Articles de revues sur le sujet « Cittadinanza sociale »

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1

Monaci, Massimiliano. « Oltre i giochi di parole : Cittadinanza d'impresa e Csr ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 149–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117011.

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Résumé :
Benché da tempo utilizzato in letteratura e nella prassi d'impresa, il concetto di "cittadinanza d'impresa" rimane ancora relativamente indefinito e poco approfondito. Ispirandosi soprattutto a un recente filone del dibattito anglosassone, l'articolo propone di andare oltre la diffusa tendenza a usare questa espressione come semplice sinonimo di "responsabilitŕ sociale d'impresa". In particolare, si evidenziano tre ulteriori possibili declinazioni del concetto: cittadinanza d'impresa come pratica olistica della responsabilitŕ sociale; come interdipendenza nella comunitŕ locale di riferimento; e come ruolo di governo dei titoli di cittadinanza - tradizionali ma anche emergenti - dei soggetti individuali. Il quadro complessivo che ne scaturisce invita non solo a guardare sempre piů alle imprese come attori politici, ma, piů profondamente, a metterne in luce l'influenza nelle attuali dinamiche di trasformazione della cittadinanza stessa.
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2

Gatti, Rosa. « Cittadinanza dal basso e solidarietà inclusiva. L'alleanza trasversale tra migranti e cittadini a Napoli durante la pandemia da Covid-19 ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001005.

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Résumé :
Perseguendo l'obiettivo teorico di contribuire ai dibattiti su cittadinanza e solidarie-tà in senso più inclusivo, l'articolo analizza congiuntamente i concetti di cittadinanza dal basso e solidarietà dal basso applicandoli all'analisi empirica di una particolare pratica di solidarietà promossa dal basso dagli stessi migranti in alleanza con i cittadini durante la pandemia da Covid-19 nella città di Napoli. Il materiale empirico utilizzato è frutto di una ricerca etnografica di lungo periodo sulla partecipazione sociale e politica dei migranti nella città di Napoli. Costruendo reti di relazioni e alleanze trasversali, migranti e cittadini hanno dato vita ad una for-ma di solidarietà inclusiva, capace di sfidare e aggirare le strutture di solidarietà esclusiva, trasgredire i confini della comunità sociale e politica e ridefinire le appartenenze. In particolare, mostrerò come tale pratica di solidarietà sia stata capace di mettere in discussione e trasformare la cittadinanza, sfidando, modificando e rinnovando i modi in cui i soggetti coinvolti hanno definito se stessi e agito come cittadini, valorizzando le loro relazioni sociali. L'analisi degli atti di solidarietà prodotti dall'alleanza di migranti e cittadini può fornire una estensione della teoria degli atti di cittadinanza e rappresentare il punto di partenza per riflettere in maniera innovativa e più inclusiva su solidarietà, alleanze, appartenenze, confini e cittadinanza.
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3

Della Puppa, Francesco, et Giulia Storato. « Cricketers tra inclusione e distinzione. Percorsi e aspirazioni di cittadinanza di giovani bangladesi a Venezia ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE 40, no 3 (décembre 2022) : 101–15. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-003009.

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Résumé :
Il presente articolo si propone di analizzare il rapporto tra sport, cittadinanza e inclusione sociale, esperito da giovani adulti di origine immigrata in Italia. Nello specifico, ci si concentrerà sulle aspirazioni e sui percorsi di cittadinanza di giovani giocatori di cricket di origine bangladese che vivono nella Città di Venezia. A partire da 15 interviste in profondità con questi giovani adulti, emerge come l'aspirata cittadinanza italiana e, quindi, il passaporto europeo possano diventare, da un lato, uno strumento per reagire al misconoscimento, agito dai coetanei autoctoni e dai connazionali della generazione dei loro genitori, e, dall'altro lato, una chiave di accesso per una potenziale mobilità transnazionale. L'acquisizione della cittadinanza italiana, cioè, si configurerebbe sia come un percorso volto all'inclusione sociale a livello locale, sia come un tentativo di distinzione dispiegato a livello europeo e internazionale.
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Nocito, Walter. « Reddito minimo garantito e cittadinanza sociale europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (mai 2018) : 109–36. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-002006.

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5

Ambrosini, Maurizio, et Simone Baglioni. « Introduzione. Quando la cittadinanza sale dal basso ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001001.

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Résumé :
Questa introduzione presenta la cornice teorica in cui si situano gli articoli di seguito selezionati per la pubblicazione. La cittadinanza sostanziale o vissuta è emersa nelle scienze sociali in contrappunto rispetto alla cittadinanza formale o legale. Così concepita, diventa l'oggetto di molteplici pratiche e rivendicazioni sviluppate da soggetti e gruppi marginali, segnatamente dagli immigrati, e anche dagli immigrati in condizione irregolare. Diventa altresì un'espressione di iniziativa da parte di soggetti che rischiano costantemente di essere visti come vittime e soggetti sostan-zialmente passivi di condizionamenti strutturali e politiche ostili. Le mobilitazioni politiche di immigrati e rifugiati in diversi paesi sono quindi analizzate come istanze di cittadinanza dal basso. Ma anche un fenomeno meno trattato da questo filone di studi, il volontariato delle persone di origine immigrata, viene qui introdotto come forma di cittadinanza dal basso e come richiesta, implicita o esplicita, di pieno riconoscimento sociale da parte delle società riceventi.
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Beni, Paolo. « Crisi e politicitŕ della cittadinanza ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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Résumé :
I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Riva, Egidio. « La conciliazione lavorativa, tra uguaglianza e capacitazione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 74–86. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117006.

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Résumé :
Entro un discorso su cittadinanza e uguaglianza di genere, l'articolo propone una lettura per certi versi inedita delle politiche di conciliazione. Oggi tese in prevalenza a promuovere la presenza delle donne sul mercato del lavoro sono invece chiamate, proprio nell'ottica di una cittadinanza considerata secondo la prospettiva di genere, a diventare uno strumento in grado di garantire a uomini e donne reali possibilitŕ di decidere e piů ampia capacitŕ di azione in merito al proprio corso di vita, ovvero a porsi come diritto di cittadinanza sociale.
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Moccia, Luigi. « La cittadinanza nella prospettiva della federazione europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (octobre 2011) : 39–68. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-002003.

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Résumé :
I modelli economico-sociale europeo e statunitense sono stati interpretati tradizionalmente come alternativi, il primo fondato sul solidarismo ed il secondo sull'individualismo. Il confronto fra l'economia sociale di mercato delineata per primo da Rathenau e il New Deal di Roosevelt consente di cogliere una profonda convergenza fra i due sistemi. La crisi della globalizzazione liberista ha posto in luce la necessitŕ di ristabilire un equilibrio fra pubblico e privato e ha rilanciato il dibattito su nuove forme di neoliberalismo. Negli Stati Uniti il New Deal č oggi rivisitato come l'ultima grande riforma da proseguire e rinnovare. In Europa il trattato di Lisbona ha riconosciuto l'economia sociale di mercato come il modello economico-sociale europeo.
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9

Erminio, Deborah. « Il volontariato come forma di cittadinanza dal basso ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 45–61. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001003.

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Résumé :
L'articolo presenta i risultati di una ricerca sul volontariato delle persone di origine straniera impegnate all'interno di associazioni non connotate etnicamente, composte da nazionalità miste o prevalentemente da italiani. L'indagine ha approfondito le motivazioni e i percorsi che hanno condotto le persone alla scelta di impegno solidale, le modalità con cui questa attività pro-sociali vengono profuse, le criticità incontrate e le ricadute di queste pratiche nella vita dei soggetti. Ha cercato in particolare di cogliere i nessi tra immigrazione, volontariato e cittadinanza dal basso, cercando di capire cosa contraddistingue determinate pratiche sociali come pratiche di cittadinanza? Cosa significa tutto ciò dal punto di vista dell'individuo in qualità di attore di cittadinanza? Sono emerse diverse dimensioni connesse al concetto delle pratiche di cittadinanza: il volontariato è un modo per portare il proprio contributo alla società in cui si vive, ma al contempo per sentirsi parte di essa, sentirsi accettati, trovare il proprio posto con al di là degli stereotipi che spesso gravano sui migranti, rivendicare dignità, rispetto e riconoscimento sociale in qualità di cittadino, al pari degli altri.
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Marcaletti, Francesco. « Cittadinanza e attivazione nell'ageing society ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 87–99. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117007.

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Résumé :
Le interdipendenze tra le strategie di attivazione attuate in risposta all'invecchiamento demografico della popolazione, da un lato, e le pratiche di cittadinanza evocate al fine di rendere sostenibili, in una prospettiva di corso di vita, le esistenze individuali, dall'altro, implicano una discussione delle dimensioni concettuali a partire dalle quali esse sono state definite. Discutere il nesso che lega le forme di attivazione nel dispiegarsi del corso di vita con le questioni che rimandano all'espressione di diritti-doveri di cittadinanza (sociale ma anche economica) conduce altresě a porre in evidenza alcuni temi che possono essere assunti come ambiti di attenzione nell'attuale dibattito sull'invecchiamento attivo e sulle politiche per implementarlo. La societŕ dell'apprendimento, le barriere basate sulle etŕ nei luoghi di lavoro, la riforma dei sistemi previdenziali costituiscono esempi di sfide nel campo della protezione sociale, dell'attivazione e della cittadinanza attiva che chiedono nuove risposte in termini di adeguatezza e sostenibilitŕ.
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Castiglioni, Benedetta, Massimo de Marchi et Monica Ruffato. « Paesaggi democratici : dalla partecipazione alla cittadinanza ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (avril 2011) : 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001006.

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Résumé :
L'articolo esplora le potenzialitŕ offerte dal paesaggio (inteso nella sua dimensione sociale di mediatore sensibile tra societŕ e territorio) come occasione di partecipazione e di costruzione di una cittadinanza sostenibile e responsabile. Dopo una attenta analisi della dimensione sociale del paesaggio, alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) la seconda parte dell'articolo affronta il quadro delle politiche per la partecipazione, e l'evolversi degli strumenti di misurazione dell'che obbligano ad un miglioramento della qualitŕ decisionale e dell'inclusione sociale sulle questioni relative ai rapporti tra comunitŕ e luoghi. Nella terza parte dell'articolo sono esaminati due tipologie di esempi relativi all'istituzionalizzazione di pratiche partecipative relative al paesaggio: gli Osservatori del Paesaggio e le reti di attori. L'ultima parte dell'articolo evidenzia come il "fare partecipazione" sul paesaggio rappresenti una grande occasione pubblica per ricostruire e approfondire la dimensione della cittadinanza sostenibile a partire dal delineare nuove regole di appartenenza e responsabilitŕ nei confronti di comunitŕ e luoghi.
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Oldfield, Paul. « Citizenship and community in southern Italy c. 1100–c. 1220 ». Papers of the British School at Rome 74 (novembre 2006) : 323–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003299.

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Résumé :
CITTADINANZA E COMUNITÀ IN ITALIA MERIDIONALE TRA IL 1100 E 1220 CIRCAQuesto articolo analizza l'uso della parola ‘cittadino’ (civis) nei documenti cartacei dell'Italia meridionale dal tardo XI agli inizi del XIII secolo. Lo studio si focalizza su un campione di otto città, che vengono usate come case-studies per mostrare cosa il concetto di cittadinanza puo aver implicato nel mezzogiorno di epoca medievale. I dati a disposizione suggeriscono che in questa fase si afferma un uso emergente della parola civis, e contestualmente una crescente consapevolezza della nozione di cittadinanza. Questi sviluppi possono essere spiegati attraverso una serie di ragioni, primariamente concernenti più ampi cambiamenti nella vita urbana, nella identità civica e governativa. Comunque è evidente che il concetto di cittadinanza, come appare nel materiale documentario, rimase un concetto altamente flessibile in questo periodo, pieno di ambiguità. Questa conclusione sulla cittadinanza si adatta all'amorfo ordine sociale delle comunità urbane di epoca medievale.
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Moccia, Luigi. « Unione politica e valore sociale della cittadinanza europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mai 2017) : 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-001003.

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Barabaschi, Barbara. « La pubblica amministrazione come promotore di cittadinanza : la dimensione territoriale ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 166–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117012.

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Il saggio suggerisce alcune riflessioni sul ruolo che la pubblica amministrazione italiana puň svolgere nella promozione di processi e strumenti di partecipazione democratica, assunti quale fondamento del pieno esprimersi del diritto di cittadinanza. Un diritto sancito costituzionalmente e ricco di implicazioni in termini di inclusione, coesione sociale, legittimitŕ e fiducia nelle istituzioni. Proprio per questo, puň risultare interessante, per i sociologi, analizzare la categoria la cittadinanza (definita attiva) dalla prospettiva dell'attore pubblico. Si indica inoltre la dimensione territoriale quale fattore rilevante ai fini di un'efficace azione pubblica volta a garantire l'effettivo concretizzarsi del diritto di cittadinanza. Sarebbe cioč importante che gli interventi a favore della partecipazione venissero promossi dal livello istituzionale piů prossimo ai cittadini e ai loro bisogni.
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Ruggeri, Fedele. « Gli assistenti sociali tra istanze della professione e necessitŕ della cittadinanza (per un programma di lavoro) ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (décembre 2012) : 11–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003002.

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La tesi di fondo di questo contributo č che le istanze della professione e le necessitŕ della cittadinanza si collegano nel determinare un approccio da parte dei servizi orientato a promuovere la capacitŕ di agire dell'attore. L'argomentazione si sviluppa attraverso una considerazione attenta del significato di aiutare i soggetti portatori di bisogni. Cruciale č il richiamo alla dimensione sociale: essa infatti determina il significato dell'essere bisognoso e definisce le possibilitŕ di promozione. Centrale risulta perciň il riferimento a utenza e la sua connessione con cittadinanza.
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Gambino, Silvio. « Diritti e cittadinanza (sociale) nelle costituzioni nazionali e nell'Unione ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2014) : 5–39. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2013-002001.

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Schlindwein, Luciane Maria, et Waldir Lourenço Gonçalves. « Gioventù e cittadinanza : politiche di inclusione sociale in Brasile ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2017) : 162–66. http://dx.doi.org/10.3280/mg2016-003016.

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Morales La Mura, Raul. « Cittadinanza e identitŕ come ethos e habitus ». MONDI MIGRANTI, no 2 (octobre 2009) : 163–76. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002011.

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Discutere il concetto d'identitŕ e di cittadinanza non č mai un'operazione neutrale poiché le implicazioni politiche attraversano le nostre prese di posizioni di fronte al mondo. Mostrando la cittadinanza come il risultato di un rito istituzionale definiamo il comportamento e le regole di comportamento nella societŕ, ovvero l'ethos. Possiamo anche considerare l'identitŕ come l'espressione delle disposizioni interiori attraverso il processo di socializzazione, ovvero l'habitus. Infine, mostrando la sovrapposizione di questi due concetti all'interno di ogni gruppo d'individui sveliamo il meccanismo di conservazione del territorio dove si costruiscono, si conferiscono, si producono e si riproducono le argomentazioni di una rappresentazione integrata dell'unitŕ dei gruppi e dei loro interessi. Questo articolo aiuta a comprendere che la durabilitŕ di un territorio simbolico e fisico, all'interno del quale cittadinanza ed identitŕ sono costituiti, dipende dalla capacitŕ sociale di includere gli altri integrando i loro interessi. Č grazie a questa pratica sociali che la societŕ sino ad ora hanno assicurato la loro conservazione ed č inevitabilmente lungo questo processo che continueranno a farlo.
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Serapioni, Mauro. « La partecipazione sociale come pratica della cittadinanza nei sistemi sanitari ». SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (novembre 2011) : 34–49. http://dx.doi.org/10.3280/ses2011-002004.

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Moccia, Luigi. « Europa dei diritti, soggetti deboli e tutele : alcuni spunti ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 5–14. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001001.

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Résumé :
Il contributo si propone di richiamare l'attenzione sul valore autonomo della cittadinanza europea come motivo portante del processo d'integrazione europea, a sostegno dell'idea di apertura e convergenza degli ordinamenti giuridici nazionali come base di un modello sociale europeo d' integrazione attraverso i diritti.
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Martone, Vittorio. « I conflitti ambientali come sperimentazione di comunitŕ di rischio territorializzato ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 97 (mai 2012) : 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097006.

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In questa saggio l'Autore riflette sui conflitti ambientali come esperienza collettiva di costruzione sociale del rifiuto e del territorio. L'attenzione č posta su due dimensioni delle proteste: da un lato, i modelli di azione collettiva e di cittadinanza politica sperimentati nei conflitti ambientali, con particolare attenzione allo strumento dei presědi territoriali; dall'altro lato, la costruzione sociale della territorialitŕ e la comparsa di manifestazioni identitarie e di comunitŕ a essa collegati.
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Tomei, Gabriele. « Valutazione, cittadinanza, partecipazione. Le ragioni di un numero monografico ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mai 2010) : 5–10. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001001.

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Il dibattito sulla valutazione da alcuni anni si č a piů riprese misurato con questioni relative sia alle connessioni tra valutazione e processo decisionale, sia all'utilitŕ e al ruolo pubblico della valutazione stessa. Oggi questa riflessione viene sostenuta (e per certi versi forse anche imposta!) con particolare incisivitŕ dai collegamenti che si sono venuti a creare tra la pratica valutativa e i nuovi processi di mobilitazione sociale, che individuano nel tema della cittadinanza il fulcro tematico delle loro (pur differenziate) rivendicazioni e nella partecipazione il luogo sociale e al tempo stesso il metodo per la ricomposizione delle condizioni di legittimazione della sfera pubblica. Questo numero monografico raccoglie intorno a questo tema sia contributi di carattere teorico- epistemologico che metodologico, cosě come studi di caso e riflessioni operative, contribuendo in tal modo ad un importante avanzamento del dibattito complessivo sul tema.
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Rizzo, Alfredo. « La sentenza della Consulta sul Reddito di cittadinanza ». Sinappsi 12, no 2 (2022) : 84–93. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-02-6.

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In una sentenza degli inizi del 2022, la Corte costituzionale italiana, chiamata dal Tribunale di Bergamo a valutare se il Reddito di cittadinanza si applichi a cittadini non-UE “residenti di lunga durata” nell’Unione, ha respinto la possibilità che questo strumento persegua obiettivi di politica sociale in senso più ampio. Inoltre, sia il giudice ordinario che la Consulta non hanno sottoposto le questioni interpretative alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, ponendo così diversi dubbi alla luce delle numerose fonti del diritto dell’Unione pertinenti per la soluzione delle medesime questioni controverse.
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Ciccarelli, Roberto. « Il reddito di cittadinanza in italia : un caso di rivoluzione passiva ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2022) : 23–36. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002003.

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A tre anni dall'introduzione del "Reddito di Cittadinanza" in Italia, nel dibattito pubblico non è stato compresa a sufficienza la reale portata di una riforma che vincola, almeno sulla carta, il riconoscimento di un sussidio di ultima istanza a precisi e rigidi obblighi. In questo articolo si forniscono una serie di ipotesi per spiegare questo fenomeno che sarà interpreta- to sia in termini culturali che politici. Si utilizzerà una categoria ripresa da Antonio Gram- sci, quella di "rivoluzione passiva", adeguatamente contestualizzata e rielaborata. Si spie- gherà come il reddito di cittadinanza sia configurabile, per come è stato concepito e per come è stato gestito fino ad oggi, nella stessa cornice. In particolare, sarà evidenziato il doppio ruolo svolto da una simile misura: da un lato, essa si muove in una prospettiva di giustizia sociale, ma riconosce un sostegno condizionato nel tempo solo a una parte dei po- veri assoluti statisticamente rilevati in base a criteri meramente fiscali; dall'altro lato, evi- denzia l'esigenza di un controllo sociale vincolato a un'idea astratta di lavoro e distingue i poveri abili al lavoro da quelli non abili.
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Nozifora, Enzo. « Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale ». Revista Latina de Sociología 1, no 1 (26 décembre 2011) : 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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Résumé :
In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Tomei, Gabriele. « Come valutare la qualitŕ delle politiche per la cittadinanza ? Due domande(teorico-metodologiche) ed un tentativo (empirico) di risposta ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2011) : 45–71. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004004.

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Résumé :
La ricerca valutativa considera la partecipazione deglicome un requisito sempre piů importante, specialmente in considerazione delle pratiche di promozione dell'inclusione sociale e della cittadinanza che mettolo nal valutazione di fronte a nuove sfide sia sul piano teorico che metodologico. Discutendo del disegno della ricerca valutativa e commentando alcuni studi di caso, l'articolo riflette se e come l'approccio partecipativo modifichi la tradizionale logica valutativa.
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Lodigiani, Rosangela. « I nuovi termini della socializzazione (alla cittadinanza) lavorativa ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117005.

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Résumé :
La transizione al lavoro dei giovani si realizza attraverso percorsi lunghi, flessibili, individualizzati. Ciň influisce sulla socializzazione lavorativa nonché sulla cultura e sull'etica del lavoro dei giovani, rendendo piů difficile la costruzione di una carriera occupazionale stabile e di una solida identitŕ professionale. I processi di socializzazione lavorativa divengono ricorsivi, discontinui, frammentati; non riescono piů a trasmettere il senso di una appartenenza, ma - inquadrati nel paradigma europeo dell'attivazione e dell'occupabilitŕ - richiamano a una cittadinanza occupazionale nei fatti difficile da conquistare e mantenere e spesso incapace di rispondere ai bisogni di realizzazione di sé e riconoscimento sociale. Ne derivano nuove disuguaglianze tra i giovani e una ridefinizione del significato del lavoro nel corso di vita. Emerge dunque la necessitŕ di politiche tese a supportare le transizioni lavorative affinché conservino un profilo professionalizzante, consentano la capitalizzazione di competenze, siano sostenibili dentro la biografia individuale. Occorre perň ridare valore al lavoro dei giovani, integrando l'obiettivo dell'occupabilitŕ con quello della capability di scegliere un lavoro che abbia valore per sé.
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Ruggero, Alessandra. « Esperienze di cittadinanza comune : l'autorecupero. L'abitare come pratica di pratiche ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 101 (février 2012) : 54–83. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-101004.

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Résumé :
L'autore in questo articolo vuole proporre alcuni ragionamenti sulla costruzione del senso di appartenenza a un territorio e del diritto di cittadinanza attraverso l'abitare e la produzione di "pubblico" come espressione del "diritto alla cittŕ". Il campo di esplorazione č quello delle politiche abitative, in particolare delle esperienze di autorecupero in Italia. Il frame d'indagine parte dall'idea che la pratica dell'abitare č costitutiva di una relazione forte tra componente fisica e sociale di un territorio.
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Di Blasio, Francesca. « NAZIONALITÀ COLONIALE, ALTERITÀ INDIGENA. LA RICOSTRUZIONE IDENTITARIA NELLA LETTERATURA AUTOBIOGRAFICA AUSTRALIANA DELLE DONNE. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 15 (2014) : 262–69. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.22.

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Résumé :
Gli scritti autobiografici di Della Walker, Sally Morgan, Nugi Garimara di seguito analizzati contribuiscono a formare e informare il concetto di “dissemi-nazione aborigena” (Bhabha), ossia di una entità politica, sociale e culturale complessa e multiforme, che narra e che si narra dai margini in cui duecento anni di dominazione bianca l’hanno relegata. Si tratta di una voce nativa e autoriflessiva che offre uno sguardo inedito sui concetti di “cittadinanza”, “nazione”, “letteratura nazionale”.
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Carbone, Vincenzo, et Roberto Ciccarelli. « Piattaforme digitali, politiche sociali e occupazionali : il case management nel "reddito di cittadinanza" in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 207–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163011.

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Résumé :
In questo articolo il "reddito di cittadinanza", istituito in Italia nel 2019, viene analizzato dal punto di vista del case management realizzato attraverso piattaforme digitali dai suoi attori, chiamati "navigator", insieme al personale dei centri per l'impiego. Questa pratica è emersa nel rapporto tra medici, infermieri e pazienti ed è stata progressivamente associata alle politiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro in una politica sociale, chiamata welfare-to-work, in cui le indennità di disoccupazione sono legate al reinserimento lavorativo. Sulla base di una ricerca di etnografia sociale che ha raccolto testimonianze qualificate degli attori coinvolti nei processi, l'articolo indaga prospettive e limiti attuali dell'integrazione tra Welfare e l'uso delle piattaforme digitali nel processo di digitalizzazione delle politiche attive del lavoro.
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Marrone, Marco. « Giovani, lavoro e cittadinanza sociale. Uno studio comparato sulle trasformazioni del Welfare in Europa ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 138 (mai 2015) : 173–89. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-138011.

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Fraire, Mary, Sabrina Spagnuolo et Serenella Stasi. « L'utilizzo dei big social data per la ricerca sociale : il caso della cittadinanza attiva in difesa del territorio ». SOCIOLOGIA E RICERCA SOCIALE, no 109 (juin 2016) : 174–87. http://dx.doi.org/10.3280/sr2016-109014.

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Carrano, Irene, Daniela Ghiringhelli et Claudia Tagliabue. « Rifugiato in famiglia. Effetti di sinergia tra istituzione pubblica, privato sociale e cittadinanza : l’esperienza milanese ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 28, no 58 (avril 2020) : 89–106. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005806.

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Résumé :
Riassunto L’articolo descrive l’esperienza di accoglienza in famiglia di titolari di protezione internazionale sperimentata a Milano a partire dal 2016. A fronte di molteplici esperienze simili, già presenti sul territorio italiano, la peculiarità dell’esperienza milanese è il coinvolgimento di quattro attori protagonisti: l’ente locale (Comune di Milano), il Terzo Settore, la società civile e il titolare di protezione internazionale. La presenza del Comune di Milano, e indirettamente del Ministero dell’Interno, finanziatore del progetto, sancisce il riconoscimento istituzionale di una prassi che fino ad oggi ricadeva soltanto sulla società civile.
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D’Ambrosio, Maria, et Giovanni Laino. « Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Résumé :
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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Biondi, Dal Monte Francesca. « Cittadinanza europea, libera circolazione e paritŕ di trattamento. Il diritto all'assistenza sociale dei cittadini dell'Unione ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (avril 2013) : 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/diri2012-004003.

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Villa, Roberta, Alessia Repossi, Vaninka Riccardi et Elisabetta Cozzi. « Il Progetto Teatrando. Un ponte di connessioni ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 105–16. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002008.

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Résumé :
Il Progetto Teatrando è un'esperienza territoriale di comunità lunga quasi vent'anni, che oggi viene descritta dalle autrici rispondendo agli spunti innovativi del welfare contemporaneo. Un contributo riferito a esperienze sul campo e buone pratiche che vedono, a livello metodologico, il connubio tra teatro sociale e sguardo gestaltico. I protagonisti che partecipano al Progetto Teatrando non sono solo i singoli individui, ma anche gruppi che grazie all'esperienza del teatro sperimentano e si allenano a forme diverse e nuove di cittadinanza attiva. È un esempio di creatività e responsabilità sociale, partecipazione, ideazione, attivazione di sistemi locali di welfare informale. Inoltre la descrizione di questa esperienza in termini evolutivi, ha condotto le autrici a tenere in considerazione i fattori di cambiamento in atto a seguito dell'emergenza sanitaria: come si sono rimodulate le pratiche del teatro nel dover impiegare gli strumenti tecnologici e la relazione a distanza?
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Pintus, Andrea. « I figli degli altri : la selezione che parte dalla classe ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (novembre 2010) : 35–46. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003004.

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Résumé :
Il tema immigrazione č stato a lungo trattato in Italia come qualcosa destinato ad esaurirsi nel tempo, nei confronti del quale adottare misure transitorie. Nonostante tale atteggiamento, il fenomeno si caratterizza sempre piů per la sua natura strutturale ed il crescente numero di giovani di origine straniera che nascono in Italia e che sono presenti nelle scuole italiane ne sono una conferma. La scuola rappresenta da sempre una delle principali agenzie socializzanti e quindi di inclusione e selezione sociale. Dalle indagini disponibili emerge come nella scuola italiana si realizza una forte differenziazione tra italiani e stranieri, in termini sia di rendimento, sia di scelte di indirizzo e continuitŕ negli studi: nel complesso gli studenti con cittadinanza non italiana, anche se nati in Italia, hanno un rendimento peggiore e si indirizzano verso percorsi scolastici piů brevi e maggiormente orientati al lavoro. Alla luce di questo quadro, ci si interroga se la scuola italiana possa rappresentare un veicolo per l'integrazione e la mobilitŕ sociale o rappresenti uno dei luoghi della riproduzione delle diseguaglianze sociali.
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Gragnoli, Enrico. « Gli strumenti di tutela del reddito di fronte alla crisi finanziaria ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 136 (décembre 2012) : 573–618. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136003.

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Résumé :
Lo scritto si occupa della crisi dello stato sociale e dei suoi riflessi sulla effettivitŕ dei principi costituzionali. L'autore si sofferma sugli istituti di tutela del reddito e, in particolare, sul c.d. «reddito di cittadinanza», considerato non conforme ai principi costituzionali sul lavoro. Si esaminano le relazioni tra il contesto istituzionale e il settore privato. In particolare, si analizza il ruolo attribuito agli enti bilaterali. Il saggio studia il nesso tra politiche attive e passive di promozione e di difesa dell'occupazione, nonché il ruolo svolto dalle regioni. Infine, si individua nel sistema dei trattamenti in deroga e nella sua disciplina, il sintomo piů evidente di disarticolazione del sistema protettivo.
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Micaela Coppola, Maria. « “I AM DISAPPEARING/ INTO THE UNCERTAIN LIGHT” : LA PAROLA COME STRUMENTO DI CITTADINANZA E AUTODEFINIZIONE NELLE POESIE DI JACKIE KAY. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 15 (2014) : 246–61. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.21.

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Résumé :
L’opera di Jackie Kay è un’esplorazione della materia intricata e complessa dell’identità. Al centro delle sue narrazioni spesso vi è un soggetto che non si può definire in base alle singole categorie di cittadinanza, nazionalità o razza. D’altronde, la stessa identità di Kay, così come emerge dalle sue opere dichiaratamente autobiografiche (la raccolta di versi The Adoption Papers e il racconto Red Dust Road) appare di non facile catalogazione: di origine afro-scozzese (nata a Edimburgo nel 1961 da madre scozzese e padre nigeriano), ed è cresciuta in un ambiente sociale tradizionale (a Glasgow) da genitori tutt’altro che tradizionali (è stata adottata da una coppia di bianchi pacifisti e comunisti radicali).
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Greca, Rainer. « Strategie d'impiego neo-liberali - responsabilitŕ sociale d'impresa o getting more from less ? Il caso della Germania ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 223–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127014.

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Résumé :
Uno dei principali argomenti del pensiero neo-liberale si basa sul fatto che il mercato č un'istituzione migliore, rispetto ad interventi o regolamentazioni statali, per aumentare il livello di benessere comune. Misure politiche europee - definite da questa ideologia - incoraggiano i governi a promuovere, e le imprese a favorire, iniziative di responsabilitŕ sociale d'impresa (Rsi) e cittadinanza aziendale (Ca), in quanto strumenti appropriati per migliorare il lavoro e le condizioni di vita. Nel saggio, attraverso risultati emersi da ricerche dell'autore e analisi di dati, si mostra che la conseguenza di queste politiche spesso č un'intensa partecipazione nella Rsi e nella Ca prevalentemente nel settore delle Pr o in attivitŕ di interesse pubblico, mentre le politiche neo-liberali e strategie di business provocano una crescita della disoccupazione, dei lavori precari, dell'intensificazione del lavoro ("getting more from less") e addirittura della tratta di persone.
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Emanuele Grisostolo, Francesco. « Il Piano Next Generation EU e la sua ‘architettura finanziaria' nella prospettiva della cittadinanza sociale europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (juin 2022) : 131–56. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-001005.

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Résumé :
Il contributo analizza l'impatto del piano Next Generation European Union (NGEU) sui diritti e i doveri dei cittadini europei, con particolare attenzione alle decisioni adottate per reperire le risorse finanziarie a livello sovranazionale e nella fase attuativa a livello nazionale. Dopo un inquadramento iniziale sulla dimensione sociale del piano, ci si concentra sugli strumenti utilizzati per finanziarlo. Viene quindi analizzato il ricorso al debito comune da parte dell'Unione, le questioni giuridiche che esso solleva e le sue prospettive future. A seguire, si considerano il dovere di contribuzione dei cittadini europei, le regole procedurali che ostacolano la costruzione di un sistema tributario europeo che sostenga il bilancio dell'Unione e il potenziale impatto del NGEU su questo percorso. Infine, ci si propone di verificare quale sia stato l'impatto sui federalismi fiscali a livello nazionale della prima fase di attuazione del NGEU.
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Farini, Federico. « Uno sguardo piů profondo : video osservazione ed analisi valutativa di interventi di promozione della partecipazione sociale ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 46 (avril 2011) : 105–19. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046008.

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Résumé :
Questo articolo intende argomentare come l'utilizzo della tecnica della video osservazione permetta di costruire indicatori dall'elevato valore informativo nell'ambito di una valutazione degli interventi sociali, nel momento in cui si concretizzano in effettive interazioni tra operatori e destinatari. A questo proposito si farŕ riferimento ad una caso di studio specifico, ossia un'analisi valutativa, svolta da ricercatori dell'Universitŕ di Modena e Reggio Emilia, avente per oggetto un intervento di promozione della cittadinanza europea destinato a studenti delle scuole secondarie di grado superiore. Nello specifico, si mostrerň come la video osservazione dei processi comunicativi permetta di costruire tre indicatori fondamentali per la valutazione di un intervento di promozione della partecipazione attiva dei giovani, ossia: 1) attenzione alla fase di definizione delle aspettative, 2) effettivo grado di autonomia della partecipazione dei destinatari, 3) la capacitŕ di utilizzare la gestione del conflitto come occasione di promozione di una partecipazione attiva e creativa dei destinatari dell'intervento.
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Acconcia, Giuseppe. « Reddito di cittadinanza : le esperienze dei "burocrati di strada" durante la pandemia di covid-19 in veneto ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2022) : 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002002.

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Résumé :
A partire dagli studi sull'implementazione del Reddito Minimo in Italia, l'articolo osserva il ruolo dei "burocrati di strada" a livello locale nell'aumentare le capacità di implementazione delle politiche del Reddito di Cittadinanza (Rdc) nel contesto della governance multilivello. L'obiettivo è verificare quanto i Servizi di Supporto all'Impiego abbiano innescato maggiori capacità amministrative e processi di innovazione sociale nell'implementazione del Rdc. L'ipotesi di ricerca è stata testata da un'indagine sul campo che ha incluso 44 interviste semi- strutturate a stakeholder regionali, "burocrati di strada" e professionisti dell'assistenza sociale nel Veneto Nord-orientale, impegnati nell'implementazione del Rdc in un contesto di emer- genza e a fronte di persistenti esigenze di maggiore integrazione con altri attori locali. Si rileva che la pandemia di Covid-19 ha fornito ai "burocrati di strada" l'opportunità di sperimentare nuovi mezzi e strumenti tecnologici nella fase iniziale del processo di implementazione delle politiche di Rdc, facendo emergere una potenziale maggiore capacità di coordinamento, inte- grazione e flessibilità del lavoro, solo in parte già presente nel quadro delle politiche del lavo- ro preesistenti (ad es., il Reddito di Inclusione - Rei).
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Montebelli, Stefania. « Il territorio come spazio della creatività sociale. Un esempio di laboratorio per una "città accogliente" ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa10030.

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Résumé :
L'attuale tendenza della trasformazione urbana non interessa più solo l'espansione dei centri urbani, quanto piuttosto la riconversione del patrimonio esistente. Lo spazio urbano è discontinuo, composto di luoghi che il tempo ha posto vicino, spesso senza alcuna pianificazione, a dimostrazione che l'evoluzione della territorialità è più rapida di quella del territorio che ne conserva le rimanenze materiali. Vengono a formarsi, così, degli spazi interstiziali nella trama urbana che solo la creatività sociale può reinserire nella progettualità di un contesto abitato e vitale, risignificandoli di nuova funzione. Questa dovrebbe essere vista come un'urgenza perché, sia che la territorializzazione riguardi la conquista di spazi extraterritoriali, che quelli interni al proprio territorio, lo spazio urbano abbandonato rappresenta una sorta di minacciosa indeterminatezza che può arrivare ad essere de-strutturalizzante per il tessuto territoriale, così come per l'identità collettiva. La creatività risulta essere, quindi, una strategia territorializzante attraverso cui la società educa alla cittadinanza attiva reificando, significando e funzionalizzando gli spazi del suo vivere, autorappresentandosi.
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Zanier, Maria Letizia, et Marta Scocco. « Migrazioni oltre le aree metropolitane : le sfide della cittadinanza "dal basso" in un sistema insediativo marchigiano ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 101–16. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001006.

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Résumé :
Il saggio si inquadra nel più ampio ambito degli studi sulle migrazioni oltre le aree metropolitane, di particolare interesse nel contesto italiano divenuto oramai da tempo un consolidato crocevia migratorio. Questi territori rappresentano osservatori privilegiati per comprendere e analizzare alcune importanti implicazioni sociali dell'immigrazione. I dati presentati e discussi ricostruiscono esperienze e pratiche di cittadinanza "dal basso" implementate nel quadro di due progetti FAMI realizzati presso l'Hotel House di Porto Recanati, un sistema immobiliare marchigiano ad alta concentrazione di popolazione di origine straniera e oggetto, da tempo, di studi sociologici, etnografici e demografici. Le evidenze empiriche indicano come il coinvolgimento diretto dei residenti, nella loro qualità di soggetti portatori di interessi nel corso delle diverse fasi progettuali, si sia rivelato una "buona pratica", oltre che una strategia vincente nell'intento di promuovere interventi di riqualificazione multilivello in un immobile che presenta da diversi decenni gravi segni di criticità intrinseche sul piano strutturale e sociale. Inoltre, attraverso le prassi virtuose introdotte in ambito progettuale, è stato possibile avviare strategie più efficaci di fronteggiamento dei gravi eventi emergenziali legati alla pandemia da Covid-19.
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Cervia, Silvia. « Le pratiche di cittadinanza attiva come strumenti di innovazione sociale : il caso del Piano Sociale per la Disabilità nella SdS Firenze Nord-Ovest ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (février 2015) : 131–43. http://dx.doi.org/10.3280/ses2015-001010.

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Zincone, Giovanna. « J.M. Barbalet, Cittadinanza : diritti, conflitto e disuguaglianza sociale, Prefazione di Danilo Zolo, Padova, Liviana, 1992, pp. 157. » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 24, no 2 (août 1994) : 357–59. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022978.

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Costantini, Dino. « Metamorfosi dell'integrazione. Dalla non-discriminazione al razzismo ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 41 (septembre 2011) : 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041004.

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Il termineha cominciato a essere impiegato nel nostro paese con riferimento all'integrazione sociale di gruppi minoritari solo a partire dagli anni sessanta, per sostituire il concetto ormai logoro di. Prendendo in esame le piů recenti normative italiane ed europee l'articolo mostra come le nuove politiche disegnino un ritorno, al di sotto di una terminologia rimasta immutata, alla concettualitÀ assimilazionista. Questo ritorno, in controtendenza rispetto alla progressiva giuridificazione e proceduralizzazione dell'appartenenza messa in moto dall'emergere nel secondo dopoguerra della politica dei diritti umani, sembra spingere le nostre societÀ politiche indietro verso una pericolosa ri-sostanzializzazione del concetto di cittadinanza in un processo che, lungi dall'aprire spazi di convivenza culturalmente plurali, sembra condurre concretamente verso una sempre piů spregiudicata e discriminante selezione migratoria funzionale a perpetuare quella sistematica inferiorizzazione economica e simbolica degli immigrati in cui consiste e di cui si nutre il razzismo istituzionale europeo.
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Paladini, Roberto. « La partecipazione dei cittadini nei processi di fusione di comuni in veneto : un'occasione mancata ? » ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (février 2021) : 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-003008.

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Résumé :
La review della letteratura di scienze politiche, management pubblico e di sociologia economica sugli articoli e i volumi degli ultimi trent'anni riguardo al riordino territoriale, e nella fattispecie le fusioni tra Comuni, si focalizza prevalentemente sugli aspetti organizzativi e funzionalisti derivanti dall'optimal size, dando poca evidenza alla questione partecipativa, prevista dall'attuale norma di riferimento, che, come evidenziato da alcuni autori, appare più uno strumento di legittimazione sociale delle politiche pubbliche di riassetto amministrativo che di reale coinvolgimento dei cittadini. Alla luce dell'obiettivo della ricerca, atto ad analizzare la portata di processi partecipativi nell'ambito dell'iter di fusione di Comuni, l'articolo si concentra sui processi di fusione e i relativi studi di fattibilità realizzati in Veneto dal 2013 al 2018, provando a verificare se vi sono stati reali rapporti di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza che, comunque, è tenuta a esprimersi attraverso il referendum consultivo.
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Nato, Alessandro. « La giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea sulla dimensione sociale della cittadinanza europea al tempo della crisi conomica ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mai 2017) : 93–120. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-001005.

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