Littérature scientifique sur le sujet « Ceramica arcaica »

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Articles de revues sur le sujet "Ceramica arcaica"

1

Carpenter, T. H., et Alessandra Tempesta. « Le Raffigurazioni mitologiche sulla ceramica greco-orientale arcaica ». American Journal of Archaeology 106, no 2 (avril 2002) : 332. http://dx.doi.org/10.2307/4126262.

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2

Hertel, Dieter. « Laura Danile : La ceramica grigia di Efestia dagli inizi dell`Età del Ferro all`Età Alto-Arcaica. » Gnomon 86, no 5 (2014) : 439–47. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2014_5_439.

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3

Moignard, Elizabeth. « A. Tempesta : Le raffigurazioni mitologiche sulla ceramica grecoorientale arcaica. Pp. 200, ills. Rome : Giorgio Bretschneider, 1998. Paper. ISBN : 88-7689-152-8. » Classical Review 50, no 1 (avril 2000) : 365–66. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x00140028.

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4

Revello Lami, Martina. « Disegnare per Osservare, Capire, Raccontare. Conversazione con Agostino Sotgia ». Ex Novo : Journal of Archaeology 6 (11 février 2022) : 217–27. http://dx.doi.org/10.32028/vol6isspp217-227.

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Résumé :
Agostino Sotgia (Roma, 1990) è dottorando in archeologia preistorica presso la “Sapienza – Università di Roma” e la “RUG – University of Groningen”. Si occupa prevalentemente di Landscape Archaeology con particolare attenzione alla ricostruzione dei paesaggi agro-pastorali antichi in Etruria Meridionale a cavallo del I millennio a.C. Precedentemente si è interessato alla cultura materiale con una serie di studi sulle fornaci e le aree produttive per il vasellame ceramico in Italia peninsulare tra Età del bronzo e Età arcaica. All’attività di ricerca ha affiancato anche quella di sorveglianza archeologica nei cantieri per la creazione dell’infrastrutture della fibra ottica e del Gas. Collabora, inoltre, come disegnatore di reperti archeologici presso numerosi gruppi di ricerca e singoli ricercatori.
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5

Prous, André, et Monica Carsalad Schlobach. « Prehistoric burials in Peruaçu Valley - MG. » Revista do Museu de Arqueologia e Etnologia, no 7 (19 décembre 1997) : 3. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2448-1750.revmae.1997.109292.

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Résumé :
São apresentados aqui os onze sepultamentos escavados no vale do rio Peruaçu desde 1981. Após discussão de dados referentes a sexo, idade e datação, é descrita a posição em que cada esqueleto se encontrava, bem como os objetos que o acompanhavam. Objetivamos com isso discutir a existência de padrões de enterramento para os dois períodos (Arcaico Médio - 4.500/7.000 BP - e Ceramista Recente a Médio - 600/1.200 BP) em que tais estruturas foram encontradas no vale. Concluímos que há algumas feições típicas de cada um desses dois períodos
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6

Fulford, Michael, et Andrew Wallace-Hadrill. « Towards a history of pre-Roman Pompeii : excavations beneath the House of Amarantus (I.9.11–12), 1995–8 ». Papers of the British School at Rome 67 (novembre 1999) : 37–144. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004529.

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Résumé :
VERSO UNA STORIA DELLA POMPEI PRE-ROMANA: SCAVI AL DI SOTTO DELLA CASA DI AMARANTO (I.9.11–12), 1995–8Scavi condotti al di sotto della casa di Amaranto (I.9.11–12) a Pompei hanno prodotto evidenze della più antica occupazione dell'area. Tali ritrovamenti sono discussi nel presente articolo. Con l'eccezione di alcune tracce di presenza preistorica, la sequenza va dal VI al I secolo a.C, quando la casa fu costruita. Un resoconto della sequenza stratigrafica è presentato insieme ad una descrizione dei vari reperti, in particolare la ceramica, i resti faunistici e quelli botanici. Il recupero di una parte della struttura del sesto secolo, che ha uno stesso orientamento rispetto a quello della casa del primo secolo, e del tracciato stradale ad esse associato, porta a considerazioni sullo sviluppo e la natura della città nel periodo arcaico. Viene qui suggerito che la topografia della parte orientale della città si sia originata già alla fine del sesto secolo. Altri aspetti dell'evidenza archeologica, quali la continuità dell'occupazione, le attività economiche, le attività rituali e cambiamenti nella densità dell'occupazione, vengono anche discussi.
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7

Ridgway, D. « The Italiote Red-figured Vases in the Museo Camillo Leone at Vercelli. A Cambitoglous, M Harari. i Ceramica greca e societa nel Salento arcaico. G Semeraro ». Classical Review 48, no 2 (1 février 1998) : 428–30. http://dx.doi.org/10.1093/cr/48.2.428.

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8

Eapen, Antony, I. Hubert Joe et G. Aruldhas. « FT-IR, Raman, and SERS Spectra of Arcaine Sulfate ». Journal of Solid State Chemistry 133, no 2 (novembre 1997) : 423–29. http://dx.doi.org/10.1006/jssc.1997.7498.

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9

Sornek, Krzysztof, et Karolina Papis-Frączek. « Development and Tests of the Solar Air Heater with Thermal Energy Storage ». Energies 15, no 18 (8 septembre 2022) : 6583. http://dx.doi.org/10.3390/en15186583.

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Résumé :
Passive solutions in buildings have recently been rediscovered because they allow the rational use of solar radiation, which promotes energy savings. Thermal energy gained from the sun may be stored in the form of sensible heat in accumulative solid materials in a building envelope. This paper proposes an innovative solar air heater that captures and accumulates solar energy during the day and releases it during the night. The analyzed system is based on inexpensive ceramic modules, which can be used to construct thermal storage walls or solar chimneys in modern buildings. Both configurations have been tested experimentally and by a numerical model in ArCADia BIM software. Experiments have been carried out in laboratory conditions using a specially developed prototype. Among other parameters, power transferred from the solar air heater to the ventilation air in different conditions has been analyzed. When airflow was set to 150 m3/h, the maximum power observed under stable working conditions was approx. 355.0 W when the developed solar air heater operated as the solar chimney, and approx. 165.0 W when it operated as the solar thermal wall. When airflow was set to 200 m3/h, the maximum power was approx. 385.0 W. Experimental results have been used to calculate the efficiency of the solar air heater in real conditions. The total efficiency in the case of the solar chimney was estimated as 0.25, while in the case of the thermal wall it was estimated as 0.78, which resulted in an annual reduction in energy usage at a level of 190.7 kWh and 556.1 kWh, respectively (4.8 and 14.0%). In practice, these values can be significantly higher due to the possibility of increasing the length and shape of the accumulation heat exchanger.
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Thèses sur le sujet "Ceramica arcaica"

1

Citera, Emanuela. « La ceramica arcaica dai contesti di Poseidonia. Produzioni, tipologie e funzioni ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/1519.

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Résumé :
2010 - 2011
Poseidonia-­‐Paestum, per l’intensa attività di ricerca svolta dalla Soprintendenza archeologica in collaborazione con Istituiti e Università italiane e straniere, è una delle colonie della Magna Grecia meglio conosciute grazie ai numerosi studi incentrati su vari aspetti della città, dall’impianto urbanistico all’organizzazione della chora, alle aree sacre, all’ideologia funeraria, alle pitture funerarie e alle emissioni monetali. Oggetto della ricerca è stato lo studio della ceramica databile fra gli inizi del VI e la metà del V sec. a.C al fine di offrirne un’analisi sistematica, finalizzata a fissare produzioni, sequenze tipologiche orientate cronologicamente, comprendere e definire forme e modi della specificità culturale di Poseidonia attraverso l’analisi dei contesti funerari e le testimonianze mobili provenienti dai santuari e dai livelli urbani. La ricerca ha avuto inizio con la messa in sistema di tutti i dati editi, il cui censimento ha consentito di delineare un primo quadro delle ceramiche di età arcaica, a cui sono stati aggiunti gli elementi ricavati dall’analisi autoptica di alcuni contesti significativi, che hanno permesso non solo di ampliare lo stato delle conoscenze, ma di puntualizzare morfologie e cronologie degli oggetti al fine di disporre di una serrata griglia cronologica di riferimento. L’analisi filologica delle forme ceramiche attestate per ogni classe, è stata affrontata separatamente per le importazioni e le produzioni locali; per queste ultime la tipologia utilizzata è stata basata su un sistema aperto, organizzato in senso gerarchico, dal generale al particolare, in cui i diversi livelli di approfondimento sono indicati da codici alfabetici e numerici. I dati sono stati organizzati e commentati in base ad una sequenza cronologica delle classi e delle forme, volta a presentare un quadro complessivo degli elementi esaminati e documentati per l’orizzonte cronologico compreso tra la fondazione della città e la metà del V sec. a.C.; infine grazie alla messa in sistema dei dati disponibili, è stato delineato il quadro delle funzioni delle principali forme ceramiche nei contesti di rinvenimento, prevalentemente necropoli e santuari. [a cura dell'Autore]
X n.s.
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2

Servadei, Cristina. « La figura di Theseus nella ceramica attica : iconografia e iconologia del mito nell'Atene arcaica e classica / ». Bologna : Ante Quem, 2005. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40201611c.

Texte intégral
Résumé :
Texte remanié de: Tesi di dottorato--Archeologia--Padova--Università degli studi, 1997.
La p. de titre porte en plus : "Alma mater studiorum, Università di Bologna, Dipartimento di archeologia" Bibliogr. p. 217-234.
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3

Pace, A. « IMMAGINI DI GELA : LE NECROPOLI E IL PROFILO CULTURALE DELLA POLIS TARDO-ARCAICA. I MATERIALI DELLA COLLEZIONE E DEL PREDIO LAURICELLA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/357563.

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Résumé :
This work aims to reconstruction of the social profile of the Late-Archaic Gela, setting off by archaeological data and in particular by the analysis of the necropoleis. The excavation data from Predio Lauricella, collected by Paolo Orsi, have been re-edited; the Predio Lauricella is an area of the modern city that insists on a large burial ground of Late-Archaic and Proto-Classic age. The Lauricella Collection, the only wide collection from Gela preserved together with the Navarra, was collected by his owner with excavations conducted in the same terrains, later dug by Paolo Orsi; it allows to transform the Lauricella Collection in a formidable tool for the archeological research. The first chapters are devoted to reconstruction of the archaeological situation in Gela between the 19th century and the beginning of 20th century, when the institutions of the young Italian state, represented by Paolo Orsi, were fighting a strong battle to protect the archeological heritage from private interests. These are the ‘pictures of Gela’, pictures of the modern and the ancient city; many of these pictures come from the necropoleis, where many attic vases were buried with their owners. The whole of data collected allow to fill the lack of information offered by the ancient sources and to observe through the burial customs which were the dynamics that led to take the power by Kleandros and Ippokrates and then to the establishment of the Dinomenid dynasty.
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4

Reindel, Markus, et Johny A. Isla. « Evidence of Early Cultures in the Palpa Valleys on the South coast of Perú ». Pontificia Universidad Católica del Perú, 2012. http://repositorio.pucp.edu.pe/index/handle/123456789/113499.

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Résumé :
After the pioneering work of Julio C. Tello, Frédéric Engel and John H. Rowe on the Formative and Preceramic periods, few advances have been made in the investigation of early cultural developments on the south coast of Perú. This is especially true for the Río Grande de Nasca drainage, where there is a lack of data regarding early human occupation. The Nasca-Palpa Archaeological Project aims to reconstruct the human occupation of the Palpa valleys during all Prehispanic periods. In this article we present a summary of the evidence for the Paracas culture by presenting data recovered over the past ten years from several sites inthe Palpa valleys for the Initial Period and the Archaic period. We describe the settlement patterns, architecture, and funerary practices, as well as other cultural manifestations of the early periods, for instance, petroglyphs, geoglyphs, ceramics and other types of artifacts. We also carry out a preliminary reconstruction of the prehispanic settlement history of the Palpa valleys, beginning with the Middle Archaic period (ca. 3800 BC) and ending with the Inka period. More than 150 radiocarbon dates are used to establish a chronology of the different periods of human settlement in the Palpa valleys.
Después de los trabajos pioneros de Julio C. Tello, Frédéric Engel y John H. Rowe sobre el Periodo Formativo y Precerámico, no se han dado muchos avances en la investigación de los desarrollos tempranos en la costa sur del Perú. Para la cuenca del río Grande de Nasca, en especial, existen pocos datos sobre la ocupación humana en los periodos tempranos. El Proyecto Arqueológico Nasca-Palpa tiene como objetivo investigar este desarrollo en los valles de Palpa durante todas las etapas de la época prehispánica. En este artículo se presenta un resumen de las evidencias sobre la época Paracas, el Periodo Inicial y el Periodo Arcaico recuperadas en esa región en los últimos 10 años. Se describen patrones de asentamiento, rasgos arquitectónicos y patrones funerarios, así como otras manifestaciones culturales, como petroglifos, geoglifos, cerámica, entre otros tipos de hallazgos. Hasta el momento se ha podido reconstruir la historia ocupacional de los valles de Palpa desde el Periodo Arcaico Medio (aproximadamente 3800 a.C.) hasta el periodo inka. Más de 150 fechados de radiocarbono permiten respaldar la cronología de los diferentes momentos de ocupación de los valles de Palpa con fechas calendáricas.
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5

LUBERTO, MARIA ROSARIA. « La ceramica arcaica delle colonie achee d'Occidente ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/789965.

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6

DI, LORENZO CRISTINA. « Ceramica di produzione coloniale di VII e VI secolo a.C. dall'Edificio V di Francavilla Marittima (Cs) : analisi, distribuzione ed interpretazione ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3117068.

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Résumé :
Il progetto di ricerca si pone come obiettivo lo studio della ceramica di produzione coloniale rinvenuta all’interno dell’Edificio V, uno dei cinque edifici che compongono l’area sacra ubicata sulla vetta del Timpone della Motta di Francavilla Marittima (CS). Il materiale ceramico analizzato, del tutto inedito e attualmente custodito presso i depositi del Museo Archeologico della Sibaritide, è stato rinvenuto durante le attività di scavo condotte tra il 1991 e il 2009 dall’équipe del Groningen Institute of Archaelogy (GIA). Al fine di avere una visione globale e allo stesso tempo minuziosa di un sito archeologico considerato nodo cruciale nel processo di acquisizione territoriale operato dai coloni achei durante la fondazione della vicina Sibari si è deciso di affrontare, accanto ad una disamina generale sia delle fonti storico-letterarie che mitologiche, uno studio relativo ad un inquadramento topografico dell’ intera area allo scopo di definire le evidenze archeologiche e materiali relative all’abitato, alla necropoli e all’area sacra. In particolare, una disamina articolata dei cinque Edifici ubicati sulla vetta del Timpone della Motta, ha permesso di comprendere le dinamiche insediamentali che, a partire dalla fine del secolo VIII a.C., risultano essere collegate indissolubilmente alle contingenze storiche della colonia achea di Sibari. Infatti tali fasi di vita susseguitesi sul Timpone Motta, dall’impianto del santuario greco - in concomitanza con la prima generazione dei coloni achei di Sibari- fino alla monumentalizzazione della prima metà del VI secolo a.C., hanno reso il santuario di Francavilla Marittima il maggiore polo cultuale della chora sibarita. In particolare, una trattazione più approfondita interamente dedicata alle successioni stratigrafiche pertinenti l’Edificio V ha evidenziato la presenza di diverse fasi di frequentazioni il cui arco cronologico è collocato nel Bronzo Medio (Edificio Va), si sussegue per tutta l’età arcaica con la sovrapposizione di tre edifici (Edificio Vb, Edificio Vc ed Edificio Vd) e prosegue sino agli inizi del V secolo a.C. (Edificio Ve). La successione stratigrafica si conclude con la realizzazione dell’ultimo edificio (Edificio Vf) corrispondente alla cosiddetta chiesetta bizantina. Lo studio sistematico del materiale ceramico, rinvenuto all’interno dell’Edificio V (fase Vc e Vd) la cui collocazione cronologica è compresa tra la fine del secolo VIII a.C. e i primi decenni del secolo VI a.C. (nello specifico nn. 253 frammenti di cui nn. 47 dall’Edificio Vc e nn. 206 dall’Edificio Vd) ha ben evidenziato i caratteri peculiari di una produzione che, analizzata come classe autonoma, si ispira per forma e sintassi decorativa a modelli propri della madrepatria e che, solo in un secondo momento, seguirà una produzione autonoma. L'attuazione di un rigoroso metodo di classificazione tipologica e morfologica ed uno studio legato ad aspetti connessi con la produzione hanno permesso la comprensione dei caratteri della produzione coloniale nell’area e di avanzare la proposta di ubicazione di un ergasterion per la produzione delle ceramiche funzionali strettamente connesse alle esigenze dell’Athenaion. Una ricerca, dunque, che si propone di fornire un piccolo tassello in più alla conoscenza di un edificio sacro la cui testimonianza di straordinario valore quale centro fondamentale per la comprensione delle dinamiche storiche, economiche e soprattutto culturali dell’intera area ci pare non possa prescindere dalla puntuale interpretazione delle tecniche e delle logiche artistiche delle produzioni dei manufatti locali in essa rinvenuti, le cui vicende storiche, economiche, di produzione e diffusione, sono strettamente connesse alle contingenze storiche della vicina colonia achea di Sibari.
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Livres sur le sujet "Ceramica arcaica"

1

Tempesta, Alessandra. Le raffigurazioni mitologiche sulla ceramica greco-orientale arcaica. Roma : G. Bretschneider, 1998.

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2

La ceramica di Licodia Eubea : Forme, decorazione, interpretazione di una classe ceramica indigena nella Sicilia arcaica. Roma (Italia) : Edizioni Quasar, 2018.

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3

Danile, Laura. La ceramica grigia di Efestia dagli inizi dell'età del ferro all'alto-arcaica. Atene : Scuola archeologica italiana di Atene, 2011.

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4

La figura di Theseus nella ceramica attica : Iconografia e iconologia del mito nell'Atene arcaica e classica. Bologna : Ante quem, 2005.

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5

Fantauzzi, Chiara Blasetti. Tra Elimi e Greci : La ceramica di età arcaica dai contesti di fondazione della cinta muraria di Erice. Roma : Edizioni Quasar, 2018.

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6

Semeraro, Grazia. En nēusi : Ceramica greca e società nel Salento arcaico. Lecce : Martano, 1997.

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7

Storie (di) ceramiche (Conference) (2nd 2015 Gipsoteca di arte antica). Storie (di) ceramiche 2 : - maioliche arcaiche -. Firenze : All'insegna del giglio, 2016.

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8

Università di Napoli. Dipartimento di discipline storiche, dir. Cuma : Le ceramiche arcaiche : la produzione pithecusano-cumana tra la metà dell'VIII e l'inizio del VI secolo a.C. Pozzuoli (Napoli) : Naus, 2012.

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9

Ceramiche arcaiche da Sibari, Crotone e Caulonia : Importazioni e produzioni coloniali tra la metà dell'VIII e la fine del VI sec. a.C. Paestum : Pandemos, 2020.

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10

Marc, Gundel, Hirner René, Rohleder Stefanie et Kunstmuseum Heidenheim, dir. Picasso : Zwischen Arena und Arkadien = Picasso : from arena to Arcadia : Bestandskatalog der Picasso Plakate- und Druckgraphiksammlung, Hermann Voith Galerie, Kunstmuseum Heidenheim. Köln : DuMont, 2001.

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Chapitres de livres sur le sujet "Ceramica arcaica"

1

Pisani, Marcella. « Impianti di produzione ceramica e coroplastica in Sicilia dal periodo arcaico a quello ellenistico : distribuzione spaziale e risvolti socio-economici ». Dans « Quartiers » artisanaux en Grèce ancienne, 311–32. Presses universitaires du Septentrion, 2013. http://dx.doi.org/10.4000/books.septentrion.109815.

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