Thèses sur le sujet « Cinema muto »

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1

Colonnese, Benni Vittoria. « Dante nel cinema dal muto al digitale ». Thesis, National Library of Canada = Bibliothèque nationale du Canada, 1999. http://www.collectionscanada.ca/obj/s4/f2/dsk1/tape7/PQDD_0021/NQ45726.pdf.

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2

Martin, Florez Camilo Andres <1980&gt. « Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9555/1/Tesi_di_dottorato_CamiloMartinFlorez%20%28finale%29.pdf.

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Résumé :
"Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia" nasce da un particolare interesse volto a determinare in che misura i colombiani parteciparono allo sviluppo del proprio cinema nazionale tra il 1897 e il 1926. Al fine di conseguire tale obiettivo, questo lavoro si prefigge come scopo la realizzazione di una rassegna critica dei lineamenti di storia del cinema muto colombiano. Inoltre, e considerando la forte partecipazione di impresari e cineasti italiani nel cinema muto colombiano tra il 1909 e il 1926, si presta particolare attenzione al loro contributo, a cui è dedicato il capitolo 4 e alcune sezioni dei capitoli 2, 3, 5 e 7. Preme mettere in evidenza che analizzare il contributo dei cineasti locali smentisce gran parte della bibliografia esistente sul cinema muto, dal momento che nessun testo colombiano o straniero ha mai constatato il loro contributo alla cinematografia locale o internazionale. Infatti, in questa ricerca si approfondiscono le nozioni di policentrismo, polimorfismo e polivalenza cinematografica, con l’obiettivo di realizzare uno studio documentato e aggiornato del cinema muto colombiano. Si auspica di poter dimostrare che il contributo di questi ultimi alla cinematografia muta colombiana e latino-americana –e in parte a quella italiana– fu consistente e di vasta portata, sia in termini di quantità che di contenuto. Infine, la presente ricerca si propone non soltanto di definire il contributo dei cineasti colombiani allo sviluppo del proprio cinema nazionale, ma anche, e soprattutto, di individuare l’origine di alcuni degli elementi che caratterizzano il cinema colombiano.
"Outlining the History of Silent Cinema in Colombia" stems from a particular interest aimed at determining to what extent Colombians participated in the development of their national cinema between 1897 and 1926. In order to achieve this goal, this work aims to create a critical review of the lineament of the history of Colombian silent cinema. Furthermore, and considering the strong participation of Italian entrepreneurs and filmmakers in Colombian silent cinema between 1909 and 1926, particular attention is paid to their contribution, to which chapter 4 is fully devoted as well as some sections of chapters 2, 3, 5 and 7. It is important to point out that analyzing the contribution of local filmmakers denies much of the existing bibliography on silent cinema since no Colombian or foreign text has ever established their contribution to local or international cinema. In fact, in this research, the notions of polycentrism, polymorphism, and cinematographic versatility are studied in-depth, with the aim of creating a documented and updated study of Colombian silent cinema. It is aimed to be able to demonstrate that the contribution of the latter to Colombian and Latin American silent cinema - and in part to the Italian one - was substantial and far-reaching, both in terms of quantity and content. Finally, this research aims not only to define the contribution of Colombian filmmakers to the development of their national cinema but also, and above all, to identify the origin of some of the elements that characterize Colombian cinema.
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3

Lotti, Denis. « Il divismo maschile nel cinema muto italiano. Protagonisti, film, stereotipi. 1910-1929 ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427418.

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Résumé :
This PhD doctoral dissertation consists of 5 chapters that aim to trace the history of male stardom in Italian silent movies from the origins of this phenomenon to its twilight (1910-1925). The first chapter analyzes the origin of dramatic roles typologies played by actors between 1910 and 1915. The first example of stardom dates back to 1910 and to Ermete Novelli’s interpretation of the cinematographic adaptation of Giacometti’s La morte civile (Novelli is a star performer and a real intellectual). In that period Novelli played in the cinematographic adaptations of King Lear and The Merchand of Venice by Shakespeare. In 1912 another distinguished theatre actor, Ermete Zacconi, became prominent playing in some original screenplays (Casa Itala Film’s Padre, Lo scomparso, L’emigrante). The two actors embodied a series of stereotypes (the noble father, death on stage) inherited from theatre and melodrama that were typical of divas’ cinema. The second chapter deals with Mario Bonnard’s career. He was the classical example of the elegant dandy described in D’Annunzio novels, which was useful for diva’s acting. During the First World War period, Amleto Novelli gave more importance to the the actor’s role, who was no longer a simple diva’s sideckick but acquired more significance instead. In 1924 Novelli died and he could no longer pursue his attempt to create in Italy roles for male main characters as it happened for Hollywood stars like Rodolfo Valentino. Chapters three and four examine in detail the lives, careers and recently restored films of two movie stars: Emilio Ghione and Bartolomeo Pagano. Emilio Ghione monography analyzes his role as director and actor, in particular his identification with his alter ego Za la Mort. Bartolomeo Pagano identified with Maciste. He played Maciste for 13 years and he played this character for the first time in the historical kolossal Cabiria (1914). Both actors were stars because they identified themselves with their characters, they played in serials and because spectators became fond of Za la Mort and Maciste. Chapter five aims to draw conclusions on the study about the phenomenon of male stars, comparing it with examples taken from outside the cinematographic environment, with the phenomenon of divas and with foreign movies which arrived in Italy after the First World War. In the last paragraph some suggestions are presented about a further development of this study with reference to the political stardom of Benito Mussolini when the Italian silent movies could not boast any stars. This paper is based on restored films kept in Italian and foreign film libraries, on archives' records and on secondary sources of the relevant period (magazines, publications) that can be found in the Appendixes.
La tesi è composta da 5 capitoli che tentano di tracciare la storia del divismo maschile nel cinema muto italiano dalle origini del fenomeno al suo crepuscolo (1910-1929). Il primo capitolo studia l’origine delle tipologie di ruoli drammatici maschili tra il 1910 e il 1915. Nel 1910 emerge il fenomeno del “protodivismo” grazie all’interpretazione di Ermete Novelli (mattatore teatrale e grande uomo di cultura) della riduzione cinematografica di La morte civile (opera di Giacometti); Novelli interpreta per il cinema in quegli anni anche (da Shakespeare) Re Lear e Il mercante di Venezia . Nel 1912 emerge la figura di un altro grande attore teatrale, Ermete Zacconi, che interpreta alcuni soggetti cinematografici originali (Padre, Lo scomparso, L’emigrante per la Casa Itala Film di Torino). I due attori incarnano una serie di stereotipi recitativi (il padre nobile, la morte in scena) ereditati dal teatro e dal melodramma che caratterizzeranno il cinema delle Dive. Il secondo capitolo tratta la carriera di Mario Bonnard, prototipo del dandy elegante di derivazione letteraria e dannunziana che sarà funzionale alla recitazione della diva. Durante gli anni della guerra Amleto Novelli emancipa il ruolo dell’attore che da spalla della diva acquista un ruolo di maggior rilievo. La morte dell’attore nel 1924 mette fine al suo tentativo di creare in Italia ruoli da protagonista per gli attori maschi, come accade invece per i divi hollywoodiani come Rodolfo Valentino. I capitoli 3 e 4 analizzano nel dettaglio la vita, le carriere e i film recentemente restaurati dei divi Emilio Ghione e Bartolomeo Pagano. La monografia su Emilio Ghione studia il suo ruolo come regista e come attore, soprattutto nella sua identificazione con l’alter ego Za la Mort. Bartolomeo Pagano è identificato con Maciste, il personaggio che interpreta per 13 anni, portato sullo schermo la prima volta nel kolossal storico Cabiria (1914). Entrambi gli attori sono divi perché si identificano con i loro personaggi, perché interpretano serial e perché il pubblico si affeziona ai personaggi stessi. Il capitolo 5 prova a trarre le conclusioni sul fenomeno del divismo maschile mettendolo in confronto con esperienze al di fuori del mondo del cinema, con la Diva e con il cinema straniero che arriva in Italia nel Dopoguerra. L’ultimo paragrafo propone ipotesi per un ulteriore sviluppo della ricerca in relazione con il “divismo” politico di Benito Mussolini negli anni in cui il cinema muto italiano è ormai privo di figure di spicco. La ricerca si fonda sui restauri delle pellicole conservate in Cineteche italiane ed estere, su testimoni d’archivio e su fonti secondarie d’epoca (riviste, pubblicazioni), riportate nelle Appendici.
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4

Bellano, Marco. « Accanto allo schermo. Il repertorio musicale de Le Giornate del Cinema Muto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427459.

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Résumé :
The fact that silent cinema is not to be considered just as a precursor to sound cinema, in an evolutionary sense, is today well acknowledged. The studies of scholars such as Tom Gunning, André Gaudreault, Richard Abel, Noël Burch and Charles Musser have moreover invited to consider what the “silent era” harbored not just as another cinema than the “sound” one, but as a number of “other” ways to conceive cinema, each one of them needing an accurately different approach, whatever is the chosen perspective (historiographical, aesthetic, sociologic, etc.) to look at them from. However, it is strange how one of these perspectives seems to be reluctant in accepting this awareness towards the silent production. It is the musical perspective: even if studies that deal with silent film music according to the specific features of the different languages of the silents have been developed indeed (most notably, the ones by Rick Altman), they nonetheless remain a minority. The panorama of discourses about film music, as of 2010, can still include authoritative contributions saying that «almost nothing has changed from the beginnings to present days» in the general way in which music interacts with moving images. Signs of this attitude are to be found even in the field of film preservation. Film archives devoted to silents, in fact, do not often accompany their film collections with pertinent music collections. There are, of course, meaningful exceptions, like the silent music collections at the Library of Congress or at the MoMA, or the Eyl/Van Houten Collection at the Nederlands Filmmuseum. But they are, precisely, exceptions. This situation apparently clashes with the need for «painstaking historical research» that Rick Altman recommends to be at the core of contemporary studies on silent films. A research done within an archive of silent film, in fact, is likely to be incomplete on the side of music and sound practices. Musicians of the silent era interacted with films by staying at the side of the screen, in the shadows next to the light of the projector: it is quite ironic how the discourse on their music, now, is again confined in a “shadow” – a metaphoric one, though - which borders with the “light” of the modern studies on silent cinema, but cannot proficiently interact with it. «It is time», as Altman said, «to include sound in silent cinema’s historiographical revival». A complete silent film music archive should be at the interface between a music library and a performing arts collection. Written scores, during the silent era, were a minority: the greatest part of the musical practice was instead based on cue sheets, compilations, repertoires, or even improvisations –which cannot of course have left any trace outside occasional accounts from audience members or the performers themselves. Moreover, practices of non-musical sonorization where often complementary to and concurrent with music performances: so, there is an evident need to keep record of them too. In addition to that, it must be remembered that, especially since the 1980 Thames Television presentation of Abel Gance’s Napoléon, reconstructed by Kevin Brownlow with new music by Carl Davis, the repertoire of the music for the silents started to grow again. In the last 30 years, the venues where silent film are screened in a way respectful of historical practices multiplied, as well as the production of appropriate music accompaniments founded on complete scores, but also, again, on cue sheets and improvisations, just like during the actual silent age. It seems reasonable for this “new” tradition of music for silents to be preserved alongside the historical documents which are its origin and source of inspiration. My Ph. D. thesis uses these considerations as a premise to reconstruct and study a special and circumscribed collection of silent film music: the repertoire played at the international silent film festival Le Giornate del Cinema Muto from 1982 to present days. The accuracy shown by this festival in the presentation and divulgation of silent film music practices provides in fact a solid ground for a project of this kind. In addition to that, Le Giornate have already expressed, in 2009, the intention of having such an archive developed in Pordenone, after a suggestion I advanced during the XI Collegium organized by the festival. The thesis is divided into two parts. The first one includes an introductory chapter, where problems about the archival preservation of musical sources pertinent to silent film music are discussed; then, a first chapter deals with an outline of the history of music for silent films, choosing a non-linear approach based on the insurgence of musical practices more than on a chronological succession; finally, the first part is concluded by a chapter describing the aesthetic of music for silent films, comprehensive of a review of the pertinent literature and a description of the audiovisual strategies used by the composers. The second part is the repertoire of the music that has been performed live at Le Giornate del Cinema Muto on the basis of written scores. 115 films are listed following the 29 editions of the Festival, with full filmographic information. Each film is accompanied by a short analysis of the main audiovisual strategies. The sources of this research are mainly the audiovisual recordings of the screenings at le Giornate del Cinema Muto preserved at La Cineteca del Friuli, Gemona. Other details have been collected through conversations (in person or via email) with some of the authors of the music: Gillian B. Anderson, Neil Brand, Günter A. Buchwald, Philip Carli, Antonio Coppola, Berndt Heller, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin and Gabriel Thibaudeau.
Il fatto che il cinema muto non possa essere considerato un mero precursore del cinema sonoro, secondo una logica «biologica e teleologica», è oggi ampiamente riconosciuto. Le riflessioni di studiosi quali Tom Gunning, André Gaudreault, Richard Abel, Noël Burch e Charles Musser hanno inoltre invitato a considerare il muto non solo come un altro cinema rispetto al sonoro, ma come un sistema di pratiche cinematografiche concorrenti ed essenzialmente diverse da quella del sonoro, decisamente mal raccolte sotto l’etichetta generica “cinema muto”. Ciascuna di queste maniere cinematografiche, numerose e dall’identificazione e denominazione controversa– cinematografia-attrazione, cinema dei primi tempi, cinema primitivo, ecc. – necessita di distinti strumenti d’analisi, quale che sia il punto di vista (storiografico, estetico, sociologico, ecc.) scelto per studiarla. È tuttavia strano come uno di questi possibili punti di vista si stia ancor oggi dimostrando piuttosto riluttante nell’accettare tale genere di consapevolezza nei confronti del muto. Si tratta del punto di vista musicale. È vero che non sono mancati gli studi teorici capaci di trattare la musica per il cinema muto tenendo conto della molteplicità e delle differenti necessità dei linguaggi visivi di quell’epoca: Rick Altman ha in particolare offerto alcune delle riflessioni più interessanti in tal senso. Ma tali riflessioni sono rimaste una minoranza. Il panorama dei discorsi sulla musica per film nel 2010 è ancora in grado di accogliere contributi importanti che tuttavia non differenziano le strategie audiovisive del sonoro da quelle del muto, sostenendo che nella maniera generale in cui la musica interagisce con l’immagine in movimento «poco o nulla è cambiato dalle origini ad oggi». Segni di questa tendenza si riscontrano persino nell’ambito della preservazione dei film. Gli archivi cinematografici attivi nella conservazione del muto, infatti, raramente accompagnano le loro collezioni con archivi paralleli destinati alla documentazione relativa alla musica. Esiste, bisogna riconoscere, la consapevolezza dell’importanza che i documenti musicali possono avere nelle operazioni di restauro e preservazione dei film. Esistono inoltre casi particolari di raccolte di musica per il muto gestite in sinergia con archivi di film, come le collezioni di musica per il muto conservate alla Library of Congress di Washington, DC, o al Museum of Modern Arts (MoMA) di New York, oppure la Eyl/Van Houten Collection presso il Nederlands Filmmuseum. Ma si tratta di eccezioni: e fino alla fine degli anni ’80 in effetti non esistevano significative raccolte di musica per il cinema muto al di fuori di quella del MoMA. Questo stato delle cose sembra in apparente contrasto con la necessità di una «ricerca storica coscienziosa» che Altman raccomanda parlando dell’approccio contemporaneo al muto. Infatti, allo stato attuale delle cose, una ricerca sul muto svolta in un singolo archivio rischia plausibilmente di essere molto carente sul versante delle pratiche sonore e musicali. Durante l’epoca del muto, i musicisti interagivano con i film restando accanto allo schermo, nell’ombra vicina alla luce del proiettore. È piuttosto ironico come oggi i discorsi sviluppati attorno alla loro musica siano nuovamente costretti in un’“ombra” – metaforica, stavolta – che sta ai confini della “luce” costituita dai moderni studi sul cinema muto, senza però poter ben interagire con essa. «È tempo», come ha scritto Altman, «di includere il suono nella rinascita storiografica del cinema muto». Un archivio della musica per il cinema muto dovrebbe porsi all’intersezione tra una biblioteca musicale ed una collezione di materiali legati alle arti performative. Le partiture scritte, durante l’epoca del muto, erano infatti una minoranza: la maggior parte della pratica musicale si fondava su cue sheet, compilazioni, repertori o improvvisazioni – che non possono aver lasciato alcuna traccia al di fuori di occasionali resoconti di membri del pubblico o degli stessi musicisti. In più, pratiche di sonorizzazione non musicali erano spesso concomitanti e complementari alle esecuzioni: esiste dunque una chiara urgenza di preservare anche qualsiasi tipo di documentazione parli di esse. In aggiunta a ciò, occorre ricordare che, almeno dalla presentazione del 1980 del Napoleon di Abel Gance prodotta da Thames Television, che ha mostrato il film ricostruito da Kevin Brownlow con una nuova musica di Carl Davis, il repertorio della musica per il muto ha cominciato a crescere di nuovo. Negli ultimi trent’anni, i luoghi dove i film muti vengono proiettati in maniera rispettosa di pratiche musicali storiche si sono moltiplicati, assieme alla produzione di partiture, cue sheet e improvvisazioni. Sembra ragionevole offrire a questa “nuova” tradizione di musica per il muto un posto accanto ai documenti che ne sono origine ed ispirazione. La mia tesi di dottorato utilizza queste considerazioni come premessa per ricostruire e studiare una collezione particolare e circoscritta di musica per il cinema muto: il repertorio di partiture eseguite al Festival internazionale Le Giornate del Cinema Muto, dal 1982 al 2010. L’accuratezza filologica dimostrata da tale Festival nella presentazione e nella divulgazione delle pratiche musicali del muto offre infatti una solida base per studi di questo genere. Inoltre, Le Giornate del Cinema Muto hanno già espresso, nel 2009, l’intenzione di fondare concretamente un archivio come quello sopra descritto, in seguito ad un suggerimento da me avanzato nel corso del XI Collegium di studi organizzato dalla manifestazione. La tesi è divisa in due parti. La prima include un capitolo introduttivo, dove vengono discussi problemi riguardanti la conservazione archivistica delle fonti musicali pertinenti alla musica per il muto; dopodiché, un primo capitolo tratta della storia della musica per il muto, scegliendo un approccio non lineare guidato dallo sviluppo delle pratiche musicali, e non da una consequenzialità cronologica; infine, la prima parte si conclude con un capitolo descrivente l’estetica della musica per il muto, nel quale si offre una rassegna della letteratura sull’argomento ed una descrizione delle strategie audiovisive utilizzate dai compositori. La seconda parte presenta il repertorio della musica che è stata eseguita a Le Giornate del Cinema Muto sulla base di partiture scritte. Si tratta di un elenco di 115 film, coprente la 29 edizioni del Festival e completo di informazioni filmografiche. Ogni scheda di film è accompagnata da una breve analisi delle principali strategie audiovisive. Le fonti di questa ricerca sono principalmente le registrazioni audiovisive delle proiezioni a Le Giornate del Cinema Muto conservate presso La Cineteca del Friuli, Gemona. Altri dettagli si sono ottenuti tramite conversazioni (di persona o tramite email) con alcuni degli autori delle musiche: Gillian B. Anderson, Neil Brand, Günter A. Buchwald, Philip Carli, Antonio Coppola, Berndt Heller, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin e Gabriel Thibaudeau.
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Ezechielli, Elena <1982&gt. « Ubaldo Maria Del Colle : tracce, carte, documenti di un regista del cinema muto italiano ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3956/1/EZECHIELLI_TESI.pdf.

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Ezechielli, Elena <1982&gt. « Ubaldo Maria Del Colle : tracce, carte, documenti di un regista del cinema muto italiano ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3956/.

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Himmelspach, Greta, Gaetano Roberto De et Daniele Dottorini. « Diva e ninfa : il metodo warburghiano in relazione alle figure del cinema muto italiano ». Thesis, Università della Calabria, 2016. http://hdl.handle.net/10955/1344.

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Nepoti, Elena <1985&gt. « La storia del cinema muto a Bologna attraverso la documentazione d'epoca. Protagonisti, imprese, spettacoli e luoghi per la gestione dell'immaginario della società urbana (1896-1925) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7051/1/Nepoti_Elena_Tesi_Dottorato.pdf.

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Résumé :
Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
The focus of this work is to reconstruct in detail the urban environment, its characteristics and evolution, in the beginning of the Twentieth Century, when the first movies were shown, using primary and filmic sources, and local and specialised press. Early cinema history is closely related to a process of modernization of the city of Bologna, as well as lifestyles and ideas, and the movies are tightly related to these instances, with a precise influence over the image of the city and on the experience of the citizens belonging to different social classes.
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Nepoti, Elena <1985&gt. « La storia del cinema muto a Bologna attraverso la documentazione d'epoca. Protagonisti, imprese, spettacoli e luoghi per la gestione dell'immaginario della società urbana (1896-1925) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7051/.

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Résumé :
Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
The focus of this work is to reconstruct in detail the urban environment, its characteristics and evolution, in the beginning of the Twentieth Century, when the first movies were shown, using primary and filmic sources, and local and specialised press. Early cinema history is closely related to a process of modernization of the city of Bologna, as well as lifestyles and ideas, and the movies are tightly related to these instances, with a precise influence over the image of the city and on the experience of the citizens belonging to different social classes.
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Picarelli, Perrotta Samuele. « IL PINOCCHIO DI GIULIO ANTAMORO. Ricostruzione filologica del primo adattamento cinematografico del romanzo di Collodi ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Questa ricerca prende in esame il Pinocchio (1911) di Giulio Antamoro, primo adattamento cinematografico dell’opera di Collodi prodotto dalle manifatture del cinema Cines di Roma. In anni in cui il pubblico cominciava ad essere alla ricerca di narrazioni più complesse e spettacolari che andassero oltre la breve durata, nel 1911 la Cines, rinomata per il primo film della storia italiana "La presa di Roma" di Filoteo Alberini, decide di lanciarsi nella produzione di lunga durata con l’adattamento di uno dei romanzi italiani più celebri della letteratura infantile: Pinocchio. Le avventure e birichinate del protagonista di legno si prestavano perfettamente per una spettacolarizzazione sul grande schermo. Come protagonista fu scelto uno dei volti più noti del cinema comico di quel tempo, Ferdinad Guillaume, conosciuto come Tontolini e futuro Polidor. Il film fu prodotto nel giro di pochi mesi e uscì nelle sale italiane nel novembre del 1911. Si confermò in breve tempo come un grande successo italiano e fu anche esportato all’estero in versione ridotta. Fino al 1994, del film si pensava rimanesse solo una copia incompleta e mal ridotta, quando dagli archivi della Cineteca Italiana di Milano viene rinvenuto il negativo originale dell’opera. Da qui si ottiene, in collaborazione con la Cineteca Nazionale di Roma, una prima edizione restaurata. Il progetto è poi ripreso nel 2018 con una nuova versione digitalizzata, effettuata dalla Cineteca Italiana sulla base della copia restaurata del 1994. Tra un passaggio e l’altro, la pellicola di Antamoro è andata inevitabilmente incontro a processi di modificazione, rivisitazione e adattamento ai gusti estetici contemporanei. Oltre all'analisi dell'opera e i suoi riferimenti intertestuali, la ricerca si pone come obiettivo la ricostruzione filologica della tradizione diretta dell'opera, analizzando le alterazioni a cui è andata incontro nel tempo e riflettendo su cosa ci rimane e cosa verrà trasmesso ai posteri.
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Moros, Marina. « Limte três derivas ». reponame:Repositório Institucional da UFSC, 2012. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/93374.

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Résumé :
Tese (doutorado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão, Programa de Pós-Graduação em Literatura, Florianópolis, 2009
Made available in DSpace on 2012-10-24T21:11:08Z (GMT). No. of bitstreams: 0
Limite [1931], filme escrito e dirigido por Mário Peixoto, é impossível de ser lido. A impossibilidade é, em parte, dada pelo próprio autor, que tornou o filme - e parte de sua obra - um todo esboço. Essa tese bosqueja três derivas sobre Limite. A estrutura é montada em cima do artigo de Eisenstein/Peixoto, Um Filme da América do Sul, tracejando a impossível leitura a partir da leitura fictícia. Na primeira deriva, historicidades concernentes ao fazer do filme e o seu redor. De Limite como projeto anacrônico do cinema inventado por Epstein e anulado por Rancière. A seguda deriva busca em Limite a "idéia de um filme soberano", a partir de Lyotard, atravessado ainda pela tragédia em suspensão epsteineana . E, por fim, o interregno da própria imagem de Limite, desenhada, em seus planos, sobre as marcas da imagem-tempo deleuzeana.
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Baptista, Tiago Ribeiro Ramos. « Tipicamente português-o cinema ficcional mudo em Portugal no início dos anos vinte ». Master's thesis, Instituições portuguesas -- UNL-Universidade Nova de Lisboa -- FCSH-Faculdade de Ciências Sociais e Humanas -- -Departamento de Ciências da Comunicação, 2003. http://dited.bn.pt:80/29956.

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Barr, Amanda M. « La génesis de Nosferatu en el cine mudo ». Thesis, Kansas State University, 2008. http://hdl.handle.net/2097/1090.

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Résumé :
Master of Arts
Department of Modern Languages
Benjamin Torrico
This thesis analyses the play Nosferatu by the contemporary Spanish author Francisco Nieva, and more specifically focuses on its genesis in silent film, primarily German Expressionist. First we take a look at the genre and style of the work itself, followed by a history of the vampire in literature and film. After a brief summary of the play, we begin to focus on the films, first discussing how Nieva came into contact with them in France through the cinémathèques. What follows is a detailed study of the films, with summaries, analysis of themes, and finally a comparison to Nosferatu, looking at the elements of the play that each film directly influenced.
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Bueno, Luciana. « Muito além da caixa cênica - A realização cenográfica contemporânea na cidade de São Paulo ». Universidade de São Paulo, 2007. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/27/27139/tde-20052009-133632/.

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Résumé :
Este trabalho é baseado na produção cenográfica contemporânea da cidade de São Paulo, vista através de um prisma técnico: os procedimentos da Realização Cenográfica. A Caixa Cênica à Italiana na sua trajetória de formação, seus usos e seus multiplicadores, são objetos de investigação do texto a seguir, bem como a aplicação destes conhecimentos além do seu meio de origem. No âmbito do Teatro Paulistano, está aqui sugerido um provável elo relativo às formas de utilização das técnicas da construção cênica, entre o início do século XX e o início do século XXI, no que se refere à transformação tanto de material humano, quanto de predicados técnicos. Por tanto, em que pese a necessidade de um discurso linear, sugerimos uma leitura remissiva desta dissertação, de maneira que história, técnica e estética acompanhem-se mutuamente ao longo do trabalho.
This work is based in the contemporary scenographic production of Sao Paulo cit y from a technical point of view: the procedures of the Scenographic Performance. The Italian style Scenic Area in its conception path, in its use and in its derivations, are subject to investigation in this text, as well as the use of such knowledge beyond its origins. In the Paulistano theater level, it is herewith suggested a likely link related to the ways to use the techniques of the scenic building between the beginning of the twentieth century and the beginning of the twenty-first century, regarding the transformation of both the human and the technical resources. Therefore, despite the need of a linear speech, it is herewith suggested a remissive reading of this text, in a manner that history, technique and aesthetic jointly follow throughout this work
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Barcinski, Philippe. « A dialética narrativa do cinema de montage e de découpage - das vanguardas do cinema mudo ao filme de suspense e terror contemporâneos ». Universidade de São Paulo, 2015. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/27/27161/tde-15052017-155429/.

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Résumé :
Esta dissertação analisa os conceitos de cinema de montage (herança de procedimentos de montagem do cinema de avant-garde dos anos 1920) e cinema de découpage (herança do estabelecimento de cenas contínuas a partir do início do cinema falado), conforme desenvolvido pelo teórico americano David Bordwell. A dissertação elenca, ao longo da história do cinema, alguns dos principais cineastas que, dentro de um cinema narrativo de ampla difusão, equilibraram esses dois procedimentos. A trajetória proposta conduz ao cinema contemporâneo de terror e suspense, sustentando a idéia que estes são alguns dos gêneros mais propícios para o equilibrio de montage e découpage. Paralelamente, a dissertação analisa a trajetória dos filmes de seu autor, Philippe Barcinski. De seus primeiros curta-metragens (exercícios de montage) passando pelo seu primeiro longa-metragem (exercício de equilíbrio de cenas de montage e de découpage), a dissertação cria uma base teórica para seu próximo longametragem, em desenvolvimento, uma adaptação literária de um filme de suspense e terror.
This work analyzes David Bordwell\'s concepts of montage (legacy of procedures of avant-garde cinema of the 1920s) and découpage (legacy of procedures of establishing continuity scenes from the beginning of the talkies). The text searches, throughout different moments of film history, some of the main director that, in narrative widely disseminated films, arranged those two procedures. The proposed path leads to the contemporary cinema of horror and suspense, supporting the idea that these genres naturally balances montage and découpage scenes. At the same time, the text analyzes the trajectory of its author, Philippe Barcinski, as a filmmaker. From his early short films (montage exercises) through his first feature film (which balances scenes of montage and découpage), the text proposes a theoretical basis for his next feature film in development, a literary adaptation for a thriller and horror movie.
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GOMES, Romulo Gabriel de Barros. « Muito prazer, Pornochanchadas : relações entre moral e bons costumes na construção da censura às produções eróticas brasileiras (1975 – 1982) ». Universidade Federal de Pernambuco, 2017. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/24121.

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Résumé :
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CAPES
Esta dissertação tem como objetivo investigar a construção dos discursos de proteção à “moral e os bons costumes” durante a ditadura civil-militar brasileira, especificamente, no que tange à sua influência na montagem e justificativa de manutenção do aparato censório. Utilizando-se como objeto de análise para filtrar a aplicação de tal discurso, o gênero cinematográfico erótico denominado pornochanchada. Produções de baixo orçamento, conteúdo humorístico, forte apelo sexual e grande retorno financeiro, que fora realizado do final dos anos de 1970 à meados dos anos de 1980. O recorte temporal ora levado em consideração refere-se ao momento do ápice produtivo e da maior interação do gênero fílmico em questão com o aparato censório. As pornochanchadas, produções comumente relegadas ao limbo dos estudos acadêmicos durante muito tempo, atualmente passam por fase de revisão dentro dos escritos historiográficos, é neste esteio que se insere o esforço deste trabalho, com o intento de evidenciar a multiplicidade deste gênero, bem como as muitas possibilidades de interação destas produções com os milhões de expectadores que atingiu durante mais de uma década e em mais de um milhar de películas produzidas. Evidenciando-se, assim, o não esvaziamento completo de mensagens e a possibilidade da presenta de conteúdo contestatório em determinadas obras, o presente estudo ora esforça-se em observar os embates entre táticas dos produtores da Boca do Lixo – região da capital paulistana onde se instalaram as produtoras deste gênero – para exibir suas produções em meio ao recrudescimento moral/político do regime e as estratégias governamentais focadas não só em dirimir qualquer perigo que estes filmes pudessem representar, mas de canalizar suas mensagens para a manutenção do discurso que os legitimava. Para realizar tal investigação, o presente trabalho conta com o aporte documental, além dos próprios longas-metragens, de pareceres, ofícios e outros documentos gerados pela Divisão de Censura e Diversões Públicas – DCDP, além de matérias jornalísticas acerca da temática veiculadas tanto em jornais de grande circulação, quanto em jornais alternativos de poucos exemplares ou de circulação restrita, conformando este último conjunto os textos redigidos por críticos cinematográficos especializados, os editoriais assinados pelo próprio periódico e também as cartas dos leitores comuns emitindo opiniões pessoais acerca dos filmes, buscando-se deste modo evidenciar as diversas possibilidades de apropriações e interpretações observáveis em relação à esta situação-problema.
This thesis aims to investigate the construction of the speeches of protection to the "moral and good manners" during the Brazilian civil-military dictatorship, specifically, concerning the influence on assembly and justification of maintenance of the censorship apparatus. Using as object of analysis, to filter an application of this discourse an erotic cinematographic genre called pornochanchada. Productions of low budget, based on the comedy, with strong sexual appeal and great financial return that was realized in the late 1970s to the mid-1980s. This temporal fraction refers to the interaction of this film genre with the censorial apparatus. The pornochanchadas, commonly relegated to the limbo of academic studies for a long time, are passing to a revision phase within the historiographic writings, is in this movement the efforts of this work is inserted. With the intent to evidence the multiplicity of this genre, as well as many possibilities of interaction of productions with a millions of spectators that reach for more than a decade and in more than a thousand of produced sequences. Evidencing the possibility of the presence of contributory messages in some of this movies, this essay represents an effort to observe the chock between the tactics of the producers of Boca do Lixo – Brazilian region where this movies where produced – to exhibit them productions in a period of moral/political recrudescing, and the governmental strategy focused, not just on neutralize any danger that this movies could presents, but, on canalizing the messages to maintenance of the discourse that legitimate themselves. To realize this investigation, this study uses as documental support, moreover than the feature films, the feedback documents of the censors, their crafts and other documents generated by the Censorship and Public Diversions – DCDP, besides of press notes of the Brazilian newspapers. In this last documents analyzing the professional movie critics, the editorial texts and the letters of the common reader, possibilitating to this dissertation a miscellaneous sampling of appropriations and interpretations of this problem-situation.
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Barr, Amanda M. « La génesis de Nosferatu en el cine mudo ». Manhattan, Kan. : Kansas State University, 2008. http://hdl.handle.net/2097/1090.

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Neiva, Humberto Carneiro. « Muito além de uma realização cinematográfica : a importância do Espaço Unibanco de Cinema no cenário cinematográfico nacional e sua resistência na exibição de filmes independentes brasileiros e estrangeiros no Brasil ». Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/27/27161/tde-19082015-094959/.

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Résumé :
O presente estudo aborda a trajetória da sala exibidora intitulada Espaço Unibanco de Cinema, assim como sua importância no mercado cinematográfico brasileiro. Contando a sua história e detalhando as características de seu funcionamento, a pesquisa aprofunda os métodos utilizados pela sala exibidora para permanecer no cenário exibidor brasileiro como um ponto de referência e resistência da exibição dos filmes brasileiros e filmes independentes estrangeiros. Em adição a isso, o trabalho apresenta um panorama do mercado de cinema no Brasil, colocando as modificações do parque exibidor nacional e as transformações do setor audiovisual caseiro. Por fim, a pesquisa apresenta a proliferação de complexos de exibição estrangeiros no mercado cinematográfico e a expansão do Circuito Espaço de Cinema no território nacional.
This study discusses the trajectory of theatre named Espaço Unibanco de Cinema, as well as its importance in Brazilian cinema market. By telling your story and detailing its operation characteristics, this research deepens the methods used by the theatre to remain in the Brazilian Exhibition Scenario as a point of reference and resistance of exhibition Brazilian and independent foreign films. In addition to this, the paper presents an overview of the film market in Brazil, pointing the changes of Brazilian Exhibition Park and audiovisual sector transformations. Finally, the research presents the proliferation of foreigner exhibition multiplexes and the growing of Circuito Espaço de Cinema all over Brazilian territory.
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Garin, Boronat Manuel. « El gag visual y la imagen en movimiento. Del cine mudo a la pantalla jugable ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2012. http://hdl.handle.net/10803/83522.

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Résumé :
Esta tesis estudia el gag visual en tanto que imagen en movimiento, analizando sus formas, modelos y funciones esenciales. Se parte de una serie de ejemplos clave del cine mudo y el slapstick para rastrear su evolución a lo largo de la historia del cine y sus prolongaciones en medios audiovisuales como la televisión y el videojuego. El estudio se centra en las tres grandes dimensiones de construcción formal del gag, tiempo, espacio y movimiento; ligando esos tres registros formales a tres funciones límite: narración, juego y sentido. La investigación confirma el papel del gag como una de las formas de resistencia visual más poderosas de la cultura contemporánea, que cuestiona valores narrativos y simbólicos a través de la posibilidad cómica.
This thesis studies the visual gag as moving image, analyzing its essential patterns, forms and functions. A series of key silent film and slapstick examples are located in order to examine their evolution throughout film history and their extensions in other media like television and video games. The research focuses on three main dimensions of the gag’s formal construction, time, space and movement; three formal scopes that lead to three functional limits: narration, gameplay and sense. The thesis confirms the essential role of the gag as one of the most powerful forms of visual resistance in contemporary culture, that questions narrative and symbolic values through comic possibilities.
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Carvalho, Danielle Crepaldi 1982. « Luz e sombra no écran : realidade, cinema e rua nas crônicas cariocas de 1894 a 1922 ». [s.n.], 2014. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/269890.

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Résumé :
Orientador: Miriam Viviana Gárate
Vol. 2 possui o subtítulo: Antologia
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Estudos da Linguagem
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Resumo: Esta tese compila e analisa a prosa cronística a respeito do kinetoscópio/ cinematógrafo, publicada em periódicos cariocas de 1894 a 1922 - dos primórdios dos media até o estabelecimento do cinema enquanto indústria sólida e arte. Debruça-se sobre uma questão candente postulada neste período que vai da entrada do kinetoscópio no Brasil até o burilamento do star system: aquela que diz respeito ao "realismo" cênico; passo fundamental na transformação do cinema norte-americano em uma das principais indústrias de seu país. O "realismo" das imagens em movimento, desde logo assinalado semanticamente pela denominação de "objetiva" atribuída às lentes que as captavam, enredou os cronistas desde a chegada do invento ao Brasil. O estudo centra-se no modo como esse realismo foi experimentado e pensado por escritores como Arthur Azevedo, Paulo Barreto/João do Rio, Olavo Bilac, Elvira Gama, Figueiredo Coimbra, Eva Canel, Baptista Coelho, Figueiredo Pimentel e Graça Aranha. O eixo da pesquisa visa a estabelecer como o kinetoscópio e o cinematógrafo moldaram o olhar dos cronistas à cidade e, em especial, às ruas do Rio de Janeiro, naqueles anos em que as vielas acanhadas da cidade provinciana transformavam-se em vias elegantes abertas como palcos, a convidarem a "sociedade" a trocar o âmbito privado pela flânerie pública. O trabalho procura analisar estruturalmente e tematicamente os textos cronísticos, no diálogo que estabeleceram com as produções cinematográficas vistas na capital. Lança-se, portanto, num trabalho interdisciplinar, que procura ler o cinema a partir das múltiplas relações estabelecidas com as produções culturais de seu tempo: o gênero teatral, a mise-en-scène dos museus, os panoramas pintados, o romance folhetinesco, a notícia jornalística, etc. Falamos, pois, de um percurso de mão dupla entre encenação e realidade, segundo o qual o "real" é encenado tendo-se por base convenções cênicas e literárias já solidificadas
Abstract: This thesis compiles and analyses the chronicle regarding the kinetoscope/ cinematograph published in carioca's newspapers and magazines from 1894 to 1922 - from the beginning of these media up to the establishment of the cinema as both a solid industry and as an art form. It aims to deal with a big issue of this period of time that goes from the arrival of the kinetoscope in Brazil until the development of the star system: the scenic "realism"; a fundamental step for the transformation of the North American cinema in one of the most important industries of the USA. The "realism" of the moving pictures, semantically determined by the name given to the cinematographic lenses - "objective" - moved Brazilian newspapers writers from the beginning. This piece of work centers in the way this realism was experimented and though by writers such as Arthur Azevedo, Paulo Barreto/João do Rio, Olavo Bilac, Elvira Gama, Figueiredo Coimbra, Eva Canel, Baptista Coelho, Figueiredo Pimentel and Graça Aranha. The goal of the research is to establish how the kinetoscope and the cinematograph gave form to the way writers observed the city in general, and specially the streets of Rio de Janeiro in those years when the unbreathable alleys of the provincial city turned into long and elegant avenues built up as open stages - inviting the "Society" to give up private habits to public ones. This study regards the chronicles considering their structure and themes, and the dialogue they established with the moving pictures seen in Rio. Therefore, it's driven into an interdisciplinary job, regarding the cinema from the multiples relations it established with the cultural production of its time: the theater plays, the museums' mise-en-scène, the painting "panoramas", the newspaper novels and reports, etc. We're talking about a two-way path between staging and reality, according to which "real" is staged using as a model solid scenic and literary conventions
Doutorado
Historia e Historiografia Literaria
Doutora em Teoria e História Literária
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Lambies, Barjau Josep. « El Rostro y su ausencia : la supervivencia de la fotogenia en el cine contemporáneo ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2021. http://hdl.handle.net/10803/671347.

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Résumé :
Jean Epstein escribía que, al filmar un rostro de cerca, el cinematógrafo había sido capaz de mostrar el alma humana. Así es como, en el período mudo, se instituyó la teoría de la fotogenia. Esta tesis parte de una voluntad de imaginar la historia del cine desde el punto de vista de los rostros que la han ido poblando y despoblando, apareciendo y desapareciendo del plano. Por un lado, nuestra intención es volver a pensar las ideas de Epstein desde el cine contemporáneo, razón por la cual el relato se abre con el rostro fluorescente de Margarete en Fausto (2011), de Aleksandr Sokurov. Por el otro, se trata de explicar la fotogenia como un lenguaje del tiempo de las imágenes y su manera de funcionar, en consonancia con el vocabulario espectral de Aby Warburg y, en especial, con el concepto de supervivencia, que encierra una doble vocación de memoria y porvenir.
Jean Epstein wrote that the cinematographer, by filming a face up close, managed to show the human soul. This is how the theory of the ‘photogénie’ was established during the era of silent films. This thesis starts from an intention to imagine the history of cinema from the point of view of the faces that have filled it and been cleared from it, appearing and disappearing from the shot. One part of this examination is to rethink Epstein’s ideas as regards to contemporary cinema, which is why this story opens with Margarete’s illuminated face in the film Faust (2011), by Aleksandr Sokurov. The other part is about explaining the photogenic quality as a language of the time of images, in accordance with the spectral vocabulary of Aby Warburg and, especially, with the concept of survival, which encompasses both memory of the past and ideas for the future.
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Hådell, Lisa. « De Escenas de cine mudo a Minnets film : Un análisis de la traducción de títulos entre el castellano y el sueco ». Thesis, Stockholm University, Department of Spanish, Portuguese and Latin American Studies, 2008. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:su:diva-8228.

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Résumé :

El presente análisis parte de un estudio contrastivo, el cual consta de una clasificación de los títulos literarios traducidos del castellano al sueco entre los años 1988 y 2007. Hemos clasificado los títulos según el grado de modificación semántica entre el título original y el título traducido. La parte cualitativa consta del análisis de algunos títulos del estudio contrastivo, con un enfoque particular en los títulos que han sido modificados, los efectos que las modificaciones conllevan, si se pueden motivar y por qué.

Parece haber un respeto profundo por el título original de una obra, ya que un 48% de los 208 títulos traducidos del estudio equivalen semánticamente a los títulos originales. Sin embargo, un 52% de los títulos ha sido modificado al ser traducido. Al analizar algunos casos de manera más profunda queda claro que más bien que ser cambios arbitrarios, las modificaciones lingüísticas pueden tener explicaciones sintácticas, estilísticas y/o culturales. El deseo de reconstruir significado connotativo y cierto nivel estilístico ha sido la guía en muchos casos. En efecto, una equivalencia formal, o traducir de manera más literal, no siempre es deseable, aunque sea una opción posible en la mayoría de los casos.

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Savaris, Michele. « La fotografía como elemento (re)constructor de la memoria en Escenas de cine mudo de Julio Llamazares y Retrato en sepia de Isabel Allende ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2011. http://hdl.handle.net/10183/32875.

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Résumé :
Esta dissertação busca uma aproximação entre fotografia e literatura à luz do processo mnemônico que se forma por meio desse tipo de imagem. Assim, o objetivo principal consiste em analisar e mostrar como a fotografia atua e de que maneira contribui para que alguém (re)construa seu passado relacionando-o à memória. Para isso, parte-se da análise das obras literárias Escenas de cine mudo do autor espanhol Julio Llamazares e Retrato en sepia da escritora chilena Isabel Allende, que nos servem como ponto de partida para a discussão analítica, destacando-se a importância da fotografia para a literatura. Dessa maneira, faz-se necessário um estudo cuidadoso dos elementos que compõem cada uma das referidas obras, com a finalidade de perceber e compreender as relações que se estabelecem para a formação da memória, já que em Escenas de cine mudo e Retrato en sepia, o modo de (re)construção do passado através de fotografia é diferente. O termo “memória” está associado a diversos conceitos, de acordo com a área em que é aplicado. Levando em conta essa ideia, a proposta é partir dos conceitos de “memória” estabelecidos por Aristóteles, Platão e Ricoeur, aplicando-os às obras literárias mencionadas.
Esta disertación busca un acercamiento entre fotografía y literatura a la luz del proceso mnemónico que se forma por medio de ese tipo de imagen. Así, el objetivo principal consiste en investigar y mostrar cómo la fotografía actúa en la literatura y de qué manera contribuye para que uno (re)construya su pasado relacionándolo a la memoria. Para esto, se parte del análisis de las obras literarias Escenas de cine mudo del autor español Julio Llamazares, y Retrato en sepia de la escritora chilena Isabel Allende, que nos sirven como puntos de partida para la discusión analítica, destacándose la importancia de la fotografía para la literatura. De esa manera, se hace necesario un estudio cuidadoso de los elementos componentes de cada una de las referidas obras, con el fin de percibir y comprender las relaciones que se establecen para la formación de la memoria, ya que en Escenas de cine mudo y Retrato en sepia, el modo de (re)construcción del pasado a través de la fotografía es distinto. El término “memoria” está relacionado a diversos conceptos, de acuerdo con el área en que se aplica. Llevando en cuenta esa idea, la propuesta es partir de los conceptos de “memoria” establecidos por Aristóteles, Platón y Ricouer, aplicándolos a las obras literarias mencionadas.
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Lenk, Erika 1978. « Carlitos : história de vida e obra de Chales Chaplin ». [s.n.], 2012. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/250941.

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Résumé :
Orientador: Ana Angélica Medeiros Albano
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
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Resumo: Esta dissertação percorre a trajetória de vida do célebre ator e cineasta inglês Charles Spencer Chaplin (1889-1977), o imaginativo criador de Carlitos, cuja graça e lirismo marcaram fortemente a arte do século XX. Sua obra ridiculariza os padrões culturais da sociedade estabelecida através das aventuras do Tramp, o errante marginalizado que permanece vivo no cenário cultural atual. Este estudo busca uma relação entre a vida e arte de Chaplin, identificando fatores que contribuíram para seu desenvolvimento artístico e seu conhecimento em arte.
Abstract: This dissertation contains the life story of the famous actor and English filmmaker Charles Spencer Chaplin (1889-1977), the imaginative creator of the Tramp, whose grace and lyricism left his impression on the twentieth (20th) century. His work satirizes the cultural patterns of the established society through the adventures of the Tramp, the marginalized vagabond that remains alive in the recent cultural scenario. This study searches the connection between Chaplin's life and art, identifying factors that contributed to his artistic development and his knowledge in art.
Mestrado
Educação, Conhecimento, Linguagem e Arte
Mestre em Educação
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Ruiz, Zanon Francisco. « Manuel Verdeguer Beltrán (Valencia, 1908-San Juan de Puerto Rico,1988) Trayectoria musical y aportaciones a la escuela moderna del contrabajo ». Doctoral thesis, Universitat Politècnica de València, 2020. http://hdl.handle.net/10251/152484.

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Résumé :
[ES] Manuel Verdeguer Beltrán es el contrabajista español más relevante del siglo XX, con un gran reconocimiento en el continente americano. Nacido en 1908 en Valencia, comenzó tocando el violoncello y posteriormente se consagró como solista y pedagogo del contrabajo, elogiado, entre otros por los maestros Lamote de Grignon y Joaquín Turina. El estudio de la época en la que desarrolló su carrera artística en España nos ha permitido descubrir la crisis económica causada a los intérpretes por la desaparición del cine mudo, así como en el conocimiento del reglamento que regía las condiciones laborales de los músicos. Desempeñó el puesto de solista de contrabajo en la Orquesta Municipal de Valencia y de la Orquesta Nacional de Conciertos en el periodo de la república. Posteriormente ingresó en la Orquesta Nacional de España, creada en la época franquista. En 1953 abandonó España para ocupar los puestos de solista de la Orquesta Nacional de Colombia y de profesor del Conservatorio de Bogotá. Posteriormente se trasladó a Venezuela como solista de la Orquesta Sinfónica de Venezuela y profesor de la Escuela Superior de Música "José Ángel Lamas" de Venezuela. Invitado por el violonchelista Pau Casals fue nombrado catedrático del Conservatorio de Puerto Rico y solista de la Orquesta Sinfónica de Bogotá. Estrenó el conocido concierto de Tubin para contrabajo y orquesta realizando la primera grabación de dicho concierto No tuvo discípulos en España; pero sí que los tuvo en América, creando una prestigiosa escuela del contrabajo.
[EN] Manuel Verdeguer Beltrán is the most relevant Spanish double bass player of the 20th century, with great recognition in the Americas. Born in 1908 in Valencia, he began playing the violoncello and subsequently consecrated himself as a soloist and pedagogue of the double bass, praised among others by the teachers Lamote de Grignon and Joaquín Turina The study of the time in which he developed his artistic career in Spain has allowed us to discover the economic crisis caused to the interpreters by the disappearance of silent films, as well as in the knowledge of the regulation that governed the working conditions of musicians. He played the double bass soloist position in the Municipal Orchestra of Valencia and the National Concert Orchestra in the period of the Republic. Later he joined the National Orchestra of Spain created in the Franco era. In 1953, he left Spain to occupy the positions of soloist of the National Orchestra of Colombia and professor at the Conservatory of Bogotá. Later he moved to Venezuela as soloist of the Symphony Orchestra of Venezuela and professor of the Higher School of Music "José Ángel Lamas" of Venezuela. Invited by cellist Pau Casals, he was appointed Professor of the Conservatory of Puerto Rico and soloist of the Symphony Orchestra of Bogotá. He premiered the famous Tubin concert for double bass and orchestra performing the first recording of that concert He had no disciples in Spain; but he did have them in America, creating a prestigious double bass school.
[CA] Manuel Verdeguer Beltrán és el contrabaixista espanyol més rellevant del segle XX, amb un gran reconeixement en el continent americà. Nascut en 1908 a València, va començar tocant el violoncel i posteriorment es va consagrar com a solista i pedagog del contrabaix, elogiat, entre altres pels mestres Lamote de Grignon i Joaquín Turina. L'estudi de l'època en la qual va desenvolupar la seua carrera artística a Espanya ens ha permès descobrir la crisi econòmica causada als intèrprets per la desaparició del cinema mut, així com en el coneixement del reglament que regia les condicions laborals dels músics. Va exercir el lloc de solista de contrabaix de l'Orquestra Municipal de València i de l'Orquestra Nacional de Concerts en el període de la república. Posteriorment va ingressar en l'Orquestra Nacional d'Espanya, creada en l'època franquista. En 1953 va abandonar Espanya per a ocupar els llocs de solista de l'Orquestra Nacional de Colòmbia i de professor del Conservatori de Bogotà. Posteriorment es va traslladar a Veneçuela com a solista de l'Orquestra Simfònica de Veneçuela i professor de l'Escola Superior de Música "José Ángel Lamas" de Veneçuela. Convidat pel violoncellista Pau Casals va ser nomenat catedràtic del Conservatori de Puerto Rico i solista de l'Orquestra Simfònica de Bogotà. Va estrenar el conegut concert de Tubin per a contrabaix i orquestra realitzant el primer enregistrament d'aquest concert No va tindre deixebles a Espanya; però sí que els va tindre a Amèrica, creant una prestigiosa escola del contrabaix.
Ruiz Zanon, F. (2020). Manuel Verdeguer Beltrán (Valencia, 1908-San Juan de Puerto Rico,1988) Trayectoria musical y aportaciones a la escuela moderna del contrabajo [Tesis doctoral no publicada]. Universitat Politècnica de València. https://doi.org/10.4995/Thesis/10251/152484
TESIS
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Vargas, Serpa C. Gabriela. « Más allá de la pantalla : prácticas fílmicas politizadas, colectivas, autogestionadas y de transformación social en Barcelona (2011-2018) ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2019. http://hdl.handle.net/10803/666225.

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Résumé :
La presente investigación pretende abordar la relación entre cine y activismo. Más concretamente, la manera en que estos dos elementos se han articulado en la actual coyuntura -tras la última crisis económica y sus consecuentes protestas sociales-, en el marco de la ciudad de Barcelona. Proyectos que, adoptando diversas modalidades, coinciden en la voluntad de prescindir, lo más posible, de los mecanismos comerciales o institucionales a la hora de elaborar, distribuir o exhibir materiales fílmicos. Proponiendo, al tiempo, contenidos críticos, independientes, contrainformativos y de denuncia. ¿Cómo nacen? ¿Cuál es su conexión con los referentes del pasado? ¿Cómo es su estructura organizativa? ¿Cómo entienden la cultura?¿Por qué hacen del cine su herramienta para la praxis política?¿Qué temáticas son las que producen o difunden?¿Cuál es su incidencia en el entorno en que se sitúan? Interrogantes todas que encontrarán respuesta en la aproximación a cada uno de ellos, revelando sus experiencias, dificultades, logros y contradicciones cotidianas, así como la manera en que han asumido la labor cinematográfica desde el empoderamiento colectivo, la intercooperación y la autoorganización.
This investigation addresses the relationship between cinema and social activism. Particularly the way this two elements have been brought together nowadays in Barcelona-after the latest economic crisis and its resulting social protests. Several projects adopt different methods and agree to avoid as much as possible all commercial or institutional mechanisms when it comes to distributing or showing film material. They suggest critical, independent and denunciative content. How are they born? How they connect with past references? How are they organized? How they understand culture? Why they use cinema as a tool for politics? What topics are being produced and spread? How they affect their surroundings? All this questions will be answered reveling their experiences, difficulties, achievements, and daily contradictions, as well as the way they have assumed the cinematographic task from collective empowerment, inter cooperation and self-organization.
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UFFREDUZZI, ELISA. « La danza nel cinema muto italiano ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/854501.

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Bellano, M. « Accanto allo schermo. Il repertorio musicale de Le Giornate del Cinema Muto ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11577/2670057.

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Résumé :
La tesi di dottorato utilizza queste considerazioni come premessa per ricostruire e studiare una collezione particolare e circoscritta di musica per il cinema muto: il repertorio di partiture eseguite al Festival internazionale Le Giornate del Cinema Muto, dal 1982 al 2010. L’accuratezza filologica dimostrata da tale Festival nella presentazione e nella divulgazione delle pratiche musicali del muto offre infatti una solida base per studi di questo genere. Inoltre, Le Giornate del Cinema Muto hanno già espresso, nel 2009, l’intenzione di fondare concretamente un archivio come quello sopra descritto, in seguito ad un suggerimento da me avanzato nel corso del XI Collegium di studi organizzato dalla manifestazione. La tesi è divisa in due parti. La prima include un capitolo introduttivo, dove vengono discussi problemi riguardanti la conservazione archivistica delle fonti musicali pertinenti alla musica per il muto; dopodiché, un primo capitolo tratta della storia della musica per il muto, scegliendo un approccio non lineare guidato dallo sviluppo delle pratiche musicali, e non da una consequenzialità cronologica; infine, la prima parte si conclude con un capitolo descrivente l’estetica della musica per il muto, nel quale si offre una rassegna della letteratura sull’argomento ed una descrizione delle strategie audiovisive utilizzate dai compositori. La seconda parte presenta il repertorio della musica che è stata eseguita a Le Giornate del Cinema Muto sulla base di partiture scritte. Si tratta di un elenco di 115 film, coprente la 29 edizioni del Festival e completo di informazioni filmografiche. Ogni scheda di film è accompagnata da una breve analisi delle principali strategie audiovisive. Le fonti di questa ricerca sono principalmente le registrazioni audiovisive delle proiezioni a Le Giornate del Cinema Muto conservate presso La Cineteca del Friuli, Gemona. Altri dettagli si sono ottenuti tramite conversazioni (di persona o tramite email) con alcuni degli autori delle musiche: Gillian B. Anderson, Neil Brand, Günter A. Buchwald, Philip Carli, Antonio Coppola, Berndt Heller, Stephen Horne, Maud Nelissen, Donald Sosin e Gabriel Thibaudeau.
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FORNARO, ANGELA MARIA. « I trucchi e gli effetti speciali nel cinema muto italiano : metodo e fonti di ricerca ». Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/2158/648488.

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Chavez, Raphaël. « D'un régime de l'image à l'autre. Réflexions à partir de la notion d'indécidable chez Jacques Rancière ». Thèse, 2006. http://hdl.handle.net/1866/7354.

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