Littérature scientifique sur le sujet « Competizione aziendale »

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Articles de revues sur le sujet "Competizione aziendale"

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Fichter, Michael, Markus Helfen et Katharina Schiederig. « Si puň organizzare la solidarietŕ internazionale a livello aziendale ? La prospettiva degli International Framework Agreements (Ifa) ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 97–114. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123006.

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Résumé :
Organizzare la solidarietŕ a livello internazionale è il tallone d'Achille del sindacato, particolarmente nell'attuale contesto di competizione e produzione globale. In primo luogo, l'articolo mostrerŕ il dispiegarsi di relazioni di potere asimmetriche fra le parti sociali nelle aziende multinazionali e nelle loro reti produttive globali e in che modo gli International Framework Agreements (Ifas) - con i limiti di un approccio focalizzato sull'impresa - possano contribuire a rafforzare la posizione contrattuale del lavoro. I sindacati possono utilizzare questo strumento per creare nuovi spazi di organizzazione, ottenere riconoscimento e promuovere la contrattazione collettiva. Nella seconda parte, il focus si sposterŕ sulle federazioni sindacali globali (Guf) e sui diversi approcci da esse adottati con l'obiettivo di fare degli Ifa un mezzo per costruire forme di solidarietŕ internazionale. Evidenzieremo la loro importanza nel garantire alle federazioni sindacali globali ri-conoscimento come attori della contrattazione - sia rispetto agli affiliati sia nei confronti del management - e un'agenda contrattuale. L'articolo si concluderŕ con una valutazione di quanto è stato raggiunto attraverso questa strategia e delle sfide che ancora restano da affrontare.
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Di Nubila, Renato Domenico. « Il nuovo apprendistato : a lezione dalla crisi per un patto di reciprocitŕ sociale tra giovani e imprese. il valore dell'apprendere in situazione di lavoro. indicazioni, proposte e strumenti per l'intesa tra apprendista e tutor ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 27–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099003.

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Résumé :
La crisi presenta il suo doppio volto: di devastazione sociale ed economica, ma anche di nuove potenzialitŕ "emancipative". Da un'economia della competizione sfrenata si avverte il bisogno di un nuovo modello di sviluppo verso un'economia della collaborazione. L'apprendistato si pone in questa logica collaborativa, quasi un'"audace impresa" per un patto di reciprocitŕ sociale tra azienda e apprendista. Il tutto sulla scia dei nuovi passaggi imposti dalla societŕ della globalizzazione: dall'io-globale al cittadino- globale alle prese con momenti di delirio di onnipotenza e momenti di incertezza, debolezza e di solitudine; da una Gesellschaft globale, non piů rassicurante, superficialmente unificante, per volgersi alla ricerca di un "ritorno alla comunitŕ", come ad una Gemeinschaft, globalmente piů umana, garante di un reciproco riconoscimento. Č cosě anche nel passaggio dal Training al Learning, per "costruire insieme" un'esperienza di condivisione. Il valore dell'apprendimento "in situazione" propone forme nuove, tempi nuovi, modalitŕ diverse dall'aula tradizionale, stimolando esperienza, riflessivitŕ, situazionalitŕ e soggettivitŕ attiva. L'esperienza si arricchisce, in questo modo, di pratica riflessiva (Erfahrung) e la riflessione si esprime in modi diversi: in action (riflettendo sul momento), on action (dopo l'evento), for action (per un obiettivo o motivo particolare), with action (con consapevolezza per le future azioni). In questo modo si apprende con il lavoro e attraverso il lavoro, potendo passare dal lavoro studiato al lavoro praticato. Il tutto come frutto di un'intesa, di un'intelligente alleanza tra impresa e apprendista, sotto la guida del tutor nel suo ruolo di facilitatore, di allestitore, di coach, di valutatore, nell'uso saggio di alcuni strumenti e di coerenti comportamenti di promozione e di crescita per i due alleati: l'apprendista e l'impresa.
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Thèses sur le sujet "Competizione aziendale"

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CASTELLARI, ELENA. « Competizione tra Brand e Potere di Mercato nell'Industria del latte alimentare in Italia : Stima di Modelli a Scelta Disceta per Prodotti Differenziati ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/772.

Texte intégral
Résumé :
Dopo l’analisi delle modalità di misurazione del potere di mercato e della competizione tra brand nel contesto di un mercato caratterizzato dalla presenza di prodotti differenziati, viene presentata l’applicazione dei modelli a scelta discreta nel mercato del latte alimentare in Italia. Ho utilizzato dati scanner per analizzare i comportamenti nelle scelte di acquisto dei consumatori e le dinamiche competitive tra i due maggiori brand presenti nel mercato e le marche commerciali. Ho considerato il mercato del latte alimentare suddiviso in due sottocategorie, quella del latte a lunga conservazione (UHT) e quella del latte refrigerato. Ho quindi proceduto alla stima della domanda del latte alimentare utilizzando un nested logit model, appartenente alla categoria dei modelli a scelta discreta. Utilizzando i coefficienti stimati è possibile sia calcolare le elasticità di sostituzione tra i diversi brand e le elasticità dirette, nonché i margini di profitto dei brand presi in analisi considerando differenze nelle strategie di prezzo e nella struttura di mercato.
This work first gives an overview of the measurement of market power and brand competition in a differentiated products market, secondly applies discrete choice models to asses the Italian milk market. I use scanner data to estimate consumer purchasing decisions and competitive relationships between two major industry-level brands and (as a third category) supermarket private labels. I divide all milk sold in Italian market into two distinct classes of products: “UHT” and “Refrigerated” milk. I employ a well-known “discrete choice” nested-logit model to estimate consumer demand. Then, using the estimated coefficients, it is possible to calculate both consumer substitution patterns between products, and the profit-margins of the three major retail-level brands across the different sub-categories of milk under different pricing strategies and market structure.
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CASTELLARI, ELENA. « Competizione tra Brand e Potere di Mercato nell'Industria del latte alimentare in Italia : Stima di Modelli a Scelta Disceta per Prodotti Differenziati ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/772.

Texte intégral
Résumé :
Dopo l’analisi delle modalità di misurazione del potere di mercato e della competizione tra brand nel contesto di un mercato caratterizzato dalla presenza di prodotti differenziati, viene presentata l’applicazione dei modelli a scelta discreta nel mercato del latte alimentare in Italia. Ho utilizzato dati scanner per analizzare i comportamenti nelle scelte di acquisto dei consumatori e le dinamiche competitive tra i due maggiori brand presenti nel mercato e le marche commerciali. Ho considerato il mercato del latte alimentare suddiviso in due sottocategorie, quella del latte a lunga conservazione (UHT) e quella del latte refrigerato. Ho quindi proceduto alla stima della domanda del latte alimentare utilizzando un nested logit model, appartenente alla categoria dei modelli a scelta discreta. Utilizzando i coefficienti stimati è possibile sia calcolare le elasticità di sostituzione tra i diversi brand e le elasticità dirette, nonché i margini di profitto dei brand presi in analisi considerando differenze nelle strategie di prezzo e nella struttura di mercato.
This work first gives an overview of the measurement of market power and brand competition in a differentiated products market, secondly applies discrete choice models to asses the Italian milk market. I use scanner data to estimate consumer purchasing decisions and competitive relationships between two major industry-level brands and (as a third category) supermarket private labels. I divide all milk sold in Italian market into two distinct classes of products: “UHT” and “Refrigerated” milk. I employ a well-known “discrete choice” nested-logit model to estimate consumer demand. Then, using the estimated coefficients, it is possible to calculate both consumer substitution patterns between products, and the profit-margins of the three major retail-level brands across the different sub-categories of milk under different pricing strategies and market structure.
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Di, Renzo Maria Rosaria. « L'efficacia della formazione ICT-based nello sviluppo delle competenze manageriali : evidenze da un caso aziendale ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200792.

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BOCCALETTI, SIMONE. « ESSAYS ON CORPORATE FINANCE AND INDUSTRIAL ORGANIZATION ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53059.

Texte intégral
Résumé :
Il presente lavoro di tesi analizza da un punto di vista teorico i contratti di debito con collaterale e la scelta di specializzazione degli asset produttivi. Le imprese soggette a vincoli finanziari danno in pegno i loro asset come collaterale per migliorare l’accesso al credito. Tuttavia, i prenditori di fondi trovano spesso difficoltà nel finanziare progetti con asset eccessivamente specializzati perché il loro valore di liquidazione è basso (asset troppo specializzati hanno un valore di riutilizzo limitato) anche quando i progetti hanno un rendimento atteso elevato. In questo contesto, questa tesi vuole rispondere alle seguenti domande di ricerca: in quale modo la scelta di specializzare un asset produttivo influisce sui contratti finanziari? Quali sono gli effetti delle diverse scelte di specificità su quantità e condizioni del credito? E sulla competizione nel mercato del prodotto? La tesi tratta sia temi di finanza aziendale che temi di organizzazione industriale, e, utilizzando un nuovo approccio teorico, analizza congiuntamente il grado di specificità degli asset e il loro valore di liquidazione. La specializzazione degli asset aumenta il ritorno dei progetti ma diminuisce il valore di liquidazione degli asset stessi. Quando le imprese devono impegnare gli asset come collaterale, questo implica un aumento del costo del debito. Analizzando questo “specificity trade-off”, la tesi dimostra che: nel mercato secondario il valore di liquidazione di un asset dipende dal grado di specificità, dai costi di riutilizzo e dalla presenza di potenziali acquirenti; imprese che devono ricorrere a finanziamenti investono meno in specializzazione degli asset rispetto a imprese che riescono ad auto-finanziarsi; la struttura del mercato e il grado di specializzazione scelto sono influenzati dalle condizioni finanziarie; quando il grado di specificità degli asset produttivi influisce sul grado di differenziazione dei prodotti, il trade-off implica che le imprese che devono finanziarsi attraverso il mercato dei capitali investono meno in specializzazione e, di conseguenza, sono esposte ad un grado di concorrenza maggiore nel mercato del prodotto.
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms.
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BOCCALETTI, SIMONE. « ESSAYS ON CORPORATE FINANCE AND INDUSTRIAL ORGANIZATION ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53059.

Texte intégral
Résumé :
Il presente lavoro di tesi analizza da un punto di vista teorico i contratti di debito con collaterale e la scelta di specializzazione degli asset produttivi. Le imprese soggette a vincoli finanziari danno in pegno i loro asset come collaterale per migliorare l’accesso al credito. Tuttavia, i prenditori di fondi trovano spesso difficoltà nel finanziare progetti con asset eccessivamente specializzati perché il loro valore di liquidazione è basso (asset troppo specializzati hanno un valore di riutilizzo limitato) anche quando i progetti hanno un rendimento atteso elevato. In questo contesto, questa tesi vuole rispondere alle seguenti domande di ricerca: in quale modo la scelta di specializzare un asset produttivo influisce sui contratti finanziari? Quali sono gli effetti delle diverse scelte di specificità su quantità e condizioni del credito? E sulla competizione nel mercato del prodotto? La tesi tratta sia temi di finanza aziendale che temi di organizzazione industriale, e, utilizzando un nuovo approccio teorico, analizza congiuntamente il grado di specificità degli asset e il loro valore di liquidazione. La specializzazione degli asset aumenta il ritorno dei progetti ma diminuisce il valore di liquidazione degli asset stessi. Quando le imprese devono impegnare gli asset come collaterale, questo implica un aumento del costo del debito. Analizzando questo “specificity trade-off”, la tesi dimostra che: nel mercato secondario il valore di liquidazione di un asset dipende dal grado di specificità, dai costi di riutilizzo e dalla presenza di potenziali acquirenti; imprese che devono ricorrere a finanziamenti investono meno in specializzazione degli asset rispetto a imprese che riescono ad auto-finanziarsi; la struttura del mercato e il grado di specializzazione scelto sono influenzati dalle condizioni finanziarie; quando il grado di specificità degli asset produttivi influisce sul grado di differenziazione dei prodotti, il trade-off implica che le imprese che devono finanziarsi attraverso il mercato dei capitali investono meno in specializzazione e, di conseguenza, sono esposte ad un grado di concorrenza maggiore nel mercato del prodotto.
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms.
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BOCCALETTI, SIMONE. « Essays on Corporate Finance and Industrial Organization ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10281/220239.

Texte intégral
Résumé :
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms. The dissertation is organized as follows: in the first chapter I survey the literature on the link between product market competition, corporate finance and collateral debt contracts. In the second chapter I study the link between firms' choice of asset specificity and the secondary market for productive assets, taking the market structure as given. In the third chapter I study the link between collateral debt contract and product market competition when the initial investment in asset specificity affects the degree of product differentiation in the economy.
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Livres sur le sujet "Competizione aziendale"

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Mitroff, Ian I. I nuovi modi di pensare, organizzare e gestire gli affari : Le strategie individuali, aziendali e di settore per la competizione globale. Milano : Angeli, 1989.

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