Littérature scientifique sur le sujet « Competenze imprenditoriali »

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Articles de revues sur le sujet "Competenze imprenditoriali"

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Vinci, Viviana. « Le competenze imprenditoriali degli insegnanti : sfide per la formazione ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 398–425. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9496.

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Résumé :
L'imprenditorialità è una competenza chiave nell'ambito del quadro europeo considerata un potente volano della crescita economica, dell'innovazione e dell'emancipazione sociale. Il contributo presenta le risultanze di un'indagine esplorativa, condotta all'interno del Corso di sviluppo professionale DidaSco La progettazione europea nella scuola dell'autonomia (2019/2020). L'indagine, condotta attraverso la somministrazione di un questionario elaborato secondo l'European Entrepreneurship Competence Framework EntreComp (Bacigalupo et al., 2016), mira a comprendere le rappresentazioni degli insegnanti sulle competenze imprenditoriali del docente e sulle variabili che agevolano lo sviluppo dell'imprenditorialità a scuola, oltre che a individuare i bisogni di formazione percepiti dai docenti. I risultati mostrano l'importanza di costruire ecosistemi multidimensionali di apprendimento. Si avverte inoltre la necessità di valorizzare il ruolo del Dirigente scolastico nel supportare l'educazione imprenditoriale come processo di sviluppo dell'intero contesto scolastico.
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Furfari, Angela, et Valeria Caggiano. « INTRAPRENEURSHIP AND ORGANIZATIONS ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 4, no 1 (29 novembre 2016) : 503. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2014.n1.v4.637.

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Résumé :
Abstract.The subject of entrepreneurship is an area in constant evolution, is a valid form of combating the phenomenon of unemployment, representing a virtuous response against a labor market that requires high flexibility to all parties who work there. For Schwartz “value” is a concept that an individual has a trans-situational purpose, he argues that the values being desirable states transcend specific situations and depict regulatory models used to judge and choose between different ways of behaving, so act from the principles driving in people’s lives. The present study aims to investigate the presence of significant relationships between the variables related to entrepreneurial skills and values . The sample is represented by a group of 101 Italian workers including 85 men ( 84%) and 15 women (16 %), all day between the ages of 30 and 39 who work in the public transport company ATAC S.p.A. The focus of this study is represented by the subject and his being intra-company both within the working environment, with its action and its influence on the economy and the social reality in which it operates.Keywords: Intrapreneurship,organizations, valuesAbstract.Il tema dell’imprenditorialità è un’area in costante evoluzione, la quale viene coinvolta ed utilizzata sia dalla disciplina psicologica, economica,ma anche sociale per ovviare al fenomeno della disoccupazione. Un altro costrutto preso in considerazione è il ‘’valore’’il quale secondo Schwartz è un concetto che un individuo ha di uno scopo transituazionale, egli sostiene che i valori essendo stati desiderabili trascendono le specifiche situazioni e raffigurano modelli normativi impiegati per giudicare e scegliere tra diversi modi di comportarsi, e fungono, quindi, da principi guida nella vita delle persone. La presente ricerca si pone l’obiettivo di indagare la presenza di relazioni significative tra le variabili legate alle competenze imprenditoriali ed i valori, secondo la teoria di riferimento legata ai valori di Schwarz, S. H. e Bilsky, W. (1987). Partendo da quanto proposto da Lidaka (2012), ci si propone di individuare influenze significative da parte dei valori, sui tratti imprenditoriali considerati nella presente ricerca.Si vogliono pertanto esplorare i legami tra questi due aspetti fondamentali dell’essere umano: valori da una parte, tratti caratteriali e competenze imprenditoriali, dall’altra.Il campione è rappresentato da un gruppo di 101 soggetti, ai quali è stato misurato, attraverso la somministrazione del questionario, sia i valori che le competenze imprenditoriali che si inseriscono nella scelta lavorativa. I dati sono stati raccolti su un campione di 101 lavoratori italiani di cui 85 uomini (84%) e 15 donne (16%), tutti dì età compresa tra i 30 ed i 39 anni. Il focus di questo studio, dunque, è rappresentato dal soggetto e dal suo essere intraimprenditoriale all’interno del contesto lavorativo, dalla sua azione e dall’influenza sull’economia e sulla realtà sociale nella quale opera (Battistelli, Favretto, 2003).Keywords: Intrapreneurship- Entrepreneurship- Values- Locus of control- Self-efficacy-Engagment- Employ-ability- Proactive personality.
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Conti, Emanuela. « La creazione del valore per il consumatore culturale : il caso "Musei in Rete Valle del Metauro" ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (septembre 2010) : 71–108. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001004.

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Résumé :
L'obiettivo principale di questo lavoro č proporre un modello concettuale per analizzare e per sviluppare, in un'ottica di marketing, il processo di creazione del valore per il consumatore culturale. In particolare, il framework concettuale proposto suggerisce che i musei dovrebbero, cosě come le imprese, curare con attenzione le fasi di progettazione, creazione, comunicazione e consegna del valore per specifici target di utenti, coerentemente con il perseguimento della mission e nei limiti delle risorse a disposizione. Per validare tale modello teorico, applicabile alla piů vasta categoria delle organizzazioni artistiche e culturali (OAC) italiane, č stata condotta un'indagine qualitativa sui visitatori e sui gestori dei musei di una rete museale pesarese. La ricerca empirica ha evidenziato che esistono diversi segmenti di visitatori e situazioni piuttosto eterogenee in merito alla capacitŕ di creare valore per i propri visitatori, da musei che confermano le carenze nell'approccio al mercato registrate negli studi di carattere nazionale a realtŕ piů mature che dimostrano come un adeguato orientamento al marketing possa realmente aiutare a perseguire in modo piů efficace ed efficiente la propria mission. Le principali carenze riscontrate riguardano la non chiara definizione della missione e dei fini del museo, la scarsa conoscenza dei visitatori, la formulazione di una proposta di valore spesso indifferenziata e la scarsa mobilitazione di risorse esterne. Le politiche che le OAC dovrebbero adottare per superare tali debolezze ed accrescere il valore per il consumatore culturale sono incentrate sull'introduzione di competenze imprenditoriali, di marketing e talvolta manageriali nelle OAC, sull'utilizzo delle ICT in tutte le fasi del processo di creazione del valore e sulla capacitŕ di fare sistema con gli attori del territorio.
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Lanza, Andrea, et Mariacarmela Passarelli. « Il cambiamento tecnologico e le capacitŕ imprenditoriali : il caso del vetro acidato ». ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 3 (septembre 2009) : 63–95. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-003005.

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Résumé :
- The aim of the paper is to investigate how a given entrepreneurial firm can substitute the traditional innovation resources (R&D investment, patenting competences and specialized human capital) and what kind of different resources can be deployed in order to achieve a technology change. To point out the role of these particular resources we introduce the concept of dynamic entrepreneurial capabilities, and distinguish it from substantive entrepreneurial capabilities, two concepts which shall underpin our findings. We chose as research setting the Italian glass industry since it has always had a prominent role in defining new technological dominant design for the whole worldwide glass industry. This paper presents a longitudinal study carried out in the Italian etched glass industry. We observed a small Italian firm, Vetromed, for a 7-year period after its decision to implement technology change. Our findings suggest that Vetromed innovated its technology by developing and integrating three dynamic entrepreneurial capabilities, defined as higher order abilities, namely: distributed entrepreneurial insights; entrepreneurial heuristics; entrepreneurial flexibility. Keywords: dynamic entrepreneurial capabilities, substantive capabilities, technology change Parole chiave: capacitŕ dinamiche imprenditoriali, capacitŕ imprenditoriali parziali, cambiamento tecnologico Jel Classification: O30 - O32 - O55
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Tonizzi, Elisabetta M. « Una discussione su un libro controverso : Rockefeller d'Italia di Paride Rugafiori. Gerolamo Gaslini. Affari, politica e filantropia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 314–19. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259007.

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Résumé :
L'industriale Gerolamo Gaslini (1877-1964), attivo nel campo degli oli vegetali e dell'industria alimentare, ebbe grande successo e solida reputazione imprenditoriale. Nel 1938 costruě a Genova l'Istituto Giannina Gaslini, ospedale pediatrico rinomato a livello internazionale, intitolato alla figlia minore morta prematuramente. Per finanziarlo e gestirlo, nel 1950 donň tutto il suo ingente patrimonio alla Fondazione Gerolamo Gaslini. Quest'ultima ha promosso la ricerca sul suo benefattore, conclusa nel 2006. Senza spiegazioni, la fondazione ha poi rifiutato di pubblicarla. Con tre anni di ritardo, l'autore, Paride Rugafiori, ha deciso, per difendere l'autonomia della ricerca scientifica, di pubblicare il libro, basato su una corposa mole di fonti primarie. Questa documentazione ha permesso di quantificare esattamente l'entitŕ dell'evasione fiscale delle imprese di Gaslini. Al dibattito partecipano tre discussant: due storici, M. Elisabetta Tonizzi e Fabio Levi, e un filosofo, Luca Bagetto, che propongono chiavi di lettura diversificate in base alle loro competenze. Nella sua risposta l'autore, oltre a commentare con precisione i loro rilievi critici, sottolinea l'impianto multidisciplinare del volume.
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Patera, Salvatore, et Ezio Del Gottardo. « MINDSET : progetto di ricerca intervento per lo sviluppo della competenza "senso di iniziativa e imprenditorialità" nel territorio della Provincia di Taranto ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (septembre 2018) : 179–97. http://dx.doi.org/10.3280/erp2018-001011.

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Lenzi, Camilla, et Maria Luisa Mancusi. « Imprenditorialitŕ e nascita di nuove imprese innovative in Europa : un'analisi delle determinanti in alcuni settori ad alta tecnologia ». ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 1 (avril 2009) : 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/poli2009-001006.

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Résumé :
- This paper evaluates the importance of some key elements in the process leading to the birth and start-up of a new firm. We focus on a sample of recently founded and innovative European firms in technological fields characterised by strong innovative and competitive dynamics in the last 15 years. Emphasis is placed both on the role of the founder and on the assets exploited and developed in the new ventures early stages. The analysis of the questionnaire confirms the importance of the intellectual capital of the founder and of the scientific and technological knowledge acquired during advanced studies or previous work experiences. It further confirms the importance of the human and financial capital (particularly, access to external funds) necessary to the start of entrepreneurial activity, of intellectual property rights and of the network of relationships with actors having complementary knowledge and assets (other firms, universities and public research centres, parent organisation). The analysis finally highlights interesting differences both at the geographical and sectoral level. Differences across geographical regions include the degree of development of financial markets and the opportunities to access external financial resources, but also and mostly the functions performed and the effectiveness of the university system. On the other side, differences across sectors include the assets exploited in founding the new venture and the key competences that allow it to survive and eventually grow. Keywords: entrepreneurship, spin-off, patent Parole chiave: imprenditorialitŕ, spin-off, brevetto Jel Classification: L10, M13, O30
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Thèses sur le sujet "Competenze imprenditoriali"

1

Fracaro, Alessandro <1990&gt. « Competenze imprenditoriali per l’innovazione : un’analisi empirica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7080.

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Résumé :
Le competenze trasversali (come ad esempio l'orientamento al risultato, il lavoro in team e l'autocontrollo) sono elementi fondamentali per ottenere performance superiori alla media, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Il progetto prevede di indagare il ruolo e la natura delle competenze trasversali nel promuovere processi di innovazione aziendale. A supporto dei dati empirici raccolti attraverso la somministrazione di interviste, verrà proposta un'analisi comparata delle aziende e delle caratteristiche dei singoli imprenditori.
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Moretto, Luana <1990&gt. « Competenze imprenditoriali e performance d'impresa : un'analisi empirica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5270.

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Résumé :
Le competenze sono state oggetto di studio degli ultimi decenni e hanno assunto un’importanza sempre più riconosciuta per ottenere un’elevata performance lavorativa. Gli studi più recenti hanno poi cercato di capire quali sono quelle particolari competenze che contraddistinguono gli imprenditori dal resto della popolazione e in particolare gli imprenditori di successo dall'insieme di tutti gli imprenditori. In questo studio, si sono analizzate quelle competenze che sono considerate alla base del ruolo imprenditoriale, che negli ultimi anni sono state oggetto di numerosi studi, e si è cercato di capire qual è la relazione che intercorre tra queste competenze e la performance delle PMI nel territorio veneto per identificare quelle competenze che tra tutte impattano maggiormente sul successo imprenditoriale e dell'impresa.
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GADIOLI, DE OLIVEIRA Joci Lene. « FORMAZIONE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE IMPRENDITORIALI NEI GIOVANI : UN CONFRONTO TRA STUDENTI UNIVERSITARI ITALIANI E BRASILIANI ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389081.

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Résumé :
This research work has originated from the observation that the importance given, in recent times, in Italy and Brazil to the promotion of the "entrepreneurial culture" among college students, has become a crucial point to provide the new generations with the necessary tools to face with increased awareness their future educational and professional choices. This importance is also explained, in both countries, mainly because of the existing economic and financial crisis that, in large part, hit the working world, determining, in addition to increasing rates of youth unemployment, a thorough revision of the very concept of "employment", with a more and more important trend towards the so-called "self-employment". In this perspective, therefore, it is essential to clarify what should be understood by the term "entrepreneurship", underlining - through a critical analysis of the current legislation, of the literature on the subject, of the projects and practices - the implications on the training plan: in particular it is the concept of "competence" in its many forms, to allow a theoretical reflection about "entrepreneurship education". The debate, in this regard, is problematic, because it points out the oscillation between two requests where conciliation is anything but straightforward: on the one hand, strong demands for professionalization immediately spendable in the labour market and, therefore, often corresponding to utilitarian training and, on the other hand, although less strong in terms of policy, requests for "humanization" of the training, that is turned to the education of the whole person so that he can be a leader aware of the change and not only better provided to conform to the pressures of the contingencies. The comparison, on these issues, between Italy and Brazil was conducted both on a strictly theoretical level, through the recognition of the legislation, literature and documentation about practices, and on an experimental one, collecting and processing information about the perception and personal experiences of university students of both countries. To this end, a questionnaire was prepared and administered to two representative samples of italian and brazilian university students, together with a qualitative interview aimed to ten selected witnesses working at the promotion of education for entrepreneurship among young people. The results of the research, in terms of interpretation, has allowed to point out the differences and similarities of the approaches to the entrepreneurial world between the two sampled realities, as well as allowed to highlight motivations, goals, methods, strategies and tools for entrepreneurship education. The work is completed with the pointing out at the strengths and weaknesses of the two approaches - that, in Italy as well as in Brazil, are still under development and experimentation - and with the formulation of some proposals relative to the meaning of education as part of a lifelong learning of the individual and social person.
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Fava, Alex <1989&gt. « Managerialità vs imprenditorialità : un'analisi statistica delle competenze trasversali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5032.

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Résumé :
Il quoziente intellettivo non è in grado di descrivere pienamente il successo professionale e sociale degli individui, numerose ricerche effettuate nel corso degli anni hanno dimostrato che è l’intelligenza emotiva ad identificare gli individui con prestazioni superiori. Gli individui eccellenti possiedono delle competenze trasversali che conducono a prestazioni lavorative e professionali superiori. Considerata l’importanza dell’intelligenza emotiva nel mondo del lavoro, è importante fornire agli studenti universitari la possibilità di esplorare le proprie competenze emotive e comprendere come le loro emozioni influenzino il loro apprendimento e le loro prestazioni. Ca’ Foscari è stata la prima università italiana a creare un Centro di Ateneo, Ca’ Foscari Competency Centre (CFCC), dedicato allo sviluppo delle competenze trasversali con percorsi di formazione specifica. In tutte le attività avviate dal Centro il modello teorico utilizzato è quello dell’apprendimento autodiretto sviluppato da Richard Boyatzis nella sua ”Teoria del cambiamento intenzionale” che comporta cinque scoperte, ognuna delle quali evidenzia una discontinuità. Lo scopo dell’analisi consiste nell’indagare se esiste una differenza tra i profili di competenze di due gruppi di individui che esprimono diversi obiettivi professionali, manageriali o imprenditoriali. Il primo gruppo è rappresentato dai partecipanti al ciclo di laboratori di orientamento professionale “Pianeta Lavoro” che ha l’obiettivo di fornire degli strumenti indispensabili per entrare nel mondo del lavoro. Il secondo gruppo di studenti è composto dai partecipanti al seminario di orientamento “Mettersi in Proprio” rivolto agli aspiranti imprenditori che sono intenzionati ad avviare un’attività di impresa. I risultati ottenuti hanno permesso di giungere a delle interessanti conclusioni che evidenziano la differenza di sviluppo di determinate competenze da parte degli aspiranti imprenditori rispetto ai futuri manager.
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Vancini, Ilaria <1989&gt. « SVILUPPO DELL'INTENTO IMPRENDITORIALE DELLE DONNE : ANALISI EMPIRICA DELLE COMPETENZE TRASVERSALI ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5268.

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Résumé :
L’intento imprenditoriale, l’identità di leadership e l’identità imprenditoriale sono tutti elementi importanti che meritano un attento approfondimento soprattutto per quanto riguarda la formazione imprenditoriale. Alla luce del fatto che le imprenditrici si differenziano dagli imprenditori e che l'intento imprenditoriale si sviluppa in età precoce, è stata condotta un'analisi su un campione di 209 studenti (33 maschi e 176 femmine) con l'obiettivo di cogliere differenze di competenza tra i gruppi esaminati
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Sinkovic, Eva <1976&gt. « Competenza e capabilities per l'inclusività dei migranti adulti : spirito di iniziativa e imprenditorialità dei migranti ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4606.

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Résumé :
Partendo da un assunto che la mobilità sia un fattore positivo dello sviluppo umano e che i flussi migratori mutano costantemente le società contemporanee e gli scenari internazionali, la tesi esplora i collegamenti tra mobilità e la competenza chiave “sprito di iniziativa e imprenditorialità” dei migranti e tra imprenditorialità e inclusione attraverso l’approccio delle capacitazioni (capabilities) e i nuovi paradigmi del welfare.
Starting from the assumption that mobility means a positive factor of human development and taking into account that migration flows keep changing scenarios at international level, this thesis explores links between mobility and key competence “sense of initiative and entrepreneurship” of migrants and links between entrepreneurship and inclusion through the Capabilties approaches within latest walfare paradigms.
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Khemiri, Amany. « The impact of entrepreneurial competencies on the entrepreneurial intention ; moderating role of cognitive adaptability ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1201634.

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Résumé :
La presente tesi ha per oggetto di esplorare l’impatto delle competenze imprenditoriali sulle intenzioni imprenditoriali, integrando il ruolo moderatore dell’adattabilità cognitiva. 314 rispote sono state raccolte e esaminati da studenti Tunisini del terzo anno, specializzati in economia e gestione aziendale. I risultati dimostrano che l’intenzione imprenditoriale degli studenti Tunisie è condizionata dalle loro percezioni del rischio e della loro formazione e skills. Inoltre, l’adattabilità cognitiva è risultata essere un moderatore pure in quanto essa rafforza la relazione positiva tra le competenze imprenditoriali e l’intenzione imprenditoriale. Le implicazioni dei risultati hanno fornito tre orientamenti principali da prendere in considerazione nella progettazione di un programma di formazione all’imprenditorialità. -- The present dissertation aims to explore the impact of entrepreneurial competencies on entrepreneurial intentions, integrating the moderating role of cognitive adaptability. 314 responses were collected and examined from Tunisian business students in their third year of University studies. The results showed that the entrepreneurial intention of Tunisian students is conditioned by their perception of risk and their training and skills. Moreover, cognitive adaptability was found to be a pure moderator as it strengthens the positive relationship between entrepreneurial competencies and entrepreneurial intention. The implications of the latter results provided three principal guidelines to take into account when designing an entrepreneurship education program in the Tunisian context.
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Livres sur le sujet "Competenze imprenditoriali"

1

Leonardi, Andrea. Collaborare per competere : Il percorso imprenditoriale delle Cantine Mezzacorona. Bologna : Il mulino, 2005.

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2

Beggiolini, Alberto. Una speranza chiamata impresa : Più uniti per competere : l'avventura imprenditoriale e associativa di Maria Cristina Piovesana. Venezia : Marsilio, 2020.

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