Articles de revues sur le sujet « Comunicazione internazionale »

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Menduni, Enrico. « La fiction internazionale e la comunicazione televisiva ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 50 (juillet 2016) : 79–88. http://dx.doi.org/10.3280/sc2015-050008.

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Minnaja, Carlo. « Giuseppe Peano e Louis Couturat sullo sfondo della lingua internazionale ». Language Problems and Language Planning 31, no 3 (6 décembre 2007) : 281–89. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.31.3.06min.

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Résumé :
Molti studi hanno trattato la grande e diversificata attività del matematico italiano Giuseppe Peano, evidenziandone la genialità e l’originalità. Il suo carteggio con il filosofo francese Louis Couturat, recentemente pubblicato, maturato intorno al problema di una lingua internazionale per la comunicazione scientifica, evidenzia anche altri aspetti della personalità di Peano, ma soprattutto mette in luce l’impegno di Couturat nelle proposte di soluzione di tale problema. I due protagonisti convengono sulla necessità dell’adozione di una lingua artificiale, ma all’atto della scelta le vedute non sono più coincidenti. La nascita dell’Ido e il passaggio entusiasta al nuovo progetto da parte di Couturat, che prima era un appassionato fautore dell’esperanto, mentre Peano rimane un fautore del suo latino sine flexione, raffredda i rapporti tra i due e il loro contatto si interrompe bruscamente. Il carteggio è pubblicato con grande apparato critico, accuratezza di documentazione e acutezza di interpretazioni, anche se rimane qualche minima sbavatura. La questione se gli sforzi di Couturat e la nascita dell’Ido abbiano portato un vantaggio alla soluzione della comunicazione internazionale rimane senza una risposta definitiva.
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3

Pugiotto, Andrea. « I meccanismi di allontanamento dello straniero, tra politica del diritto e diritti violati ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (avril 2010) : 42–57. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001003.

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Résumé :
La titolaritŕ formale del diritto alla tutela giurisdizionale da parte dello straniero extracomunitario (irregolare o clandestino) č oggi un dato acquisito per il nostro ordinamento. Non altrettanto il suo effettivo godimento, assente o carente per scelta legislativa o in ragione delle concrete modalitŕ di esecuzione dei provvedimenti di allontanamento dello straniero dallo Stato italiano. Il saggio - che riproduce la comunicazione orale svolta al Convegno annuale dell'Associazione Italiana Costituzionalisti (Cagliari, 16-17.10.2009), di cui l'Autore č stato relatore - analizza criticamente le ragioni di politica del diritto e le incompatibilitŕ costituzionali dell'attuale ordinamento espulsivo degli stranieri, anche alla luce delle frequenti censure ad esso mosse in ambito europeo e internazionale.
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La Mantia, Cesare. « La stagione di Moda Polska nella Polonia socialista : aspetti interni e internazionali ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 343–60. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002017.

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Résumé :
Nel secondo dopoguerra il settore della moda fu tra i protagonisti della rinascita della Polonia. Le sarte polacche crearono da tendaggi e vecchi vestiti abiti per vestire nella maniera più elegante la popolazione, soprattutto femminile. Durante la stagione di Moda Polska e di figure di spicco quali Jadwiga Grabowska o Barbara Hoff, la moda polacca si pose in contrasto con quella sovietica e stabilì rapporti a livello internazionale, anche con le case di moda francesi. La moda polacca divenne un forte fattore identitario nella delicata fase in cui Mosca cercava di sostituire le precedenti e radicate identità nazionali degli Stati sotto la sua influenza con nuovi modelli culturali e politici. Il fascino della moda polacca e delle sue creatrici contribuì a rafforzare all'estero l'immagine di una Polonia insofferente verso il comunismo e a mantenere un ulteriore canale di comunicazione con l'Occidente oltre a quello già presente grazie ai rapporti con la Santa Sede.
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Casini, Simone. « I media italiani all’estero : questioni linguistico-educative tra nostos, tradizione, identità e nuove generazioni ». Italian Canadiana 35 (18 août 2021) : 285–306. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v35i0.37234.

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Résumé :
Il contributo prende in esame il ruolo educativo che i media hanno esercitato nella storia linguistica italiana e internazionale, tracciando un profilo semiotico sulle implicazioni che questi hanno avuto nel determinare il paradigma del nostos in contesto estero e migratorio. A fronte di una prima ricognizione sui processi linguistico-educativi italiani per i quali è risultato evidente il ruolo dei mezzi di comunicazione nella definizione del processo di unificazione linguistica nazionale, l’analisi propone una riflessione sui media italiani in Canada, affrontandone le dinamiche in chiave linguistico educativa con una prospettiva intergenerazionale che sostenga il ruolo del nostos entro le diverse generazioni di utenti. L'analisi si conclude con una indagine sociolinguistica e con una riflessione che guarda ai media come fattore di una rete articolata di elementi in grado di cooperare per arginare il processo di diminuzione della presenza della lingua italiana in contesto straniero sui piani della formazione e del generale uso linguistico.
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de Girolamo, Giovanni. « Classificazione, diagnosi ed ICD-10. I - Principi generali e considerazioni critiche ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no 2 (août 1993) : 83–103. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006850.

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Résumé :
RiassuntoScopo- Discutere i principali problemi teorico-pratici connessi alia classificazione in campo medico e psichiatrico, e presentare la struttura generale della decima revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10), entrata ufficialmente in vigore dal gennaio del 1993.Risultati- Sono dapprima discussi i fondamenti epistemologici della classificazione, le varie strategic classificatorie adottate in campo medico e psichiatrico ed i principali modelli classificatori esistenti. Sono quindi analizzati i problemi relativi alia attendibilità ed alia validità delle diagnosi psichiatriche, e vengono descritte le strategic che possono essere impiegate per migliorarle. Infine sono discussi i principi che hanno informato ia stesura dell' ICD-10 ed ifield trialseffettuati al fine di preparare il testo finale delle direttive diagnostiche.Conclusioni- La classificazione in psichiatria rappresenta un passaggio obbligato e necessario per rendere possibile la sistematizzazione delle nuove conoscenze e la comunicazione tra operatori, ricercatori ed utenti. La decima revisione dell' ICD rappresenta lo sforzo più ampio sinora compiuto in campo psichiatrico al fine di predisporre un sistema classificatorio rigoroso che, nel contempo, sintetizzi approcci e culture psichiatriche differenziate.
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Valtolina, Giovanni Giulio, et Nicoletta Pavesi. « Famiglie migranti e minori con disabilità. Problematiche e prospettive della presa in carico ». MONDI MIGRANTI, no 3 (novembre 2022) : 61–75. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-003004.

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Analizzare le condizioni di vita delle famiglie migranti in cui è presente un figlio disabile risponde a una esigenza quanto mai attuale. Le reti familiari in cui è presente un minore disabile possono essere considerate potenzialmente multiproblematiche: la loro vulnerabilità, infatti, è legata tanto alla diagnosi, alla cura e alla gestione della disabilità, quanto all'essere stranieri, talvolta privi di un adeguato sostegno sociale, o in condizioni di particolare disagio economico e/o sociale, o ancora non a proprio agio nel complesso mondo dei servizi sanitari, sociali, educativi offerti dal nostro sistema di welfare. L'articolo intende offrire una rassegna della letteratura internazionale sul tema del rapporto tra famiglie immigrate in cui è presente un minore disabile e i servizi di welfare, rassegna necessaria in quanto nel contesto italiano questo tema non è ancora stato affrontato. Lo scopo del contributo è quello di evidenziare un primo frame teorico entro il quale poter collocare future ricerche empiriche, anche con lo scopo di sostenere la progettazione sociale in questo specifico campo. In particolare, emergono come rilevanti le prospettive teoriche dell'empowerment, della reticolazione degli attori, dell'incontro tra saperi professionali ed esperienziali e della comunicazione interculturali quali bussole per la progettazione di servizi/interventi efficaci.
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Monti, Fiorella, Alessandra Farneti et Alessandra Sansavini. « Dalla psicologia dell'età evolutiva alla psicologia dello sviluppo ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12609.

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Il presente lavoro ripercorre alcune tra le principali ricerche nell'ambito della psicologia dell'età evolutiva, avviate dai primi allievi di Renzo Canestrari a partire dagli anni '50 del secolo scorso. In particolare, rilegge il percorso accademico degli allievi Marco Walter Battacchi e Giuliana Giovanelli, che hanno ricoperto la I e la II Cattedra di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi Psicologia dello Sviluppo, nell'Ateneo di Bologna, ricordandone i principali contributi scientifici e didattici.Tra questi, i contributi, su numerosi temi, di Battacchi (il ritardo mentale, le difficoltà dei figli degli immigrati italiani in Germania, il pregiudizio etnico, la delinquenza minorile, lo sviluppo del pensiero e delle emozioni e i rapporti con il linguaggio e la teoria della mente) e di Giovanelli (modalità di valutazione e comunicazione tese a valorizzare le potenzialità di ogni bambino/a, psicologia della percezione, del tempo, del neonato a termine e pretermine e dei primi processi percettivi, cognitivi e linguistici) hanno dato un apporto innovativo e ampiamente riconosciuto a questa disciplina e ai primi 50 anni di storia dell'Istituto, poi Dipartimento, di Psicologia. Le loro idee e i loro lavori pioneristici hanno costituito un fondamentale riferimento per i nuovi gruppi di ricerca in ambito evolutivo sia nell'Ateneo di Bologna che a livello nazionale e internazionale.
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Paoloni, Paola, Francesca Dal Mas et Amelia Barcellini. « Leadership femminile in sanità : possibili soluzioni e strumenti. Un caso di studio ». MECOSAN, no 120 (février 2022) : 83–104. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120006.

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Résumé :
Obiettivo Lo scopo dell'articolo e approfondire le tematiche relative alla leadership femminile delle imprese sanitarie, andando a individuare, nella letteratura internazionale e mediante un caso di studio, le caratteristiche rilevanti che impattano sulle pari opportunita. L'articolo intende, quindi, approfondire i possibili strumenti e soluzioni al fine di supportare la leadership femminile e rafforzare il ruolo della donna nel management delle aziende sanitarie.Nell'articolo viene utilizzata la metodologia di analisi di un caso di studio. Oggetto dello studio e il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Fondazione CNAO) di Pavia. La Fondazione CNAO e caratterizzata dalla presenza di un middle management a prevalenza femminile (dei 130 operatori, 66 sono donne, di cui 30 madri). A capo della direzione scientifica, medica, tecnico- infermieristica vi sono donne. Sempre donne rivestono il ruolo di responsabili della Comunicazione e URP, Qualita e Regulatory Affairs, Contabilita Generale e Aspetti Fiscali, Amministrazione Clinica, Risorse Umane, Pianificazione Acquisti e Servizi Generali. Dei 12 medici attuali, 10 sono donne, compreso il Direttore Medico, in controtendenza con la media internazionale (per la quale solo il 25% dei medici in ambiente ospedaliero e rappresentato da donne). Risultati L'analisi condotta attraverso il modello del CAOS consente, a partire dall'esperienza della Fondazione CNAO, di determinare alcuni strumenti operativi per facilitare l'accesso delle donne a posizioni di leadership in ambito sanitario. Tramite il caso di studio sono investigate e mappate le soluzioni di flessibilita adeguatamente applicate durante il periodo dell'emergenza causata dalla pandemia da Covid-19. I risultati consentono di proporre strumenti per valorizzare il ruolo delle donne nel management sanitario, in ambiti fortemente multidisciplinari e a elevato impatto di innovazione e tecnologia. Implicazioni teoriche L'articolo contribuisce al tema della diversita di genere nelle aziende sanitarie, con particolare riferimento a barriere, vantaggi e strumenti operativi per facilitare la leadership femminile. Implicazioni operative L'esperienza della Fondazione CNAO, adeguatamente collocata nella letteratura, consente di individuare alcune best practices di concreta applicabilita per le aziende sanitarie, stimolando eventuali studi comparativi.
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Busà, Maria Grazia, Arianna Notaro et Andrea Liotto. « LA COMUNICAZIONE NON VERBALE COME STRUMENTO DI INCLUSIONE E INTEGRAZIONE : RISULTATI DI UN QUESTIONARIO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 242–72. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18177.

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Résumé :
L’immigrazione rappresenta una sfida d’integrazione a livello locale ed internazionale e per questo negli ultimi anni sono aumentati gli interventi volti a facilitare il processo di integrazione dei cittadini di Paesi Terzi. Un’attenzione particolare viene posta a questioni di carattere linguistico, culturale e sociale. In generale, manca invece la riflessione sull’importanza del linguaggio non-verbale nella comunicazione interculturale e di come questo aggiunga una chiave di interpretazione cruciale al messaggio che viene veicolato: la mancata attenzione al non-verbale può tradursi in episodi di esclusione sociale e di stereotipizzazione che possono avere conseguenze determinanti per l’inserimento dell’individuo nella società. Si ritiene invece che una maggiore consapevolezza delle differenze nel linguaggio non-verbale esistenti tra le culture potrebbe favorire la comprensione e l’accettazione delle diversità, migliorare le relazioni personali e professionali con i migranti e favorirne l’inserimento nella società. Questo articolo presenta i risultati di un questionario creato e distribuito nell’ambito del Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) e volto a comprendere il grado di consapevolezza sul non verbale di operatori sociali a contatto con migranti provenienti da differenti realtà geografiche, sociali e religiose e a raccogliere dati utili a sviluppare un progetto che includa le dinamiche del non verbale nella formazione degli operatori che lavorano nell’ambito dell’integrazione e dell’inclusione dei migranti. Non verbal communication as a tool for inclusion and integration: results of a questionnaire Immigration represents a challenge for integration at local and international levels and for this reason, in recent years, there has been an increase in interventions aimed at facilitating the process of integration of third-country nationals. Particular attention is paid to linguistic, cultural and social issues. In general, however, there is a lack of reflection on the importance of non-verbal language in intercultural communication and how this adds a crucial key of interpretation to the message that is being conveyed: the lack of attention to the non-verbal can result in episodes of social exclusion and stereotyping that can have decisive consequences for the integration of the individual into society. On the other hand, it is believed that a greater awareness of the differences in non-verbal language between cultures could promote understanding and acceptance of diversity, improve personal and professional relationships with migrants and facilitate their integration into society. This article presents the results of a questionnaire created and distributed within the framework of the Programma Nazionale del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (National Program of the Asylum, Migration and Integration Fund) (FAMI) and is aimed at understanding the degree of awareness of non-verbal language among social workers in contact with migrants from different geographical, social and religious backgrounds, in order to collect data useful to develop a project that includes the dynamics of non-verbal language in the training of professionals working in the field of integration and inclusion of migrants.
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Cristini, Francesca, Francesca Poser, Luca Scacchi et Angela Perri. « Quando la Peer education esce dalla scuola ». S & ; P SALUTE E PREVENZIONE, no 55 (décembre 2010) : 31–52. http://dx.doi.org/10.3280/sap2010-055002.

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La peer education č stata ampiamente utilizzata come strumento per la promozione del benessere e per la prevenzione dei comportamenti a rischio, tra cui in particolare il consumo di sostanze psicoattive ed i comportamenti sessuali a rischio. Il contesto elettivo di applicazione della peer education č tradizionalmente stato quello scolastico, tuttavia recentemente si č assistito ad una sua diffusione sempre maggiore anche nei contesti extra-scolastici. La ricerca inerente i progetti di peer education in contesti extra-scolastici č tuttavia ridotta rispetto allo studio dell'applicazione della peer education a scuola. Il presente lavoro ha lo scopo di illustrare alcune caratteristiche dell'applicazione della peer education in contesti scolastici ed extrascolastici. Le caratteristiche dei progetti realizzati al di fuori della scuola sono state estrapolate da un'analisi svolta su alcuni progetti di peer education, realizzati a livello nazionale e internazionale. Vengono evidenziate le peculiaritŕ e le differenze nell'applicazione della peer education nel tradizionale contesto scolastico ed in quello extra-scolastico, facendo riferimento in particolare ai progetti di prevenzione dei comportamenti a rischio. Sono quindi delineati vantaggi e limiti dell'applicazione della peer education nei due diversi contesti. Infine vengono sottolineate alcune criticitŕ nell'utilizzo della peer education al di fuori della scuola, quali in particolare la mancanza di specifiche linee-guida che permetterebbero una maggior comunicazione e coordinazione tra i progetti, il mancato riferimento a specifici modelli teorici, la carenza di rigorosi ed appropriati sistemi di valutazione dei progetti.
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Cristini, Guido. « Unificazione di insegne e sostituzione della marca commerciale in un gruppo distributivo leader : ricadute di ordine economico, strategico e gestionale ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 121–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004008.

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Nel processo di concentrazione tra gruppi distributivi a livello nazionale ed internazionale in corso da diversi anni, uno degli aspetti piů ricorsivi č costituito dalla stra- tegia di unificazione delle insegne. Tale strategia si traduce nell'analisi del valore delle insegne acquisite e, di norma, nell'eliminazione di quelle che operano ad una scala dimensionale inferiore e/o che manifestano una brand equity minore. In tale contesto, non č infrequente rilevare come l'obiettivo perseguito dal gruppo distributivo acquisitore sia quello di disporre di un'unica insegna in grado di generare economie di scala non solo esterne (sul versante della contrattualistica con i fornitori), quanto interne (comunicazione, logistica, marketing, etc.), propedeutiche al raggiungimento di gradi piů elevati di efficienza. In realtÀ, in diverse occasione, la cancellazione di una determinata insegna a favore di un'altra si č tradotta, nel breve termine, in una perdita di valore per il gruppo driver, in particolare sul versante delle vendite di marca commerciale in offerta. Nel quadro appena richiamato, obiettivo del presente articolo risulta quello di verificare se i vantaggi derivanti dall'adozione di una marca privata di Gruppo, pur in presenza della storica insegna di canale, risultino superiori a quelli ottenuti disponendo di una private label consolidata, rispondente in termini di immagine a quella caratterizzante la situazione pre-esistente. In particolare, interessa comprendere, se nel processo di cambiamento in atto non solo se il trade off risulti positivo, ma anche se i tempi e le risorse investite nel processo di conversione siano, nel complesso, da considerarsi accettabili per il distributore driver in relazione ai vantaggi raggiunti ex post.
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Sperti, Silvia. « INTRODUCING MEDIATION STRATEGIES IN ENGLISH LANGUAGE TEACHING IN PLURILINGUAL ACADEMIC CONTEXTS ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 46–64. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19569.

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In language teaching, especially in European multilingual and multicultural contexts, mediation has become an essential tool aimed at reducing the distance between two (or more) linguacultural dimensions. Mediation is a notion officially introduced by the Council of Europe’s Common European Framework of Reference (2001), and further developed in the current Companion Volume (2020), where mediation strategies and activities acquire a crucial role as a new form of managing the interaction in the language classroom as well as in daily communicative situations. Mediation is here presented as fundamental in cross-cultural communication and recommended as indispensable in plurilingual educational contexts. In this perspective, mediation and mediation strategies are central in multilingual educational and professional contexts where native and non-native speakers interact by means of an increasing use of ‘lingua francas’, mainly English as a lingua franca (ELF). The present study aims to illustrate the introduction of different language mediation strategies by means of specific tasks and activities within ELF-aware (Sifakis, Bayyurt, 2018) academic ELT (English Language Teaching) courses for language and cultural mediation and international communication. The research focus is on the emerging real-world ‘hybridization’ processes, adopted as learning tools in ELT practices, which prove to be particularly useful for enhancing learners’ awareness of communicative dynamics and the conscious use of mediation skills and strategies in multicultural settings. Pedagogical implications for language teacher education deriving from this study will be discussed. Introduzione di strategie di mediazione nell’insegnamento della lingua inglese in contesti accademici plurilingui Nell’insegnamento delle lingue, soprattutto in contesti europei multilingue e multiculturali, la mediazione è diventata uno strumento essenziale per ridurre la distanza tra due (o più) dimensioni linguistiche e culturali. La mediazione è una nozione introdotta ufficialmente dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa (2001) e ulteriormente sviluppata nell’attuale Volume complementare (2020), dove le strategie e le attività di mediazione acquisiscono un ruolo cruciale come nuova forma di gestione dell’interazione in classe e nelle situazioni comunicative quotidiane. La mediazione viene qui presentata come fondamentale nella comunicazione interculturale e raccomandata come indispensabile nei contesti educativi plurilingui. In questa prospettiva, la mediazione e le strategie di mediazione sono centrali nei contesti educativi e professionali plurilingui in cui parlanti nativi e non nativi interagiscono attraverso un uso crescente di “lingue franche”, principalmente l’inglese come lingua franca (ELF). Il presente studio si propone di illustrare l’introduzione di diverse strategie di mediazione linguistica attraverso compiti e attività specifiche all’interno di corsi accademici ELT (English Language Teaching) basati sull’ELF (Sifakis, Bayyurt, 2018) per la mediazione linguistica e culturale e la comunicazione internazionale. La ricerca si concentra sui processi di “ibridazione” emergenti nel mondo reale, adottati come strumenti di apprendimento nelle pratiche ELT, che si rivelano particolarmente utili per migliorare la consapevolezza degli studenti delle dinamiche comunicative e l’uso consapevole di abilità e strategie di mediazione in contesti multiculturali. Saranno discusse le implicazioni pedagogiche per la formazione degli insegnanti di lingue derivanti da questo studio.
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Schmitt, R. « Atti del Convegno Internazionale Le lingue dell’Italia antica – Iscrizioni, testi, grammatica. / Die Sprachen Altitaliens – Inschriften, Texte, Grammatik. 7–8 marzo 2011 Libera Università di Lingue e Comunicazione, IULM, Milano. In memoriam Helmut Rix (19 ». Kratylos 57, no 1 (2012) : 116–22. http://dx.doi.org/10.29091/kratylos/2012/1/11.

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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara et Vincenzo Todisco. « Editoriale ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Marinelli, Maurizio, et Wessie Ling. « Italianerie : transculturality, co-creation and transforming identities between Italy and Asia ». Modern Italy 24, no 4 (novembre 2019) : 363–67. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2019.57.

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Questo numero speciale di Modern Italy contiene sette saggi di studiosi internazionali sui rapporti tra l'Italia e l'Asia. L'attenzione primaria è sulla transculturalità, la co-creazione, il fascino e la reinvenzione dell'Italia in Asia (o dell'Asia in Italia) in settori e campi nodali quali l'architettura, il cinema, la letteratura, la moda, la comunicazione digitale, la storia e la geografia.
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La Notte, Alessandra, et Luca Frappiccini. « Come strutturare un sistema di contabilitŕ ambientale per il territorio e gli enti locali. Una proposta di integrazione fra il sistema CLEAR e l'approccio NAMEA ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (avril 2010) : 87–107. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003005.

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Negli ultimi decenni il concetto di contabilitŕ ambientale ha attraversato un notevole sviluppo dal punto di vista teorico, applicativo e nelle possibili utilizzazioni. Al momento presente da una parte, a livello macroeconomico, gli uffici statistici nazionali e comunitari assieme ad organizzazioni internazionali hanno lavorato ad un sistema di conti integrati economico-ambientali (SEEA) che ‘completa' attraverso conti satellite il sistema di contabilitŕ nazionale. Dall'altra parte iniziative locali, come Agenda 21, coordinate anche da organizzazioni internazionali, come ICLEI, hanno avviato una serie di sperimentazioni che introducono la rendicontazione sull'ambiente negli enti pubblici locali. Si tratta di due sistemi diversi che operano a diversi livelli instituzionali. Ci si chiede quindi se č possibile ed utile trovare fra essi un punto di incontro. Puň essere utile perchč, da una parte, a scala sub-regionale una contabilitŕ ambientale del territorio č del tutto assente e, dall'altra, sarebbe di aiuto una rigorosa base metodologica per la rendicontazione ambientale degli enti locali. Tale impostazione diventa possibile nel momento in cui si fa una chiara distinzione fra i moduli contabili veri e propri e gli indicatori da inserire nei documenti atti alla comunicazione. In questo lavoro si propone un sistema di integrazione fra i conti integrati economico- ambientali (SEEA) e il bilancio ambientale diffuso in molti comuni e province italiani (CLEAR). Nello specifico si presenta una possibile integrazione fra i dati NAMEA- emissioni in atmosfera e rifiuti e alcuni indicatori dei conti fisici CLEAR nella Provincia di Torino.
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Crivelli, Benedetta. « Ridurre le distanze : flussi di informazioni nell'organizzazione del commercio transoceanico nella prima età moderna ». CHEIRON, no 1 (janvier 2022) : 226–49. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-011.

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Nel corso del XVI secolo l'espansione dei regni iberici verso il Nuovo Mondo aveva favorito l'azione di reti di commercio, che erano in grado di operare attraverso ampie distanze grazie anche alla disponibilità e alla rapidità dei flussi di informazione. La penisola iberica fu un'area privilegiata di interscambio culturale in cui agivano istituzioni informali, le quali basavano le loro interazioni su relazioni personali; estensione e densità delle reti sociali erano diretta conseguenza del processo di costruzione dell'impero che le Monarchie iberiche realizzarono attraverso il monopolio delle rotte commerciali. La quantità e qualità delle comunicazioni da un lato definivano le strategie messe in atto dalle istituzioni imperiali per esercitare il controllo sui domini d'oltremare, dall'altro consentivano agli agenti economici di eludere le rigide regole del commercio internazionale. Il saggio si propone di ricostruire, attraverso la corrispondenza mercantile, l'azione di queste reti sociali che furono in grado di organizzare lo scambio di prodotti dall'Europa all'Asia, e all'America, e viceversa, entrando spesso in conflitto con le istituzioni della monarchia.
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Magni, Carlo, et Eleonora Renda. « Aspettative dei laureati e domanda delle imprese : esplorazione di un binomio asimmetrico ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 73–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099005.

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Nell'articolo "Le aspettative dei laureati e la domanda delle imprese: esplorazione di un binomio asimmetrico" gli A. approfondiscono il fenomeno della disoccupazione giovanile in Italia con particolare riguardo al disagio occupazionale dei giovani laureati de La Sapienza di Roma. Il contributo mette a confronto le aspettative di chi si iscrive all'universitŕ e consegue un titolo universitario con le caratteristiche della domanda espressa dal mercato del lavoro dipendente e parasubordinato. L'elemento fortemente innovativo dell'analisi č l'uso di informazioni generate dall'abbinamento tra le informazioni anagrafiche e curriculari dei laureati con quelle delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del lavoro. Tale confronto consente una lettura dell'incontro tra domanda di lavoro dipendente e parasubordinato e offerta ad elevata specializzazione, anche in un'ottica longitudinale. I principali risultati del lavoro possono essere sintetizzati come segue: le grandi potenzialitŕ dell'integrazione di diverse basi di dati per lo studio del mercato del lavoro; le aspettative di molti laureati sono in larga parte disattese per l'instabilitŕ del posto di lavoro, la coerenza tra posizione ricoperta e titolo di studio, l'insicurezza economica e l'opportunitŕ di ascesa sociale. L'inadeguato ricorso del nostro sistema produttivo alle alte professionalitŕ per la sottovalutazione del ruolo della R&S come strumento di competizione internazionale
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Furnari, Giovanni. « In ricordo del Prof. Giuseppe Giaccone ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382 (22 décembre 2019) : O1—O6. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.84.

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L’11 giugno 2018 è morto a Baucina (PA), all’età di 82 anni il Prof. Giuseppe Giaccone, già Ordinario di Botanica sistematica presso l’Università degli studi di Catania e socio emerito dell’Accademia Gioenia. Dopo gli studi liceali presso il Liceo Don Bosco di Palermo e completato nel 1960 il corso quadriennale di Teologia presso il Seminario Maggiore di Palermo, Giuseppe Giaccone si è laureato nel 1964 presso l’Università di Palermo. Nel 1973 è stato nominato assistente ordinario presso l’Università di Trieste e nel 1977 è stato trasferito all’Università di Palermo. Nel 1984 è diventato Professore associato presso l’Università di Palermo e nel 1986 Professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Catania. La sua attività di ricerca ha coperto praticamente tutti gli aspetti dell’Algologia: dalla tassonomia alla fitosociologia, dall’ecologia alla valutazione di impatto ambientale e ai biodeteriogeni. I risultati delle sue ricerche sono stati divulgati attraverso conferenze, comunicazioni a convegni e congressi nazionali ed esteri e in più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
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Clodio Enre. « Tra arbitrato brasiliano e arbitrato europeo : uno studio sull'Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (ANATEL) e sull'Ufficio delle comunicazioni (UFCOM) ». International Journal of Science and Society 4, no 4 (27 octobre 2022) : 183–94. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.564.

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La ricerca dell'arbitrato come mezzo di risoluzione delle controversie è importante per la grande mole di casi sottoposti al giudizio dello Stato - giudice, in numero inversamente proporzionale alla preparazione tecnica di coloro che sono investiti della funzione giurisdizionale per atto statale . Attualmente parlare di composizione extragiudiziale dei conflitti in materia di regolamentazione significa entrare in uno scenario di grandi discussioni e dibattiti. In questo modo, il testo cerca di costruire ragioni per la risoluzione delle controversie nel campo delle telecomunicazioni attraverso l'arbitrato, anche, vista l'esperienza europea, come l'UFCOM. Uno dei compiti delle agenzie di regolamentazione è proprio la soluzione dei conflitti tra attori del settore a livello amministrativo. Analizzando le forme di risoluzione delle controversie nell'Unione Europea, si può evidenziare il peculiare comportamento. Nelle principali controversie che si verificano nel continente, è più comune utilizzare l'arbitrato rispetto alla magistratura. Infatti, l'arbitrato può essere utilizzato da ANATEL come uno strumento importante per garantire una concorrenza ampia, libera e leale tra i fornitori di servizi di telecomunicazioni, in quanto elude la lentezza della magistratura e la possibilità di contenziosi fittizi, consentendo la rapida adozione di una decisione che spesso lede i diritti di un gran numero di utenti dei servizi di telecomunicazione. L'alto prestigio di cui godono questi metodi di risoluzione delle controversie rende omaggio alla loro caratteristica di essere un forum neutrale posizionato lontano da un'agenzia di regolamentazione di un determinato paese e vicino a arbitri scelti di comune accordo, o anche collegato ad istituzioni internazionali che forniscono i servizi di arbitrato nelle controversie commerciali.
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Spagnolo, A. G., D. Sacchini, G. Torlone et A. A. Bignamini. « Il laboratorio del Comitato Etico - 1. Istituzione e procedure operative standard ». Medicina e Morale 48, no 2 (30 avril 1999) : 221–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.804.

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L’articolo, il primo di una serie di contributi 2ad hoc2 che verranno pubblicati su “medicina e Morale”, intende esaminare in concreto i problemi pratici inerenti l’attivazione e il funzionamento dei Comitati Etici (CE) alla luce dell’emanazione delle specifiche linnee-guida dell’Uniione Europea (International Conference on Harmonisation – Good Clinical Practice, ICH-GCP) e dei Decreti del Ministero della Sanità che le hanno recepite e regolamentate in Italia. Gli autori, dopo aver preso in considerazione il ruolo dei CE nell’iter della sperimentazione clinica di nuovi prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, si soffermano sul tema dell’istituzione e della legittimità dei CE secondo la normativa vigente. Vengono inoltre fornite indicazioni dettagliate sui primi “obblighi” che i CE si ttrovano ad assolvere e cioè la preparazione “ex novo”/revisione dello statuto istitutivo e del regolamento interno con le relative procedure operative standard (Standard Operative Procedures o SOP). Tali indicazioni si basano non solo sui citati decreti, ma anche sulle diverse linee-guida internazionali in materia. Riguardo allo statuto vengono evidenziati gli elementi considerati irrinunciabili nella sua stesura: 1. i principi di riferimento; 2. le funzioni del Comitato; 3. la composizione. In merito alle SOP, i punti indispensabili ai fini della loro elaborazione riguardano le procedure inerenti: 1. riunioni, cariche e avvicendamento dei membri del CE; 2. presentazione della richiesta di approvazione al CE; 3. l’esame della documentazione presentata; 4. la decisione del parere; 5. la comunicazione del parere; la emissione del giudizio di notorietà; 6. il monitoraggio della sperimentazione; 7. l’archiviazione e l’accesso alla documentazione; 8. la revisione delle procedure e gli eventuali allegati. In appendice all’articolo vengono infine proposti due facsimile di statuto del CE e di SOP, che possono essere utilizzati come base per redigere e adattare alle realtà locali tali documenti da parte dei singoli CE.
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Carugati, Felice, et Patrizia Selleri. « Guardando al futuro : sviluppo, educazione, apprendimento ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Résumé :
Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Dammacco, Gaetano. « Riflessioni sul diritto di satira e i suoi limiti ». Studia z Prawa Wyznaniowego 23 (30 décembre 2020) : 101–21. http://dx.doi.org/10.31743/spw.10355.

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La satira è un paradigma estremo della libertà di espressione, ma esistono incertezze sulla sua definizione concettuale e sulla relativa disciplina giuridica. Lo sviluppo della comunicazione ha prodotto numerose figure letterarie simili tra loro come la cronaca (una registrazione impersonale e non interpretativa di fatti accaduti), la critica (analisi soggettiva e giudizio relativi a fatti accaduti) e la satira (critica sarcastica di personaggi, comportamenti, modi di fare individuali con scopo di denuncia sociale). Gli elementi che caratterizzano la satira, sviluppatisi nel corso dei secoli, sono sostanzialmente due: attenzione alle contraddizioni (della politica, della società, della religione, della cultura) e intento moralistico per promuovere un cambiamento sociale. La satira religiosa colpisce il potere ecclesiastico e le sue contraddizioni, ma colpisce anche i simboli religiosi e i contenuti delle religioni. Ne conseguono differenti conseguenze giuridiche. Quando colpisce il patrimonio di fede dei credenti essa non è accettabile. La satira religiosa genera una specie di conflitto tra differenti valori costituzionali, e cioè tra il diritto alla libera espressione del pensiero e il diritto alla reputazione e alla tutela del sentimento religioso. Il diritto di satira in generale è riconosciuto dagli ordinamenti giuridici (sia internazionali, sia nazionali) come diritto soggettivo di rilevanza costituzionale, che deriva dalla libertà di espressione e di pensiero. Pensiero, coscienza e religione – per esempio nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea – sono omologhi (come beni giuridici o valori etici). Pertanto pensiero, coscienza e religione non possono essere in contrapposizione tra loro. Notevoli incertezze esistono sulla disciplina giuridica del diritto di satira, che non può mai offendere i diritti fondamentali della persona, la sua dignità, la sua reputazione. La Carta di Nizza ha favorito un orientamento, che considera il diritto di libera espressione nella sua forma più ampia ed espansiva. È tuttavia sempre stato affermato il valore prevalente dei diritti umani fondamentali, che non possono essere offesi dall’esercizio del diritto di satira. Negli ordinamenti giuridici nazionali, la forza del diritto di satira consiste nel riconoscimento del suo rango costituzionale, ma anche nei limiti che deve avere. La giurisprudenza ha elaborato i vincoli “formali”, tra i quali i più importanti sono il limite della continenza e della funzionalità.
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Morris, Colin. « Studi Gregoriani, XIV : La riforma gregoriana e l'Europa. Congresso internazionale, Salerno, 20–25 maggio 1985, II : Comunicazioni. Edited by A. M. Stickler and others. Pp. ix + 282. Rome:LAS1992. L. 40,000. 88 213 0202 4 ». Journal of Ecclesiastical History 45, no 4 (octobre 1994) : 726. http://dx.doi.org/10.1017/s002204690001112x.

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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Reinhardt, Elisabeth. « Roberto RUSCONI (ed.), Gioacchino da Fiore tra Bernardo di Clairvaux e Innocenzo III. Atti del 5° Congresso internazionale di studi gioachimiti San Giovanni in Fiore-16-21 settembre 1999 («Opere di Gioacchino da Fiore : testi e strumenti», 13), Viella, Roma 2001, 378 pp. VV.AA., V Congresso internazionale di Studi Gioachimiti «Gioacchino da Fiore tra Bernardo di Clairvaux e Innocenzo III». Comunicazioni, Dedalo, Bari 2001, 378 pp. (Monográfico de «Florensia»). » Anuario de Historia de la Iglesia 11 (2 mai 2018) : 504–5. http://dx.doi.org/10.15581/007.11.23989.

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Pacciolla, Aureliano. « EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN ». Studia Philosophica et Theologica 18, no 2 (7 décembre 2019) : 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Résumé :
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. Ales Bello, Angela, Empathy, a return to reason, in The self and the other. The irreducibile element in a man. Part I, ed. by A. T. Tymieniecka, Dordrecht-Boston, Reidel Publishing Company, in «Analecta Husserliana», 6 (1977), pp. 143-149. – Edith Stein: da Edmund Husserl a Tommaso D’Aquino. In Memorie Domenicane, n. 7, n.s., 1976. – Edmund Husserl e Edith Stein. La questione del metodo fenomenologico, in «Acta Philosophica», 1 (1992), pp. 167-175. – Fenomenologia dell’essere umano – Lineamenti di una filosofia al femminile, Città Nuova, Roma 1992. – Analisi fenomenologica della volontà. Edmund Husserl ed Edith Stein, in «Per la filosofia», 1994, n. 31, pp. 24-29. – Lo studio dell’anima fra psicologia e fenomenologia in Edith Stein, in Sogno e mondo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995, pp. 7-25. – Edith Stein. Invito alla lettura, Edizioni San Paolo, Milano 1999. – Edith Stein, Piemme, Casale Monferrato 2000. – Empatia e dialogo: un’analisi fenomenologica, in A. DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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« Osservatorio italiano. Circolari. Cittadini extracomunitari/Asilo ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (mars 2012) : 267–78. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004020.

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Résumé :
1. Ministero interno 29.11.2011 n. 2707 - chiarimenti sulla rinuncia alla Protezione internazionale Espulsioni2. Ministro interno 13.12.2011 n. 11050/110(4) - accesso ai centri Ingresso3. Ministero interno 16.11.2011 n. 8710 - titoli di viaggio in favore di cittadini somali. Risposta a quesito Lavoro e previdenza sociale4. Ministero lavoro e politiche sociali 28.11.2011 n. 4773 - comunicazioni obbligatorie in caso di assunzione di lavoratore non comunitario regolarmente soggiornante in Italia5. Ministero interno 5.12.2011 n. 8827 - comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro6. Ministero interno 5.12.2011 n. 9172 - comunicazioni obbligatorie in caso di assunzione di lavoratore straniero regolarmente soggiornante in Italia7. Ministero interno, Ministero lavoro e politiche sociali 30.12.2011 n. 9508 - d.p.c.m. del 17.2.2011, concernente la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali nel territorio dello Stato per l'anno 2011 - comunicazione del datore di lavoro di conferma assunzione Protezione temporanea e stato di emergenza8. Ministero interno 2.12.2011 n. 30 - ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 23.11.2011 n. 3982, concernente lo stato di emergenza umanitaria legato all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa. Iscrizione nello schedario della popolazione temporanea di cui all'art. 32 del regolamento anagrafico Soggiorno9. Ministero interno 6.12.2011 n. 8946 - d.p.r. 14.9.2011 n. 179, recante il Regolamento concernente la disciplina dell'accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, a norma dell'art. 4 bis, co. 2, del TU sull'immigrazione. Prime indicazioni operative10. Ministero interno 27.1.2012 n. 400 - decreto 6.10.2011 "Contributo per il rilascio ed il rinnovo del permesso di soggiorno". Istruzioni operative
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« Diritto italiano. Espulsioni ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (décembre 2011) : 139–52. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003011.

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Résumé :
1. Corte di cassazione 5.5.2011 n. 9967 - espulsione - pendenza procedimento rinnovo carta soggiorno - annullamento 2. Corte di cassazione 8.9.2011 n. 18481 - espulsione per violazione ordine allontanamento - contrasto normativa nazionale con direttiva europea cd. rimpatri - immediata applicazione direttiva - disapplicazione normativa nazionale - annullamento 3. Corte di cassazione 8.9.2011 n. 18493 - opposizione tardiva - rigetto richiesta protezione internazionale - comunicazione in lingua conosciuta - violazione - nullitŕ - valutazione giurisdizionale tempestivitŕ impugnazione - difetto motivazione - cassazione con rinvio 4. Giudice di pace di Agrigento 8.7.2011 - respingimento differito - giurisdizione ordinaria - termine adozione rispetto rintraccio/inizio trattenimento in CIE - mancata previsione normativa - necessitŕ ricostruzione sistematica secondo ragionevolezza - violazione - annullamento 5. Tribunale di Bologna 15.10.2011 - trattenimento in CIE - presupposto allontanamento immediato per violazione divieto reingresso - necessitŕ accertamento violazione divieto con condanna penale - mancanza - illegittimitŕ atto presupposto - diniego convalida.RASSEGNA DI GIURISPRUDENZA 6. Tribunale di Novara 28.9.2011 - accompagnamento coattivo alla frontiera - cittadino comunitario - richiesta convalida - motivi imperativi pubblica sicurezza - appartenenza a categorie persone pericolose - precedenti penali - recente scarcerazione - assenza attualitŕ pericolositŕ sociale - diniego convalida.
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Costa, Josécley Dos Santos. « Definizione del concetto di bene immobile nella dottrina e nell’ordinamento giuridico costituzionale – Responsabilità civile brasiliana e internazionale : articolo 1.225, punto I, della legge 10,406 del 10 gennaio 2002, che istituisce il codice civile brasiliano ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 14 décembre 2020, 24–42. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/legge/bene-immobile.

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Résumé :
L’offerta di questo mestiere mira a definire il concetto di immobiliare. Tracciare un panorama evolutivo storico generale, dalla preistoria ai giorni contemporanei, riferendosi al Diritto Reale, su scala globale, riferendo le ragioni storiche, i sistemi sociali ed economici al rapporto della proprietà immobiliare, che ne ha portato l’aspetto e lo sviluppo ai conglomerati che hanno fondato le città. Compresa la creazione del suo concetto a carattere nazionale e internazionale, ordinato da sistemi di governi nei loro regimi governativi, con un focus interdisciplinare, fornendo non solo basi, più comprendendo anche i fattori dell’industria edile, motivo del vettore economico dei carri delle piccole economie, proprietà pubbliche e private attraverso la vita quotidiana, visualizzando la traiettoria dell’osservazione di un ricercatore al risultato di questo lavoro , da cui è stato condotto in una sequenza logica. La metodologia si basava sulla ricerca bibliografica, un approccio al problema, utilizzando i metodi: procedura induttiva, storica, con quella dell’osservazione della vita reale, corrispondente alla delimitazione del tema, portando ad un percorso specifico, cioè a definire il concetto di proprietà immobiliare. Che vanno dai risultati più particolari, alle leggi e alle teorie dottrinali, in una comunicazione ascendente. La domanda e il problema di questo lavoro risiedono nella domanda: cos’è il settore immobiliare? Vale la pena chiarire, il diritto del proprietario e della sua facoltà, presente nel codice civile brasiliano in vigore. L’origine degli immobili nella storia nasce nel Medioevo, nel Medioevo sorge la facoltà del proprietario, tra le altre apparizioni, quali: condominio, dicotomia: terre pubbliche e private, possesso, nomenclatura: Diritto Reale, ecc. In diverse costituzioni, codici e legislazione internazionale, la definizione di questo concetto non è stata trovata.
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Dematteis, Antonio, Marco Barla, Alessandro Boscaro, Alessandro Gargini, Maria Governa, Fabrizio Grosso, Alessandra Insana et al. « Linee guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie ». Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 9, no 4 (22 décembre 2020). http://dx.doi.org/10.7343/as-2020-486.

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Résumé :
Questo documento presenta le Linee Guida per la gestione sostenibile delle venute d’acqua e del calore geotermico nelle gallerie, elaborate dal Gruppo di Lavoro GESTAG (GEstione SosTenibile delle Acque nelle Gallerie), istituito il 20/06/2012 dal Comitato Italiano dell’Associazione Internazionale degli Idrogeologi. Il documento affronta e descrive obiettivi, metodi e casi di studio, ciascuno dei quali richiede di adottare misure tecniche di vario tipo, illustrate nei capitoli seguenti, come studi idrogeologici, modelli predittivi degli impatti, soluzioni tecnologiche di contenimento del drenaggio e di captazione, recupero e valorizzazione delle risorse intercettate, monitoraggi. Sono affrontati anche i così detti temi non tecnici, come la comunicazione, poiché è ormai noto che l’accettabilità sociale di una galleria influenza direttamente la sua sostenibilità economica e finanziaria, per gli effetti che può avere sui tempi di realizzazione e sui costi delle compensazioni. Sulla base delle diverse esperienze dei componenti del Gruppo di Lavoro GESTAG, si è optato per una suddivisione in 11 temi principali, in particolare, in ciascuno dei capitoli successivi a quello introduttivo vengono trattati rispettivamente: Capitolo 2: l’importanza del ritorno di esperienza proveniente da gallerie già scavate, le banche dati disponibili e i criteri di analisi dei dati pregressi; Capitolo 3: come realizzare lo studio idrogeologico di una galleria, la relazione con il modello geologico, le metodiche da adottare nelle differenti fasi del progetto, che sono state distinte in ante-operam, in corso d’opera e post-operam; Capitolo 4: il tema degli impatti che il drenaggio in galleria può avere sull’ambiente circostante, le analisi che devono essere svolte e gli strumenti da adottare per la gestione del rischio, infine gli interventi per la mitigazione degli impatti; Capitoli 5 e 6: le metodiche di progettazione per la valorizzazione rispettivamente delle acque drenate in galleria e del calore; Capitolo 7: i prodotti chimici che vengono utilizzati in fase di scavo per il sostegno e il miglioramento del terreno, e la loro compatibilità con l’utilizzo delle acque drenate; Capitolo 8: i criteri di monitoraggio delle acque in un progetto di galleria; Capitolo 9: la comunicazione, il rapporto con i territori e l’analisi di casi pregressi, nonché una guida sulle buone pratiche da adottare; Capitolo 10: una panoramica sulla normativa europea ed italiana in tema di valutazione di impatto ambientale, monitoraggio e scarichi delle acque drenate; Capitolo 11: la bibliografia ragionata inerente l’argomento trattato, che include pubblicazioni tecnico scientifiche, normative di riferimento e risorse web.
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Cannavale, Chiara. « Il ruolo della competenza culturale nell'event marketing del turismo ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt2-2017oa5462.

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Gli eventi costituiscono segmento importante sia del turismo business sia del turismo leisure e rappresentano una voce di entrata crescente per le imprese dell'Hospitality, con un contributo crescente del settore al prodotto interno lordo dei paesi a maggiore vocazione turistica.  Gli eventi sono prodotti progettati ed organizzati per favorire l'interazione sociale tra gli individui diversi, provenienti, in misura crescente, da culture differenti. È un business nel quale in maniera diretta, e più evidente rispetto ad altri, la qualità dell'interazione personale e l'efficacia dei processi di comunicazione incidono sull'experience degli utenti e, conseguentemente, sulla profittabilità degli operatori coinvolti. La cultural competence, intesa come la capacità dei manager di usare in maniera efficace il sapere culturale, ossia come la capacità di riconoscere e acquisire e combinare nella maniera più profittevole possibile la cultural knowledge, è un elemento chiave per il successo delle relazioni internazionali (Calvelli, Cannavale, 2013) e diventa una fonte rilevante della competitivtà, e, quindi, della profittabilità delle imprese di un settore in cui l'interazione tra culture diverse e l'efficacia della comunicazione interculturale rappresentano elementi sostanziali del core business (Minnaert, 2007; Minneart et al., 2009).Nonostante la letteratura di marketing sia ricca di contributi che evidenziano l'impatto della cultura sulle decisioni di acquisto dei consumatori e sull'efficacia dei processi di comunicazione e promozione, meno esplorato è il ruolo della competenza culturale nell'event marketing e, soprattutto in Italia, ancora decisamente limitato è l'investimento delle imprese del settore nell'analisi culturale dei mercati target e nella formazione culturale dei dipendenti. Questo articola intende contribuire alla letteratura sul tema esplorando il ruolo che la competenza culturale può avere per il successo delle politiche di marketing degli eventi e per il successo degli stessi.
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« Book Reviews ». Transfers 2, no 3 (1 décembre 2012) : 177–97. http://dx.doi.org/10.3167/trans.2012.020314.

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Marian Aguiar, Tracking Modernity: India's Railway and the Culture of Mobility Vijaya SinghCaroline S. Hau and Kasian Tejapira, eds., Traveling Nation-makers: Transnational Flows and Movements in the Making of Modern Southeast Asia Nanny KimAlan Powell, Northern Voyagers: Australia's Monsoon Coast in Maritime History Joseph ChristensenJoachim Radkau, Die Ära der Ökologie. Eine Weltgeschichte Marcus PopplowPhillip Vannini, Ferry Tales: Mobility, Place and Time on Canada's West Coast (Maximiliano E. Korstanje)David Stradling, The Nature of New York: Environmental History of the Empire State Tom McCarthyAndrea Giuntini, Le meraviglie del mondo. Il sistema internazionale delle comunicazioni nell'Ottocento Giussepina PellegrinoAnnette Schlimm, Ordnungen des Verkehrs. Arbeit an der Moderne-deutsche und britische Verkehrsexpertise im 20. Jahrhundert Gustav SjöblomFernando Esposito, Mythische Moderne. Aviatik, Faschismus und die Sehnsucht nach Ordnung in Deutschland und Italien Kurt MöserKurt Möser, Grauzonen der Technikgeschichte. Technikdiskurse Martina HeßlerRichard White, Railroaded: The Transcontinentals and the Making of Modern America George Revill
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Bompiani, Adriano. « Aspetti etici dell’assistenza intensiva e “provvedimenti di fine vita” in epoca neonatale al limite della vitalità ». Medicina e Morale 57, no 2 (30 avril 2008). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2008.285.

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Il Protocollo di Gröningen e la Carta di Firenze hanno sollevato nell’opinione pubblica questioni sull’assistenza ostetrico-pediatrica da tempo dibattute in sede scientifica e professionale, riguardanti i criteri assistenziali cui sono sottoposti – attualmente – i nati estremamente prematuri per settimana di gestazione (22-25) e/o di peso estremamente ridotto (inferiore a 1000 gr). L’A. affronta l’argomento partendo da una rassegna – notevolmente ampia – della letteratura in merito, ripartita per anni di attività della neonatologia intensivista, sia alla luce dello “stile di risposta” dei vari Centri attivi, sia dei progressi terapeutici intervenuti negli anni (uso prenatale di glicocorticoidi; uso neonatale di surfattante polmonare; assistenza ventilatoria strumentale, etc.). Esamina successivamente i contenuti del Protocollo di Gröningen e della Carta di Firenze, rilevandone notevoli differenze di applicazione ma anche tratti comuni nella posizione pregiudiziale di “non rianimare” il neonato al di sotto di determinati limiti temporali di sviluppo (peraltro attenuata dalla previsione di condizioni eccezionali di vitalità neonatale nella Carta di Firenze). Descritti, alla luce delle indagini epidemiologiche, gli esiti neurologici e polmonari dei sopravvissuti e gli atteggiamenti – in vari Paesi – dei neonatologi, espone gli elementi giuridici riguardanti la posizione del neonato alla luce delle fondamentali Dichiarazioni del Diritto Internazionale riguardanti la persona umana e della Carta Costituzionale Italiana, con relative norme applicative. Anche sulla base di elaborazioni etiche – estesamente esaminate – , e rifiutando ogni impostazione eutanasica, l’A. propende per una linea assistenziale che favorisca la rianimazione (primaria e secondaria) del nato estremamente prematuro, nei limiti tuttavia in cui lo stato di vitalità alla nascita e l’evoluzione del caso nelle Unità di terapia intensiva favoriscano il rispetto del “principio di proporzionalità delle cure”. Si conviene sulla necessità della costante comunicazione con i genitori nella discussione delle linee terapeutiche più opportune, ma si riconosce che il neonatologo intensivista è il responsabile – a termine di legge – delle decisioni terapeutiche. ---------- The Gröningen Protocol and the Florence Chart have raised in the public opinion issues on the obstetrician-paediatric care debated in scientific and professional centres for a long time, regarding the health care criteria to which extremely preterm infants are – currently – subordinated for week of gestation (22-25) and/or for extremely reduced weight (lower than 1000 gr). The author debates starting from a review – remarkably wide – of the literature, shared among years of intensive neonatology activity both in the light of the “answer style” of the different centres and of the therapeutic progresses in the last years (prenatal use of glycocorticoides; neonatal use of pulmonary surfactant; mechanics of artificial breathing, etc.). He subsequently examines the contents of the Gröningen Protocol and of the Florence Chart, finding some remarkable differences of application but also common features in prejudicial position of the “do not resuscitate” infants under determine temporal limits of development (moreover attenuated from the prediction of exceptional conditions of neonatal vitality in Florence Chart). Once described, in the light of epidemiologic researches, the survivors neurological and pulmonary outcomes and the neonatologists attitudes – in several Countries – he exposes the legal elements regarding the position of the infants in the light of the Declarations of International Law on human person and Italian Constitution, with their applicative norms. Also according to ethical statements – extensively examined –, and refusing all euthanasian formulation, the author is inclined for a line that can favour the resuscitation (primary and secondary) of the extremely premature infant, however, insofar as the limits in which the state of viability at the birth and the evolution of the case in the neonatal intensive care units favour the respect of the principle of proportionality of care. He agrees on the necessity of the constant dialogue with the parents discussing the more opportune therapeutic lines, but acknowledging that the intensive neonatologist is the responsible – according to law – of the therapeutic decisions.
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Casini, Marina, et Claudio Sartea. « La consulenza genetica in Italia : problemi, regole di consenso informato, trattamento dei dati genetici e privacy ». Medicina e Morale 58, no 6 (30 décembre 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.231.

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Résumé :
Il contributo presenta una sintetica disamina di alcune delle questioni più rilevanti nell’ambito della consulenza genetica, dell’informazione e del consenso, della tutela della privacy in ordine al trattamento dei dati genetici, alle loro modalità di raccolta e conservazione degli stessi nonché in ordine alle loro modalità di comunicazione e diffusione. Si tratta sicuramente di uno degli ambiti di studio più complessi e densi. Esso nasce, come osservano gli Autori, dalla necessità di armonizzare le grandi promesse della ricerca genetica con l’esigenza di non ledere i diritti fondamentali della persona. Tale esigenza è particolarmente intensa poiché un uso inappropriato dei dati genetici, la loro incontrollabile divulgazione, o un accesso indebito da parte di terzi, possono danneggiare gravemente – sia sotto il profilo professionale, sia nella vita di relazione – il soggetto da cui provengono le informazioni. L’argomento viene trattato esaminando fonti normative e documenti attinenti soprattutto all’ordinamento giuridico italiano, ma non mancano riferimenti a normative comunitarie e internazionali. ---------- The contribution offers a synthetic examination of some of the most remarkable questions within genetic advice, information and consent, privacy protection for genetic data processing, formalities of collection and maintenance as well as for formalities of communication and diffusion of data. It is of course one of the more complex and dense circles of study. As the Authors observes - it derives from the necessity to harmonize the great promises of genetic research with the demand of the respect of human rights. Such demand is particularly intense since an inadequate use of genetic data, their uncontrollable spreading or an undue access to data from a third party, may seriously damage - both under the professional profile, and within the relational life - the subject from which information originate. The matter is dealt examining normative sources and documents connected above all to the Italian legal system, but there are references to community and international commumnity.
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« Giancarlo Andenna, ed., Religiosità e civiltà : Le comunicazioni simboliche (secoli IX–XIII). Atti del Convegno Internazionale, Domodossola, Sacro Monte e Castello di Mattarella, 20–23 settembre 2007. Index by Elisabetta Filippini. (Storia, Ricerche.) Milan : Vita e Pensiero, 2009. Paper. Pp. xvi, 460 ; black-and-white figures. €35. » Speculum 86, no 1 (janvier 2011) : 291. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713410003520.

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