Articles de revues sur le sujet « Comportamenti problema »

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Bollino, C. Andrea, et Alberto di Pierro. « The Political Economy of the Free Rider, the Prisoner’s Dilemma and the Constitutional Contract ». Journal of Public Finance and Public Choice 9, no 2 (1 octobre 1991) : 107–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345298.

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Résumé :
Abstract In questo scritto il problema del «free rider» viene presentato in relazione al concetto di beni pubblici, nell’ambito di una prospettiva di economia costituzionale.Si dimostra che il fenomeno del free rider non richiede la non escludibilità dal consume Il free riding è possibile, quindi, anche quando vige il principio di esclusione. Esso si ha, infatti, in tutti i casi in cui il comportamento non cooperativo non può essere oggetto di immediata sanzione.Il tema trattato costituisce un aspetto di una più ampia indagine su problemi di comportamenti cooperativi e non cooperativi all’interno di un’impostazione costituzionale. La tappa successiva dovrebbe approfondire la relazione tra l’ipotesi di free rider ed il cosiddetto problema «principale-agente».Infine, dopo aver esaminato il problema della cooperazione all’interno di una struttura di efficienza, l’analisi sarà estesa nella ancor più ampia area della cooperazione collettiva e della scelta tra criteri di equità e giustizia, affrontati nelle opere di scienza delle finanze e di etica.
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2

Dai Prà, Mirko. « Uno studio di caso di paziente con Disabilità Intellettiva e disturbo Bipolare in contesto residenziale : comportamenti aggressivi, furto, Qualità della Vita e terapia farmacologica. Un intervento Comportamentale e Cognitivo. » RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (septembre 2020) : 115–40. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002007.

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Résumé :
Il presente lavoro si pone lo scopo di descrivere un intervento diretto ad un paziente con disabilità cognitiva e disturbo Bipolare e la valutazione degli esiti rispetto a: comportamenti di aggressività e furto, terapie farmacologiche assunte e Qualità della Vita. Metodo: È stato utilizzato un intervento integrato con tecniche di tipo Comportamentale e Cognitivo condotto dall'équipe riabilitativa a seguito di valutazione funzionale del caso con modello Comportamentale ABC (Antecedenti Behavior Conseguenze) con un paziente di 41 anni con disabilità cognitiva di tipo moderato e disturbo Bipolare. L'intervento è stato progettato con modelli di condizionamento operante e l'équipe riabilitativa è stata istruita. Al primo intervento è seguito un secondo additivo di token economy volto a rinforzare i comportamenti acquisiti. In fine è stato eseguito un intervento di tipo Cognitivo seguendo i principi della psicoeducazione ed è stato adattato alle capacità di comprensione dell'utente. Gli outcome sono stati il tipo e la quantità di farmaci assunti, il numero di comportamenti aggressivi e di comportamenti di furto, i risultati relativi alla Qualità della Vita percepita. È stato condotto uno studio di caso. Risultati: Sono diminuiti comportamenti di Aggressività e furto, diminuita l'assunzione di Benzodiazepine e di Antipsicotici, diminuita la somministrazione di terapie meccaniche restrittive quali terapia al bisogno Intra Muscolo e isolamento in camera, migliorata la Qualità della Vita nei domini Ruolo e salute Fisica, Salute in Generale, Vitalità, Attività Sociali Ruolo e Stato emotivo. Conclusioni: L'intervento si è dimostrato efficace a livello di decremento di comportamenti problema, diminuzione dei farmaci assunti e di Qualità della Vita percepita. Il lavoro offre spunti di riflessione relativi ai fattori del gruppo di lavoro e dei singoli che possono favorire l'intervento.
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Costa, Gabriela Mello, Giulia Ganthous, Amanda Oliveira Santos et Célia Maria Giacheti. « Caracterização do perfil comportamental e de competência social de indivíduos com a síndrome del22q11.2 ». Revista CEFAC 17, no 4 (août 2015) : 1062–70. http://dx.doi.org/10.1590/1982-021620151746014.

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Résumé :
Resumo:OBJETIVO:caracterizar os problemas comportamentais e de competência social de indivíduos com a síndrome del22q11.2 e compará-los com indivíduos com desenvolvimento típico, segundo informação dos pais.MÉTODOS:participaram desta pesquisa 24 pais de indivíduos de ambos os gêneros, entre seis e 18 anos, sendo 12 indivíduos com a síndrome del22q11.2 (grupo amostral) e 12 indivíduos com desenvolvimento típico (grupo controle). Foi aplicado o inventário comportamental "Child Behavior Checklist (CBCL)".RESULTADOS:oito dos 12 indivíduos com a síndrome foram classificados como "clínico" nas escalas de comportamento e Problemas Internalizantes; cinco dos 12 indivíduos do grupo amostral foram classificados como "clínico" quanto às escalas de comportamento e Problemas Externalizantes. Nas habilidades de competência social, dez dos 12 indivíduos do grupo amostral foram classificados como "clínico".CONCLUSÃO:indivíduos com diagnóstico da síndrome del22q11.2 apresentaram, segundo opinião dos pais, problemas comportamentais e de competência social, em diferentes graus de comprometimento. Quando realizada a comparação entre os grupos pode-se observar diferenças estatisticamente significantes em variáveis dos comportamentos externalizantes e dos comportamentos internalizantes. Desta forma, concluí-se que o grupo amostral apresenta comportamentos mais alterados quando comparados ao grupo controle.
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4

Mariano, Marília, et Alessandra Turini Bolsoni-Silva. « Comparações entre práticas educativas de professores, habilidades sociais e problemas de comportamento de alunos ». Estudos e Pesquisas em Psicologia 16, no 1 (21 juillet 2016) : 140–60. http://dx.doi.org/10.12957/epp.2016.24836.

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Résumé :
As interações sociais que ocorrem no ambiente escolar podem favorecer ou prejudicar o desenvolvimento acadêmico e comportamental. Objetivou-se neste estudo comparar práticas educativas de professores e comportamentos infantis, de crianças diferenciadas por indicadores diagnósticos de problemas de comportamento (grupos clínicos e não clínicos para problemas de comportamento), pela escolaridade (pré-escolares e escolares) e sexo. A amostra foi composta por 283 crianças e seus professores da rede pública de ensino, que responderam questionários e entrevista semiestruturada. Foram conduzidas análises estatísticas: testes t de Student e Qui-quadrado. Notou-se que professores tendem a ser menos habilidosos e mais punitivos com meninos, escolares, e crianças clínicas para problemas de comportamento. Meninas e crianças não clínicas para problemas de comportamento apresentam maiores médias de habilidades sociais e menores escores de problemas comportamentais.
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Di Cesare, Gianluigi, et Rosalia Giammetta. « Prevenire e promuovere salute in adolescenza : la Peer Education ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2010) : 135–53. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001010.

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Résumé :
Gli Autori discutono i molteplici modelli di intervento relativi alla psicologia della salute e delineano un quadro teorico-operativo per la Peer Education, strategia di intervento elettiva nell'ambito adolescenziale e centrata sul presupposto che i giovani siano essi stessi una risorsa per la loro crescita e non un problema. Particolare attenzione č rivolta al tema dei comportamenti a rischio, descritti come strategie di gestione dei compiti di sviluppo. Viene fornita una esemplificazione applicativa con riferimento al contrasto del bullismo e alla promozione delle abilitŕ prosociali.
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Saltini, Anna, Davide Cappellari, Paola Cellerino, Lidia Del Piccolo et Christa Zimmermann. « An instrument for evaluating medical interview in general practice : the VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification System/Doctor) ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 210–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007405.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo - Valutare l'attendibilita del VR-MICS/D (Verona-Medical Interview Classification Systeml/Doctor) e identificare gli interventi adottati dai medici di medicina generale durante la conduzione dell'intervista con pazienti con disturbi organici e disagio emotivo. Setting - Lo studio e stato condotto nel territorio di Verona-Sud, presso due ambulatori di Medicina Generale. Campione - 100 pazienti che hanno consultato i medici per un problema di salute nuovo e che hanno riportato al GHQ-12 un punteggio > 3. I cinque medici coinvolti nello studio hanno contribuito ciascuno con 20 interviste audioregistrate (10 condotte con pazienti giudicati con disagio emotivo e 10 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Principali misure utilizzate — Il VR-MICS/D consente di classificare il comportamento verbale adottato dal medico durante la conduzione dell'intervista e consente di valutarne lo stile. Lo strumento à costituito da 16 categorie definite in base a formulazione (domanda, affermazdone) e contenuto. Procedura - Due rater hanno classificato 30 interviste (15 condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo e 15 condotte con pazienti senza disagio emotivo, secondo il giudizio dei medici). Dopo aver verificato l'attendibilita del VR-MICS/D, e stata valutata la performance dei medici (classificazione delle 100 interviste) e sono stati confrontati i comportamenti verbali adottati con pazienti giudicati con disagio emotivo e senza disagio, secondo il giudizio dei medici. Risultati - Il VR-MICS/D ha dimostrato una buona attendibilita (Kappa di Cohen 0.93). La percentuale di accordo delle categorie è compresa tra 78.2% e 96.4%. I comportamenti verbali piu frequenti sono «domande chiuse» e «dare informazioni» (55.0% sul totale dei comportamenti verbali classificati n = 5522). Ciò che contraddistingue le interviste condotte con pazienti giudicati dai medici con disagio emotivo sono gli specifici contenuti affrontati (psicologico e psicosociale) e i commenti di chiarificazione e di facilitazione. Queste differenze non sono comunque marcate, nonostante siano statisticamente significative. Conclusioni - Il VR-MICS/D è uno strumento attendibile che permette di classificare il comportamento verbale adottato dai medici durante la conduzione delle interviste con pazienti con disagio emotivo. Lo stile di intervista dei medici che hanno partecipato allo studio e simile a quello descritto in letteratura per i medici che non hanno ricevuto una formazione alle tecniche comunicative ed è caratterizzato da un approccio essenzialmente centrato sul medico e sulle sue conoscenze. Questo tipo di approccio, in particolare con pazienti con disagio emotivo, comporta notevoli limitazioni ed evidenzia la necessita di introdurre interventi di formazione alle tecniche di intervista.
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Bueno, Gina Nolêto, Maíra Ribeiro Magri et Guliver Rebouças Nogueira. « Análise Funcional : tecnologia para o controle de comportamentos alimentares problema ». Revista Fragmentos de Cultura - Revista Interdisciplinar de Ciências Humanas 24 (20 octobre 2014) : 49. http://dx.doi.org/10.18224/frag.v24i0.3564.

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Résumé :
Resumo: este estudo apresenta três modelos de intervenções analítico-comportamentais sobre o comportamento alimentar problema (comportamento bulímico, comer compulsivo na obesidade e comportamento de anorexia nervosa). Essas pesquisas pautaram-se na tecnologia comportamental, cujo foco principal foi a análise funcional. Os resultados apontam conquistas relevantes à identificação e ao controle das variáveis causadoras e mantenedoras dessas classes de respostas. Palavras-chave: Transtornos Alimentares. Análise Funcional. Análise do Comportamento Aplicada.
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Bueno, Lohanna Nolêto, et Nelson Alves Do Nascimento. « Transtornos Alimentares sob a Perspectiva da Análise do Comportamento ». Revista Fragmentos de Cultura - Revista Interdisciplinar de Ciências Humanas 24, no 6 (20 octobre 2014) : 37. http://dx.doi.org/10.18224/frag.v24i0.3563.

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Résumé :
Resumo: o comportamento alimentar é adequado quando nutre o organismo para manutenção da vida. Quando não atende a essa função, depara-se com os chamados transtornos alimentares, os quais são entendidos pela Análise do Comportamento como comportamentos-problema. Assim, o objetivo deste artigo é discutir os transtornos alimentares como comportamentos controlados pelas consequências. Logo, o controle ocorrerá através da modificação comportamental e ambiental. Palavras-chave: Transtornos Alimentares. Comportamento Alimentar como Operante. Modificação do Comportamento. Análise do Comportamento.
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Assis, Silvana Maria Blascovi. « Relação entre habilidades funcionais e perfi l comportamental em um grupo de crianças com paralisia cerebral ». Fisioterapia Brasil 11, no 5 (9 décembre 2017) : 362. http://dx.doi.org/10.33233/fb.v11i5.1423.

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Résumé :
Objetivos: Este estudo teve como objetivo verifi car a correlação entre habilidades funcionais e o perfi l comportamental em crianças com paralisia cerebral. Métodos: A amostra foi constituída por 30 crianças com diagnóstico de paralisia cerebral, com idade entre 6 e 12 anos. Para avaliar o perfi l comportamental foi utilizado o Inventário dos Comportamentos de Crianças e Adolescentes entre 6 e 18 anos, versão brasileira do Child Behavior Checklist (CBCL/6-18), e para avaliar as habilidades funcionais usaram-se o Inventário de Avaliação Pediátrica de Incapacidade, versão brasileira do Pediatric Evaluation of Disability Inventory (PEDI). Resultados: Os resultados mostraram uma alta incidência de problemas de comportamento na amostra. Escores abaixo da média foram encontrados para habilidades funcionais em todas as crianças estudadas. Conclusão: Pelos resultados obtidos conclui-se que esses défi cits podem limitar o alcance de sucesso característico de uma adaptação social adequada na amostra. A presença de problemas de adaptação social e difi culdades comportamentais os tornam susceptíveis para o desenvolvimento de transtornos psiquiátricos, preferencialmente de humor e de comportamento. Palavras-chave: crianças, habilidades funcionais, função motora, paralisia cerebral, perfi l de comportamento
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Silva, Aline Maira da, et Enicéia Gonçalves Mendes. « Psicologia e inclusão escolar : novas possibilidades de intervir preventivamente sobre problemas comportamentais ». Revista Brasileira de Educação Especial 18, no 1 (mars 2012) : 53–70. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-65382012000100005.

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Résumé :
No contexto da inclusão educacional, um papel que parece promissor para o psicólogo escolar é o de prestar Consultoria Colaborativa Escolar, atuando em parceria com professores e familiares. O objetivo do estudo foi avaliar os efeitos de um programa de intervenção preventiva, baseado nos modelo de Consultoria Colaborativa Escolar e Suporte Comportamental Positivo, voltado para prevenir e minimizar problemas comportamentais. O estudo foi realizado em três salas de aula do primeiro ano de uma escola municipal de ensino fundamental, localizada no interior do estado de São Paulo, e contou com a participação das três professoras das salas e seus 55 alunos. O estudo foi conduzido em quatro etapas. Na Etapa 1, foram realizados os procedimentos éticos. Na Etapa 2, foi aplicado o Inventário dos Comportamentos de Crianças e Adolescentes 6-18 anos/Relatório para Professores (TRF), junto às professoras. Na Etapa 3, o programa de intervenção preventiva foi implementado e teve como alvo as professoras e os alunos. Por fim, na Etapa 4, o TRF foi reaplicado. Para avaliar o impacto da intervenção, foi aplicado o teste MANOVA nos resultados obtidos. Em relação ao comportamento dos alunos, houve diminuição estatisticamente significativa nos comportamentos do tipo internalizante, externalizante e nos problemas totais. Esse resultado, além de indicar que a aplicação dos modelos de Consultoria Colaborativa Escolar e de Suporte Comportamental Positivo pode ser efetiva, aponta para o fato de que tais modelos podem ser utilizados por psicólogos escolares em intervenções preventivas voltadas para prevenir e minimizar problemas de comportamento na escola.
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Soares, Guilherme Marques, Letícia Mattos de Souza-Dantas, José Mário D’Almeida et Rita Leal Paixão. « Epidemiologia de problemas comportamentais em cães no Brasil : inquérito entre médicos veterinários de pequenos animais ». Ciência Rural 40, no 4 (30 avril 2010) : 873–79. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-84782010005000065.

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Résumé :
Problemas de comportamento afetam diretamente a qualidade de vida dos animais e das pessoas que com eles convivem. Em alguns países, os problemas de comportamento são as principais causas de abandono e eutanásia de animais de companhia. O presente estudo objetivou avaliar a prevalência dos problemas de comportamento dos cães na rotina clínica dos médicos veterinários brasileiros por meio do envio de questionários às faculdades de Medicina Veterinária do Brasil, para serem respondidos pelos profissionais responsáveis pelo atendimento clínico a cães e gatos. No total de 101 questionários respondidos, 91,1% dos participantes afirmaram ser consultados sobre problemas de comportamento e 82,2% afirmaram que a maior frequência das queixas comportamentais foi relacionada à espécie canina. Os respondentes, em sua maioria (56,7%), relataram que tentaram resolver sozinhos alguns casos ou encaminharam o caso para um veterinário especializado. Dentre os respondentes, 89,1% afirmaram não realizar eutanásia em razão de problemas de comportamento. O problema de comportamento citado como o mais frequente foi a destrutividade e, em seguida, as agressões. O tratamento mais recomendado, tanto para agressões quanto para eliminações inapropriadas de urina, foi a terapia comportamental.
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Atighetchi, Dariusch. « Islam e AIDS ». Medicina e Morale 49, no 6 (31 décembre 2000) : 1179–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.775.

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Résumé :
L’impatto iniziale del mondo musulmano con il problema dell’AIDS ha subito assunto una forte connotazione apologetica e di condanna dell’infezione in quanto conseguenza di comportamenti illeciti di impronta occidentale. In questo senso si esprimono molti giurisperiti islamici, la stampa e non pochi medici. Tutti antepongono l’esaltazione della purezza dell’Islam e delle sue regole di vita a scapito dell’attenzione dedicata all’analisi dei problemi etici, medici e sociali dei malati. La soluzione islamica al rischio AIDS consiste nell’astinenza pre-matrimoniale e nel matrimonio precoce. Anche se in gran parte degli Stati la percentuale di infetti è bassa (ma costantemente in crescita in alcuni gruppi sociali) le autorità tendono a minimizzare le cifre; inoltre sembrano riluttanti a denunciare la situazione sanitaria concernente la diffusione di malattie sessuali per non esporsi a critiche politico-religiose. I cittadini sono fortemente restii a rivelare le proprie abitudini sessuali e a partecipare ad indagini sul problema. Contemporaneamente anche i malati e i familiari preferiscono occultare l’infezione per vergogna e timore delle conseguenze sociali. Atteggiamenti molto simili si riscontrano in Occidente tra gli immigrati infetti ed i loro familiari. Per l’Islam il medico è uno strumento divino e non può limitarsi a curare bensì dovrebbe occuparsi di tutta la persona, con i valori che ne orientano la condotta quotidiana inclusa la sessualità.
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Bolko, Marianna. « L'estraneo sul confine ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 2 (mai 2012) : 225–40. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-002004.

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Résumé :
Vengono fatte alcune riflessioni sul problema del razzismo e della paura dello straniero e del nuovo rispetto alla cultura di appartenenza del soggetto. Questi comportamenti vengono analizzati dal punto di vista psicoanalitico (utilizzando i concetti di proiezione, di identificazione con l'aggressore, ecc.), etnopsicoanalitico e sociologico. L'Autrice inoltre racconta aspetti della storia della sua famiglia, che durante la seconda guerra mondiale viveva sotto occupazione italiana e poi tedesca, e dopo il 1947 apparteneva a una minoranza etnica slovena a Trieste. (Questo testo č una relazione dal titolo "Aprirsi e chiudersi agli altri: patologie di confine", tenuta il 14 marzo 2011 all'interno del ciclo di seminari "Sulla strada", coordinato da Stefano Benni e Alessandro Castellari presso la Pluriversitŕ dell'Immaginazione "Grazia Cherch" di Bologna).
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Gambini, Paolo, et Cecilia Minischetti. « Differenziazione del sé e attitudine al perdono come fattori di protezione sui comportamenti problema. Ricerca su un campione di giovani ». TERAPIA FAMILIARE, no 123 (novembre 2020) : 55–74. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-123004.

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Silveira, Aline de Marco da, et Alessandra Turini Bolsoni-Silva. « Relacionamento conjugal e suas relações com parentalidade, habilidades sociais e problemas de comportamento dos filhos ». Psico 53, no 1 (9 août 2022) : e37313. http://dx.doi.org/10.15448/1980-8623.2022.1.37313.

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Résumé :
O relacionamento conjugal satisfatório depende de múltiplas variáveis, incluindo a própria interação conjugal, parentalidade e comportamentos infantis. O estudo simultâneo dessas medidas ainda é escasso na literatura. Objetivou-se verificar a influência da parentalidade (positiva e negativa) e do repertório comportamental infantil (habilidades sociais e problemas de comportamento) na ocorrência do relacionamento conjugal positivo, negativo e na satisfação conjugal. Participaram 106 mães e suas crianças que responderam a instrumentos de relato sobre conjugalidade, parentalidade e comportamentos infantis, em um delineamento transversal de comparação de grupos. Considerando as comparações estatisticamente significativas, verificou-se que a parentalidade e os comportamentos infantis influenciaram no relacionamento conjugal positivo (práticas positivas, habilidades sociais infantis) e negativo (práticas negativas, problemas de comportamento), quanto aos comportamentos de definição do cônjuge, comunicação e comportamentos positivos e negativos. Comportamentos conjugais positivos foram mais frequentes entre os respondentes que relataram estar satisfeitos e os comportamentos conjugais negativos foram mais citados pelas pessoas insatisfeitas com o relacionamento conjugal. Ressalta-se a multideterminação do relacionamento conjugal que é influenciada pela parentalidade (positiva e negativa) e pelos comportamentos infantis (habilidades sociais e problemas de comportamento).
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Bompiani, Adriano. « Caratteristiche delle comunità terapeutiche e norme per il corretto comportamento degli operatori ». Medicina e Morale 43, no 2 (30 avril 1994) : 231–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1020.

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L'importanza crescente delle comunità terapeutiche (CT) nella lotta alla tossicodipendenza nell'ultimo decennio in vari paesi ha spinto l'Autore, nell'articolo, a riflettere sulle tipologie di CT nella individuazione di quei comportamenti corretti che devono vigere al loro interno. In Italia, infatti, pur essendo stato riconosciuto alle CT un ruolo di enti ausiliari delle strutture pubbliche deputate all'assistenza dei tossicodipendenti, non esiste tuttora una normativa che ne regolamenti la tipologia, l'ordinamento interno, le caratteristiche della gestione e le verifiche del funzionamento. Dopo avere brevemente tracciato la cronistoria delle CT per poi illustrarne le caratteristiche - senza dimenticare lo sviluppo dei Servizi pubblici per le tossicodipendenze {SERT) -, si argomenta sulle dimensioni ed i criteri operativi dell'attività psicoergoterapica che si svolge all'interno delle CT. Sul personale operante all'intemo delle CT l'Autore analizza le motivazioni e l'idea di comunità nel pensiero dei loro "fondatori". Vengono così individuate delle Linee comuni ai diversi metodi adottati nelle CT: !'"educazione alla vita"; la personalizzazione del programma di riabilitazione; il rifiuto di ogni imposizione e violenza; la condivisione delle responsabilità, anche attraverso il lavoro come strumento formativo della personalità. E' ancora aperto, invece, il problema della valutazione dei risultati ottenuti nelle CT. L'articolo si conclude con le linee-guida approvate nell'aprile 1993 dagli operatori di CT e SERT nel Comitato nazionale di coordinamento per l'azione antidroga in Italia. Pur non essendo vincolante, tale documento rappresenta uno sforzo di consapevolezza dei problemi in gioco ed un impegno morale degli operatori su validi principi etici nella lotta alla tossicodipendenza.
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Santos, Patricia Leila dos, et Sônia Santa Vitaliano Graminha. « Problemas emocionais e comportamentais associados ao baixo rendimento acadêmico ». Estudos de Psicologia (Natal) 11, no 1 (avril 2006) : 101–9. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-294x2006000100012.

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Résumé :
Com o objetivo de identificar a incidência de problemas emocionais e comportamentais e os tipos de problemas de comportamento que aparecem associados ao desempenho escolar, aplicou-se a Escala Comportamental Infantil A2 e a Escala B de Rutter a dois grupos de crianças, um com baixo rendimento acadêmico (BRA) e outro com alto rendimento (ARA), cada grupo com 20 crianças, alunos de primeira e segundas séries, com idades que variaram entre 6 e 10 anos. Os resultados mostram que a maioria das crianças do grupo BRA obteve escores indicativos da presença de problemas emocionais/comportamentais, diferente do grupo ARA, e a incidência da maioria dos problemas específicos de comportamento foi sempre maior para o grupo BRA. Destaca-se que problemas de comportamento representam uma forte condição de risco para problemas de aprendizagem e que o trabalho com crianças com dificuldades de aprendizagem deve considerar aspectos ligados também ao comportamento.
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Monteiro-Alves, B. S. M., et C. G. Titto. « Estudo investigativo de parâmetros associados à presença de problemas comportamentais em cães ». Archivos de Zootecnia 66, no 253 (15 janvier 2017) : 7–14. http://dx.doi.org/10.21071/az.v66i253.2119.

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Résumé :
A ocorrência de problemas comportamentais em cães tem implicações importantes no bem-estar animal e na sua relação com seus proprietários. Este trabalho tem o objetivo de investigar os principais parâmetros relacionados à epidemiologia, etiologia e ontogenia dos problemas comportamentais em cães. Para tanto, foi formulado um questionário com questões de múltipla escolha sobre: o animal, presença de comportamentos alterados, seu ambiente, rotina e características do seu proprietário. Este foi aplicado em três municípios do noroeste do estado de São Paulo. A análise estatística foi realizada por comportamentos e contemplou os efeitos das outras características do animal e seu ambiente. Os resultados significativos pelo teste F a 5% de probabilidade e procedimento para comparações múltiplas (PDIFF) foram discutidos. Dos 880 questionários válidos estudados foi encontrado que 88,08% dos animais apresentaram pelo menos um comportamento alterado. O comportamento mais encontrado (76,75%; p
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Paz, Juliane E. G., Gustavo Machado et Fernanda V. Amorim da Costa. « Fatores relacionados a problemas de comportamento em gatos ». Pesquisa Veterinária Brasileira 37, no 11 (novembre 2017) : 1336–40. http://dx.doi.org/10.1590/s0100-736x2017001100023.

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RESUMO: Os problemas de comportamento apresentam importância não só no bem estar animal e na qualidade da relação humana-animal como também em saúde publica. Problemas de comportamento são uma das principais razões de abandono e subsequentemente o destino destes animais são abrigos ou até mesmo eutanásia. Além disso, a agressividade é um fator de risco para transmissão de zoonoses. Com o objetivo de avaliar a frequência de fatores relacionados a problemas de comportamento em gatos, foram coletadas informações de 229 gatos através de um questionário aplicado em tutores que aguardavam atendimento no Hospital de Clínicas Veterinária da Universidade Federal do Rio Grande do Sul (HCV-UFRGS). Dentre os comportamentos arranhadura em móveis foi o problema comportamental mais frequente (65,1%- IC 95%: 58,5-71,4%) seguido de agressividade (61,3%- IC 95%: 54,2-67,1%), eliminação inapropriada (37,1%- IC 95%: 31,3-42,1%) e vocalização excessiva (23,6%- IC 95%: 20,1-29,8%). Os dados foram analisados por regressão logística com uma função de ligação logit. De acordo com a análise univariada, a presença de um arranhador teve uma relação significativa protetiva, podendo contribuir para a redução do comportamento de arranhar móveis (risco relativo [RR]=0.31- IC 95%:0.19 - 0.53). Fêmeas e gatos assustados foram identificados com maior dificuldade de ter uma relação amigável com outros gatos RR=3.56 (IC 95%:1.78 - 7.11), RR=2.84( IC 95%:1.60 - 5.04) respectivamente também quanto maior o número de gatos na residência, maiores as chances de haver eliminação inapropriada. Os gatos castrados antes da puberdade apresentaram menos chances de desenvolver eliminação inapropriada RR=0.43 (IC 95%:0.21-0.88) e, finalmente, a vocalização excessiva foi relacionada com busca de atenção RR=2.62 (IC 95%:1.54 - 4.45). Os resultados desse estudo podem ajudar a prevenir problemas comportamentais em felinos domésticos.
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Presutti, Michelle, Giorgio Soro, Giulia Cnapich et Sara Giordano. « SENSEMAKING E CURA DEL DIABETE : MAPPE COGNITIVE DI MEDICI E PAZIENTI A CONFRONTO ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no 1 (25 juin 2016) : 323. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.262.

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Résumé :
Karl Weick, esponente del cognitivismo costruttivista, considera il sensemaking come un insieme di processi cognitivi in continua costruzione, a posteriori, di significati e di senso della realtà in cui viviamo.Il sensemaking è un processo continuo di creazione di senso quotidiano: le persone percepiscono selettivamente le informazioni su sé stessi e sull’ambiente in cui vivono, tali informazioni vengono elaborate cognitivamente attraverso un processo di selezione e ritenzione in memoria delle mappe cognitive costruite.Pertanto il sensemaking costituisce un’appropriata chiave di lettura dei fenomeni comportamentali in cui sono in gioco le rappresentazioni di un problema, soprattutto quando è di estrema necessità trovare punti di contatto in merito ai rapporti causali tra gli elementi che costituiscono le diverse mappe cognitive degli individui che ne prendono parte. L’analisi delle mappe cognitive può essere utile soprattutto al fine di individuare e condividere con maggiore chiarezza quali potrebbero essere le strade per un corretto ed efficace intervento risolutivo o di trattamento del problema.Dare senso alla malattia significa, sia per il medico che per il paziente, organizzare una mappa cognitiva (connessioni causali di elementi di significato) della realtà (della malattia) in un processo continuo di esperienza.Un flusso continuo che a partire da una percezione soggettivamente selettiva degli elementi disponibili (conoscenze, esperienze, eventi,etc.), organizza tali elementi in una mappa e li traduce in uno schema operativo di comportamento. Secondo Weick la realtà individuale si costruisce, mentre l’ambiente, il contesto, sono costruiti a priori.Le mappe cognitive che gli individui costruiscono influenzeranno le successive esperienze che si troveranno a dover fronteggiare nell’ambito dello stesso problema, in questo caso inerenti alla malattia diabetica.L’utilizzo del sensemaking applicato all’analisi dei processi di cura, pertanto, può diventare utile in particolare nei contesti di trattamento in cui la compliance e l’aderenza alle cure costituisce un fattore determinante nella gestione della patologia cronica, che prevede un modello di rapporto medico- paziente protratto nel tempo e centrato sulla possibilità di confronto rispetto alle modalità di cura e riuscita della stessa.La ricerca si è proposta pertanto di indagare attarverso la somminisrazione di interviste a medici e pazienti e attarverso al successiva analisi del testo e delle ricorrenze lingusitiche elaborate attraverso appositi software di ricostruire e mettere a confronto le rispettive mappe cognitive che stanno alla base delle rappresentazioni della malattia e della sua gestione e quindi dei comportamenti conseguenti di chi cura e di chi è curato.
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Negrelli, Sandra Cristina. « TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTAL E O TRATAMENTO DO TRANSTORNO DE ANSIEDADE ». Revista Uningá 56, S1 (12 mars 2019) : 231–37. http://dx.doi.org/10.46311/2318-0579.56.euj84.

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A Terapia Cognitivo Comportamental (TCC) teve origem a partir da Terapia Comportamental, foi desenvolvida por Aaron Beck na década de 1960, trata-se de uma forma de tratamento estruturado pautada no problema apresentado pelo paciente naquele momento, buscando modificar os pensamentos distorcidos e consequentemente mudando o comportamento inadequado. É uma teoria que pode orientar o psicólogo no tratamento de diversos transtornos. Dentre eles, o Transtorno de Ansiedade é cada vez mais aparente, levando as pessoas a sentirem medo e sensação de ansiedade exacerbada e consequentemente a problemas comportamentais frequentes. Desta forma, a presente pesquisa tem por objetivo apresentar algumas das principais características da TCC, suas raízes e a utilização no tratamento do Transtorno de Ansiedade. A partir da pesquisa elaborada, concluiu-se que a TCC é muito usada no tratamento de diversos transtornos, bem como nos casos de Transtorno de Ansiedade. Tal transtorno é muito recorrente na vida de diversas pessoas, trazendo um amplo sofrimento não somente àqueles que vivenciam o transtorno, mas também àqueles que convivem com pessoas que são diagnosticadas com Transtorno de Ansiedade. A TCC é uma abordagem utilizada no tratamento de diversos transtornos, visando a modificação dos pensamentos distorcidos, para consequentemente modificar os comportamentos inadequados.
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Bueno, Gina Nolêto, et Kassia Chalon Águes. « Analytical-Behavioral Therapy for Modification of Trichotillomania Behavior ». Fragmentos de Cultura 27, no 4 (27 février 2018) : 570. http://dx.doi.org/10.18224/frag.v27i4.4764.

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This study aimed to identify the elicitors of trichotillomania problem-behavior of a participant, to design a behavior analytic intervention. It also aimed to control the target behavior and the negative emotional responses background trichotillomania, and to train alternative behaviors. The program consisted on phases: functional assessment, experimental functional analysis and final evaluation. Results: reduction of behavior-problem and the negative emotional responses. Terapia Analítico-Comportamental na Modificação do Comportamento de Tricotilomania Este estudo objetivou identificar os eliciadores do comportamento-problema tricotilomania de uma participante, para delinear uma intervenção analítico-comportamental. Objetivou também favorecer o controle do comportamento-alvo, das respostas emocionais negativas antecedentes à tricotilomania, e treinar comportamentos alternativos. O programa compôs-se das fases: avaliação funcional, análise funcional experimental e avaliação final. Resultados obtidos: redução de ocorrência do comportamento-problema e das respostas emocionais negativas.
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Ferreira, Rebeca de Assis, Rebeca Ferreira Pereira et Vanessa Diana Di Rienzo. « Análise comportamental do personagem Arthur Fleck, do filme Joker (Coringa – Brasil) ». Research, Society and Development 11, no 4 (19 mars 2022) : e30011427123. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v11i4.27123.

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O objetivo principal deste artigo foi realizar uma análise comportamental do personagem Arthur Fleck interpretado por Joaquin Phoenix do filme Joker (Coringa – Brasil), categorizado como drama, lançado em 2019, sob direção de Tood Philips e distribuído pela Warner Bros. Para a realização desta pesquisa foram selecionadas quinze cenas e, através delas, identificados os comportamentos problema do personagem. Foram levantadas possíveis hipóteses diagnósticas, com base nos critérios de diagnóstico do DSM-V, e realizada a análise funcional dos comportamentos com base na teoria analítico-comportamental. Através dos resultados obtidos, foi possível identificar que os comportamentos apresentados pelo personagem são efeitos colaterais de uma longa história de punição, mostrada em toda a trama. Para o analista do comportamento, o comportamento é multideterminado, ou seja, produto da filogênese, ontogênese e da cultura. Os analistas irão atuar sobre a ontogênese, realizando uma análise funcional. Os critérios diagnósticos descritos no DSM-V nos dizem o que é normal ou não e, para a Análise do Comportamento ele não é levado predominantemente em consideração em suas análises. A punição e outras formas de coerção foram introduzidas na cultura da sociedade como ações rotineiras e os seus efeitos colaterais podem gerar, na maioria das vezes, agressividade, comportamento de fuga e comportamento de esquiva.
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Marchezini-Cunha, Vívian, et Emmanuel Zagury Tourinho. « Assertividade e autocontrole : interpretação analítico-comportamental ». Psicologia : Teoria e Pesquisa 26, no 2 (juin 2010) : 295–304. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-37722010000200011.

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Questões relacionadas à assertividade têm recebido atenção por parte de terapeutas comportamentais há mais de três décadas. É mais recente, porém, o esforço de terapeutas analítico-comportamentais para examinar problemas dessa ordem com os mesmos recursos conceituais e metodológicos empregados por seus pares da pesquisa básica e conceitual. O presente trabalho tem como objetivo oferecer uma interpretação analítico-comportamental para padrões de comportamento assertivos, agressivos e passivos. Recuperamos algumas definições de assertividade/agressividade/passividade e examinamos os fenômenos correspondentes enquanto relações comportamentais; discutimos alguns aspectos da abordagem analítico-comportamental para o autocontrole; e sugerimos que as relações comportamentais definidas como assertividade/agressividade/passividade podem ser interpretadas enquanto instâncias de autocontrole ou impulsividade. A abordagem pode abrir novas perspectivas de investigação clínica de habilidades sociais sob um enfoque analítico-comportamental.
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Leme, Vanessa Barbosa Romera, et Alessandra Turini Bolsoni-Silva. « Habilidades Sociais Educativas Parentais e comportamentos de pré-escolares ». Estudos de Psicologia (Natal) 15, no 2 (août 2010) : 161–73. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-294x2010000200005.

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O estudo teve por objetivos, a partir dos relatos de 20 mães de crianças com problemas de comportamento (Grupo clínico) e de 20 mães de crianças sem problemas de comportamento (Grupo não clínico): a) comparar as freqüências das habilidades sociais e dos problemas de comportamento das crianças; b) descrever as situações em que as crianças apresentavam os comportamentos problema e socialmente habilidosos; c) descrever os comportamentos das mães diante dos comportamentos dos filhos; d) descrever os comportamentos dos filhos diante dos comportamentos maternos. Pré-escolares foram selecionados por professoras que responderam a uma escala e os dados foram coletados através de entrevista e de escala com as mães. Os resultados indicaram que as crianças do Grupo não clínico apresentaram mais habilidades sociais e menos problemas de comportamento externalizantes que as crianças do Grupo clínico. As mães do Grupo não clínico relataram mais Habilidades Sociais Educativas Parentais de expressão de sentimentos e enfrentamento, e Comunicação e menos práticas negativas, que as mães do Grupo clínico.
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Leme, Vanessa Barbosa Romera, Alessandra Turini Bolsoni-Silva et Kester Carrara. « Uma análise comportamentalista de relatos verbais e práticas educativas parentais : alcance e limites ». Paidéia (Ribeirão Preto) 19, no 43 (août 2009) : 239–47. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-863x2009000200012.

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O presente artigo discute a relevância de algumas estratégias metodológicas da Análise Aplicada do Comportamento para examinar práticas educativas parentais. Um instrumento e um conceito relacionados à coleta e análise de dados são discutidos sob a ótica teórica e aplicada: relatos verbais e análise funcional comportamental descritiva. Conclui-se que, consideradas as limitações dos relatos, as informações obtidas com essa estratégia e com a análise funcional comportamental descritiva permitem inferir algumas hipóteses sobre os comportamentos de pais e de filhos que podem ser utilizadas em ações que procuram investigar e intervir sobre os comportamentos problema e as habilidades sociais.
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De Pace, Claudia, Fabrizio Stasolla et Giulio Lancioni. « Nuove tecnologie a sostegno del percorso educativo nella disabilitŕ cognitiva grave ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 121–31. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003020.

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Nel presente contributo verranno prese in considerazione le seguenti tecnologie: microswitch, VOCA, clusters di microswitch, programmi computerizzati per la scelta. I microswitch sono il mezzo piů efficace per consentire a persone con disabilitŕ multiple di relazionarsi con l'ambiente e di controllare fonti di stimolazione interessante. I VOCA forniscono a persone con disabilitŕ gravi e multiple (che non sono in grado di comunicare verbalmente) la possibilitŕ di formulare richieste sia finalizzate a cose da ottenere che a persone con cui interagire. I clusters di microswitch sono una risorsa fondamentale per apprestare programmi diretti contemporaneamente al consolidamento di risposte adattive e alla riduzione di comportamenti- problema. I programmi computerizzati per la scelta sono soluzioni tecnologiche che possono avvalersi di stimoli uditivi o visivi che costituiscono possibili target di scelta per persone che non hanno possibilitŕ di raggiungere direttamente tali stimoli nella realtŕ. Per ciascuna di tali tecnologie verrŕ fatto riferimento ad attivitŕ di ricerca giŕ effettuate nell'ambito della nostra attivitŕ scientifica.
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Fogaça, Fabiane Ferraz Silveira, Daniely Tatmatsu, Camila Negreiros Comodo, Zilda Aparecida Pereira Del Prette et Almir Del Prette. « O desenvolvimento de habilidades sociais na adolescência como ápice comportamental ». Revista Brasileira de Terapia Comportamental e Cognitiva 21, no 2 (22 octobre 2019) : 217–31. http://dx.doi.org/10.31505/rbtcc.v21i2.1162.

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Résumé :
Presente estudo apresenta uma discussão sobre a fase da adolescência que integra aspectos das Habilidades Sociais com o conceito de ápice comportamental. A expansão do repertório comportamental se dá com a exposição do indivíduo a novas contingências, novos ambientes, novos estímulos controladores e novos grupos sociais, dada uma mudança comportamental denominada de ápice comportamental. Há indicativos de que adolescentes que apresentam problemas de comportamento desenvolvem relações sociais restritas. São apresentados estudos relacionando o repertório amplo de habilidades sociais com interações favoráveis com pares, destacando sua importância como ápice comportamental, que garante o acesso a novos ambientes. Presume-se também que os repertórios de habilidades sociais competem com o fortalecimento do padrão de comportamento antissocial e uso de drogas, constituindo, portanto nova evidência de ápice comportamental. Conclui-se que a discussão das habilidades sociais como ápice comportamental traz vantagens no que se refere ao planejamento de intervenções comportamentais mais efetivas.
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Zuccolo, Pedro Fonseca, Felipe D’Alessandro Corchs et Denigés Regis Maurel Neto. « Interpretando processos comportamentais básicos em um paradigma neuropsicológico de processamento de expressões faciais de emoção ». Perspectivas em Análise do Comportamento 3, no 2 (31 août 2017) : 87–101. http://dx.doi.org/10.18761/perspectivas.v3i2.229.

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Résumé :
A interpretação de pesquisas em neurociências sob uma ótica analítico-comportamental pode ser útil para analistas do comportamento, permitindo a importação de tecnologias desenvolvidas nessas áreas para o estudo do comportamento sob enfoque analítico-comportamental. Além disto, as explicações de outras tradições teóricas são baseadas em eventos comportamentais, trazendo dados de interesse ao analista do comportamento. Este trabalho teve por objetivo analisar um tema explorado pelas neurociências, qual seja, o chamado processamento de expressões faciais de emoção. Um dos muitos procedimentos usados no estudo do processamento de expressões faciais de emoção foi analisado a partir das seguintes perguntas: quais seriam as relações funcionais entre estímulos e respostas avaliadas por esse instrumento? Como ele poderia ser utilizado em pesquisas com abordagem analítico-comportamental? Analisamos a Tarefa de Reconhecimento de Expressões Faciais (Harmer, Rogers, Tunbridge, Cowen & Goodwin, 2003), teste computadorizado no qual os sujeitos têm de classificar o mais rápida e precisamente possível faces humanas expressando diferentes emoções. A análise foi feita a partir de conceitos que se referem a formas de classificação do comportamento e processos comportamentais básicos. Argumentamos que essa tarefa poderia ser entendida como um teste que avalia controle de estímulos envolvidos em interações sociais, especificamente, como um análogo ao teste de generalização, no qual o sujeito nomeia estímulos para os quais foi treinado a responder diferencialmente ao longo da vida. A partir dessas interpretações, são levantados problemas de pesquisa que poderiam ser respondidos utilizando esse procedimento.
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Malavazzi, Dante Marino, Fani Eta Korn Malerbi, Giovana Del Prette, Roberto Alves Banaco et Roberta Kovac. « Análise do comportamento aplicada : ». Perspectivas em Análise do Comportamento 2, no 2 (24 août 2017) : 218–30. http://dx.doi.org/10.18761/perspectivas.v2i2.71.

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Résumé :
A história da análise do comportamento revela um movimento inicial da ciência em direção à prática. A princípio, ela esteve vinculada à pesquisa básica. Aos poucos, envolveu a aplicação dos princípios comportamentais aos problemas cotidianos. Para esclarecer a interface entre ciência e prática na análise do comportamento, esta pesquisa revisou os estudos sobre análise funcional, publicados no Journal of Applied Behavior Analysis (JABA) entre 2004 e 2010, à luz das diretrizes sugeridas por Baer, Wolf e Risley (1968, 1987): (a) aplicada, (b) comportamental, (c) analítica, (d) tecnológica, (e) conceitual, (f) eficaz e (g) generalizável. Sessenta e quatro artigos foram examinados. As pesquisas revisadas puderam ser classificadas como analíticas e conceituais, mas frequentemente negligenciaram os critérios que as tornariam comportamentais, tecnológicas e generalizáveis. Idealizada como uma ponte entre pesquisa e assistência, a análise do comportamento aplicada tem cumprido parcialmente sua finalidade.
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Valverde, Benedita Salete Costa Lima, Maria Sylvia de Souza Vitalle, Isa de Pádua Cintra Sampaio et Teresa Helena Schoen. « Levantamento de problemas comportamentais/emocionais em um ambulatório para adolescentes ». Paidéia (Ribeirão Preto) 22, no 53 (décembre 2012) : 315–23. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-863x2012000300003.

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Résumé :
Este estudo teve como objetivo identificar os principais problemas comportamentais e emocionais percebidos por adolescentes que frequentam um ambulatório de saúde. Participaram 320 adolescentes que não estavam em atendimento psicoterápico e que responderam, na sala de espera de um ambulatório, o Youth Self Report. O principal problema relatado foi Ansiedade/Depressão. Os meninos obtiveram escores mais altos em Problemas Sociais e mais baixos em Comportamento Delinquente; as meninas apresentaram-se com menos problemas no agrupamento Problemas Somáticos e com mais problemas em Ansiedade/Depressão. Quanto à faixa etária, observou-se que Problemas Sociais esteve associado ao início da adolescência. Quanto à incidência, menos de um quarto dos adolescentes apresentaram-se com problemas, sugerindo que a adolescência não é um período de turbulência. Observou-se que alguns adolescentes necessitam de uma avaliação mais detalhada, pois relataram comportamentos indicativos de transtornos mentais. Conclui-se a necessidade de profissionais de saúde mental integrarem a equipe de saúde que atende adolescentes.
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Elias, Luciana Carla dos Santos, et Edna Maria Marturano. « Oficinas de linguagem : proposta de atendimento psicopedagógico para crianças com queixas escolares ». Estudos de Psicologia (Natal) 10, no 1 (avril 2005) : 53–61. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-294x2005000100007.

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Résumé :
Quando o baixo rendimento escolar está associado a problemas de comportamento, há risco de desajustamento psicossocial. O objetivo do estudo foi verificar os efeitos de uma intervenção baseada em princípios da aprendizagem mediada, sobre o desempenho acadêmico e problemas de comportamento, em crianças que apresentam ambas as dificuldades. Participaram do estudo 17 meninos, com idade entre sete e onze anos, encaminhados a uma clínica de psicologia por dificuldades escolares. As dificuldades acadêmicas e comportamentais das crianças foram avaliadas antes e após a intervenção, tendo como informantes as crianças e suas mães. A intervenção consistiu de 20 oficinas de linguagem, realizadas semanalmente em pequenos grupos. Após a intervenção, verificaram-se progressos no desempenho escolar e atenuação dos problemas de comportamento. Problemas de atenção e manifestações internalizantes parecem sensíveis à intervenção, ao passo que comportamentos agressivos tendem a persistir. Estudos de seguimento são necessários para verificar a permanência dos efeitos encontrados.
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Mesquita, Maria Luiza G. de, Décio Brunoni, João Monteiro de Pina Neto, Chong Ae Kim, Márcia Helena S. Melo et Maria Cristina T. V. Teixeira. « Fenótipo comportamental de crianças e adolescentes com síndrome de Prader-Willi ». Revista Paulista de Pediatria 28, no 1 (mars 2010) : 63–69. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-05822010000100011.

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OBJETIVO: Identificar, em um grupo de crianças e adolescentes com síndrome de Prader-Willi, as principais características do fenótipo comportamental. MÉTODOS: A amostra foi composta por 11 crianças e adolescentes com diagnóstico clínico e citogenético-molecular da síndrome de Prader-Willi. A técnica de coleta de dados foi o Inventário dos Comportamentos de Crianças e Adolescentes entre 6 e 18 anos (CBCL/6-18). A análise de correlação bivariada, com nível de significância p<0,05, foi usada para testar a associação entre as variáveis analisadas. RESULTADOS: Os principais resultados mostraram um perfil comportamental considerado como clínico em várias das escalas do CBCL/6-18. Observou-se um padrão comportamental com alta frequência de respostas de agressão, quebra de regras e oposição. Identificaram-se correlações estatisticamente significativas entre problemas de atenção e sociais e problemas de pensamento e comportamento de quebrar as regras. CONCLUSÕES: Os pacientes investigados representam um grupo com risco psiquiátrico e alterações de comportamento que, em longo prazo, poderão evoluir para transtornos de 2009humor, do déficit de atenção e hiperatividade e transtorno desafiador e de oposição, dentre outros
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Monacciani, Fabiana. « Dall'analisi dell'incertezza alla valutazione del rischio di investimento ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 46 (avril 2011) : 69–84. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046006.

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Résumé :
Valutare correttamente l'incertezza associata alle variabili "critiche" da cui dipende l'esito finale di un investimento pubblico č un problema cruciale in tutti quei casi in cui l'operatore pubblico non sia in grado di controllare, attraverso i consueti strumenti di governo dell'economia, le dinamiche di dette variabili, dinamiche che, invece, dipendono fortemente da comportamenti e scelte di altri operatori. Tale circostanza si presenta comunemente nel caso di valutazione degli investimenti "di sviluppo", per i quali si ha un livello di incertezza molto elevato e con impatti determinanti sull'esito della valutazione, ma una scarsa disponibilitŕ di informazioni relative al comportamento delle variabili aleatorie da cui dipende l'esito finale dell'investimento. In una situazione di questo tipo, il ricorso diretto al metodo di Monte Carlo a supporto dell'analisi di rischio potrebbe portare, a nostro avviso, a conclusioni errate. Piuttosto che rinunciare completamente a tale valutazione, a nostro avviso č necessario svolgere una preventiva analisi dell'incertezza, grazie alla quale sia possibile generare tutte le informazioni necessarie alla successiva analisi del rischio. A tal scopo, il lavoro presenta un possibile percorso valutativo da utilizzare con particolare riferimento per gli investimenti pubblici di sviluppo che, attraverso una serie di passaggi, consenta dapprima di comprendere i margini di incertezza entro cui deve essere presa la decisione di investimento e, successivamente, permetta di pervenire ad una stima del grado di rischio associato, nel suo complesso, alla realizzazione dell'opera, generando inoltre indicazioni utili per definire ulteriori interventi di mitigazione del rischio stesso. Il percorso valutativo si articola in quattro passi disposti a cascata, basati sul ricorso a tecniche differenziate ed articolate in modo tale che, a ciascun passo, si generino nuove informazioni utili per lo svolgimento di quello successivo. Un percorso cosě delineato, consente di ampliare le informazioni generate dal processo valutativo e garantire maggiore trasparenza nel processo decisionale.
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Bolsoni-Silva, Alessandra Turini, et Sonia Regina Loureiro. « Práticas educativas parentais e repertório comportamental infantil : comparando crianças diferenciadas pelo comportamento ». Paidéia (Ribeirão Preto) 21, no 48 (avril 2011) : 61–71. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-863x2011000100008.

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Résumé :
A identificação de práticas parentais contingentes aos comportamentos dos filhos é importante para subsidiar intervenções. Este estudo teve como objetivo comparar práticas educativas parentais e comportamentos de crianças de um grupo de crianças considerado clínico/com problema de comportamento (n = 27), com um grupo de crianças não clínico/sem problema de comportamento (n = 26). O critério de inclusão das crianças nos grupos clínico e não clínico foi obtido a partir do CBCL, e os dados da interação pais-filhos foram colhidos por meio do Roteiro de Entrevista de Habilidades Sociais Educativas Parentais (RE-HSE-P), que avalia práticas positivas e negativas de educação, contexto, problemas de comportamento e habilidades sociais infantis. Procedeu-se às análises qualitativa e quantitativa (Teste Mann Whitney) de forma a comparar os grupos. Os resultados apontam que os comportamentos que diferenciam os grupos clínico e não clínico são, sobretudo, os relacionados às práticas educativas positivas e às habilidades sociais infantis.
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Lopes, Carlos Eduardo, et José Antônio Damásio Abib. « Teoria da percepção no behaviorismo radical ». Psicologia : Teoria e Pesquisa 18, no 2 (août 2002) : 129–37. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-37722002000200003.

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A percepção é explicada por Skinner através do conceito de comportamento perceptivo - um comportamento complexo que se inter-relaciona com muitos outros. O estudo da percepção na teoria skinneriana pode ser dividido em duas etapas: estudo do comportamento perceptivo como precorrente e estudo dos precorrentes do comportamento perceptivo. No primeiro caso, a investigação passa pelo processo de resolução de problemas, no qual o comportamento perceptivo desempenha um papel fundamental modificando o ambiente, o que permite a emissão do comportamento discriminativo e a solução do problema. No segundo caso, a investigação trata com uma série de outros comportamentos, tais como, propósito, atenção, e consciência, que modificam a probabilidade de emissão do comportamento perceptivo. A análise das relações entre o comportamento perceptivo e demais comportamentos culmina no esboço de uma teoria da percepção no behaviorismo radical, que é mais convincente do que explicações mentalistas que fazem uso da "teoria da cópia".
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Teixeira, Maria Cristina Triguero Veloz, Camila Rondinelli Cobra Monteiro, Renata de Lima Velloso, Chong Ae Kim et Luiz Renato Rodrigues Carreiro. « Fenótipo comportamental e cognitivo de crianças e adolescentes com Síndrome de Williams-Beuren ». Pró-Fono Revista de Atualização Científica 22, no 3 (septembre 2010) : 215–20. http://dx.doi.org/10.1590/s0104-56872010000300010.

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TEMA: a Síndrome de Williams-Beuren (SWB) é uma aneusomia segmentar devido à deleção de múltiplos genes no braço longo do cromossomo 7 (região 7q11-23) associada a alterações comportamentais e cognitivas. Para que a inclusão escolar dessas crianças seja eficaz são necessárias abordagens multidisciplinares que orientem professores e pais. OBJETIVO: descrever o perfil comportamental, cognitivo e de linguagem e identificar comportamentos autísticos em um grupo de crianças e adolescentes com SWB. MÉTODO: 10 crianças e adolescentes com diagnóstico clínico e/ou citogenético-molecular de SWB na faixa de 5 a 16 anos, e 10 crianças e adolescentes com desenvolvimento típico, pareados por sexo e idade. Instrumentos utilizados: Teste de Inteligência Não Verbal (Leiter-R); Inventário de Comportamentos para Crianças e Adolescentes - Child Behavior Checklist (CBCL/1½-5; CBCL/6-18); Exame de Linguagem (TIPITI) e o Autism Screening Questionaire (ASQ). RESULTADOS: o grupo com SWB demonstrou alterações comportamentais do tipo desatenção e problemas sociais em comparação com o grupo controle (GC). Na escala Leiter-R os escores de inteligência dos participantes com SWB foram abaixo da média para a idade (67,8 pontos) em comparação ao GC (101,2). O ASQ identificou um participante com comportamentos autísticos. O grupo com a síndrome apresentou defasagem na estruturação no nível morfossintático e elevado número de respostas ecolálicas nas provas do TIPITI, quando comparados ao GC. CONCLUSÃO: em função dos problemas comportamentais e cognitivos encontrados nos participantes com SWB confirma-se a necessidade de um acompanhamento multidisciplinar focado na estimulação cognitiva e controle comportamental, devido à interferência destas características na escolarização.
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Pesce, Renata. « Violência familiar e comportamento agressivo e transgressor na infância : uma revisão da literatura ». Ciência & ; Saúde Coletiva 14, no 2 (avril 2009) : 507–18. http://dx.doi.org/10.1590/s1413-81232009000200019.

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Neste artigo, realizou-se uma revisão da literatura mundial sobre dois temas importantes: violência familiar e problemas de comportamento agressivo e desafiador opositivo na infância. Optou-se por selecionar publicações que utilizaram a CBCL- Child Behavior Checklist como instrumento para mensurar os problemas comportamentais em crianças. Este inventário é internacionalmente conhecido por sua boa confiabilidade e validade, sendo considerado eficiente para rastrear problemas de comportamento na infância. O material encontrado mostrou que a violência conjugal predomina nos estudos como tipo de maus tratos familiar com potencial para causar problemas de agressividade e transgressão em crianças. Outro ponto discutido foi a falta de consenso sobre as nomenclaturas utilizadas nos artigos para referir-se a tais problemas comportamentais. A revisão mostrou que ainda se fazem necessárias pesquisas mais aprofundadas sobre a temática em questão, principalmente para se pensar em prevenção e promoção da saúde na infância e adolescência. Comportamentos agressivos em crianças tendem a manter-se ao longo do tempo e de forma cada vez mais acentuada, fato que aponta para estratégias de prevenção desses agravos a serem desenvolvidas nos contextos escolar, familiar e da saúde.
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Silva, Francislaine da, Olga Maria Piazentin Rolim Rodrigues et José Roberto Pereira Lauris. « Ansiedade Materna e Problemas Comportamentais de Crianças com Fissura Labiopalatina ». Psicologia : Ciência e Profissão 37, no 2 (juin 2017) : 318–34. http://dx.doi.org/10.1590/1982-3703000682016.

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Resumo Indicadores emocionais maternos como a ansiedade têm sido considerados como condições de adversidade ao desenvolvimento infantil. São observadas peculiaridades e uma diversidade de achados em relação a problemas de comportamento e a outros distúrbios debilitantes em crianças ao longo do ciclo vital. O presente estudo objetivou identificar e associar indicadores clínicos para a ansiedade materna com os indicadores de problemas de comportamento (internalizantes e externalizantes) de 83 crianças com fissura labiopalatina, com idade entre três e cinco anos. Os instrumentos utilizados foram: protocolo de entrevista, Idate e CBCL. Os resultados apontaram que as crianças que convivem com mães com indicadores clínicos para ansiedade apresentaram prevalência de comportamentos internalizantes (p < 0,001) e externalizantes (p < 0,001). Para os meninos (37,5%) seriam identificados mais problemas de comportamento externalizantes enquanto que para as meninas (60,0%), mais problemas de comportamento internalizantes. Das mães identificadas com ansiedade avaliaram suas crianças como clínicas em problemas externalizantes (p = 0,020 e < 0,001). Considera-se que tais dados podem contribuir para o planejamento de ações preventivas e interventivas, de modo a favorecer o suporte psicológico para as mães que apresentam indicadores clínicos para ansiedade, assim como propor medidas para os problemas comportamentais das crianças que convivem com mães ansiosas.
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Schaedler, Thais, et Fernando Mazzili Louzada. « Efeito da privação de sono sobre o comportamento impulsivo ». Revista Acadêmica Licencia&acturas 3, no 1 (4 août 2015) : 62. http://dx.doi.org/10.55602/rlic.v3i1.74.

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O modo de vida contemporâneo influencia os padrões de vigília e sono, exigindo cada vez mais horas acordado. A consequente restrição de sono está associada a inúmeros problemas de saúde, acidentes de trabalho e déficits neurocognitivos. Alterações neurocognitivas podem afetar comportamentos relacionados às funções executivas, incluindo o comportamento impulsivo. O objetivo deste trabalho é analisar as relações entre privação de sono e alterações em três dimensões do comportamento impulsivo (atencional, motora e cognitiva). Embora poucos estudos tenham avaliado essa relação, há evidências de que a privação do sono está relacionada a uma redução no desempenho em testes comportamentais utilizados para avaliar as dimensões da impulsividade.
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Rocha, Marina Monzani da, Camila Teixeira Monteiro, Ana Lucia Alcântara de Oliveira Ulian et Edwiges Ferreira de Mattos Silvares. « COMPORTAMENTOS SEXUAIS NA INFÂNCIA E ASSOCIAÇÃO COM PROBLEMAS DE COMPORTAMENTO ». Saúde e Pesquisa 11, no 1 (2 mai 2018) : 69. http://dx.doi.org/10.17765/1983-1870.2018v11n1p69-79.

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Com objetivo de verificar a ocorrência de diferentes comportamentos sexuais na infância, a partir da perspectiva dos pais, e suas relações com a idade da criança, o sexo e a presença de problemas de comportamento, pais de 54 crianças (4 a 8 anos), sem histórico de problemas de saúde mental ou de abuso sexual, responderam ao “Inventário de Comportamentos Sexuais da Criança” (CSBI) e o “Inventário dos Comportamentos de Crianças e Adolescentes” (CBCL/4-18). Foram reportados diferentes tipos de comportamentos sexuais com variada frequência. Pais de meninos relataram, em média, mais comportamentos sexuais que os de meninas (8,04 x 5,12). Não foi encontrada diferença estatística entre o comportamento sexual de pré-escolares e escolares. Os comportamentos sexuais mais e menos frequentemente apresentados pela amostra foram semelhantes aos de estudos internacionais. Correlação positiva moderada foi estabelecida entre comportamentos sexuais (CSBI) e problemas de comportamento (CBCL). Levantamentos como este devem auxiliar a avaliação de problemas na área e facilitar a orientação aos pais e às crianças sobre a sexualidade infantil.
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Andrade, Rafael Medeiros de, et Adérito Picamilho Pimenta. « COMPORTAMENTOS PRÓ-AMBIENTAIS E CRISE CRISE ECOLÓGICA : A IMPORTÂNCIA DO INDIVÍDUO A PARTIR DE SUA ESCALA LOCAL ». Ciência e Sustentabilidade 3, no 2 (29 décembre 2017) : 23. http://dx.doi.org/10.33809/2447-4606.32201723-45.

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Desde o início do movimento ambientalista, encontram-se políticas e práticas pedagógicas que incentivam a mudança comportamental individual, visando padrões mais condizentes com a conservação ambiental e com a melhoria da saúde coletiva. No entanto, muitas dessas práticas mostraram-se pouco eficazes, espacialmente restritas, ecologicamente desconexas com outros problemas relacionados e sociopoliticamente alienadas, sendo, consequentemente, alvo de contundentes censuras, sobretudo pela crescente vertente crítica da educação ambiental. Mesmo assim, ainda proliferam as estratégias de mudança comportamental pela via pedagógica, seja nas empresas, na vida cotidiana ou no meio acadêmico. O presente artigo é uma revisão teórica que objetiva analisar a relevância dos comportamentos individuais na construção de uma sociedade ecologicamente mais saudável e equitativa. Procura identificar os limites e as potencialidades da participação individual nos problemas ambientais, considerando suas devidas escalas espaço-temporais. O foco conceitual é o comportamento pró-ambiental, analisando casos concretos que mostram a relevância dos comportamentos individuais, apesar de estar longe de ser uma alternativa redentora e exclusiva para a resolução dos problemas ambientais. Conclui-se que esses comportamentos devem ser encarados como um meio para a construção de ambientes ecologicamente mais saudáveis, assumindo maior relevância quanto mais se transformarem em hábitos, abarcarem a conscientização e a prática de outros indivíduos, ocorrerem com planejamento e considerarem a complexidade dos problemas ambientais nas mais diversas esferas de atuação humana.
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Vils, Leonardo, Suzane Strehlau, Marcos Rogério Mazzieri et Emerson Antonio Maccari. « Perspectivas da Psicologia Evolucionista em Comportamento do Consumidor ». Revista Brasileira de Marketing 16, no 4 (25 octobre 2017) : 549–62. http://dx.doi.org/10.5585/remark.v16i4.3776.

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O homo sapiens vai s compras com uma mente moldada em um ambiente de caadores e coletores.O estudo da biologia evolutiva no se restringe s caractersticas fsicas selecionadas por meio de presses ambientais e sua contribuio para a sobrevivncia e reproduo de organismos. Caractersticas comportamentais tambm so selecionadas e h pouca ou nenhuma discordncia a esse respeito quando o no se trata de comportamentos da espcie homo sapiens. Mdulos mentais selecionados ao longo de um passado ancestral e no necessariamente adaptados ao mundo moderno influenciam, ainda que no percebidos, as decises de seres humanos em ambientes de compra. Mdulos mentais distintos como a atrao de parceiros ou flerte, sua manuteno e cuidado com a prole, a reputao e status perante o grupo e a resposta frente ameaas sobrevivncia, foram selecionados, tal qual caractersticas fsicas, por sua capacidade de resposta aos problemas recorrentes nesse passado ancestral.Vieses cognitivos, sintomas da irracionalidade que para os economistas comportamentais, desafiam os fundamentos da economia clssica, so, para a Psicologia Evolucionista, o resultado de uma racionalidade profunda selecionada em um ambiente ancestral para a resoluo de problemas recorrentes e no perfeitamente adaptada ao mundo atual. Os vieses de hoje so resultados da racionalidade que no passado promoveu adaptao e sobrevivncia.A Psicologia Evolucionista um campo de estudo que visa unificar os domnios da Teoria da Evoluo e da Psicologia Cognitiva procurando responder como um comportamento particular, cognio, emoo e/ou percepo constituiu uma soluo funcional para um problema adaptativo no passado evolutivo. A incorporao de princpios da Psicologia Evolucionista ao estudo do Comportamento do Consumidor oferece uma potencial meta teoria capaz de unificar os diversos subcampos da psicologia, contribuindo para a gerao e testes de hipteses que podem auxiliar na compreenso de fenmenos de consumo universais, em tendncias de consumo distintas dados estmulos que evoquem cada um dos mdulos mentais e no entendimento de decises de consumo em diferentes fases de nossa vida.O estudo da Psicologia Evolucionista pode, luz do carter integrativo do campo de Comportamento do Consumidor, oferecer subsdios baseados em nosso passado evolutivo para a elaborao e teste de hipteses referentes ao desencadeamento de emoes, processo decisrio e diferenas comportamentais em ambientes de compra.Apresentamos nesse ensaio, os pressupostos da Psicologia Evolucionista, fundamentados a partir dos estudos de Darwin e do surgimento das correntes comportamentais darwinistas, suas principais contribuies j publicadas no campo do Comportamento do Consumidor e desenvolvemos doze proposies de pesquisa.
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Ferreira, Renatha Rafihi, Deivid Regis Dos Santos, Felipe Alckmin Carvalho et Maria Rita Zoega Soares. « Clínica Analítico-Comportamental no Brasil : Histórico, Treinamento e Supervisão ». Perspectivas em Análise do Comportamento 7, no 2 (30 août 2017) : 183–96. http://dx.doi.org/10.18761/pac.2016.001.

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O Brasil é um dos países que mais se destaca na formação clínica de analistas do comportamento. No presente estudo é apresentado um breve histórico da terapia analítico-comportamental, com seu surgimento e evolução da área no Brasil, incluindo as terapias de modificação do comportamento, com base filosófica no Behaviorismo Metodológico, até as Terapias de Terceira Onda, fundamentadas no Behaviorismo Radical. Ressalta-se a importância de habilidades do terapeuta ao atendimento clínico, com a discussão de questões relacionadas ao desenvolvimento de vínculo genuíno e positivo com o cliente, observação, identificação, descrição de como operacionalizar e analisar funcionalmente os comportamentos problema. São apresentadas considerações sobre a relação supervisor-supervisionando e sobre o papel do supervisor na aquisição de repertórios básicos na formação do clínico iniciante. Por fim, são descritos recursos que podem ser utilizados pelo supervisor para facilitar o desenvolvimento de habilidades em seus supervisionandos, como o ponto de escuta eletrônico, a observação direta a partir de salas com espelho unidirecional e as gravações de áudio e vídeo. Espera-se que esse artigo seja útil para práticos da clínica analítico-comportamental e sirva também como recurso didático para professores das disciplinas de Análise do Comportamento na graduação de universidades brasileiras.
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Urbani, Giuliano. « IL GOVERNO : PROBLEMI CONCETTUALI E VERIFICHE EMPIRICHE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 2 (août 1987) : 233–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016671.

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IntroduzioneInnanzitutto, una doverosa premessa. Credo che si debba riconoscere all'articolo di Mauro Calise il non trascurabile merito di aver messo in tutta evidenza la fertilità contenuta in alcuni fondamentali temi di ricerca, sui quali converrà proseguire con maggiore sistematicità lo scandaglio appena iniziato. Mi limito a ricordarne uno solo: l'importanza di riconsiderare l'intera problematica del processo di «istituzionalizzazione del governo» nel nostro paese alla luce dell'abbondantissima letteratura non strettamente politologica. Penso, ovviamente, al diritto costituzionale e parlamentare; ma anche alla stessa storia parlamentare, alla scienza dell'amministrazione, alle molte branche della sociologia politica fino alla moderna teoria economica delle strutture organizzative complesse (com'è nel caso, tanto per citare gli autori più potenzialmente rilevanti per il nostro problema, della produzione di un James G. March o di un Wilson o di un Williamson). La ragione è evidente. Non si tratta, infatti, di abdicare al nostro ruolo specialistico di politologi per vivere alle spalle di qualcun altro quanto di riconoscere apertamente che le altrui prospettive specialistiche possono consentirci di vedere in termini nuovi (e, a volte, notevolmente complicati) le nostre stesse questioni peculiari: come sono quelle attinenti alla specifica «logica politica» dei modi di essere dell'istituzione-governo. Limitiamoci anche qui a un solo esempio: il funzionamento del collegio «Consiglio dei ministri», considerato come la più tipica manifestazione delle coalizioni interpartitiche, ma anche — e allo stesso tempo — come un'organizzazione «economica» (finalizzata a massimizzare i possibili benefici, minimizzando i relativi costi), come un organo disciplinato da precise norme giuridiche, come una struttura sociale caratterizzata da una propria storia autonoma e così via. L'ipotesi è, infatti, che la comprensione dei «comportamenti coalizionali» all'interno del Consiglio dei ministri possa giovarsi grandemente di una simile considerazione interdisciplinare, sia pure impostata e finalizzata all'ottica esclusiva del lavoro politologico.
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Navor, Julio Cesar Hernández, Rosalinda Guadarrama Guadarrama, Marcela Veytia López et Octavio Márquez Mendoza. « Prevalencia de problemas emocionales y conductuales en una muestra de adolescentes mexicanos ». Psico 48, no 4 (27 décembre 2017) : 250. http://dx.doi.org/10.15448/1980-8623.2017.4.25438.

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*** Prevalência de problemas emocional e comportamento em uma amostra de adolescentes mexicanos***Os transtornos mentais são considerados como um problema de saúde pública devido à sua alta prevalência. O objetivo deste trabalho foi fazer uma comparação por sexo da presença de problemas emocionais e comportamentais em 653 adolescentes mexicanos com uma faixa etária de 15 a 18 anos, através da Escala de Problemas Emocionais e Comportamentais, validada por Andrade, Betancourt e Vallejo (2010). Os resultados revelaram que as mulheres são 54% mais risco de internalização e externalização de problemas em relação aos homens. Finalmente, é enfatizada a necessidade de considerar as diferenças de cada sexo na avaliação de problemas emocionais e comportamentais, bem como no desenvolvimento de estratégias voltadas para a promoção de sua saúde.
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Silvares, Edwiges Ferreira de Mattos, Renatha El Rafihi‑Ferreira et Maria Laura Nogueira Pires. « Relação entre sintomas de insônia em crianças e problemas comportamentais avaliados pelo Child Behavior Checklist1 (CBCL) ». Psychologica 57, no 1 (5 décembre 2014) : 75–92. http://dx.doi.org/10.14195/1647-8606_57-1_5.

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Problemas de sono são frequentes na população infantil, e podem resultar em prejuízos no comportamento diurno da criança. O presente estudo teve como objetivo apresentar uma revisão sobre problemas comportamentais avaliados pelo instrumento Child Behavior Checklist (CBCL) de crianças com sintomas de insônia. Os estudos selecionados para revisão deste artigo foram identificados por meio das bases de dados BVS Psicologia ULAPSI Brasil, SCOPUS e PsycINFO, entre os anos 2001 e 2011, utilizando as seguintes palavras‑chaves em diferentes combinações: Children, CBCL, Child Behavior Checklist, Behavior, Sleep, Sleep problems, Behavioral Insomnia, Bedtime Problems, Night Wakings. De acordo com os critérios de inclusão do presente trabalho, foram selecionados doze estudos. Os resultados das publicações nesta revisão demonstraram que a maior parte das pesquisas encontraram associações significativas entre problemas de sono e problemasde comportamento, fossem eles externalizantes, internalizantes ou outros problemas de comportamento avaliados pelo CBCL.
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COSTA, ANA CAROLINA ASTAFIEFF DA ROSA, MORGANA G. MARTINS KRIEGER et YUNA FONTOURA. « Conformidade fiscal e Economia Comportamental : uma análise da influência do contexto decisório ». Brazilian Journal of Political Economy 42, no 3 (septembre 2022) : 785–802. http://dx.doi.org/10.1590/0101-31572022-3343.

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RESUMO Sonegação fiscal continua sendo um problema relevante no Brasil e no mundo. A Economia Comportamental tem buscado compreender este comportamento por meio da realização de experimentos que visam entender o processo decisório dos indivíduos. Este trabalho se propõe a analisar como a estrutura do contexto de tomada de decisão pode influenciar a eficácia das intervenções comportamentais que buscam aumentar a conformidade fiscal. Por meio de análise de conteúdo de artigos científicos da área, foram identificadas cinco categorias contextuais que influenciam os experimentos. Assim, a pesquisa provê entendimento sobre os aspectos contextuais e como estes influenciam no desenho das intervenções.
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Salvo, Caroline Guisantes De, Edwiges Ferreira de Matos Silvares et Plinio Marco de Toni. « Práticas educativas como forma de predição de problemas de comportamento e competência social ». Estudos de Psicologia (Campinas) 22, no 2 (juin 2005) : 187–95. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-166x2005000200008.

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O modelo de Estilo Parental de Gomide é composto por sete práticas educativas avaliadas através de um Inventário de Estilos Parentais: cinco relacionadas ao desenvolvimento de comportamentos anti-sociais (abuso físico, punição inconsistente, disciplina relaxada, monitoria negativa e negligência) e duas favoráveis ao desenvolvimento de comportamentos pró-sociais (monitoria positiva e comportamento moral). O Child Behavior Check List é composto de duas partes, sendo que a primeira se destina à avaliação de competência social e a segunda à de problemas de comportamento. O objetivo deste trabalho foi levantar quais práticas educativas poderiam ser preditoras de comportamentos listados pelo Child Behavior Check List. Participaram deste estudo trinta crianças, com idades entre onze e treze anos, da rede pública de ensino, e um de seus pais. Obteve-se por meio de regressão estatística que monitoria positiva e comportamento moral são variáveis preditoras de comportamentos pró-sociais, e sua falta aliada às práticas negativas são preditoras de distúrbios do comportamento.
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Rios, Karyne de Souza Augusto, et Fátima Elisabeth Denari. « Apoio comportamental positivo : estratégias educacionais aplicadas a comportamentos-problema de alunos ». Psicologia : Teoria e Pesquisa 27, no 2 (juin 2011) : 157–68. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-37722011000200008.

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Baseado no modelo de Apoio Comportamental Positivo o estudo objetivou identificar como 40 diretores de escolas de educação infantil descreviam o processo de elaboração, aplicação e avaliação de estratégias educativas para comportamentos-problema de alunos. Resultados do questionário apontaram que 77,5% dos diretores indicaram comportamentos-problema em seus alunos. As estratégias educativas mais utilizadas foram conversar com a criança (13,3%) e conversar com pais (13,3%). A ação mais utilizada para a avaliação foi a observação da criança (27,6%). De forma geral, verificou-se que as estratégias utilizadas foram realizadas informal e assistematicamente. Aponta-se a necessidade de pesquisas sobre a inclusão de crianças com comportamentos-problema e o desafio de repensar a formação dos educadores.
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