Thèses sur le sujet « Competenza internazionale »

Pour voir les autres types de publications sur ce sujet consultez le lien suivant : Competenza internazionale.

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les 23 meilleures thèses pour votre recherche sur le sujet « Competenza internazionale ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Parcourez les thèses sur diverses disciplines et organisez correctement votre bibliographie.

1

Caroldi, Margherita <1994&gt. « Il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare : Genesi, Organizzazione e Competenza ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14511.

Texte intégral
Résumé :
In the present thesis I will conduct an analysis of the role of the International Tribunal for the Law of Sea in the international system for the peaceful settlement of disputes. Among the goals I have established myself is to describe the origins and the organization of this international judicial institution. For this purpose, I will consider the United Nations Convention on the Law of the Sea, which was signed at Montego Bay, Jamaica, on 10 December 1982, and entered into force 12 years later, on 16 November 1994, and the subsequent Agreement relating to the implementation of Part XI of the Convention, which was adopted on 28 July 1994 and entered into force on 28 July 1996. This Agreement and Part XI of the Convention are to be interpreted and considered as a single instrument and both, together with the Convention, will be indicated in this work as “the Convention”, despite the number of States Parties differ, i.e., 150 for the Agreement and 168 for the Convention. However, I will focus above all on Part XV of the Convention, which contains the provisions for the peaceful settlement of disputes and on Annex VI of the Convention, for the reason that they provide the basis for the establishment of the International Tribunal for the Law of the Sea (hereinafter “the Tribunal”). Moreover, as already stated by the General Assembly of the United Nations in its Resolution 54/31 of 16 November 1999, I will argue about the importance and role played by the Tribunal. Finally, I will juxtapose to the doctrinal and theoretical part, which deals with the general aspects of the law of the sea and of the Tribunal, the analysis of an empirical case: the accident that involved the Italian oil tanker “Enrica Lexie” and the Indian fishing boat “St. Antony”. In the first part, I will report a brief introduction to the law of the sea. In particular, I will analyse the following points: the historical evolution of international law of the sea from the principle of freedom of the seas to the Geneva Conventions of 1958; the Third United Nations Conference on the Law of the Sea and the 1982 Montego Bay Convention; the regulation of the contiguous zone between internal practices and conventional regimes; the "sovereign rights" recognized to the coastal State within the exclusive economic zone; the discipline of the continental shelf in the light of the most significant principles developed in this regard by the International Court of Justice and by the European Union Court of Justice; and the marine pollution and international rules of responsibility: the regime outlined by the Montego Bay Convention. In the second part, I will introduce the object of my work, namely the International Tribunal for the Law of the Sea: its composition and proceedings. Particularly, I will focus on the composition of the Tribunal; the institutions that have access to these bodies; the instituting proceedings under the jurisdiction of the Tribunal; and the attribution of jurisdiction to the Tribunal. The third part is about the Tribunal and its competences, i.e., the types of disputes in which the Tribunal operates; the jurisdiction of the Tribunal established by the United Nations Convention on the Law of the Sea; the jurisdiction of the Chamber for the settlement of disputes. In the fourth and final part of my work, I will analyse a case study: The Italian-Indian dispute over the Marò case.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Sacconi, Ilaria. « La competenza interculturale : comunicare in modo efficace in ambito internazionale. Germania e Italia a confronto ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

Trouver le texte intégral
Résumé :
Il presente elaborato intende analizzare quegli aspetti legati alla lingua, alla comunicazione non verbale e alla cultura che in ambito internazionale sono spesso causa di incomprensioni e irritazioni poiché differenti da una cultura ad un’altra. In particolare si vuole mettere a confronto Italia e Germania e le rispettive peculiarità culturali la cui conoscenza rappresenta la chiave del successo lavorativo e della riuscita di una negoziazione, e quindi fondamentali per aziende e per interpreti.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

AQUIRONI, Ilaria. « Il carattere integrale del diritto internazionale privato dell'Unione europea - L'interazione delle norme riguardanti la competenza giurisdizionale, i conflitti di leggi, l'efficacia delle decisioni e la cooperazione tra autorità ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2018. http://hdl.handle.net/11392/2487871.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Scotto, Chiara. « Il centro degli interessi principali del debitore e il regolamento CE n. 1346/2000 sulle procedure di insolvenza ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3500.

Texte intégral
Résumé :
2008/2009
Nell’elaborato di tesi è esaminato principalmente il “centro degli interessi principali del debitore” nel Reg. CE n. 1346/2000. Il COMI svolge diversi ruoli nell’economia del Regolamento: è il presupposto per l’applicazione del Regolamento, individua il foro della procedura c.d. principale, determina la legge materiale che si applicherà alla gran parte dei rapporti giuridici interessati. Esso costituisce pertanto il punto di vista privilegiato per approfondire le tematiche generali del Regolamento, nonché il banco di prova dell’efficienza dell’intero sistema del diritto comunitario dell’insolvenza. Il Capitolo I, di carattere introduttivo, è dedicato al tema della giurisdizione nella materia fallimentare. In esso si evidenzia la particolarità e la complessità giuridica e procedurale del procedimento concorsuale. Il fallimento si apre con la sentenza dichiarativa, ma non si risolve in una semplice pronuncia; esso sostanzia un’articolata esecuzione che coinvolge una serie di soggetti pubblici e privati e di rapporti giuridici attivi e passivi. Proprio per tale ragione la quaestio jurisdictionis riveste un ruolo centrale nell’ambito del diritto internazionale privato fallimentare. È poi sinteticamente affrontato un tema classico del fallimento internazionale, quello del dibattito dottrinale tra universalisti e territorialisti. Il principio di universalità è legato a una visione del patrimonio del debitore quale universitas. Secondo tale concezione il fallimento si estende a tutti i beni del fallito ovunque si trovino e a tutti i creditori indipendentemente dalla nazionalità. Il principio di territorialità si basa al contrario sul concetto che ogni Stato è una “unique legal entity”, ed assumono pertanto rilevanza i confini nazionali dell’ordinamento. Il dibattito è stato a lungo dominato dalle concezioni universaliste ma col tempo si è affermato il modello dell’universalità cd. “limitata”, limitata dalla possibilità di aprire procedure secondarie in uno Stato membro diverso da quello in cui è situato il COMI. Tale modello è quello accolto dal Reg. CE n. 1346/2000. Si procede poi a ricostruire il retroterra storico e concettuale del COMI, nonché i principali precedenti del COMI, (contenuti in Convenzioni e progetti di Convenzione sin dalla fine dell’800, nonché in alcuni ordinamenti interni), prestando particolare attenzione ai progetti elaborati in seno alla Comunità Europea. Rapidi cenni sono riservati all’ordinamento italiano. Il Capitolo II, affronta alcune tematiche di natura generale. Si introduce il Regolamento CE n. 1346/2000 e si forniscono delle indicazioni di metodo circa le modalità di interpretazione della nozione di COMI, sottolineandone la collocazione nel sistema del diritto internazionale privato comunitario, dando risalto al ruolo esegetico della Relazione Virgos-Schmit e al tema del valore interpretativo dei considerando (stante la collocazione della definizione normativa del COMI nel considerando n. 13 anziché nella norma dedicata alle definizioni, l’art. 2). Si affrontano poi dei temi riconducibili alla necessaria localizzazione intracomunitaria del COMI e ai rapporti tra la disciplina comunitaria e i paesi terzi. Una parte dell’indagine è dedicata ai possibili effetti extraterritoriali del Regolamento e un paragrafo al tema della materia fallimentare nelle relazioni esterne dell’Unione Europea, con particolare riferimento alle Convenzioni e agli atti che accolgono la nozione di COMI. Il Capitolo III è dedicato interamente alla nozione materiale di COMI, come descritta dal considerando n. 13. Esso definisce il COMI quale “il luogo in cui il debitore esercita in modo abituale, e pertanto riconoscibile dai terzi, la gestione dei propri interessi”. Su tale scarna definizione si è sviluppata una ricchissima e assai creativa giurisprudenza di merito di cui si dà conto nel corso dell’analisi. L’elemento caratterizzante è la gestione di interessi che si deve configurare come abituale e pertanto riconoscibile dai terzi. Si tratta di elementi non facilmente conciliabili dato che essi devono rivestire un peso diverso nella valutazione dell’interprete. Ciò accade perché il valore da salvaguardare in primo luogo è la riconoscibilità da parte dei terzi. Un ulteriore elemento di complicazione è dato dal fatto che il COMI è per definizione modificabile, se non addirittura manipolabile dal debitore, essendo un criterio squisitamente fattuale. Numerose sono le questioni interpretative ancora irrisolte. La seconda parte del capitolo è dedicata più specificamente al COMI dei diversi soggetti debitori (persone fisiche, persone giuridiche ed enti in generale, gruppi di società) Particolare risalto è stato dato alle problematiche connesse con l’individuazione della sede statutaria e l’indagine è divenuta l’occasione per approfondire temi centrali del diritto internazionale privato comunitario, quali ad esempio il dibattito su sede reale e sede statutaria, la questione della scissione tra attività e sede sociale, il tema del trasferimento della sede e/o del COMI, il problema del forum shopping, le possibili interferenze tra la disciplina del Regolamento e le libertà di circolazione garantite dal Trattato. Il Capitolo IV è dedicato allo studio del sistema di competenza giurisdizionale. Il Regolamento prevede la possibilità di fallimenti secondari, che dovrebbero porsi come ancillari rispetto al procedimento principale e salvaguardare al tempo stesso gli interessi locali. Tali fallimenti secondari non presentano significative differenze rispetto al procedimento principale, essendo essi dei veri e propri procedimenti concorsuali, regolati da norme fallimentari locali, ancorché non necessariamente destinati ad esclusiva soddisfazione dei creditori locali. Nel Regolamento i criteri di competenza sono quindi due, uno avente carattere tendenzialmente universale e uno a carattere locale, limitato cioè al territorio dello Stato di apertura della procedura. Il criterio universale radica la competenza nello Stato in cui si trova il COMI. Il secondo titolo radica la competenza ad aprire una procedura secondaria in qualsiasi Stato in cui il debitore possiede una dipendenza. Dal punto di vista dei rapporti tra i due titoli di giurisdizione, si rinvengono nel Regolamento numerose norme che pongono le procedure – principale e secondarie - sullo stesso piano (ad esempio in materia di obblighi di collaborazione e informazione, o di reciproca insinuazione nel passivo). Tale genus di norme coesiste tuttavia con una serie di regole caratterizzate da un favor spiccato per la procedura principale. Si esamina poi il ruolo dei principali attori della giurisdizione, quello del curatore della procedura principale in particolare. Risalto è dato al tema della cooperazione tra i curatori e delle prassi che si stanno affermando, quali l’uso dei Protocolli o la cooperazione diretta tra le Corti. Si passa poi all’analisi delle norme sulle procedure territoriali, sia secondarie che indipendenti, e alla questione della c.d. vis attractiva concursus (con particolare attenzione per la revocatoria fallimentare). Si affrontano infine i temi ‘classici’ in materia di giurisdizione internazionale: la verifica della competenza; la necessità di qualificare la procedura; il momento determinativo della competenza; la disciplina dei conflitti positivi; la nozione di decisione di apertura di una procedura principale; il principio di poziorità e l’obbligo di riconoscimento automatico; la questione della contestazione della competenza del giudice di un altro Stato membro; i conflitti negativi; i rapporti tra il COMI e l’exceptio fori non convenientis; il ruolo dell’autonomia privata nel Reg. CE n. 1346/2000; il tema delle convenzioni di arbitrato; la giurisdizione per i provvedimenti conservativi. Dal punto di vista metodologico la struttura della ricerca è basata sull’analisi separata dei temi strettamente internazionalprivatistici e della ricostruzione materiale dell’istituto del COMI, ciò al fine di rendere il testo e il suo svolgimento maggiormente intelligibile e logicamente strutturato. Le conclusioni della ricerca vanno nella direzione della necessità di aggiornare alcune parti della disciplina, concepita nella sostanza quasi quarant’anni fa, per renderle conformi alle attuali esigenze della mobilità internazionale delle società e delle diffuse forme di aggregazione tra persone giuridiche. Un ulteriore punto nodale riguarda la necessità di conferire rilevanza normativa alle ‘nuove’ finalità che si sono affermate nella legislazione concorsuale degli Stati membri, e segnatamente le finalità risanatorie.
XXI Ciclo
1976
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

FRANZINI, MANILA. « FORMAZIONE ALLE COMPETENZE INTERCULTURALI NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/697.

Texte intégral
Résumé :
La formazione alle competenze interculturali nasce dalla volontà di approfondire una tematica particolarmente discussa nell’ambito internazionale. Affrontare il tema della formazione alle competenze interculturali, e ancor di più nell’ambito dell’adozione internazionale, rappresenta una sfida ed un’enorme potenzialità per coloro che sono direttamente impegnati nelle attività di adozione internazionale. Lo studio ha posto in evidenza la necessità della formazione delle coppie aspiranti all’adozione e dei genitori adottivi, per poter rendere possibile una trasformazione profonda. La ricerca si compone di una parte sperimentale che ha visto il coinvolgimento della maggior parte degli enti autorizzati italiani che si occupano di formare le coppie all’adozione. Nella seconda parte dello studio, si è compiuta un’analisi in profondità dei percorsi formativi progettati e realizzati da tre enti autorizzati italiani, quali AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) e CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). E’ stato possibile delineare degli approcci specifici e degli elementi caratterizzanti tali percorsi, emersi nel confronto tra le realtà associative. Gli interrogativi iniziali e gli approfondimenti effettuati con lo studio di casi, hanno reso possibile il riconoscimento dell’incidenza della dimensione educativa nel percorso adottivo e l’individuazione di tre orientamenti formativi. I presupposti indicati, che hanno favorito l’individuazione di un quadro concettuale di riferimento ed un assetto applicativo, hanno aperto nuove prospettive di sviluppo sul tema delle competenze interculturali nell’ambito dell’adozione internazionale. Nell’ultima parte del testo si sono approfondite le definizioni intorno al concetto di competenze, ed in particolare di competenze interculturali. L’analisi sulle competenze ha mostrato l’esistenza di differenti modelli di competenze culturali, transculturali ed interculturali. Questa ricerca ha approfondito sia il significato delle competenze interculturali per le coppie e i genitori adottivi, sia le caratteristiche di una formazione alle competenze interculturali, indicando delle possibili modalità di applicazione.
Training in intercultural matters arises from the need of going into depth of a subject particularly discussed in international circles. To face the subject of training in intercultural matters and, even more in the matter of international adoption, represents a challenge and an enormous potential for those who are directly involved in the activity of international adoption. Studies have underlined necessity of training prospective and adoptive parents, in order to ensure a transformation. The research is made up of an experimental method which involves a large number of Authorised Italian Organizations which deal with training of adoptive families. In part of this study, was made a analysis of training systems realised by three Authorised Organizations, such have AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) and CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). It was possible to identify some specific approaches and some characteristic elements of these approaches, which arose when comparing realities. The initial questions and studies made when cases were examined made it possible to recognise the incidence of the educational size of the adoption schedule and the indication of three training methods. The indicated suppositions, which favoured the selection of a conceptual item of reference and possible application, opened a new prospective for development of the subject of intercultural matters in international adoption circles. In the last part of the text, the definition of the concept of competences was thoroughly defined and in particular intercultural competences. The analysis of competences showed the existence of different forms of cultural, transcultural and intercultural competences. This research has explained the significance of intercultural duties for prospective and adoptive parents. Be they the characteristics in the training of intercultural duties, indicating possible ways of application.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

FRANZINI, MANILA. « FORMAZIONE ALLE COMPETENZE INTERCULTURALI NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/697.

Texte intégral
Résumé :
La formazione alle competenze interculturali nasce dalla volontà di approfondire una tematica particolarmente discussa nell’ambito internazionale. Affrontare il tema della formazione alle competenze interculturali, e ancor di più nell’ambito dell’adozione internazionale, rappresenta una sfida ed un’enorme potenzialità per coloro che sono direttamente impegnati nelle attività di adozione internazionale. Lo studio ha posto in evidenza la necessità della formazione delle coppie aspiranti all’adozione e dei genitori adottivi, per poter rendere possibile una trasformazione profonda. La ricerca si compone di una parte sperimentale che ha visto il coinvolgimento della maggior parte degli enti autorizzati italiani che si occupano di formare le coppie all’adozione. Nella seconda parte dello studio, si è compiuta un’analisi in profondità dei percorsi formativi progettati e realizzati da tre enti autorizzati italiani, quali AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) e CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). E’ stato possibile delineare degli approcci specifici e degli elementi caratterizzanti tali percorsi, emersi nel confronto tra le realtà associative. Gli interrogativi iniziali e gli approfondimenti effettuati con lo studio di casi, hanno reso possibile il riconoscimento dell’incidenza della dimensione educativa nel percorso adottivo e l’individuazione di tre orientamenti formativi. I presupposti indicati, che hanno favorito l’individuazione di un quadro concettuale di riferimento ed un assetto applicativo, hanno aperto nuove prospettive di sviluppo sul tema delle competenze interculturali nell’ambito dell’adozione internazionale. Nell’ultima parte del testo si sono approfondite le definizioni intorno al concetto di competenze, ed in particolare di competenze interculturali. L’analisi sulle competenze ha mostrato l’esistenza di differenti modelli di competenze culturali, transculturali ed interculturali. Questa ricerca ha approfondito sia il significato delle competenze interculturali per le coppie e i genitori adottivi, sia le caratteristiche di una formazione alle competenze interculturali, indicando delle possibili modalità di applicazione.
Training in intercultural matters arises from the need of going into depth of a subject particularly discussed in international circles. To face the subject of training in intercultural matters and, even more in the matter of international adoption, represents a challenge and an enormous potential for those who are directly involved in the activity of international adoption. Studies have underlined necessity of training prospective and adoptive parents, in order to ensure a transformation. The research is made up of an experimental method which involves a large number of Authorised Italian Organizations which deal with training of adoptive families. In part of this study, was made a analysis of training systems realised by three Authorised Organizations, such have AFN (Azione per Famiglie Nuove), AIBI (Associazione Amici dei Bambini) and CIAI (Centro Italiano Aiuto all’Infanzia). It was possible to identify some specific approaches and some characteristic elements of these approaches, which arose when comparing realities. The initial questions and studies made when cases were examined made it possible to recognise the incidence of the educational size of the adoption schedule and the indication of three training methods. The indicated suppositions, which favoured the selection of a conceptual item of reference and possible application, opened a new prospective for development of the subject of intercultural matters in international adoption circles. In the last part of the text, the definition of the concept of competences was thoroughly defined and in particular intercultural competences. The analysis of competences showed the existence of different forms of cultural, transcultural and intercultural competences. This research has explained the significance of intercultural duties for prospective and adoptive parents. Be they the characteristics in the training of intercultural duties, indicating possible ways of application.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Quaggiotto, Matteo <1989&gt. « Le nuove competenze dell'Unione Europea in materia di investimenti diretti esteri ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3750.

Texte intégral
Résumé :
Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona gli investimenti diretti esteri sono entrati a far parte della competenza esclusiva dell'Unione Europea, in particolar modo per quanto concerne la loro protezione. Gli Stati Membri vengono così privati del potere di negoziare accordi internazionale in materia di promozione e protezione degli investimenti, lasciando spazio alla Commissione Europea che ha acquisito inediti poteri atti ad avviare nuovi accordi bilaterali "europei" sugli investimenti. La Commissione, in cooperazione con le altre istituzioni europee, ha stabilito il quadro normativo necessario per garantire la legalità degli accordi esistenti a livello di singoli Stati membri e le linee generali da seguire nella conclusione di nuovi trattati d'investimento Il passaggio di competenza sulla conclusione di TBI può essere considerato come un'opportunità per ripensare complessivamente la loro struttura e i loro obiettivi, riequilibrando i poteri tra Paesi e investitori. Il rischio tuttavia è anche quello di generare un'incompatibilità del nuovi accordi che andranno ad essere conclusi in relazione alle molteplici norme dei diritti nazionali, nonché con le disposizioni disciplinanti il diritto europeo. In aggiunta, la Commissione si appresta per la prima volta a regolamentare i rapporti con gli Stati terzi in un dominio, quello degli investimenti diretti esteri, che coinvolge fondamentali principi del diritto internazionale fin d'ora estranei al diritto europeo, nonché procedure di risoluzione delle controversie che difficilmente si conciliano con i trattati europei in vigore.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

Chiamberlando, Elena <1987&gt. « inter-s-cambi. competenze e apprendimenti nell'ambito degli scambi giovanili internazionali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5984.

Texte intégral
Résumé :
Gli scambi giovanili internazionali, sostenuti e incentivati da istituzioni europee quali il Consiglio d'Europa e l'Unione Europea, negli ultimi anni hanno riscontrato un crescente interesse e sviluppo. Nella prima parte del mio lavoro mi occuperò di contestualizzare queste esperienze all'interno del più ampio quadro di politiche giovanili europee e offrirò alcune indicazioni riguardo i principali strumenti e programmi europei che sostengono queste iniziative. Nella seconda parte approfondirò il tema principale attraverso l'esposizione delle caratteristiche degli scambi giovanili, ponendo particolare risalto sul ruolo svolto dalle associazioni giovanili e sull'importanza dell'uso della metodologia dell'educazione non formale. Obiettivo del mio lavoro sarà mettere in luce gli aspetti positivi e i benefici che simili progetti possono apportare sia ai singoli partecipanti che alla società nel suo complesso. Per rispondere a questo interrogativo mi sono avvalsa dei risultati di un questionario da me creato e sottoposto a circa 70 giovani europei che hanno preso parte a scambi giovanili internazionali, oltre che della mia diretta esperienza di tirocinio all'interno di una organizzazione non governativa internazionale impegnata nella stesura e conduzione di progetti giovanili a livello europeo. Ritengo che il contributo offerto da simili esperienze allo sviluppo della competenza interculturale e all'incremento della partecipazione dei giovani, secondo un'ottica di cittadinanza attiva, offrano un'interessante interpretazione per l'aumentata attenzione sia istituzionale che giovanile nei confronti degli scambi giovanili.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Luboya, Ntambwe <1960&gt. « IL RICONOSCIMENTO DELLE COMPETENZE DEGLI IMMIGRATI QUALIFICATI : MODELLI E TENDENZE INTERNAZIONALI ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7555.

Texte intégral
Résumé :
Il riconoscimento delle competenze comunque e ovunque acquisite rappresentano da tempo un tema molto dibattuto nei paesi dell'Ocse e a livello europeo. In una società caratterizzata da flussi di lavoratori immigrati, questa questione diventa fondamentale anche per loro. In quasi tutti paesi dell'OCSE, il tasso di impiego di immigrati mediamente e/o altamente qualificati è inferiore a quello dei loro omologhi nati nello stesso paese. Anche quando hanno un impiego, il rischio di sovraqualificazione è molto elevato. Quali sono le politiche, le strategie e i dispositivi messi in campo per il riconoscimento delle competenze dei lavoratori immigrati qualificati? Questo lavoro propone l'analisi del riconoscimento delle competenze dei lavoratori immigrati in alcuni paesi guida attraverso la consultazione della documentazione internazionale ai fini dell'analisi dei vari dispositivi esistenti.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

Ramundo, Giulia <1993&gt. « "LE FRECCE TRICOLORI : TRA EMOZIONE E PRECISIONE ORGANIZZATIVA - Le manifestazioni aeree e le Autorità competenti" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14793.

Texte intégral
Résumé :
L'elaborato finale dal titolo "LE FRECCE TRICOLORI: TRA EMOZIONE E PRECISIONE ORGANIZZATIVA - Le manifestazioni aeree e le Autorità competenti" mira a descrivere esaustivamente l’apparato organizzativo che si cela dietro una manifestazione aerea, sia essa nazionale o internazionale, a cui prende parte la Pattuglia Acrobatica Nazionale. Il punto di partenza è un breve ma esaustivo excursus che ripercorre le tappe di sedimentazione del più famoso Gruppo di volo rappresentante la nostra Nazione: da Rino Corso Fougier e l'origine del volo acrobatico collettivo alle prime pattuglie acrobatiche italiane; dalla nascita della P.A.N al suo attuale assetto istituzionale. Il compito principale delle Frecce Tricolori è quello di rappresentare l’Aeronautica Militare e l’intero Paese sia in Italia che all’Estero ed è fondamentalmente in occasione di manifestazioni aeree di spicco che questo compito viene adempiuto. La riuscita di una manifestazione dipende principalmente da un’adeguata cooperazione tra Ente Militare ed Ente Civile ed è a partire da questo presupposto che il secondo capitolo dell’elaborato – dopo alcune importanti considerazioni sullo spazio aereo, il diritto di aeronavigazione e l’ICAO - spiegherà come due autorità apparentemente così distanti come l’Aeronautica Militare, gestore del traffico aereo operativo e l’Ente Nazionale Assistenza Volo (ENAV), gestore del traffico aereo civile, si coordinino e operino simultaneamente nel garantire la sicurezza. Il terzo e più significativo capitolo si concentrerà sulle modalità di organizzazione di una manifestazione aerea internazionale, precisando le responsabilità dell'organizzatore e delineando, attraverso una sintesi dei punti chiave di particolari direttive, le norme di sicurezza che devono essere necessariamente tenute in considerazione durante il processo organizzativo.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
11

Beghelli, Silvia. « Valutazioni internazionali e nazionali : come il problem posing influenza la misura delle competenze matematiche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2373/.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
12

Graziano, D. « TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI E BREVETTO EUROPEO CON EFFETTO UNITARIO : GIURISDIZIONE E LEGGE APPLICABILE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/465742.

Texte intégral
Résumé :
Tribunale unificato dei brevetti e brevetto europeo con effetto unitario: giurisdizione e legge applicabile. Oggetto del presente elaborato è il pacchetto normativo costituito dall’accordo internazionale n. 2013/C 175/01 sul tribunale unificato dei brevetti, dal regolamento UE n. 542/14, che ha modificato il regolamento n. 1215/12 (c.d. Bruxelles I-bis) e dai regolamenti UE n. 1257/12 e n. 1260/12 sul brevetto europeo con effetto unitario e sul relativo regime di traduzione; con specifico riferimento alle tematiche della giurisdizione del tribunale unificato e della legge applicabile. Si tratta di due temi tradizionali in materia di tutela interstatale dei diritti, che tuttavia assumono nell’ambito della nuova regolamentazione connotati del tutto innovativi ed originali, funzionali ad assicurare una protezione uniforme delle invenzioni in Europa. La riforma introduce un titolo brevettuale con effetto unitario (peraltro limitato ad alcuni soltanto degli Stati dell’Unione europea) e realizza una maggiore uniformità anche rispetto agli esistenti brevetti europei senza effetto unitario. L’uniformità viene realizzata sul piano giurisdizionale rimettendo una porzione prevalente del contenzioso alla cognizione esclusiva di un tribunale unificato. Alle autorità nazionali degli Stati aderenti all’accordo rimane una competenza solo residuale, che attiene principalmente alla materia contrattuale, agli aspetti proprietari, e alla reazione agli abusi del titolare del brevetto. Oltretutto la riforma, modificando il regolamento Bruxelles I-bis, attribuisce al tribunale unificato dei brevetti una giurisdizione estesa potenzialmente anche al di fuori dei confini degli Stati aderenti all’accordo istitutivo del tribunale medesimo. Anche sul binario della legge applicabile il pacchetto realizza una maggiore uniformità di trattamento, assoggettando il brevetto europeo con effetto unitario e il brevetto europeo senza effetto unitario a una disciplina uniforme degli effetti e delle limitazioni del diritto di brevetto, che va ad aggiungersi alle norme uniformi in materia di validità e di interpretazione del brevetto previste dalla CBE. La riforma lascia ancora tuttavia diversi spazi alla legislazione nazionale, in relazione alla tutela della domanda, alle invenzioni dei dipendenti e su commessa, agli aspetti proprietari del brevetto, ai diritti di preuso, alle licenze obbligatorie, alla disciplina del concorso e della responsabilità solidale (che non assurgano a contraffazione indiretta), nonché alla tutela penale. Il pacchetto normativo realizza dunque un passo in avanti rilevante rispetto al passato per il brevetto europeo senza effetto unitario, mentre a confronto il passo appare scarso per il brevetto europeo con effetto unitario, a causa della porzione probabilmente eccessiva di disciplina e di giurisdizione lasciate per quest’ultimo alla dimensione nazionale. Terminato il periodo transitorio, la scelta tra i due titoli sembra dunque essenzialmente rimessa a una comparazione dei costi, rapportata ai territori di interesse per la tutela brevettuale. Occorre peraltro notare che il referendum inglese sulla Brexit ha gettato un’ombra di incertezza sul futuro del pacchetto: sulla base del testo attuale, l’accordo non consente la partecipazione del Regno Unito al sistema dopo il recesso dall’UE, ma il Regno Unito ha dichiarato di voler comunque aderire. La possibilità di modificare l’accordo in modo da aprirsi all’adesione di Stati non europei o comunque di consentire la permanenza in esso di Stati che perdano la qualifica di Stato membro dell’UE pone seri dubbi di compatibilità con i Trattati istitutivi alla luce del parere n. 1/09 della Corte di giustizia, rispetto al quale tuttavia le opinioni non sono concordi. Non è neppure scontato che una volontà politica in tal senso sussista in capo a tutte le parti in gioco. Il futuro del brevetto con effetto unitario e del tribunale unificato è quindi ancora incerto.
Unified Patent Court and European Patent with unitary effect: jurisdiction and applicable law. This study examines the “UP-UPC package” (agreement no. 2013/C 175/01 on the unified patent court, EU Reg. no. 542/14, which amended EU reg. no. 1215/12 Bruxelles I-bis, and EU Reg. no. 1257/12 and no. 1260/12 on the european patent with unitary effect); with regard to jurisdiction and applicable law, both relevant matters in the light of pursuing a more uniform protection of inventions in Europe. Uniformity is pursued by the package for both the european patent with unitary effect and the already existing european patent without unitary effect, by devolving most portion of litigation to the exclusive competence of the unified patent court. National courts’ competence will thus become residual, mainly referring to contract law, proprietary aspects, and patent holder’s abuse. Furthermore, by amending EU Reg. Bruxelles I-bis, the package confers to the unified patent court a long-arm jurisdiction potentially extended over the territories of countries which are not part of the UPC agreement. With regard to applicable law, the package introduces some uniform rules (applicable not only to european patent with unitary effect, but also to the “traditional” european patent without unitary effect) regarding patent infringement and limitations, which add to the unirofm rules on patent validty and interpretation set forth by the EPC widely extending the scope of the uniform protection. Many areas however will continue to be regulated by national laws, more specifically the matters related to patent application’s enforcement, employees’ inventions, proprietary aspects, prior use, compulsory licenses, joint liability and criminal sanctions. In the light of the above, it appears that the package achieves a sensitive improvement for the european patent without unitary effect, in terms of uniformity of protection. On the other hand, the step forward seems quite limited with regard to the european patent with unitary effect, as too many areas will be left to national law and jurisdiction. Under the new regulation, the protection granted by “old” european patents without unitary effect will not be much different than that assured by “new” patents with unitary effect. Therefore, after the expiration of the transitory period, the patentees’ choice between the two option will essentially depend on a comparison of costs taking into consideration the territories where they seek protection. It is to be noted that entry into force of the package is still at risk after the UK referendum on Brexit. The UPC agreement (at least, the version currently under ratification) prevents non-EU countries from joining the package, but notwistanding this circumstance, the UK Government recently announced that the UK will ratify the UPC agreement. Wether the agreement can be amended in that non-EU countries can be part of it, or in that previous EU countries can continue to be part of it, is a disputed matter, as the Court of Justice stated in opinion n. 1/09 that the previous version of the agreement (which was open to non-EU countries participation) was not compliant with EU treaties. This interpretation of op. 1/09 is not shared by all, and the matter is still unclear. Moreover, it is not clear if there would event be the necessary consensus among the member states to such amendment of the agreement. The future of the UP-UPC package is therefore still uncertain.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
13

Betti, Maurizio <1960&gt. « Un sistema di competenza per l'insegnante secondario in Italia ? Riflessioni teoriche e prime ipotesi a partire da un’analisi di casi internazionali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8689/1/betti_maurizio_Tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Questo percorso di ricerca essenzialmente di tipo teorico – di analisi, sistematizzazione e proposta progettuale – si è posto l’obiettivo di delineare una proposta per un sistema di competenze utile a definire il profilo dell’insegnante di scuola secondaria in Italia e a promuoverne la professionalità nella formazione iniziale e continua. A tale scopo si sono analizzati il dibattito internazionale e le ricerche empiriche sugli insegnanti. Tre diversi sistemi di competenze per l’insegnamento, europei ed extraeuropei (Scozia, Nuova Zelanda e Cile) sono stati presi in esame al fine di costruire un confronto tra essi sulla base di specifici criteri. Il percorso di ricerca realizzato può essere sintetizzato nelle seguenti fasi: 1. analisi riflessiva e critica della letteratura (sia del dibattito scientifico nazionale e internazionale sulla professionalità docente, sia dalle ricerche empiriche sugli insegnanti) e definizione del quadro teorico di sfondo della ricerca; 2. ricognizione dei principali sistemi internazionali di competenze e standard di professionalità per gli insegnanti e conseguente realizzazione di un’analisi comparativa per evidenziare aspetti di convergenza e specificità tra differenti contesti; 3. approfondimento in merito alle competenze dell’insegnante in Italia, anche in relazione all’attuale dibattito dopo la legge 107/2015, e agli studi e ricerche specifiche sui docenti di scuola secondaria; 4. delineazione di un possibile “sistema di competenze” per l’insegnante di scuola secondaria in Italia quale ipotesi operativa per sostenere lo sviluppo professionale dei docenti, funzionale a successive ricerche sul campo. I risultati dello studio portano a considerare, nell’ambito della professionalità docente nel nostro paese, sia gli elementi d’innovazione che si stanno sperimentando in questi ultimi anni (le competenze del Bilancio iniziale per i neoassunti e la figura del tutor), sia quegli aspetti che si considerano ancora carenti o comunque migliorabili. Sono stati evidenziati anche i diversi limiti dello studio; limiti che al, contempo, ne costituiscono potenziali prospettive.
This research path, essentially theoretical – based on analysis, systematization and project proposal - has the goal of outlining a proposal for a system of competences useful for defining the profile of the secondary school teacher in Italy and promoting its professionalism in the teacher initial and continuous education. To this end, international debate and empirical research on teachers were analyzed. Three different systems of teaching skills, both European and extra-European (Scotland, New Zealand and Chile) have been considered in order to construct a comparison between them based on specific criteria and indicators. The research path realized can be summarized in the following phases: 1. reflexive and critical analysis of the literature (both national and international scientific debate on teaching professionalism, and empirical research on teachers) and definition of the theoretical background framework for research; 2. recognition of the main international systems of competences and teacher’s professional standards and consequent implementation of a comparative analysis to highlight aspects of convergence and specificity between different contexts; 3. deepening of the teacher's competences in Italy, also in relation to the current debate after Law 107/2015, and to specific research on secondary school teachers; 4. Outlining a possible "competences system" for secondary school teachers in Italy as an operative hypothesis to support the professional development of teachers, functional to subsequent research in the field. The results of the study lead us to consider, within the teaching professionalism in our country, both the elements of innovation that are being tested in recent years (framework of competences for teachers novel and the figure of the tutor), both those aspects that are considered still lacking or otherwise to improve. The different limits of the study were also highlighted; limits that at the same time constitute potential prospects.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
14

CASTIGLIONI, GIOVANNI. « I SISTEMI PREVISIONALI DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI. L'ESPERIENZA ITALIANA E IL CONFRONTO INTERNAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6102.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si propone di studiare i processi che hanno contribuito allo sviluppo dei sistemi previsionali dei futuri fabbisogni professionali in Italia e nel contesto internazionale. La ricerca si focalizza sui differenti approcci utilizzati nelle analisi previsive approfondendo in particolare le metodologie adottate dai seguenti istituti: BLS (Bureau Labor of Statistics - Stati Uniti); CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training); ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori). Studiare l’andamento e l’evoluzione del mercato del lavoro, in termini di rilevazione dei fabbisogni professionali, significa realizzare un’analisi complessa, seppure di ampia utilità, che si appresta a essere riletta in chiave sociologica ponendo l’attenzione sui processi di definizione e rappresentazione del mercato del lavoro e del suo rapporto con la società. Il quadro interpretativo che guida la ricerca mette in luce tre dimensioni attraverso cui sono state intraprese diverse misure per implementare i sistemi previsionali sul piano funzionale, meta-funzionale e metodologico. La tesi approfondisce inoltre come l’analisi dei fabbisogni professionali possa rappresentare una delle premesse di lettura delle dinamiche del mercato del lavoro al fine di rendere più efficiente l’incontro tra domanda e offerta e di sviluppare un efficace sistema di formazione professionale e di istruzione finalizzato a garantire maggiore occupabilità, ad affrontare le politiche del lavoro e a gestire le relazioni industriali.
The thesis aims to study the processes that have contributed to the development of the employment forecasting systems adopted in the Italian experience in comparison with the international context. The research focuses on different approaches to the methodologies carried out by the following institutions: BLS (Bureau Labor of Statistics, USA); CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training) and ISFOL (Italian Institute for the Development of Vocational Training for Workers). Studying the evolution of the labour market, in terms of analysis of occupational needs, requires a complex process of analysis which can be interpreted from a sociological perspective with regard to the definition and representation processes of the labour market and its relationship to society. The interpretative framework that guides the research highlights three dimensions through which employment forecasting systems have been realized: the functional dimension, the meta-functional dimension and the methodological dimension. The research also reflects on how an analysis of occupational needs can represent one of the premises of understanding of the dynamics of the labour market in order to bring about more efficient matching between labour demand and supply and to develop an effective vocational and educational training system aimed at guaranteeing more employability, in order to address labour policies and manage industrial relations effectively.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
15

CASTIGLIONI, GIOVANNI. « I SISTEMI PREVISIONALI DEI FABBISOGNI PROFESSIONALI. L'ESPERIENZA ITALIANA E IL CONFRONTO INTERNAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6102.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si propone di studiare i processi che hanno contribuito allo sviluppo dei sistemi previsionali dei futuri fabbisogni professionali in Italia e nel contesto internazionale. La ricerca si focalizza sui differenti approcci utilizzati nelle analisi previsive approfondendo in particolare le metodologie adottate dai seguenti istituti: BLS (Bureau Labor of Statistics - Stati Uniti); CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training); ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori). Studiare l’andamento e l’evoluzione del mercato del lavoro, in termini di rilevazione dei fabbisogni professionali, significa realizzare un’analisi complessa, seppure di ampia utilità, che si appresta a essere riletta in chiave sociologica ponendo l’attenzione sui processi di definizione e rappresentazione del mercato del lavoro e del suo rapporto con la società. Il quadro interpretativo che guida la ricerca mette in luce tre dimensioni attraverso cui sono state intraprese diverse misure per implementare i sistemi previsionali sul piano funzionale, meta-funzionale e metodologico. La tesi approfondisce inoltre come l’analisi dei fabbisogni professionali possa rappresentare una delle premesse di lettura delle dinamiche del mercato del lavoro al fine di rendere più efficiente l’incontro tra domanda e offerta e di sviluppare un efficace sistema di formazione professionale e di istruzione finalizzato a garantire maggiore occupabilità, ad affrontare le politiche del lavoro e a gestire le relazioni industriali.
The thesis aims to study the processes that have contributed to the development of the employment forecasting systems adopted in the Italian experience in comparison with the international context. The research focuses on different approaches to the methodologies carried out by the following institutions: BLS (Bureau Labor of Statistics, USA); CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training) and ISFOL (Italian Institute for the Development of Vocational Training for Workers). Studying the evolution of the labour market, in terms of analysis of occupational needs, requires a complex process of analysis which can be interpreted from a sociological perspective with regard to the definition and representation processes of the labour market and its relationship to society. The interpretative framework that guides the research highlights three dimensions through which employment forecasting systems have been realized: the functional dimension, the meta-functional dimension and the methodological dimension. The research also reflects on how an analysis of occupational needs can represent one of the premises of understanding of the dynamics of the labour market in order to bring about more efficient matching between labour demand and supply and to develop an effective vocational and educational training system aimed at guaranteeing more employability, in order to address labour policies and manage industrial relations effectively.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
16

DI, FELICE LORENA. « Qualità della sicurezza in Europa : la formazione dell'operatore di Polizia come leva stategica per l'integrazione : studio di caso in quattro paesi UE e indicazioni metodologiche per una sperimentazione internazionale ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1028.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca approfondisce il rapporto tra qualità della sicurezza e qualità della formazione ai fini di realizzare uno spazio di sicurezza libertà e giustizia in Europa. Lo studio rivolge particolare attenzione alla formazione di polizia erogata in Europa dai differenti sistemi organizzativi che determinano l’accesso alla professione sviluppando un’analisi trasversale dei diversi Paesi da cui trarre gli elementi comuni attinenti al profilo di poliziotto. L’organizzazione delle forze di polizia negli Stati dell’Unione è risultata complessa e diversificata si è quindi impostato lo sviluppo della ricerca secondo la metodologia dello studio di caso, riferendosi a Italia Francia, Regno Unito, Polonia, Quattro Paesi significativi e rappresentativi . Obiettivo specifico dell’ analisi è pervenire a un profilo professionale formativo comune che permetta l’elaborazione di un’azione finalizzata alla definizione e alla successiva sperimentazione di un sistema di monitoraggio della qualità della formazione erogata nelle Scuole di polizia europee.
This Research investigates the relationship between security and education to realize an Area of security, freedom and justice in Europe. The focus is on Constable Courses of Police Training Schools within The European Union to find out a competency framework for cope. The Study is fully aware of the fact that different Police Training Systems are used within the Member States. Regarding this aspect the Research proposes study cases about Italy, France, United Kingdom and Poland. Its purpose is to have a vision on the core tasks of police and then to propose quality control standards to be implemented in National Police Courses.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
17

DI, FELICE LORENA. « Qualità della sicurezza in Europa : la formazione dell'operatore di Polizia come leva stategica per l'integrazione : studio di caso in quattro paesi UE e indicazioni metodologiche per una sperimentazione internazionale ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/1028.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca approfondisce il rapporto tra qualità della sicurezza e qualità della formazione ai fini di realizzare uno spazio di sicurezza libertà e giustizia in Europa. Lo studio rivolge particolare attenzione alla formazione di polizia erogata in Europa dai differenti sistemi organizzativi che determinano l’accesso alla professione sviluppando un’analisi trasversale dei diversi Paesi da cui trarre gli elementi comuni attinenti al profilo di poliziotto. L’organizzazione delle forze di polizia negli Stati dell’Unione è risultata complessa e diversificata si è quindi impostato lo sviluppo della ricerca secondo la metodologia dello studio di caso, riferendosi a Italia Francia, Regno Unito, Polonia, Quattro Paesi significativi e rappresentativi . Obiettivo specifico dell’ analisi è pervenire a un profilo professionale formativo comune che permetta l’elaborazione di un’azione finalizzata alla definizione e alla successiva sperimentazione di un sistema di monitoraggio della qualità della formazione erogata nelle Scuole di polizia europee.
This Research investigates the relationship between security and education to realize an Area of security, freedom and justice in Europe. The focus is on Constable Courses of Police Training Schools within The European Union to find out a competency framework for cope. The Study is fully aware of the fact that different Police Training Systems are used within the Member States. Regarding this aspect the Research proposes study cases about Italy, France, United Kingdom and Poland. Its purpose is to have a vision on the core tasks of police and then to propose quality control standards to be implemented in National Police Courses.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
18

PAILLI, GIACOMO. « Accordi sulla giurisdizione tra Europa, Inghilterra e Stati Uniti ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/806886.

Texte intégral
Résumé :
La tesi analizza in chiave comparata il fenomeno delle clausole di scelta del foro (o accordi sulla giurisdizione) dal punto di vista della civil law (prendendo in considerazione soprattutto l'esperienza europea) e dal peculiare punto di vista della common law.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
19

PAGLIARA, FRANCESCA. « La competenza pragmatica per comunicare all'università : e-mail e colloqui di richiesta di studenti italofoni e internazionali ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1507605.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca è stata condotta con il fine di individuare i bisogni comunicativi degli studenti universitari parlanti nativi (PN) e paranti non nativi (PNN) di italiano, attraverso l’osservazione di tre fenomeni diversi: la percezione di ciò di cui si ha bisogno per comunicare efficacemente e adeguatamente all’università con un professore; la competenza pragmalinguistica necessaria per fare richieste in modo appropriato al contesto accademico, nella corrispondenza scritta e nella conversazione con il docente; la gestione delle sequenze di chiusura alla fine del colloquio con il docente. Per perseguire gli scopi dello studio sono stati impiegati due strumenti: un questionario per rilevare la percezione degli studenti riguardo ai propri bisogni comunicativi in ambito accademico e una raccolta di produzioni scritte e orali, su cui è stata condotta un’analisi testuale. I testi collazionati sono specificamente e-mail di richiesta inviate a docenti universitari e colloqui tra docenti e studenti. I testi degli studenti italofoni sono spontanei, mentre quelli degli studenti internazionali sono stati elicitati tramite task scritti e role-play. I risultati ottenuti mostrano che gli studenti universitari PN e i PNN siano mediamente competenti nella gestione della diafasia nello scritto e nel parlato formale. Per entrambi i gruppi, quindi, data la sovrapponibilità dei risultati ottenuti, l’analisi evidenzia che è possibile un raffronto tra esigenze glottodidattiche. Questo dato conferma l’assunto che la competenza diafasica delle varietà alte non fa parte della competenza linguistica naturale e spontanea, ma che, in un ipotetico continuum della competenza parlante nativo/parlante non nativo, le varietà formali della lingua costituiscano un’area di sovrapposizione, in cui tanto il parlante madrelingua quanto l’apprendente necessitano di istruzione. La sintesi dei risultati ottenuti da questa ricerca apre pertanto a una riflessione sull’opportunità di pensare ed elaborare strumenti di formazione specifici per l’italiano della comunicazione accademica, dedicati agli studenti universitari che entrano a far parte del sistema universitario italiano, sia italofoni sia in mobilità internazionale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
20

FRANZINI, Manila. « INTERCULTURAL COMPETENCIES IN INTERNATIONAL COOPERATION The experience of the Italian operators abroad ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/938914.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca ha approfondito gli aspetti interculturali nella cooperazione internazionale e ha fornito indicazioni per la formazione dei giovani e degli operatori che vogliano operare in campo internazionale. La ricerca ha voluto indagare da una parte il processo di trasformazione negli operatori internazionali e dall’altra le competenze interculturali maturate dagli stessi nel corso della vita personale e professionale. Per fare questo sono stati coinvolti nella ricerca sedici cooperanti italiani che lavorano nei Paesi in Via di Sviluppo per conto delle Organizzazioni Non Governative (ONG), dieci operatori internazionali italiani che lavorano nelle Agenzie delle Nazioni Unite OMS e UNDP a Ginevra e venti Responsabili delle ONG Lombarde. In considerazione della parte empirica della ricerca e delle teorie di riferimento è stato delineato un modello dinamico delle competenze interculturali che contempla quattordici elementi ricorrenti. L’esperienza dei cooperanti mostra che i soggetti si “scompensano” a contatto con la diversità, mentre diventa necessario formare le persone a “vivere su di sé il mondo”, che significa vivere su di sé la diversità ed essere capace di farsi da “collante” tra più mondi e tra infinitamente grande e piccolo insieme.
The research has examined, in-depth, the intercultural aspects in international cooperation and has provided guidance for the training of young people and workers who want to work in the international dimension. The research wanted to analyze both the transformation process in international operators and other intercultural competences acquired by the people in the course of their personal and professional life. In this regard were involved in the research 16 operators that work for Non-Governamental Organizations (NGOs) in developing countries, 10 Italian international operators working in UN Agencies – WHO and UNDP in Geneva – and 20 Heads of NGOs Lombardy. In view of the empirical research and theoretical framework, a dynamic model of intercultural competence that covers fourteen recurring elements has been created. The experience of cooperating, shows that individuals will "decompensate" in contact with diversity, as it becomes necessary to train people to "live the world upon themselves”, meaning both to live diversity on oneself and be able to be "the glue” of various worlds and between infinitely big and small together.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
21

ROZZI, FABRIZIO. « L'indagine OCSE-PISA 2006 : apprendimenti e back-ground socioculturale degli studenti dell'Italia Centrale ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/2158/559086.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
22

FORESI, Elisa. « A Multisectoral Analysis for economic policy : an application for healthcare systems and for labour market composition by skills ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

Texte intégral
Résumé :
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
23

RENGHINI, Cristina. « Il sistema di tutela brevettuale nell'Unione Europea : il Brevetto Europeo con effetto unitario e il Tribunale Unificato dei Brevetti ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251086.

Texte intégral
Résumé :
Dopo più di quarant’anni di tentativi tesi alla realizzazione di un titolo di protezione brevettuale “comunitario”, nel 2012 sono stati emanati due regolamenti, il n. 1257/2012 e il n. 1260/2012, attuativi di una cooperazione rafforzata tra ventisei Stati membri dell’Unione europea: essi creano un brevetto europeo con effetto unitario e ne disciplinano il regime di traduzione applicabile. L’anno successivo, venticinque Stati membri hanno firmato un accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. I summenzionati strumenti normativi costituiscono il c.d. “pacchetto brevetti”, che entrerà in vigore una volta che almeno tredici Stati membri, tra cui Germania, Francia e Regno Unito, avranno ratificato l’Accordo. Rispetto al panorama attuale, caratterizzato da una frammentazione normativa e giurisdizionale, tale nuova architettura porterà indubbiamente notevoli vantaggi. Da un lato, infatti, i regolamenti europei introducono un “nuovo brevetto” che estende la sua efficacia oltre i confini nazionali; la portata della protezione e gli effetti saranno infatti uniformi in tutto il territorio degli Stati membri partecipanti. Dall’altro, il Tribunale unificato, competente a giudicare quasi tutte le controversie in materia brevettuale, si sostituirà ai giudici nazionali, garantendo l’uniformità della giurisdizione e delle decisioni. Tuttavia, il risultato ottenuto con il “pacchetto brevetti” non sembra essere adeguato agli obiettivi di unitarietà che le istituzioni europee e gli Stati membri si erano prefissati. Si tratta infatti di un quadro normativo complesso, che combina il diritto dell’Unione europea, il diritto internazionale (in particolare l’Accordo sul Tribunale unificato e la Convenzione sul brevetto europeo), e il diritto nazionale degli Stati membri, a cui gli atti citati rinviano in diverse occasioni, e che istituisce due strumenti, il brevetto europeo con effetto unitario e il Tribunale unificato dei brevetti, dalla natura assai controversa. Per tale ragione, la nuova normativa solleva molteplici questioni di natura costituzionale, in ordine alla compatibilità del nuovo sistema con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Uno dei profili problematici di particolare interesse riguarda la cooperazione rafforzata in tema di tutela brevettuale unitaria, che sembra essere stata instaurata per eludere il dissenso di Italia e Spagna in relazione al regime linguistico applicabile. Inoltre, nei due regolamenti europei manca una vera e propria disciplina sostanziale, sollevando pertanto dei dubbi sull’effettiva “unitarietà” del nuovo brevetto. Infine, alcune caratteristiche del Tribunale unificato, quali la sua particolare struttura, il riparto interno delle competenze, il regime linguistico e la previsione di un periodo transitorio in cui è possibile ancora adire il giudice nazionale, si pongono in contrasto con il fine di unificazione giurisdizionale. A tali considerazioni si aggiunge che la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea potrebbe compromettere l’entrata in vigore del “pacchetto brevetti”. Obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare in modo organico l’intera disciplina, nell’ottica di verificarne l’effettiva compatibilità con l’ordinamento dell’Unione europea. Solamente attraverso un approccio sistematico fondato sui principi e sugli strumenti dell’UE, si possono superare le attuali criticità che emergono dal “pacchetto brevetti”, nell’ottica di un effettivo miglioramento di tale nuova disciplina e del conseguente raggiungimento di una reale unitarietà nella tutela brevettuale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie