Littérature scientifique sur le sujet « Condizioni di vita »

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Articles de revues sur le sujet "Condizioni di vita"

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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore et Rosa Bruna Dall'Agnola. « Indicatori di qualità della vita ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (mars 1999) : 7–9. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000319.

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Résumé :
La complessità del dibattito sulla qualità della vita si riflette nelle definizioni proposte (Oliver el al., 1996); alcune sono ampie ma vaghe, tali da non specificare il contenuto del concetto e quindi da ostacolarne la misurazione: “La qualità della vita è un ampio concetto che comprende tutti gli aspetti dell'esistenza di un individuo” (Torrance, 1987); “Nell'epoca moderna qualità della vita significa salute e benesse re, idee ampiamente comprese ed accettate dalle persone” (Oliver, 1991). Alcune definizioni si focalizzano sugli indicatori oggettivi di benessere: “La qualità della vita consiste nell'ottenere le condizioni necessarie per la felicità in una data società” (McCall, 1975). Altri autori definiscono la qualità della vita come senso di benessere legato alla situazione contingente o ad una qualche combinazione di benessere soggettivo ed oggettivo: “La qualità della vita è uno stato di benessere che riflette le condizioni di vita, la soddisfazione e l'adattamento a queste condizioni di vita” (Franklin et al., 1986); “La qualità della vita è il senso di benessere sperimentato da una persona all'interno delle sue attuali condizioni di vita” (Lehman, 1983). La centralità dell'aspetto soggettivo si ritrova anche nella definizione che recentemente la WHO ha dato di “qualità della vita”: “…..è una percezione individuale della propria posizione nella vita all'interno del conteste della cultura e dei valori in cui si vive, in relazione ai propri scopi, aspettative, standard ed interessi” (WHOQOL Group, 1995).
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore et Rosa Bruna Dall'Agnola. « Modelli concettuali di qualità della vita ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (mars 1999) : 12–15. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000332.

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Résumé :
Lo studio della qualità della vita nei pazienti affetti da disturbi mentali risale ai primi anni '80 (Malm et al., 1981; Lehman et al., 1982; Lehman, 1983; Baker & Intagliata, 1982; Bigelow et al., 1982). Negli stessi lavori compare per la prima volta un tentativo di riflessione teorica sul concetto di qualità della vita in psichiatria: un elemento condiviso dagli autori che si sono occupati di qualità della vita in quel periodo è il superamento delle tradizionali misure legate alla malattia (sintomi, compromissione, disabilità) per includere nell'indagine l'esperienza che il paziente ha della propria condizione di vita; tuttavia, vi sono notevoli differenze tra i vari autori nella concettualizzazione del rapporto tra le condizioni obiettive di vita e la loro percezione soggettiva e circa i fattori che influenzano questa relazione. Descriveremo di seguito alcuni modelli di qualità della vita facendo riferimento alla recente opera di Katschnig et al. (1997).
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Storato, Giulia, Giuliana Sanò et Francesco Della Puppa. « Fare casa nella città interstiziale, tra dinamiche attrattive e forze espulsive. Condizioni abitative e strategie della vita quotidiana di richiedenti asilo e rifugiati senza dimora a Trento ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 124 (mars 2021) : 138–55. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-124008.

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Résumé :
Il presente contributo, frutto di una ricerca etnografica condotta nella Provincia Autonoma di Trento, indaga le condizioni di vita di rifugiati e richiedenti asilo al di fuori del sistema di accoglienza. In particolare, approfondisce gli effetti prodotti dagli insediamenti informali in cui essi dimorano e dalle condizioni materiali che li caratterizzano sulla vita quotidiana di questi immigrati, nonché le forme di riappropriazione di tali spazi che gli stessi immigrati esercitano.
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Galuppo, Laura. « Costruire organizzazioni sostenibili : pratiche di ricerca-intervento ». RISORSA UOMO, no 1 (mai 2011) : 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001005.

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Résumé :
L'articolo descrive tre esperienze di ricerca-azione intorno al tema della sostenibilitŕ della vita organizzativa condotte entro contesti sociosanitari. Attraverso la presentazione di tali esperienze di ricerca sul campo, il lavoro consente un'esplorazione di quali condizioni appaiano cruciali per costruire organizzazioni sostenibili e di quali pratiche e strategie di azioni siano in grado di favorire tali condizioni di sostenibilitŕ.
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Curtarelli, Maurizio, Maija Lyly-Yrjanainen et Greet Vermeylen. « Qualitŕ e sostenibilitŕ del lavoro in Europa. Evidenze dall'Indagine europea sulle Condizioni di lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 92–115. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127007.

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Résumé :
L'articolo presenta alcuni risultati della 5a Indagine europea sulle condizioni di lavoro, condotta nel 2010 dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) con sede a Dublino. I risultati illustrati fanno riferimento a quattro specifici ambiti della qualitŕ del lavoro: salute e fattori di rischio connessi; motivazione, ricompense intrinseche e soddisfazione; skills, formazione e apprendimento sul lavoro; infine, conciliabilitŕ tra lavoro e vita privata. Tali ambiti concorrono alla definizione di "sostenibilitŕ" del lavoro, concetto strettamente connesso con quello di qualitŕ e che riflette la possibilitŕ di tenere il piů a lungo possibile i lavoratori nell'occupazione, in una logica di invecchiamento attivo. I risultati riflettono un'estrema varietŕ di situazioni, frutto sia di aspetti oggettivi delle specifiche realtŕ lavorative e sia della percezione che l'individuo ha del proprio lavoro e delle condizioni in qui opera.
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Brandi, Maria Carolina, et Antonio Ricci. « Condizioni di vita e di studio degli immigrati : i risultati di una ricerca ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mai 2014) : 189–203. http://dx.doi.org/10.3280/mm2014-001011.

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Laurent, Jane K., Massimo Petrocchi et Giorgio Rossi. « L'agro di Roma tra `500 e `800 : Condizioni di vita e lavoro ». American Historical Review 92, no 2 (avril 1987) : 452. http://dx.doi.org/10.2307/1866726.

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Vermeylen, Greet, Agnčs Parent-Thirion et Maurizio Curtarelli. « La qualitŕ del lavoro e dell'occupazione nell'Indagine europea sulle Condizioni di lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 35–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127004.

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Résumé :
L'articolo presenta il quadro teorico di riferimento e l'approccio metodologico sottesi all'Indagine europea sulle condizioni di lavoro, condotta sin dall'inizio degli anni '90 dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) con sede a Dublino. Dopo aver illustrato brevemente il contesto politico in cui č maturato il concetto di qualitŕ del lavoro e i motivi della sua recente "popolaritŕ", l'articolo si sofferma sugli elementi e sulle caratteristiche della qualitŕ del lavoro che sono stati considerati per pervenire alla sua concettualizzazione e piena operativizzazione nell'approccio di Eurofound. L'analisi prosegue poi con una panoramica degli approcci alla concettualizzazione e misurazione della qualitŕ del lavoro di organismi e istituzioni sovranazionali e si conclude con la descrizione della metodologia dell'Indagine europea sulle condizioni di lavoro.
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Cozza, Cassandra. « Architetture che cambiano la vita ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 42–56. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100005.

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Résumé :
Il saggio illustra l'impegno umanitario di Yasmeen Lari, a partire da quando, in seguito al terremoto del Kashmir, iniziò a dedicare la sua vita alle persone più indigenti, dimostrando un impegno costante per la costruzione di una giustizia sociale ed ecologica. Un impegno sul campo con due obiettivi principali: il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni più povere e vulnerabili e la sostenibilità ambientale. Un lavoro complesso, di ampio interesse internazionale e attento ai materiali, alla storia e alle tradizioni locali. L'architettura come processo finalizzato all'indipendenza e all'empowerment dei suoi ‘clienti scalzi' - soprattutto donne - attraverso un impegno costante nella formazione degli architetti più giovani e degli autocostruttori, nonché nel fronteggiare l'emergenza pandemica causata da Covid-19.
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Asteggiano, Riccardo. « Aritmie cardiache e cancro ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (31 juillet 2022) : 60–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-8.

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La reale incidenza delle aritmie e della morte improvvisa è di difficile valutazione per la peculiare condizione dei pazienti oncologici, a causa di sintomi e segni concomitanti e confondenti. Tuttavia ogni tipo di aritmia può presentarsi in questi soggetti, sia spontaneamente che a causa di condizioni favorenti, che per effetto tossico del trattamento del cancro. È comunque essenziale, perché spesso modificabile e riducibile, valutare il rischio aritmico nei pazienti con cancro. Modesti interventi, come la correzione di una dis-ionia o evitare il concomitante trattamento con farmaci con potenziale effetto prolungante il QTc, possono evitare aritmie pericolose e letali. Ciò è di particolare importanza oggi, essendo di molto migliorata con le nuove terapie sia la qualità della vita che la sopravvivenza dei pazienti oncologici.
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Thèses sur le sujet "Condizioni di vita"

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Ciuffetti, Augusto. « Condizioni materiali di vita, sanità e malattie in un centro industriale Terni, 1880-1940 / ». Napoli : Perugia : Edizioni scientifiche italiane ; Università degli studi di Perugia, 1996. http://books.google.com/books?id=VvjaAAAAMAAJ.

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BATTILOCCHI, GIAN LUCA. « LE CONDIZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE MONOGENITORIALI : RISCHI DI IMPOVERIMENTO E FISIONOMIA DELLE RETI SOCIALI. - UN'INDAGINE NELLA PROVINCIA DI PIACENZA - ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1255.

Texte intégral
Résumé :
La tesi indaga le condizioni socio-economiche delle famiglie monogenitore, segnatamente quelle con figli minori, assumendo l’ipotesi che l’elevata diffusione della povertà, rilevata in tutta Europa per questa tipologia familiare, sia connessa alla fisionomia dei legami sociali dei nuclei monogenitoriali, e più precisamente ad una ridotta disponibilità di risorse di social support. Il testo si articola in un’ampia ricognizione dei principali contributi teorici in materia di povertà ed esclusione sociale nonché sulla nozione di rete e sulle risorse relazionali degli attori sociali, in un inquadramento statistico e sociologico del fenomeno della monogenitorialità in Italia e in Europa, e, infine, nella presentazione di un approfondimento sul campo, condotto in provincia di Piacenza, sulla presenza e le concrete situazioni di vita dei nuclei monogenitore. La raccolta ed analisi di dati statistici di rilevanza locale, insieme a un ciclo di interviste semi-strutturate a genitori soli, hanno fornito preziosi elementi descrittivi delle condizioni di vita dei nuclei monogenitore, con particolare riferimento alle peculiari caratteristiche delle reti di supporto sociale. Le risultanze dell’indagine sul campo hanno altresì permesso di mettere a fuoco alcuni profili di accentuata vulnerabilità socio-economica, e di identificare alcuni tratti tipici della struttura e del funzionamento delle reti sociali primarie.
This PhD dissertation investigates the socio-economic conditions of lone-parent families, especially of those with minor children, and assumes that the high poverty rate of this type of household, recorded in the whole of Europe, depends on the nature of social ties of lone-parent families, and more precisely on a limited availability of social support resources. The text consists in (1) an extensive survey of the main theoretical studies of poverty and social exclusion, of “social network” and the relational resources of social actors, (2) in a statistical and sociological setting of lone-parenthood phenomenon in Italy and Europe, and (3) in the presentation of a field research carried out in the province of Piacenza about lone-parent families and their real living conditions. The collection and analysis of locally relevant statistical data together with a series of semi-structured interviews with lone parents have provided valuable descriptive elements about the living conditions of lone-parent families with specific reference to the peculiar characteristics of “social support” networks. The results of the field research have also enabled to identify some types of high socio-economic vulnerability and some typical aspects of the structure and the dynamics of primary social networks.
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BATTILOCCHI, GIAN LUCA. « LE CONDIZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE MONOGENITORIALI : RISCHI DI IMPOVERIMENTO E FISIONOMIA DELLE RETI SOCIALI. - UN'INDAGINE NELLA PROVINCIA DI PIACENZA - ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1255.

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Résumé :
La tesi indaga le condizioni socio-economiche delle famiglie monogenitore, segnatamente quelle con figli minori, assumendo l’ipotesi che l’elevata diffusione della povertà, rilevata in tutta Europa per questa tipologia familiare, sia connessa alla fisionomia dei legami sociali dei nuclei monogenitoriali, e più precisamente ad una ridotta disponibilità di risorse di social support. Il testo si articola in un’ampia ricognizione dei principali contributi teorici in materia di povertà ed esclusione sociale nonché sulla nozione di rete e sulle risorse relazionali degli attori sociali, in un inquadramento statistico e sociologico del fenomeno della monogenitorialità in Italia e in Europa, e, infine, nella presentazione di un approfondimento sul campo, condotto in provincia di Piacenza, sulla presenza e le concrete situazioni di vita dei nuclei monogenitore. La raccolta ed analisi di dati statistici di rilevanza locale, insieme a un ciclo di interviste semi-strutturate a genitori soli, hanno fornito preziosi elementi descrittivi delle condizioni di vita dei nuclei monogenitore, con particolare riferimento alle peculiari caratteristiche delle reti di supporto sociale. Le risultanze dell’indagine sul campo hanno altresì permesso di mettere a fuoco alcuni profili di accentuata vulnerabilità socio-economica, e di identificare alcuni tratti tipici della struttura e del funzionamento delle reti sociali primarie.
This PhD dissertation investigates the socio-economic conditions of lone-parent families, especially of those with minor children, and assumes that the high poverty rate of this type of household, recorded in the whole of Europe, depends on the nature of social ties of lone-parent families, and more precisely on a limited availability of social support resources. The text consists in (1) an extensive survey of the main theoretical studies of poverty and social exclusion, of “social network” and the relational resources of social actors, (2) in a statistical and sociological setting of lone-parenthood phenomenon in Italy and Europe, and (3) in the presentation of a field research carried out in the province of Piacenza about lone-parent families and their real living conditions. The collection and analysis of locally relevant statistical data together with a series of semi-structured interviews with lone parents have provided valuable descriptive elements about the living conditions of lone-parent families with specific reference to the peculiar characteristics of “social support” networks. The results of the field research have also enabled to identify some types of high socio-economic vulnerability and some typical aspects of the structure and the dynamics of primary social networks.
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Giordano, Stefania. « Riconoscimento automatico del cammino in soggetti anziani tramite sensori inerziali in condizioni di vita reale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23982/.

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Résumé :
Gait analysis is the subject of many research projects in the medical field since an accurate and reliable evaluation of gait characteristics can provide key information about people’s health and can predict the onset of several neurodegenerative diseases affecting mainly the elderly population. The purpose of this thesis is to automatically identify gait in elderly population through methods of automatic recognition and to describe gait quality with parameters derived from data acquired through wearable sensors in free-living conditions (where the subjects are free to walk in a natural way without any supervision). First, a gait classification (gait vs other activities) was performed with three distinct approaches: machine learning, deep learning and Gait Event Detection Method (GEDM). Three different sensor solutions (single sensor on L5, single sensor on wrist, two-sensors L5+wrist) were tested for machine learning and deep learning algorithms, while the GEDM method was used only with a single sensor on the lower back (L5). The findings show that the best performance (highest F-measure value) was achieved with the SVM machine learning algorithm. Between the two single sensor solutions the best performance was obtained by the sensor at the lower back. The results for the two-sensor solution are comparable to those obtained on L5. Second, gait analysis was carried out for GEDM and for the best classifier (both L5 and wrist). At the end of the analysis a report file showing gait characteristics was automatically generated; it can aid the clinician in his healthcare task and so contribute to improve wellbeing and quality of life.
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Luciani, Giulia <1996&gt. « Le condizioni di lavoro e di vita dei migranti asiatici nel settore dell'edilizia degli Emirati Arabi Uniti. Un caso di studio su Expo 2020 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18968.

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Résumé :
Questo elaborato ha l'obiettivo di studiare le condizioni di lavoro e di vita dei migranti asiatici nel settore dell'edilizia degli Emirati Arabi Uniti. Anzitutto si fornisce una breve presentazione del paese, della sua storia economica e della sua attuale composizione demografica. Si metteranno in luce le discrepanze in termini di organizzazione sociale e di redistribuzione della ricchezza e si approfondiranno le caratteristiche del settore dell'edilizia. In secondo luogo il focus si sposterà sul processo migratorio dei giovani disoccupati provenienti principalmente da paesi asiatici: si tratteggeranno le caratteristiche dei migranti, il loro background culturale ed economico e soprattutto quei push e pull factors che determinano le decisione di emigrare. Da qui si studieranno le dinamiche che si innescano durante e dopo il processo di assunzione, lo strapotere delle agenzie private di reclutamento e le tutele adottate sia a livello internazionale che dai paesi di origine affinchè questo risulti un processo non discriminatorio ed equo. Successivamente si parlerà del migrante giunto nel paese di destinazione, ovvero le sue condizioni di lavoro e di vita nei dormitori, il suo rapporto con il datore di lavoro ed il legame di dipendenza che si viene a formare per via dell'istituzione della kafala. Si esamineranno le maggiori forme di abuso che i lavoratori migranti subiscono e le poche tutele di cui godono nei paesi di destinazione. Infine, nella parte conclusiva dell'elaborato si riporterà la testimonianza di un giovane pakistano con esperienza di lavoro nell'emirato di Dubai. Grazie alla sua esperienza verranno alla luce le dicotomie che caratterizzano il mercato del lavoro emiratino ed in particolar modo la forte differenza che esiste tra il settore pubblico e privato. Questo dualismo verrà approfondito in vista della preparazione della città di Dubai ad accogliere l'esposizione universale che si terrà nel 2021.
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Toffanin, Angela Maria. « Le condizioni del riconoscimento. Violenza sulle donne, migrazioni, cittadinanza ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423460.

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Résumé :
The aim of this research is to investigate gender relationships from the perspective of the migration experience of those women coming from Central and South America countries and currently living in the North-East of Italy. The research takes into considerations two aspects: gender violence against women, as it is recognized by the interviewees, and the struggle for recognition in the everyday life, with the partner, within the family context, at work. Both aspects are linked to the migration experience and the organization of everyday life in Italy. Symbolic violence (Bourdieu, 1998) is adopted as interpretive approach while intersectionality – among gender, class, race, … - (Crenshaw, 1991, Mason, 2002) as analytic perspective. The research analyses the condition through which the women who have been interviewed recognize themselves as “subject”, “subject in the world” and “citizens”, including their “successes” and “failures”. Recognition is here understood as the unveiling of gender violence as well as the exchanging process between self-reflecting and the inter-subjective dynamics concerning the different aspects of life. Such double perspective is highly needed for the reconstruction of the trajectories through which the “identities” are built within the set of social practices (Boschetti, 1988). Symbolic violence is here used as the construct needed to identify the practices and contents of violence. It is framed in a symbolic and cultural organization which is taken for granted. In such organization there are hierarchies and asymmetries between men and women which seem naturalized, invisible and thus legitimate. The research focuses on the “normality” of relations of everyday life. It is based on the analysis of biographic interviews that have been collected mainly as life stories (Bichi, 2004) and through the participating observation (Clifford and Marcus, 1986) of everyday life relations in family contexts and during parties. Seventy-one ethnographic meetings, which actively involved thirty-six women, have been held at the interviewees' homes and in public spaces (bar, associations' centres, Department of Sociology) in different cities and towns in Veneto. None of the interviewees was chosen because of the researcher knew they had experienced specific forms of violence. The research adopts gender as constitutive element of social relationship of power (Scott, 1986) which is essential in analysing male domination. However, gender is here coupled with other social constructions (class, “race”) in order to understand further “what difference does make difference” (Crenshaw, 1991) also taking into consideration those spaces of agency and negotiations situated in the field of gender relations. After their arrival in Italy, interviewees’ positionings in the field of gender relations might change. In some cases, asymmetry between men and women does decrease, while in others gender roles get "re-traditionalized". The analysis highlights the influence of the processes of "racialization" (Balbo, 2006) and “social devaluation” (Sayad, 2002) experienced by women in the destination contexts. In particular, interviewees seem to suffer a process of hyper-sexualization due to their geographic origin, even in absence of culturally well-defined body habitus. This hyper-sexualization does seem to produce a qualitative transformation of violence: namely, the incorporation of hierarchical social constructions of difference based on the facts that the interviewees are women, migrants and “latinas”. In Italy, some women are able to build those conditions needed to overcome violence whereas others become more vulnerable both in the context of couple and professional relationships. The research sheds light on some of the conditions that might influence such women’ social trajectories: differences seem to be influenced by their positive or negative experiences of recognition during previous relationships, by the interviewees' and their groups' patterns of gender relations and femininity, by the expansion or reduction of their social networks in the new place of residence; but also by their legal or illegal administrative status, by their capability to use public or social private services, by the success or failure of professional projects as well as by the dependence or autonomy, even material, from their partners. More specifically the self-reflecting process about their relations seems be decisive. The research has also focused on the patterns of femininity and love which the interviewees refer to and perform in everyday life, through habitus. All these representations have been analysed primarily within the context of couples in order to find out the conditions that allow women to experience a violence-free life. These conditions seem to be based on the construction of a mutual autonomy (material, social symbolic and cultural as well), which set both partners free to redefine or end their relationship. Last but not least, the research also took into consideration the patterns of family reunification in Italy as a set of positive practices of recognition for these women as “women and citizens”.
Questa ricerca indaga i rapporti di genere a partire dall’esperienza migratoria di donne nate e cresciute in Paesi del Centro e Sud America e trasferitesi in Veneto. Le dimensioni considerate riguardano la violenza contro le donne, così come viene riconosciuta dalle intervistate, e le tensioni di riconoscimento legate alle esperienze di vita, di lavoro, familiari e di coppia, collegate sia alla migrazione che all’organizzazione della vita quotidiana in Italia. Usando la violenza simbolica (Bourdieu, 1998) come approccio interpretativo e l’intersezionalità – tra genere, classe, race, etc.- come sguardo analitico (Crenshaw, 1991, Mason, 2002), la ricerca analizza le condizioni attraverso cui le donne intervistate si riconoscono come “soggetti”, “soggetti nel mondo” e “cittadine”, con i “successi” e “fallimenti” relativi. Il riconoscimento è inteso come svelamento a se stesse della violenza di genere, ma anche come processo dialogico tra la dinamica autoriflessiva e quella intersoggettiva rispetto a diversi ambiti di vita (Honneth, 2002). Questa duplice prospettiva viene qui considerata indispensabile per la costruzione delle traiettorie in cui le “identità” sono generate nella pratica sociale (Boschetti, 1988). La violenza simbolica è intesa come un costrutto utile a identificare pratiche e significati delle violenze. Si situa in un orizzonte simbolico e culturale strutturato e dato per scontato, in cui sono costruite gerarchie e asimmetrie tra donne e uomini che appaiono naturalizzate, invisibili, legittimate. Il focus della ricerca, dunque, è sulla “normalità” delle relazioni e dei processi della vita quotidiana. La ricerca si basa sull’analisi di interviste biografiche, raccolte prevalentemente sotto forma di racconti di vita (Bichi 2004) e sull’osservazione partecipante (Clifford e Marcus, 1986) di relazioni della vita quotidiana in famiglia e durante feste. Principalmente in casa, ma anche in luoghi pubblici (bar, sedi di associazioni, il Dipartimento di Sociologia) si sono realizzati 71 incontri etnografici che hanno coinvolto attivamente 36 donne residenti in varie località del Veneto. Nessuna delle intervistate è stata scelta sapendo che era o era stata vittima di violenze specifiche. Il genere quale elemento costitutivo di relazione di potere (Scott, 1986) viene assunto come costrutto decisivo per l’analisi del domino maschile, e viene affiancato ad altri costrutti (p.e. classe e race) per approfondire “quale differenza faccia la differenza” (Crenshaw, 1991) considerando anche gli spazi d’agency e di negoziazione presenti nel campo dei rapporti di genere. Dopo l’arrivo in Italia i posizionamenti delle intervistate nel campo dei rapporti e delle relazioni di genere possono mutare. In alcuni casi l’asimmetria tra donne e uomini si riduce mentre in altri i ruoli di genere sembrano essere “ri-tradizionalizzati”. L’analisi mette in evidenza l’influenza dei processi di razzializzazione (Balbo 2006) e di svalutazione sociale (Sayad, 2002) che le donne subiscono nei contesti d’arrivo. In particolare, il processo di iper-sessualizzazione subito dalle intervistate a partire dalla loro provenienza geografica, anche in assenza di habitus corporei molto definiti, sembra produrre una trasformazione qualitativa della violenza a partire dall’incorporazione di costrutti gerarchici di differenza riconducibili al fatto che siano donne, migranti e “latine”. In Italia alcune donne riescono a costruire le condizioni per superare la violenza, altre invece diventano più vulnerabili sia nell’ambito delle relazioni di coppia sia in quello professionale. I risultati della ricerca individuano alcune condizioni che sembrano incidere sui loro percorsi. Le differenze dipenderebbero dai riconoscimenti positivi o negativi nelle relazioni precedenti, dai modelli di genere cui l’intervistata e la sua rete sociale si riferiscono, dall’allargamento o dalla riduzione delle proprie reti sociali, dalla condizione di regolarità o irregolarità amministrativa, dalla capacità e dalla possibilità di utilizzare i servizi pubblici o del privato sociale, dal successo o meno di un progetto professionale, dalla dipendenza o dall’autonomia, anche materiale, dal partner. Per tutte è rilevante il percorso riflessivo sulle proprie relazioni. L’analisi si è focalizzata anche sui modelli di femminilità e di amore cui le donne si riferiscono e che agiscono, attraverso habitus e disposizioni, nelle relazioni della vita quotidiana. Queste rappresentazioni sono state analizzate a partire da relazioni di coppia per individuare le condizioni in cui sia possibile condurre una vita libera da violenza. Tali condizioni sembrano risiedere nella costruzione di un’autonomia reciproca (materiale, sociale, simbolica e culturale) che rende entrambi i partner liberi di ridefinire o interrompere la relazione. Infine, si sono approfonditi i percorsi di ricongiungimento dei figli in Italia quali pratica positiva di riconoscimento come “donne e cittadine”, capaci di riprendere una biografia sospesa.
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Udrea, Ilina <1978&gt. « Analisi conoscitive per la valutare le condizioni di conservazione dell’opera Codex Vitae di Anna Moro Lin ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2995.

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Résumé :
Con la consapevolezza che “si conserva solo quello che si conosce”, lo scopo della tesi è indirizzato al riconoscimento dei materiali componenti l’opera Codex Vitae di Anna Moro Lin e al loro stato di conservazione attuale. Per raggiungere tale obiettivo, oltre all’intervista con l’artista, che costituisce una fonte diretta di informazioni utili a ricostruire l’adatta parte storiografica dell’opera, sono state eseguite una serie di indagini scientifiche. L’iter diagnostico ha previsto una prima fase di “visione” e documentazione fotografica volta a mettere in luce la tecnica artistica e le problematiche dell’opera. Su queste basi, è stato steso un progetto diagnostico che raccoglie una serie di indagini quali: spot test, colorimetrica, SEM-EDS, FTIR-ATR, GC-MS. Queste analisi sono state effettuate su campioni prelevati dall’opera, su campioni non facenti parte del capolavoro finale, precisamente da una tessera del mosaico non inserita nella composizione per volontà dell’artista e da un pezzo di cartone avanzato in seguito alla creazione dell’opera. Sul campione prelevato dal cartone sono state effettuate analisi SEM-EDS, FTIR-ATR anche dopo l’eliminazione della riserva alcalina per la reazione con l’ acido cloridrico; tale azione è stata necessaria in quanto il segnale generato dalla vibrazione dei fillers copriva il segnale creato da altri gruppi funzionali presenti nelle fibre cellulosiche. Le analisi condotte in questo studio forniscono dati importanti circa la complessità delle tecniche di esecuzione e dei materiali utilizzati, specialmente nel caso degli inchiostri dei giornali incollati sulla superficie dei tasselli che compongono l’opera. L’insieme delle analisi hanno rilevato modifiche importanti a livello degli strati che si trovano sul retro delle tessere causate principalmente sia dalla presenza di colla bicomponente utilizzata nell’incollare le tessere su un supporto rigido per l’esposizione dell’opera, sia dalla presenza dell’ambiente non adatto alla conservazione.
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Cremonini, Fabio. « Influenza dei fattori di vista nel calcolo delle condizioni di comfort termico in ambienti con impianti radianti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
L’obiettivo di questa tesi di Laurea è stato di analizzare gli scambi termici radiativi che si verificano all’interno di una stanza; per eseguire questa analisi si sono calcolati i fattori di vista Fij tra diversi punti (i) definiti tramite una griglia regolare posta all’interno della stanza e le superfici che vi si affacciano (j); tale griglia prevede 25 punti posti a 3 altezze diverse, per un totale di 75 punti. Dalla conoscenza delle temperature superficiali si sono ottenuti i valori di temperatura media radiante nei punti della griglia, e successivamente i valori degli indici di benessere PMV (voto medio previsto) e PPD (percentuale prevista di insoddisfatti), fissando i parametri necessari. Il calcolo dei fattori di vista è stato eseguito tramite il software TRISCO®, dopo averne confrontato i risultati forniti con COMSOL® e dopo aver valutato la correttezza di alcune approssimazioni. Il modello utilizzato nelle simulazioni è costituito da una stanza di 5x5x2,8 m, in cui sono stati fatti variare il numero e la posizione di alcuni elementi caratterizzanti, come finestre e radiatori, oltre a tipologia di elementi scaldanti e posizione e numero di pareti esterne, tramite la variazione delle temperature. In seguito si è analizzata la potenza scambiata per irraggiamento dagli elementi scaldanti, per poter riconoscere gli elementi responsabili dei maggiori contributi; nel caso di pavimento o soffitto radiante si è divisa tale superficie in diverse porzioni per riconoscere le zone della superficie radiante più influenti. I risultati ottenuti mostrano che la presenza di radiatori, finestre o pareti esterne, introducendo elementi di disturbo asimmetrici, forniscono andamenti disuniformi di temperatura e PMV, con l’omogeneità che migliora allontanandosi da tali elementi; impianti a pavimento o soffitto radiante producono risultati decisamente migliori, sia per quanto riguarda i valori assoluti di temperatura e PMV, che nell’omogeneità della relativa distribuzione.
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Ballarin, Silvia <1994&gt. « La via dell'arte sostenibile. Condizioni, esperienze e limiti di una pratica artistica emergente ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16640.

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Résumé :
Oggi lo sviluppo sostenibile è, o meglio, dovrebbe essere l’unica forma di sviluppo possibile. Questa idea ha influenzato le pratiche artistiche contemporanee. Viene indagato il recente dibattito accademico riguardante questo tipo di pratiche per capire se si possa parlare di un’arte sostenibile e cosa si intenda per essa. Si analizzano poi i vari tipi di approcci adottati dalle fonti al fine di comprendere e ipotizzare cosa possa essere incluso ed escluso dalle pratiche artistiche sostenibili, anche attraverso esempi di opere. Dopo un’analisi delle fonti, si procede con una rassegna delle organizzazioni e delle pratiche artistiche che si occupano di arte sostenibile in Europa. Riferendosi, come arco temporale di indagine, agli ultimi vent'anni, ossia da quando si è cominciato a diffondere il concetto di sviluppo sostenibile. Ci si chiede come e se l’arte possa contribuite attivamente ad uno sviluppo sostenibile.
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Roncato, Melania. « Analisi dinamica delle prestazioni energetiche e delle condizioni locali di comfort termoigrometrico in un ambiente confinato in funzione della tipologia dei terminali di riscaldamento ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Il percorso svolto in questa tesi è stato orientato verso la realizzazione di un modello dinamico che permettesse di analizzare gli effetti del campo di temperatura radiante che si sviluppa all'interno di un locale confinato, al variare della tipologia di impianto di riscaldamento. La modellazione è stata sviluppata in Simulink con la libreria ALMABuild. Il primo passo è stato lo sviluppo di un modello accurato per il calcolo degli scambi radiativi, tramite il calcolo dei fattori di vista fra le superfici di una stanza, impiegato per la valutazione delle temperature superficiali di tutte le pareti e della temperatura media radiante rilevata in 81 punti all'interno del locale. Grazie ad esso sono state analizzate quattro tipologie impiantistiche per il riscaldamento degli ambienti: radiatori, pannelli a pavimento ed a soffitto e riscaldamento ad aria. Tutte le tipologie sono state impiegate per riscaldare lo stesso locale secondo tre condizioni: pareti esterne non isolate, pareti esterne isolate, pareti esterne isolate e impianto di ventilazione con recupero di calore. L'attenzione è rivolta alle condizioni di comfort che l'impianto è in grado di garantire e ai consumi stagionali dei diversi impianti, caratterizzando i sistemi più efficienti. Complessivamente gli impianti dotati di una maggiore superficie emissiva operano a minori temperature superficiali, ottenendo uniformità del campo di temperatura nel locale, riducendo gli effetti di discomfort localizzato, più visibili invece quando, per i radiatori, si hanno temperature alte e superfici ridotte. L’analisi energetica è stata svolta con attenzione alle dispersioni delle superfici, osservando la diversa risposta alla presenza di un diverso impianto, condizione che influenza la quantità di energia che esso deve fornire al locale.
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Livres sur le sujet "Condizioni di vita"

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Antonio, Battistella G., Castegnaro Alessandro 1948- et Osservatorio socio-religioso triveneto, dir. Preti del Nord Est : Condizioni di vita e problemi di pastorale. Venezia : Marcianum Press, 2006.

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2

L' agro di Roma tra '500 e '800 : Condizioni di vita e lavoro. Roma : Edizioni di storia e letteratura, 1985.

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(Italy), Sistema statistico nazionale. Stili di vita e condizioni di salute : Indagine multiscopo annuale su "aspetti della vita quotidiana" : anno 1998. Roma : Sistema statistico nazionale, Istituto nazionale di statistica, 1999.

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Luigi, Benedetti, La Rosa Michele 1937- et Bologna (Italy). Azienda comunale per il diritto allo studio universitario., dir. Essere universitari a Bologna : Condizioni di vita e servizi Acostud : un'indagine empirica. Bologna : CLUEB, 1993.

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5

Lemmi, Achille, Paola Baldi et Nicola Sciclone. Ricchezza e povertà : Condizioni di vita e politiche pubbliche in Toscana. Milano : FrancoAngeli, 2005.

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Trivellato, Ugo, Antonio Schizzerotto et Nicola Sartor. Generazioni disuguali : Le condizioni di vita dei giovani di ieri e di oggi : un confronto. Bologna : Il mulino, 2011.

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Trivellato, Ugo, Antonio Schizzerotto et Nicola Sartor. Generazioni disuguali : Le condizioni di vita dei giovani di ieri e di oggi : un confronto. Bologna : Il mulino, 2011.

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Saponaro, Armando. Figli di nessuno : Storia dell'abbandono causato da misere condizioni di vita, generali e locali. Fasano di Brindisi : Schena, 1994.

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9

Alberto, Martinelli, Pucci Dario et I. Re R, dir. Indagine sociale lombarda : Cambiamenti e condizioni di vita delle famiglie in Lombardia. Milano : Guerini e associati, 1997.

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10

Alessandro, Cavalli, et IARD, dir. Insegnare oggi : Prima indagine IARD sulle condizioni di vita e di lavoro nella scuola italiana. Bologna : Mulino, 1992.

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Actes de conférences sur le sujet "Condizioni di vita"

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Sportello, Valentina. « Cronaca di un abbandono : fenomeni di migrazione all'interno della Ciudad Vieja di Montevideo ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8015.

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Résumé :
La Ciudad Vieja, ha rappresentato per secoli il centro funzionale, abitativo e commerciale della città di Montevideo, eppure nel corso dell’ultimo secolo ha subito molte trasformazioni che ne hanno mutato sia il volto urbano che la composizione sociale. Risulta infatti essere il barrio Montevideano con il maggior calo di abitanti (circa il 20%) e la causa principale di tale fenomeno è imputabile alla localizzazione del porto commerciale nella baia e al conseguente svilupparsi in loco dei servizi legati all’attività di quest'ultimo, che hanno trasformato l'antico centro storico in un “barrio portuale”. Lentamente la Ciudad Vieja si svuota e si classifica come luogo pericoloso e degradato agli occhi dei suoi abitanti, che se ne allontanano attratti da abitazioni più comode e tranquille sul bordo dell'oceano. A questo flusso di popolazione in fuga, se ne affianca uno contrario, invisibile, composto dal ceto più povero, il quale in cerca di un rifugio, è attratto dallo stock abitativo disponibile e abbandonato che occupa illegalmente e dalle possibilità di lavoro offerte dal vicino porto. Il volto della Ciudad Vieja cambia ancora, e il degrado urbano delle vie, corrisponde al peggioramento delle condizioni di vita dei suoi nuovi abitanti, i quali vivono in totale assenza di regole igieniche, in condizioni di sovraffollamento, privi di acqua e luce. Nonostante negli ultimi anni le amministrazioni si siano occupate del degrado urbano e sociale presente nella zona, le proposte di rilancio pensate, limitate al recupero di alcune facciate o alla pedonalizzazione di alcune vie, son fallite miseramente e il fenomeno non è stato arginato, mentre l'auspicata partecipazione di investitori privati non ha mai avuto seguito. For centuries the Ciudad Vieja was the functional, residential and commercial centre of the city of Montevideo, however over the past century it has undergone many transformations, which have changed its urban essence and its social composition. It has been shown to be the barrio in Montevideo with the highest population decline (about 20 %). Such phenomenon may be attributed to the position of the commercial port in the bay and to the consequent development of activities linked to the port, which have transformed the old town centre into a "port barrio". The Ciudad Vieja slowly emptied and it was seen as dangerous and degraded by its inhabitants, who went away from it attracted by more comfortable and quiet homes by the ocean. Another flow contrasted that of the fleeding population: it was made up of the lower class in search for refuge, attracted by the vacant and abandoned homes, which it occupied illegally, and by work opportunities offered by the nearby port. The essence of the Ciudad Vieja changed once again and the urban decay of the streets was equivalent to the worstening of the living conditions of its new inhabitants, who live without sanitation rules, in overcrowded conditions and without running water and electricity. Although in recent years administrations have dealt with the area's urban and social decay, the proposed solutions, limited to the reclamation of a few facades and to the pedestrianisation of some streets, have failed miserably and the phenomenon hasn't been contained, while private investors have never participated.
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Tonelli, Chiara. « Abitare domani : sfide e opportunità per la Smart City ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7952.

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Résumé :
"La nascita dell’agricoltura segna, agli inizi della civiltà, la costituzione delle due più antiche professioni al mondo: l’agronomo e l’architetto. … L’agronomo in grado di comprendere la qualità del terreno e sapere come trattare le sementi, e l’architetto in quanto deputato all’organizzazione creativa del nuovo ambiente umano, ovvero la gestione dello spazio che racchiude la zona nella quale si concentrano le attività e la vita degli agricoltori”. Ecco la nascita della città, uno dei tre assi portanti del convegno “Città, Memoria, Gente” in cui si inseriva la sessione “Architettura, Sostenibilità, Energia” che ho moderato. Senza la città i tre temi della sessione non avrebbero lo stesso portato. Un casale isolato nella campagna è un’architettura, è sostenibile e produce la propria energia, almeno quella alimentare per i suoi abitanti. Ci interessava però mettere a fuoco il meccanismo che unisce gli edifici al loro essere insieme in un agglomerato che si è fatto città, dove si intessono relazioni umane, dove si creano condizioni di sostenibilità, dove si consuma ma si può produrre energia. "The birth of agriculture marks the beginning of civilization, the formation of the two oldest professions in the world: the agronomist and the architect. The agronomist ... able to understand the quality of the land and to know how to treat the seeds, and the architect as deputy of the creative organization of the new human environment, such as the management of the space that encloses the area where activities and the lives of farmers are concentrated" (Sergio Di Cori Modigliani, “La narrativa esistenziale di Territorio zero”, in Territorio Zero, per una società a emissioni zero e chilometri zero, a cura di Livio De Santoli e Angelo Consoli, Minimum fax, Roma, 2013). Here it is the birth of the “Cities”, one of the three themes of the conference "Cities, Memory, People" where the session "Architecture, Sustainability, Energy ", which I moderated, was. Without the city the three themes of the session would not have brought the same. An isolated house in the countryside is an architecture, it is sustainable and produces its own energy, at least feed its inhabitants. We were interested, however, to focus on the mechanism that links the buildings to their being together in a cluster that has made the city where human relations weave, where sustainable conditions could be created, where it is possible to consume as well to produce energy.
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Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli et Valentina Talu. « Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

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Résumé :
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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