Articles de revues sur le sujet « Competenza internazionale »

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Meneghini, Anna Maria. « Promuovere competenza interculturale attraverso il Servizio Volontario Internazionale ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (janvier 2015) : 97–107. http://dx.doi.org/10.3280/psc2014-002008.

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Onger, Sergio. « Stupore e competenza : operai bresciani all'Esposizione Internazionale di Torino del 1911 ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (octobre 2018) : 204–16. http://dx.doi.org/10.3280/sil2017-001013.

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3

De Leo, Daniela, et Marco Chitti. « Contesti di cooperazione internazionale e circolazione delle idee nelle pratiche di pianificazione urbana tra profili professionali e possibili apprendimenti ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 131 (août 2021) : 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131003.

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Résumé :
Il saggio osserva la circolazione delle conoscenze nello specifico ambito delle pratiche di pianificazione urbana e territoriale. La questione posta e se sia possibile contribuire alla costruzione di una competenza urbanistica nei luoghi d'intervento capace di affrontare le questioni urbane specifiche del Sud del mondo, senza generare le cattive pratiche della cooperazione internazionale, troppo spesso sedotta da soluzioni chiavi in mano e fortemente condizionata dall'industria degli aiuti.
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4

Adornato, Francesco. « Intervento pubblico, distretti Ogm free e accordi negoziali ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (décembre 2010) : 19–32. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001002.

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Résumé :
La globalizzazione dei mercati ha dato luogo a rilevanti effetti istituzionali a partire dalla perdita di sovranitĂ da parte degli Stati nazionali per via dell'asimmetria tra la forma degli Stati tradizionali e la dimensione internazionale dei mercati. Al contempo, per quanto riguarda la specifica situazione italiana, sono intervenute, quasi contemporaneamente, a livello comunitario, la riforma della Pac ed, a livello interno, la riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione, che assegna la competenza in materia agricola alle Regioni. Di qui la necessitĂ di rimodulare l'intervento pubblico in agricoltura attraverso l'impiego di modelli negoziali, i quali consentano di superare le difficoltĂ applicative di norme non diffusamente condivise e di plurima competenza, come quelle sugli Ogm.
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Bottasso, Anna, et Maurizio Conti. « Economie di integrazione verticale ed economie di scopo nel settore idrico e fognario : alcune considerazioni alla luce dell'evidenza empirica internazionale ». ECONOMIA PUBBLICA, no 3 (novembre 2021) : 89–128. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003005.

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Résumé :
In questo lavoro vengono affrontati due temi molto rilevanti nel dibattito eco-nomico relativo alla configurazione ottimale dei settori idrico e fognario. In par-ticolare, viene discussa la letteratura empirica internazionale che ha analizzato l'esistenza di possibili economie di scopo derivanti dalla gestione congiunta del servizio idrico al dettaglio e all'ingrosso. A questo proposito, la maggioranza degli studi esaminati tende a identificare l'esistenza di non trascurabili economie di integrazione verticale, soprattutto nel caso di operatori di medie e piccole dimen-sioni. Inoltre, viene passata in rassegna l'evidenza empirica relativa alla presenza di economie di scopo tra il servizio di depurazione e smaltimento delle acque reflue e le parti rimanenti della filiera del Servizio Idrico Integrato. Da questi lavori sembra di poter concludere che esistano di economie di scopo tra (alcune delle) componenti della filiera idrica e fognaria per imprese di dimensioni medio-piccole. In particolare, tali economie sarebbero presenti nei segmenti dove è più semplice condividere taluni fattori produttivi, oltre alla competenza tecnico-manageriale, quali il segmento relativo alla potabilizzazione dell'acqua e quello del trattamento e smaltimento dei reflui. Il lavoro discute infine l'applicabilità di tali risultati al caso italiano
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Acierno, Maria. « Cosa cambia nei procedimenti riguardanti gli stranieri dopo l'entrata in vigore del d.lgs. N. 150 del 2011 ? » DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (mars 2012) : 27–57. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-004003.

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Résumé :
1. Il nuovo procedimento sommario nel d.lgs. N. 150 del 20111.1. Le differenze rispetto al modello codicistico - a) l'art. 3 del d.lgs. N. 150 del 2011 - b) il mutamento del rito (art. 4)2. La sospensione dell'efficacia esecutiva del provvedimento impugnato (art. 5)2.1. L'ambito di applicazione della norma2.2. Il provvedimento di espulsione amministrativa2.3. I procedimenti assoggettati alla competenza del tribunale in composizione monocratica (artt. 16 e 20 d.lgs. N. 150 del 2011)2.4. La tutela antidiscriminatoria (art. 28 d.lgs. N. 150 del 2010)3. Il censimento dei procedimenti previsti nel d.lgs. N. 150 del 2011 riguardanti gli stranieri3.1. Art. 16 d.lgs. N. 150 del 2011. Il diritto di soggiorno dei cittadini europei e dei loro familiari3.2. Art. 17 d.lgs. N. 150 del 2011. Le controversie in materia di allontanamento dei cittadini degli altri Stati membri dell'Unione europea e dei loro familiari3.3. L'espulsione amministrativa di cittadini stranieri extraeuropei (art. 18)3.4. Le misure di protezione internazionale (art. 19)3.5. I provvedimenti in materia di unitŕ familiare (art. 20)3.6. L'azione antidiscriminazione. Cenni3.7. I procedimenti richiamati nell'art. 34 del d.lgs. N. 150 del 2011: la convalida dell'accompagnamento coattivo e del trattenimento del cittadino straniero extraeuropeo4. I procedimenti esclusi4.1. Il procedimento ex art. 31, co. 3, d.lgs. N. 286 del 19984.2. L'apolidia4.3. La convalida del provvedimento di esecuzione dell'allontanamento immediato del cittadino UE
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Franzina, Pietro. « La disciplina internazionalprivatistica italiana della protezione degli adulti alla luce di una recente pronuncia = A recent decision involving the Italian rules of private international law on the protection of adults ». CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no 1 (5 mars 2020) : 219. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5186.

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Résumé :
Riassunto: Una recente pronuncia del Tribunale di Belluno offre l’occasione per discutere le difficoltà che circondano l’applicazione delle norme italiane di diritto internazionale privato relative alla protezione delle persone maggiorenni che, a causa di un un’infermità o di menomazioni psichiche o fisiche, non sono in grado di provvedere ai propri interessi. Investito di un’istanza per la nomina di un amministratore di sostegno, il Tribunale ha affermato la sussistenza della giurisdizione italiana in ragione del fatto che la beneficiaria della misura di protezione –una cittadina macedone– aveva la propria residenza in Italia; circostanza rilevante, si legge nel provvedimento, tanto ai sensi dell’art. 3 quanto ai sensi dell’art. 9 della legge italiana di diritto internazionale privato (legge n. 218/1995), le norme generali riguardanti, rispettivamente, la giurisdizione contenziosa e quella volontaria. Quanto alla legge applicabile, il Tribunale ha innanzitutto rilevato che l’art. 43 della legge italiana di diritto internazio-nale privato richiama la legge nazionale della persona di cui trattasi, cioè, nella specie, la legge macedone. Si è dunque preoccupato di accertare se le norme macedoni sui conflitti di leggi richiamassero una legge diversa, ed è giunto alla conclusione che queste rinviassero nel caso di specie alla legge italiana. Anche il diritto internazionale privato macedone assoggetta in via ordinaria la protezione degli adulti alla legge del paese di cittadinanza dell’interessato, ma esiste nel sistema macedone una clausola di eccezione di carattere generale che, in un caso come quello considerato, interamente collegato con l’Italia (a parte la cittadinanza della beneficiaria) corregge il richiamo predetto e riconduce la fattispecie sotto il diritto italiano. Da qui, in forza dell’art. 13 della legge italiana di diritto internazionale privato, in tema di rinvio, l’applicabilità del diritto italiano. L’articolata argomentazione che sorregge la pronuncia, in sé convincente, mette in luce le ragioni per le quali l’assetto normativo attuale appare inadeguato a soddisfare gli interessi che oggi dominano la materia, quali risultano in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 sui diritti delle persone con disabilità. La ratifica italiana della Convenzione dell’Aja del 2000 sulla protezione internazionale degli adulti comporterebbe, si sostiene nell’articolo, vantaggi significativi. Parole chiave: disabilità; capacità; supporto nella assunzione di decisioni; competenza giurisdizionale; procedimenti contenziosi e volontari; legge applicabile; rinvio; clausola di eccezione. Abstract: A recent decision by the Tribunal of Belluno provides the opportunity to discuss the difficulties that surround the application of the Italian rules of private international law concerning the protection of adults who, by reason of an impairment or insufficiency of their personal faculties, are not in a position to protect their interests. Seised of a request for the appointment of an “amministratore di sostegno” (a person charged with assisting the adult concerned in the taking of particular decisions), the Tribunal found it had jurisdiction on the ground that the person for whom the protection was sought – a national of Macedonia – resided in Italy. As noted by the Tribunal, this provided a sufficient basis for jurisdiction under both Article 3 and Article 9 of the Italian Statute on Private International (Law No 218 of 1995), concerning jurisdiction over contentious and non-contentious proceedings, respectively. As regards the applicable law, the Tribunal observed at the outset that, pursuant to Article 43 of the Italian Statute, the protection of adults is governed by the law of the State of nationality of the adult concerned, that is, in the circumstances, the law of Macedonia. The Tribunal went on to assess whether the conflictof-laws rules in force in Macedonia refer, in turn, to the law of the different country, and found that they refer the matter back to Italian law. Like the Italian Statute, the Macedonian Statute of Private International Law provides that the protection of adults be governed by the law of nationality of the adult in question. However, the Macedo-nian Statute includes a general exception clause pursuant to which, in the Tribunal’s view, the case must rather be considered to be governed by Italian law, given that the case is con-nected with Italy in all respects, apart from the nationality of the person concerned. Hence, according to Article 13 of the Italian Statute, on renvoi, the application of Italian law. The Tribunal’s complex reasoning, while persuasive in itself, illustrates the reasons why the cur-rent legal landscape hardly suits the interests underlying this area of law, in particular as they result from the United Nations Convention on the rights of persons with disabilities of 2006. The paper argues that the picture would significantly improve if Italy ratified the Hague Convention of 2000 on the international protection of adults. Keywords: disability; capacity; assisted decision-making; jurisdiction; contentious and non-contentious proceedings; applicable law; renvoi; exception clause.
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Ribeiro, Luiz Gustavo Gonçalves, et Romeu Thomé. « LA PROTEZIONE PENALE DELL’AMBIENTE COME DIRITTO UMANO COSTITUZIONALE ». Veredas do Direito : Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 14, no 28 (7 juin 2017) : 33–71. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v14i28.1014.

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Résumé :
L’ambiente, oggi consacrato dottrinalmente come diritto umano di terza generazione e contemplato con disposizioni costituzionali che lo innalzano alla condizione di diritto fondamentale nell’ambito di diversi Paesi, è bene giuridico atto a essere effettivamente tutelato dal diritto penale che, tuttavia, richiede modificazioni nella sua dogmatica individualista secolare per la difesa di un diritto che è, allo stesso tempo, individuale e diffuso. Il testo contempla, sotto il ragionamento logico-deduttivo e con ricerca bibliografica, la garanzia dell’ambiente dal diritto penale e presenta proposte per la migliore tutela ambientale, esse corrispondendo, oltre alla predisposizione di norme penali più adeguate, alla creazione di un Tribunale Internazionale competente per le richieste penali legate all’ambiente e all’ammissione della responsabilità penale delle persone giuridiche. Si riconosce, nell’ambiente, una reale garanzia di tipo costituzionale, non soltanto diffusa, ma anche individuale, giacché direttamente legata alla qualità di vita dei singoli esseri e che ha avviato, negli ultimi decenni, la consacrazione di documenti internazionali e costituzionali di effettiva tutela.
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Rocco, Antonietta. « L'Internazionalizzazione delle Universit& ; ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2022) : 109–23. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15084.

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Résumé :
Oggi le Università sono chiamate a provvedere ad una rapida innovazione delle proprie competenze al fine di sostenere la competitività internazionale in una società sempre più globalizzata dai punti di vista economico, sociale, politico, culturale, scientifico e tecnologico. L'internazionalizzazione delle imprese, l'apertura delle frontiere, le nuove tecnologie hanno indotto gli Atenei ad adottare politiche di internazionalizzazione che promuovono la mobilità di studenti, docenti e personale amministrativo, l'uso veicolare delle lingue straniere e in particolare dell'inglese, la crescita di programmi internazionali di scambio, di studio e di ricerca, l'introduzione di titoli doppi, multipli e congiunti. Ci si chiede se l'internazionalizzazione sia sempre e comunque un elemento qualificante o possa assumere anche connotati negativi e risvolti inattesi. Si assiste ad un ripensamento della missione delle Università, come centri propulsori di progresso, sviluppo ed evoluzione. L'internazionalizzazione per un Ateneo non significa dimenticare o svalutare la propria storia e la propria tradizione, ma al contrario, va interpretata come una sfida per progettare nuove dinamiche di crescita e strategie di valorizzazione e per riqualificarsi come Università inclusiva e universalistica.
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Pegoraro, Marisa. « Puntura a Occhiello : cosa c'è di nuovo ? » Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 2 (28 mai 2013) : 92–93. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1015.

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Résumé :
La divulgazione della Puntura ad Occhiello - o Buttonhole (BH) - in Italia iniziò nel 2005 sostenuta da dati provenienti da alcuni centri esteri, confluenti nel circuito dell'EDTNA/ERCA. La corretta applicazione del BH esalta la necessità di figure di competenza clinica avanzata nel gruppo infermieristico come la figura dell'Infermiera degli Accessi Vascolari con competenze di formazione, monitoraggio e aggiornamento dei protocolli clinici. I dati internazionali mostrano una correlazione tra l'aderenza ai protocolli clinici, la competenza nella pratica professionale ed i risultati della puntura ad occhiello. Le vie brevi e veloci nell'applicazione del BH possono indurre ad avversi esiti clinici, i peggiori delle quali sono le infezioni dell'accesso. La motivazione professionale e la corretta formazione del gruppo infermieristico giocano ruoli chiave nell'attivazione di programmi di miglioramento qualitativo. Proporre e sostenere nuove pratiche cliniche e modelli organizzativi è parte del mandato di ogni organizzazione professionale.
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De Girolamo, Francesca, et Lucia Piscitello. « Il successo internazionale delle PMI italiane : quali competenze distintive ? » ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no 3 (septembre 2010) : 189–200. http://dx.doi.org/10.3280/poli2010-003009.

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Piazza, Roberta, et Simona Rizzari. « Ripensare il nesso tra apprendimento all'università e apprendimento al lavoro per favorire l'occupazione giovanile. Una ricerca sulla formazione di mentori competenti nei percorsi di apprendistato ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 296–323. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9480.

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Résumé :
Nel mondo digitale contemporaneo lo skills mismatch e la mancanza di opportunità di lavoro per i giovani rappresentano sfide non agevoli da affrontare. Per far fronte a tali difficoltà si ritiene che l'apprendistato possa giocare un ruolo chiave, in grado di consentire ai giovani di acquisire le competenze necessarie a facilitare la loro transizione dall'educazione al lavoro. La pedagogia è pertanto chiamata a riflettere sulla possibilità di pensare a modelli di apprendimento integrati, in grado di stabilire connessioni tra istruzione/formazione e lavoro con modalità nuove. Tra i criteri per apprendistati efficaci e di qualità appare centrale il supporto pedagogico, offerto da personale interno alle imprese, con l'incarico di collaborare strettamente con le istituzioni formali. Sebbene l'importanza del mentoring nell'apprendistato sia ampiamente riconosciuta, la ricerca non ha sempre prestato adeguata attenzione alle competenze educative che i mentori dovrebbero possedere per preparare gli studenti quali learning agent. Lo studio qui presentato intende fornire un contributo di ricerca, definendo un modello di formazione per mentori. Il saggio - che descrive il progetto di ricerca internazionale ApprEnt - presenta il prototipo elaborato per la formazione di mentori competenti.
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De Maria, Francesco. « L'Operatore dello Sviluppo Umano nella cooperazione internazionale : dimensione formativa, ruolo professionale e competenze educative ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 129–55. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112009.

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Résumé :
Il lavoro sviluppa una riflessione sul ruolo dei professionisti dell'educazione nella cooperazione internazionale, tentando di coniugare l'area dello Sviluppo Umano con quella della Formazione. Ci si muove su un terreno impervio dove in entrambi i casi la regolamentazione normativa, gli sbocchi occupazionali della formazione universitaria, il mercato del lavoro e le figure professionali presentano alcune criticità. Il campo della solidarietà internazionale esprime un bisogno di professionalizzazione delle proprie risorse umane; la dimensione formativa emerge come una categoria implicita e trasversale alle azioni di sviluppo che non può essere oggetto di interesse esclusivo di progetti realizzati in ambito educativo. Il contri-buto coglie queste sfide e, muovendosi da un'area disciplinare all'altra, cerca di definire i processi lavorativi, le aree di attività e le competenze educative dell'Operatore dello Sviluppo Umano, dunque del Professionista dell'Educazione che ricopre questo ruolo.
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Polenta, Stefano. « Quale learning per il XXI secolo ? » EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 458–83. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9654.

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Il tema dell'apprendimento è ormai al centro dei sistemi educativi. L'interesse per "come" la mente apprende ha sopravanzato il "cosa" apprende. Di qui l'enfasi sulle "competenze" che dovrebbero mettere in condizione il soggetto non solo di contribuire alla coesione sociale e alla propria crescita personale ma anche, come viene ribadito in molti documenti di importanti organizzazioni e decisori internazionali, allo sviluppo economico e alla crescita dell'occupazione nell'ambito di una learning economy. L'interesse che proviene da questi ambienti per una "nuova pedagogia" che fornisca "competenze2 utili alla crescente competizione nell'ambito del capitalismo cognitivo rischia, tuttavia, di enfatizzare solo la dimensione strumentale dell'apprendimento. In questo modo viene meno quella tensione fra soggettività e universalità che l'epoca della Bildung aveva impresso nel concetto di educazione e della quale oggi si sente un rinnovato bisogno. Il contributo intende affrontare queste tematiche proponendo tre "vertici" (creativo, estetico e etico) che intendono fornire un contributo per arricchire il concetto di apprendimento tenendo sullo sfondo proprio quello di universalità.
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Korolija, Aleksa, et Cristina Pallini. « Skopje 1963. Il progetto di ricostruzione tra i "giganti" e le reti ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 60–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1005.

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Il saggio esplora la ricostruzione di Skopje dopo il terremoto del 1963 che innesco la mobilitazione di aiuti e competenze internazionali. Non si trattava solo di affrontare il tema del centro in relazione alla citta storica; entrarono in gioco fenomeni insediativi gia in atto, la gestione dell'emergenza, le politiche di pianificazione regionale, quindi il ruolo geografico della citta. Skopje costitui un banco di prova per la cultura architettonica e urbanistica del dopoguerra.
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Nirchi, Stefania. « The non-cognitive skills in international studies : features and critical aspects ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no 1 (4 février 2023) : 123–31. http://dx.doi.org/10.36253/form-13798.

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Over the years, different definitions have accompanied the evolution of the non-cognitive skills concept. In this essay, we will analyse, in particular, their social-emotional dimension, through the Survey on Social and Emotional Skills (OECD, 2017); the features and critical aspects that have characterized their development and, if is it possible to separate cognitive and non-cognitive skills. Le non-cognitive skills negli studi internazionali: peculiarità e aspetti critici. Nel corso degli anni, diverse definizioni hanno accompagnato l’evoluzione del concetto di competenze non cognitive. In questo saggio analizzeremo in particolare: la loro dimensione socio-emotiva, attraverso l’indagine Social and Emotional Skills (OCSE, 2017); le peculiarità e gli aspetti critici che ne hanno caratterizzato lo sviluppo e se è possibile separare le competenze cognitive da quelle non cognitive.
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Fantozzi, Donatella. « Insegnare e apprendere nella scuola secondaria : paradigmi teorici e declinazioni operative per una scuola inclusiva ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 164–77. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11861.

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La necessità di pensare ad un percorso formativo che permetta al futuro insegnante di sperimentare il proprio apprendimento teorico attraverso modalità operative quali il tirocinio, le attività laboratoriali, l'affiancamento di colleghi esperti durante il primo periodo di servizio, la formazione continua per tutto l'arco temporale dello svolgimento della professione, emerge a chiare note sia dalla ricerca scientifica che dai monitoraggi internazionali OCSE sullo status della scuola e sulle competenze dei docenti; emerge del resto anche dalle risposte dagli aspiranti insegnanti che esprimono, nelle risposte all'indagine presentata, l'esigenza di acquisire competenze specifiche circa la didattica inclusiva, la collegialità e l'interdisciplinarità, dispositivi ritenuti irrinunciabili per poter e saper declinare l'insegnamento in apprendimento. Il contributo presenta i risultati di un'indagine esplorativa svolta tra gli iscritti presso l'Università di Pisa, negli aa.aa. 2018/2019 e 2019/2020, al Percorso Formativo per l'acquisizione dei 24 Crediti Formativi Universitari necessari per accedere all'insegnamento, indagine volta a misurare la soddisfazione e i desiderata dei partecipanti.
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Giacomelli, Elena. « Ruoli, mansioni e competenze professionali all'interno del mondo dell'accoglienza : professionalità a confronto ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 113–31. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002009.

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La ricerca persegue l'obiettivo di formulare e rispondere ad alcune domande relative al ruolo e alle competenze professionali dell'operatore che lavora con richiedenti e titolari di protezione internazionale. L'interrogativo di fondo nasce sul campo grazie all'esperienza della ricercatrice come operatrice di accoglienza presso la Provincia Autonoma di Trento, che costituisce il caso empirico approfondito. L'osservazione partecipante ha fatto emergere la rilevanza che le scelte, i ruoli e i valori degli operatori assumono nell'influenzare il significato dell'accoglienza praticata e talora persino i percorsi d'integrazione dei soggetti beneficiari. Oltre all'osservazione, la ricerca si è avvalsa di interviste in profondità a 55 operatori. Focalizzandosi sulle figure professionali che più lavorano con il concetto di "vulnerabilità" - operatori di accoglienza, assistenti sociali e psicologi - l'analisi va ad individuare i punti di intersezione e contatto tra le varie professionalità, permettendo di rilevare le micro-tattiche che sono messe in atto nella quotidianità del lavoro, rispetto alla formalità delle procedure. Si vedrà come l'operatore di accoglienza si sia di fatto professionalizzato all'interno del sistema, luogo dove ha sviluppato le proprie competenze e costruito le proprie "grammatiche d'azione". Su un versante parallelo e a tratti convergente, assistenti sociali e psicologi sono invece professionalità che si sono formate "fuori" dal sistema-mondo dell'accoglienza ma, una volta arrivate "dentro", si sono trovate ad assumere ruoli e competenze professionali in parte nuovi, che possono talora far emergere contraddizioni e contrasti, ma anche innovative forme di integrazione con quelle degli operatori di accoglienza.
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Cristarella Oristano, Mariaida. « Cambiamenti climatici e diritto dell'Unione europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2022) : 35–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002002.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di esaminare le politiche ed il diritto dell'UE in materia di cambiamenti climatici, per comprendere il ruolo esercitato dall'Unione nella lotta a questo fenomeno e la relazione che intercorre tra le azioni di contrasto al medesimo, le disposizioni poste a tutela dei diritti fondamentali ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di cui all'Agenda 2030. A tal fine, l'analisi affronta la questione circa l'esistenza di una competenza interna ed esterna dell'UE in materia, e si concentra sul ruolo delle istituzioni europee nella definizione della politica climatica e della normativa di riferimento, con particolare riguardo al Green Deal europeo, nonché in tema di negoziati internazionali cui l'UE ha partecipato, ultimo tra tutti la Cop-26. Infine, alla luce della recente giurisprudenza della CGUE, particolare attenzione è rivolta agli aspetti problematici inerenti all'accesso alla giustizia climatica nell'UE
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Bartoli, Gabriella. « Psicologia, arte, attività espressive ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 203–15. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12607.

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Viene ricostruito il clima culturale che favorì un primo accostarsi della psicologia accademica bolognese al fenomeno artistico. Tra i fattori facilitanti: gli stretti rapporti fra i maestri tedeschi della Gestalt e gli artisti del Bauhaus nel periodo 1911-1933; nonché, nei primi anni Sessanta, entro la scuola di Renzo Canestrari, gli scambi tra i gestaltisti italiani e gli esponenti di avanguardie artistiche come "Arte Programmata" e "Nuova Tendenza". Ne scaturirono iniziative di ricerca messe in opera da un gruppo di allievi nelle Università di Bologna e, in seguito, di Roma Sapienza e Roma Tre. Furono inoltre introdotte nel corso di laurea DAMS di Bologna due nuove discipline ("Psicologia dell'arte" e "Psicologia della musica"), poi attivate in altri atenei. In parallelo vennero condotti numerosi studi teorici e sperimentali sui linguaggi artistici e i processi creativi, d'invenzione e fruizione; studi i cui risultati sono stati apprezzati sul piano internazionale per l'integrazione dei metodi e l'interdisciplinarità delle competenze.
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Tonizzi, Elisabetta M. « Una discussione su un libro controverso : Rockefeller d'Italia di Paride Rugafiori. Gerolamo Gaslini. Affari, politica e filantropia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 314–19. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259007.

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Résumé :
L'industriale Gerolamo Gaslini (1877-1964), attivo nel campo degli oli vegetali e dell'industria alimentare, ebbe grande successo e solida reputazione imprenditoriale. Nel 1938 costruě a Genova l'Istituto Giannina Gaslini, ospedale pediatrico rinomato a livello internazionale, intitolato alla figlia minore morta prematuramente. Per finanziarlo e gestirlo, nel 1950 donň tutto il suo ingente patrimonio alla Fondazione Gerolamo Gaslini. Quest'ultima ha promosso la ricerca sul suo benefattore, conclusa nel 2006. Senza spiegazioni, la fondazione ha poi rifiutato di pubblicarla. Con tre anni di ritardo, l'autore, Paride Rugafiori, ha deciso, per difendere l'autonomia della ricerca scientifica, di pubblicare il libro, basato su una corposa mole di fonti primarie. Questa documentazione ha permesso di quantificare esattamente l'entitŕ dell'evasione fiscale delle imprese di Gaslini. Al dibattito partecipano tre discussant: due storici, M. Elisabetta Tonizzi e Fabio Levi, e un filosofo, Luca Bagetto, che propongono chiavi di lettura diversificate in base alle loro competenze. Nella sua risposta l'autore, oltre a commentare con precisione i loro rilievi critici, sottolinea l'impianto multidisciplinare del volume.
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Arduino, Francesca Romana, Alessandro Zattoni et Saverio Bozzolan. « La diffusione dei modelli di leadership condivisa : un'analisi esplorativa sulle societ&agrave ; quotate i ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2022) : 105–19. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12542.

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Il presente lavoro si propone di analizzare il fenomeno della leadership condivisa nelle imprese quotate italiane. In particolare, analizza la diffusione della dual leadership, ovvero la presenza di due amministratori delegati (co-AD), in contrapposizione alla tradizionale leadership unitaria. Recenti studi indicano che il fenomeno della leadership condivisa è in crescita a livello internazionale. La letteratura sottolinea anche che la nomina di co-AD è una delle possibili risposte organizzative per gestire efficacemente la crescente complessità esterna. La nomina di co-AD consentirebbe, infatti, all'impresa di ampliare la gamma di competenze ed esperienze manageriali disponibili. In questo lavoro, analizziamo tale fenomeno con riferimento alle imprese quotate italiane nel periodo 2005-2014. I risultati dello studio confermano la diffusione crescente della leadership condivisa, soprattutto nelle imprese familiari. Essi forniscono, inoltre, alcune utili indicazioni in merito alla selezione dei top manager e alla configurazione della leadership ai vertici delle imprese.
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Mancini, Giacomo, Nicole Righi, Elena Trombini et Roberta Biolcati. « Intelligenza emotiva di tratto e burnout professionale negli insegnanti di scuola primaria. Una revisione della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–22. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13705.

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La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.
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Manzano, Juan. « Lo stato attuale della psichiatria dell'adolescente : un punto di vista ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2010) : 51–59. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002005.

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Le classificazioni internazionali si sono rivelate particolarmente inoperanti e la ricerca neurobiologica non ha fatto veri progressi sull'eziologia dei disturbi mentali; nella genetica si č attualmente imposto il concetto di interazione geni-ambiente. In compenso, i progressi generali in neuro_ siologia (la plasticitŕ cerebrale, i circuiti della memoria, i neuroni specchio) e gli studi empirici sulle competenze precoci del neonato hanno confermato concetti patogenetici derivati dalla clinica psicodinamica. Si tratta del campo della salute mentale ad indirizzo relazionale, nel cui ambito l'autore propone qui un modello relazionale dello sviluppo normale e patologico, che permetta un approccio preventivo e terapie - basate sulla relazione personale - la cui efficacia č stata dimostrata. I disturbi di personalitŕ dell'adolescente sono considerati come i disturbi piů frequenti e con una ricaduta piů importante per i servizi. Vengono in fine analizzati alcuni fattori sociali attuali e fatte alcune considerazioni principali e urgenti sull'organizzazione dei servizi.
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Mori, Sara, Silvia Panzavolta et Alessia Rosa. « Covid, distance education and families. The Italian case within the international survey on family support to learning processes ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 138–51. http://dx.doi.org/10.36253/form-12130.

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The COVID pandemic had countless repercussions on the family system, starting with the need to support young people in distance education training. Family and school realities have had to find new ways of relating with mutual overlap. Investigating how family members supported the learning of their children/grandchildren aged 6-16 was the aim of the international research activity coordinated by the University of Bath (UK). This contribution intends to account for the Italian data by exploring the possible relationships between the potential vulnerability factors of the pre-covid household and the activities that can be considered protective and supportive factors for households. The aim is not only to understand which competences and network systems have been activated in a period of exceptional gravity, but rather not to disperse, but on the contrary to enhance, those processes that have proved useful especially in fragile contexts. Covid, DAD e famiglie. Il caso italiano in un’indagine internazionale sul sostegno familiare ai processi di apprendimento. La pandemia di COVID ha avuto innumerevoli ripercussioni sul sistema famigliare a partire dalla necessità di supportare i giovani nelle attività di formazione in DAD. Le realtà familiari e scolastiche hanno dovuto trovare nuove modalità di relazione con un reciproco sconfinamento. Indagare come i membri della famiglia hanno sostenuto l’apprendimento dei loro figli/nipoti dai 6 ai 16 anni è stato l’obiettivo dell’attività di ricerca internazionale coordinata dall’università University di Bath (UK).Il presente contributo intende dar conto dei dati italiani esplorando le possibili relazione tra i fattori potenziali di vulnerabilità della famiglia pre-covid e le attività che possono essere considerate fattori di protezione e di supporto per i nuclei familiari. Non si tratta soltanto di comprendere quali competenze e sistemi di rete, sono stati attivati in un periodo di eccezionale gravità, quanto piuttosto non disperdere, ma al contrario valorizzare, quei processi che si sono dimostrati utili soprattutto nei contesti di fragilità.
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M. Caldarera, Angela, Chiara Baietto, Alessandro Zangari et Damiana Massara. « La disforia di genere in età evolutiva : la presa in carico a sostegno del benessere psicologico ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 153–65. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003016.

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La Legge 164 del 1982 regola la transizione di genere in Italia, e riconosce il diritto alla presa in carico presso il Ssn. A partire dagli anni Duemila, presso i centri specializzati è iniziata la richiesta di presa in carico dei soggetti minorenni e delle loro famiglie. L'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (Onig1) ha costituito un coordinamento dei Centri dedicati a bambini e adolescenti, e ha definito i principi di base della presa in carico sulla base dell'esperienza maturata, delle linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health (Wpath, 2012) e dell'Endocrine Society (Hembree, 2011). La presa in carico prevede un percorso multidisciplinare integrato in fasi successive (psicologico, neuropsichiatrico, endocrinologico) che riguarda i minorenni e le loro famiglie; può comportare, in casi accuratamente selezionati, l'utilizzo di bloccanti dello sviluppo ormonale puberale, e, dopo i 16 anni, di ormoni sessuali che possano trasformare il corpo nella direzione del genere percepito. La natura degli interventi medici solleva delicate questioni di carattere bioetico, in relazione, per esempio, alla competenza dei ragazzi a dare il consenso/assenso in ambiti tanto complessi.
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F.O. Arianna, Orsola. « Il formatore nella mediazione e conciliazione dei conflitti ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112010.

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Il mondo della mediazione e della conciliazione dei conflitti è vasto e la formazione deve adattarsi ed essere specifica in ogni ambito ma anche trasversale, essendo comuni le tecniche di gestione dei conflitti. Il formatore deve avere quindi conoscenze e competenze: nella formazione (al fine di impostare e condurre la lezione scegliendo i contenuti e le modalità di svolgimento più idonei ai discenti e al tipo di evento); nelle tecniche di gestione del conflitto e di interazione comunicativa; nella gestione delle emozioni; nella metodologia delle procedure facilitative ed aggiudicative di negoziazione e di mediazione; nella normativa e nella giurisprudenza Nazionali, Comunitarie e Internazionali; in tutte le materie oggetto della formazione specifica che dovrà garantire. Questo contributo vuole offrire una panoramica generale, anche se non del tutto esaustiva, della figura, del ruolo e della funzione del formatore nell'ambito della mediazione, della conciliazione e, più in generale, della gestione dei conflitti nei diversi ambiti.
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Bearzi, Francesco, et Andrea Tarantino. « Processi co-valutativi ed equit&agrave ; agentiva nella didattica trasformativa pandemica e post-pan ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 126–38. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12506.

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Le istanze di una didattica trasformativa incentrata sulle competenze trasversali di sostenibilità impongono una profonda riconsiderazione dei processi valutativi, auspicata dagli organismi internazionali di ricerca, anche alla luce delle dinamiche squisitamente democratiche e sotto il segno della corresponsabilità educativa che rappresentano le più efficaci e feconde risposte all'emergenza pandemica. Il costrutto di "equità agentiva", proposto nel contesto di ricerche transdisciplinari a impronta neuroscientifica, disegna un saliente connotato delle pratiche co-costruite dalle microcomunità di ricerca germinanti in seno ai sistemi educativi. I processi autenticamente co-valutativi costituiscono un essenziale tassello di una relazione di insegnamento-apprendimento votata alla ridefinizione del senso di sé, degli altri e dell'ecosistema in cui si è immersi. Apprezzando metodologicamente le opportunità situazionali e informali, tali processi acquisiscono generativa consistenza in una dimensione strutturalmente transizionale, caratterizzata dall'ascolto attivo e dalla proattiva apertura alla trasformazione 
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Cera, Rosa. « Un'indagine comparativa : formazione degli insegnanti in Svezia e Italia, STEM education, TIC, ruolo e funzioni delle universit& ; ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 5–22. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13015.

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La finalità della ricerca comparativa è di individuare gli aspetti peculiari dei percorsi formativi degli insegnanti delle scuole secondarie in due diversi Paesi: Svezia e Italia. Per la formazione iniziale, sono stati posti a confronto i due differenti percorsi necessari al conseguimento del titolo utile all'insegnamento e le relative riforme attuate. Per la formazione continua sono state, invece, comparate le attività di coaching (Talis, 2018), in quanto in grado di promuovere il senso di auto-efficacia e l'identità dell'insegnante, oltre ad agevolare l'integrazione della teoria e delle attività di pratica nei percorsi formativi. Due sono gli obiettivi specifici: investigare le competenze degli studenti nelle discipline STEM, al fine di comprendere l'abilità dei relativi insegnanti e rilevare le competenze di questi ultimi nell'utilizzo delle TIC; il secondo indagare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti, individuandone le rispettive aree critiche. Attraverso i dati PISA 2018 è stato possibile confrontare le abilità degli studenti nelle discipline STEM, in particolare nella matematica e nelle scienze. In questo caso, si è preferito utilizzare i dati riguardanti gli studenti, in quanto considerati più attendibili, al fine di comprendere la preparazione degli insegnanti. Per comparare le abilità dei docenti nell'utilizzo delle TIC in classe sono stati, invece, utilizzati i dati Talis 2018. Attraverso la revisione scientifica della letteratura internazionale è stato, infine, possibile individuare le attività svolte dalle università svedesi e italiane nella formazione degli insegnanti. I risultati dell'indagine hanno evidenziato marcate differenze nel ruolo che gli universitari svedesi e italiani svolgono nel formare gli insegnanti, oltre ad una divergenza nelle competenze degli insegnanti nella STEM education e nell'utilizzo delle TIC.
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Sposetti, Patrizia, et Maria Emanuela Piemontese. « Gli studenti universitari non sanno più scrivere ? Una riflessione sulle caratteristiche delle scritture di un campione di studenti universitari italiani e sulle possibili strategie didattiche di intervento ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no 3 (4 juillet 2018) : 144–57. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.14.

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Il tema delle competenze di scrittura degli studenti universitari ha assunto nel tempo un crescente interesse testimoniato dall’ampio numero di studi e ricerche ad esso dedicati nel panorama scientifico europeo e internazionale. Il contributo presenta una riflessione sul tema attraverso i primi risultati di una ricerca sulla scrittura degli studenti del corso di laurea magistrale in Pedagogia e Scienze dell’educazione e della Formazione della “Sapienza” Università di Roma dall’anno accademico 2011/2012 all’anno accademico 2015/2016. Il punto di partenza teorico è costituito dalla consapevolezza dell’insegnabilità della scrittura e della conseguente importanza del lavoro educativo.Czy studenci umieją pisać? Obserwacje dotyczące cech tekstów pisanych przez studentów włoskich uniwersytetów oraz możliwych strategii dydaktycznychZagadnienie kompetencji studentów w zakresie redakcji tekstów wzbudza coraz większe zainteresowanie zarówno w Europie, jak i poza nią, o czym świadczą liczne poświęcone mu badania. Artykuł przedstawia wnioski z badań prowadzonych od roku akademickiego 2011/2012 do 2015/2016, które dotyczyły prac pisemnych studentów studiów magisterskich kierunku pedagogika oraz nauki o edukacji i kształceniu na Uniwersytecie „La Sapienza” w Rzymie. Tezą, stanowiącą punkt wyjścia dla autorek, jest przekonanie, że kompetencje studentów w zakresie reakcji tekstów mogą być rozwijane oraz że ćwiczenie tego typu umiejętności mogą przynieść znaczące efekty.
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Maniscalco, Margherita, Caterina Martorana, Barbara Caci et Vicenza Muratore. « L’IMPORTANZA DEI PREREQUISITI E DELLO SCREENING PRECOCE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 2 (15 juillet 2016) : 219. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n2.v1.337.

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Questo contributo si propone di sottolineare l’importanza di alcune competenze cognitive, detti prerequisiti, che sono implicate nell’acquisizione delle abilità di lettura e scrittura come ad esempio: la conoscenza dell’alfabeto; la consapevolezza fonologica; la denominazione rapida automatica (RAN); la memoria fonologica e la processazione visiva. Numerose ricerche, anche internazionali, mostrano l’importanza dell’esercizio di tali abilità all’interno della scuola dell’infanzia anche ai fini della prevenzione dello sviluppo di difficoltà di apprendimento e/o di veri e propri disturbi nella successiva carriera accademica del bambino. Inoltre, la realizzazione di interventi didattici mirati allo sviluppo di tali prerequisiti cognitivi favorisce l’incremento e/o il recupero delle strumentalità della lettoscrittura. In tale scenario, diviene fondamentale riflettere sulle modalità di screening precoce che è possibile attivare all’interno della scuola dell’infanzia e sui relativi strumenti di assessment che è possibile utilizzare. Di conseguenza, sono passati in rassegna alcuni dei principali strumenti psicometrici editi in Italia, dal 1999 ad oggi, per la valutazione dei prerequisiti delle abilità di letto-scrittura in allievi a partire dai 5 anni di età.
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Foders, Federico. « The Fisheries Regime in the Member Countries of the EC : Legal and Economic Aspects ». Journal of Public Finance and Public Choice 7, no 1 (1 avril 1989) : 67–79. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344695.

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Abstract Il regime che regola l’utilizzazione delle risorse ittiche degli spazi marini che rientrano nell’ambito della giurisdizione nazionale dei paesi comunitari è soggetto, in principio, alle regolamentazioni della Commissione Cee, dato che la politica della pesca fa parte della politica agricola comune.Sono rimaste, tuttavia, agli stati membri numerose competenze dovute alle diverse tradizioni nazionali in materia di regolamentazione della pesca, per cui è attualmente vigente un sistema misto, con la coesistenza non equilibrata di regolamentazioni nazionali e comunitarie.Peraltro, non sembra che la politica comunitaria abbia favorito il miglioramento dell’efficienza, dato che ha incoraggiato una espansione della capacità che ha superato di gran lunga le dimensioni ottimali, dando luogo a prezzi molto superiori a quelli internazionali. Un altro problema sul quale il coordinamento comunitario non è stato sinora molto efficace è quello dell’inquinamento marino, che dovrebbe essere risolto con un maggior ricorso ai meccanismi di mercato piuttosto che a rigidi sistemi di controllo la cui inefficacia è stata dimostrata nei paesi, come gli Stati Uniti, in cui sono stati applicati.
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Ciciriello, E., P. Bolzonello, R. Marchi, C. Falzone, E. Muzzi et E. Orzan. « Rendere competente la famiglia nei primi mesi successivi all’identificazione di una ipoacusia del figlio ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 1 (février 2016) : 64–71. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1071.

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Nelle più recenti linee guida internazionali sull’intervento precoce in audiologia pediatrica emerge l’importanza del coinvolgimento della famiglia nel percorso diagnostico- riabilitativo del bambino con deficit uditivo permanente. Questa modalità di approccio costituisce una ricchezza per lo sviluppo dei bambini con deficit uditivo. Vi sono ad oggi poche evidenze del panorama italiano rispetto a questo ambito e rimangono aperte perplessità e difficoltà di gestione pratica. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi di una presa in carico precoce che renda competente la famiglia. Le iniziali fasi della presa in carico devono fornire alle famiglie di bambini con recente diagnosi di ipoacusia permanente le informazioni e/o il sostegno necessario al fine di indurle a compiere la scelta del dispositivo protesico uditivo più idoneo, entro tre mesi dalla diagnosi audiologica. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di esperti ha identificato tre principali raccomandazioni utili per migliorare lo sviluppo comunicativo del bambino attraverso il coinvolgimento della famiglia e il rafforzamento dell’alleanza terapeutica. Queste considerazioni costituiranno il punto di partenza per riflessioni e analisi più dettagliate che potranno dare luce a linee guida e indicazioni specifiche su come buone prassi di presa in carico di bambino con deficit uditivo e famiglia possano inserirsi e concretizzarsi nel reale panorama italiano.
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Marzullo, Natale, et Francesco Tafuri. « Improving personal and social skills through motor activity supported by gaming technology ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no 1 (4 février 2023) : 69–78. http://dx.doi.org/10.36253/form-13562.

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Résumé :
The new educational systems must take on the responsibility to implement innovative forms of learning. International trends such as Agenda 2030 and the new Framework on LifeComp 2020 dictate the guidelines for teaching and define how pedagogical research should be oriented towards strengthening personal skills, towards a system that allows the acquisition of skills to learn how to learn, to provide valuable help to be more resilient and to finally manage the challenges and changes that life may present. Educational systems must find solutions to implement new forms of learning, capable of guaranteeing individual and social well-being, but above all, capable of including all subjects, especially those who may be excluded because of some disability. Miglioramento delle abilità personali e sociali attraverso l’attività motoria assistita dalla tecnologia di gioco. I nuovi sistemi educativi hanno il compito di integrare e percorrere nuove strade per implementare delle innovative forme di apprendimento. I trend internazionali come Agenda 2030 e il nuovo Framework sulle LifeComp 2020 dettano le linee guida perché la didattica e la ricerca pedagogica siano orientate verso un rafforzamento delle competenze personali, verso un sistema che consenta l’acquisizione di competenze per imparare ad imparare, per fornire un valido aiuto ad essere più resilienti e a gestire le sfide e i cambiamenti che la vita possa presentare. In quest’ottica i sistemi educativi devono trovare le soluzioni per implementare nuove forme di apprendimento, capaci di garantire il benessere individuale e sociale, ma soprattutto capaci di includere tutti i soggetti, in particolare coloro che dovessero essere esclusi a causa di qualche disabilità.
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Boon, H. N. « Giuliana Zicardi Capaldo, La competenza a denunciare i trattati internazionali, contributo allo studio del “treaty power”, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1983, 281 pp. » Netherlands International Law Review 32, no 01 (mai 1985) : 161. http://dx.doi.org/10.1017/s0165070x00010652.

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Pepe, Dunia, et Debora Vitali. « Il patrimonio culturale metafora dell'interdisciplinarità : storie, conoscenze, tecnologie e professioni ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 103–19. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036010.

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Résumé :
Il patrimonio culturale rappresenta un settore strategico per lo sviluppo della società, dell'economia e del lavoro. Una dimensione essenziale della gestione e della fruizione del patrimonio culturale è il processo della sua digitalizzazione. Accanto al patrimonio culturale esiste ormai un patrimonio culturale digitale che ne garantisce la conservazione, la diffusione e la valorizzazione. Le nuove tecno-logie hanno trasformato l'organizzazione di musei, gallerie, siti d'arte e siti archeologici. Queste stesse tecnologie hanno consentito la diffusione e l'operabilità a livello internazionale di infrastrutture digitali di informazione e ricerca. La digitalizzazione ha consentito ai luoghi della cultura di sperimentare nuovi legami, con i territori e con i cittadini, già dall'inizio degli anni 2000 e soprattutto a seguito del lockdown imposto dalla pandemia da Covid 19. Le tante attività di digitalizzazione volte a valorizzare i beni culturali richiedono sia co-noscenze umanistiche che scientifiche. Da un lato, esse implicano la creazione di realtà virtuali e modellizzazioni per una diversa e più profonda conoscenza, dall'altro lato, richiedono l'uso dell'intelligenza artificiale e dei big data per ricostruire il passato delle culture o per conoscere i flussi turistici nei siti d'arte. Anche le professioni, le competenze ed i percorsi formativi legati alla digitalizzazione dei beni culturali nascono dalle interazioni tra sistemi fisici e sistemi virtuali, da conoscenze ed esperienze di diversa natura.
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Lotti, Patrizia, et Lorenza Orlandini. « Service-Learning for the interprofessional development of school-community partnership in the LifeComp framework ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 160–78. http://dx.doi.org/10.36253/form-13574.

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The paper presents a reflection on the LifeComp framework within the planning activities of Service-Learning projects carried out in mixed teams composed of teaching staff and educators from the non-profit sector. By considering the theme of interprofessionality as a central field of the development of the teaching profession within the educational scenarios generated by the pandemic, by national and international indications, the research focuses on the identification of the competences of the LifeComp framework present in the narratives produced by teachers and educators during the first phase of the project. Using service learning is functional to enable the teachers and educators involved to adopt an attitude of research and openness towards the other; at the same time, it is an approach that can provide a methodological framework for designing student-centred interventions and school-territory collaboration that simultaneously develop cognitive and educational skills. Il Service-Learning per lo sviluppo interprofessionale della collaborazione scuola-territorio nel quadro del LifeComp. Il paper presenta una riflessione sul framework LifeComp all’interno delle attività di progettazione di percorsi di Service Learning realizzate in equipe miste, composte da personale docente ed educatori del terzo settore. Considerando centrale il tema dell’interprofessionalità come ambito dello sviluppo della professione docente all’interno degli scenari educativi determinati dalla pandemia, dalle indicazioni nazionali e internazionali, la ricerca si focalizza sull’individuazione delle competenze del framework LifeComp presenti nelle narrazioni prodotte da docenti ed educatori nel corso della prima fase di avvio del percorso. L’apprendimento servizio è funzionale ad attivare nei docenti e negli educatori un atteggiamento di ricerca e apertura verso l’altro; allo stesso tempo è un approccio in grado di fornire una cornice metodologica per la progettazione di interventi centrati sullo studente e sulla collaborazione scuola-territorio che sviluppano contemporaneamente competenze di tipo cognitivo ed educativo.
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Dasara, Eloisa, et Elisabetta Todaro. « Curare l'uomo, non il sintomo : la promozione della salute sessuale nella sclerosi multipla secondo l'approccio integrato ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (novembre 2020) : 23–45. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2020-002002.

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La sclerosi multipla è una patologia autoimmune cronica e degenerativa, ad eziologia sconosciuta, che colpisce il sistema nervoso centrale. Da un'indagine AISM-CENSIS del 2017 emerge come circa il 50% delle persone affette da tale patologia lamentino sofferenza significativa nell'area di funzio-namento psicologico; tale dato viene ipotizzato strettamente correlato al tema del-la graduale diminuzione dell'autosufficienza percepita. Tale dimensione diviene ancora più presente qualora il soggetto si trovi in una relazione di coppia, la quale passa dall'essere simmetrica e paritaria all'essere caratterizzata da una iniqua di-stribuzione del senso di autonomia e autosufficienza. Stando a quanto diffusamente affermato dalla Dichiarazione dei Diritti Sessuali, dai documenti tecnici e dalla letteratura scientifica internazionale, la salute sessuale è fondamentale nella definizione del benessere individuale e relazionale. Di conseguenza, anche quando un soggetto si trovi in una condizione di patologia cronica ingravescente, è necessario non solo indagare l'eventuale presenza di disa-gi nella sfera sessuale, ma anche utilizzare strumenti di intervento integrato per po-terli affrontare adeguatamente. Dall'analisi della letteratura considerata emerge come, nonostante la mole di studi prodotti in direzione di una gestione integrata tra diverse competenze clini-che, emergano numerose difficoltà nell'armonizzare i diversi interventi in un mo-dello di cura integrato. Si ipotizza che tale scenario sia conseguenza della profonda scissione esistente, ancora oggi, nella presa in carico dei pazienti con patologia cronica, considerati "corpo" o "psiche", con una conseguente impossibilità di prendersi cura dell'uomo nella sua complessità.
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Benini, Caterina. « La localizzacione dell’illecito concorrenziale nel regime di Bruxelles : riflessioni alla luce della Sentenza FLYLAL II della Corte di Giustizia dell’Unione Europea = The localization of antitrust torts underthe Brussels regime : reflections in the light of the Judgment FLYLAL II of the Court of Justice of the European Union ». CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no 1 (11 mars 2019) : 693. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4641.

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Riassunto: Nella sentenza flyLAL II la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha affermato che un calo delle vendite provocato da un illecito concorrenziale costituisce il “danno” rilevante agli effetti della individuazione del giudice competente ai sensi dell’art. 5 n. 3 del regolamento (CE) n. 44/2001 (“Bruxelles I”) e ha ritenuto che tale danno vada localizzato nel paese in cui si trova il mercato inte­ressato dagli effetti dell’illecito. Lo scritto, prendendo spunto da questa sentenza, esamina criticamente la disciplina internazionalprivatistica europea degli illeciti concorrenziali, soffermandosi sulle ricadute negative della stessa in termini di private antitrust enforcement. Dinnanzi a questo stato delle cose, la soluzione della Corte appare perseguire l’obiettivo di garantire coerenza tra la disposizione oggetto di pronuncia e l’art. 6, par. 3, lett. a), del regolamento (CE) n. 864/2007 (“Roma II”) sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali derivanti da atti limitativi della concorrenza. Essa inoltre agevola il private enforcement del diritto della concorrenza, contribuendo al contempo alla funzione regolatoria del diritto internazionale privato nel contesto regionale dell’Unione Europea.Parole chiave: illeciti concorrenziali, foro speciale degli illeciti, localizzazione del danno, criterio del mercato, private antitrust enforcementAbstract: In the flyLAL II judgment, the Court of Justice of the European Union ruled that the loss of sales incurred as a result of antitrust tort can be regarded as “damage” for the purposes of iden­tifying the competent jurisdictional authority pursuant to Art. 5 n. 3 of the Regulation (EC) n. 44/2001 (“Brussels I”) and ruled that such damage is localized in the country whose market was affected by the anticompetitive conduct. Taking that judgment as point of departure, this article critically analyses the EU private international law regime of antitrust torts, focusing on its negative impact on private antitrust enforcement. Given this state of affairs, the solution adopted by the Court seems to pursue the goal of consistency between the provision under scrutiny and Art. 6, par. 3, lit. a), of the Regulation (CE) n. 864/2007 (“Rome II”) on the law applicable to non-contractual obligations arising from acts restricting free competition. It also promotes the private enforcement of antitrust rules, thereby enhancing the re­gulatory function of private international law in the internal market.Keywords: antitrust torts, special jurisdiction in matters relating to tort, localization of the loss, market criterion, private antitrust enforcement.
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Marcuccio, Massimo, et Vanessa Lo Turco. « Università, Imprese e Soggetti Intermediari nei Processi di Innovazione Didattica nelle Scuole di Dottorato. Uno Studio di Caso M ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2022) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15083.

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Résumé :
Nell'ambito del dottorato di ricerca in Italia, negli ultimi vent'anni si registra un incremento degli iscritti così come dei dottori di ricerca inseritisi nel mondo del lavoro. Tuttavia, confrontando i dati nazionali con quelli internazionali, la percentuale dei dottori di ricerca occupati risulta inferiore in relazione al totale della forza lavoro. Inoltre, molti dei dottori di ricerca ritengono di non utilizzare nel loro lavoro le competenze sviluppate durante il dottorato mentre altri trovano migliori opportunità di lavoro all'estero. Questa situazione problematica sembra trovare una possibile soluzione nell'introduzione di curricula innovativi nei dottorati. Il contributo presenta gli esiti di uno studio di caso multiplo realizzato nel 2021 relativo a un percorso innovativo di educazione non formale sui temi dell'Open innovation promosso da un soggetto intermediario dell'Emilia-Romagna e rivolto ad aziende e dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. L'impianto della ricerca empirica è stato messo a punto a partire da una cornice teorica che ha integrato tre diversi modelli: la Comunità di Pratica, l'apprendimento basato sulla sfida e l'hackathon. L'obiettivo principale è stato quello di descrivere la sostenibilità, l'efficienza e l'efficacia del percorso innovativo. Sono stati coinvolti 14 dottorandi, 8 rappresentanti di quattro imprese, 4 referenti di un soggetto intermediario e 4 consulenti aziendali. I dati sono stati rilevati attraverso l'analisi di documenti, interviste e questionari. Dai principali esiti emerge che il percorso indagato risulta sostenibile, sebbene richieda alcuni adattamenti per migliorarne l'efficienza, e in grado di favorire la costituzione di comunità di pratica capaci di promuovere apprendimenti.
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Semplici, Stefano. « Accesso equo, qualità appropriata. Venti anni dopo la Convenzione di Oviedo / Equitable access, appropriate quality. Twenty years after the Oviedo Convention ». Medicina e Morale 66, no 6 (25 janvier 2018) : 763–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.519.

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Il diritto alla tutela della salute, che include l’accesso ai servizi sanitari, è sancito in molte Dichiarazioni e altri documenti normativi a livello internazionale. Il riferimento all’equità è solitamente introdotto per affrontare i vincoli delle risorse disponibili e non eludere la realtà di persistenti diseguaglianze. Il riferimento all’adeguatezza è volto a sottolineare il ruolo delle competenze professionali e della conoscenza e dei progressi scientifici al fine di soddisfare esigenze reali, ma anche di ottimizzare l’utilizzo delle risorse. L’articolo 3 della Convenzione di Oviedo mira a proteggere i diritti umani e la dignità della persona umana e offre ancora un proficuo punto di partenza per continuare a sviluppare alcuni dei più preziosi strumenti concettuali e giuridici fra quelli perfezionati in questi ultimi decenni per affrontare questa sfida: il principio della realizzazione progressiva, che può innescare e rafforzare una dinamica emancipatrice; l’esercizio del bilanciamento di principi, interessi e beni sia nella giurisprudenza delle Corti costituzionali sia nelle politiche di settore; il concetto del contenuto essenziale del diritto ai servizi sanitari. Queste soluzioni si confrontano ora con le applicazioni dei progressi nuovi e senza precedenti della scienza biomedica, come la medicina di precisione. Allo stesso tempo, il riferimento della Convenzione alla giurisdizione delle Parti (gli Stati) come quadro istituzionale entro il quale gli obblighi sono assunti deve essere ulteriormente articolato misurandosi con l’orizzonte globale dell’impegno a “proteggere” la dignità umana e i diritti umani. ---------- The right to protection of health, which includes access to health care services, is enshrined in many Declarations and other normative documents at the international level. The reference to equity is usually meant to deal with the constraint of available resources and not elude the reality of persisting inequalities. The reference to appropriateness is to underline the role of professional competence and scientific knowledge and progress in order to fit real needs, but also to optimize the use of resources. Article 3 of the Oviedo Convention aims at protecting both human rights and the dignity of the human being and still offers a fruitful starting point to elaborate on some of the most valuable conceptual and juridical tools that have been refined over these last decades to address this challenge: the principle of progressive realization, which can trigger and strengthen an emancipatory dynamic; the exercise of balancing principles, interests and goods both in the case law of Constitutional Courts and in policies; the concept of the core content of the right (entitlement) to health care services. These solutions are now confronted with the applications of new, unprecedented advancements of biomedical science, such as precision medicine. At the same time, the reference by the Convention to the jurisdiction of the Parties (the States) as the institutional framework within which obligations are undertaken needs to be further articulated against the global scope of the commitment to ‘protect’ human dignity and human rights.
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Canali, Stefano, Daniele Antichi, Simona Cristiano, Mariangela Diacono, Valentina Ferrante, Paola Migliorini, Francesco Riva, Alessandra Trinchera, Raffaele Zanoli et Luca Colombo. « Levers and Obstacles of Effective Research and Innovation for Organic Food and Farming in Italy ». Agronomy 10, no 8 (12 août 2020) : 1181. http://dx.doi.org/10.3390/agronomy10081181.

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Résumé :
The objectives of this paper are to present the dynamic of organic food and farming (OFF) research and innovation, to outline challenges in deploying programs and accessing funding, and to define key actions to foster the development of tailored quality research on organic farming in Italy. The baseline starts from the main outcomes that emerged during the World Café held in the frame of the Salone Internazionale del biologico e del naturale (SANA Expo) in 2018, where the Italian OFF research community met to build a convergence on scope and modus operandi in the research endeavor. These outcomes were examined in the light of the key features of the research and innovation projects funded in Italy in the last 10 years, respectively by the Italian Ministry of Agriculture and the regional administrations through the innovation support instruments in the Rural Development Plan programming periods. In the period 2009–2018, 70 research projects for a total funding of 21.081 million € (<0.1% of the value of the sector) were launched, addressing nine different topic areas. Over a similar period (2007–2019), 53 regional innovation projects addressing organic farming were activated for a total budget of 14.299 million € (<10% of the entire available funding). The implementation of interventions in the research and the innovation areas were often scattered in terms of the topics, disciplines, and types of supply chain/network addressed. The relatively high share of multi/interdisciplinary research and innovation projects as well as the acknowledgement of the multi-actor approach as a fundamental step toward co-research and co-innovation were upshots that emerged from our analysis. The outcomes of this study can be used by competent national and the regional authorities to design their future research and innovation policies and interventions.
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Carugati, Felice, et Patrizia Selleri. « Guardando al futuro : sviluppo, educazione, apprendimento ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si &egrave; interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessit&agrave; di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficolt&agrave; sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in et&agrave; evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine &egrave; possibile individuare aspetti significativi dell'eredit&agrave; che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione.&nbsp;
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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara et Vincenzo Todisco. « Editoriale ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Latino, Francesca. « The teaching of Life Skills through School Physical Education ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 50–65. http://dx.doi.org/10.36253/form-13577.

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The current complexity characterising modern society imposes the need to look at the education of the citizens of tomorrow, its principles can in fact be applied not only to school subjects but also to everyday behaviour. The International organisations involved in social development recommend the support and development, from early childhood, of a range of transferrable life skills to ensure they are capable of facing life’s challenges in a pragmatic and resilient way. The understanding of this framework sees school as an ideal setting to instil an education that meets the real needs of children and adolescents. Thus, the present work focuses on the importance of life skills and on the influence and contribution of school, in particular physical education, for the development of students’ physical, social, emotional and reasoning skills, in order to prepare them to become strong citizens and able to face life’s challenges in a positive and effective way. L’insegnamento delle Life Skills attraverso l’Educazione Fisica Scolastica. L’attuale complessità che caratterizza la società moderna impone sempre più la necessità di guardare alla formazione dei futuri cittadini non solo verso la trasmissione di contenuti didattici disciplinari, ma di attrezzare l’individuo di strumenti di adattamento adeguati al contesto. Le stesse organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo sociale raccomandano ormai da tempo di sostenere e sviluppare, sin dalla prima infanzia, una serie di competenze che rimandano ad abilità trasversali di vita e che rendono l’individuo capace di affrontare in maniera pragmatica e resiliente le sfide che la vita gli riserva. In questo quadro interpretativo la scuola rappresenta il setting ideale dove poter mettere in atto una formazione che risponda a pieno ai reali bisogni dei bambini e dei ragazzi. Il presente lavoro si concentra, pertanto, sull’importanza dell’educazione alle life skills e sul contributo offerto dalla scuola ed in particolare dall’educazione fisica per lo sviluppo delle capacità sociali, emotive e di pensiero negli studenti, al fine di preparare i giovani a diventare cittadini dinamici in grado di affrontare in maniera positiva e adattiva le sfide della vita di tutti i giorni.
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CATURANO, MARIANGELA. « Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (2 juillet 2016) : 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Caramori, Alessandra Paola, Marlon Da Fonseca Misceno de Araujo et Suelen Najara de Mello. « Curso Preparatório para Exames de Proficiência de Italiano : os desafios e as possibilidades de valutare a distanza ». Revista Italiano UERJ 13, no 1 (17 octobre 2022) : 14. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2022.70727.

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RESUMO: A internacionalização tem cada vez mais papel de destaque na educação já que ela se coloca como um processo imprescindível e um desafio para as universidades. Contudo para que as universidades realizem com êxito esta ação, estas precisam se capacitar para isso. Surge, a partir dessa necessidade, o desenvolvimento de projetos e convênios que visem o ensino-aprendizagem de línguas estrangeiras que estejam contempladas nos editais de internacionalização, vide Capes PrInt, e parcerias com segmentos internacionais, vide Memorando de Acordo entre a Embaixada Italiana e as Universidades Brasileiras participantes da Rede Andifes Idiomas sem Fronteiras. Somado a isto, a crescente procura por editais e bolsas de pesquisas em universidades italianas fez nascer na Rede Andifes-IsF das Universidades Federal de Santa Maria (UFSM) e Federal de Viçosa (UFV) o desejo de ampliar a atuação e impacto no meio acadêmico e, ao considerar o atual contexto e possibilidades do ensino remoto, foi elaborado o curso Preparazione agli esami di competenza linguistica. Neste artigo, além de relatar a experiência desde a criação do curso e a sua aplicabilidade, vamos partilhar as experiências na elaboração das atividades para realizar a valutazione a distanza, o caminho percorrido e os desafios encontrados, que oportunizaram aos autores um grande aprendizado, reforçando o quanto este tipo de curso e o engajamento dos professores pode contribuir para a expansão dos objetivos da Rede Andifes IsF e para o processo de internacionalização entre as universidades brasileiras e italianas.Palavras-chave: Ensino/Aprendizagem da língua italiana. Ensino remoto. Rede Andifes IsF-italiano. Proficiência linguística. ABSTRACT: L’internazionalizzazione sta assumendo un ruolo sempre più importante nel settore dell’istruzione, in quanto si pone come un processo imprescindibile e una sfida per le università. Tuttavia, affinché le università possano svolgere con successo questa azione, è necessario che siano istruite per questo. Da questa esigenza nasce lo sviluppo di progetti e accordi finalizzati all’insegnamento-apprendimento delle lingue straniere contemplate nei bandi di internazionalizzazione, vedi Capes PrInt, e di partnership con segmenti internazionali, vedi Memorandum d’intesa tra l’Ambasciata Italiana e le Università Brasiliane che partecipano alla Rede Andifes Idiomas Sem Fronteiras. Inoltre, la crescente richiesta di bandi e borse di ricerca nelle università italiane ha fatto nascere nella Rede Andifes IsF-italiano delle Università Federale di Santa Maria (UFSM) e Università Federale di Viçosa (UFV) il desiderio di ampliare l’attività e l’impatto sull’ambiente accademico e, considerando il contesto attuale e le possibilità d'insegnamento a distanza, è stato sviluppato il corso Preparazione agli esami di competenza linguistica. In questo articolo, oltre a riportare l’esperienza dalla strutturazione del corso e la sua applicabilità, condivideremo le esperienze nell’elaborazione delle attività per implementare la valutazione a distanza, il percorso intrapreso e le sfide incontrate, che hanno fornito agli autori una grande esperienza di apprendimento, rafforzando quanto questo tipo di corso e l'impegno dei docenti possano contribuire all’espansione della Rede Andifes IsF e al processo d'internazionalizzazione tra università brasiliane e italiane.Parole chiave: Insegnamento/apprendimento di lingua italiana. Insegnamento (da) remoto. Rete Andifes IsF-italiano. Competenza linguistica. ABSTRACT: Internationalization is assuming an increasingly important role in education, since it is posed as an essential process and a challenge for universities. However, for universities to successfully perform this action, they need to be trained for this. From this requirement arises the development of projects and agreements that aim at the teaching-learning of foreign languages contemplated in the internationalization edicts, see Capes PrInt, and partnerships with international segments, see Memorandum of Understanding between the Italian Embassy and Brazilian universities participating of the Rede Andifes Idiomas Sem Fronteiras. In addition, the growing demand for calls and research grants in Italian universities has given rise in the Rede Andifes IsF of the Federal University of Santa Maria (UFSM) and Federal University of Viçosa (UFV) to the desire to expand the action and impact on the academic environment, and considering the current context and the possibilities of distance learning, the course Preparazione agli esami di competenza linguistica was developed. In this article, in addition to reporting the experience from the structuring of the course and its applicability, we will share the experiences in the development of the activities to implement the valutazione a distanza, the path taken and the challenges encountered, which provided the authors with a great learning experience, reinforcing how much this type of course and the commitment of the teachers can contribute to the expansion of the Rede Andifes IsF and the internationalization process between Brazilian and Italian universities.Keywords: Italian language teaching/learning. Remote teaching. Isf-Italian Network. Language Proficiency.
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Spaliviero, Camilla. « Teaching Italian as a second language through digital storytelling : Students’ perceptions towards izi.TRAVEL ». EuroAmerican Journal of Applied Linguistics and Languages 9, no 1 (10 avril 2022) : 91–121. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.15.1.265.

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EN The use of technology-enhanced language learning, representing an urgent issue due to the Covid-19 pandemic, has also been promoted by many studies in second language acquisition. Nevertheless, research in this field is only partially developed for the teaching of Italian as a second language (L2) within the university context and for investigating students’ perceptions. This article presents an action research project on the use of izi.TRAVEL, a website housing more than 15,000 audio guides for touring various sites in cities around the world. The aim of the study is to contribute to developing didactic practices relative to Italian as an L2 through digital storytelling, in order to raise and foster students’ linguistic and digital skills. Participants were a small group of students studying Italian as an L2 as part of a master’s program at an Italian university. Data were collected through a questionnaire, a focus group, and students’ multimodal artifacts. Results show the positive impact of project participation on students’ attitudes and perceived learning outcomes, as well as improvements in linguistic, cultural, environmental, and digital competences. Key words: TEACHING ITALIAN AS AN L2, DIGITAL STORYTELLING, IZI.TRAVEL, STUDENTS’ PERCEPTIONS, ACTION RESEARCH ES El uso de la tecnología para la adquisición lingüística es promovido por varios estudios, y constituye una cuestión urgente en el contexto de la pandemia del Covid-19. Sin embargo, este tema de investigación se ha desarrollado solo parcialmente respecto a la enseñanza del italiano como L2 en la universidad y a las percepciones del alumnado. En este artículo se presenta un proyecto de investigación-acción sobre el uso de izi.TRAVEL, un sitio web que tiene más de 15,000 audioguías para recorrer varios sitios de ciudades de todo el mundo. Izi.TRAVEL se implementó con un pequeño grupo de estudiantes de italiano como L2 matriculados en un Máster internacional de una universidad italiana. El objetivo del estudio es desarrollar prácticas didácticas del italiano como L2 a través de la narrativa digital para fomentar las habilidades lingüísticas y digitales del alumnado. Los datos se recogieron a través de un cuestionario, un grupo focal y los productos multimodales del alumnado. Los resultados muestran el impacto positivo de la participación en el proyecto en las actitudes del alumnado y en sus resultados de aprendizaje percibidos, así como mejoras en sus competencias lingüística, cultural, ambiental y digital. Palabras clave: ENSEÑAR ITALIANO L2, NARRATIVA DIGITAL, IZI.TRAVEL, PERCEPCIONES DE LOS ESTUDIANTES, INVESTIGACIÓN-ACCIÓN IT L’uso delle tecnologie per l’apprendimento linguistico è promosso da diversi studi e si è andato imponendo come questione urgente ne contesto della pandemia Covid-19. Tuttavia, in quest’ambito risultano ancora scarsi gli studi sulla didattica dell’italiano L2 nel contesto universitario e dalla prospettiva degli studenti. Su queste basi, nell’articolo si presenta un progetto di ricerca-azione riguardante l’uso di izi.TRAVEL, un sito web che contiene più di 15,000 audioguide per visitare le città di tutto il mondo. Il progetto è stato pilotato con un piccolo gruppo di apprendenti di italiano L2 iscritti in un Master internazionale di un’università italiana. L’obiettivo dello studio è quello di contribuire allo sviluppo di pratiche didattiche sull’italiano L2 attraverso il Digital Storytelling per promuovere le competenze linguistiche e digitali degli apprendenti. I dati sono stati raccolti attraverso un questionario, un focus group e i prodotti multimodali degli studenti. I risultati rivelano che l’impatto della partecipazione nel progetto sugli atteggiamenti degli/delle apprendenti e sui risultati dell’apprendimento percepiti è stato positivo poiché migliorano le competenze linguistiche, culturali, ambientali e digitali. Parole chiave: INSEGNARE ITALIANO L2, DIGITAL STORYTELLING, IZI.TRAVEL, PERCEZIONI DEGLI STUDENTI, RICERCA-AZIONE
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Serra, A., G. Spinato, S. Cocuzza, L. Licciardello, P. Pavone et L. Maiolino. « Adaptive psychological structure in childhood hearing impairment : audiological correlations ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 3 (juin 2017) : 175–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1291.

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Résumé :
La presente ricerca affronta i problemi clinici e sociali che riguardano lo sviluppo linguistico e cognitivo nei bambini sordi. Attualmente, lo sviluppo della “Teoria della mente” rappresenta un importante campo di ricerca nello studio della sordità. Questi studi internazionali hanno evidenziato nei bambini sordi una significativa alterazione nello sviluppo della “Teoria della Mente”, soprattutto in caso di perdita congenita o preverbale dell’udito. In particolare, la ricerca si concentra sulle competenze dei bambini sordi nel riconoscere emozioni e desideri, attraverso metodi sia cognitivi che percettivi, per la valutazione delle capacità psico-cognitiva attraverso una serie di domande composte da alcuni test adeguati, da somministrare ai pazienti con perdita uditiva. L’esperimento è stato condotto su un gruppo composto da 10 bambini (5 maschi e 5 femmine), di età compresa tra 4 e 9 anni e tra 54 e 108 mesi), affetti da perdita uditiva congenita bilaterale (da grave a cofosi), o da perdita uditiva preverbale sviluppata sia in bambini che attendono l’ultimo anno prima di frequentare la scuola elementare, sia in quelli che frequentano il quarto anno di scuola elementare. I criteri di selezione sono stati basati su: valutazione audiologica, somministrazione di test neuropsicologici al fine di valutare, in generale, le capacità cognitive e percettive e osservazioni cliniche effettuate, al fine di valutare la psicopatologia del campione, attraverso dei test che valutano più facilmente lo sviluppo sia della percettività visiva (Coloured Progressive Matrices), sia della rappresentazione grafica (Test di disegno sulla figura umana e il Test di disegno sulla famiglia). Lo strumento di misurazione “cognitiva” è stato il “Deaf Children Series”, test strutturato da noi, che consiste in un esame dello stato mentale (MSE), capace di valutare: il livello di capacità cognitiva (conoscenza-correlato), l’umore e modelli di discorso e di pensiero di un paziente al momento della valutazione. I bambini sordi mostrano sul lato percettivo una sensibilità ridotta alle espressioni di tristezza. Nel test possiamo osservare un meccanismo di difesa psicodinamico per quanto riguarda la prestazione percettiva. Al contrario, per quanto riguarda i bambini normoudenti, la paura è l’emozione più difficile da identificare. I bambini sordi sembrano essere maggiormente predisposti al riconoscimento di emozioni visive. Inoltre, i bambini sordi presentano notevoli capacità di “problem solving”, capacità di riconoscimento emotivo, probabilmente a causa del loro problema.
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Gómez Chacón, Ramón, et Nicolás Fernández Martínez. « Relación entre la práctica de actividad física y los empleados saludables ». Cuadernos de Psicología del Deporte 20, no 3 (22 juillet 2020) : 64–73. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.389761.

Texte intégral
Résumé :
En la actualidad las organizaciones están implementando acciones de gestión de la salud por medio de la actividad física repercutiendo en beneficios físicos, psicológicos y sociales en los empleados y en económicos en las empresas. Este hecho hace que las organizaciones dispongan de empleados saludables que se relacionan con variables organizaciones positivas, como la satisfacción laboral (Gómez, Morales, Hernández y Muñoz, 2018), por lo que el objetivo del trabajo es conocer la relación entre la práctica de actividad física y los empleados saludables. Los participantes fueron los empleados de una entidad deportivo-social de la provincia de Sevilla utilizándose con n = 56, de los cuales 29 hombres y 27 mujeres entre 18 y 60 años, encontrándose 18 entre 18-30 años, 30 entre 30-45 años y 8 entre 45 y 60 años, además se utilizó el cuestionario internacional de actividad física (IPAQ) y el cuestionario del empleado saludable, y analizando si existían diferencias significativas entre las variables del empleado saludable y la cantidad de práctica de actividad física de los empleados. Los resultados concluyen que los empleados que realizan actividad física moderada y alta presentan un promedio significativamente mayor en emociones positivas, engagement y resiliencia respecto al grupo de actividad física baja o no práctica de actividad física, mientras que los empleados que realizan actividad física moderada y alta presentan un promedio mayor, pero no significativo en autoeficacia y competencia respecto al grupo de actividad física baja o no práctica de actividad física. At present, organizations are implementing health management actions through physical activity, having an impact on physical, psychological and social benefits on employees and on economic benefits at companies. This fact makes organizations have healthy employees that are related to positive organizations variables, such as job satisfaction (Gómez, Morales, Hernández and Muñoz, 2018), so the objective of the work is to know the relationship between the practice of activity physical and healthy employees. The participants were the employees of a sports-social entity of the province of Seville using n = 56, of which 29 men and 27 women between 18 and 60 years old, 18 being between 18-30 years old, 30 between 30-45 years old and 8 between 45 and 60 years, the International Physical Activity Questionnaire (IPAQ) and the healthy employee questionnaire were also used, and analyzing whether there were significant differences between the variables of the healthy employee and the amount of physical activity of the employees . The results conclude that employees who perform moderate and high physical activity have a significantly higher average in positive emotions, engagement and resilience compared to the group of low physical activity or no physical activity, while employees who perform moderate and high physical activity they present a higher average, but not significant in self-efficacy and competence with respect to the group of low physical activity or non-practice of physical activity. Attualmente le organizzazioni stanno implementando azioni di gestione della salute attraverso l'attività fisica impatto benefici fisici, psicologici e sociali e dei lavoratori nelle imprese economiche. Questo fatto rende alle organizzazioni di avere dipendenti sani che si riferiscono a variabili organizzazioni positive, come la soddisfazione sul lavoro (Gómez, Morales Hernández e Muñoz, 2018), in modo che l'obiettivo dello studio è stato quello di determinare la relazione tra la pratica di attività dipendenti fisici e sani. I partecipanti sono stati i dipendenti di uno sport e di entità sociale in provincia di Siviglia utilizzati con n = 56, di cui 29 uomini e 27 donne di età compresa tra i 18 ei 60 anni, essendo 18 tra 18-30, 30 tra i 30-45 anni e 8 tra i 45 ei 60 anni, più questionario internazionale l'attività fisica (IPAQ) e questionario dipendente sano è stato utilizzato, e analizzando se vi fossero differenze significative tra le variabili di dipendenti sani e la quantità di attività fisica dei dipendenti . I risultati concludere che i dipendenti che svolgono moderata a elevata attività fisica hanno una significativamente maggiore emozioni medio positivo, l'impegno e la resilienza rispetto al gruppo di bassa attività fisica o attività fisica, mentre i dipendenti che svolgono moderata a elevata attività fisica hanno una media più alta, ma non significativa in termini di efficacia e la concorrenza per il gruppo di bassa o nessuna attività fisica attività fisica. Atualmente, as organizações estão implementando ações de gestão de saúde por meio da atividade física, com impacto nos benefícios físicos, psicológicos e sociais dos funcionários e nos benefícios econômicos das empresas. Este fato faz com que as organizações têm empregados saudáveis ​​que se relacionam com variáveis ​​organizações positivos, tais como a satisfação no trabalho (Gómez, Morales Hernández e Muñoz, 2018), de modo que o objetivo do estudo foi determinar a relação entre a prática de atividade funcionários físicos e saudáveis. Os participantes eram funcionários de Esportes e entidade social na província de Sevilla usados ​​com n = 56, dos quais 29 homens e 27 mulheres com idades entre 18 a 60 anos, sendo 18 entre 18-30, 30 entre 30-45 anos e 8 entre 45 e 60 anos, além questionário internacional de atividade física (IPAQ) e questionário empregado saudável foi usado, e analisar se houve diferenças significativas entre as variáveis ​​do empregado saudável e da quantidade de atividade física de funcionários . Os resultados concluem que os funcionários que realizam atividade física moderada e alta têm uma média significativamente maior de emoções positivas, engajamento e resiliência em comparação com o grupo de baixa atividade física ou sem atividade física, enquanto os funcionários que realizam atividade física moderada e alta apresentam média maior, mas não significativa em autoeficácia e competência em relação ao grupo de baixa atividade física ou não prática de atividade física.
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