Articles de revues sur le sujet « Commercio internazionali »

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1

Spoto, Giuseppe. « Luci e ombre del sistema multilaterale degli accordi internazionali sul commercio dei prodotti agricoli ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(29) (30 décembre 2021) : 423–60. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.22.

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Résumé :
Anche se le regolazioni sul commercio dei prodotti agricoli si sono evoluti dagli obiettivi di piena liberalizzazione perseguiti per il commercio dei prodotti industriali, le regole del GATT sono state applicate fin dall’inizio. L’autore dell’articolo ricostruisce il quadro normativo delle fonti internazionali, con particolare attenzione all’Accordo SPS (sulle misure sanitarie e fitosanitarie), all’Accordo TBT (sulle barriere tecniche al commercio), e all’Accordo TRIPs (Trade Related Intellectual Property Rights; Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale). La seconda parte dello studio approfondisce il tema del commercio e dell’informazione a garanzia del diritto internazionale umanitario, partendo da un esame del caso del vino israeliano e dalla motivazione della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (C-368/18). Da quando l’OMC è stata istituita sono avvenuti molti cambiamenti, ma soprattutto c’è stata un’inversione di rotta da parte dei Paesi industrializzati che hanno scelto di stimolare accordi commerciali bilaterali rispetto al sistema multilaterale, minando così l’importanza delle regole dell’OMC. La novità più significativa di questa evoluzione è che tali accordi bilaterali non sono più da considerare come ulteriori sviluppi nella costruzione del sistema multilaterale, ma sono spesso diventati dei veri e propri ostacoli alla ricostruzione. Per l’autore, sono proprio le regole del commercio internazionale stabilite con l’OMC a offrire le migliori garanzie di fronte alla crescita degli scambi e alla conquista sempre più crescente di quote significative del mercato mondiale da parte dei Paesi più aggressivi. Le crisi economiche degli ultimi anni e, soprattutto, i recenti sconvolgimenti dei mercati internazionali a seguito della pandemia hanno mostrato la necessità di rinnovare l’agenda globale, legando indissolubilmente la circolazione delle merci (soprattutto agricole) ad ulteriori obiettivi che non possono prescindere dal cambiamento climatico, dalla lotta all’inquinamento e dalla soluzione dei problemi ambientali che sono diventati temi da considerare come tasselli di un unico grande mosaico. Questi obiettivi richiederebbero un rilancio del multilateralismo e confermerebbero l’importanza di trovare un anello comune all’interno dell’OMC.
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Petit, Michel. « Agro-Food Trade and Policy issues in the Mediterranean region ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (août 2009) : 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/qu2009-003002.

Texte intégral
Résumé :
- The limited economic stakes involved in the current agricultural trade discussions and negotiations in the Mediterranean region hardly justify the political sensitivities they generate. As a result, agricultural trade conflicts lead to misconceptions, frustrations and taboos, which stand in the way of fuller agricultural collaboration between North and South in the region. This hampers common efforts in such domains as rural development, agricultural research and higher education as well as the efforts of the private sector, which could address important issues and yield high pay offs.EconLit Classification: F590, Q170Keywords: International Relations, Agriculture in International TradeParole chiave: Relazioni internazionali, Commercio internazionale agricolo
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3

Rosaria Mauro, Maria. « Commercio internazionale e tutela dei diritti dei lavoratori : alla ricerca di una globalizzazione sostenibile. » E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 2, no 6 (2021) : 372–401. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2021.i02.17.

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Résumé :
La liberalizzazione del commercio internazionale può promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro sia nei Paesi in via di viluppo sia nelle economie industrializzate. Peraltro, non tutti gli Stati hanno beneficiato in uguale misura di tale liberalizzazione e, in generale, della globalizzazione delle relazioni economiche internazionali. Di conseguenza, questi fenomeni e gli accordi commerciali di stampo liberista che li hanno favoriti continuano a essere oggetto di un acceso dibattito. In tale contesto, uno degli aspetti più controversi è la mancanza di una protezione adeguata dei diritti dei lavoratori nell’ambito dei suddetti accordi. Partendo dall’attuale mancanza di regole specifiche nel quadro giuridico multilaterale degli scambi, l’autore analizza le cosiddette “clausole sociali” contenute negli accordi di libero scambio bilaterali e regionali di nuova generazione, con particolare riferimento ai trattati conclusi dall’Unione europea (UE). Dall’analisi emerge che tali clausole non garantiscono ancora una sufficiente protezione ai lavoratori e che, pertanto, esse andrebbero modificate.
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Perulli, Adalberto. « Giustizia sociale, commercio internazionale ed extraterritorialità "atipica". Il caso USMCA ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 215–34. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170003.

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Résumé :
L'articolo analizza alcune delle principali novità del Trattato USMCA, collocandolo nel contesto della globalizzazione economica e delle tecniche di regolazione sociale che impiegano i la-bour standards dell'OIL e le clausole sociali nei Trattati commerciali internazionali, realizzando forme "atipiche" di extraterritorialità. Il Trattato USMCA si caratterizza per alcune impor-tanti innovazioni in materia: l'impegno delle parti a rispettare gli international core labour standards, il riconoscimento del diritto di sciopero, la possibilità di sanzionare direttamente le imprese responsabili delle violazioni dei diritti del lavoro, una procedura veloce di risoluzione delle controversie. Nel complesso il Trattato rilancia la capacità della clausola sociale come principale fattore di tutela dei diritti del lavoro in un contesto di globalizzazione economica.
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Fritz, Melanie, Maurizio Canavari, Nicola Cantore, Jivka Deiters et Erika Pignatti. « Commercio elettronico e fiducia : analisi preliminare del potenziale in filiere agro-alimentari internazionali ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 2 (octobre 2009) : 63–83. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2009-002004.

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Résumé :
- Business-to-business (B2B) e-commerce is an innovative use of information and communication technologies (ict) and refers to the exchange of goods and related information between companies supported by Internet-based tools such as electronic marketplaces (also called electronic trade platforms) or online shops. It provides opportunities for cost-efficiency in supply chain management processes and access to new markets. With regard to the food sector with its chain levels input - agriculture - industry - retail - consumer, B2B e-commerce would take place in the exchange of food products between all levels except retail to consumer (business-to-consumer ecommerce). B2B e-commerce demonstrated to be able to bring key advantages and potentials for European consumers and the European food sector, for instance easier traceability, cost-efficiency in supply chain management processes, better competitiveness, lower transaction costs, etc. In recent years, the availability of sophisticated B2B e-commerce technology improved tremendously and the applications became more powerful, flexible, and user-friendly. However, the "European e-Business Market Watch" initiative from the Directorate-General Enterprise and Industry from the European Commission showed that only large multinationals exploit the potentials of B2B e-commerce. smes instead, which create the largest share of turn over in the European food sector and therefore create jobs and welfare in Europe, are reluctant to take up existing B2B ecommerce technologies into their supply or selling operations. Trust issues were identified as one of the factors hindering adoption of this new technology among smes. In this paper, different food chain scenarios with their transaction processes and risks regarding food quality and food safety and related trust elements are analysed and differences in trust in several European food chains need to be considered within the context of the existing scientific literature. We identify food chains with trans- European cross-border exchange of food and international food chains in order to analyse the transaction processes and typical risks regarding food quality and food safety. The analysis focuses on trans-European cross-border and international food chains with their chain levels (e.g. production to wholesale trade, wholesale trade to industry, or wholesale trade to retail). In particular, it regards the food categories meat, grains, fresh vegetables, and fresh fruits and the particular risks regarding food quality and safety along the chains. The results are useful to identify relevant trust issues within the food supply chains, which can be addresses by innovative and trust building features of the B2B e-commerce tools.JEL Codes: M15, M16Key words: e-commerce, transaction risks, trust, trade stream analysis
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Giovannini, T., et V. Renna. « Piero Bernardini, L'arbitrato nel commercio e negli investimenti internazionali (2nd ed., Giuffre Editore 2008) ». ICSID Review 25, no 2 (1 septembre 2010) : 498–503. http://dx.doi.org/10.1093/icsidreview/25.2.498.

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Ferrante, Vincenzo. « Lavoro decente e responsabilità delle imprese multinazionali per le produzioni delocalizzate : Panorama della legislazione italiana ». Lex Social : Revista de Derechos Sociales 10, no 2 (8 juillet 2020) : 224–52. http://dx.doi.org/10.46661/lexsocial.5070.

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Résumé :
Il saggio, che prende spunto dal Convegno organizzato dall’Università di Alcalà nel dicembre del 2019 “Estándares laborales y responsabilidad de las empresas multinacionales. Desafíos en un mundo global”, esamina la legislazione italiana diretta a garantire che le imprese multinazionali aventi sede nello Stato realizzino scambi commerciali su una base equa, vigilando sulle società controllate estere, per assicurare che queste rispettino i core labour standards previsti dall’OIL e dalle altre organizzazioni internazionali. A differenza della legislazione di altri paesi europei, manca in Italia una norma che imponga un obiettivo siffatto, forse a ragione del fatto che la vasta diffusione del lavoro sommerso ha imposto al legislatore di concentrarsi sui fenomeni di sfruttamento che si manifestano nei confini nazionali (anche se si rileva come la trasposizione delle direttive che hanno riguardo a questo obiettivo non sempre è correttamente avvenuta). In attesa che venga a maturare una norma di diritto internazionale universalmente riconosciuta che faccia divieto di commerciare un qualunque bene, quando esso sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento schiavistico di altri uomini, l’A. si concentra sulla legislazione relativa alle società commerciali, su quella che regola gli appalti privati e sulla disciplina europea del commercio alimentare, per verificare se le norme già esistenti in materia non consentano al giudice nazionale, opportunamente sollecitato, di reprimere lo sfruttamento che avvenga al di fuori dei confini nazionali, in virtù degli obblighi assunti dalle singole società nei confronti dei propri soci e dei consumatori.
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Cesa, Marco. « AA.VV., Il commercio delle armi. Per un controllo nei trasferimenti internazionali di armamenti, Milano, Angeli, 1991, pp. 223, L. 23.000. » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 1 (avril 1992) : 166–67. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001830x.

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Bompiani, Adriano. « L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche ». Medicina e Morale 49, no 4 (31 août 2000) : 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Résumé :
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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Carrascosa González, Javier. « FABRIZIO MARRELLA. Manuale di Diritto del commercio internazionale ». CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 14, no 1 (9 mars 2022) : 1265–66. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2022.6762.

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Baroncelli, Eugenia. « DEMOCRAZIA E COMMERCIO : IL CASO DELLE GRANDI POTENZE TRA IL 1980 E IL 1998 ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 1 (avril 2003) : 31–69. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026964.

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Résumé :
IntroduzioneSin dall'Ottocento, l'economia politica dei classici ha prodotto modelli del commercio internazionale per spiegare tanto i vantaggi derivanti dall'apertura agli scambi, quanto la struttura dei flussi commerciali tra i diversi paesi. A tutt'oggi, gli assunti avanzati dal modello ricardiano del commercio internazionale e dal modello Heckscher-Ohlin-Samuelson, che spiegano i flussi di scambi commerciali rispettivamente basandosi sui concetti di vantaggio comparato e di dotazione di risorse, forniscono strumenti ampiamente utilizzati nella spiegazione dell'insorgenza e del mantenimento di rapporti commerciali tra stati. A differenza della letteratura economica, che si è concentrata in buona misura sulle cause dell'apertura commerciale e sulla spiegazione delle direzioni dei flussi di scambio, spesso limitandosi a individuare i fattori costanti nelle politiche protezioniste o liberiste degli stati, la letteratura politologica ha puntato il proprio interesse sulla spiegazione delle variazioni nella scelta degli stati di promuovere, oppure limitare, il grado di apertura agli scambi con l'estero.
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Finco, Adele, Monica Padella, Guido Di Pronio et Mirco Pollonara. « Dinamiche del commercio internazionale dell'olio di oliva italiano : un'analisi prospettica ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 2 (octobre 2009) : 169–85. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2009-002009.

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Résumé :
- The paper analyses the dynamics of the Italian olive oil trade and gives a preliminary explanation of the opportunity in the international market. The paper starts showing the description of olive oil chain and production and underlining the main factors affecting the import export system. The aim of this work is to explain the magnitude of the trade flows for olive oil from Italy to its main importing countries. This objective has been reached by establishing an appropriate econometric model derived from an extended form of the "Gravity Model". This model has been broadly applied to the analysis of international trade because it provides robust estimates. The results obtained and the model itself are useful in forecasting potential trends in the exportation of high quality Italian olive oil.JEL Codes: Q13, Q17, C20Key words: Italian Olive Oil, Food-Trade, Gravity Models, Export Analysis
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Pretelli, Ilaria. « Fabrizio Marrella / Nicola Soldati (eds.). Arbitration, Contracts and International Trade Law / Arbitrato, contratti e diritto del commercio internazionale. Essays in honor of Giorgio Bernini/ Studi in onore di Giorgio Bernini ». CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 14, no 1 (9 mars 2022) : 1290–91. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2022.6769.

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Résumé :
This article reviews: Fabrizio Marrella / Nicola Soldati (Eds.). Arbitration, Contracts and International Trade Law / Arbitrato, contratti e diritto del commercio internazionale. Essays in honor of Giorgio Bernini/ Studi in onore di Giorgio Bernini. Milan, Giuffré-Francis Lefebvre, 2021, 683 pp.
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Guariglia, Antonio. « Il regime degli scambi nel commercio internazionale agroalimentare e la pac ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 3 (janvier 2010) : 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2009-003002.

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Di Maio, Michele, et Federico Tamagni. « L'anomalia del modello di specializzazione italiano e l'evoluzione del commercio internazionale ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (février 2009) : 79–103. http://dx.doi.org/10.3280/qu2008-003004.

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De Gennaro, Bernardo, Luigi Roselli et Umberto Medicamento. « Il commercio internazionale degli oli di oliva italiani e pugliesi : un'analisi comparata ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 3 (janvier 2010) : 79–101. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2009-003005.

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Evangelista, Riccardo, et Stefano Spalletti. « Il vino come elemento culturale e analitico nella storia del pensiero economico. Vino, agricoltura e commercio internazionale da Cantillon a Ricardo ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (janvier 2021) : 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002002.

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A partire dai paradigmi preclassici di Cantillon e Quesnay, fino ad arrivare all'affermazione della teoria classica di Smith e Ricardo, il vino è stato utilizzato dai grandi autori del pensiero economico per analizzare il tema della produttività del settore primario, del rapporto con quello manifatturiero e del commercio internazionale. Pur perdendo gran parte del suo ruolo paradigmatico con la rivoluzione marginalista, il vino rimane oggetto di alcune questioni contemporanee che caratterizzano l'indagine economica.
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Balard, Michel. « Carlo I d'Angiò e il Mediterraneo : politica, diplomazia e commercio internazionale prima dei Vespri ». Mediterranean Historical Review 26, no 2 (décembre 2011) : 200–202. http://dx.doi.org/10.1080/09518967.2011.630838.

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Crivelli, Benedetta. « Ridurre le distanze : flussi di informazioni nell'organizzazione del commercio transoceanico nella prima età moderna ». CHEIRON, no 1 (janvier 2022) : 226–49. http://dx.doi.org/10.3280/che2020-011.

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Nel corso del XVI secolo l'espansione dei regni iberici verso il Nuovo Mondo aveva favorito l'azione di reti di commercio, che erano in grado di operare attraverso ampie distanze grazie anche alla disponibilità e alla rapidità dei flussi di informazione. La penisola iberica fu un'area privilegiata di interscambio culturale in cui agivano istituzioni informali, le quali basavano le loro interazioni su relazioni personali; estensione e densità delle reti sociali erano diretta conseguenza del processo di costruzione dell'impero che le Monarchie iberiche realizzarono attraverso il monopolio delle rotte commerciali. La quantità e qualità delle comunicazioni da un lato definivano le strategie messe in atto dalle istituzioni imperiali per esercitare il controllo sui domini d'oltremare, dall'altro consentivano agli agenti economici di eludere le rigide regole del commercio internazionale. Il saggio si propone di ricostruire, attraverso la corrispondenza mercantile, l'azione di queste reti sociali che furono in grado di organizzare lo scambio di prodotti dall'Europa all'Asia, e all'America, e viceversa, entrando spesso in conflitto con le istituzioni della monarchia.
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Potito, Serena. « L’economia napoletana e il commercio internazionale tra ‘800 e ‘900 : I Magazzini Generali e il Deposito Franco = The Neapolitan economy and international trade between 800 and 900 : The Magazzini Generali and the Free Warehouse ». Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no 16/17 (1 décembre 2013) : 241. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i16/17.1343.

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<p>I Magazzini Generali, creati su modello dei <em>docks</em> inglesi e dei magazzini francesi -e regolamentati da una legge del 1871- si diffusero nelle maggiori città italiane, con alterna fortuna: comune era lo scopo di provvedere alla custodia delle merci, rilasciando speciali titoli di commercio, e di agevolare l’incontro tra produttore e acquirente, riducendo i tempi di negoziazione.</p> <p>Essi sono, dunque, da annoverare fra gli strumenti commerciali con cui si intendeva intensificare e favorire i traffici di merci nel periodo in cui il commercio internazionale su larga scala andava riducendo le barriere tra paesi, accompagnato dallo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture.</p> <p>Nell’ambito del dibattito sul tentativo italiano di ritagliarsi un ruolo durante la prima globalizzazione -con la crescita della liberalizzazione del commercio internazionale e, nello stesso tempo, lo sviluppo del protezionismo moderno- la presente ricerca mette a fuoco l’esperienza della costituzione dei Magazzini Generali di Napoli, per alcuni decenni i più importanti d’Italia. La Società Meridionale dei Magazzini Generali ne assunse la gestione nel 1874 e -attraverso lo studio di testimonianze dell’epoca, degli Atti del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio, di dati di bilancio presenti nell’Archivio di Stato di Napoli- questo saggio ne ripercorre l’iter costitutivo e le vicende dei primi anni. Oltre a offrire un quadro della situazione politica ed economica del Mezzogiorno d’Italia, ed in particolare di Napoli, nella congiuntura economica tra fine ‘800 e inizio ‘900, emergono spunti interessanti relativi all’ammodernamento delle infrastrutture portuali cittadine, e alla questione della creazione di un punto franco (uno degli ipotetici cardini dello sviluppo industriale della città): in un quadro di occasioni mancate ed ostacoli legati alle caratteristiche del processo storico, dal confronto con economie di differenti realtà europee.</p><p>The <em>Magazzini Generali</em>, created on the model of the British docks and of the French <em>magasins généraux</em> -and regulated by an Act of 1871- became widespread in major Italian cities, with varying success: common purpose was to provide for the custody of the goods, issuing special bonds trade, and to facilitate the meeting between producer and buyer, reducing the time of negotiation. They are -therefore- to be counted among the commercial tools with which it was intended to intensify and facilitate the traffic of goods in the period in which international trade -on a large scale- was reducing the barriers between countries, accompanied by the development and modernization of infrastructure. In the debate on the Italian attempt to carve out a role during the first globalization -with the growth of international trade liberalization and, at the same time, the development of modern protectionism- the present research focuses on the experience of the constitution of Magazzini Generali of Naples, for several decades the most important ones in Italy. The <em>Società Meridionale of Magazzini Generali</em> took over the management in 1874 and -through the study of contemporary testimonies, of the Acts of the City Council and of the Chamber of Commerce, of balance sheet data present in the State Archives of Naples- this essay traces its incorporation process and the events of the early years. In addition to providing an overview of the political and economic situation of Southern Italy, especially in Naples, during the economic situation between the end of '800 and '900, interesting ideas emerge relating to the modernization of port infrastructure, and about the question of creating a free point (one of the hypothetical cornerstones of the industrial development of the city): in a framework of missed opportunities and of obstacles related to the characteristics of the historical process, by comparing with the economies of different European realities.</p>
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Podini, Andrea. « Il contrabbando di armi a Marsiglia : legislazione e pratiche illecite (1885-­1939) ». SOCIETÀ E STORIA, no 172 (juin 2021) : 321–42. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172004.

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L'autore si propone di studiare i contrabbandi di armi avvenuti durante la Terza repubblica francese a Marsiglia. L'indagine da una parte analizza le disposizioni normative che oscillarono tra la completa liberalizzazione e il rigido controllo, suddividendo il periodo repubblicano in tre distinte fasi cronologiche; dall'altra, le pratiche con cui i contrabbandi di armi venivano organizzati, suddividendoli, a seconda del mercato a cui erano diretti, in traffici di natura locale - destinati al milieu urbano - o internazionale - rivolti a zone di guerra dove il commercio lecito era stato sospeso. L'autore mostra infine il caso di studio di Marcel Seytres, importante trafficante d'armi di Marsiglia, ricostruendone i traffici illeciti.
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Strangio, Donatella. « Quello che i numeri non dicono. L’Italia nel commercio internazionale tra ’800 e ’900 : istituzioni, tecniche, protagonisti ». Journal of Modern Italian Studies 21, no 4 (7 août 2016) : 674–76. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2016.1207328.

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Adinolfi, Giovanna. « Alimentazione e commercio internazionale nel rapporto del 2009 del relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 1 (avril 2010) : 125–39. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2010-001007.

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Sanna, Carlo. « L'impatto delle vicende economiche e politiche sulla trasformazione urbana e sociale di Istanbul (1923-1984) ». STORIA URBANA, no 168 (novembre 2021) : 115–39. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168005.

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Résumé :
Istanbul, con i suoi oltre 16 milioni di abitanti, è oggi la maggiore città della Turchia e una delle megalopoli più grandi del mondo. Storica capitale dell'Impero Ottomano, oggi non è solo il maggiore centro abitato della Turchia, ma anche il suo cuore pulsante culturale, sociale ed economico. Da sola, la città genera oltre il 40% del gettito fiscale e circa il 40% del PIL della Turchia, con più del 20% della produzione industriale del Paese. Eppure, appena sessant'anni fa Istanbul era una città portuale stagnante e dimenticata, tagliata fuori dalle rotte del commercio internazionale, con meno di un milione di abitanti e una crescita praticamente nulla. La situazione di Istanbul rispecchiava la condizione della Turchia del secondo dopoguerra: un Paese scarsamente industrializzato e prevalentemente rurale, con strutture economiche basate principalmente sul settore agricolo, infrastrutture scarse e arretrate, poco integrato nel mercato internazionale. In seguito la Turchia fu protagonista di una crescita vorticosa che, seppure caratterizzata da un andamento estremamente altalenante, la proiettò saldamente all'interno dei meccanismi del mercato globale negli ultimi due decenni del XX secolo. Questi processi scossero profondamente Istanbul e l'intero Paese, attraversati da enormi cambiamenti nelle dinamiche non solo economiche, ma anche politiche e sociali. La città fu protagonista di un pluridecennale processo di trasformazione che la portò da poco più di 950 mila abitanti nel 1950 a una metropoli con oltre 8 milioni di abitanti negli anni Novanta. L'articolo analizza come questi processi storici abbiano modificato la struttura economica, sociale, demografica di Istanbul, ponendo le basi per farla diventare la città che è oggi.
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Fonzi, Paolo. « "Liquidare e dimenticare il passato". I rapporti italo-greci 1943-1948 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 266 (septembre 2012) : 7–42. http://dx.doi.org/10.3280/ic2012-266001.

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Résumé :
L'articolo ripercorre la storia della ripresa dei rapporti diplomatici tra Italia e Grecia dopo l'interruzione causata dall'attacco italiano dell'ottobre 1940. La normalizzazione iniziň nel settembre del 1943, quando la Grecia dovette elaborare una nuova politica verso l'Italia che da nemico era diventata alleato. Essa si concluse nel novembre del 1948, quando fu firmato un Trattato di amicizia, commercio e navigazione tra i due stati. L'autore analizza diversi elementi e fattori di questa vicenda: le strategie d'inserimento dei due stati nel nuovo panorama internazionale; la ricerca di consenso interno da parte dei governi; i sentimenti della popolazione; l'immagine degli italiani diffusa in Grecia, che inizialmente era estremamente negativa; la memoria della guerra costruita dai governi greci del dopoguerra, che si cristallizzň nell'Anniversario del No dai forti accenti anti-italiani; il problema della punizione dei crimini di guerra commessi dagli italiani in Grecia. Tutti questi elementi concorsero nel determinare la politica dei governi greci verso l'Italia. Tra tutti l'autore sottolinea l'importanza del nazionalismo e delle rivendicazioni territoriali, che furono utilizzate dai governi greci del dopoguerra come fattore di stabilizzazione interna e valvola di sfogo delle tensioni sociali.
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Kelly, Samantha, et Valentine Leys. « Gian Luca Borghese Carlo I d’Angiò e il Mediterraneo. Politica, diplomazia e commercio internazionale prima dei vespri Rome, École française de Rome, 2008, 336p. » Annales. Histoire, Sciences Sociales 66, no 3 (septembre 2011) : 881–85. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900011331.

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Cherubini, Luca, Leonardo Ghezzi, Renato Panicciŕ et Stefano Rosignoli. « L'interscambio commerciale tra il mezzogiorno e il centro nord : struttura e meccanismi di propagazione degli shock ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 1 (mai 2012) : 42–86. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-001003.

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Résumé :
In questo lavoro si esaminano le interdipendenze economiche tra le diverse aree geografiche del Paese, nel periodo 1995-2006, attraverso un modello di Input- Output multiregionale. I risultati mettono in luce che la domanda di beni rivolta al Mezzogiorno produce solo in parte effetti sull'economia locale, mentre si generano significativi incrementi dell'offerta proveniente dalle altre aree geografiche e dall'estero. Per esempio, nel 2006 un aumento di 100 euro della domanda finale interna del Mezzogiorno induceva un incremento complessivo della produzione di 169 euro, di cui 97 a beneficio della produzione locale e 52 del resto dell'Italia; lo stesso aumento nel Nord-Ovest attivava una produzione totale di circa 172 euro, di cui 114 nella stessa area e circa 35 nelle altre aree del Paese. La domanda finale interna che si genera nelle singole macro-aree produce nel Mezzogiorno un saldo commerciale interregionale negativo, mentre nel Nord-Ovest genera un surplus nelle transazioni commerciali con le altre macro-aree. La dipendenza dell'economia meridionale dall'offerta del Centro-Nord non mostra variazioni di rilievo nel periodo di analisi, mentre il Nord-Est e il Centro hanno aumentato gradualmente, nel tempo, il proprio livello di integrazione produttiva e commerciale con il Nord-Ovest. La minore apertura al commercio internazionale delle regioni centrali e meridionali le rende meno vulnerabili agli shock negativi della domanda mondiale.
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Ryan, Christopher K. « Contributions of Harry Gunnison Brown (1880–1975) ». Journal of Public Finance and Public Choice 12, no 1 (1 avril 1994) : 31–40. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539815.

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Résumé :
Abstract Sebbene le opere di Harry Gunnison Brown, prese singolarmente, non siano state trascurate in modo particolare, l’insieme della sua produzione scientifica non è ancora stato oggetto di attento esame.Dopo aver collaborate con Irving Fisher al suo volume sul potere d’acquisto della moneta, Brown pubblicò nel 1914 un libro sul commercio internazionale, nel quale sostenne con vigore il libero scambio. È del 1916 un’importante opera sui criteri per stabilire le tariffe nei trasporti, da lui ricavati basandosi sui loro effetti sul benessere generale.La sua opera più nota è il volume The Economics of Taxation, del 1924, ormai considerate un classico sull’argomento.Un breve scritto del 1939, dedicato all’incidenza di un’imposta generale sulle vendite, ha avuto molto successo a motivo deU’originalità della sua tesi, secondo cui quest’imposta non darebbe luogo ad una diminuzione della produzione e quindi non farebbe aumentare i prezzi.A proposito della Grande Depressione, egli ritenne che una delle sue cause fosse stata l’inadeguatezza delle politiche della Riserva Federale. Il suo atteggiamento nei riguardi del pensiero keynesiano fu parimenti critico.Nel dopoguerra Brown si preoccupò dello sviluppo del debito pubblico, ritenendo che l’eccessivo indebitamento avrebbe reso necessarie maggiori imposte, disincentivando così l’economia.Uno dei temi preferiti da Brown fu quello dell’imposta unica sulla terra, argomento a cui dedicò una lunga serie di studi, che tuttavia non si può dire abbiano contribuito a rafforzare la sua immagine di studioso.
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MALACRIDA, LORENZO MARRI. « LANMARCO LAQUIDARA, Per una storia della sanit nell'Ottocento Preunitario Apuano. Massa Carrara, S.E.A., (per conto della Soc. Internazionale Dante Alighieri), 181 pp., fig., ed. fuori commercio. » Nuncius 6, no 1 (1991) : 286–87. http://dx.doi.org/10.1163/182539191x00542.

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Altiero, Salvatore. « Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (décembre 2010) : 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Résumé :
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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Rodino, W. « A. Veneziano, Le garanzie mobiliari non possessorie - Profili di diritto comparato e di diritto del commercio internazionale, Milano, Giuffre Editore, 2000, pp. xi+400, ISBN 90-411-1026-7. » Uniform Law Review - Revue de droit uniforme 5, no 3 (1 août 2000) : 628–29. http://dx.doi.org/10.1093/ulr/5.3.628.

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Costato, Luigi. « Lo storico problema dell’alimentazione : la sicurezza degli approvvigionamenti, la food sovereignity e la nuova agricoltura ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(29) (30 décembre 2021) : 169–81. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.6.

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Résumé :
L’agricoltura è stata il motore che ha consentito lo sviluppo della civiltà umana; attraverso i suoi surplus alimentari ha permesso lo sviluppo di attività non agricole (sacerdoti e guerrieri) e l’affermarsi di differenziazioni economiche che permangono anche oggi (lavoratori e redditieri, ricchi e poveri). Ma la distribuzione degli alimenti fra tutta l’umanità ancor ora è insufficiente, malgrado gli strumenti di trasporto disponibili. Il legislatore europeo di questo secolo e le linee evolutive del commercio internazionale hanno progressivamente segnato una dichiarata e consapevole integrazione fra regole di prodotto e regole di produzione, fra ciclo della vita e mercato, valorizzando il ruolo dell’impresa verso la costruzione di un modello disciplinare unitario ed integrato, al cui interno rilievo essenziale e crescente viene riconosciuto alle scelte di coerenza ambientale e di corretto uso delle risorse naturali. Ma i cambiamenti climatici e la necessità di cambiare modello di sviluppo comporteranno una riduzione drastica degli allevamenti per diminuire la produzione di metano e CO2, e la sostituzione della carne con prodotti di laboratorio contenenti altre proteine derivate probabilmente da molecole di carne che non hanno mai vissuto in una stalla, una forte rivalutazione dei boschi e loro coltivazione in zone aride o artiche ovvero in altissima montagna per incarcerare CO2, lo sviluppo di coltivazioni erbacee modificate per produrre non solo carboidrati, ma anche vitamine e proteine; insomma, ci stiamo avviando verso una nuova rivoluzione agricola dove allo scopo ambientalistico si affiancherà anche lo scopo produttivistico: l’uomo incentiverà l’arboricoltura e alcune coltivazioni erbacee, ridurrà drasticamente l’allevamento di animali dando origine ad una nuova agricoltura, più efficace dal punto di vista ambientale ma anche meglio adatta alla coincidenza del settore primario con la sopravvivenza del genere umano, tentando di diminuire la sua invasività e di ricostruire un pianeta capace di sopportare la nostra invasiva presenza.
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Sigismondi, Lorenzo. « Book Review : Le Cotroversie Tra Stati Nel Diritto Del Commercio Internazionale : Dal GATT All’ OMC (State Controversy in International Trade Law : From GATT To The WTO), by Aldo Ligustro. (p ». Journal of World Trade 32, Issue 1 (1 février 1998) : 143–45. http://dx.doi.org/10.54648/trad1998011.

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Schilf, S. « Fabrizio Marrella, La nuova lex mercatoria - Principi Unidroit ed usi dei contratti del commercio internazionale, Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell'economia Volume XXX, Cedam, Padova 2003, ISBN 88-13-24181-X, pp. LXII +1001. » Uniform Law Review - Revue de droit uniforme 9, no 1 (1 janvier 2004) : 231–34. http://dx.doi.org/10.1093/ulr/9.1.231.

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Diederiks-Verschoor, I. H. Ph. « G. Catalano Sgrosso, La responsabilità degli Stati per le attività svolte nello spazio extra-atmosferico. Università di Roma ‘La Sapienza’, Facoltà di Economia e Commercio Pubblicazioni Dell'Instituto di Diritto Internazionale, CEDAM, Padova 1990, 193 pp., L. 30,000. » Netherlands International Law Review 38, no 03 (décembre 1991) : 446. http://dx.doi.org/10.1017/s0165070x00005775.

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Dameron, George. « Hidetoshi Hoshino. Industria tessile e commercio internazionale nella Firenze del tardo Medioevo Eds. Franco Franceschi and Sergio Tognetti. (Biblioteca Storica Toscana, Serie I, vol. 39) Florence : Leo S. Olschki Editore, 2001. xvi + 204 pp. L 42,000. ISBN : 88-222-4964-X. » Renaissance Quarterly 55, no 2 (2002) : 703–5. http://dx.doi.org/10.2307/1262332.

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Abulafia, David. « Gian Luca Borghese, Carlo I d'Angiò e il Mediterraneo : Politica, diplomazia e commercio internazionale prima dei Vespri. (Collection de l'École française de Rome, 411.) Rome : École française de Rome, 2008. Paper. Pp. vi, 336 ; 4 black-and-white figures and 1 table. » Speculum 85, no 4 (octobre 2010) : 938–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0038713410003167.

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Agro, E. F., et N. Garoffolo. « I Principi UNIDROIT 2004 : Verso Un Diritto Globale Dei Contratti Commerciali Internazionali - (Les Principes d'UNIDROIT 2004 : vers un droit global des contrats commerciaux internationaux) - Colloque de la Chambre d'arbitrage national et international de Milan - Chambre de commerce de Milan (Italie), 19 novembre 2004. » Uniform Law Review - Revue de droit uniforme 9, no 4 (1 décembre 2004) : 899–900. http://dx.doi.org/10.1093/ulr/9.4.899.

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Legnani Annichini, Alessia. « El Tractatus de proxenetis, et proxeneticis de Benvenuto Stracca (1509-1578) ». REVISTA LEX MERCATORIA Doctrina, Praxis, Jurisprudencia y Legislación 3, no 1 (13 juin 2017) : 49. http://dx.doi.org/10.21134/lex.v3i1.1249.

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Résumé :
Dentro del rico panorama de la tratadística cinquecentesca se encuentra el De proxenetis, et proxeneticis del anconitano Benvenuto Stracca (1509-1578), publicado por primera vez en Venecia en 1558 y articulado en cuatro partes, de las cuales la última –la más extensa– reúne algunas quaestiones que, según el autor, tienen el valor de convertir el tratado «uberiorem et fertiliorem» Considerándolo casi una suerte de apéndice al famoso De mercatura, seu mercatore, la compilación, dedicada al Cardenal Rodolfo Pio da Carpi (1500-1564) legado de la Marca, tiene el indiscutible mérito de condensar en un solo texto y sistematizar la communis opinio en la materia, proporcionando un cuadro de los principales problemas inherentes al mediador y la mediación a finales de la primera edad moderna. NOTAS * La autora agradece de un modo especial la excelente disponibilidad del Dr. Gabriel Antonio García Escobar, colegial del Real Colegio de España en Bolonia, para la traducción y corrección del texto en su versión castellana. [i] Para una primera aproximación a este jurista véase L. Franchi, Benvenuto Stracca giureconsulto anconitano del secolo XVI, Roma 1888; L. Goldschmidt, Benvenuto Straccha Anconitanus und Petrus Santerna Lusitanus, in «Zeitschrift für das gesamte Handelsrecht», 38 (1891), pp. 1-9; A. Lattes, Lo Stracca giureconsulto, en «Rivista di diritto commerciale», 7 (1909), pp. 1-28; Benvenuto Stracca nel quarto centenario della sua morte. Convegno di studio (Ancona, 29 marzo 1980), Ancona 1981; D. Maffei, Il giureconsulto portoghese Pedro de Santarém autore del primo trattato sulle assicurazioni, in Diritto Comune Diritto Commerciale Diritto Veneziano, a cura di K. Nehlsen-von Stryk e D. Nörr, Venezia 1985 (Centro tedesco di studi veneziani, Quaderni - 31), pp. 54-60; C. Donahue jr., Benvenuto Stracca's De Mercatura: Was There a Lex mercatoria in Sixteenth-Century Italy?, en From lex mercatoria to commercial law, a cura di V. Piergiovanni, Berlin 1987, pp. 69-120; V. Piergiovanni, Considerazioni comparative tra Benvenuto Stracca e Gerard Malynes, in Relations between the Ius Commune and English Law, a cura di R.H. Helmolz e V. Piergiovanni, Soveria Mannelli 2009, pp. 185-196 y, por último, Id., Stracca, Benvenuto, in DBGI, II, Bologna 2013, pp. 1920-1922. [ii] Benvenuto Straccha, De proxenetis, et proxeneticis Tractatus, Venetiis, apud Ioannem Baptistam, et Melchiorem Sessam fratres, 1558. [iii] Ibidem, c. 35r. [iv] Benvenuto Straccha, Tractatus De Mercatura, seu Mercatore, Venetiis, apud Michaelem Bonellum, 1575. [v] Sin pretensiones de exhaustividad sobre este ilustre personaje, distinguido con importantes misiones diplomáticas y llamado a dirigir la Comisión encargada de reformar y actualizar las Constituciones Egidianas (1357), véanse los más recientes: C. Hoffmann, Kardinal Rodolfo Pio da Carpi und seine Reform der Aegidianischen Konstitutionen, Berlin 1989; Alberto e Rodolfo Pio da Carpi collezionisti e mecenati. Atti del Seminario internazionale di studi (Carpi, 22-23 novembre 2002), a cura di M. Rossi, Tavagnacco 2004, y la bibliografía en ambos citada.
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Dorigoni, Susanna, Luigi Mazzei, Federico Pontoni et Antonio Sileo. « GNL, competizione e sicurezza di approvvigionamento : il segmento dello shipping ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 1 (septembre 2009) : 137–59. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-001009.

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Résumé :
- In the last few years, one of the main concerns of European Union in the energetic field has been that of facilitating the safeguard of raw materials' security of supply, especially that of natural gas. Import through LNG chain, that is, through the employment of LNG tankers for gas transportation, has been identified by the European Council as one of the instruments to achieve these goals. In fact, import via LNG does not require, for the importer, such investments as to determine an indissoluble physical tie between producer and buyer, as happens for transport via pipeline (Chernyavs'ka et al., 2002). In other words, investments in pipelines are very specific. Moreover, as they are made in order to support specific transactions, contracts usually take the form of long-term agreements with minimum offtake requirements (take or pay clauses): such contracts definitely contribute to the "cartelization" of the market, hindering competition. Unlike investments in pipelines, those in the LNG chain present a much lower degree of specificity: in fact, even though the construction of a regasification plant is generally tied to the stipulation of a long-term agreement (with take or pay clause), LNG chain costs have significantly decreased over time (until a few years ago) and, moreover, it is getting increasingly common that part of plant capacity is made available for spot transactions. What's more, once the contract is expired and the investment is sunk, the importer may satisfy his gas supply needs on the basis of his relative gains. As far as LNG import contractual practices are concerned, significant changes have started to take places in the last few years, both in terms of agreements' length - average duration has significantly decreased - and in terms of price indexation - in the most developed markets LNG price is tied to gas spot price (IEA, 2006). One of the many possible advantages of transport via LNG is that liquefied gas enables European importers to widen their gas suppliers portfolio. Increased possibilities of choice for importers, the widening of the group of exporting countries, and the increased integration of the European market, thanks to the possibility of redirecting cargoes depending on single countries' supply-demand balance, would contribute decisively to security of supply, market globalization and competition (between importers) in the industry (IEA, 2004). Yet, it must be stressed that import via tanker appears to be competitive with import via pipe only for the medium-long distances. As far as LNG chain is concerned, the element that so far has attracted the least attention, though being not less important than the other two, is certainly shipping. Being the link between the producing/exporting country and the importing country, and having been subject to major changes in the last few years, it is particularly interesting to analyze it singularly, aiming to understand how it is linked to the other elements of LNG value chain, besides studying industry dynamics. This paper will address this issue, aiming also to understand what has been and what will be in the future the evolutionary trajectory of this segment, starting from an analysis of operative and planned gas tankers, their size, their routes and their contractual situation. This analysis can be useful to make hypothesis about the growth of the spot market and, consequently, of market liquidity.Keywords: LNG, gas tankers, security of supply, competition, regasification plants, spot market, natural gas international tradeJEL classifications: L95, K12, F14, L11Parole chiave: GNL, navi gasiere, sicurezza dell'approvvigionamento, competizione, rigassificatori, mercato spot, commercio internazionale di gas naturale
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Peters, L. « Unidroit Principles of International Commercial Contracts, Unidroit, Rome, 1994, xx + 256 p., ISBN 88-86449-00-3 / Principes d'Unidroit relatifs aux contrats du commerce international, Unidroit, Rome, 1994, xx + 263 p., ISBN 88-86449-01-1 / Principios Unidroit sobre los contratos comerciales internacionales, Unidroit, Roma, 1995, xx + 273 p. ISBN 88-86449-03-8 / Principi Unidroit dei contratti commerciali internazionali, Unidroit, Roma, 1995, xx + 280 p., ISBN 88-86449-09-7 / Grundregeln der internationalen Handelsvertrage (Unidroit - Prinzipien), Unidroit, Rome (to be published in 1996 / paraitra en 1996). » Uniform Law Review - Revue de droit uniforme 1, no 1 (1 janvier 1996) : 193–94. http://dx.doi.org/10.1093/ulr/1.1.193-a.

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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Мингазов, Шамиль Рафхатович. « БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА ». Археология Евразийских степей, no 6 (20 décembre 2020) : 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

Texte intégral
Résumé :
Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. 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Marini, Luca. « Il presidente che non fu mai eletto. Ford, la Cina e il commercio mondiale ». Storia e Futuro, no 54 (17 février 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5421f.

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Résumé :
La più breve, e singolare, amministrazione presidenziale degli Stati Uniti d’America è stata protagonista di eventi – oggi in parte dimenticati – che dagli anni Settanta hanno modificato gli equilibri di potere in seno alla Comunità degli Stati e che hanno mutato profondamente il corso delle relazioni internazionali. The shortest, and most peculiar, presidential administration of the United States of America was the protagonist of events – now partly forgotten – which since the 1970s have changed the balance of power within the Community of States and which have profoundly changed the course of international relations.
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De Pieri, Filippo. « Commercio e cittadinanza nei quartieri 167 italiani. Alcune note di ricerca ». Storia e Futuro Giugno 2022, no 55 (20 septembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5522e.

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Résumé :
L’articolo riflette sugli immaginari legati al commercio a partire da una ricerca in corso sulla pianificazione e realizzazione dei quartieri PEEP italiani. La legge 167 (1962) e una serie di provvedimenti successivi rappresentarono, nelle intenzioni dei loro promotori, un momento fondativo per la costruzione di una nuova generazione di quartieri a grande scala capaci di generare nuove forme di urbanità. Quale ruolo ebbe il commercio all’interno di un simile processo? Appoggiandosi a un piccolo numero di studi di caso, la ricerca enuncia l’ipotesi che portare il fuoco dell’osservazione sulla questione del commercio permetta di cogliere alcuni dei nodi irrisolti dietro le sperimentazioni del secondo dopoguerra intorno alla “grande dimensione”. A differenza di quanto accaduto in diverse esperienze internazionali del periodo nel campo dell’urban design, le culture architettoniche e urbanistiche italiane faticarono a riconoscere nell’emergente dimensione del consumo di massa il possibile fondamento di nuove forme di socialità e di cittadinanza. The article reflects on the images related to commerce, taking the lead from ongoing research on the planning and implementation of Italian PEEP (Plans for Economic and Public Housing) schemes. In the intentions of their promoters, Law 167 (1962) and a series of subsequent measures represented a founding moment for the construction of a new generation of large-scale residential neighborhoods capable of generating new forms of urbanity. What role did commerce play within such a process? Relying on a small number of case studies, the research formulates the hypothesis that focusing on the issue of commerce allows us to address some of the unresolved questions behind the post-World War II experiments around the issue of the grande dimensione (‘great dimension’). Unlike several international experiences of the time in the field of urban design, Italian architectural and urban cultures struggled to recognize in the emerging mass consumption the possible foundation of new forms of sociality and citizenship.
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« giuseppe isoleri. L'istituzione di una camera di commercio a Genova nel dibattito politico dal 1789 al 1797. (I tempi della storia, number 3.) Genoa : Culturali Internazionali Genova. 1987. Pp. 253. L. 25,000 ». American Historical Review, décembre 1990. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/95.5.1576.

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Poloni, Alma. « Francesco Datini e Hildebrand Veckinchusen : il commercio internazionale dopo la peste del Trecento ». Storicamente 17, no 2021 (2021). http://dx.doi.org/10.52056/9788833138732/37.

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Résumé :
In Europe the century following the demographic collapse caused by the Black Death epidemics was characterised by profound economic changes. This article approaches the subject from a particular perspective: the organisation of long-distance trade. It considers mainly two merchant communities that may seem very different in terms of technical and legal culture and commercial practices: the Florentines and the Hanseatic merchants. The article aims to show that actually these two communities adopted surprisingly similar organisational solutions to respond to the challenges and risks of the new economic context as it emerged in the second half of the fourteenth century. In particular, both of them moved towards a 'light' network organisation, based on reputation, trust and reciprocity. For the Florentines this was a major change, since in the first half of the fourteenth century, in a completely different economic context, the large, hierarchically organised company had prevailed.
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Silva, Fábio Tenório, Franciolli da Silva Dantas Araújo, Amanda Alves Fecury, Euzébio Oliveira, Carla Viana Dendasck et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « Panoramica globale e nazionale dello stagno tra il 2010 e il 2014 ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 25 août 2019, 12–21. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/biologia-it/stagno.

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Résumé :
La produzione brasiliana di stagno su scala industriale iniziò negli anni ’40 e si espanse nel 1950. Tuttavia, l’importanza interna avvenne solo con la scoperta del deposito di cassiterite di Rondônia nel 1950. Ciononostante, il Brasile non faceva parte del Consiglio internazionale dello stagno (ITC), che all’epoca era l’accordo di mercato dei paesi maggioritari nella produzione di stagno e questo divenne un ostacolo alla valorizzazione dello stagno nel commercio internazionale. Lo stagno metallico è impiegato nel rivestimento per contenitori di acciaio, nella produzione di saldatura per giunti di tubi o circuiti elettrici, nella ceramica, nella produzione di vetro, nella produzione di ottone e nella sua forma secondaria, rottame, viene utilizzato nella produzione di stagno. Lo scopo di questo articolo è quello di mostrare il panorama dello stagno globale e nazionale tra il 2010 e il 2014. I dati per eseguire questo articolo sono stati presi dal Dipartimento Nazionale della Produzione Mineraria – DNPM (http://www.dnpm.gov.br/). La ricerca bibliografica è stata condotta in articoli scientifici trovati nella rete informatica mondiale. Lo stagno ha attraversato un periodo relativamente positivo tra gli anni oggetto dell’indagine. Si scoprì che la produzione mondiale di stagno aveva pochi cambiamenti; che l’Asia è il principale continente che detiene riserve di stagno; che la produzione brasiliana di stagno metallico e contenuto è aumentata durante il periodo analizzato; che il Brasile esporta più delle importazioni di stagno; che il consumo apparente variava, chiudendo ad un livello elevato; e che il prezzo della ton era molto vicino durante gli anni intervistati. Le crisi del mercato internazionale non hanno influito così fortemente sulla produzione da aumentare dagli investimenti nell’estrazione di materie prime.
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Reinert, Sophus A. « "GUERRA SENZA SANGUE" E L’AROMA DEI LUMI : LA CULTURA DEL CAFFÈ TRA POLITICA E COMMERCIO INTERNAZIONALE NELLA LOMBARDIA AUSTRIACA ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 13 décembre 2011, 255–93. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2011.111.

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Résumé :
Bloodless war and the scent of the Enlightenment: Il Caffè between politics and international trade in Austrian Lombardy. The historiography of political economy is currently undergoing a cultural turn, as abstract histories of economics on the model of Joseph A. Schumpeter’s History of Economic Analysis give way to more nuanced studies of economic ideas in their specific historical contexts. My essay contributes to this historiographical movement by contextualizing the economic theories and policies formulated by the members of the Accademia dei pugni in Austrian Lombardy in the 1760s and 70s. Particularly, it focuses on the practical exigencies of their Lombard context and the respective pulls of their disparate and sometimes conflicting patriotisms, whether religious, cultural, political, or economic. Austrian models of economic reform such as Philipp Ludwig Wenzel von Sinzendorf’s plan for an economic recovery influenced Milanese reformers much like a the reception of French, Spanish, and British economic ideas did, and the unique institutional context in which political economists such as Pietro Verri, Cesare Beccaria, and Sebastiano Franci operated goes a long way towards explaining their seemingly idiosyncratic contribution to the discipline, at once aware of how freer international trade was revolutionizing the world and eminently sensitive to the need for an active economic policy of tariffs and prohibitions to safeguard Lombardy in an age of ruthless economic competition. Though the Accademia dei pugni historiographically has been considered an incubator of both ‘mercantilism’ and ‘economic liberalism’, a more careful contextualization of the group’s work unveils a coherent political economy that, though hard to fit into historical stereotypes, was not simply torn between theory and practice, ‘laissezfaire’ and ‘protectionism’. In effect, they made one of the greatest contributions to political economy of their time.
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López Pena, Zósimo. « EL APRENDIZAJE BASADO EN PROYECTOS (ABP) COMO METODOLOGÍA DE TRABAJO EN EL AULA UNIVERSITARIA DE LENGUA ESPAÑOLA CON ALUMNADO ITALIANO ». Aula de Encuentro 20, no 2 (21 décembre 2018). http://dx.doi.org/10.17561/ae.v20i2.9.

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Résumé :
El presente artículo tiene como objetivo la presentación de los resultados de la investigación y la experiencia didáctica llevada a cabo en la asignatura Lengua española III que se impartió en la Laurea in Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale de la Università degli Studi di Verona durante el curso 2016/2017. Dado que el alumnado adquiere de una forma más efectiva los conocimientos propuestos si los contenidos están conectados con conceptos del mundo real, se escogió como metodología, tras haber hecho una investigación previa, el Aprendizaje Basado en Proyectos (ABP), con la intención de buscar la motivación e implicación del estudiantado en su proceso de enseñanza-aprendizaje así como de lograr un aprendizaje significativo. De esta forma el alumnado estableció un manejo interdisciplinar de todas las asignaturas que había cursado en el grado, además de hacer un uso real de la lengua española a nivel profesional a través de la propuesta de proyectos de carácter turístico y/o comercial.
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