nuovi strumenti di trasmissione del sapere. In questo processo, assume quindi un ruolo centrale l’uso delle nuove tecnologie, che impone di riflesso una analisi dei rischi e delle potenzialità della rete per la tutela e la condivisione della conoscenza. La ricerca si sviluppa intorno a tre questioni principali: la descrizione dei problemi della società della conoscenza con un approfondimento della specifica questione della comunicazione del sapere; la delineazione del profilo del comunicatore di scienza, come nuova figura professionale 4 all’interno dei contesti classici della trasmissione del sapere, come la scuola e l’università; l’analisi del ruolo della rete e delle nuove tecnologie nella società della conoscenza. Nel primo capitolo, viene proposta una ricognizione delle principali teorie che a vario titolo descrivono la nostra società in termini di ricerca, produzione, applicazione, accesso e trasmissione del sapere scientifico. Daniel Bell definisce post industriale la società in cui si passa dalla produzione di beni materiali a quella di beni informazionali, in cui proprio intorno alla gestione delle informazioni si definiscono le cause dei conflitti, secondo Alain Touraine. E se Lyotard lega profondamente la società della conoscenza alla condizione post industriale, Zygmut Bauman riconduce le nuove forme della conoscenza a quella che chiama società liquida. Manuel Castells si spinge fino a creare la definizione di società dell’informazione, poiché è proprio la rete ora a definire la nuova struttura della società informazionale. Un posto di riguardo in questa rassegna delle interpretazioni, merita poi lo studio di Gibbons sulla nuova produzione di conoscenza. L’immagine di una scienza accademica, confinata all’interno delle grandi istituzioni e riservata ai soli esperti, non è più realistica; ad essa si è sostituita un Modo 2 caratterizzato dalla riflessività, ossia dall’esigenza di interrogarsi sull’impatto della conoscenza, e dal forte taglio transdisciplinare, dove si incrociano non solo competenze diverse ma obiettivi e usi differenziati. Dal comune cittadino preoccupato di comprendere come cambierà la propria vita, alla grande multinazionale della ricerca pronta a investire capitali e risorse umane, ecco che la circolazione di conoscenza assume forme e contenuti differenti in funzione del contesto nel quale si realizza. Lungi dall’immagine idealizzata del ricercatore tutto immerso nella pura ricerca della verità, è chiaro che la scienza si attua attraverso un’articolata negoziazione sociale, politica ed economica cercando appoggio in gruppi di potere tradizionali o agendo essa stessa quale strumento di pressione. Quando la scienza è sottoposta a negoziazioni, contese e restrizioni, la comunicazione pubblica della scienza agisce come demarcazione di competenza e come difesa nei confronti di altre forme di conoscenza. Negli anni si sono susseguite e sovrapposte diverse motivazioni per definire la questione della comunicazione della scienza. Ragioni illuministiche sono andate di pari passo con giustificazioni strumentali e culturali. La comunicazione della scienza è servita a demarcare il territorio dell’autorità della scienza, nella consapevolezza che ad un aumento dei mezzi di comunicazione non debba necessariamente corrispondere un proporzionale miglioramento del dialogo con il pubblico. È in questo contesto che viene pubblicato il rapporto Bodmer su The Public Understanding of Science che sollecita politici, analisti e gli stessi scienziati a dare la dovuta importanza al pubblico, alla comprensione collettiva della scienza, nella convinzione che vi sia un nesso stretto tra democrazia avanzata e conoscenza scientifica. Se non tutti devono o possono avere 5 una educazione scientifica, tutti devono poter farsi un’idea corretta dei principali temi di ricerca al fine di poter contribuire alle scelte che riguardano la vita associata o anche soltanto all’elaborazione attiva delle informazioni. Da allora tutti i governi dei paesi industrializzati si sono dotati di agenzie per la promozione pubblica della scienza, basandosi sullo studio preliminare di cosa le persone sanno e come interpretano le nozioni scientifiche. Per questo, è inimmaginabile figurarsi qualsiasi scenario di sviluppo scientifico senza affrontare i nodi irrisolti della relazione tra istituzioni di ricerca, cittadini, politica e mercato. Problemi che ruotano tutti attorno al concetto di dialogo, inteso come un contesto nel quale la società può, anzi deve interrogarsi per affrontare questioni politiche connesse alla scienza e alla tecnologia, come del resto dimostra il lungo dibattito all’interno delle sedi dell’Unione Europea su questi temi. La ricerca di soluzioni ai problemi fra scienza e società passa attraverso la comprensione dei luoghi reali in cui prendono forma le interazioni fra gli scienziati e cittadini. Per questo, nel secondo capitolo, si esamina la questione delle professioni connesse alla trasmissione del sapere e all’emergente figura del comunicatore in campo scientifico, cercando di individuarne le competenze, gli strumenti e gli obiettivi e poi di descriverne le esperienze curricolari in ambito scolastico e universitario. E questo sulla base delle più recenti attività di trasmissione del sapere da tempo operanti nel sistema formativo, come l’e-learning, l’uso di strumenti multimediali nell’insegnamento, i programmi di partecipazione costruttiva al sapere, analizzati all’interno del terzo capitolo. Le questioni legate all’open access e all’open content rimodulano radicalmente la fruizione di informazione in rete, creando un nuovo approccio, grazie al quale l’utente, svincolandosi dal classico ruolo passivo, assume un ruolo attivo nel processo che coinvolge le fasi di creazione, produzione, distribuzione e consumo di informazioni, come appare evidente nel caso di Wikipedia. Nella società ad alto sviluppo tecnologico e scientifico, in continuo cambiamento su scala locale e globale, è necessaria una sorta di educazione permanente che consenta all’individuo di fronteggiare le sfide derivanti dalla pervasiva innovazione di ogni aspetto dell’organizzazione sociale. Ma non è solo l’individuo a dover affrontare questo compito, bensì ogni elemento chiave della società: gli apparati dello stato, i pubblici servizi, gli enti di ricerca, l’impresa, l’industria, i commerci, i media, diventa fondamentale riflettere con un approccio critico sui rischi di natura economica e politica tipici della società della conoscenza. [a cura dell'autore]
XXIX n.s
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

MENEGON, STEFANO. « Wise Lagoon. Nuove tecnologie, scienza e ambiente : percorsi e sfide verso un quadro di conoscenza condivisa ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/11578/278309.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Vio, Filippo <1996&gt. « IL LAVORO NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E DELLA TECNOLOGIA DIGITALE Tracce di ricerca sulle competenze per l’agire lavorativo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20980.

Texte intégral
Résumé :
Il dirompente impatto delle tecnologie digitali ha generato profonde trasformazioni non solo nella tradizionale divisione del lavoro manuale ed intellettuale, ma anche nella capacità dei soggetti di essere protagonisti della loro vita. Si presentano quindi brevi cenni sulla divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale dall’antica Grecia al Novecento, proponendo una riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie digitali su tale distinzione. Dopo aver approfondito i modelli di competenza finora utilizzati, si decrive il caso di un’azienda metalmeccanica del Nordest italiano che nel 2020 ha investito in azioni formative mirate al rafforzamento delle competenze digitali dei propri lavoratori, al fine di mantenere i livelli di competitività nel mercato internazionale. Dal caso particolare, ci si proietta verso vero un’analisi dei rapporti DESI e INAPP, i quali presentano un Italia non ancora pienamente allineata alle politiche di sviluppo europee. Delineate quindi le coordinate principali della “rivoluzione digitale”, apparirà evidente come un modello di competenza digitale basato sull’accumulo di nozioni tecniche non sia sufficiente ad accogliere un cambiamento così sostanziale nell’agire lavorativo. Si è pertanto verificato sul campo la connessione tra competenze trasversali e digitali, interrogando le ipotesi che alcune delle prime possano agire sulle seconde. Lo scopo di questa indagine è fornire un ulteriore strumento di lettura, dal punto di vista formativo, del rapporto tra agire lavorativo e soggettività nei processi di digitalizzazione.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

CONDOTTA, MASSIMILIANO. « Energy web : conoscenza condivisa, intelligenza collettiva e nuove tecnologie per il contenimento dei consumi energetici a scala urbana ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/11578/278355.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
11

Corazza, Laura <1966&gt. « Educazione democratica e società della conoscenza. Tecnologie per la libertà, l'informazione/formazione democratica, l'educazione interculturale : una scelta possibile ? » Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/274/1/TESI_LAURA.pdf.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
12

Corazza, Laura <1966&gt. « Educazione democratica e società della conoscenza. Tecnologie per la libertà, l'informazione/formazione democratica, l'educazione interculturale : una scelta possibile ? » Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/274/.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
13

Leita, Paola. « Educare in rete. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel contesto scolastico ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1584.

Texte intégral
Résumé :
Una delle tematiche in ascesa nell attuale dibattito nazionale e internazionale è la relazione tra innovazioni tecnologiche e processo educativo, in particolare all interno del contesto scolastico. Viviamo un momento di transizione culturale che richiede un radicale cambiamento dell intero universo formativo. Tali trasformazioni investono la sfera culturale incidendo sulle pratiche di costruzione della conoscenza. I nuovi media offrono l opportunità agli studenti di costruire, acquisire e produrre nuove conoscenze e non di subirle passivamente, tutto ciò implica non solo una modifica organizzativa del sistema di educazione formale, ma altresì un cambiamento del ruolo del docente che diventa un mediatore, un regista che per giungere agli obiettivi necessari per la formazione del singolo non può esimersi dalla conoscenza dei nuovi strumenti multimediali utilizzati dai discenti nella loro quotidianità. Aprirsi al nuovo significa, dunque, avvicinarsi al mondo degli alunni utilizzando degli strumenti che possono permettere di attivare percorsi di conoscenza partecipata più stimolanti e motivanti. Alla luce di tali considerazioni, l interrogativo dal quale prende avvio la ricerca è quello di comprendere se sia possibile educare attraverso la rete. L idea seminale della ricerca nasce dall osservazione di un progetto Comenius di ricerca-azione denominato SMILEY (Social Mindedness in LEarning community) che ha come obiettivo la trasformazione delle differenze tra gli studenti in risorse per giungere all integrazione tra pari. Tutto ciò viene posto in atto attraverso una piattaforma e-learning e un Serious Game denominato Your Town. Seguendo tutte le fasi del progetto dalla costruzione di un questionario, alla somministrazione, fino all analisi dei dati, è stata prodotta una ricerca empirica che ha utilizzato i riscontri empirici del suddetto progetto al fine di fornire una cornice interpretativa solida all esperienza di ricerca. Lo studio di caso oggetto del presente lavoro è stato posto in essere attraverso un approccio di tipo integrato ovverosia quali-quantitativo, sono stati utilizzati, dunque, strumenti di tipo standard e non-standard al fine di analizzare i dati raccolti. Quello che è emerso dalla ricerca è che in una scuola intesa come comunità di apprendimento i nuovi media possono divenire un utile strumento per rendere la prassi educativa più motivante e coinvolgente per gli studenti, ma la semplice introduzione dello strumento multimediale non può determinare il cambiamento sociale e culturale dell istituzione scolastica. L utilizzo delle tecnologie dell informazione e della comunicazione non può sostituirsi alle pratiche tradizionali e alle interazioni tra i soggetti, ma può fornire un utile stimolo per costruire ambienti di apprendimento partecipativi che possano coinvolgere e motivare gli studenti, orientando la loro capacità decisionale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
14

Bonaiuti, Giovanni. « Strumenti della rete e processo formativo : uso degli ambienti tecnologici per facilitare la costruzione della conoscenza e le pratiche di apprendimento collaborative / ». Firenze : Firenze university press, 2005. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40227462k.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
15

Poliandri, Vincenza. « Leadership e tecnologia nei team virtuali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425831.

Texte intégral
Résumé :
Virtual teams (VT) are today a pervasive form of work since organizations increasingly use them to perform knowledge intensive tasks and innovative activities. VTs' features are global distribution of members (spatial and temporal dispersion), pervasive use of technologies as the main means of communication and collaboration and functional, organizational, disciplinary, cultural and linguistic heterogeneity of members. In the last years the research interest on VT has grown according to their diffusion in organizations, enabled by the development of new technologies and recent economic changes. Today the effectiveness of these teams is strategic for organizations because they have the potential to increase competitiveness and flexibility. The literature on VT and work at a distance provides numerous contributions on the factors influencing their effectiveness as technology use and leadership processes. As in traditional teams, even in VT the role of the leader is crucial for the performance of the group, but the traditional leadership models considered so far show their limits when they are moved into a virtual environment. This happens because leadership theories have been studied for co-located teams which are based on face-to-face interactions, while VTs’ dynamics are partially different and cannot be completely explained by traditional theories. Another important factor related to the effectiveness of VT is technology, seen both as a means of communication and of collaboration. The VTs' leadership is expressed through technology, so leaders choose and use different types of technologies and combination of media; moreover, leaders and members must have the sense and the perception of the presence of technology and also being able to use it. However studies on how this two elements relate to each other and jointly influence performance are still limited. So we propose an investigation of the joint effect of technology use and leadership processes in distributed work settings to improve teams’ effectiveness. - What is the relationship between leadership processes and the use of technologies? - How do the use of technologies and the leadership processes jointly influence the effectiveness of VT? The exploratory nature of the investigation and the multidimensional aspect of the variables suggest the adoption of a qualitative method. A multiple case study based on five case studies was conducted in order to develop a grounded theory. Data were gathered on a specific type of VT: team science involved in European research projects of the 7th Framework Programme (FP7). These projects are considered VT because they are large collaborative distributed projects which involve peers in an interdisciplinary context. We chose team science for our data collection also because further investigations are needed in that context particularly how expertise, technological infrastructures and organizational behavior can influence their performance. The two variables used to identify case studies have been the team size, where number of partners is used as a proxy of number of people, and science/humanity area as a proxy of the technological expertise. Team size is closely related to the complexity of coordination and thus to the leadership processes, while scientific field can be used with good approximation as perceived usefulness of the technology and intention to use it. Data were collected through semi-structured interviews and the program NVivo was used to do the content analysis. Many categories and themes have been obtained through the NVivo coding procedure: interdependence of activities (generic, sequential, reciprocal), quality of relationships and in relational resources, needs of coordination, knowledge and behavioral integration, leadership processes, use of technology, perception of effectiveness and so on. The qualitative evidence shows centrality of the variable knowledge and behavioral integration as predictor of effectiveness. This variable is strongly influenced by the design of activity and their interdependencies. Even if every project had a detailed and strict design of interdependencies, as the European Community required, the data collection showed that not all of them achieved high levels of integration. So the members perceived the projects as differently effective. The data made clear that there are two variables that affect the integration: process of leadership and use of collaborative technologies. They don't affect it independently, but jointly; moreover, the qualitative evidence shows the importance of achieving alignment between this two variables. Making processes of leadership and use of technologies compatible and synergic leads to more integrated results and to collaborative behavior between members and improves team effectiveness. On the one hand the two more effective research projects gained a high alignment: the first adopted a distributed leadership and an extensive use of technology and the role of the integrator was played by technology; the second adopted a centralized leadership and a limited use of technology and the role of integrator was played by the team leader. On the other hand the project perceived as less effective is characterized by low alignment, while it chose a decentralized leadership and a limited use of technologies. So neither the leaders nor the technologies of communication and collaboration can ensure integration in this team. The alignment between leadership processes and technology use is also affected by the size of the project, the priority of the project, the turnover, the economic and relational resources. Finally, we could connect the main themes to suggest a complex relationship between design of interdependences, knowledge and behavioral integration, perceptions of effectiveness and alignment between use of technology and leadership processes: the perception of effectiveness of VT is explained by knowledge and behavioral integration, which in turn is influenced by the alignment. This finding contributes to the development of the theory on VT effectiveness: the effectiveness is influenced by the alignment through the achievement of integration. The knowledge on the social dynamics of team science is enriched too: social processes (as relational resources or process of leadership) and technological infrastructure have mutual implications on scientific production, collaboration and success of the team.
Oggi i team virtuali (VT) sono una forma di lavoro molto diffusa e le organizzazioni vi ricorrono sempre più spesso per svolgere attività innovative e ad alto contenuto di conoscenza. Le caratteristiche dei VT sono: la distribuzione geografica dei membri (dispersione spaziale e temporale); l’uso esteso delle tecnologie come principale mezzo di comunicazione e di collaborazione; l’eterogeneità organizzativa, disciplinare, culturale e linguistica dei membri. Negli ultimi anni l’interesse della ricerca per i VT è cresciuto proprio per questa loro crescente diffusione nelle organizzazioni, resa possibile anche dallo sviluppo delle nuove tecnologie e dai recenti cambiamenti economici. Oggi l’efficacia di questi team è dunque particolarmente importante per le organizzazioni perché possono potenzialmente incrementarne la competitività e la flessibilità. La letteratura sul lavoro a distanza ha individuato molti fattori che influenzano l’efficacia dei VT fra cui l’uso della tecnologia e il processo di leadership. Come per i team tradizionali anche per i VT il ruolo del leader è cruciale per la perfomance del gruppo ma i modelli tradizionali di leadership finora considerati mostrano tutti i loro limiti quando vengono mutuati nel contesto virtuale perché le teorie sulla leadership sono state studiate specificatamente per i team co-locati che si basano su interazioni FtF, mentre le dinamiche dei VT sono in parte diverse e non possono essere completamente spiegate dalle teorie tradizionali. Un altro importante fattore legato all’efficacia dei VT è la tecnologia, principale mezzo di comunicazione e di collaborazione di questi team. La leadership nei VT è espressa attraverso la tecnologia e così il leader sceglie e usa diversi tipi di tecnologie e combinazioni di queste. Per questo motivo il leader e i membri devono avere il senso e la percezione della presenza della tecnologia e devono essere anche in grado di utilizzarla. In generale questi due elementi, processo di leadership e uso delle tecnologie, sono stati affrontati separatamente in letteratura. Gli studi su come essi siano in relazione fra loro e su come possano congiuntamente influenzare l’efficacia dei VT sono ancora limitati. Così in questo lavoro ci si propone di investigare l’effetto congiunto di queste due variabili sull’efficacia dei VT. - Qual è la relazione fra processi di leadership e uso delle tecnologie? - Come l’uso delle tecnologie e i processi di leadership influenzano congiuntamente l’efficacia dei VT? La natura esplorativa dell’indagine e l’aspetto multidimensionale delle variabili hanno suggerito l’adozione di una metodologia qualitativa. È stato condotto un multiple case study basato su 5 casi studio, con l’obiettivo di costruire una grounded theory. La parte empirica del lavoro si è basata su un particolare tipo di VT: i team science che partecipano a progetti di ricerca europei del 7° Programma Quadro (7PQ). Questi progetti sono considerati VT perché sono grandi progetti di collaborazione distribuiti che vedono coinvolti gruppi di pari in un contesto interdisciplinare. La scelta dei team science per la raccolta dei dati è anche motivata dal fatto che in letteratura è emersa l’esigenza di ulteriori studi su come l’esperienza, l’infrastruttura tecnologiche e il comportamento organizzativo possano migliorare le performance dei team coinvolti in collaborazioni scientifiche. Per identificare i casi studio sono state scelte due variabili: la dimensione del team e l’area disciplinare scientifica/umanistica, come approssimazione dell’esperienza tecnologica. La dimensione del team è strettamente correlata alla complessità del coordinamento e quindi al processo di leadership, mentre l’area disciplinare è una buona approssimazione della percezione di utilità della tecnologia e dell’intenzione di usarla. La raccolta dati è avvenuta tramite interviste semi-strutturate e per l’analisi dei contenuti è stato utilizzato il software NVivo. Dalla procedura di codifica dei dati in NVivo sono emerse molte categorie come l’interdipendenza delle attività (generica, sequenziale, reciproca), la qualità della relazione, le esigenze di coordinamento, l’integrazione della conoscenza e del comportamento, i processi di leadership, l’uso delle tecnologie, la percezione di efficacia e così via. Le evidenze qualitative hanno mostrato la centralità della variabile integrazione della conoscenza e del comportamento del team come predittore dell’efficacia. Questa variabile è fortemente influenzata dalla progettazione delle attività e dalle loro interdipendenze. Date le richieste della commissione europea in termini di progettualità, tutti i casi studiati presentavano una dettagliata e rigorosa progettazione delle interdipendenze, che avrebbe dovuto generare un alto livello di integrazione. Tuttavia, la raccolta dati ha evidenziato che i progetti hanno raggiunto diversi livelli di integrazione e, di conseguenza, sono stati percepiti come più o meno di successo dai loro membri. Dai dati emerge come vi siano due variabili che influenzano l’integrazione: il processo di leadership e l’uso delle tecnologie collaborative. Esse non influenzano indipendentemente, ma in maniera congiunta, la capacità di integrazione dei VT e, di conseguenza, la loro efficacia. In particolare, le evidenze qualitative mostrano l’importanza del conseguimento di allineamento tra le due variabili: rendere compatibili e sinergici i processi di leadership e di uso delle tecnologie porta a risultati più integrati e a comportamenti collaborativi fra i membri e, di fatto, migliora l’efficacia del team. Da un lato infatti i due progetti di ricerca percepiti come più efficaci hanno ottenuto un allineamento alto: nel primo siamo in presenza di una leadership decentralizzata e il ruolo di integrazione della conoscenza e del comportamento è demandato alle tecnologie mentre nel secondo si ha una leadership centralizzata che svolge il ruolo di integrazione, senza aver bisogno di ricorrere a molte tecnologie. Dall’altro canto il progetto percepito come meno efficace è caratterizzato da un basso allineamento. La leadership scientifica del progetto è decentralizzata quindi il leader avrebbero dovuto ricorrere ad un uso massivo delle tecnologie per garantire l’integrazione ma questo non è accaduto. Manca il ruolo di integratore che non è svolto né dalla leadership né dalle tecnologie collaborative. L’allineamento fra il processo di leadership e l’uso delle tecnologie di comunicazione e collaborazione è anche influenzato dalla dimensione del team, dalla priorità del progetto, dal turnover, dalle risorse economiche e dalle risorse relazionali. I principali costrutti individuati sono stati quindi connessi per suggerire una complessa relazione fra progettazione delle interdipendenze, integrazione della conoscenza e del comportamento, percezione di efficacia e allineamento fra uso della tecnologia e processo di leadership: la percezione di efficacia dei VT è spiegata dall’integrazione della conoscenza e del comportamento, che a sua volta è influenzata dall’allineamento. Questi risultati contribuiscono allo sviluppo delle teorie sull’efficacia dei VT: l’efficacia è influenzata dall’allineamento attraverso il raggiungimento dell’integrazione. Si arricchisce anche la conoscenza sulle dinamiche sociali dei team science: i processi sociali, come le risorse relazionali e il processo di leadership, e l’infrastruttura tecnologica hanno implicazioni reciproche sulla produzione scientifica, la collaborazione e il successo del team.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
16

ROCCHI, Luca. « La pietra artificiale nell’architettura del “ventennio fascista”. Conoscenza e sperimentazione per il restauro ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389310.

Texte intégral
Résumé :
Cement and derived products have an essential role in the modern architecture language; in particular the production of artificial stone surfaces. It was used in architecture spread at the end of the XIXth century, when the application of “stucco” and “marmorino” was replaced by cement, properly pigmented to show aesthetically similar to natural stone. A cultural and technical recovery is essential today for the conservation of these artefacts, through a necessary knowledge of these techniques.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
17

CARMINATI, VERA MARIA. « Web ontologies e rappresentazione della conoscenza. Concetti e strumenti per la didattica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/138.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro mette in luce le reciproche implicazioni di due mondi, quello delle tecnologie e quello dell'educazione, rispetto a temi di interesse condiviso: l'evoluzione della Rete in termini semantici attraverso l'impiego di ontologie informatiche e i complessi rapporti tra formalismi per la rappresentazione della conoscenza e didattica. La ricostruzione storica delle relazioni tra didattica, tecnologie e sistemi di espressione e comunicazione dei saperi ci ha condotto alla ricomprensione del Semantic Web nell'archeologia delle forme di rappresentazione della conoscenza, osservate con attenzione alle loro potenzialità didattiche e in rapporto all'evoluzione della cultura occidentale. La trattazione intende provvedere un modello per la lettura delle intersezioni tra Web Ontologies e scienze dell'educazione. Con uno sguardo al panorama internazionale della ricerca educativa su questi temi, si sono isolate e descritte alcune esperienze significative di impiego dell'approccio ontologico in ambienti e sistemi per l'e-learning, per calare nella realtà delle applicazioni e degli strumenti il discorso teorico proposto.
The work highlights the mutual implications between technologies and education: the two worlds have interest in common matters such as Internet semantic evolution through the implementation of informatic ontologies and the connections we can draw between knowledge representation and didactics. The historical reconstruction of the relationships among didactics, technologies and cultural resources leads us to the Semantic Web as a stage in the knowledge representation archaeology, regarded from cultural transmission and educational mediation perspectives. The work provides an explanation model for the intersections we can see between ontologies and sciences of education. With regard to the international research panorama about these themes, we point out and describe some significant experiences, which put the theory in practice. We analyze tools and applications involving the ontological approach in the development of e-learning environments and systems.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
18

CARMINATI, VERA MARIA. « Web ontologies e rappresentazione della conoscenza. Concetti e strumenti per la didattica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/138.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro mette in luce le reciproche implicazioni di due mondi, quello delle tecnologie e quello dell'educazione, rispetto a temi di interesse condiviso: l'evoluzione della Rete in termini semantici attraverso l'impiego di ontologie informatiche e i complessi rapporti tra formalismi per la rappresentazione della conoscenza e didattica. La ricostruzione storica delle relazioni tra didattica, tecnologie e sistemi di espressione e comunicazione dei saperi ci ha condotto alla ricomprensione del Semantic Web nell'archeologia delle forme di rappresentazione della conoscenza, osservate con attenzione alle loro potenzialità didattiche e in rapporto all'evoluzione della cultura occidentale. La trattazione intende provvedere un modello per la lettura delle intersezioni tra Web Ontologies e scienze dell'educazione. Con uno sguardo al panorama internazionale della ricerca educativa su questi temi, si sono isolate e descritte alcune esperienze significative di impiego dell'approccio ontologico in ambienti e sistemi per l'e-learning, per calare nella realtà delle applicazioni e degli strumenti il discorso teorico proposto.
The work highlights the mutual implications between technologies and education: the two worlds have interest in common matters such as Internet semantic evolution through the implementation of informatic ontologies and the connections we can draw between knowledge representation and didactics. The historical reconstruction of the relationships among didactics, technologies and cultural resources leads us to the Semantic Web as a stage in the knowledge representation archaeology, regarded from cultural transmission and educational mediation perspectives. The work provides an explanation model for the intersections we can see between ontologies and sciences of education. With regard to the international research panorama about these themes, we point out and describe some significant experiences, which put the theory in practice. We analyze tools and applications involving the ontological approach in the development of e-learning environments and systems.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
19

CHIAZZA, Maria Antonella. « CONOSCENZA E CONSERVAZIONE. PROSPETTIVE PER LE DOMUS DI PIAZZA DELLA VITTORIA A PALERMO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91211.

Texte intégral
Résumé :
Il tema di ricerca possiede un carattere multidisciplinare, coinvolge ampi settori e, con un approccio metodologico di tipo olistico, mette in evidenza le complessità storiche, artistiche, architettoniche, archeologiche e urbanistiche, tenendo conto delle differenti implicazioni sul piano sia tecnologico che museografico. Il caso di studio scelto, per elaborare una strategia d’intervento e riproponibile in altri contesti, è costituito dalle Domus di Piazza della Vittoria a Palermo, un exemplum di complesso residenziale unico nell’ambito della città, arricchito dalla presenza di importanti mosaici che testimoniano la circolazione di possibili culti praticati nell’area occidentale della Sicilia. Un'attenta fase analitica e d'indagine del Bene archeologico permette di dare un valido contributo non soltanto al processo di conoscenza del suo valore storico e culturale, uno strumento fondamentale per adottare le scelte conservative più opportune e per definire i criteri di messa in valore e di fruizione, ma anche al processo conservativo. Il caso di studio ha consentito di approfondire un approccio metaprogettuale che si basa sulla ricerca di una metodologia appropriata, con l’obiettivo di sviluppare riflessioni nell’ambito della vasta tematica della valorizzazione e della fruizione.
The research topic has a multidisciplinary nature, involving various sectors and, with a methodological approach in a holistic style, it highlights the complexity of historical, artistic, architectural, archaeological and urban planning, taking into account the diverse implications, both technological and museological . The case study chosen , to develop an intervention strategy that can also be re-proposed in other contexts, is the Domus in Piazza della Vittoria in Palermo, an example of a single, residential complex in the city environment, enriched by the presence of important mosaics that testify to the movement of possible religious cults in western Sicily. A careful analytical phase and investigation of archaeological asset provides a valuable contribution not only to the conservation process, but also to the process of discovering its historical and cultural value, a fundamental tool for selecting the most appropriate approaches to conservation and defining the criteria for valorization and fruition. The case study has consented us to investigate a meta-design approach that is based on finding an appropriate methodology , with the aim of developing ideas in the context of the wide-ranging themes of valorization and fruition .
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
20

Domina, Rosa <1967&gt. « L'E-Government nelle aziende sanitarie. Il fascicolo sanitario elettronico e la realizzazione di reti, modelli tecnologici e di conoscenza dei sistemi di E-Health locali e nazionali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7692/1/DOMINA_Rosa_tesi_DOTTORATO.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Lo studio fin qui condotto è parte di un più ampia tematica di ricerca compresa nel Progetto “Spinner 2013 - Reti di conoscenza per e-Health. Modelli tecnologici, analisi informatico-giuridiche e temi di bioetica" e sviluppata in collaborazione con l'Università degli Studi di Ferrara, Modena e Reggio Emilia. La ricerca si propone di rappresentare un quadro completo e multidisciplinare della realizzazione informatica, giuridica e organizzativa dei sistemi di e-Health e delle loro ricadute in termini non solo giuridici sulla relazione fra paziente, medico e struttura sanitaria. Sul territorio regionale si è investito molto nella c.d. sanità elettronica sia con la realizzazione di una rete telematica di collegamento tra i servizi ospedalieri ed i servizi territoriali sia con la sperimentazione di modelli di Fascicolo Sanitario Elettronico e Patient Summary. Tuttavia, ci sono molteplici aspetti non ancora trattati così come diverse sono le possibili direzioni di sviluppo. In particolare, emergono nuove esigenze di armonizzazione, interoperabilità e integrazione, anche da un punto di vista internazionale. Si richiede ai sistemi informatici di rispondere a requisiti di massima standardizzazione, in relazione al formato dei dati, al loro valore semantico e anche alle policy che si intendono applicare, a garanzia di sicurezza e a tutela dei dati stessi. Inoltre emergono nuove responsabilità per i medici e gli altri operatori sanitari e una nuova figura di paziente: il cittadino/paziente/cliente.
The aim of this research is expose a comprehensive and multidisciplinary cyber implementation, legal and organization of e-Health systems and their impact on the relationship between patient, doctor and medical facilities. The Emilia-Romagna region has invested heavily in e-Health with the creation of a telematic network linking hospital services and local services. The Electronic Health Record and Patient Summary models are in experimenting. However, there are many aspects still not treated as different are the possible directions of development, new needs are emerging for harmonization, interoperability and integration, even internationally. It requires information systems to respond to the maximum standardization requirements, depending on the format of the data, their semantic value, and the policy that will be applied, to guarantee the safety and protection of the data. Also emerging new responsibilities for doctors and other health care professionals and patients a new figure: the citizen/patient/customer. In particular with this path, whose specific aim is to design, conduct and present a study on the level of e-Health implementation in a national and European context, it tried to: · Achieve a complete and updated representation of the European legislation, national and regional establishing and regulates the Electronic Health Record (FSE), according to a paradigm of cross-border interoperability; · Analyze the European and national initiatives implemented in e -Health with particular reference to the FSE; · Promoting best practices both technological and organizational issues in health care organizations in order to promote the culture of re-use and re-use of efficient technological solutions and effective as a source of savings; · Encourage improvements in the performance of the PA through the ESF, which in support of health planning tool.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
21

Domina, Rosa <1967&gt. « L'E-Government nelle aziende sanitarie. Il fascicolo sanitario elettronico e la realizzazione di reti, modelli tecnologici e di conoscenza dei sistemi di E-Health locali e nazionali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7692/.

Texte intégral
Résumé :
Lo studio fin qui condotto è parte di un più ampia tematica di ricerca compresa nel Progetto “Spinner 2013 - Reti di conoscenza per e-Health. Modelli tecnologici, analisi informatico-giuridiche e temi di bioetica" e sviluppata in collaborazione con l'Università degli Studi di Ferrara, Modena e Reggio Emilia. La ricerca si propone di rappresentare un quadro completo e multidisciplinare della realizzazione informatica, giuridica e organizzativa dei sistemi di e-Health e delle loro ricadute in termini non solo giuridici sulla relazione fra paziente, medico e struttura sanitaria. Sul territorio regionale si è investito molto nella c.d. sanità elettronica sia con la realizzazione di una rete telematica di collegamento tra i servizi ospedalieri ed i servizi territoriali sia con la sperimentazione di modelli di Fascicolo Sanitario Elettronico e Patient Summary. Tuttavia, ci sono molteplici aspetti non ancora trattati così come diverse sono le possibili direzioni di sviluppo. In particolare, emergono nuove esigenze di armonizzazione, interoperabilità e integrazione, anche da un punto di vista internazionale. Si richiede ai sistemi informatici di rispondere a requisiti di massima standardizzazione, in relazione al formato dei dati, al loro valore semantico e anche alle policy che si intendono applicare, a garanzia di sicurezza e a tutela dei dati stessi. Inoltre emergono nuove responsabilità per i medici e gli altri operatori sanitari e una nuova figura di paziente: il cittadino/paziente/cliente.
The aim of this research is expose a comprehensive and multidisciplinary cyber implementation, legal and organization of e-Health systems and their impact on the relationship between patient, doctor and medical facilities. The Emilia-Romagna region has invested heavily in e-Health with the creation of a telematic network linking hospital services and local services. The Electronic Health Record and Patient Summary models are in experimenting. However, there are many aspects still not treated as different are the possible directions of development, new needs are emerging for harmonization, interoperability and integration, even internationally. It requires information systems to respond to the maximum standardization requirements, depending on the format of the data, their semantic value, and the policy that will be applied, to guarantee the safety and protection of the data. Also emerging new responsibilities for doctors and other health care professionals and patients a new figure: the citizen/patient/customer. In particular with this path, whose specific aim is to design, conduct and present a study on the level of e-Health implementation in a national and European context, it tried to: · Achieve a complete and updated representation of the European legislation, national and regional establishing and regulates the Electronic Health Record (FSE), according to a paradigm of cross-border interoperability; · Analyze the European and national initiatives implemented in e -Health with particular reference to the FSE; · Promoting best practices both technological and organizational issues in health care organizations in order to promote the culture of re-use and re-use of efficient technological solutions and effective as a source of savings; · Encourage improvements in the performance of the PA through the ESF, which in support of health planning tool.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
22

Mondello, Attilio Antonio. « Torri campanarie degli edifici ecclesiastici tradizionali allo specchio tra conoscenza e sicurezza. Tecnologia e forma negli areali a rischio della Sicilia orientale e della Castilla y León ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2019. http://hdl.handle.net/10761/4101.

Texte intégral
Résumé :
Le torri campanarie di fattura tradizionale contrassegnano i centri storici europei, rappresentando l emblema del paesaggio urbano e il simbolo di identità per la popolazione. A causa della spiccata verticalità, queste emergenze architettoniche sono sempre esposte a rischi di diversa natura che ne minacciano la sopravvivenza. Nel campo del restauro e della conservazione di questi edifici è fondamentale la conoscenza preventiva dei caratteri geometrici e tecnico costruttivi per potere intervenire in modo da garantire sia la tutela del valore culturale sia la messa in sicurezza. In ragione di ciò, la presente ricerca, scegliendo due areali geograficamente distanti ed esposti a rischi differenti come la Sicilia orientale e la Castilla y Leòn, vuole studiare le configurazioni geometriche e le tecniche costruttive di questi edifici al variare del rischio prevalente. In Sicilia lo studio ha approfondito il tema delle torri campanarie nell areale Etneo, zona esposta da sempre a rischio sismico e vulcanico. È stato condotto un censimento dei campanili in muratura esistenti mai effettuato precedentemente e una classificazione tipologica, seguendo le categorie proposte dagli studi di tipo empirico sugli edifici ecclesiastici storici soggetti a rischio sismico. Successivamente, sono stati selezionati alcuni casi studio ritenuti emblematici per l areale (risalenti ai secoli XVII e XVIII) e che sono stati studiati più approfonditamente anche grazie a rilievi di tipo diretto e fotogrammetrico, sia per individuare le configurazioni geometriche e le tecniche costruttive più ricorrenti sia le possibili criticità intrinseche celate in esse. In questo modo possono essere individuati degli indicatori di vulnerabilità, come richiesto anche dalle norme italiane sugli studi preventivi alle valutazioni di vulnerabilità sismica. In Castilla y Leòn sono stati selezionati alcuni casi studi emblematici per l areale della Tierra de Campos, territorio a rischio idrogeologico a causa dei continui fenomeni di ritiro e rigonfiamento del terreno argilloso. I casi analizzati, studiati con rilievi diretti e fotogrammetrici, risalgono ai secoli XVI e XVII e sono contraddistinti da stati di conservazione differenti (soprattutto allo stato di rudere). Lo studio delle configurazioni geometriche e delle tecniche costruttive rivelano come il rischio che realmente minaccia queste architetture è il rischio di obsolescenza naturale a causa dello spopolamento dei piccoli centri e la conseguente assenza di manutenzione. In conclusione, la ricerca ha evidenziato come tali fabbriche in Sicilia convivano da sempre con il rischio sismico e per tale ragione, seguendo la regola dell arte, geometrie, materiali e tecniche contribuiscono alla sopravvivenza degli edifici (tranne in caso di eventi sismici di carattere distruttivo). In Castilla y León invece le torri campanarie tradizionali risultano non solo vulnerabili ai fenomeni idrogeologici del territorio ma anche, e soprattutto, ai fenomeni di deterioramento per obsolescenza che purtroppo non lascia possibilità di sopravvivenza in assenza di continui monitoraggi e manutenzione.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
23

NARDELLI, Chiara. « Gli impasti cementizi in Italia nel primo Novecento. Percorso di conoscenza del materiale per la definizione di suggerimenti operativi in fase di restauro ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389025.

Texte intégral
Résumé :
In recent years, a growing attention is spreading towards the Twentieth Century architecture which encloses, in the typological and technological innovation, its cultural value, but at the same time it contains major conservation problems derived from high level of testing of the materials utilized. In particular, cement mixes, combined or not with iron, show incredible malleability and ease of processing, characteristics that guarantee success in the Art Nouveau period (examined in this research); later, with the spread of rationalist architecture, testing is implemented, introducing on the market conglomerates and mixtures cement-based, innovative products such as symbol of 'durability', mainly used for the realization of bold structures that exceed the constructive logics possible up to that moment. However, the enhanced durability and strength of the cement, both of the products with structural function and of refined decorative elements reveal currently their limits, so many buildings have expressed the need of adeguate restoration. In spite of the protection of many Twentieth Century public buildings, according to the "Code of cultural heritage and landscape" - Legislative Decree n. 42/2004, it is still evident the lack of attention, about the materials set, during the planning in the restoration of modern buildings. In fact, unlike the oldest buildings, currently operating decisions aim to the reuse of the building, without paying attention to the cultural values of the materials of the construction1. Waiting for the attention to modern materials will face more and more careful, nowadays the legislation does not provide useful addresses to the designer: so the preservation of Twentieth Century materials depends on the attention of the technician and the client who, hurried by the degradation and the urgency of the intervention, work without any suggestion of restoration specialists. The research starts by studying the manuals and documentation of archive concerning with patents and performance techniques of historical mixes, with the aim of identifying those most prevalent during the examined period. This is followed by the analysis of sixty-three case studies, essential to know the characteristics of the Twentieth Century mixtures set in place and their degradations. The selected buildings, realized between 1900 and 1918 and with different conservation problems, are located between Emilia Romagna and bordering regions and have mostly residential function. For each building were collected different types of data, classified in order to provide a basis for further processing of interpretation. These evaluations aim to put into relation the degradations with several factors affecting the cement mixtures. The result of these evaluations, as well as the first product of the research, consists of preparing the 'degradations sheets' relative to cement mixes used in Italy during the period examined. Subsequently restorations on architectures of the early Twentieth Century were identified, so it was possible to analyze the different approaches currently in use in the construction phase, including techniques, materials and conservative principles. Speaking about this, it is useful to consider also the construction sites of national and European research projects which study similar issues, allowing a comparison of the different practices, but also a better understanding of the current research level in this field. The study concludes with the drafting of the final product of research, that is operational suggestions useful to correct any phase of restoration, which lead to conservative choices respectful both of safety requirements, and the cultural meanings of the material, relevant for technological innovation expressed in material essence and aspect. This product is for technicians and enterprises that, in designing and construction phases, approach to the conservation of historic buildings made of cement. The large number of constructions realized with these materials, that in the near future will be identified as cultural heritage, requires appropriate restoration practices, providing a useful and consistently tool to work for the Twentieth Century architectures. --------------- 1 MONTANARI G., Cosa conservare dell’architettura contemporanea?, in: CALLEGARI G., MONTANARI G. (edited by), 2001, pp. 29-35.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
24

CUCCHIARA, STEFANIA. « Costruire conoscenza nei web-forum : due studi di caso = Construir conocimiento en los foros de discusión online : dos estudios de caso ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/202129.

Texte intégral
Résumé :
We live in a knowledge society that requires continuous knowledge advancement as essential for social progress. Consequentially the primary task of education should be sustaining students in this knowledge-creating process. But how it would be possible to assess this process in an online discussion? And how we can evaluate learning process including both the individual and the social dimension (Chan, van Aalst, 2004)? In order to give to teachers some important and practical tools to assess and improve students participation (Mazzoni, 2005), we analyzed how students develop and carry on online discussions to understand how students learn skills and knowledge with and through technology. Therefore, the aim of this research is to analyze how students develop and carry on the knowledge building process in different online discussions. In particular, we would analyze how students develop concepts – theories – on the course contents and which interactive strategies they use to support the discussion within the group. The discussions were held for two university courses: the first one is an Italian course (University of Bari) on Educational Psychology and e-Learning course, the second one is a Spanish course (University of Granada) on Information and communication Technology applied to Education; both the courses have been projected and put into practice in a blended-learning mode, in fact students had face to face meetings and online activities, as discussions on the web-forum. First of all, we describe in detail the courses and the platforms used for online activities, to understand better the context in which knowledge building develops; then we present the analysis methods and the reached results. Due to the goals of the research and the kind of recording data we choose to use a mixed analysis. The qualitative one aims to deeply understand the content of the notes in the forum, both as concerns their evolution from “simple theories” to “complex theories” and the interactive strategies used by students. While the quantitative one let us know the relationship of elicitation among strategies in order to understand which strategies are more effective to support an online discussion. Results shows that the knowledge building process is not spontaneous and it must be carry out constantly; moreover both contents and interactive strategies are deeply influenced by organization of the course and by its tasks and its goals
El trabajo de investigación presentado tiene como objetivo general el análisi de las modalidades con las cuales los estudiantes universitarios desarrollan y sostienen el proceso de construcción del conocimiento en un forum universitario. En particular, se quiere analizar el desarrollo de conceptos – “teorías” – producidos por los estudiantes sobre lo diferentes contenidos tratados en los cursos universitarios y las estrategias discursivas realizadas para mantener la discusión entre los estudiantes. Los debates examinados forman parte del curso de Psicología de la Educación y e-Learning de la Univesidad de Bari (total: 7 debates) y del curso de Tecnologías de la Información y Comunicación aplicadas a la Educación de la Universidad de Granada (total: 3 debates), (A.A.2008/2009); estos cursos han sido deseñados y realizados en modalidad blended, por lo tanto han previsto la alternancia de actividades en presencia y actividades que se realizan en línea, entre los cuales están incluidos los debates en un web forum. La necesidad de investigar las formas en que los estudiantes desarrollan y sostienen el proceso de construcción del conocimiento dentro de los debates de un forum universitario nace por la necesidad de realizar estudios dentro de contextos reales que permiten entender cómo se desarrollan algunas dinámicas y al mismo tiempo riflejen la importancia de identificar nuevas formas de evaluar los procesos, habilidades y conocimientos que el estudiante aprende con y mediante el uso de la tecnología. Los resultados de los análisis realizados ofrecen a los docentes instrumentos para evaluar los procesos de aprendizaje que incluyan tanto un nivel individual como uno de grupo (Chan, van Aalst, 2004), para mejorar las prácticas discursivas (Sha, van Aalst, 2003) e intervenir, cuando necesario, para mejorar la partecipación activa (Mazzoni, 2005), a fin de enfrontar en la manera mejor el proceso de construcción del conocimiento. Esto es lo que se ha hecho aquí: se realizaron dos estudios de caso, a partir de un minucioso y exhaustivo análisis de dos cursos universitarios, que utilizan dos plataformas virtuales para algunas actividades educativas, con el fin de comprender mejor el contexto en el que se desarrollan dinámicas y procesos de aprendizaje y enseñanza basados en la construcción colaborativa del conocimiento; la profunda comprensión de las condiciones en que las actividades se realizan, en este caso las discusiones en el forum, hizo posible analizar y describir cómo se desarrolló el proceso de construcción del conocimiento, para ofrecer implicaciones prácticas para los docentes sobre la implementación y desarrollo de este modelo. La parte empírica se centra por un lado en la descripción de los cursos examinados y en las plataformas utilizadas, y por otro en el estudio, presentando las metodologías utilizadas en el ánalisis, los datos y presentando los resultados obtenidos. A causa de las preguntas de investigación planteadas y la naturaleza de los datos recogidos, se decidió utilizar tanto la metodólogia cualitativa como la cuantitativa. La metodólogia cualitativa tiene como objetivo: a) la comprensión más profunda del contendido de las notas publicadas en el forum y su evolución en terminos de complejidad de los conceptos expresados y b) las modalidades interactivas utilizados por los estudiantes. En cambio, la metodólogia cuantitativa aplicada a los datos relacionales (Mazzoni, 2005) tiene el fin de dar cuenta de cuáles son las estrategias interactivas que más consiguen elicitar otras estrategias para sostener el diálogo finalizado a la construcción del conocimiento. Los resultados demuestran que el proceso de construcción del conocimiento no es espóntaneo, sino tiene que ser guiado y constantemente apoyado y que sea los contenidos producidos que las estrategias utilizadas estan profundamente influidas de la organización de los cursos, de la tarea y de los objetivos
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
25

RACO, Fabiana. « Il ruolo dell’informazione nella diffusione e qualità d’impiego del vetro in architettura. Indagine sulla trasmissione delle conoscenze tra gli attori della filiera ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389267.

Texte intégral
Résumé :
The research aim is to provide architects with decision making and analysis tools in order to manage the actual glass technology complexity in the field of architecture. Such kind of complexity belongs to: - the high standard levels of production; - the number of glass materials and glass technologies; - the required knowledge and skills through concept design, project development, construction phase and occupancy; - the high materials and technology prices; - the energy costs connected with glass technology in use. These parameters have been investigated starting with the role of information in the entire chain.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
26

BISCOTTI, ANTONIO. « Trasferimento di conoscenze tra ricerca e industria delle macchine per gelato : sviluppo e validazione di nuovi strumenti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1201039.

Texte intégral
Résumé :
Per l'industria alimentare, è di primaria importanza garantire il controllo della qualità ed avere prodotti approvati. La misura dei parametri di qualità degli alimenti, compresi quelli microbiologici associati a un rischio per la sicurezza, è necessaria per caratterizzare il prodotto ed evitare adulterazione o contaminazione. Una popolazione microbica associata all'ambiente di produzione e agli ingredienti del prodotto stesso è normalmente presente nelle matrici alimentari. I prodotti lattiero-caseari, grazie alle loro caratteristiche di composizione, sono adatti come substrato di crescita ideale in grado di favorire la crescita batterica. Il gelato non è un prodotto sterile, sebbene le macchine per gelato eseguano in genere un ciclo di trattamento termico che riduce la carica di microrganismi, al fine di ridurla sotto i limiti per batteri patogeni imposti dalla legge. La prima parte del mio progetto di ricerca mirava a sviluppare un sistema biosensore per la misurazione della concentrazione batterica in miscela gelato a base di latte, sfruttando la tecnica dell'impedenza. La misura dell'impedenza è stata effettuata applicando ai campioni un segnale di tensione sinusoidale. I campioni di miscele gelato, inoculati con concentrazione crescente di E.coli ATC11229 compresi tra 101 e 1010 CFU/ml, sono stati monitorati nel tempo per ottenere una curva di calibrazione. Come valore di confronto, miscela per gelato a base di latte senza inoculo è stata utilizzata come controllo nei test. I campioni sono stati analizzati in parallelo sia mediante il sistema biosensore che enumerazione di conte in piastra, al fine di confrontare i risultati. Il tempo di rilevazione (DT) è stato calcolato per ciascun campione alle diverse concentrazioni di inoculo. Le miscele per gelato non inoculate non hanno mostrato alcun cambiamento nei parametri elettrici misurati nel tempo. Laddove l'inoculo è stato aggiunto alla miscela per gelato, è stato registrato un cambiamento nei parametri elettrici con un aumento del DT al diminuire della carica batterica. La seconda parte del mio lavoro di ricerca era finalizzata allo sviluppo di attrezzature e metodi di elaborazione per controllare la sicurezza microbiologica delle macchine per gelato in un laboratorio centralizzato. Negli ultimi anni, si è verificato un aumento del fenomeno di rilocazione di centri di produzione di miscele per gelato che preparano il prodotto da inviare direttamente ai punti vendita. Le miscele per gelato possono essere prodotte e confezionate in un centro di produzione, quindi conservate e trasportate nei punti vendita. Una volta raggiunti i punti vendita, le miscele per gelato vengono trasformate in gelato. In questa prospettiva, è stato condotto uno studio sulla shelf-life delle miscele per gelato e sul processo di confezionamento, al fine di sviluppare un protocollo ottimale da offrire ai clienti per una qualità standardizzata in un contesto multi-location per la vendita al dettaglio di gelato. Esperimenti preliminari hanno valutato la stabilità microbiologica dei prodotti trattati e conservati a +4 °C. L'analisi batteriologica e le misurazioni del pH hanno confermato la stabilità del prodotto. Al fine di limitare la possibilità di contaminare il prodotto, è stata sviluppata una riempitrice per bag professionale. Utilizzando il sistema di riempimento del bag, è stata confermata la stabilità microbiologica delle miscele per gelato per un massimo di un mese. È stata eseguita un'analisi sensoriale per valutare la qualità del prodotto durante il mese di conservabilità a +4 °C. Ogni 7 giorni è stato aperto un bag contenente la miscela per gelato e il gelato è stato assaggiato. L'analisi ha dimostrato una buona affidabilità del processo nella qualità sensoriale del gelato prodotto con le miscele durante tutta la durata di conservazione.
For the food industry, it is of primary importance to ensure quality control and approved products. Measurement of food quality parameters, including microbiological ones associated to a safety risk, is necessary to characterize the product and to avoid adulteration or contamination. A microbial population associated to the environment of production and to the ingredients of the product itself is normally present in food matrices. Dairy products, due to their composition characteristics, are well suited as an ideal growth substrate capable of promoting bacterial growth. Ice-cream is not a sterile product, albeit ice-cream machines generally perform a heat treatment cycle that reduces the load of microorganisms, in order to lay below the limits of pathogenic bacteria imposed by law. The first part of my research project was aimed to develop a biosensor system for bacterial concentration measurement in a milk-based mix for ice-cream, that exploits the impedance technique. The measurement of the impedance has been done applying to the samples a sinusoidal voltage signal. Ice-cream mix samples inoculated with increasing concentration of E.coli ATC11229, ranging from 101 to 1010 CFU/ml, have been monitored over the time to obtain a calibration curve. As a comparison value, the ice-cream mix milk-based without inoculum was used as control in the tests. The samples were analyzed in parallel by both measurement with the biosensor and by plate count enumeration, in order to compare the results. The Detect Time (DT) was calculated for each sample at the different concentration of inoculum. The ice-cream mixes not inoculated didn’t show any change in electrical parameters measured over the time. Where the inoculum was added to the ice-cream mix, change in the electrical parameters was recorded with an increase of the DT decreasing the bacterial load. The second part of my research work was aimed to develop equipment and processing methods to control the microbiological safety of ice-cream machines in a centralized laboratory. In recent years there has been a growth in the phenomenon of the relocation of ice-cream mixes production centers that prepare the product to be sent directly to the sales points. Ice-cream mixes can be produced and packaged in a production center, then stored and transported to sales points. Once the sale points are reached, the ice-cream mixes are transformed into ice-cream. In this perspective, a shelf-life study of ice-cream mixes and a packaging process has been performed, in order to develop an optimal protocol to offer to the customers for a standardized quality in a multi-location gelato retail context. Preliminary experiments evaluated the microbiological stability of the products processed and stored at +4 °C. Bacteriological analysis and pH measurements confirmed the stability of the product. In order to limit the possibility to contaminate the product, a professional bag filling machine was developed. Using the bag filling system, pH and microbiological stability for up to one month of the ice-cream mix was confirmed. Sensory analysis was performed to evaluate the quality of the product during one month of shelf-life al +4 °C. Every 7 days, a bag containing ice-cream mix was opened and the ice-cream was tasted. The analysis demonstrated good process reliability in the sensorial quality of the ice-cream produced with the mixes during all the shelf-life.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
27

DUCA, Francesca. « Geomatica e Multimedia per la documentazione del Patrimonio paesaggistico e culturale : nuove tecnologie integrate per il miglioramento dei processi di rilevamento, gestione e diffusione delle conoscenze tramite Web. Il ruolo delle immagini e della rappresentazione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388774.

Texte intégral
Résumé :
Modern solutions today available in Geomatics and Information Technology offer great potential in the field of cultural heritage and landscape documenation in every step of recording, visualization, dissemination and communication. In this way the research aims to examine issues related to the integrated application of these technologies to improve knowledge on cultural heritage and landscape and the dissemination through web. The first part explores the themes of landscape and his representation, defining the theoretical principles of the study. Two cases are presented based on the experience gained during the PhD: The first one was carried out at the laboratories of CGT (Centro di Geotecnologie - University of Siena) within the project 'Portale dei Geopaesaggi della Regione Toscana', a scientific cooperation with Regione Toscana and Consorzio LaMMa. The project involves the integrated application of new technologies for the development of a Geographic Information System and a related web portal. In particular are discussed methodologies for landscape documentation such as digital photography to create virtual immersive panoramas and programming application to create a dedicated web site. The second one was carried out during a staying at GIFLE, Photogrammetry & Laser Scanning Research Group. It presents the use of a terrestrial laser scanning (TLS) as a valuable tool for 3D documentation of large outdoor cultural heritage sculptures such as the ones existing in the open-air museum, ‘Museo al Aire Libre’, inside the Campus de Vera of the Universidad Politecnica de Valencia. Both case followed the same methodological approach from the object's registration, with a special attention for data quality and reliability, through the representation and visualization to promote the latter stages of communication and public dissemination through the web optimizing the cultural flow and knowledge of the landscape.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
28

montecchi, tiziano. « Functional-based Approaches for Supporting Product Development ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423092.

Texte intégral
Résumé :
The process of product development consists of a series of stages to transform an idea into a new product ready for the market. Starting from the earliest stages of identification of market opportunities, till the final stages of product manufacturing, information plays a crucial role. Every stage of product development is supported by many dedicated methods and tools. On the contrary, knowledge management strategies for supporting product development have not reached the same level of development. Often users rely on the text mining tools without a proper strategy, using indeed their own intuition and knowledge of field experts. The objective of this thesis is to propose a systematic searching approach based on the functional decomposition of the product. In the first place, the development of this method consisted of the study and selection of the main methodologies of design, problem solving and design rationale (such as FBS, TRIZ, EMS model, and others), and later a reworking of them has been done in order to transform them into research targets. Each stage of product development process requires strategies, therefore different research targets. At present, strategies to support problem reformulation, problem solving, construction of the state of the art and technological transfer have been tested. Since the effectiveness of a documentary search depends on the capability of text mining tools to obtain high recall, after testing several tools on the market, it was decided to develop and patent a special search engine that works with concepts exploiting libraries based design methods as knowledge bases. The thesis is organized as follows: In Chapter 2, we deal with defining the information to be searched. This information is described in the form of functions and they are identified through research targets, i.e. those key concepts that have to be found in documents with appropriate research strategies. These research targets are created using the main design methodologies properly selected. Once these targets are known, different research strategies have been defined according to the goal we want to achieve (decision making and problem solving). Chapter 3. With the aim of supporting the activities of decision making, it has been developed a strategy to provide the proper knowledge to the designer in order to understand whether and how a specific product (or technology) can be innovated. For this purpose, the design methodologies have been used for inventing/creating the research targets to find all the possible alternative products. Subsequently, a patent search uses these targets to understand which of these systems are already present at the state of the art, because they are already patented in our field and which systems are not yet patented, representing an opportunity for development (white space opportunities). In addition, using a further functional search other technological areas are investigated to understand if those systems, not yet present in our field, have already been developed in other technological fields to reach our same goal. This information, properly organized, can be used as support for technological transfer. Chapter 4. As a support to the problem-solving activities, we have been developed a strategy for problem formulation according to the model of TRIZ contradiction, in other terms as a conflict between two functional requirements. In particular, we propose a formulation of the problem based on a process of retrieving and structuring the proper knowledge in order to facilitate the resolution of the problem itself. Chapter 5. In order to test the effectiveness of these research strategies it was necessary to develop a new search engine that searches for concepts, rather than by keywords. In fact, the concept-based search can highly increase recall of the information retrieval process if compared with the more traditional research based on a combination of keywords selected by experts. It has been developed and patented a semantic search engine, called KOM, which integrates the basic text mining techniques such as tagging and parsing analysis. In particular, the search engine uses the patent literature as a source of information from which we can gain the knowledge. The proposed research strategies have been applied to several industrial cases in the field of mechanical engineering, household appliances, biomedical and pharmaceutical industries. In the work of this thesis two explicative examples are presented about: decision making strategies applied to the technology of sterilization of contact lenses, and problem solving strategy applied to the case of the nutcracker. The application using the industrial case studies have allowed to verify the effectiveness of the conceived strategies and tools, showing significant results, especially related to the improvement of recall of information retrieval. It is under definition an exhaustive evaluation (of these strategies) that involves the technical staff of the companies that have provided the industrial case studies. For what concerns the future developments, due to the development of KOM search engine in the last year of my PhD, it will be possible to conduct a validation of the proposed strategies with a more representative sample. In addition, KOM will reduce the time to develop and test new research strategies for supporting other activities of product development.
Il processo di sviluppo di un prodotto rappresenta l’insieme delle attività svolte ai fini di tradurre un’idea in un prodotto che possa essere commercializzato. Dalle primissime fasi di individuazione delle opportunità di mercato, fino a quelle finali di realizzazione del prodotto, l’informazione gioca un ruolo cruciale. Ogni fase dello sviluppo prodotto conta innumerevoli metodi e strumenti dedicati. Le strategie di gestione della conoscenza a supporto dello sviluppo prodotto invece non sono altrettanto sviluppate. Spesso l’utente si affida agli strumenti di text mining senza una vera e propria strategia, ma basandosi sul proprio intuito e conoscenza del settore. L’obiettivo di questa tesi è proporre un metodo sistematico di ricerca basato sulla scomposizione funzionale del prodotto. La messa a punto di questo metodo è consistita in primis nello studio e selezione dei principali metodi di design, problem solving e design razionale (quali FBS, TRIZ, EMS model, ed altri), e successivamente in una loro rielaborazione al fine di trasformarli in target di ricerca. Ogni fase del processo di sviluppo prodotto necessita strategie e quindi differenti target di ricerca. Al momento, sono state testate strategie a supporto della formulazione del problema, del problem solving, della costruzione dello stato dell'arte del prodotto e del trasferimento tecnologico. Poiché l’efficacia di una ricerca documentale dipende dalla capacità che gli strumenti di text mining hanno di ottenere elevate recall, dopo aver testato numerosi strumenti in commercio è stato deciso di sviluppare e brevettare un apposito motore di ricerca che lavora per concetti sfruttando come basi di conoscenza delle librerie basate sui metodi di design. La tesi è così articolata: Nel Capitolo 2 ci si occupa di definire le informazioni da ricercare. Queste informazioni sono descritte sotto forma di funzioni e vengono individuate attraverso target di ricerca, ovvero quei concetti chiave da ricercare all’interno dei documenti con opportune strategie di ricerca. Questi target di ricerca sono creati utilizzando le principali metodologie di progettazione opportunamente selezionate. Una volta noti questi target sono state definite strategie di ricerca diverse secondo l’obiettivo da raggiungere (decision making e problem solving). Capitolo 3. Con l’obiettivo di supportare l’attività di decision making, è stata messa a punto una strategia per fornire al progettista la conoscenza necessaria a capire se e come uno specifico prodotto (o tecnologia) possa essere innovato. A questo scopo, le metodologie di progettazione sono state utilizzate per inventare/creare i target di ricerca con cui trovare tutti i possibili prodotti alternativi. Successivamente, una ricerca brevettuale utilizza questi target per capire quali di questi sistemi siano presenti allo stato dell’arte perché già brevettati nel nostro settore e quali non siano ancora brevettati, rappresentando un’opportunità di sviluppo (white space opportunities). Inoltre, sempre utilizzando una strategia di ricerca funzionale vengono indagati altri settori per capire se quei sistemi che ancora non esistono nel nostro settore siano stati già sviluppati in altre aree tecnologiche per raggiungere il nostro stesso obiettivo. Queste informazioni, opportunamente organizzate, possono essere utilizzate a supporto dell’attività di trasferimento tecnologico. Capitolo 4. Per supportare l’attività di problem solving è stata messa a punto una strategia per la formulazione del problema secondo il modello di contraddizione TRIZ, ovvero come conflitto tra due requisiti funzionali. In particolare, si propone una formulazione del problema basato su un processo di reperimento e strutturazione della conoscenza che agevola la risoluzione del problema stesso. Capitolo 5. Per poter testare l'efficacia di queste strategie di ricerca è stato necessario sviluppare un nuovo motore di ricerca che effettua ricerche per concetti, invece che per parole chiave (keyword). Infatti, la ricerca basata su concetti permette di incrementare notevolmente il recupero (recall) delle informazioni rispetto a ricerche più tradizionali basate sulla combinazione di parole chiave selezionate da esperti. E' stato così sviluppato e brevettato un motore di ricerca semantico, denominato KOM, che integra le basilari tecniche di text mining come l’analisi grammaticale e sintattica. In particolare, il motore di ricerca sfrutta la letteratura brevettuale come fonte d’informazione da cui reperire la conoscenza. Le strategie di ricerca proposte sono state applicate a diversi casi industriali nel campo della meccanica, degli elettrodomestici, della biomedica e della farmaceutica. A titolo esplicativo nel lavoro di questa tesi si riportano, le strategie per il decision making applicate alla tecnologia di sterilizzazione delle lenti a contatto, e la strategia per il problem solving applicata al caso dello schiaccianoci. La sperimentazione mediante i casi di studio ha permesso di verificare l’efficacia delle strategie e degli strumenti sviluppati ed ha portato a risultati significativi, soprattutto per quanto riguarda l’aumento della recall del processo di information retrieval. E’ in fase attuativa una validazione esaustiva che coinvolge anche il personale tecnico delle aziende che hanno fornito i casi studio. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, grazie allo sviluppo dello strumento KOM nell’ultimo anno di dottorato, sarà possibile condurre una validazione delle strategie proposte con un campione più rappresentativo. Inoltre, sarà possibile creare e testare in tempi molto più ristretti nuove strategie di ricerca a supporto di altre attività dello sviluppo prodotto.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
29

PANTINI, SARA. « Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

Texte intégral
Résumé :
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
30

DE, CLEMENTI FRANCESCO. « Il partenariato pubblico privato per l’innovazione tecnologica : l’interazione fra Istituzioni e mercato nel sistema–Europa per lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918422.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
31

SANTINI, ERICA. « Apprendimento e cambiamento in sistemi produttivi locali in condizione di lock-in ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1028355.

Texte intégral
Résumé :
This work aims at investigating in analytical and empirical ways the structural change in local production systems in condition of lock-in, in particular in mature industrial districts. Using a longitudinal perspective the institutional and cognitive paradigms, able to define the systemic structure of the system, are investigated to underline the auto-reproductive capacity of the industrial area. Questo lavoro si propone di investigare in modo analitico ed empirico il cambiamento strutturale nei sistemi produttivi locali in condizioni di lock-in, in particolare nei distretti industriali maturi. Utilizzando una prospettiva longitudinale i paradigmi istituzionali e cognitivi, in grado di definire la struttura sistemica del modello produttivo, sono indagati per sottolineare la capacità auto-riproduttiva del sistema industriale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
32

CORONA, FRANCO. « Il motore replicante della percezione. Virtuale : 6° senso della percezione ? » Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592718.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
33

RECCHI, Simonetta. « THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

Texte intégral
Résumé :
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie