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Rizzo, Maria, Luigi Romano et Nicola Tammaro. « Le cellule staminali mesenchimali nel trattamento delle pseudoartrosi ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (13 septembre 2019) : 270–74. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00328-w.

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2

Pellegrino, A., N. Tammaro, M. Conte, L. Romano et S. Misso. « Il prelievo delle cellule staminali mesenchimali dalla cresta iliaca ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (12 septembre 2019) : 243–52. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00335-x.

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3

Battaglini, G., F. Guadalascara et G. Monteleone. « Il prelievo delle cellule staminali mesenchimali dal tessuto adiposo ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (13 septembre 2019) : 253–57. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00342-y.

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Di Stefano, Danilo Alessio. « Rigenerazione dell’osso alveolare mediante l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte ». Italian Oral Surgery 11, no 1 (février 2012) : 1–3. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.11.001.

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5

Toro, G., L. Prinzo, M. Gison, C. Di Fino, A. De Cicco, A. Braile, F. Lepore, A. Toro et A. Schiavone Panni. « Innesti di cellule staminali mesenchimali nelle grandi perdite di sostanza ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (12 septembre 2019) : 258–63. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00331-1.

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Scotto di Luzio, A., S. Di Franco, F. Peluso, D. Riccardi et A. P. D’Amato. « Le cellule staminali mesenchimali nel trattamento delle lesioni muscolo-tendinee ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (5 septembre 2019) : 275–83. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00332-0.

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7

Grazioli, A., G. Scaravilli, F. Di Maggio, G. Bove, M. Italiano, R. Pezone et B. Di Maggio. « Le cellule staminali mesenchimali nel trattamento delle condropatie del ginocchio ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (17 octobre 2019) : 284–88. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00336-w.

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Capuano, Nicola, Flavio Carbone, Guido Grillo et Alessio D’Addona. « Cellule staminali mesenchimali associate a core-decompression nel trattamento delle necrosi cefaliche ». LO SCALPELLO-OTODI Educational 33, no 3 (13 septembre 2019) : 264–69. http://dx.doi.org/10.1007/s11639-019-00340-0.

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Leonida, A., A. Paiusco, G. Rossi, F. Carini et M. Baldoni. « Effetti della low-level laser irradiation su cellule staminali mesenchimali inoculate in una biomatrice tridimensionale : studio pilota in vitro ». Italian Oral Surgery 11, no 3 (juin 2012) : 96–104. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.03.002.

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Suaudeau, Jacques. « Le cellule staminali : dall’applicazione clinica al parere etico Parte II. Le cellule staminali non embrionali ». Medicina e Morale 55, no 5 (30 octobre 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.342.

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Résumé :
In questa seconda parte, l’attenzione viene focalizzata sulle “cellule staminali non embrionali”, cioè le cellule staminali somatiche (di origine fetale o adulta) e le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale. Queste cellule, spesso definite “cellule staminali adulte”, sono state identificate prima delle cellule staminali embrionali. Infatti, l’espressione stessa di cellula “staminale” deriva dall’identificazione delle cellule staminali emopoietiche nel midollo osseo (1961). Più tardi le ricerche hanno evidenziato la presenza di tali cellule immature, multipotenti, che si auto-rinnovano e si auto-differenziano pressoché in tutti i tessuti ed organi del feto e dell’adulto. Appena scoperte, queste cellule staminali “adulte” hanno trovato subito un impiego terapeutico con i primi trapianti di midollo osseo per il trattamento di patologie, maligne e non, del sangue e del sistema linfoide. Oggi le cellule staminali emopoietiche sono usate anche nel trattamento di malattie auto-immuni, come la sclerosi multipla o il lupus erythematosus e nella medicina rigenerativa. Una seconda fonte importante di cellule staminali “adulte” è rappresentata dalle cellule staminali mesenchimali, situate principalmente nel midollo osseo, progenitrici di vari ceppi cellulari: osso, cartilagine, muscolo, tessuto adiposo e astrociti. Queste cellule sembrano avere un ruolo-chiave nella rigenerazione dei tessuti. Sono stati isolati diversi tipi di cellule mesenchimali multipotenti, con proprietà paragonabili a quelle delle cellule staminali embrionali. Il più noto è quello delle MAPCs di Catherine Verfaillie. Queste cellule sono usate clinicamente per vari scopi, tra cui la rigenerazione del miocardio infartuato, l’angiogenesi terapeutica in pazienti con ischemia periferica acuta (specialmente la malattia di Buerger) e il bioengineering (rivestimento cellulare di legamenti o di valvole cardiache sostitutive). In questo ambito si sono registrati risultati incoraggianti nell’animale per il trattamento delle malattie neurodegenerative, dell’ictus, del trauma cerebrale e dei danni del midollo spinale. Sono stati isolati molti altri tipi di cellule staminali “adulte” le cui proprietà riparatrici sono state verificate con successo nell’animale: cellule staminali neuronali (per il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, il morbo di Huntington, l’ictus, il trauma cerebrale, le lesioni del midollo spinale), cellule staminali muscolari (per l’incontinenza urinaria, il danno miocardico), cellule staminali endoteliali (per l’ischemia acuta periferica), cellule staminali cardiache, cellule staminali della retina (per la degenerazione maculare), cellule staminali del limbus della cornea (per il danno corneale). Allo stato attuale, i risultati clinici più promettenti si sono ottenuti con le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale (UCB), che hanno portato allo sviluppo di un’area di mercato caratterizzata dalla creazione di banche private di UCB. Generalmente le cellule UCB provocano, al massimo, una reazione immune piuttosto blanda quando vengono trapiantate in soggetti con donatori non compatibili. Si usano con successo laddove sia necessaria una riparazione o rigenerazione nell’organismo del ricevente. I migliori risultati con cellule staminali UCB, fino ad ora, sono stati ottenuti nel trattamento di bambini con morbo di Krabbe. Benefici si sono ottenuti anche dal trapianto locale di cellule UCB in pazienti con danni al midollo spinale. ---------- In this second part of the article, the attention is focused on “non embryonic stem cells”, that is somatic stem cells (from fetus or adult organisms), and umbilical cord blood stem cells. These stem cells, sometimes referred to as “adult stem cells”, were known and recognized as such before the embryonic ones. In fact the mere expression “stem” cells to designate this particular type of immature cell, from which derive all the others, more differentiated cells, came from the identification of the hematopoietic stem cells, in bone marrow (1961). Later investigations have shown that there are such cells, immature, multipotent, self-renewing, and self-differentiating ones in almost all tissues and organs of fetus or adult organism. As soon as they were discovered, these “adult”, autologous stem cells were immediately put in the service of patients, with the first transplantations of bone marrow performed either for the treatment of malignancies, or for the treatment of hematologic disorders. Today, autologous hematopoietic stem cells are also used for the treatment of auto-immune diseases, such as multiple sclerosis or lupus erythematosus and for regenerative medicine. A second, important source of “adult” stem cells are the mesenchymal stem cells, found mainly in bone marrow, but also in blood, progenitors of multiple cell lineages, including bone, cartilage, muscle, adipose tissue and astrocytes, and which seem to hold the key to tissue regeneration. Different types of multipotent mesenchymal stem cells, with properties comparable to those of embryonic stem cells, have been isolated, the best known being the multipotent adult progenitor cells (MAPCs). These cells are used clinically mainly for the healing of the heart after myocardial infarction, with positive statistically significant results, for therapeutic angiogenesis in patients suffering of peripheric ischemic disease (especially Buerger’s disease), and for bioengineering (cellular coating of artificial ligaments or of prosthetic heart valves). They have given promising results in animals for the treatment of neurodegenerative diseases, ictus, brain trauma and spinal cord injuries. Many other types of “adult” stem cells have been isolated and their healing properties assessed with success in animals, such as neural stem cells (for Parkinson’s disease, multiple sclerosis, Huntington’s disease, ictus, brain trauma, spinal cord injury), muscle stem cells (for urinary incontinence, myocardial infarction), endothelial stem cells (for critical limb ischemia), cardiac stem cells, retinal stem cells (for macular degeneration), limbal stem cells (for damaged cornea). At the moment, the more promising results in patients have been obtained with umbilical cord blood stem cells (UCB), prompting the birth of a commercial trade based on private banks. Umbilical cord blood stem cells offer indeed the advantage of their immaturity: as such, they rarely trigger more than a mild immune reaction when transplanted in unrelated recipient organisms. They are used with profit wherever a healing or regenerative process is necessary in a given patient. Up to now, best results with the UCB cells have been obtained in the treatment of children with Krabbe’s disease. Some patients with injured spinal cords have also experienced benefits from UCB cells grafts.
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Suaudeau, Jacques. « Le cellule staminali : dall’applicazione clinica al parere etico Parte I. Le cellule staminali embrionali ». Medicina e Morale 55, no 4 (30 août 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.346.

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Résumé :
Otto anni dopo l'inizio della ricerca sulle cellule staminali umane, sembra essere arrivato il momento di considerare oggettivamente quale possa essere il futuro di tale ricerca, e quali siano i problemi etici collegati. In questo articolo sono considerate le cellule staminali embrionali (ES) a livello tecnico e clinico. L'interesse particolare di tali cellule risiede nella loro capacità di continua proliferazione indifferenziata e di stabile sviluppo potenziale in un’ampia tipologia di cellule, anche dopo una coltura prolungata. Numerosi lavori mostrano, in particolare, che le cellule ES possono essere differenziate in neuroni e glia ed integrarsi nel tessuto neurale in animali riceventi. La differenziazione verso neuroni dopaminergici è stata ottenuta per le cellule staminali embrionali umane (hES) con promesse per il trattamento clinico della malattia di Parkinson. Le cellule ES hanno anche dimostrato la capacità di facilitare il recupero del danno del midollo spinale, nel topo. L'innesto di cellule ES in ratti con infarto miocardico provoca un miglioramento a lungo termine della funzione del cuore ed aumenta la percentuale di sopravvivenza. Tuttavia, ci sono molti ostacoli che devono essere superati prima di pensare ad un uso clinico di tali cellule. Il problema forse più complesso è di poter dirigere in modo efficiente e riproducibile la differenziazione delle cellule ES attraverso percorsi specifici. In secondo luogo, il rischio di difetti o instabilità epigenetiche nelle cellule ES è reale, tenendo conto della loro origine da embrioni ottenuti da fecondazione in vitro e del processo di coltura di tali cellule, una volta individuate. Terzo, le cellule ES allo stato indifferenziato sono cancerogeniche, il che, per un uso clinico, rende necessaria la loro differenziazione e l’attenta eliminazione di cellule ES rimaste indifferenziate. Infine, l'uso clinico delle cellule ES richiede la soluzione del problema immunologico della compatibilità HLA con il ricevente. A tale scopo sono state proposte varie soluzioni, per prima il trasferimento nucleare, detto anche “clonazione terapeutica”. Allo stato attuale essa non è applicabile ai primati ed alla specie umana. Inoltre sarebbe necessaria una quantità enorme ed irrealistica di ovociti umani. Ci si orienta oggi, anche per motivi etici, verso soluzioni "alternative" come il trasferimento nucleare modificato, nel quale si producono embrioni deficitari incapaci di svilupparsi correttamente, la partenogenesi, la raccolta di blastomeri in occasione della diagnosi preimpiantatoria, o la riprogrammazione delle cellule staminali somatiche. Ad oggi, lo studio delle cellule staminali embrionali rappresenta una promettente chiave per futuri progressi in ambito biologico (biologia dello sviluppo, biologia cellulare e biologia molecolare), nella misura in cui permette di capire meglio i processi ed i meccanismi della differenziazione e della rigenerazione dei tessuti. ---------- Eight years after the onset of the investigation on embryonic stem cells (ESCs), it seems that time has come to consider objectively what the future of such research can be, and what are the ethical issues that are involved. In this first part ESCs are considered at the technical and clinical level. The particular interest of such cells resides in their ability for endless undifferentiated proliferation and for potential development in a large array of various types of cells, even after prolonged culture. A large amount of studies show in particular that ESCs can differentiate in neurons and glia and integrate in the neural tissue of recipient animals. The promotion of such differentiation toward dopaminergic neurons has been obtained for human embryonic stem cells (hESCS), which is promising for possible future clinical application to the treatment of Parkinson's disease. The ESCs have also demonstrated their ability to facilitate the recovery of damaged spinal cord in mice. The graft of ESCs in the hearts of rats with myocardial infarction leads to an improvement of heart function and increases survival. Nevertheless, there are many obstacles that must be overcome before thinking to a clinical use of such cells. The problem perhaps more complex is to be able to direct in an efficient and reproducible way the differentiation of the ESCs in culture. Second, the risk of epigenetic defects or instability with ESCs is real, keeping in mind their origin from embryos created by in vitro fertilization, and the fact that they are kept proliferating in culture for a long period of time, once individualized. Third, ESCs in the undifferentiated state generate cancers when injected in tissues, and that makes necessary, for a clinical use, to start their differentiation in vitro and then to eliminate carefully from the end product these ESCs that are still undifferentiated. Finally, the clinical use of ESCs supposes resolved the immunological problem of their HLA compatibility with the patient who will receive them. Various solutions have been proposed for resolving this last problem, with, in first line, nuclear transfer, the so called "therapeutic cloning." Up to now this nuclear transfer has not been successful in primates and humans. Moreover, it would require the availability of unrealistically large amounts of human ovocytes. Today, also for ethical reasons, the tendency is to look after "alternative solutions" such as "altered nuclear transfer", in which are created disabled embryos, unable to develop correctly, parthenogenesis, the harvest of human blastomeres in the course of preimplantation diagnosis or the reprogramming of human somatic stem cells to an "embryonic state". At present time, the study of ESCs represents a promising key to progresses in the knowledge of cellular and molecular aspects of development, healing and tissue regeneration. These progresses may in turn lead to clinical applications, especially in the field of degenerative diseases and for the recovery of damaged tissues and organs.
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Moffa, Fabrizio, Alberico Balbiano da Colcavagno et Elia Ricci. « Utilizzo di staminali da tessuto adiposo nelle lesioni cutanee croniche : esperienza clinica/Use of adipose tissue stem cells in chronic skin lesions : clinical experience ». Italian Journal of Wound Care 2, no 2 (22 juin 2018). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2018.24.

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Résumé :
La guarigione di una ferita cronica è un processo articolato e complesso, che richiede una visione clinica globale del paziente. Tuttavia, il trattamento locale del letto della ferita riveste un’importanza fondamentale. Sempre più ormai si parla di medicina rigenerativa di tipo induttivo come mezzo per stimolare le cellule senescenti all’interno di una lesione cutanea cronica, in particolare mediante l’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali. Il tessuto adiposo autologo rappresenta una fonte di cellule staminali e la tecnologia Lipogems® ne rende possibile la sua applicazione clinica. In questo studio vengono analizzati i risultati ottenuti con tale metodica che, seppur con i limiti di un numero ancora non consistente di pazienti, sono comunque incoraggianti nel proseguire lungo questa strada, considerata da molti come l’ultima frontiera nel wound care. The healing of a chronic wound is an articulated and complex process, requiring a patient’s clinical global vision. However, local treatment of the wound bed is of fundamental importance. More and more now we talk about regenerative medicine as a means to stimulate senescent cells in a chronic skin lesion, particularly through the use of mesenchymal stem cells. Autologous adipose tissue is a source of stem cells and Lipogems® technology makes it possible for its clinical application. In this study we analyze the results obtained with this method that, even with the limits of a not yet substantial number of patients, they are still in encouraging continue along this road, considered by many as the last frontier in wound care.
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Delli Carri, Alessia. « CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE E FUNZIONALE DI NEURONI STRIATALI DERIVATI DA CELLULE STAMINALI EMBRIONALI UMANE ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Rendiconti di Scienze, 30 décembre 2012. http://dx.doi.org/10.4081/scie.2012.162.

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The development of neural differentiation protocol aimed at obtaining functional neurons in vitro represents the future in medicine. The text will explain the protocol developed by Cattaneolab in order to obtain in vitro striatal neurons from human embryonic and pluripotent stem cells. The work has been published in 2013 on Development (Delli Carri A., Onorati M., et al.; 2013). Striatal neurons at ganglia level die in Huntington’s Disease, a neurodegenerative disorder of the central nervous system, characterized by a gradual development of involuntary muscle movements, progressive disorientation and confusion, personality disintegration, impairment of memory control.
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Aznar, Justo. « Could iPS cells be clinically useful ? » Medicina e Morale 59, no 2 (30 avril 2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.218.

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Résumé :
Nel 2006, Takahashi e Yamanaka hanno dimostrato, per la prima volta, che i fibroblasti di topo possono essere riprogrammati ad uno stato simile a quello di cellule staminali embrionali con l’introduzione di una combinazione di quattro fattori di trascrizione. Queste cellule sono state chiamate “cellule staminali pluripotenti indotte” o “cellule iPS”. A differenza delle cellule staminali embrionali, l’uso di cellule iPS non solleva questioni etiche. In questo articolo, si fa riferimento in particolare a: 1. esperimenti preclinici condotti fino ad oggi utilizzando cellule iPS, 2. la creazione di linee cellulari a partire da cellule iPS ottenute da cellule adulte di pazienti affetti da varie malattie e 3. l’ottenimento di animali clonati da cellule iPS. Esperimenti preclinici sono stati condotti con l’anemia falciforme e modelli di topi affetti da emofilia. Nel gennaio 2009, Nelson et al. hanno ampliato le indicazioni terapeutiche delle cellule umane iPS, fornendo la prima prova per la riparazione di disturbi cardiaci. Diverse linee di cellule sono state ottenute da cellule umane iPS. Fino ad ora sono stato ottenuto linee di cellule in pazienti con sclerosi laterale amiotrofica, l’immunodeficienza combinata grave da deficit di adenosina deaminasi, la sindrome di Shwachman-Bodian-Diamond, la malattia di Gaucher di tipo III, la distrofia muscolare di Duchenne e Becker, il morbo di Parkinson, la corea di Huntington, il diabete mellito di tipo 1, la sindrome di Down (trisomia 21) e la malattia di Lesch-Nyhan, il morbo di Parkinson idiopatica, l’atrofia muscolare spinale, l’anemia di Fanconi, le malattie mieloproliferative, il diabete di tipo 1. Ottenere animali vivi da cellule iPS. In base alle nostre conoscenze, Kang et al. sono stati i primi a dimostrare che le cellule iPS possono autonomamente generare topi a termine tramite la complementazione della blastocisti tetraploide. Dopo gli esperimenti di Kang anche Boland et al. hanno prodotto 31 topi vivi da 37 linee di cellule iPS generate dai fibroblasti della pelle. L’uso di cellule di IPS per impedire l’uso di cellule staminali embrionali non può avere altro che una valutazione positiva da un punto di vista etico. Tuttavia, il loro utilizzo per produrre esseri umani clonati, se questo diventasse tecnicamente realizzabile, non sarebbe eticamente ammissibile. ---------- In 2006, Takahashi and Yamanaka demonstrated, for the first time, that mouse fibroblasts can be reprogrammed into an embryonic stem cell-like state by introducing combinations of four transcription factors. These cells were termed “induced pluripotent stem cells” or “iPS cells”. Unlike embryonic stem cells, the use of iPS cells has no ethical difficulty. In this article, we are going to refer specifically to: 1. preclinical experiments conducted to date using iPS cells; 2. the creation of cell lines from iPS cells obtained from the adult cells of patients with different diseases; and 3. the obtaining of cloned animals from iPS cells. Preclinical experiments have been conducted with sickle cell anaemia and haemophilic mice models. In January 2009, Nelson et al. expanded the therapeutic indications of human iPS cells by providing the first evidence for repair of heart disorders. Different disease cell lines obtained from human iPS cells. Up until now it has been obtained cell lines in patients with amyotrophic lateral sclerosis, adenosine deaminase deficiency-related severe combined immunodeficiency, Shwachman-Bodian-Diamond syndrome, Gaucher disease type III, Duchenne and Becker muscular dystrophy, Parkinson’s disease, Huntington’s disease, juvenile onset, type 1 diabetes mellitus, Down’s syndrome (trisomy 21) and the carrier state of Lesch-Nyhan syndrome, idiopathic Parkinson’s disease, spinal muscular atrophy, Fanconi anaemia, myeloproliferative disorders, type 1 diabetes. Obtaining live animals from iPS cells. To our knowledge, Kang et al. were the first to demonstrate that iPS cells can autonomously generate fullterm mice via tetraploid blastocyst complementation. After Kang’s experiments also Boland et al. produced 31 live mice from 37 iPS cell lines generated from skin fibroblasts. The use of iPS cells to prevent the use of embryonic stem cells cannot have anything other than a positive ethical evaluation. However, using them to produce cloned human beings, if this becomes technically feasible, would not be ethically admissible.
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Lafferriere, Jorge Nicolás. « La regulación jurídica de la investigación sobre células troncales ». Medicina e Morale 59, no 2 (30 avril 2010). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2010.219.

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Questo articolo esamina le implicazioni giuridiche della ricerca sulle cellule staminali. Dopo un approccio sintetico alla nozione di cellule staminali e delle loro tipologie, vengono presentati i principi giuridici coinvolti in questa materia. Vengono analizzate Guidelines on Human Stem Cell Research approvate dal National Institutes of Health (NIH), pubblicate nel luglio 2009. Queste Linee-guida si applicano solo a quei progetti che hanno i finanziamenti del NIH e che si occupano di embrioni donati o al di fuori degli Stati Uniti. In un approccio critico, è possibile concludere che queste Linee-guida consentiranno il finanziamento di progetti che comportano la distruzione deliberata di embrioni umani, calpestando il diritto umano alla vita. Le Lineeguida includono alcuni divieti riguardanti la creazione di ibridi, la clonazione e la partenogenesi. Il consenso informato è stabilito nelle Linee-guida, ma questo requisito non legittima la ricerca che calpesta il diritto alla vita. Benché le Linee-guida conservano l’Emendamento Dickey che vieta il finanziamento federale per la distruzione degli embrioni, esse permetteranno il finanziamento federale per progetti che si occupano di cellule staminali embrionali che sono stati ottenuti attraverso la distruzione di embrioni umani con finanziamenti privati o provenienti dall’estero. Sebbene sarebbe possibile creare cellule staminali embrionali senza distruzione di embrioni, ci sarebbero obiezioni etiche e giuridiche concernenti l’impiego di tecnologie di riproduzione assistita. Al fine di fornire una regolamentazione giuridica completa della ricerca sulle cellule staminali è possibile: emanare norme penali che vietano la distruzione degli embrioni; vietare tecnologie di riproduzione assistita, specialmente quelle extracorporee; vietare tutti i processi di derivazione delle cellule staminali embrionali umane; proibire la donazione di embrioni umani; emanare una regolamentazione giuridica per le cellule staminali adulte. ---------- This paper considers the legal implications of stem cells research. After a synthetic approach to the notion of stem cells and their types, we present the juridical principles involved in this matter. We analize the Guidelines on Human Stem Cell Research approved by the National Institutes of Health (NIH) published on July 2009. This Guidelines apply only to those projects that have NIH funding and that deal with embryos donated in or outside the United States. In a critical approach, we conclude that these Guidelines will allow the funding of projects that will involve the deliberate destruction of human embryos, affecting his human right to life. The Guidelines include some prohibitions concerning the creation of hybrids, cloning and parthenogenesis. Informed consent is established in the Guidelines, but this requirement does not legitimize research that affects the right to life. Although the Guidelines maintain the Dickey Amendment which forbids federal funding for embryo destruction, it will allow federal funding for projects that deal with embryonic stem cells that were derived through the destruction of human embryos with private funding or overseas. Even if it would have been possible to create embryonic stem cells without embryo destruction, there would be ethical and juridical objections concerning the use of assisted reproduction technologies. In order to provide a complete legal regulation of stem cells research we propose: enact criminal laws forbidding embryo destruction; ban assisted reproduction technologies, especially extracorporeal ones; ban all process of derivation of embryonic human stem cells; forbid the donation of human embryos; enact a legal regulation for adult stem cells.
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Casini, Marina, Emma Traisci et Fabio Persano. « Analisi comparativa delle legislazioni nazionali, comunitarie ed internazionali in materia di utilizzo di cellule staminali ». Medicina e Morale 58, no 5 (30 octobre 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.234.

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Résumé :
Da quando ne è stato reso possibile l’isolamento, le cellule staminali umane costituiscono un argomento fortemente dibattuto in bioetica: sullo sfondo delle possibili applicazioni di queste cellule nella medicina rigenerativa, si pone il problema della liceità o meno della produzione e distruzione di embrioni umani per il prelievo delle cellule staminali. Sul punto, il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) italiano ha emesso numerosi pareri, sia precedenti che successivi alla promulgazione della legge italiana 40/2004, che regola la fecondazione assistita. Molto varie sono state le scelte legislative dei vari Paesi, ed anche l’Unione Europea e gli altri organismi internazionali si sono espressi sull’argomento. L’articolo ripercorre i dati più significativi delle decisioni del CNB ed analizza con un taglio comparativo i documenti giuridici nazionali, comunitari ed internazionali in materia di utilizzo di cellule staminali secondo uno schema che considera le diverse sorgenti di prelievo: embrioni prodotti con tecniche di fecondazione artificiale extracorporea, embrioni prodotti mediante clonazione, tessuti embrionali (post-impianto) o fetali, tessuti adulti e cordone ombelicale. La valutazione positiva della ricerca sulle cellule staminali, in quanto finalizzata ad uno scopo terapeutico, trova un limite nella considerazione del mezzo utilizzato: l’embrione umano va trattato come persona, pertanto non potranno essere ritenute lecite le metodiche che ne comportano la distruzione, mentre non solleva obiezioni, fatto salvo il rispetto dell’integrità del soggetto in causa e la rilevazione del consenso informato, il prelievo di cellule staminali da soggetto adulto e da cordone ombelicale. ---------- Since their isolation, human stem cells represent a bioethical subject strongly debated: in the background of the possible applications of these cells within regenerative medicine, the problem of the legality or illegality of production and suppression of human embryos for collecting stem cells is argued. On this matter, the Italian National Committee for Bioethics (CNB) has delivered several judgments, before and after the Law 40/2004 enactment, that regulates the assisted fertilization. The legislative choices of the different Countries have been several, and the European Union and the other international organizations have debated too. The article deals with the most meaningful data of the CNB’s decisions and analyzes in a comparative way, community and international juridical documents on use of stem cells according to a scheme that considers the different sources of collecting: embryos produced by extracorporeal fertilization techniques, embryonic (post-implantation) or fetal tissues, adult tissues and umbilical cord. The positive evaluation of the research on stem cells, as it is for a therapeutic purpose, is limited by the consideration of the mean used: human embryo has to be treated as person, therefore methods that involves his suppression is forbidden, while collecting stem cells from an adult subject or umbilical cord does not raise objections.
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Suaudeau, Jacques. « Le cellule staminali : dall’applicazione clinica al parere etico. Parte III. Riflessioni etiche ». Medicina e Morale 55, no 6 (30 décembre 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.335.

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Résumé :
Un’ampia polemica si è sviluppata attorno alle cellule staminali: alcuni rivendicano una totale libertà di reperire le cellule staminali embrionali umane (hES) dagli embrioni provenienti dalla fecondazione in vitro o dal trasferimento nucleare (clonazione terapeutica), altri insistono sull’impiego di cellule staminali somatiche e di cellule del sangue del cordone ombelicale (UCB). Il fulcro di questa polemica è etica: infatti, il reperimento del primo tipo di cellule, in quanto richiede il sacrificio programmato di embrioni umani, solleva, a differenza del secondo tipo, questioni etiche. Molti tra coloro che reputano la ricerca sulle cellule hES eticamente accettabile ritengono che gli embrioni umani, prima dell’impianto uterino, non possono essere considerati ancora organismi individuali. Essi fondano la loro tesi su due considerazioni: l’elevata percentuale di perdita naturale di embrioni precoci e il verificarsi della gemellarità monozigotica. Recenti studi hanno, tuttavia, messo in crisi simile tesi, mostrando che l’embrione dei mammiferi funziona come unità biologica sia a livello citologico (gap junctions, tight junctions, compaction) sia a livello genetico (zigotic gene activation). Altri si dichiarano a favore della ricerca sulle cellule ES, giustificandola con la seguente argomentazione: un “essere” umano non può essere riconosciuto come tale dal punto di vista antropologico, finché non abbia raggiunto un elevato grado di “umanizzazione”. Tuttavia, l’errore di simile “prospettiva dello sviluppo” proviene dalla mancanza di un’attenta riflessione sul piano ontologico. Altri, pur riconoscendo che l’embrione umano, in quanto persona potenziale, merita grande rispetto, giustificano la distruzione di embrioni umani per reperire le cellule ES, ricorrendo all’argomento del “fine buono”. In questo caso, il principio morale intangibile che deve essere applicato è quello per il quale il fine non giustifica i mezzi. Ne deriva che la distruzione di embrioni umani per ottenere cellule ES è una eliminazione diretta e deliberata di un essere umano innocente, non giustificabile attraverso alcun argomento. Va, infine, posto il seguente quesito: è lecito usare linee di hES fornite da altri ricercatori o disponibili sul mercato? Tuttavia, una simile utilizzazione rientra nella categoria della cooperazione moralmente illecita ad atti ingiusti, sia in termini di cooperazione materiale immediata sia in termini di cooperazione formale. D’altra parte, la proposta di reperire linee di cellule ES da un singolo blastomero, ottenuto attraverso la biopsia di un embrione, sarebbe, senza dubbio, più rispettosa della vita umana nascente, ma comporterebbe altri problemi etici: essa, infatti, implicherebbe il ricorso alla fecondazione in vitro ed esporrebbe l’embrione a un rischio non indifferente. Quanto poi alla “riprogrammazione” di cellule somatiche a livello di cellule ES, pur essendo eticamente lecita, resta, allo stato corrente, un’ipotesi teorica. Il realismo pratico ed il rispetto della vita umana nascente ci spingono, dunque, a considerare come primaria la ricerca sulle cellule staminali adulte e sulle cellule del sangue del cordone ombelicale, che, nel campo della medicina rigenerativa, ha già dato risultati incoraggianti. ---------- A wide polemic has developed around stem cells: some claim a full freedom for deriving human embryonic stem cells (hES) from embryos coming from in vitro fertilization or from nuclear transfer (therapeutic cloning), others insist on the interest of somatic stem cells or stem cells from umbilical cord blood (UCB). The core of this polemic is ethical: in fact, getting the first type of cells, because of it needs the programmed sacrifice of human embryos, raise, unlike the second type, ethical questions. Many among those who think hES research as ethically acceptable consider that human embryos before implantation cannot be considered as individual organisms. They support their opinion on two considerations: the elevated percentage of natural loss of early embryos and the occurrence of monozygotic twinning. But, recent studies have removed a lot of their substance from these arguments, showing in particular that the mammalian embryo works as a biological unity at the cytological level (gap junctions, tight junctions, compaction) as well as at the genetic level (zigotic gene activation). Others pronounced themselves in favor of hES research, with the argument that a biological human “being” cannot be recognized as such from an anthropological standpoint until he has reached a consistent level of “humanization”. But, the error of this “developmental perspective” comes from its ignorance of a careful ontological reflection. Others, although they do recognize that the human embryo, as a possible person, deserves great respect, justify the destruction of human embryos human to get ES cells with the argument of the “good end”. In this case, the intangible moral principle that must be applied is that the goal doesn’t justify the means. It follows that the destruction of human embryos to get hES cells is a direct and deliberate elimination of an innocent human being that no argument can justify. Another question is: is it permissible to use hES cell lines from other researchers or available on the market? But, this use enters into the category of the illegitimate cooperation in evil, both in terms of immediate material cooperation, and in terms of formal cooperation. On the other hand, the proposal to derive hES cell lines from a single blastomere separated mechanically from an embryo while leaving alive this embryo would be more respectful of early human life, but brings in other ethical problems: it implicates the practice of in vitro fertilization in vitro, and exposes the embryo to a substantial risk. Regarding the “reprogramming” of somatic cells to the level of ES cells, although it is ethically permissible, is now more a theoretical hypothesis. Practical realism and respect of early human life invite therefore to give prime attention to research on adult stem cells and on stem cells from umbilical cord blood, that, in the field of the regenerative medicine, have given encouraging results.
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Casini, Carlo. « VII Programma quadro europeo di ricerca : la questione etico-giuridica delle cellule staminali ». Medicina e Morale 55, no 4 (30 août 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.347.

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Résumé :
Il contributo esamina la recente e complessa vicenda europea relativa al finanziamento comunitario della ricerca su cellule staminali embrionali. La particolarità della questione è che tale ricerca verrebbe svolta nei Paesi che la consentono anche con gli incentivi economici dei Paesi che la vietano (come per esempio l’Italia). Com’è noto, la questione è legata a due episodi in stretta relazione reciproca: da un lato l’avvio delle procedure per l’approvazione del VII Programma Quadro (VII PQ) di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007- 2013); dall’altro il ritiro arbitrario da parte del Ministro per l’Università e la Ricerca, on. Fabio Mussi, dell’adesione italiana alla c.d. “dichiarazione etica” contraria all’uso di cellule staminali embrionali. Il VII PQ dell’Unione Europea, rappresenta lo strumento più importante per la realizzazione dello “spazio europeo della ricerca”, processo già avviato con il VI PQ con l’obiettivo di rafforzare la competitività scientifica dell’Europa. Articolato in quattro programmi specifici (cooperazione, idee, persone, capacità), che corrispondono ad altrettanti obiettivi fondamentali della politica europea di ricerca, il VII PQ è frutto dell’azione coordinata di tre grandi organismi: la Commissione europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio dei Ministri competenti per materia. Al fine di rendere più comprensibili – nel contesto europeo – i termini in cui si è posta la questione del finanziamento della ricerca utilizzante le cellule staminali embrionali, l’articolo si sofferma sia su alcuni profili di carattere tecnico sia sulla storia del precedente programma quadro, conclusosi con una moratoria circa la ricerca basata sull’impiego di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Questa volta il confronto serrato è avvenuto, in seno al Parlamento europeo, tra tre diverse posizioni: quella espressa dall’“emendamento Gargani” (divieto assoluto di distruzione di embrioni umani); quella espressa dall’“emendamento Niebler” (limitazione della ricerca alle linee di cellule staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2003), quella espressa dalla Commissione industria (ITRE) del Parlamento europeo (finanziamento della ricerca sull’uso di cellule staminali umane anche allo stadio embrionale). Nonostante il voto del 15 giugno con cui il Parlamento europeo ha approvato la proposta più permissiva, l’Autore dimostra – numeri alla mano – che in realtà la preferenza del Parlamento europeo è per il diniego dell’incentivo economico per la distruzione di embrioni umani. Di qui una serie di considerazioni che toccano anche il paragrafo 73 dell’Enciclica Evangelium Vitae e la frettolosa e solitaria decisione del Ministro Mussi. Nonostante tutto, resta l’auspicio che l’Italia nell’Unione Europea non si lasci condizionare da un complesso d’inferiorità, ma anzi, avverta la sua funzione di motore nella costruzione di un’Europa cementata dall’idea della dignità umana e dei diritti umani. ---------- This contribute examines the recent European vicissitude of the communitarian financing on stem cells research. Such research would take place in Countries that allow it, also with the economic incentives of Countries that prohibit it (Italy, for example). The issue is tied up to two events closely connected: 1. starting procedures for the approval of the 7th Framework Program (FP7), Building the Europe of Knowledge (2007-2013); 2. the arbitrary withdrawal of the Italian adhesion to the “ethical declaration” against the use of embryo stem cells, by Italian Minister of University and Research, Fabio Mussi. FP7 represents the most important instrument in order to realize “an European space of research” which has been already started with the 6th Framework. The new Program identifies four main objectives (cooperation, ideas, people and capacities), which correspond to the four main specific programmes around which the European research effort is to be structured. In order to make the financing embryo research question more comprehensive, the paper takes into account technical questions and part of the Framework Program’s background, including moratorium on embryonic stem cells-based research. In such issue the comparison took place between three different positions: “Gargani amendment” (absolute prohibition to destroy human embryo); “Niebler amendment” (limiting research to embryo stem cells line created before December 2003); the position of the Committee of Industry, Research and Energy (ITRE) (financing research of human stem cells including the embryonic stage). In spite of the approval, coming from the European Parliament on last June, of the most permissive proposal, the Author demonstrates that in reality the preference of the European Parliament was for the refusal of the economic incentive. In spite of everything, the auspice is that Italy – inside the European Union – doesn’t let itself carry away because of an inferiority complex, but indeed, it perceives its function as mover in the construction of Europe, cemented on the idea of human dignity and human rights.
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Sutton, Agneta. « Do human-animal hybrids and chimeras mean the abolition of man ? » Medicina e Morale 56, no 2 (30 avril 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.324.

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Résumé :
Gli scienziati del Regno Unito stanno cercando di ottenere il permesso per creare ibridi umano-animale per mezzo della clonazione. La ragione di ciò risiede nel fatto che c’è una scarsità di ovocellule umane per creare embrioni al fine della ricerca sulle cellule staminali umane embrionali. L’idea è quella di usare ovuli di coniglio o di mucca anziché quelli umani per clonare embrioni che sarebbero al 99% umani e all’1% animali. Il nucleo di un uovo animale verrebbe rimosso per essere sostituito da un nucleo di cellula umana. Questi progetti sollevano domande morali e metafisiche. Essi, infatti, pongono la domanda su ciò che significa essere umano e la questione sulla legittimità morale di rimuovere il “Rubicone” che separa le creature umane dagli (altri) animali. Questo articolo discute lo status degli ibridi umano-animale creati attraverso la clonazione, usando ovociti animali al posto di quelli umani per creare embrioni clonati quasi-umani. In esso si tratta anche dello status di embrioni – e di creature più sviluppate – i cui corpi sono composti di cellule, o tessuti, di origine umana ed animale. Non è la prima volta che le nuove tecnologie riproduttive ci pongono di fronte a nuove scelte. La scienza avanza velocemente. Ha un impeto tutto suo. Ma possiamo permetterci di permettere che qualsiasi cosa che può essere fatta sia fatta? Certamente, la ragione e il rispetto per l’essere umano devono prevalere, affinché non creiamo un mondo in cui alcuni esseri umani saranno compromessi biologicamente e meno umani degli altri. ---------- Scientists in the UK are seeking to obtain permission to create humananimal hybrids by means of cloning. This is because there is a shortage of human eggs to create embryos for human embryonic stem-cell research. The idea is to use rabbit or cow eggs instead of human eggs to clone embryos that would be 99% human and 1% animal. The nucleus of an animal egg would be removed and replaced by a human cell nucleus. These projects raise both moral and metaphysical questions. They raise the question of what it means to be human. And they raise the question of whether it is morally legitimate to remove the Rubicon that separates humans from (other) animals. This paper discusses the status of human-animal hybrids created by cloning, using animal eggs instead of human eggs to create near-human cloned embryos. It also discusses the status of embryos--and more mature creatures--whose bodies are composed of cells, or tissues, of both human and animal origin. Not for the first time new reproductive technologies face us with new choices. Science is moving fast. It has a momentum of its own. But can we afford to allow anything that can be done to be done? Surely, reason and respect for the human being must prevail, lest we create a world in which some humans will be biologically compromised and less human than the rest.
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