Littérature scientifique sur le sujet « Chiesa di San Salvador Venezia »

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Articles de revues sur le sujet "Chiesa di San Salvador Venezia"

1

Pavičić, Ivana Prijatelj. « Le idee cristologiche nel contesto della commemorazione della battaglia di Lepanto : contributo allo studio dell’altare di Giovanni Vrana nella chiesa di San Giuseppe a Venezia ». IKON 1 (janvier 2008) : 215–26. http://dx.doi.org/10.1484/j.ikon.3.17.

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Viana, Antonio. « Gherro, Sandro (ed.), Le prelature personali nella normativa e nella vita della Chiesa. (Venezia, Scuola Grande di San Rocco, 25 e 26 giugno 2001), Cedam, Padova 2002, 177 pp. » Ius Canonicum 44, no 87 (21 décembre 2017) : 386–88. http://dx.doi.org/10.15581/016.44.15447.

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Heinrichs, Johanna D. « “In centro et oculis urbis nostre” : La chiesa e il monastero di San Zaccaria. Bernard Aikema, Massimo Mancini, and Paola Modesti, eds. Chiese di Venezia 4. Venice : Marcianum Press, 2016. xii + 426 pp. €39. » Renaissance Quarterly 71, no 1 (2018) : 343–45. http://dx.doi.org/10.1086/697837.

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Thèses sur le sujet "Chiesa di San Salvador Venezia"

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Di, Maio Barbara <1965&gt. « LA CHIESA DI SAN FELICE DI VENEZIA. UNA RICERCA D’ARCHIVIO ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16214.

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Résumé :
La Chiesa di San Felice di Venezia si trova nel mezzo della prima parte della Strada Nuova. L’esterno della fabbrica ha due ingressi: l’antico portale, il principale del 1535, in fondamenta Priuli o di San Felice, voluto da Girolamo Priuli detto “dalle Porte” e il secondario del 1555 in Strada Nuova. Il suo interno si presenta in stile neoclassico. Sette altari, tutti uguali, quattro di questi, portano dipinti di artisti dell’800. Ci si è chiesto quale destino abbia subito la chiesa nei secoli. Da qui il punto di partenza dello studio archivistico che ha portato ad identificare le varie committenze che vollero lasciare testimonianza nell’edificio. Si è quindi arrivati a delineare come doveva presentarsi l’antica fabbrica ricca di statue e dipinti. L’altare di san Giacomo, del Lombardo, con pala di Zuan Pietro Silvio della commissaria di Jacopo Priuli; l’altare di cha Ghisi dedicato a San Demetrio presente in chiesa già dal 1378, ma consegnato al ramo della famiglia nel 1555 con documentazione inedita. L’altare con il suo arredo di statue, in bronzo e pietra, voluto dalla meretrice Isabella Bellocchio alla fine del ‘500 con documentazione inedita. L’altare maggiore voluto dal dragomanno Michele Mambré. Non potevano mancare le antiche scuole di devozione, come quella del Santissimo Sacramento con i suoi tre dipinti del Tintoretto, con documentazione inedita che fa luce sulle motivazioni della loro vendita. Le scuole di arti e mestieri. La ricerca archivistica ottocentesca conclude la storia della chiesa di San Felice.
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Olivieri, Sara <1995&gt. « La chiesa di San Nicolò dei Mendicoli. Templum aureum della Venezia del Cinquecento ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17342.

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Résumé :
Nonostante sia stata spesso sottovalutata e sia oggi poco conosciuta, la chiesa di San Nicolò dei Mendicoli è una delle chiese più antiche di Venezia, sorta probabilmente già prima del XII secolo all’estremità sud-occidentale della città. Gli interventi architettonici che si sono susseguiti nel corso del tempo hanno consegnato una chiesa dall’aspetto esteriore semplice, ma che cela al suo interno un ambiente avvolgente, la cui bellezza ha fatto guadagnare alla chiesa l’appellativo di templum aureum. Come molti edifici veneziani, un primo intervento fu necessario in seguito ai grandi incendi del 1105 e del 1149; la chiesa fu oggetto di ulteriori modifiche nel corso del XIV secolo, in particolare dopo il terremoto del 1348. Fu tuttavia nel corso del Cinquecento, sulla scia dei dettami controriformistici e delle visite apostoliche e pastorali, che si assistette ad un vero e proprio rinnovamento decorativo: fu proprio da questo momento di fervore artistico che presero vita le dodici tele del ciclo cristologico che ricoprono le pareti della navata centrale e i dipinti del soffitto dedicati a San Nicolò. Molte sono le riflessioni che il programma decorativo e la chiesa tutta offrono allo studio: artisti, committenza, protagonisti, tempi, modelli iconografici... Tutti aspetti finora poco studiati e che meriterebbero un’analisi lunga e approfondita. Punto di partenza dovrebbe essere lo spoglio dell’archivio parrocchiale conservato presso l’Archivio storico del Patriarcato di Venezia, nonché la consultazione delle mariegole delle scuole piccole attive presso la parrocchia. La situazione di emergenza che ha colpito il mondo ha purtroppo causato l’inevitabile interruzione delle ricerche archivistiche. In mancanza di materiale documentario, la riflessione si è orientata sugli aspetti iconografici e iconologici delle tele, lette a partire dalla simbologia cristiana ma sempre in collegamento con il contesto dei Mendicoli, spingendosi a valutare anche gli aspetti più teorici che la serie sottende, ovvero il valore devozionale di un ciclo cristologico come quello di San Nicolò nella Venezia di fine Cinquecento. Caso studio di una chiesa veneziana, questa tesi spera di poter riportare l’attenzione su un luogo tanto bello quanto dimenticato dagli studi negli ultimi anni, nonché importante nella storia di Venezia e delle sue origini. Inevitabile è stato dunque un approccio iconologico contestuale, che mirasse a far emergere la chiesa di San Nicolò all’interno di un contesto più ampio, vissuto, fatto di persone, vicende, religione e storia.
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Biancotto, Filippo <1996&gt. « L'erculea fatica di Giovanni Antonio Fumiani. Storia, analisi e restauri del soffitto della chiesa di San Pantalon a Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20142.

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Résumé :
«Un oscuro pittore veneziano con fantasia ferace e con maniera larga e grandiosa figurò la gloria del Santo martire». Così Pompeo Molmenti descrive, in una sua monografia del 1909 dedicata a Giambattista Tiepolo, il lavoro di Giovanni Antonio Fumiani a San Pantaleone che è oggetto della nostra indagine: poche parole felicemente scelte che riassumono almeno due punti cruciali della ricerca che ci apprestiamo ad enunciare. Il primo riguarda la scelta del termine “oscuro” che si riferisce alla sua natura di pittore barocco che, all’epoca del Molmenti, era ritenuto un periodo buio per la storia dell’arte; il secondo riguarda la “fantasia ferace e la maniera grandiosa” che il Fumiani seppe sfruttare nel soffitto della chiesa di San Pantalon mescolando le sue giovanili conoscenze prospettiche bolognesi con gli apporti della pittura romana e gli stilemi dell’opera del Veronese. Per concludere la ricerca saranno esposte le fonti storiche e le descrizioni della medesima presenti nelle guide della Città e saranno corredate dalle documentazioni relative ai restauri che hanno vincolato nel tempo il nostro modo di rapportarci al telero.
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CAPPONI, MARCO. « Architettura teatina a Venezia. La costruzione della chiesa e del monastero di San Nicolò da Tolentino in età moderna ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/282399.

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Zugno, Francesca <1986&gt. « Decorazioni naturalistiche nella Venezia del Cinquecento : la sala a fogliami di Palazzo Grimani e la sacrestia di San Salvador ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3341.

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Résumé :
La presente ricerca verte sull'analisi di due decorazioni parietali accomunate da una simile tipologia iconografica: si tratta degli affreschi di carattere naturalistico presenti nella sala a fogliami di Palazzo Grimani e nella sacrestia della chiesa di San Salvador. Le ornamentazioni, raffiguranti racemi vegetali aggirati dal volo di uccelli, mettono in scena una sorta di giardino virtuale che sembra crescere oltre le pareti delle stanze. Se il motivo di verzure e uccelli ebbe grande diffusione nel Cinquecento in tutta la penisola, specialmente nella forma del pergolato, a Venezia, invece, solo i due casi studio oggetto della presente tesi si riallacciano a tale iconografia, declinando lo schema compositivo in soluzioni del tutto originali. Si prenderanno dunque in considerazione i contesti, le committenze, le attribuzioni e si tenterà di fornire un'interpretazione iconografica e iconologica delle due opere.
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Femminis, Cecilia Maria <1995&gt. « Complessità e opportunità nei rapporti tra Chiesa cattolica e arte contemporanea : il caso dell'Abbazia di San Giorgio Maggiore a Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19228.

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Résumé :
Il presente studio parte dalla personale curiosità di esaminare il rapporto che insite attualmente tra Chiesa cattolica e arte. L’idea nasce dall’esperienza di visita a mostre di arte contemporanea organizzate all’interno di chiese veneziane, pensare a questi luoghi di culto in veste di spazi espositivi mi ha portato a riflettere sul tipo di relazione che la Chiesa cattolica instaura oggi con l’arte in generale e con l’arte sacra. La ricerca tenta quindi di rispondere alla domanda: quali elementi determinano il rapporto che intercorre oggi tra la Chiesa e la sua arte? Lo studio si focalizza sulla prospettiva dell’istituzione ecclesiastica rispetto all’arte, quindi le principali fonti di riferimento sono documenti pubblicati dalle autorità della Chiesa competenti in merito. La tesi è strutturata in tre parti, nella prima si ripercorre l’evoluzione storica del rapporto tra Chiesa e mondo dell’arte, nella seconda si analizza l’approccio ecclesiastico alla gestione dei beni culturali di interesse religioso, nella terza si approfondisce la posizione del mondo cattolico rispetto all’utilizzo di linguaggi artistici contemporanei anche attraverso la presentazione di un caso virtuoso: la proposta culturale dell’Abbazia di San Giorgio Maggiore (VE). Lo studio evidenzia che la difficoltà del mondo cattolico nel comprendere il fenomeno estetico attuale e il disinteresse del mondo dell’arte contemporanea verso l’istituzione ecclesiastica, contestualizzati in un generale processo di secolarizzazione, rendono complesso l’incontro tra le due parti ai fini di collaborazioni. Tuttavia recenti esperienze di virtuosa cooperazione dimostrano che forme di dialogo tra Chiesa e linguaggi artistici contemporanei sono ancora possibili.
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Voltolina, Stefano. « Studio e Rilievi per la Conoscenza e il Restauro della Grande Vetrata della Chiesa di San Giovanni e Paolo a Venezia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426100.

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Résumé :
In the present work the study of the state of conservation of the Grande Vetrata (Great Stained-Glass Window) of SS. Giovanni e Paolo Church (Venice) was carried out. Themes related to restoration and conservation of stained-glass windows were also considered. Stained-glass windows are complex and not well-knwn works of art. A clear and sure methodology for their conservation is not available. This work started with the identification and characterization of the building, technological and decorative apparatus proper to stained-glass windows. The study of the documentation concerning past restoration works carried out on the Grande Vetrata was helpful in the definition of problems related to the conservation of each apparatus. The evolution of restoration methodologies during time was very interesting. After this first cognitive step metric and photographic surveys of the whole stained-glass window were carried out. A survey of the distribution of degradation phenomena in the work of art was also performed. Data obtained from all the surveys were used to build-up a map of the state of conservation of the work of art. This map will be a useful tool for people that will have to operate on the Grande Vetrata. In the end one panel of the stained-glass window was taken to a restoration laboratory in order to carry out a series of analyses on the piece. The whole operation was carried out in co-operation with skilled stained-glass windows restorers and with the Soprintendenza per i Beni Ambientali e Paesaggistici of Venice. The combination of the skills of restorers, scientists and architects gave all the means for a complete characterization of the conservation state of the panel. Therefore this study will provide the tools for the planning of a correct restoration work.
In questo lavoro di tesi è stato eseguito uno studio approfondito dello stato di conservazione della Grande Vetrata della Chiesa di San Giovanni e Paolo a Venezia e delle problematiche connesse alla conservazione ed al restauro di questo incredibile esempio di arte vetratistica, unico nel suo genere a Venezia. Le vetrate sono opere complesse e poco conosciute. Non esistono metodologie chiare e consolidate per la loro conservazione. Il lavoro svolto in questi tre anni di dottorato è dunque partito proprio con la identificazione e la caratterizzazione dei sistemi costruttivi tecnologici e decorativi propri dell’opera vetrata e con la definizione delle problematiche connesse alla loro conservazione. Riguardo questo ultimo aspetto è stato molto utile lo studio della documentazione relativa agli interventi di restauro eseguiti nel corso dei secoli sulla Grande Vetrata: se infatti è importante conoscere gli ideatori e gli esecutori che hanno dato vita ad un’opera, non è da meno lo studiare le problematiche davanti alle quali si sono trovati i diversi restauratori e l’evoluzione delle metodologie di intervento nel tempo. Una volta compresa la natura dell’opera e delle sue possibili alterazioni sono stati eseguiti un rilievo metrico ed un rilievo fotografico ad alta definizione dell’intera vetrata. Contemporaneamente è stato effettuato un rilievo delle zone interessate dai fenomeni di degrado individuati precedentemente. I dati ottenuti dai rilievi metrico, fotografico e del degrado e dallo studio della storia della vetrata sono stati utilizzati per creare una mappa dello stato di conservazione dell’opera che possa costituire uno strumento di facile ed immediata lettura per chi dovesse trovarsi ad operare sulla vetrata. Il percorso conoscitivo si è concluso con il prelievo e l’analisi in laboratorio di un antello della vetrata. Questa operazione è stata condotta insieme ad un funzionario della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Paesaggistici di Venezia e Laguna e ad esperti restauratori di vetrate ed ha costituito un importante momento di confronto e di apprendimento. La combinazione delle competenze relative alle problematiche di conservazione, alle tecnologie di intervento ed alla natura intima dei materiali hanno dato la possibilità di caratterizzare compiutamente lo stato di conservazione dell’antello in esame e di fornire quindi tuttti gli strumenti necessari per le progettazione di un corretto intervento di restauro.
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Fanciulli, Benedetta <1995&gt. « "Gli Ebrei nel deserto" di Jacopo Tintoretto : indagine iconografica e storico-contestuale sul telero laterale sinistro del presbiterio della chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15484.

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Résumé :
La tesi propone un'indagine iconografica sull'opera di Tintoretto conservata nel presbiterio di San Giorgio Maggiore a Venezia. Alla luce di alcuni documenti d'archivio che consentono di ipotizzare una commissione di qualche anno precedente rispetto alla datazione solitamente proposta, l'opera è stata contestualizzata all'interno del grande progetto decorativo che nell'ultimo ventennio del Cinquecento coinvolge la zona presbiterale della chiesa. Ciò ha permesso di stabilire che la tela, insieme con la sua compagna frontale, costituisce il primo passo della decorazione del presbiterio, o almeno di quello che poteva esserne il progetto, ragion per cui il rapporto fra le tele e l'architettura circostante risulta inevitabilmente rovesciato e necessita di una nuova lettura. La tesi presenta inoltre un'ampia sezione dedicata al confronto dell'opera di Tintoretto con soggetti analoghi trattati da altri autori, perlopiù coevi, presenti in altre chiese veneziane, nell'intento di stabilire una tradizione figurativa tale da poter identificare eventuali scarti iconografici e invenzioni proprie del singolo artista, senza naturalmente mai prescindere dallo studio delle fonti e dal loro confronto.
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Moretti, Laura. « Dagli Incurabili alla Pietà : le chiese degli ospedali grandi di Venezia tra architettura e musica, 1522-1790 / ». Firenze : Olschki, 2008. http://bvbr.bib-bvb.de:8991/F?func=service&doc_library=BVB01&doc_number=017044031&line_number=0001&func_code=DB_RECORDS&service_type=MEDIA.

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FRANCO, Maria Teresa. « ARTE E FEDE NELLA VERONA DEL VESCOVO GIBERTI ». Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/351997.

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Résumé :
La tesi si propone di indagare sui rapporti e sulle relazioni tra arte e vita religiosa nella Verona negli anni del vescovo Gian Matteo Giberti ( 1524-1543). In quest’epoca la città scaligera era divenuta uno dei più rilevanti centri del riformismo cattolico. L’ ambito temporale dello studio coincide con un’epoca di profonda e drammatica crisi della Chiesa di fronte alla sfida della Riforma protestante. L’attività pastorale del vescovo veronese aveva alimentato un fervido impegno nella cura delle anime, nella predicazione, nell’educazione dei giovani, nell’assistenza ai bisognosi. La ricerca si è posta l’obiettivo di verificare quanto questa spinta riformistica si sia riflessa sulla promozione artistica e sulle committenze del vescovo Giberti e dei suoi più stretti collaboratori. Attraverso indagini archivistiche, l’utilizzazione di fonti scritte e visive lo studio si è sviluppata in quattro sezioni. La prima è stata dedicata alla storia della Chiesa e della vita religiosa a Verona nel Cinquecento. La seconda prende in esame le committenze vescovili concentrandosi sul riassetto della cappella grande della chiesa cattedrale, con gli affreschi di Francesco Torbido, su ispirazione di Giulio Romano, il ‘tornacoro’, attribuito a Michele Sanmicheli ed infine l’altare eucaristico. Un’altra sezione ha preso in esame le committenze relative alle residenze vescovili, soffermandosi in modo particolare su alcuni episodi rilevanti, come l’affresco con la Crocifissione per la chiesa della villa di Santa Maria di Nazareth, attribuito a Battista Del Moro, o ancora il Crocefisso in rilievo che, secondo la testimonianza di Vasari, lo scultore Giovan Battista aveva realizzato per la cappella privata di Gian Matteo Giberti in vescovado. L’ultima sezione è stata dedicata proprio a ricostruire la vicenda artistica di questo celebrato maestro, scultore, stuccatore, incisore, orafo, disegnatore e stretto collaboratore di Giulio Romano.
The thesis deals with the relationships between art and faith in Verona during the time of Bishop Gian Matteo Giberti ( 1524-1542). In that period the city became one of the most relevant centres of the Catholic Reformation. The chronology of the following survey covers the period of the deep and dramatic crisis of the Roman Catholic Church in its challenge to the Protestant Reformation. The Bishop's pastoral work encouraged the commitment in the care of souls, the preaching, the education of the young, the assistance to the needy. The research aimed to verify how much the reformist thrust is reflected in the Bishop's and in his closest associates' artistic promotion and commissions. The essay, thanks to written and visual sources, and to archive surveys, is divided into four sections. The first part is devoted to the history of Church and religious life in Verona in the 16th century. The second section focuses on the episcopal commissions and looks at the main chapel rearrangement in the cathedral, its frescoes by Francesco Torbido, inspired by Giulio Romano, the “tornacoro”, attributed to Michele Sanmicheli, and the Eucharistic altar. The next section regards the commissions related to the episcopal residences, especially the most relevant ones, like the fresco Crucifixion for the church in the villa “Santa Maria di Nazareth”, attributed to Battista del Moro, or like the Crucifixion in bas-relief that was made - according to Vasari – by the sculptor Giovanni Battista for Gian Matteo Giberti's private chapel during his bishopric. The last section aims to reconstruct del Moro's artistic life as celebrated master, sculptor, master of stucco, engraver, goldsmith, painter and Giulio Romano's close associate.
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Livres sur le sujet "Chiesa di San Salvador Venezia"

1

La chiesa di San Salvador : Storia, arte, teologia : atti del convegno pluridisciplinare nel cinquecentenario della fabbrica : Venezia, Scuola grande di San Teodoro, 27 febbraio, 6-13-20 marzo 2007. Padova : Il prato, 2009.

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2

Gianmario, Guidarelli, dir. La chiesa di San Salvador : Storia, arte, teologia : atti del convegno pluridisciplinare del cinquecentenario della fabbrica : Venezia, Scuola grande di San Teodoro, 27 febbraio, 6, 13, 20 marzo 2007. Padova : Il prato, 2009.

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3

Giorgio, Pontello, et Zucchetta Emanuela, dir. Chiesa di San Zaccaria : Venezia. Saonara (PD) [i.e. Padua, Italy] : Il prato, 2013.

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4

La chiesa di San Trovaso : Venezia. Saonara (Padova) : Il prato, 2007.

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5

Caterina, Novello, et Zucchetta Emanuela, dir. Chiesa di San Giovanni in Bragora : Venezia. Saonara (Pd) : Il prato, 2007.

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6

author, Marchiori Silvia, dir. La Chiesa di San Pantalon a Venezia. Venezia : Marcianum Press, 2016.

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7

Ettore, Merkel, dir. La Cena in Emmaus di San Salvador. Milano : Electa, 1999.

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8

Nicoletti, Giuseppe. Illustrazione della chiesa e scuola di S. Rocco in Venezia. London : British Library, 1985.

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9

La Chiesa di San Bartolomeo e la comunità tedesca a Venezia. Venezia : Marcianum Press, 2013.

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10

Frei, Urs-Beat. Urs Frei : XLVII. Biennale di Venezia 1997, Svizzera, Chiesa San Staë. Bern : Bundesamt für Kultur, 1997.

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Chapitres de livres sur le sujet "Chiesa di San Salvador Venezia"

1

Sapienza, Valentina. « Capitolo 4. La pittura invisibile : le storie della passione Di Cristo della chiesa Di San Zulian ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 117–41. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37677.

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2

Sapienza, Valentina. « Capitolo 3. Gerolamo Vignola, patrono delle arti a San Zulian ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 79–115. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37672.

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3

Sapienza, Valentina. « Capitolo 2. La cappella del Santissimo sacramento in San Zulian ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 33–77. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37667.

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4

Sapienza, Valentina. « Ringraziamenti ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37652.

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5

Sapienza, Valentina. « Tavole fuori testo ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37637.

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6

Sapienza, Valentina. « Premessa ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37657.

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7

Sapienza, Valentina. « Appendice documentaria ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 147–235. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37687.

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8

Sapienza, Valentina. « Dedica ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37632.

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9

Sapienza, Valentina. « Indice dei nomi ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 251–68. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37702.

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10

Sapienza, Valentina. « Epilogo ». Dans La chiesa di San Zulian a Venezia nel Cinquecento, 143–46. Publications de l’École française de Rome, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.37682.

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