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Rigante, M., G. La Rocca, L. Lauretti, G. Q. D’Alessandris, A. Mangiola, C. Anile, A. Olivi et G. Paludetti. « Preliminary experience with 4K ultra-high definition endoscope : analysis of pros and cons in skull base surgery ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 3 (juin 2017) : 237–41. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1684.

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Résumé :
Negli ultimi venti anni la chirurgia endoscopica del basicranio ha osservato continui sviluppi tecnici e tecnologici. L’endoscopia 3D e l’ alta definizione (HD) 4K hanno fornito grandi vantaggi in termini di visualizzazione e di risoluzione spaziale. L’ ultra HD 4K, recentemente introdotta nella pratica clinica, determinerà i prossimi passi soprattutto nella chirurgica endoscopica del basicranio. I pazienti sono stati operati attraverso un approccio transnasale transfenoidale endoscopico, utilizzando un endoscopio Olympus NBI 4K UHD con ottica 4 mm 0 ° Ultra Telescope, lampada allo xeno 300 W (CLV-S400) predisposto per la tecnologia narrow band imaging (NBI) collegato con una videocamera ad un alta qualità unità di controllo (OTV-S400 - VISERA 4K UHD) (Olympus, Tokyo, Giappone). Due schermi, un 31 “Monitor - (LMD-X310S) e quello principale ultra-HD 55” a pollici ottimizzati per la riproduzione immagini UHD (LMD-X550S). In casi selezionati abbiamo usato un sistema di navigazione (Stealthstation S7, Medtronic, Minneapolis, MN, Stati Uniti). Abbiamo valutato 22 adenomi ipofisari (86,3% macroadenomi; 13,7% microadenomi). Il 50% non erano secernenti (NS), 22,8% GH, 18,2% ACTH, 9% PRLsecernenti. 3/22 erano recidive. Nel 91% dei casi abbiamo raggiunto la rimozione totale, mentre nel 9% la resezione subtotale. Un followup medio di 187 giorni, durata media del ricovero era 3,09 ± 0,61 giorni. Tempo chirurgico 128,18 ± 30,74 minuti. Abbiamo avuto solo 1 caso di fistola intraoperatoria a basso flusso senza ulteriori complicazioni nel follow up. Il 100% dei casi non ha richiesto emotrasfusione. La visualizzazione e l’alta risoluzione del campo operatorio hanno fornito una vista dettagliata di tutte le strutture anatomiche e patologie e permesso il miglioramento della sicurezza e l’efficacia della procedura chirurgica. Il tempo operatorio è stato simile a quello dell’endoscopio HD standard 2D e 3D, come la fatica fisica era paragonabile ad altri in termini di ergonomicità e peso.
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Frank, G., E. Pasquini, L. Simonetti et F. Calbucci. « Chirurgia endoscopica transnasale ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 6 (décembre 2000) : 901–9. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300624.

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Voultsos, P., M. Casini, G. Ricci, V. Tambone, E. Midolo et A. G. Spagnolo. « A proposal for limited criminal liability in high-accuracy endoscopic sinus surgery ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 1 (février 2017) : 65–71. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1292.

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Résumé :
Lo studio ha lo scopo di sollecitare una riforma della responsabilità penale che preveda una riduzione di responsabilità legale per la chirurgia ad alta precisione, per quella ad alto rischio, come per esempio la chirurgia endoscopica sinusale (ESS). Il contributo comprende una revisione della letteratura medica, concentrandosi sull’identificazione e sull’esame dei motivi per cui la tecnica di ESS corre un rischio molto elevato di produrre gravi complicazioni dovute a manovre chirurgiche inesatte. Tale contributo, prevede anche una revisione della teoria del diritto e della giurisprudenza britannica e italiana in merito alla negligenza medica, soprattutto con riferimento alla L. italiana n. 189 del 2012 (“Decreto Balduzzi”). Si è constatato che gravi complicanze dovute a manovre chirurgiche non corrette di ESS possono verificarsi, indipendentemente dalla prudenza/diligenza del chirurgo. La soggettività in termini giuridici risulta essenziale per la negligenza medica, soprattutto con riferimento alla chirurgia ad alta precisione. La legge italiana 189/2012 rappresenta una buona base per la limitazione della responsabilità penale derivante da manovre imprecise in chirurgia ad alta precisione, come appunto l’ESS. In conclusione, si considera che i chirurghi che eseguono ESS dovrebbero essere esonerati da responsabilità penale in caso di negligenza lieve sopravvenuta nonostante il rispetto delle line guida emanate.
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Vergez, S., B. Vairel, C. Chossegros, G. De Bonnecaze et F. Faure. « Chirurgia endoscopica delle ghiandole salivari ». EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale 21, no 1 (octobre 2017) : 1–11. http://dx.doi.org/10.1016/s1292-3036(17)85582-6.

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Galli, A., L. Giordano, D. Sarandria, D. Di Santo et M. Bussi. « Analisi oncologica e delle complicanze nel trattamento endoscopico mediante laser CO2 dei tumori glottici in classe T1-T2 : la nostra esperienza ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 3 (mai 2016) : 167–73. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-643.

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Résumé :
Esistono numerose strategie terapeutiche per il trattamento del carcinoma glottico in stadio iniziale (Tis/T1/T2): la laringectomia parziale a cielo aperto, la radioterapia e la chirurgia endoscopica condotta mediante laser CO2. In particolare quest’ultimo approccio ha gradualmente, ma inesorabilmente, acquisito un ruolo sempre più centrale nel management del cancro laringeo. In questo lavoro presentiamo la nostra esperienza in materia di chirurgia endoscopica laser-assistita delle neoplasie glottiche in stadio iniziale. è stata realizzata un’analisi retrospettiva su un campione di 72 pazienti affetti da carcinoma glottico in classe T1-T2 trattati con cordectomia laser endoscopica nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012. Tutti i pazienti avevano almeno 36 mesi di follow-up. La disease-specific survival, la disease-free survival (DFS) e il tasso di preservazione laringea rilevati con il presente studio sono stati rispettivamente del 98,6%, 84,7% e 97,2%. Analizzando l’influenza sull’outcome oncologico a lungo termine di alcune tra le principali caratteristiche della malattia o del trattamento eseguito, abbiamo riscontrato come il coinvolgimento da parte del tumore della commissura anteriore e lo staging patologico della neoplasia (pT) correlino significativamente con un aumentato tasso di recidiva locale (p = 0,021 e p = 0,035) e con una ridotta DFS (p = 0,017 e p = 0,023). Gli altri parametri presi in esame, come staging clinico, tipo di cordectomia, coinvolgimento di altre specifiche sottosedi laringee e stato dei margini di resezione, non si sono dimostrati, invece, correlare significativamente con gli endpoint oncologici stabiliti. La chirurgia endoscopica laser-assistita è quindi una tecnica estremamente affidabile per il trattamento dei tumori glottici in stadio iniziale in termini di outcome oncologico. Il tasso di recidiva risulta significativamente influenzato dal coinvolgimento della commissura anteriore e dal pT.
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Vicente, J. « La chirurgia endoscopica diagnostica nei tumori vescicali ». Urologia Journal 65, no 3 (juin 1998) : 444–46. http://dx.doi.org/10.1177/039156039806500328.

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Faccioli, F. « Indicazioni E Limiti Alla Chirurgia Endoscopica Dell'Ostio Ureterale ». Urologia Journal 52, no 45_suppl (janvier 1985) : 17–22. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505245s03.

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Faccioli, F. « Tecnica E Complicanze Della Chirurgia Endoscopica Dell'Ostio Ureterale ». Urologia Journal 52, no 45_suppl (janvier 1985) : 23–32. http://dx.doi.org/10.1177/039156038505245s04.

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Lasio, Giovanni B., Roberto Attanasio, Alberto Maccari, Andrea Cardia, Francesco Costa et Giovanni Felisati. « Chirurgia ipofisaria endoscopica : una nuova arma nelle nostre mani ». L'Endocrinologo 11, no 4 (août 2010) : 166–68. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344727.

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Fadda, G. L., M. Berrone, E. Crosetti et G. Succo. « Complicanze sinusali monolaterali da patologia o trattamenti dentali : quando la chirurgia endoscopica endonasale necessita un approccio intraorale ? » Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 300–309. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-904.

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Résumé :
L'utilizzo diffuso degli impianti dentali e delle procedure ricostruttive per il loro posizionamento ha portato un aumento delle complicanze sinusali da patologia o trattamenti dentali (SCDDT). La diagnosi richiede una valutazione dentale e rinologica accurata, compresa la tomografia computerizzata (TC). Lo scopo di questo studio è stato quello di considerare un approccio multidisciplinare per il trattamento delle SCDDT, combinando la chirurgia endoscopica endonasale (EES) e l'approccio intraorale sulla base di un sistema di classificazione preliminare già proposto da altri autori. Inoltre, gli autori hanno analizzato la percentuale di sinusite mascellare a eziologica odontogena che si estende a interessare i seni etmoidali anteriori come anche i batteri coinvolti nella patogenesi delle SCDDT. Tra il gennaio 2012 e agosto 2015, nella nostra casistica di 31 pazienti, 16/31 pazienti (51,6%) sono stati trattati con approccio EES, 3/31 pazienti (9,7%) con approccio intraorale, e 12/31 pazienti (38,7%) con approccio combinato. Tutti i pazienti hanno riferito un miglioramento dei sintomi della rinosinusite, confermato attraverso i risultati degli esami clinici e della TC di controllo. Non è stata osservata nessuna complicanza significativa, né si è ricorsi a una revisione chirurgica. Infine, i risultati di questo studio preliminare suggeriscono che un approccio multidisciplinare delle SCDDT dalla diagnosi alla terapia permette una diagnosi più precisa e una terapia più esauriente, così da ottenere un rapido recupero, riducendo al minimo il rischio di recidiva.
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Angileri, Filippo Flavio, Felice Esposito, Daniele Marino, Rosaria Viola Abbritti, Francesco Ferraù, Federica Spagnolo et Antonino Germanò. « Aggiornamento sulla chirurgia ipofisaria per via endoscopica : indicazioni, vantaggi e limiti ». L'Endocrinologo 19, no 1 (30 janvier 2018) : 4–9. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0390-y.

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Pasquini, E., G. Frank et G. Farneti. « Chirurgia endoscopica transnaso-trans-sfenoidale della sella turcica Principi di anatomia ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 6 (décembre 2000) : 889–96. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300622.

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Parrilla, C., D. Lucidi, G. Petrone, G. Bastanza et C. Colosimo. « Idiopathic SIADH in young patients : don’t forget the nose ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 1 (février 2017) : 76–79. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1141.

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Résumé :
Il neuroblastoma olfattivo (ONB) è un raro tumore neuroendocrino dei seni paranasali associato, secondo molti autori, alla produzione di molteplici sostanze biologicamente attive. In questo lavoro descriviamo il caso di un paziente di sesso maschile di 31 anni giunto alla nostra osservazione presentando la sindrome idiopatica da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH). Durante il work-up diagnostico il paziente è stato sottoposto a TAC del massiccio facciale, che documentava la presenza di un estesioneuroblastoma etmoidale. è stato eseguito un trattamento di chirurgia endoscopica e successiva radioterapia. Subito dopo l’intervento chirurgico i livelli di natremia si sono normalizzati. Cinque anni più tardi il paziente risulta essere libero da malattia. Attualmente in letteratura sono stati pubblicati 17 casi di SIADH associata a ONB. In nove lavori la SIADH idiopatica ha tempestivamente portato alla diagnosi di masse sinusali come nel nostro caso, tuttavia, in molti casi, si è giunti alla diagnosi corretta mesi o anni dopo. Nei giovani pazienti con sindrome idiopatica da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico è necessario escludere un tumore maligno neuroendocrino dei seni paranasali.
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Rota, Attilio, Pierfrancesco De Santis et Pierpaolo Rota. « Indicazioni all’utilizzo del concentrato midollare nella chirurgia endoscopica del morbo di Haglund ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (17 septembre 2019) : 311–16. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00333-z.

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Cirillo, S., F. Caranci, F. Briganti, A. D'Amico, A. Volpe, A. Elefante, P. Cappabianca et R. Elefante. « Chirurgia endoscopica endonasale trans-sfenoidale della regione sellare : Valutazione pre-operatoria con TC spirale ed endoscopia virtuale ». Rivista di Neuroradiologia 14, no 3 (juin 2001) : 245–52. http://dx.doi.org/10.1177/197140090101400301.

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Blandino, A., G. Ascenti, M. Longo, I. Pandolfo et E. Scribano. « Impiego della TC nella valutazione della patologia rinosinusale in pazienti con fibrosi cistica ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 3 (juin 1996) : 297–300. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900305.

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Résumé :
La sinusite cronica e la poliposi rinosinusale sono estremamente frequenti in pazienti affetti da fibrosi cistica. In questi il coinvolgimento delle cavità paranasali viene frequentemente valutato sulla base del solo esame radiografico diretto, con scarso utilizzo della TC, contrariamente a quanto avviene per lo studio delle alterazioni polmonari. Dopo visita ORL ed endoscopia, 18 giovani pazienti affetti da fibrosi cistica sono stati studiati con TC in coronale dei seni paranasali a bassa dose. In tutti i 18 pazienti la TC ha documentato opacamento dei seni mascellari, con ispessimento mucoso e ristagno di secreti densi. In 5 pazienti asintomatici e con visita ORL negativa, il meato medio è apparso normale mentre nei rimanenti 13, risultati positivi alla visita ORL e con sintomatologia compatibile con patologia flogistica rinosinusale, si è dimostrata costantemente la ostruzione dell'infundibolo (in 10 bilaterale ed in 3 monolaterale). Si è altresì rilevato opacamento dell'etmoide anteriore (9), dell'etmoide posteriore (4), del seno frontale (7) e di quello sfenoidale (4), tessuto patologico con aspetto polipoide nel meato medio (4), poliposi massiva (1). Non abbiamo riscontrato sclerosi ed ispessimento osseo delle pareti sinusali, cisti da ritenzione o mucoceli. Anche in ambito pediatrico la chirurgia endoscopica «funzionale» è indicata quale trattamento della poliposi e delle flogosi croniche o recidivanti ribelli alle comuni terapie farmacologiche. Nei pazienti sintomatici, dopo valutazione endoscopica preliminare, trova giustificazione l'impiego della TC il cui triplice ruolo è di verificare l'esistenza di processi ostruttivi, di valutare l'estensione della patologia e di esplorare con elevata accuratezza le cavità rinosinusali e le strutture limitrofe al fine di ridurre i rischi operatori.
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CINIGLIO APPIANI, M., B. VERILLAUD, D. BRESSON, E. SAUVAGET, J. P. BLANCAL, J. P. GUICHARD, J. P. SAINT MAURICE et al. « Fibroma ossificante dei seni paranasali : diagnosi e management ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no 5 (octobre 2015) : 355–61. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-533.

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Résumé :
Le lesioni fibro-ossee benigne raramente colpiscono i seni paranasali e sono suddivise in 3 entità: osteoma, displasia fibrosa e fibroma ossificante. Questi presentano simili caratteristiche cliniche, radiologiche e istologiche ma hanno un comportamento diverso. Il fibroma ossificante, in particolare la variante istologica giovanile, può presentare un comportamento aggressivo con un alto rischio di recidiva se rimosso in modo incompleto. Lo scopo dello studio è quello di paragonare il comportamento clinico del fibroma ossificante con quello delle altre lesioni fibro-ossee; di evidenziare un eventuale comportamento differente tra i vari sottotipi istologici; di descrivere i vantaggi, i limiti e i risultati della chirurgia endoscopica endonasale rispetto ai dati presenti in letteratura. Abbiamo analizzato retrospettivamente 11 pazienti affetti da fibroma ossificante naso-sinusale e trattati in un centro ospedaliero di terzo livello. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a TC. La RM è stata eseguita in caso di coinvolgimento del basicranio o in caso di recidiva. Una biopsia pre-operatoria è stata effettuata nei casi in cui la massa era raggiungibile per via endoscopica. Un paziente è stato sottoposto a embolizzazione pre-operatoria ed ha riportato una cecità monolaterale al termine della procedure. In base alla localizzazione, l’exeresi del tumore è stata eseguita con un approccio endoscopico (7 pazienti), esterno (3), combinato (1). Istologicamente 5 pazienti hanno riportato un sottotipo convenzionale, 5 la variante giovanile psammomatoide associata in un caso a cisti aneurismatica ossea, e un paziente la variante giovanile trabecolare. Tre pazienti affetti dalla variante istologica giovanile psammomatoide hanno presentato un’invasione del basicranio e sono stati sottoposti ad exeresi subtotale per via endoscopica che ha richiesto in seguito, a causa di un aumento di volume del residuo, un secondo intervento per via transbasale. I reperti clinici, radiologici e istologici dovrebbero essere considerati insieme per una accurata diagnosi differenziale tra le lesioni fibro-ossee. Ulteriori studi sono necessari per concludere se la localizzazione e l’estensione del fibroma ossificante al momento della diagnosi sono più importanti della variante istologica. L’approccio endoscopico è la prima opzione nella maggior parte dei casi anche se in alcuni selezionati pazienti l’approccio esterno risulta ancora necessario.
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Presutti, L., M. Bonali, D. Marchioni, G. Pavesi, A. Feletti, L. Anschuetz et M. Alicandri-Ciufelli. « Expanded transcanal transpromontorial approach to the internal auditory canal and cerebellopontine angle : a cadaveric study ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 3 (juin 2017) : 224–30. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1258.

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Résumé :
Lo scopo dello studio è quello di descrivere e valutare la fattibilità di un approccio allargato transcanalare transpromontoriale al condotto uditivo interno e all’angolo pontocerebellare (ExpTTA). Nel settembre 2015 è stato condotto uno studio di dissezione su cadavere. In totale 2 teste (4 lati) son state dissecate focalizzando l’attenzione sull’anatomia chirurgica. I dati ottenuti dalle dissezioni son stati quindi analizzati. In tutti e quattro i lati è stato possibile eseguire la procedura, e tutti i punti di repere descritti son stati identificati. In tutti i cadaveri si è resa necessaria una ampia fresatura della articolazione temporo-mandibolare e il calibraggio del condotto uditivo esterno per permettere una adeguata esposizione e possibilità di manovra degli strumenti e le ottiche, e per accedere agevolmente all’angolo pontocerebellare. Anche la scheletrizzazione della carotide interna e del golfo della giugulare si sono rese necessarie con la stessa finalità. In conclusione l’ExpTTA si è dimostrata efficace per accedere chirugicamente al condotto uditivo interno e all’angolo pontocerebellare. Il potenziale uso estensivo e routinario di questo tipo di approccio alla pratica clinica dipenderà dallo sviluppo di tecnologie adeguate, dal rifinirsi di questa nuova tecnica, e dalla diffusione delle capacità manuali di chirurgia endoscopica del basicranio tra la comunità otorinolaringoiatrica e neurochirugica internazionale.
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Laudi, M., G. Fontana, M. Paradiso, F. Alladio et M. Pigato. « Antibioticoprofilassi a Breve Termine Con Aztreonam in Chirurgia Endoscopica Urologica in Pazienti Anziani ». Urologia Journal 55, no 1 (février 1988) : 10–13. http://dx.doi.org/10.1177/039156038805500102.

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Jane, J. A., R. M. Starke, M. A. Elzoghby, D. L. Reames, S. C. Payne, M. O. Thorner, J. C. Marshall, E. R. Laws, M. L. Vance et Renato Cozzi. « La chirurgia endoscopica transfenoidale per l’acromegalia : remissione usando criteri moderni, complicanze e fattori predittivi dell’outcome ». L'Endocrinologo 12, no 5 (octobre 2011) : 262. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344847.

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Arcuri, T., F. Calabrò, S. Delucchi et C. Capellini. « Il massiccio facciale superiore : Patologia non traumatica ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 3 (juin 2000) : 459–74. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300315.

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Résumé :
Da sempre la componente ossea ha rappresentato una barriera per l'esplorazione radiologica del massiccio facciale superiore, barriera che è stata superata soltanto con l'avvento della tomografia computerizzata, che ha consentito di ottenere, oltre all'evidenziazione delle strutture ossee, anche importanti informazioni sui tessuti molli sia superficiali che profondi. La TC costituisce attualmente la modalità di scelta per la valutazione delle cavità nasali e paranasali, ove è in grado di delineare in particolare l'anatomia del complesso ostiomeatale: valutazione quest'ultima ormai indispensabile nello studio della patologia infiammatoria, specie ai fini della preparazione alla chirurgia funzionale endoscopica. La risonanza magnetica, pur con i limiti della non ottimale visualizzazione della componente ossea, permette, grazie alla sua sensibilità ed alla sua alta specificità, una differenziazione tissutale superiore rispetto alla TC come nel caso della patologia neoplastica ove consente spesso la distinzione tra tessuto neoplastico e materiale infiammatorio e/o da ritenzione specie endosinusale.
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Agresta, Ferdinando, Luca Ansaloni, Gian Luca Baiocchi, Carlo Bergamini, Fabio Cesare Campanile, Michele Carlucci, Giafranco Cocorullo et al. « Laparoscopic approach to acute abdomen from the Consensus Development Conference of the Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e nuove tecnologie (SICE), Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI), Società Italiana di Chirurgia (SIC), Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza e del Trauma (SICUT), Società Italiana di Chirurgia nell’Ospedalità Privata (SICOP), and the European Association for Endoscopic Surgery (EAES) ». Surgical Endoscopy 26, no 8 (27 juin 2012) : 2134–64. http://dx.doi.org/10.1007/s00464-012-2331-3.

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Grammatica, A., A. Bolzoni Villaret, M. Ravanelli et P. Nicolai. « Tumore fibroso solitario della laringe sopraglottica ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 3 (mai 2016) : 239–43. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-194913.

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Résumé :
Il tumore fibroso solitario (SFT) è una neoplasia rara, benigna, di origine mesenchimale che generalmente origina nella pleura ma che raramente può coinvolgere altre sedi al di fuori degli spazi sierosi (mediastino, polmone, fegato, tiroide); il coinvolgimento laringeo è molto raro con solo pochi casi riportati in letteratura. Riportiamo un caso di SFT in una paziente di 41 anni con coinvolgimento della laringe sopraglottica. La sintomatologia è comparsa con disfonia e modesta odinofagia da 2 anni; L’esame fibrolaringoscopico ha evidenziato una massa sottomucosa con coinvolgimento della sovraglottide di sinistra e della parete mediale del seno piriforme. L’RMN rappresenta l’esame principale per escludere altre diagnosi (schwannoma, paragangliome ed emangioma) e per una corretta stadiazione mentre l’immunoistochimica e l’analisi citomorfologica (bcl-2 e CD34 positiva nel 90% dei casi) è la base per una diagnosi definitiva. La chirurgia (endoscopica o cielo aperto) è la prima scelta di trattamento e l’obbiettivo è un bilancio tra la radicalità oncologica e la funzione d’organo; nel caso riportato l’approccio è stato a cielo aperto per il volume della massa tumorale. La prognosi è buona e solo in alcuni casi (specialmente nei SFT pleurici) il comportamento biologico del tumore può essere di tipo maligno.
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Sellari-Franceschini, S., I. Dallan, A. Bajraktari, G. Fiacchini, M. Nardi, R. Rocchi, C. Marcocci, M. Marinò et A. P. Casani. « Complicanze chirurgiche in pazienti sottoposti a decompressione orbitaria per oftalmopatia di Graves ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 265–74. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1082.

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Résumé :
L'obiettivo di questo studio è analizzare le complicanze della decompressione orbitaria in pazienti affetti da oftalmopatia Basedowiana. Abbiamo analizzato 946 pazienti sottoposti a decompressione orbitaria per orbitopatia di Graves e le complicanze intra- e post-operatorie con un follow-up minimo di 6 mesi. Abbiamo eseguito inoltre un'estesa revisione della letteratura per comparare i risultati. Nel nostro studio le più frequenti complicanze sono state: atrofia della regione temporale (100%) nei pazienti sottoposti a decompressione con approccio coronale; ipoestesia permanente di V2 (13%) e V1 (8%) in pazienti sottoposti a decompressione con approccio transpalpebrale superiore. Un solo paziente ha avuto una lesione totale monolaterale di V2. Le complicanze più gravi sono state la riduzione dell'acuità visiva, che si è verificata in 5 pazienti, e la perdita di liquido cerebrospinale con complicanze cerebrali, verificatesi in 2 pazienti, entrambi operati con approccio endonasale non endoscopico. 3 pazienti hanno avuto un'emorragia intraoperatoria mentre 3 pazienti un'emorragia postoperatoria che ha richiesto un secondo intervento chirurgico. L'incidenza delle sinusiti/mucoceli sintomatici è stata dello 0,75%. In conclusione abbiamo evidenziato come la decompressione orbitaria eseguita con tecnica endoscopica endonasale e con accessi transpalpebrali sia una procedura chirurgica con una bassa incidenza di complicanze. La conoscenza delle cause delle possibili complicanze nei differenti approcci chirurgici può sicuramente aiutare a ridurre la loro incidenza.
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Starke, R. M., D. M. S. Raper, S. C. Payne, M. L. Vance, E. H. Oldfield, J. A. Jane et Renato Cozzi. « Confronto tra chirurgia endoscopica e microchirurgia transsfenoidale per l’acromegalia : risultati in una serie parallela di pazienti usando i moderni criteri di remissione ». L'Endocrinologo 14, no 3 (juin 2013) : 133. http://dx.doi.org/10.1007/bf03346071.

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Vettoretto, Nereo, Emanuela Foglia, Lucrezia Ferrario, Alberto Arezzo, Roberto Cirocchi, Gianfranco Cocorullo, Giuseppe Currò et al. « Why laparoscopists may opt for three-dimensional view : a summary of the full HTA report on 3D versus 2D laparoscopy by S.I.C.E. (Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie) ». Surgical Endoscopy 32, no 6 (24 janvier 2018) : 2986–93. http://dx.doi.org/10.1007/s00464-017-6006-y.

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Anania, Gabriele, Ferdinando Agresta, Elena Artioli, Serena Rubino, Giuseppe Resta, Nereo Vettoretto, Wanda Luisa Petz et al. « Laparoscopic right hemicolectomy : the SICE (Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie) network prospective trial on 1225 cases comparing intra corporeal versus extra corporeal ileo-colic side-to-side anastomosis ». Surgical Endoscopy 34, no 11 (18 novembre 2019) : 4788–800. http://dx.doi.org/10.1007/s00464-019-07255-2.

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Résumé :
Abstract Background While laparoscopic approach for right hemicolectomy (LRH) is considered appropriate for the surgical treatment of both malignant and benign diseases of right colon, there is still debate about how to perform the ileo-colic anastomosis. The ColonDxItalianGroup (CoDIG) was designed as a cohort, observational, prospective, multi-center national study with the aims of evaluating the surgeons’ attitude regarding the intracorporeal (ICA) or extra-corporeal (ECA) anastomotic technique and the related surgical outcomes. Methods One hundred and twenty-five Surgical Units experienced in colorectal and advanced laparoscopic surgery were invited and 85 of them joined the study. Each center was asked not to change its surgical habits. Data about demographic characteristics, surgical technique and postoperative outcomes were collected through the official SICE website database. One thousand two hundred and twenty-five patients were enrolled between March 2018 and September 2018. Results ICA was performed in 70.4% of cases, ECA in 29.6%. Isoperistaltic anastomosis was completed in 85.6%, stapled in 87.9%. Hand-sewn enterotomy closure was adopted in 86%. Postoperative complications were reported in 35.4% for ICA and 50.7% for ECA; no significant difference was found according to patients’ characteristics and technologies used. Median hospital stay was significantly shorter for ICA (7.3 vs. 9 POD). Postoperative pain in patients not prescribed opioids was significantly lower in ICA group. Conclusions In our survey, a side-to-side isoperistaltic stapled ICA with hand-sewn enterotomy closure is the most frequently adopted technique to perform ileo-colic anastomosis after any indications for elective LRH. According to literature, our study confirmed better short-term outcomes for ICA, with reduction of hospital stay and postoperative pain. Trial registration Clinical trial (Identifier: NCT03934151).
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Anania, Gabriele, Ferdinando Agresta, Elena Artioli, Serena Rubino, Giuseppe Resta, Nereo Vettoretto, Wanda Luisa Petz et al. « Correction to : Laparoscopic right hemicolectomy : the SICE (Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e Nuove Tecnologie) network prospectivetrial on 1225 cases comparing intra corporeal versus extra corporeal ileo‑colic side‑to‑side anastomosis ». Surgical Endoscopy 34, no 11 (12 décembre 2019) : 4801–2. http://dx.doi.org/10.1007/s00464-019-07322-8.

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Gelardi, M., L. Iannuzzi, M. De Giosa, S. Taliente, N. De Candia, N. Quaranta, E. De Corso, V. Seccia et G. Ciprandi. « Non-surgical management of chronic rhinosinusitis with nasal polyps based on clinical-cytological grading : a precision medicine-based approach ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 1 (février 2017) : 38–45. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1417.

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Résumé :
La rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP) è una malattia cronica nasosinusale, a eziologia infiammatoria, con significativo impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. La CRSwNP rappresenta ancora oggi una sfida terapeutica per lo specialista ORL, sia per la comprensione della sua eziopatogenesi, sia per il suo controllo clinico ed è questo è testimoniato dalla alta incidenza di recidiva dopo trattamento. Abbiamo voluto verificare l’ipotesi che un approccio terapeutico nuovo, standardizzato, e individualizzato sul grading clinico-citologico (clinical-cytological grading – CCG) consentisse un miglior controllo dei sintomi della malattia, e di ridurre la necessità di ricorrere alla chirurgia. Abbiamo pertanto reclutato 204 pazienti affetti da CRSwNP, di cui 145 hanno regolarmente assunto la terapia rispettando il protocollo proposto, e 59 pazienti, invece, che non hanno assunto la terapia in modo sistematico e sono stati quindi inclusi come controlli. Dopo 5 anni di trattamento standardizzato, abbiamo notato che 15 pazienti su 145 (10,3%) del gruppo con terapia standardizzata avevano avuto un miglioramento dello staging endoscopico, 61 su 145 (42%) si erano mantenuti costanti, mentre 69/145 (47,5%) erano andati incontro a un peggioramento. Nel gruppo di controllo, invece, i pazienti peggiorati erano ben 49 su 59 (83%), con un peggioramento significativo in termini di grading endoscopico di almeno due classi (p < 0,05). I pazienti e i controlli sono stati successivamente stratificati sulla base del CCG in 3 sottogruppi: pazienti con CCG lieve, moderata e grave. Dopo tale suddivisione in classi, è stato possibile evidenziare che nel gruppo con CCG lieve (n = 27), il 92% dei pazienti manteneva negli anni un trend costante, in assenza di peggioramenti e senza necessità di ricorrere alla chirurgia nei 5 anni di osservazione, mentre nel gruppo di controllo, 1 paziente su 59 (1,6%; p = <0,05) ricorreva a chirurgia. Nel gruppo con CCG moderato (n = 83), invece, il 44% dei pazienti “standardizzati” non aveva avuto un peggioramento di grading endoscopico, con un 3,6% di pazienti che aveva avuto necessità di ricorrere alla chirurgia, contro il 13,6% del gruppo controllo (p < 0,05). Nel gruppo dei pazienti con CCG grave (n = 35), anche se nessun paziente riusciva a ottenere un miglioramento del grading endoscopico, il 40% dei pazienti veniva comunque giudicato “controllato” da un punto di vista clinico. Nel gruppo dei pazienti con CCG grave, ben il 5,7% dei pazienti necessitava di trattamento chirurgico, ma anche in questo caso, la percentuale dei pazienti operati era significativamente maggiore (p = 0,0000) nel gruppo di controllo (49%). Infine, l’analisi statistica effettuata ha dimostrato chiaramente che, da un punto di vista obiettivo, le dimensioni dei polipi nasali tendevano ad aumentare a una velocità maggiore nel gruppo controllo che nel gruppo “standardizzato”, con incrementi proporzionali nelle tre classi di CCG (lieve, moderato e grave). Lo studio attuale fornisce le basi per lo sviluppo e l’adozione di un nuovo approccio per la gestione della CRSwNP sulla base di uno score clinico e citologico (CCG) che permetta di stimare con accuratezza la gravità della CRSwNP e di adattarne il trattamento. Tale approccio limita l’uso degli steroidi sistemici alle sole classi CCG di entità moderata-grave con dosi di steroidi inferiori rispetto a quanto precedentemente suggerito in letteratura. Il nostro protocollo può migliorare pertanto l’aderenza terapeutica dei pazienti, il tasso di controllo della malattia e può ridurre il ricorso alla chirurgia nel corso degli anni.
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Hardy, Jemmy-Lee, et Cyrill Poncet. « Syndrome obstructif respiratoire des races brachycéphales : approche diagnostique et thérapeutique ». Le Nouveau Praticien Vétérinaire canine & ; féline 19, no 81 (juin 2022) : 57–68. http://dx.doi.org/10.1051/npvcafe/2022058.

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Résumé :
Le syndrome obstructif des races brachycéphales (SORB) est un ensemble d’anomalies respiratoires, digestives et cutanées affectant les chiens, mais également les chats, à tête courte. L’obstruction des voies respiratoires hautes, notamment au niveau des cavités nasales et du larynx, est à l’origine du tableau clinique observé, dominé par des ronflements et de l’intolérance à l’effort et à la chaleur. Les signes digestifs sont étroitement corrélés aux signes respiratoires avec une prévalence importante de ptyalisme et de régurgitations, notamment en cas d’excitation. L’établissement d’un bilan lésionnel complet au moyen d’un recueil de commémoratifs détaillé, d’un examen clinique rigoureux et d’examens d’imagerie précis (radiographies thoraciques, endoscopie des voies respiratoires et digestives) est indispensable pour établir un plan chirurgical adapté. Un traitement chirurgical visant à augmenter la perméabilité des voies respiratoires associe généralement une résection du voile du palais (palatoplastie) et une ouverture des narines (rhinoplastie). Une intervention précoce est recommandée pour limiter la progression des troubles. Combinée à un traitement médical, cette chirurgie permet une amélioration significative des symptômes. Le pronostic est bon à excellent dans plus de 90 % des cas et dépend de la sévérité des troubles initiaux, du tempérament du patient et également des techniques chirurgicales utilisées.
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Manos, Thierry, Patrick Noel, Christophe Bastid, Ramon Vilallonga, Marius Nedelcu et Anamaria Nedelcu. « Endoscopic Gastroplasty. Initial Experience ». Chirurgia 114, no 6 (2019) : 747. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.6.747.

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Carta, F., P. Farneti, S. Cantore, G. Macrì, N. Chuchueva, L. Cuffaro, E. Pasquini et R. Puxeddu. « Sialendoscopy for salivary stones : principles, technical skills and therapeutic experience ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 2 (avril 2017) : 102–12. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1599.

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Résumé :
La scialoadenite cronica ostruttiva rappresenta una delle più frequenti patologie non-neoplastiche delle ghiandole salivari e la scialoendoscopia è sempre più utilizzata nella sua diagnosi e nel suo trattamento, associata o meno con la litotripsia laser. La scialoendoscopia può essere inoltre associata ad approcci esterni mini-invasivi nelle litiasi troppo voluminose per essere rimosse con un approccio unicamente endoscopico. Il presente articolo riporta l’esperienza delle Cliniche Otorinolaringoiatriche dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, Italia. È stata eseguita un’analisi retrospettiva su 48 pazienti (26 femmine, 22 maschi; età media di 45,3 anni; range 8-83 anni) trattati per patologia cronica ostruttiva delle ghiandole salivari maggiori mediante procedure chirurgiche endoscopiche o combinate da novembre 2010 ad aprile 2016 presso l’Azienda-Ospedaliero-Universitaria di Cagliari. I risultati dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna erano stati precedentemente pubblicati. Gli aspetti tecnici della scialoendoscopia sono stati accuratamente descritti. I pazienti trattati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari presentavano una patologia unilaterale in 40 casi e bilaterale in 8 casi; sono state trattate 56 ghiandole salivari maggiori (22 sottomandibolari e 34 parotidi). 5 pazienti sono stati sottoposti a scialoendoscopia bilaterale per parotite ricorrente giovanile, 10 per patologia ostruttiva non litiasica e 33 (68,75%) presentavano calcoli salivari (1 paziente presentava una litiasi parotidea bilaterale). Solo 8 pazienti sono stati sottoposti a scialectomia radicale per via esterna (5 scialectomie sottomandibolare e 3 parotidectomie). La chirurgia conservativa nei pazienti con scialoadenite cronica ostruttiva appare efficace e può essere realizzata mediante un approccio puramente endoscopico o combinato, con un’alta percentuale di successo. La procedura richiede una strumentazione adeguata e deve essere eseguita da un chirurgo esperto, che abbia svolto un training specifico scialoendoscopico, in modo da evitare le possibili complicanze maggiori e minori. La scialectomia tradizionale rappresenta la “extrema ratio”, limitata nei casi in cui un approccio conservativo sia risultato inefficace o controindicato.
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Nahlieli, O. « Complications of traditional and modern therapeutic salivary approaches ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 2 (avril 2017) : 142–47. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1604.

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Résumé :
Le complicanze dopo chirurgia tradizionale delle ghiandole salivari sono notoriamente documentate in letteratura e comprendono: la sindrome di Frey, la paralisi parziale o completa del nervo facciale, le lesioni del nervo grande auricolare, lo scialocele, la fistola salivare e gli esiti cicatriziali a livello della cute del volto. Per contro, le principali complicanze secondarie ai trattamenti endoscopici risultano essere l’avulsione del dotto salivare, le stenosi secondarie, la tumefazione ghiandolare, le fistole salivari, le perforazioni da falsa strada, le ranule post- traumatiche e le parestesie del nervo linguale. In generale, le moderne tecniche di chirurgia minimamente invasiva mostrano un tasso di complicanze post-operatorie significativamente inferiore rispetto alla chirurgia tradizionale delle ghiandole salivari. Tuttavia, un confronto tra le due strategie chirurgiche non può svolgersi correttamente perché esse sono applicate a diversi ambiti patologici. La combinazione di più tecniche di chirurgia minimamente invasiva rende sfumata la linea di confine tra chirurgia “tradizionale” e “moderna”, risultando utile e necessaria una più dettagliata descrizione del progressivo abbandono delle tecniche tradizionali a favore delle nuove.
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Ciuc, Diana, Rodica Birlă, Eugenia Panaitescu, Marcel Tanţău et Silviu Constantinoiu. « Zenker Diverticulum Treatment : Endoscopic or Surgical ? » Chirurgia 113, no 2 (2018) : 234. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.113.2.234.

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Florescu, Victor, Radu Parvuletu, Mugur Ardelean, Mihai Angelescu, Gabriela Anca Angelescu, Octavian Enciu et Niculae Iordache. « The Emergency Endoscopic Treatment in Acute Cholangitis ». Chirurgia 116, no 1 (2021) : 42. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.116.1.42.

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Grigaliūnas, Aurelijus, Nijolė Šileikienė et Algimantas Stašinskas. « Perkutaninė endoskopinė gastrostomija ». Lietuvos chirurgija 2, no 4 (1 janvier 2004) : 0. http://dx.doi.org/10.15388/lietchirur.2004.4.2347.

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Résumé :
Aurelijus Grigaliūnas, Nijolė Šileikienė, Algimantas StašinskasVilniaus greitosios pagalbos universitetinė ligoninė,Vilniaus universiteto Bendrosios ir plastinės chirurgijos,ortopedijos, traumatologijos klinikosBendrosios chirurgijos centras,Šiltnamių g. 29, LT-04130 VilniusEl. paštas: nijo@delfi.lt Įvadas / tikslas Pateikti perkutaninės endoskopinės gastrostomijos techniką. Nurodyti šio minimaliai invazinio chirurginio metodo indikacijas ir kontraindikacijas. Išanalizuoti Vilniaus greitosios pagalbos universitetinėje ligoninėje atliktų perkutaninių endoskopinių gastrostomijų komplikacijas ir mirties priežastis. Ligoniai ir metodai Retrospektyviai išnagrinėti atliktų perkutaninių endoskopinių gastrostomijų 34 atvejai. Ligoniams, kuriems buvo rijimo sutrikimų, gastrostomijos atliktos "stumk" ir "trauk" būdais. Rezultatai 1996–2003 metais Vilniaus greitosios pagalbos universitetinėje ligoninėje atliktos 34 perkutaninės endoskopinės gastrostomijos: 24 vyrams ir 10 moterų. Amžiaus vidurkis – 55,6 metų. Komplikacijų buvo 9 (26,4%) ligoniams; 4 (11,8%) ligoniai mirė; 5 (14,7%) ligoniams, iškritus gastrostominiams zondams, atliktos regastrostomijos. Išvados Perkutaninė endoskopinė gastrostomija – minimaliai invazinė chirurginė operacija. Jos atlikimo technika paprasta, lengvai įvaldoma. Tai intervencija, pasižyminti mažu komplikacijų ir mirčių skaičiumi. Reikšminiai žodžiai: perkutaninė endoskopinė gastrostomija, enterinis maitinimas, minimaliai invazinė chirurgija Percutaneous endoscopic gastrostomy Aurelijus Grigaliūnas, Nijolė Šileikienė, Algimantas Stašinskas Background / objective To present the formation technique of percutaneous endoscopic gastrostomy; indications and contraindications of this minimally invasive surgical method. To analyze complications and death rate in patients to whom those gastrostomies were performed at Vilnius University Emergency Hospital. Patients and methods Thirty-four cases of percutaneous endoscopic gastrostomies due to dysphagia were reviewed retrospectively. Percutaneous endoscopic gastrostomy formations were performed by the "push" or "pull" methods. Results Thirty-four percutaneous endoscopic gastrostomies were performed in Vilnius University Emergency Hospital in 1996–2003 for 24 male and 10 female patients, mean age 55.6 years. Complications were observed in 9 (26.4%) cases; four (11.8%) patients died. In 5 (14.7%) cases regastrostomies were performed when the gastrostomic drainage tube fell out. Conclusions Percutaneous endoscopic gastrostomy is a minimally invasive surgical intervention. Its technique is simple, easy to master. This intervention shows a relatively low complication and death rate. Keywords: percutaneous endoscopic gastrostomy, enteral nutrition, minimally invasive surgery
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Mari, Giulio, Andrea Costanzi, Jacopo Crippa, Valter Berardi, Letizia Santurro, Martino Gerosa et Dario Maggioni. « Endoscopic Treatment of Anastomotic Bleeding in Laparoscopic Colorectal Surgery ». Chirurgia 114, no 2 (2019) : 295. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.2.295.

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LABASSI, Hichem, et Karim LARBAOUI. « Endoscopic surgical treatment of carpal tunnel syndrome ». Batna Journal of Medical Sciences (BJMS) 5, no 1 (25 décembre 2018) : 47–49. http://dx.doi.org/10.48087/bjmsoa.2018.5111.

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Résumé :
De 2009 à 2017, 15 cas de syndrome du canal carpien ont été traités dans notre service. Le traitement était essentiellement chirurgical, la méthode que nous utilisons depuis 2009 est endoscopique (méthode de Chow), le recul moyen était de 6 mois. Notre série est composée essentiellement de femmes, le diagnostic est basé sur la clinique (douleur et troubles neurologiques) et sur l’étude électrique (électromyogramme), l’appréciation du résultat post-opératoire est également clinique avec disparition des douleurs et des troubles neurologiques dans le territoire du nerf médian et électrique (électroneuromyogramme de contrôle normal).
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Verhoeven, B. H. « Endoscopie of chirurgie ? » Tijdschrift voor Kindergeneeskunde 77, no 4 (août 2009) : 138. http://dx.doi.org/10.1007/bf03086379.

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Radu, Victor Gheorghe. « Retromuscular Approach in Ventral Hernia Repair - Endoscopic Rives-Stoppa Procedure ». Chirurgia 114, no 1 (2019) : 109. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.1.109.

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Priboi, Maura, Victor Tomulescu et Catalin Copaescu. « 27th International Congress of the European Association for Endoscopic Surgery ». Chirurgia 114, no 3 (2019) : 414. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.3.414.

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Tefas, Cristian, Rami Ababneh et Marcel Tanţău. « Peroral Endoscopic Myotomy Versus Heller Myotomy for Achalasia : Pros and Cons ». Chirurgia 113, no 2 (2018) : 185. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.113.2.185.

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Oprisanescu, Denisa, Denisa Bucur, Vasile Sandru, Ioan Cristian Nedelcu, Madalina Ilie, Ruxandra Oprita et Gabriel Constantinescu. « Endoscopic Treatment of Benign Esophageal Fistulas Using Fully-covered Metallic Esophageal Stents ». Chirurgia 113, no 1 (2018) : 108. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.113.1.108.

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Nicolau, Alexandru Eugen, Adrian Lobonţiu et Silviu Constantinoiu. « New Minimally Invasive Endoscopic and Surgical Therapies for Gastroesophageal Reflux Disease (GERD) ». Chirurgia 113, no 1 (2018) : 70. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.113.1.70.

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Battaglia, P., M. Turri-Zanoni, F. De Bernardi, P. Dehgani Mobaraki, A. Karligkiotis, F. Leone et P. Castelnuovo. « Septal flip flap per la ricostruzione del basicranio anteriore dopo resezione di tumori nasosinusali : risultati preliminari ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 3 (mai 2016) : 194–98. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-748.

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Résumé :
Il trattamento chirurgico dei tumori maligni nasosinusali estesi al basicranio anteriore si è evoluto nel corso degli ultimi decenni, passando dalla resezione craniofacciale tradizionale agli approcci endoscopici endonasali. In questi approcci mini-invasivi, il basicranio anteriore viene generalmente ricostruito con tecnica multistrato, utilizzando innesti di materiale autologo (fascia lata o tratto ileo-tibiale), che determinano la produzione di abbondanti crostosità a livello della neocavità chirurgica con conseguente disagio e fastidio per il paziente. In casi selezionati, proponiamo di allestire un lembo di mucopericondrio e mucoperiostio di setto nasale controlateralmente rispetto alla neoplasia, peduncolato sui rami settali delle arterie etmoidali anteriore e posteriore (Septal Flip-Flap, SFF), che può essere ruotato a ricostruire il difetto del basicranio anteriore. Criteri di esclusione per l’allestimento di questo lembo locale sono: tumori con estensione bilaterale ad interessare entrambi i complessi etmoidali; infiltrazione neoplastica del setto nasale e/o del planum sfeno-etmoidale; tumore maligno nasosinusale con istologia potenzialmente multifocale. Nel nostro centro di riferimento di terzo livello, la ricostruzione del basicranio mediante SFF è stata eseguita in 4 pazienti affetti dalle seguenti patologie: teratocarcinosarcoma etmoidale in un caso, persistenza di carcinoma indifferenziato nasosinusale (in esiti di trattamento radio-chemioterapico) in un caso, estesioneuroblastoma della fessura olfattoria in un caso, e carcinoma spinocellulare etmoidale in un caso. Non si sono verificate complicanze intra/post-operatorie, ottenendo il successo della ricostruzione del basicranio nella totalità dei casi. Nel postoperatorio si è osservata una netta riduzione delle crostosità intranasali, con rapida guarigione della neocavità chirurgica. Attualmente, non si sono registrate recidive di malattia, con un follow-up medio di 15 mesi. La ricostruzione del basicranio anteriore mediante SFF si è dimostrata sicura ed efficace, con percentuali di successo elevate, simili a quelle ottenute con altri lembi locali peduncolati. Il SFF garantisce inoltre una maggiore rapidità nel processo di guarigione della plastica del basicranio, con una diminuzione delle crostosità nasali nel postoperatorio e conseguente miglioramento della qualità di vita del paziente. Questa tecnica appare essere valida anche dal punto di vista oncologico per casi estremamente selezionati di tumore maligno nasosinusale. Casistiche più ampie con follow-up a lungo termine sono necessarie per validare i risultati preliminari di questa innovativa e promettente tecnica chirurgica.
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Iordache, Florin Mihail. « The 10th Congress of the Romanian Association for Endoscopic Surgery and Other Interventional Techniques ». Chirurgia 114, no 6 (2019) : 826. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.6.826.

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Sandru, Vasile, Vlad-Costin Ilie, Al-Ghouthani Jamal, Afrodita Panaitescu, Oana-Mihaela Plotogea, Ecaterina Rinja, Corina-Elena Minciuna, Catalin Vasilescu, Gabriel Constantinescu et Monica Lacatus. « Endoscopic Retrograde Cholangiopancreatography in Acute Biliary Pancreatitis : Urgent vs. Delayed and the Outcome of Same-Admission Cholecystectomy ». Chirurgia 117, no 1 (2022) : 22. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.2598.

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Dellaportas, Dionysios, Janine Zylstra, James Gossage, Cara Baker, Mark Kelly, Mieke Van Hemelrijck, Nyree Griffin, Jesper Lagergren et Andrew R. Davies. « The Prognostic Role of Pre-operative Positron Emission Tomography-Computed Tomography and Endoscopic Ultrasound Parameters in Oesophageal Adenocarcinoma ». Chirurgia 114, no 4 (2019) : 443. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.114.4.443.

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Geavlete, Bogdan, Cosmin Ene, Valentin Iordache et Petrisor Geavlete. « Initial Experience with the New Super Thin Single-use Pusen Flexible Ureteroscope 7.5 Fr in Renal Stones Endoscopic Treatment ». Chirurgia 116, no 3 (2021) : 354. http://dx.doi.org/10.21614/chirurgia.116.3.354.

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Weber, J., Martine Goergen et P. Strock. « Endoscopie après chirurgie de l’obésité ». Acta Endoscopica 35, no 5 (octobre 2005) : 721. http://dx.doi.org/10.1007/bf03003327.

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