Littérature scientifique sur le sujet « Conoscenza tecnologica »

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Articles de revues sur le sujet "Conoscenza tecnologica"

1

Benarros, Myriam. « INFORMATIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA. GARE TELEMATICCHE NELLE P.A. NUOVO ELEMENTO DI EFFICIENZA E ECONOMICITÀ ? ANALISI E PROSPETTIVE ». Revista Jurídica da FA7 5 (30 avril 2008) : 11–54. http://dx.doi.org/10.24067/rjfa7;5.1:210.

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Résumé :
Il tema trattato riguarda l’informatizzazione dell’attività amministrativa che si inserisce nel processo di attuazione della Società di Informazione. La Società dell’Informazione è quel lungo processo di modernizzazione attuato nel settore dell’informazione e della comunicazione che ha cambiato significativamente la vita privata, sociale e professionale di ciascun individuo. La rivoluzione tecnologica rappresenta un supporto fondamentale per favorire l’efficienza, la competitività e facilitare l’accesso alla conoscenza dei cittadini. Si intende per e-government il processo di informatizzazione della pubblica amministrazione, il quale unitamente ad azioni di cambiamento organizzativo consente di trattare la documentazione e di gestire i procedimenti con sistemi digitali, grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict-Information and Communication Tecnologies), allo scopo di ottimizzare il lavoro degli enti e di offrire agli utenti (cittadini e imprese) sia servizi più rapidi, che nuovi servizi, attraverso i siti web delle amministrazioni pubbliche.
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2

Freddi, Daniela. « Technology extension policies : caratteristiche, finalitŕ e contesti applicativi ». ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 1 (avril 2009) : 157–69. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001011.

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Résumé :
- The paper illustrates the main characteristics of the policy interventions defined in the literature as Technology Extension. These policies have been undertaken by several advanced countries to support the diffusion of radically new technologies across small and medium enterprises. This work aims to present the key elements that distinguish Technology Extension policies from other interventions for the diffusion of radically new technologies and to highlight the circumstances where these policies can be more appropriate than other alternatives. Keywords: Technology Extension, general purpose technologies, policies, knowledge, technology fusion Parole chiave: Technology Extension, general purpose technologies, politiche, conoscenza, fusione tecnologica Jel Classification: O31 - O33 - O38
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Pozzali, Andrea. « Conoscenza tacita e processi di innovazione nel settore delle biotecnologie : dalla scoperta scientifica allo sviluppo della piattaforma tecnologica ». Quaderni di Sociologia, no 38 (1 août 2005) : 113–32. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1054.

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Costa, Massimiliano. « Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9379.

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Résumé :
Nell'economia digitale e delle macchine intelligenti, il paradigma di lavoro - che è definito nella sua dematerializzazione cognitiva e produttiva - impone un nuovo collegamento tra azione, sviluppo economico e umano. La generatività dei nuovi contesti sociali e lavorativi del nuovo Cyber Phisical Systems (CPS) è caratterizzata da una più forte plasticità funzionale e da una riorganizzazione attiva e autonoma dei processi di conoscenza. Ciò rende fondamentale ripensare la formazione non come un fattore di produzione ma come una condizione di crescita integrale della persona all'interno di un modello di learnfare basato su un diritto di apprendimento e la promozione della capacitazione del cittadino. Questa sfida coincide, per la ricerca pedagogica, con la necessità di promuovere un modello di formazione capacitativo in grado di favorire un habitus riflessivo e aperto all'alterità. Questo nuovo habitus si basa sulla connessione tra competenza, abilità e capacità di formare una cultura tecnologica umanizzante non pensata come strumento di potere o controllo ma piuttosto di speranza, intersoggettività per uno sviluppo umano consapevole e partecipato
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Moccia, Luigi. « La comparaison « au-delà » des systèmes de droit : la protection de l'environnement ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001001.

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Résumé :
Due tesi di fondo, distinte ma strettamente correlate tra loro, sono al centro di questo saggio. La prima è che la globalizzazione, non solo economica e tecnologica, ma anche sociale e culturale, incidendo sul piano giuridico chiama in causa il diritto comparato per ripensarne e riaffermarne la propria vocazione di studio critico di problematiche ed esperienze giuridiche e normative, che si pone, al livello teorico, come modo autoriflessivo di conoscenza del diritto. La seconda tesi è che vi sono temi, come è il caso emblematico della tutela ambientale, che assumono carattere di ‘fondamenti' di comparazione giuridica, nel senso di rappresentare un paradigma di un nuovo statuto metodologico ed epistemologico di questo campo di studi, che invece di conoscere il mondo attraverso il diritto, alla maniera di classificazioni (tassonomie) dei sistemi giuridici, cerca di conoscere il diritto attraverso il mondo, nella sua dimensione ‘globale', al tempo stesso territoriale e spaziale, particolare e comune, relativa e universale, come polarità tra loro non oppositive, ma complementari.
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Freda, Maria Francesca. « La salute come bene comune sostenibile ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2021) : 19–23. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003004.

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Résumé :
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una accelerazione dello sviluppo tecnologico, scientifico e culturale che ha radicalmente trasformato gli scenari della vita sociale, generato importanti opportunità, ma anche introdotto questioni relative alla stessa sostenibilità del pro-cesso. Anche in ambito sanitario, gli sviluppi delle conoscenze scientifiche e tecnologiche han-no portato cambiamenti che non comprendono il solo ambito della medicina, ma implicano questioni etiche, sociali, economiche e, ovviamente, psicologiche. La sostenibilità è una domanda trasversale alla contemporaneità che, per essere affrontata, richiede l'istituzione di un campo di conoscenza transdisciplinare. Alla luce di questo scenario, l'autrice propone il riferimento alla Psicologia della Salute quale vertice fondamentale di un campo di conoscenza transdisciplinare che contribuisca allo sviluppo di un modello della salute come bene comune sostenibile.
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Pessina, Adriano. « La questione del metodo nella prospettiva della bioetica di stampo personalista ». Medicina e Morale 53, no 2 (30 avril 2004) : 317–27. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.646.

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Résumé :
L’Autore affronta la questione del metodo nella prospettiva personalista. Dopo aver chiarito che non esiste un metodo specifico della bioetica, se non nel senso che la bioetica non fa altro che assumere il metodo di indagine che è specifico della riflessione etica dalla quale dipende, l’Autore sottolinea che l’originalità della bioetica rispetto all’etica sta nell’insieme dei contenuti che essa affronta, ossia azioni e processi mediati dalla conoscenza scientifica e dalla prassi tecnologica. In particolare, viene proposta una riflessione su come è articolato il metodo triangolare proposto da Elio Sgreccia nel suo noto Manuale di Bioetica. Questo metodo si distingue dal proceduralismo di altre prospettive, sia per la sua connotazione contenutistica, che ha il suo perno in una concezione sostanzialistica della persona umana, sia per la sua struttura critica o dialettica. Nella connessione tra il dato medico-scientifico, il dato antropologico e il momento etico emerge il significato analogo della verità, concetto non confinato soltanto nel campo delle scienze sperimentali ma efficace anche sul piano etico. In tal senso, la bioetica emerge come una disciplina che si costituisce attraverso un percorso (il itriangolo) che ha il suo esito laddove il giudizio di coscienza è formulato in base alle verità acquisite ed integrate, in base ai diversi beni messi in gioco. Il momento prescrittivo, quello decisivo dell’indagine bioetica, non è assimilabile ad una pura deduzione dai principi morali ma si costituisce all’interno di un complesso itinerario teorico che tiene conto dei diversi approcci alla realtà.
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8

Messina, Patrizia. « Trasferimento di tecnologia e scienza politica : il caso dello spin-off dell'università di Padova sherpa srl ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (décembre 2018) : 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003009.

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Résumé :
Nella concezione fordista dello sviluppo il "trasferimento tecnologico" viene riferito in modo pressoché esclusivo alla produzione di brevetti e spin-off provenienti dalle discipline ad alto contenuto tecnologico, tipico dei politecnici, finalizzati in genere alla produzione industriale. Nell'ambito di una economia della conoscenza, invece, il trasferimento di tecnologia viene inteso principalmente come "condivisione di sapere codificato" e riguarda l'intera gamma della conoscenza scientifica applicata, in grado cioè di generare innovazione nei processi di produzione del benessere della collettività. In questa seconda accezione del termine gli studi sulle politiche di sviluppo locale hanno permesso di elaborare un "sapere esperto" in grado di accompagnare gli attori locali in un percorso collaborativo di design e implementazione di strategie di sviluppo nell'ambito di processi di policy design partecipativi. Il saggio focalizza l'attenzione sull'esperienza maturata sul campo a questo riguardo, presentando il caso dello spin-off dell'Università di Padova Sherpa srl.
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Mele, V., et S. Giardina. « La bioetica che interroga la letteratura nel locus antropologico : l’ermeneutica di una voce letteraria sul tema della tecnocrazia ». Medicina e Morale 52, no 2 (30 avril 2003) : 263–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.670.

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Résumé :
L’oggetto materiale del lavoro è stato quello di delineare i fondamenti epistemologici della tecnica, di inquadrarli nel periodo immediatamente antecedente alla nascita della bioetica come disciplina sensu stricto e, infine, di far emergere le conseguenze che la tecnologia ha avuto sul vissuto antropologico e sull’umano nell’epoca contemporanea. L’avvento della tecnologia si impone come una delle radici storiche della bioetica. Infatti, le nuove possibilità tecnologiche offerte dalla scienza pongono nuovi quesiti che necessitano d’urgenza una risposta etica. Tali possibilità non minacciano soltanto la salute, la vita dell’uomo e la sopravvivenza dell’intero pianeta, ma possono arrivare a “sconvolgere” l’identità stessa dell’uomo, la sua struttura antropologica. A questo punto la tecnologia da mezzo diventa fine, e la tecnologia si trasforma in tecnocrazia. Partendo dalla concezione che la letteratura è uno strumento di conoscenza che si avvale di strumenti diversi, ma non per questo meno validi, di quelli della scienza, gli autori hanno utilizzato come strumento di indagine per delineare il rapporto uomo-tecnologia alcuni testi dello scrittore Paolo Volponi in cui è evidente la presa di coscienza e la denuncia da parte dello scrittore del riduzionismo antropologico operato dal mondo tecnologico. In altre parole, la letteratura viene assunta quale oggetto formale per delineare l’avvento della tecnocrazia sull’uomo. Scopo del lavoro è inoltre far emergere l’importanza e l’effettiva realizzazione di un dialogo tra discipline diverse: il discorso sulla portata etica della tecnologia si muove oscillando dal terreno più squisitamente etico della bioetica a quello umanistico-antropologico definito dalla letteratura, e viceversa.
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Mistri, Maurizio. « La conoscenza nei distretti industriali marshalliani e nei clusters tecnologici : percorsi divergenti ». ARGOMENTI, no 36 (janvier 2013) : 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036003.

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Résumé :
Nel paper viene compiuta una analisi del ruolo che la conoscenza riveste nei Distretti Industriali Marshalliani (DIM) e nei Clusters Tecnologici (CT). L'analisi viene condotta con riferimento alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei DIM e nei CT. Il concetto di conoscenza ha una base strettamente cognitivista e si differenzia dal concetto di informazione. Usualmente la conoscenza viene intesa come base della formazione del capitale umano. Tuttavia il concetto di capitale, nel caso delle competenze umane, è un poco sfocato. La riflessione sulla conoscenza in economia politica può partire dall'idea che i DIM e i CT hanno specifiche forme di conoscenza. La differenza fra conoscenza tacita e conoscenza codificata viene discussa con attenzione alle strutture delle reti produttive e sociali dei DIM e dei CT. La conoscenza nei DIM, che sono strutture auto-organizzate, deriva da competenze già esistenti in loco, mentre nei CT ha una origine esogena.
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Thèses sur le sujet "Conoscenza tecnologica"

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Tudisco, Salvatore <1989&gt. « Il sistema dell'innovazione tecnologica e scientifica cinese : il percorso dello scambio di conoscenza ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4249.

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Résumé :
La tesi si interroga sull'integrazione del sistema tecnologico e scientifico cinese nella rete dello scambio tecnologico globale. Abbiamo studiato le relazioni che interessano la produzione di innovazione "made in China", e quelle aree geografiche tradizionalmente produttrici di cambiamenti innovativi, seguendo tre prospettive di ricerca. La prima, è quella relativa ai piani e ai programmi sistematici voluti dalla Repubblica Popolare cinese ed in generale a tutti quegli sforzi istituzionali per fare della Cina un paese a vocazione innovativa entro il 2020. La seconda prospettiva è invece legata alla letteratura manageriale che si concentra sullo studio dello scambio di conoscenza, sulle fonti di conscenza e sulla globalizzazione dei processi di ricerca e sviluppo. Infine, nella terza prospettiva, ci siamo serviti di un database nel quale abbiamo raccolto informazioni relative a diversi brevetti, tutti appartenenti ad assegnatari non cinesi, ma generati tramite il contributo di almeno uno scienziato di nazionalità cinese. Cosi, abbiamo tracciato una mappa dello scambio tecnologio globale, e compreso qual è il percorso dell'innovazione cinese all'interno di esso.
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Giglio, Rita. « Tecnologie nella società della conoscenza : i software di geometria dinamica ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13493/.

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Résumé :
In questa tesi, dopo una breve descrizione della società contemporanea, viene analizzato il cambiamento della diffusione della conoscenza con l’avvento delle TIC. Quindi, ridimensionando il ruolo delle nuove tecnologie a strumenti per la didattica, viene proposta la scelta di una loro implementazione nel rispetto di quelli che la riflessione pedagogica individua come assunti principali per i fini educativi etico e sociali. Si analizza inoltre una delle vie possibili di utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica: il laboratorio di matematica. Successivamente vengono descritti i software di geometria dinamica ed in particolare GeoGebra, focalizzando l’attenzione su quelli che sono gli aspetti positivi che agevolano e sostengono il processo di insegnamento–apprendimento. Infine, viene descritta un’esperienza didattica nella quale si è potuto sperimentare se e in che misura le nuove tecnologie possono migliorare l’apprendimento dello studente.
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Giuffrida, Alessia. « I materiali lapidei tradizionali nell'architettura contemporanea. La pietra di Siracusa ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/399.

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Résumé :
L'involucro di un edificio ha la funzione non solo di garantire protezione dagli agenti esterni ma di definire lo spazio e la sua identita'à   configurativa, di relazionarsi con il paesaggio e la citta. Oggi la concezione di involucro e' cambiata rispetto al passato: da quella massiva e portante, si e' passati ad una legata alla leggerezza e alla trasparenza. La tesi si indirizza verso l uso della pietra in senso tradizionale ed innovativo ed ha come strumento di confronto il tipico calcare bianco-giallognolo che contraddistingue l'edificato storico di Siracusa. Momento fondante della ricerca e' una preventiva e accurata fase di conoscenza delle tecniche e logiche dell'architettura contemporanea per l'uso della pietra, del contesto nel quale essa viene utilizzata, del suo stato di conservazione e delle cave di estrazione, sia antiche che nuove. Studi di particolare importanza riguardano la durabilita' del materiale lapideo, in stretta relazione con le sue caratteristiche mineralogico-petrografiche, chimiche e fisiche. Il metodo utilizzato si basa su un approccio non solo teorico ma anche pratico e interdisciplinare. Esso quindi si sviluppa attraverso sei fasi: 1. Raccolta delle informazioni sui materiali lapidei attraverso ricerche bibliografiche; 2. Analisi e schedatura di casi studio di rilievo nazionale e internazionale, in cui l uso della pietra nelle facciate e' di fondamentale importanza per la caratterizzazione dell'edificio; 3. Campionamento dei materiali lapidei di Ortigia e delle cave siracusane; 4. Indagini tecnico-scientifiche di laboratorio; 5. Elaborazione delle informazioni; 6. Conclusioni. Obiettivo della ricerca e' dunque creare un supporto alle scelte costruttive locali per indirizzarle verso campi di applicazione contemporanei in un'ottica di risparmio energetico. Tale ipotesi e' supportata dalla possibilita'à   di impiegare un materiale naturale, con un basso impatto ambientale e con livelli prestazionali migliorati a fronte delle analisi conoscitive svolte. Scegliere una pietra del luogo significa inoltre tramandarne la memoria, inserire il progetto entro un contesto specifico, ma anche abbassare i costi di trasporto e acquisto. Lo studio punta infine alla possibilita' di ripetere e applicare tale metodo a contesti similari, ovvero con materiali e tecniche costruttive confrontabili, o con caratteristiche ambientali, condizioni di degrado, uso di materiale lapideo affini.
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Fiore, Daniele. « Società della conoscenza e nuove tecnologie : innovazione didattica nella scuola secondaria di secondo grado ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11446/.

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Résumé :
All'interno di questo elaborato vengono analizzati gli effetti positivi e negativi dell'introduzione delle nuove tecnologie nel sistema scolastico all'interno della società odierna, definita società della conoscenza; vengono descritte la lavagna interattiva multimediale e successivamente due software didattici, proponendo al termine una proposta di innovazione attuabile nella scuola secondaria di secondo grado, basata su un mio intervento riguardante l'unità didattica della "Retta nel piano cartesiano" e della "Parabola". Il filo conduttore è quello dell'analisi critica nei confronti delle potenzialità che la rivoluzione digitale porta con sé, cercando di riflettere su quello che potrebbe essere il giusto compromesso tra la nostra scuola e i tempi odierni.
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5

Agostini, Valeria. « Nuove conoscenze sulla composizione delle uova ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
Il consumo di uova di gallina consente di apportare significative quantità sia di macro-nutrienti (proteine di elevato valore biologico e lipidi con un equilibrato rapporto polinsaturi:saturi pari 0,7-0,8) e micro-nutrienti (le principali vitamine idrosolubili dell’acido ascorbico e liposolubili e di minerali quali Ca, S, P, Se e Fe). La concentrazione di colesterolo nelle uova si è significativamente ridotta a causa dell’elevata produttività raggiunta dai genotipi attualmente impiegati nell’allevamento dell’ovaiola ed il contributo al livello presente a livello ematico nell’uomo è stato profondamente ridimensionato dalle ricerche condotte negli ultimi 20 anni. Il profilo nutrizionale delle uova può essere inoltre proficuamente arricchito mediante l’integrazione dei mangimi somministrati alle ovaiole (es. vitamine D e B12, Se, PUFA n-3, etc.). Nell’ultimo decennio sono stati condotti studi approfonditi sulle caratteristiche chimiche-fisiche per sviluppare applicazioni al fine di evidenziare i possibili componenti delle uova dotati di potere bioattivo. Infatti, l’estrazione e l’impiego di molecole biologicamente attive presenti nell’uovo sia come ingredienti in alimenti o supplementi per l’alimentazione in grado di ridurre il rischio di malattie e migliorare la salute umana, è già da alcuni la nuova frontiera nella ricerca sulle uova. Ad esempio, l’elevata biodisponibilità di fosfolipidi, luteina e zeaxantina unitamente alla presenza di un’ampia gamma di proteine bioattive nell’albume quali ovalbumina, ovotransferrina, ovomucina, lisozima e avidina sembrano giustificare lo spiccato potere antinfiammatorio osservato sia in prove condotte in-vitro ed in-vivo. Sono in corso ulteriori studi volti a identificare ulteriori composti minori di cui ancora non si conosce la specifica attività e di cui ancora non sono disponibili tecniche che consentono una loro efficace estrazione e purificazione.
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SINI, STEFANIA. « Centri della conoscenza : dispositivi urbani per la creazione di Smart Cities ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266388.

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Résumé :
The PhD research investigates the meaning of the paradigm of Smart City, or Intelligent City, that, from several time, started to be discussed and applied in diverse urban contexts in the world. Smart Cities are characterized by the presence of pervasive and cooperating information and communication technologies. These technologies improve the efficiency of urban resources' management and increase relations and interaction within the urban space. However, a Smart City doesn't prescind from the fundamental role of citizens in the urban space's transformation and development, for this reason information and communication infrastructure are primarily a tool for intensifying connections and exchanges among citizens. In a sense, according with the vision proposed in this research, a Smart City is not exclusively a concept through which efficiency and resources optimization are emphasized, as in the visions that represent the city as a machine constituted of technological cooperating components, but definitively suggests a more holistic vision, which considers the complexity of contemporary cities. This approach underlines that the city is constituted of several interacting components, human and non-human, that together create a complex ecological system where the technological tools, proper of the Smart Cities, can facilitate its management, without adopting rigid standards that limit its free evolution. The intensifying and multiplying of relations and interactions is therefore a concept at the base of the vision proposed by the Intelligent City model, where urban space's development is realized through new practices that enable novel opportunities for collaboration, based on a system of diffused knowledge. Context-knowledge is amplified by the information belonging to the digital space: urban space is increasingly constituted of digital elements that fundamentally contribute in shaping urban places, blending and integrating themselves into the physical space to which they relate and in which they are inscribed. The development of approaches and methodologies capable of facilitating transformational processes of existing urban contexts towards more intelligent configurations can be a solution for the problems faced by contemporary cities. Defining solutions capable to imagine the space as a construct integrating physical and digital components, whose distinction is ever more labile, it is possible to develop new criteria that design and modified cities sustainably, favoring the increase of quality of life for citizens. The research's unfolding has lead to observe how diffused knowledge and citizens' ability to cooperatively act are peculiar characteristics of intelligent cities, accelerated by pervasive urban technologies that facilitate the rapid diffusion on information and enable new forms of interaction through physical and digital space. Final results of the research define the Centers of Knowledge as conceptual devices that facilitate the creation of Smart Cities, suggesting material and immaterial forms with which generate intelligent urban contexts. The thesis is articulated into four chapters: in the first and second chapter principal theoretical references and best practices on Smart City are described; the third chapter contains the analysis conducted in Chicago, which is considered an optimum example of an intelligent urban context; in the forth chapter the concept of Center of Knowledge is explicated, describing the ways through which it can be shaped to develop new urban scenarios. Hopefully, the results of the research will provide a valid contribution in the rich debate around Smart Cities or Intelligent Cities, with the awareness that technological innovations and increasing experimentation of new modes of interactions produce rapid changes of the frame of references.
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Fusco, Paolo. « Comunicazione della conoscenza e tecnologie educative. Aspetti teorici e applicativi di un tema di frontiera ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/2605.

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Résumé :
2015 - 2016
Purpose of this work is to define theorical and practical aspects of knowledge communication. The knowledge society is defined by the fact that knowledge is not any more an addiction to the socio-political context, whereas it’s engine. Knowledge and creativity have become the economic’s basic instruments, and so people are required to acquire cognitive abilities. That’s why human capital training is important. Knowledge has always been an important factor in every human society in the past. But today it has developed so greatly and so widely in all the world, that it has become a fundamental motor of society, not only at work, but even in our free time. Knowledge nowadays is not only an additional value to productive factors, through technology, but it has become itself a productive factor, able to undermine whole economic sectors and even lands and continent, and to open unexpected opportunities to others. The role of scientific and technological research has become so systematic and pervasive, that it emerges the need of finding the appropriate way to spread it socially, so that people can understand it. That happens because it has grown the awareness that cognitive, economic, political and ethic impact of scientific knowledge increases, whereas its comprehension for the average person becomes more and more difficult. The reason is that it’s not only a matter of accumulating information, but you need to manage it, to correlate it, to put it in a wider context. That’s why only recently the topic of knowledge communication has become important in the university and for all the subjects involved in knowledge production and spread. The paradox of knowledge society is that knowledge has a cooperative nature and no single person, even the greatest expert, is sufficient to acquire it, because it exceeded individual capacities. Problem of world citizens, nowadays, is not only that of bondage, lack of democracy or of welfare state, but the lack of availability of advanced knowledge. But not only single persons must face this task, indeed it’s a matter of social actors, like institutions, public services, research centers, firms, trade and media. There is a debate on the meaning of scientific comprehension. There are three reasons why knowledge communication is not simply a matter of divulgation: knowledge access is complicated because of plural interests, often conflicting; public communication involves all subjects who want funding for research; there are plural actors –politicians, lobbies, nongovernment organizations- who affect on application and implication of techno science. Despite those complications, we can detect preferred channels for scientific communication. Primary the education system, like school and university. But they are subject of reconsideration, due to the new tool of knowledge transmission. Basic in this process is the use of new technologies, which requires analysis of risks and possibilities of internet for safety and divulgation of the knowledge. The research focalizes three main issues: description of problems of knowledge society, especially the question of knowledge communication; the definition of the role of science communicator, as a professional figure inside the educational system; analysis of internet role and new technologies in the knowledge society. 3 In the first chapter there are exposed the main theories which describes our society in terms of research, access and transmission of scientific knowledge. Daniel Bell and Lyotard talk about postindustrial society, Zygmut Bauman about liquid society, Manuel Castells about information society, all referring to the importance of information in our society. A special place takes Gibbon’s study about the new knowledge production. The image of an academic science all inside the big institutions and experts, is not any more realistic; it has been replaced by a Modo 2, characterized by the need of questioning about the knowledge impact, which implies transdisciplinary approach and in which there are different competences and goals. Knowledge circulation changes form and content, in relation to the need of common citizens and big multinationals. Science is implemented through an articulated social, political and economic dealing, supported by traditional lobbies or acting as a pressure mean. When science is subjected to deal and restriction, public communication of it works as a delimit of competences from other branches of knowledge. The definition of science communication takes off from the awareness that growth of mass media doesn’t mean necessarily better public communication. In this context is published Bodmer’s The Public Understanding of Science report, in order to solicit politicians, analists and scientists to take care about the public comprehension of science, considering that there is a connection between democracy and scientific knowledge. All people must get a correct idea about the themes of research, so that they can contribute in chooses which regard social life. Since then, all governments of industrialized countries are equipped with agencies of public promotion of science, based by a preliminary study of what people know and how do they interpret scientific notions. That’s why scientific development is not imaginable without facing up the relation between research institutions and citizens, politic and market. The concept of dialogue is very important therefore, testified by a long debate inside European Union’s seat. Considering the need of comprehension of how the interaction between scientists and citizen functions, the second chapter focalizes the professions concerning the knowledge transmission and the emerging figure of scientist communicator, trying to identify his competences, means and goals and further to describe his scholastic and academic curricular experiences, and this based on recent knowledge transmission activities, like e-learning, the use of multimedia means in the teaching activity, which is analized in the third chapter. Open access and open content create a new approach in the fruition of net information, in which the user acquires an active role in the process concerning creation, production, distribution and consumption of information, like, for example, Wikipedia. In the high technologized and scientific development society, changing continuously, a permanent education is need, in order to allow individuals to front the challenge resulting by innovation of every aspect of social organization. And not only individuals, but institutions, public services, research bodies, factories, trade and media. It’s necessary think about economic and political risks, typical of knowledge society. [edited by author]
Lo scopo di questo lavoro è quello di definire aspetti teorici e pratici di un tema di frontiera, quale la comunicazione della conoscenza. La definizione di società della conoscenza, in cui gli individui sono continuamente spinti ad acquisire il sapere e le abilità cognitive ad esso collegate presuppone una visione del sapere come motore del quadro socio-politico, e di conseguenza, anche dell’assetto economico. In questa nuova forma di società, i fattori chiave sono la conoscenza e la creatività, per cui la formazione del capitale umano e sociale rappresenta l’investimento più potente per produrre valore e rispondere alle sfide della competizione globale. Il sapere non è più un’aggiunta al quadro socio-politico, ma il suo motore; esso è diventato il fondamento strutturale dell’economia e dello sviluppo. Quando parliamo di società della conoscenza, non si intende negare che la conoscenza abbia avuto un ruolo importante in tutte le società umane che l’hanno preceduta; ma oggi essa ha assunto una varietà di forme tanto sofisticate e tanto presenti capillarmente nella vita quotidiana e una capacità di circolare a tale velocità e raggiungendo tutti gli angoli della società planetaria da essere ormai il motore principale dell’economia e della vita sociale, oltre che riempire la vita di ciascuno di noi nell’attività formativa lungo l’intero arco della vita, in quella lavorativa e nel tempo libero, da venir scambiata immediatamente in una continua attività di interazione sociale. La conoscenza non solo aggiunge valore agli altri fattori produttivi, principalmente attraverso le tecnologie, ma oggi rappresenta essa stessa un bene al centro di scambi crescenti e un vero fattore produttivo capace di mettere in crisi interi settori economici e addirittura paesi e continenti, e di spalancare insospettate opportunità ad altri, aprendo orizzonti di possibilità i cui limiti sono solamente quelli dell’immaginazione delle classi dirigenti e dei cittadini che le esprimono. È proprio tale aspetto sistematico e pervasivo a determinare una riconfigurazione non solo del ruolo della ricerca scientifica e tecnologica, ma anche della possibilità di renderla fruibile, comprensibile, sufficientemente conosciuta e valutata. Se il ruolo e il prestigio della scienza è ormai consolidato da molto tempo, è solo di recente che sta emergendo l’esigenza di trovare forme adeguate per farla circolare nel modo più ampio entro il tessuto sociale. Solo di recente ci si è dunque resi conto del divario tra ruolo della scienza e capacità di comprenderla a livello individuale e collettivo; è maturata la consapevolezza che mentre cresce l’impatto cognitivo, economico, politico, etico del sapere scientifico, tende ad aumentare anche la sua distanza dal patrimonio culturale medio delle persone, poiché non si tratta soltanto di accumulare informazioni, bensì di saperle gestire, collegare, immettere in un contesto di azione più ampio che ha a che fare con valori, decisioni, simboli, rappresentazioni. Ecco perché solo da poco tempo il tema della comunicazione 3 della conoscenza è diventato uno specifico tema di ricerca, centrale per l’università e per tutti i molteplici attori coinvolti nella produzione e diffusione della conoscenza. Proprio per il carattere peculiarmente cooperativo della conoscenza, i cittadini si trovano, però, a vivere il grande paradosso della knowledge society. Pur essendo singolarmente dotati di uno stock di conoscenza esperta già assai più consistente di ogni altro delle passate società, e per giunta sempre più velocemente crescente, essi sono sempre meno sufficienti a sé stessi per la propria sopravvivenza quotidiana, proprio perché la conoscenza di cui essi ormai vivono è frutto di un lavoro cooperativo, che supera cioè le capacità personali di ogni cittadino, anche del più esperto. Cresce, dunque, la pressione verso istituzioni, diritti e canali di comunicazione che siano capaci di tenere insieme la comunità umana di fronte a queste sfide epocali. Il problema capitale oggi è come affrancare tutti i cittadini del pianeta dalla condizione di minorità che non è più solo la condizione servile, la mancanza di democrazia, la mancanza di welfare, ma anche la non disponibilità pratica della conoscenza più avanzata per sé stessi e la non disponibilità teorica per la propria realizzazione. Ma non è solo l’individuo a dover affrontare questo compito, bensì ogni elemento chiave della società: gli apparati dello stato, i pubblici servizi, gli enti di ricerca, l’impresa, l’industria, i commerci, i media. A misura che questo tema è diventato usuale nell’agenda politica si è sviluppato un intenso dibattito su cosa significa comprendere la scienza. Di riflesso, comunicare la scienza non significa semplicemente divulgare, ossia trasmettere informazioni, almeno per tre motivi: l’accesso al sapere è complicato da un intrico di interessi spesso confliggenti; a comunicazione pubblica non serve solo ai pubblici ma a tutti quei soggetti che vogliono ricevere finanziamenti e capitali per svolgere la ricerca; la molteplicità di attori che, oltre agli scienziati, agiscono nell’ecosistema della scienza - politici, gruppi di pressione, organizzazioni non governative – e che incidono su applicazioni e implicazioni della tecnoscienza. Ferme restando queste complicazioni, si possono individuare alcuni canali privilegiati con cui avviene oggi la comunicazione scientifica. Un posto tradizionale ma sempre decisivo l’occupa il sistema educativo, dalla scuola all’università. E tuttavia, questi luoghi sono oggetto di un sostanziale ripensamento, proprio alla luce dei nuovi strumenti di trasmissione del sapere. In questo processo, assume quindi un ruolo centrale l’uso delle nuove tecnologie, che impone di riflesso una analisi dei rischi e delle potenzialità della rete per la tutela e la condivisione della conoscenza. La ricerca si sviluppa intorno a tre questioni principali: la descrizione dei problemi della società della conoscenza con un approfondimento della specifica questione della comunicazione del sapere; la delineazione del profilo del comunicatore di scienza, come nuova figura professionale 4 all’interno dei contesti classici della trasmissione del sapere, come la scuola e l’università; l’analisi del ruolo della rete e delle nuove tecnologie nella società della conoscenza. Nel primo capitolo, viene proposta una ricognizione delle principali teorie che a vario titolo descrivono la nostra società in termini di ricerca, produzione, applicazione, accesso e trasmissione del sapere scientifico. Daniel Bell definisce post industriale la società in cui si passa dalla produzione di beni materiali a quella di beni informazionali, in cui proprio intorno alla gestione delle informazioni si definiscono le cause dei conflitti, secondo Alain Touraine. E se Lyotard lega profondamente la società della conoscenza alla condizione post industriale, Zygmut Bauman riconduce le nuove forme della conoscenza a quella che chiama società liquida. Manuel Castells si spinge fino a creare la definizione di società dell’informazione, poiché è proprio la rete ora a definire la nuova struttura della società informazionale. Un posto di riguardo in questa rassegna delle interpretazioni, merita poi lo studio di Gibbons sulla nuova produzione di conoscenza. L’immagine di una scienza accademica, confinata all’interno delle grandi istituzioni e riservata ai soli esperti, non è più realistica; ad essa si è sostituita un Modo 2 caratterizzato dalla riflessività, ossia dall’esigenza di interrogarsi sull’impatto della conoscenza, e dal forte taglio transdisciplinare, dove si incrociano non solo competenze diverse ma obiettivi e usi differenziati. Dal comune cittadino preoccupato di comprendere come cambierà la propria vita, alla grande multinazionale della ricerca pronta a investire capitali e risorse umane, ecco che la circolazione di conoscenza assume forme e contenuti differenti in funzione del contesto nel quale si realizza. Lungi dall’immagine idealizzata del ricercatore tutto immerso nella pura ricerca della verità, è chiaro che la scienza si attua attraverso un’articolata negoziazione sociale, politica ed economica cercando appoggio in gruppi di potere tradizionali o agendo essa stessa quale strumento di pressione. Quando la scienza è sottoposta a negoziazioni, contese e restrizioni, la comunicazione pubblica della scienza agisce come demarcazione di competenza e come difesa nei confronti di altre forme di conoscenza. Negli anni si sono susseguite e sovrapposte diverse motivazioni per definire la questione della comunicazione della scienza. Ragioni illuministiche sono andate di pari passo con giustificazioni strumentali e culturali. La comunicazione della scienza è servita a demarcare il territorio dell’autorità della scienza, nella consapevolezza che ad un aumento dei mezzi di comunicazione non debba necessariamente corrispondere un proporzionale miglioramento del dialogo con il pubblico. È in questo contesto che viene pubblicato il rapporto Bodmer su The Public Understanding of Science che sollecita politici, analisti e gli stessi scienziati a dare la dovuta importanza al pubblico, alla comprensione collettiva della scienza, nella convinzione che vi sia un nesso stretto tra democrazia avanzata e conoscenza scientifica. Se non tutti devono o possono avere 5 una educazione scientifica, tutti devono poter farsi un’idea corretta dei principali temi di ricerca al fine di poter contribuire alle scelte che riguardano la vita associata o anche soltanto all’elaborazione attiva delle informazioni. Da allora tutti i governi dei paesi industrializzati si sono dotati di agenzie per la promozione pubblica della scienza, basandosi sullo studio preliminare di cosa le persone sanno e come interpretano le nozioni scientifiche. Per questo, è inimmaginabile figurarsi qualsiasi scenario di sviluppo scientifico senza affrontare i nodi irrisolti della relazione tra istituzioni di ricerca, cittadini, politica e mercato. Problemi che ruotano tutti attorno al concetto di dialogo, inteso come un contesto nel quale la società può, anzi deve interrogarsi per affrontare questioni politiche connesse alla scienza e alla tecnologia, come del resto dimostra il lungo dibattito all’interno delle sedi dell’Unione Europea su questi temi. La ricerca di soluzioni ai problemi fra scienza e società passa attraverso la comprensione dei luoghi reali in cui prendono forma le interazioni fra gli scienziati e cittadini. Per questo, nel secondo capitolo, si esamina la questione delle professioni connesse alla trasmissione del sapere e all’emergente figura del comunicatore in campo scientifico, cercando di individuarne le competenze, gli strumenti e gli obiettivi e poi di descriverne le esperienze curricolari in ambito scolastico e universitario. E questo sulla base delle più recenti attività di trasmissione del sapere da tempo operanti nel sistema formativo, come l’e-learning, l’uso di strumenti multimediali nell’insegnamento, i programmi di partecipazione costruttiva al sapere, analizzati all’interno del terzo capitolo. Le questioni legate all’open access e all’open content rimodulano radicalmente la fruizione di informazione in rete, creando un nuovo approccio, grazie al quale l’utente, svincolandosi dal classico ruolo passivo, assume un ruolo attivo nel processo che coinvolge le fasi di creazione, produzione, distribuzione e consumo di informazioni, come appare evidente nel caso di Wikipedia. Nella società ad alto sviluppo tecnologico e scientifico, in continuo cambiamento su scala locale e globale, è necessaria una sorta di educazione permanente che consenta all’individuo di fronteggiare le sfide derivanti dalla pervasiva innovazione di ogni aspetto dell’organizzazione sociale. Ma non è solo l’individuo a dover affrontare questo compito, bensì ogni elemento chiave della società: gli apparati dello stato, i pubblici servizi, gli enti di ricerca, l’impresa, l’industria, i commerci, i media, diventa fondamentale riflettere con un approccio critico sui rischi di natura economica e politica tipici della società della conoscenza. [a cura dell'autore]
XXIX n.s
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8

MENEGON, STEFANO. « Wise Lagoon. Nuove tecnologie, scienza e ambiente : percorsi e sfide verso un quadro di conoscenza condivisa ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/11578/278309.

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9

Vio, Filippo <1996&gt. « IL LAVORO NELLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA E DELLA TECNOLOGIA DIGITALE Tracce di ricerca sulle competenze per l’agire lavorativo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20980.

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Résumé :
Il dirompente impatto delle tecnologie digitali ha generato profonde trasformazioni non solo nella tradizionale divisione del lavoro manuale ed intellettuale, ma anche nella capacità dei soggetti di essere protagonisti della loro vita. Si presentano quindi brevi cenni sulla divisione tra lavoro manuale e lavoro intellettuale dall’antica Grecia al Novecento, proponendo una riflessione sull’impatto delle nuove tecnologie digitali su tale distinzione. Dopo aver approfondito i modelli di competenza finora utilizzati, si decrive il caso di un’azienda metalmeccanica del Nordest italiano che nel 2020 ha investito in azioni formative mirate al rafforzamento delle competenze digitali dei propri lavoratori, al fine di mantenere i livelli di competitività nel mercato internazionale. Dal caso particolare, ci si proietta verso vero un’analisi dei rapporti DESI e INAPP, i quali presentano un Italia non ancora pienamente allineata alle politiche di sviluppo europee. Delineate quindi le coordinate principali della “rivoluzione digitale”, apparirà evidente come un modello di competenza digitale basato sull’accumulo di nozioni tecniche non sia sufficiente ad accogliere un cambiamento così sostanziale nell’agire lavorativo. Si è pertanto verificato sul campo la connessione tra competenze trasversali e digitali, interrogando le ipotesi che alcune delle prime possano agire sulle seconde. Lo scopo di questa indagine è fornire un ulteriore strumento di lettura, dal punto di vista formativo, del rapporto tra agire lavorativo e soggettività nei processi di digitalizzazione.
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10

CONDOTTA, MASSIMILIANO. « Energy web : conoscenza condivisa, intelligenza collettiva e nuove tecnologie per il contenimento dei consumi energetici a scala urbana ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/11578/278355.

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Livres sur le sujet "Conoscenza tecnologica"

1

Le murature archeologiche : Conoscenza storica, tecnologica e materica. Saonara, Padova : Il Prato, 2006.

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2

Cristiano, Antonelli, dir. Conoscenza tecnologica : Nuovi paradigmi dell'innovazione e specificità italiana. Torino : Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, 1999.

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3

Lazzeroni, Michela. Geografia della conoscenza e dell'innovazione tecnologica : Un'interpretazione dei cambiamenti territoriali. Milano : F. Angeli, 2004.

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4

Italy. Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica., dir. Scienza spazioaperto : Scuola & scienza : i percorsi della conoscenza : settimana della cultura scientifica e tecnologica : promossa dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, 18-24 aprile 1994. [Rome] : Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1994.

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5

Settimana della cultura scientifica e tecnologica (5th 1995). Scienza spazioaperto : I percorsi della conoscenza : Settimana della cultura scientifica e tecnologia promossa dal Ministerio dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica, 3-8 aprile 1995. [Roma] : Presidenza del Consiglio dei ministeri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1995.

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6

Cipriani, Alberto, Alessio Gramolati et Giovanni Mari, dir. Il lavoro 4.0. Florence : Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-649-1.

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Résumé :
Le ricerche del presente volume si fondano sul nesso tra lavoro e Quarta Rivoluzione industriale. Su questo piano le domande sono numerose. Qual è la natura del lavoro 4.0? Qual è il rapporto tra rivoluzione tecnologica e occupazione? Quali sono i diritti del lavoro nell’epoca dei nuovi modelli di business? L’innovazione può essere implementata senza il superamento della subalternità novecentesca e l’approdo a nuove forme di libertà e responsabilità del lavoro? La digitalizzazione e le nuove forme di organizzazione dell’impresa mutano i rapporti di lavoro e favoriscono nuove forme di collaborazione e di conflitto? La formazione, la qualità e la libertà nel lavoro sono più importanti del salario? La progettazione e il design dell’impresa come si pongono nei confronti della tecnologia e del lavoro? La digitalizzazione spinge l’economia della conoscenza a determinare nuove forme di lavoro? Quali progetti da parte dei soggetti coinvolti, a cominciare dai lavoratori, perché queste trasformazioni siano un passo avanti nelle condizioni di lavoro e nelle relazioni industriali? Queste e molte altre domande sono alla base dei saggi raccolti nel volume cui hanno collaborato autori di diversa formazione ed esperienza: accademici, giornalisti, imprenditori, manager, operatori, sindacalisti e rappresentanti sindacali.
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7

Bucchi, Massimiano, et Andrea Bonaccorsi. Trasformare conoscenza, trasferire tecnologia : Dizionario critico delle scienze sociali sulla valorizzazione della conoscenza. Venezia : Marsilio, 2011.

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8

Parlangeli, Oronzo. Mente e tecnologia : Evoluzione della conoscenza e sostenibilità. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2010.

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9

Rossi, Piergiorgio. La soluzione costruttiva : Finalizzazione delle conoscenze tecnologiche. Milano : F. Angeli, 1987.

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10

1973-, Rossi Federica, dir. L'università e il sistema economico : Conoscenza, progresso tecnologico e crescita. Bologna : Il mulino, 2013.

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Chapitres de livres sur le sujet "Conoscenza tecnologica"

1

Cantale, Claudia. « 2. Gli uomini, la tecnologia e l’utopia della democratizzazione della conoscenza ». Dans Gli uomini e i testi, 37–63. Ledizioni, 2019. http://dx.doi.org/10.4000/books.ledizioni.12414.

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2

Margherita Cicala. « Approcci metodologici finalizzati alla conoscenza geometrica di torri e campanili. » Dans 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.27.

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3

Giuseppe Antuono. « Sistemi e modelli integrati di conoscenza e visualizzazione. Il 'Bosco' del Real Sito di Portici ». Dans 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.109.

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4

Gaetano Ginex, Francesco Trimboli et Sonia Mercurio. « Il caso della città di Shibam nello Yemen del Sud. Conoscenza e monitoraggio avanzato del patrimonio culturale ». Dans 42th INTERNATIONAL CONFERENCE OF REPRESENTATION DISCIPLINES TEACHERS. CONGRESS OF UNIONE ITALIANA PER IL DISEGNO. PROCEEDINGS 2020. LINGUAGGI, DISTANZE, TECNOLOGIE. FrancoAngeli srl, 2021. http://dx.doi.org/10.3280/oa-693.94.

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Actes de conférences sur le sujet "Conoscenza tecnologica"

1

Crupi, Valentina. « Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente : l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Résumé :
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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