Thèses sur le sujet « CELLULE STAMINALE »
Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres
Consultez les 50 meilleures thèses pour votre recherche sur le sujet « CELLULE STAMINALE ».
À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.
Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.
Parcourez les thèses sur diverses disciplines et organisez correctement votre bibliographie.
JACOB, AURELIEN MARC FLORENT. « IMPROVING TARGETED GENE EDITING IN HEMATOPOIETIC STEM CELLS FOR CLINICAL TRANSLATION ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/304800.
Texte intégralThe scope of genome engineering in hematopoietic stem/progenitor cells (HSPCs) has broadened from random to precise genome insertions for treating genetic diseases of the blood lineages. Targeted editing of inherited mutant genes allows in situ correction and functional reconstitution with preserved expression control. We recently showed that both the induced double-strand DNA breaks and the AAV6 genome trigger a p53-dependent DNA damage response in HSPC delaying proliferation and decreasing hematopoietic reconstitution after xenotransplantation. Suppression of this response by transient expression of a dominant negative p53 released cell-cycle block and rescued hematopoietic reconstitution. Yet, the underlying biology remained unknown as well as the impact of gene editing on clonal dynamics of HDR-edited HSPC upon transplantation. Moreover, it has long been contended that the quiescence of primitive HSC constrains HDR-mediated gene editing, thus limiting its perspective clinical applications in several diseases. Here, we first overcame such constraints by transiently expressing the adenovirus 5 protein E4orf6/7, which operates the major cell cycle controller E2F, together with the nuclease. By global and targeted gene expression analysis we showed engagement of targeted cells in S/G2 phases with concomitant upregulation of all major components of the HDR machinery, thus increasing the efficiency of targeted transgene insertion. Combined E4orf6/7 expression and p53 inhibition enhanced >50% HDR efficiency within human graft surpassing the levels reported until now in the literature. Such outcome was reproducible across several HSPC donors and sources, genomic loci and conceivably portable to most types of editing platforms. In parallel, we devised a novel technology (BAR-seq) which enables clonal tracking of individual HDR-edited HSC by introducing a unique heritable barcode in the AAV6 template. Deep sequencing of integrated BARs in human hematochimeric mice showed that only few (5-10) dominant clones of edited HSC robustly contributed to the hematopoietic graft long-term after transplant. Transient p53 inhibition during editing enabled substantial increase in polyclonal graft composition without altering individual HSC output, thus explaining the improved engraftment and highlighting the p53-mediated response as culprit of an otherwise oligoclonal hematopoiesis. Importantly, BAR-seq provided the first direct evidence that human HDR-edited HSC maintain multilineage potential and undergo multiple rounds of symmetric and asymmetric divisions in primary and secondary xenogeneic hosts. Altogether, we expect that the substantial gains obtained in HDR efficiency and polyclonal repopulation by our improved editing protocol should broaden applicability of HSC gene editing and pave its way to clinical translation.
Crespi, A. « Pacemaker biologico : cellule staminali embrionali murine vs. cellule staminali cardiache adulte ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/56611.
Texte intégralCalvia, Valentina <1980>. « Cellule staminali, immortalità e enhancement ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/665/1/Tesi_Calvia_Valentina.pdf.
Texte intégralCalvia, Valentina <1980>. « Cellule staminali, immortalità e enhancement ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/665/.
Texte intégralIacono, Eleonora <1976>. « Impiego di cellule staminali in terapia veterinaria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2839/1/Iacono_Eleonora_Impiego_di_cellule_staminali_in_terapia_veterinaria.pdf.
Texte intégralIacono, Eleonora <1976>. « Impiego di cellule staminali in terapia veterinaria ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2839/.
Texte intégralBOSSIO, CATERINA. « TRANSDIFFERENZIAMENTO DI CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI DI RODITORE IN CELLULE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171967.
Texte intégralCalzarossa, C. « Terapia cellulare : potenzialità e applicazioni terapeutiche di cellule staminali fetali e adulte in modelli animali di neurodegenerazione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/61187.
Texte intégralMAURI, MARIO. « Cellule staminali mesenchimali : potenziali modulatori del sistema nervoso centrale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/39835.
Texte intégralDitadi, Andrea. « Approccio di terapia cellulare mediante l'utilizzo di cellule fetali isolate dal liquido amniotico per malattie del sistema ematopoieico ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425090.
Texte intégralQUARANTA, PAMELA. « Unveiling the biological role of human circulating Hematopoietic Stem and Progenitor cells ». Doctoral thesis, Università Vita-Salute San Raffaele, 2022. http://hdl.handle.net/20.500.11768/128257.
Texte intégralNonostante risiedano principalmente nel midollo osseo (BM), poche HSPC circolanti (cHSPC) ricircolano regolarmente nel sangue periferico (PB) di donatori sani in assenza di mobilizzazione. Soprattutto studi di tipo descrittivo sono stati pubblicati sino ad ora su questa rara popolazione nell’uomo e al momento manca una valutazione completa della loro composizione, caratteristiche funzionali e relazione gerarchica rispetto alle HSPC di BM. In questo studio abbiamo caratterizzato fenotipicamente la composizione delle cHSPC durante l'invecchiamento fisiologico, applicando la citometria a flusso multiparametrica su 114 campioni di PB e, come controllo, 48 campioni di BM di donatori sani (HD) di età diversa. Queste analisi sono state integrate con l’analisi del profilo trascrizionale a livello di singola cellula (scRNAseq) e studi in vitro e in vivo, al fine di studiare rispettivamente le proprietà trascrizionali e funzionali delle cHSPC in condizioni fisiologiche rispetto alla controparte di BM. Inoltre, per studiare la relazione tra HSPC circolanti e residenti nel midollo osseo e il loro potenziale di differenziamento in vivo nell'uomo, abbiamo effettuato il monitoraggio clonale dei siti d’integrazione (IS) di cHSPC, BM HSPC e cellule mature di PB isolate da pazienti trattati con terapia genica (GT) basata su HSPC. Abbiamo osservato che le cHSPC si riducono progressivamente durante l'invecchiamento e sono caratterizzate da una composizione diversa rispetto alla controparte di BM, mostrando una più alta capacità di ricircolo dei progenitori linfoidi. Le cHSPC sono in grado di differenziare nelle varie popolazioni ematopoietiche sia in vitro che in vivo, mostrando una simile capacità di migrazione nel BM ma una ridotta sopravvivenza a lungo termine dopo trapianto in topi immunodeficienti rispetto a HSPC di BM. Quest'ultima scoperta può essere spiegata dal basso contenuto di HSC primitive e da uno stato trascrizionale pre-attivato presente nelle HSC di sangue periferico in condizioni fisiologiche. Applicando scRNA-seq, abbiamo identificato un profilo trascrizionale unico nelle sottopopolazioni di cHSPC, sia primitive che più differenziate, caratterizzato da una minore attività replicativa, metabolica e trascrizionale, ma una maggiore capacità di differenziamento, adesione e risposta immunitaria rispetto alla controparte di BM. L'arricchimento dei profili fenotipici e trascrizionali di tipo linfoide osservato nelle HSPC di PB, in associazione con la loro più elevata condivisione di IS con cellule di PB di lignaggio linfoide rispetto a quello mieloide, suggeriscono che le cHSPC potrebbero seminare organi linfoidi. Inoltre, la maggiore espressione di geni di differenziamento eritroide rilevati nelle HSPC circolanti rispetto a quelle residenti è coerente con il bias di differenziamento eritroide osservato nelle cHSPC post-trapianto e nel test di differenziamento in vitro. Questi risultati suggeriscono che le cHSPC costituiscono una fonte di progenitori eritroidi, in grado di sostenere l'eritropoiesi extramidollare in risposta a stress. Infine, i nostri dati preliminari su una coorte di pazienti trattati con HSPC-GT suggeriscono che il ricircolo di HSPC può sostenere la ridistribuzione clonale di cellule staminali in siti midollari distanti, sia durante la ricostituzione ematopoietica attiva che, in misura minore, in condizioni fisiologiche. Complessivamente, i nostri risultati indicano le HSPC circolanti come una peculiare popolazione di progenitori ematopoietici in stato pre-attivato, che ricircolano continuamente tra diversi siti di midollo osseo e sono pronti per sostenere rapidamente un'attivazione e un differenziamento ematopoietico locale in situ in caso di necessità.
Maurizi, Giulia. « Caratterizzazione fenotipica, molecolare e proprietà immunoregolatorie delle cellule staminali mesenchimali ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242057.
Texte intégralMesenchymal stem cells (MSCs) are promising candidates for cell therapy and tissue engineering. In previous studies, the most important source of MSCs was adult bone marrow (BM). Recently, MSCs with similar cell surface markers and differentiation capacity have also been found in developmentally younger tissues. This study showed data from fetal MSCs obtained from first-trimester chorionic villi (CV) and second trimester amniotic fluid (AF), comparing them with BM. The work reports on growth in human allogeneic serum (HS) and platelet lysate (PL), immunophenotype, cytokine expression profile and immunoregulatory activity of fetal MSCs on stimulated peripheral blood mononuclear lymphocyte subpopulations. The cells studied was analyzed also for telomere length, telomerase activity, hTERT, p53 and cmyc transcriptions, to evaluate their replicative stability. Spontaneous chromosomal alterations were excluded by cytogenetic analysis. CV cells grow rapidly in HS, with 20 populations doublings (PDs) after 59 days (6 passages), and also in animal serum, with 27 PDs after 65 days (7 passages). PL allowed an expansion in 60% of the samples tested, though it was lower than HS. HS supported an average of 40 PDs of expansion in 20% of AF cells after 90 days, whereas animal serum supported 28.5 PDs in 66 days. CV and AF cells inhibited the proliferation of stimulated T lymphocytes, suppressing the growth of both CD4+ and CD8+ T subpopulations and, sometimes, CD19+ cells. Despite their high proliferation capacity, fetal MSCs showed no telomerase activity, no hTERT transcriptions and maintained long, stable telomeres. A constant expression level of p53 and c-myc and a normal karyotype were preserved throughout long-term expansion, suggesting the safety of fetal MSCs. In conclusion, these results indicate that CV would be an optimal and safety source of MSCs with high expansion potential in a HS propagation system, immunoregulatory capacity of T and B lymphocytes. More than 90% of CV samples achieved a large-scale expansion in HS, that is encouraging for potential clinical applications of these cells.
Sessa, Mariarosaria <1989>. « Metilazione del DNA e Trapianto Allogenico di Cellule Staminali Emopoietiche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10248/1/tesi%20dottorato%20FINALE%20caricata.pdf.
Texte intégralAllogeneic hematopoietic stem cell transplantation (HSCT) is a well-established therapy for several life-threatening hematological disorders, mostly malignancies. However, non-relapse mortality (NRM) has limited its use in patients aged over 65 years. Nowadays age cannot be considered an absolute contraindication for this treatment and the use of transplantation, in patient groups once considered unsuitable, is increasing significantly. NRM is due to three types of complications: immunological (graft versus host disease), infectious and toxic. Organ toxicity is directly related to the intensity of conditioning which is therefore reduced in case of comorbidities and in elderly patients. However, reducing the intensity of chemotherapy also means increasing the risk of relapse of the underlying haematological disease and therefore this adjustment must consider aging and comorbidity indexes in order not to reduce the curative potential of the transplant. To evaluate comorbidities we have a highly predictive score (the Comorbidity Index Score by Sorror, HCT-CI), while to evaluate aging there is a great clinical need to apply innovative biological age markers. The present work aims to evaluate the state of DNA methylation, a biological age index, in the setting of patients undergoing allogeneic haematopoietic stem cell transplantation for all haematological indication. The aim is also to correlate the epigenome with the transplant risk of the single individual.
Frasson, Chiara. « Cellule staminali tumorali : ruolo della Side Population nei tumori solidi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427014.
Texte intégralCELLULE STAMINALI TUMORALI: RUOLO DELLA SIDE POPULATION NEI TUMORI SOLIDI Molti studi negli ultimi anni hanno dimostrato che alcune forme di tumore sono caratterizzate dalla presenza di cellule con specifiche proprietà stem-like, dette anche cellule staminali tumorali (Cancer Stem Cells/CSCs). Queste cellule sono considerate le cellule “inizianti” il tumore e sono probabilmente le responsabili delle recidive del tumore. Le CSCs hanno la capacità di auto-rinnovarsi, la potenzialità di dare origine a una o più specie cellulari all’interno del tumore e l’abilità di guidare, in modo continuo, la proliferazione delle cellule maligne. Molti studi hanno descritto il potenziale tumorigenico delle CSCs fino ad arrivare alla formulazione della cancer stem cell (CSC) hypothesis, secondo la quale a sostenere la crescita del tumore e a causare recidive, sarebbe una ristretta popolazione cellulare (Jordan CT et al.2006). Sono stati proposti due diversi approcci per caratterizzare le CSCs all’interno del tumore: il primo utilizza marcatori di superficie selettivamente espressi dalle CSCs, ma non dalla maggior parte delle cellule tumorali; il secondo approccio sfrutta alcune caratteristiche funzionali della cellula, come la peculiare capacità di colorarsi con coloranti specifici. In particolare, questo secondo metodo è utilizzato per l'identificazione, tramite citometria a flusso, della cosiddetta Side Population (SP), distinta sulla base della capacità di queste cellule di estrudere il colorante vitale Hoechst 33342 (Goodell MA et al 1996). Le cellule SP rappresentano solo una piccola frazione di tutta la popolazione di cellule e, data la loro capacità di estrudere farmaci, esse rappresentano la frazione chemio-resistente all’interno del tumore (Hirschmann-Jax C et al. 2004). Inoltre le SP sembrano essere una fonte arricchita di cellule staminali (Challen GA et al. 2006). I tumori solidi rappresentano la maggior parte delle patologie maligne ed i tumori epiteliali ne costituiscono circa l'80% (Visvader JE e Lindeman GJ 2008). L’ origine della maggior parte dei tumori solidi è sconosciuta, ma è stato ipotizzato che sottotipi diversi sottendono a cellule inizianti il tumore differenti. Inoltre ci sono evidenze crescenti che diversi tumori solidi siano organizzati in modo gerarchico e sostenuti da una sottopopolazione distinta di CSCs (Visvader JE e Lindeman GJ 2008). Un primo studio ancora in corso ha valutato il ruolo e le caratteristiche delle cellule staminali tumorali, in particolare della sottopopolazione SP, in linee cellulari di Medulloblastoma (MDB). Il MDB è uno dei più comuni tumori solidi pediatrici a livello del sistema nervoso centrale e dati recenti hanno dimostrato che anche il MDB sembra originare da una componente staminale. Abbiamo cercato di isolare la sottopopolazione con caratteristiche stem-like per capire quale pathway fosse principalmente coinvolto nel mantenimento della componente staminale (CSCs/SP). I primi dati ottenuti suggeriscono che nelle linee di MDB è presente una componente staminale e che la via di PI3K/AKT/mTOR è cruciale per la sopravvivenza delle cellule SP, che hanno una elevata capacità di formare colonie in vitro. Una sempre maggiore esperienza nella tecnologia e nel setting del FACS (Flow Activated Cell Sorter) sorter ha permesso di estendere l’approccio sperimentale ad altri tipi di tumore e quindi di identificare le SP sia in cellule primarie di carcinoma ovarico che in cellule, sempre di carcinoma ovarico, xenotrapiantate in topi NOD/SCID e di indagare gli effetti che l’ IFN-? ha sulle cellule tumorali. Questo è stato l'obiettivo di un secondo studio condotto nel Dipartimento di Oncologia e Scienze Chirurgiche di Padova in collaborazione con il nostro laboratorio. I nostri risultati mostrano che IFN-? ha effetti antiproliferativi e proapoptotici sulla componente SP, che si traducono in un potenziale effetto terapeutico contro quei tumori caratterizzati da una elevata percentuale di cellule SP. Questi risultati suggeriscono che lo screening dei campioni di tessuto tumorale per il loro contenuto di SP potrebbe costituire la base per la somministrazione di IFN-? ai pazienti con tumore ovarico ed eventualmente con altri tumori solidi. Nel corso dell’ultimo anno la nostra ricerca si è concentrata anche sulla caratterizzazione delle CSCs in linee cellulari e in colture primarie sia di medulloblastoma (MDB) che di glioblastoma (GBM). E’ noto che il microambiente o nicchia del tumore influenza la distribuzione della CSCs all'interno della massa tumorale e la loro resistenza alle radiazioni. Ci sono alcune evidenze che l'ipossia può favorire l'espansione delle cellule staminali e il mantenimento del tumore (Moserle L. et al 2009, Blazek et al 2007, Platet N. et al. 2007). Inoltre, studi preclinici e clinici indicano che c’è una relazione inversa tra andamento del tumore e ipossia (Nordsmark M. et al.2005). Sulla base di queste considerazioni, nello studio sul medulloblastoma (MDB) abbiamo indagato il legame tra il microambiente ipossico e alcune vie del segnale (Notch1; HIF-1a) che sembrano essere coinvolte nel sostenere la crescita delle cellule di MDB. I primi risultati indicano chiaramente che le cellule di MDB possono essere espanse con successo in vitro solo in un contesto di ipossia. Nello studio sul Glioblastoma (GMB), abbiamo sfruttato la chirurgia immagine-guidata per cercare di definire differenti aree intra-tumorali per capire se ci fosse una distribuzione eterogenea delle cellule correlata al gradiente di ossigeno all'interno del GBM. I nostri risultati mostrano che le cellule più immature, identificate con il marcatore di staminalità CD133, sono localizzate nella parte interna e in quella intermedia della massa tumorale, mentre le cellule più differenziate sono distribuite lungo la zona periferica e maggiormente vascolarizzata. Questi risultati indicano una stretta correlazione tra il gradiente di ipossia intra-tumorale, il fenotipo delle cellule tumorali e la resistenza del tumore alla chemioterapia, portando alla formulazione di un nuovo modello di distribuzione delle cellule staminali nella nicchia del tumore, che potrebbe essere utili per definire con più precisione la reale localizzazione della cellule tumorali chemio-resistenti nel GBM, al fine di elaborare strategie di trattamento più efficaci. L'ultima parte di questa tesi, che esula dagli argomenti trattati sopra, si è focalizzata sullo studio del ruolo che la IL-23 esercita sulle cellule di leucemia linfoblastica acuta-B (B-ALL). Questo studio è stato condotto principalmente nella Unità di Immunologia del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Laboratorio dell’ Istituto G.Gaslini di Genova. La Leucemia linboblastica acuta (LLA) è una patologia in cui il blocco della differenziazione, l’iperprpolifrazione e una apoptosi difettosa risultano in un accumulo aberrante di un clone cellulare. Le B-ALL rappresentano l’85% dei casi delle leucemie infantili e vengono distinte in diversi sottotipi a seconda dello stadio maturativo della cellula linfoide (Cobaleda C. e García Sánchez-I . 2009, Onciu M. 2009). Nonostante i progressi degli ultimi anni nello sviluppo di trattamenti sempre più efficaci sono comunque in corso ulteriori studi per capire quali siano gli eventi specifici che portano alla leucemia, per migliorare l'approccio clinico e identificare terapie che possano ridurre le recidive della malattia. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di studiare l’espressione e la funzione del recettore della IL-23 (IL23R) nelle cellule di leucemie acuta B pediatrica (B-ALL) rispetto alla controparte normale e verificare se la IL-23 potesse esercitare una azione anti tumorale diretta sulle cellule di leucemia B e se sì quale fosse il meccanismo coinvolto. I primi risultati ottenuti dimostrano che IL-23R è up-regolato nelle cellule primarie di B ALL rispetto alla controparte normale e che la IL-23 media direttamente la crescita tumorale in vitro e in vivo attraverso l'inibizione della proliferazione delle cellule tumorali e l’ induzione della apoptosi. Pertanto, in linea di principio, la IL-23 potrebbe essere un buon farmaco da testare in trial di fase I in pazienti pediatrici affetti da B-ALL che non rispondono alle attuali terapie.
Danesin, Roberta. « Cellule staminali e matrici biomimetiche nanostrutturate per la medicina rigenerativa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427431.
Texte intégralPremessa Il lavoro di ricerca svolto nel triennio di dottorato si è focalizzato su due progetti. Il primo ha riguardato l’individuazione di cellule staminali nel surrene di ratto, al fine di poterle isolare e caratterizzare. Nel secondo progetto ci si è occupati della progettazione e realizzazione di matrici biomimetiche nanofibrose per la rigenerazione del tessuto osseo. RIASSUNTO Il primo progetto di ricerca ha cercato di chiarire le conoscenze attuali riguardo l’esistenza di cellule staminali adulte residenti nel tessuto surrenale. Sebbene alcune evidenze sperimentali suggeriscano l’esistenza di tali cellule nella parte esterna della corticale surrenale, al riguardo non c’è ancora una teoria riconosciuta in modo unanime: non è stata identificata la loro zona d’origine, né tantomeno sono stati individuati dei marker caratteristici che permettano di isolarle. L’individuazione di tali cellule potrebbe trovare applicazione nella cura di malattie surrenali, ad esempio nell’ipocorticosurrenalismo permetterebbe di evitare la terapia ormonale a vita e quindi, rappresenterebbe la terapia d’elezione. Il progetto si è quindi prefisso come obiettivi di identificare e isolare una popolazione di cellule staminali all’interno della ghiandola surrenale di ratto. Tramite analisi immunoistochimica e di immunofluorescenza sono state ricercate: a) zone cellulari BrdU+ (ratti trattati alla nascita con BrdU), a ciclo cellulare lento; b) marker di staminalità CD105, CD90 e c-kit. Dai surreni di ratto sono state estratte due sottopopolazioni di cellule, capsulari e della parte interna: queste sono state coltivate in vitro, osservate e immunoseparate per CD105 e CD90. Infine, è stata testata la capacità differenziativa delle colture sia in senso osteogenico che adipogenico. Nel secondo progetto sono stati ideati e prodotti scaffold da impiegare nell’ambito dell’ingegneria del tessuto osseo. La progettazione di uno scaffold per l’ingegneria tessutale risulta essere alquanto complessa visto che un supporto ideale per la colonizzazione cellulare dovrebbe possedere le caratteristiche, strutturali e funzionali, della matrice extracellulare. Lo scaffold ideato ha natura ibrida essendo composto di un polimero di sintesi biodegradabile quale il poli(ε-caprolattone) e di peptidi auto-assemblanti. La struttura fibrosa dello scaffold su scala micrometrica è stata assicurata mediante un processo di elettrofilatura. D’altro canto, è noto che i peptidi auto-assemblanti formano spontaneamente matrici tridimensionali con fibre nanometriche estremamente gradite a differenti tipi di cellule, incluse quelle del tessuto osseo. Sono stati ottenuti sei differenti tipi di scaffold utilizzando sei diversi peptidi, ottenuti per sintesi su fase solida, tra i quali una sequenza auto-assemblante coniugata ad un motivo adesivo RGD. Le matrici sono state estesamente caratterizzate mediante analisi di spettroscopia elettronica a scansione, spettroscopia all’infrarosso in trasformata di Fourier e valutazione dell’angolo di contatto. Le matrici risultano essere composte da un intreccio di fibre di dimensioni comparabili a quelle della matrice extracellulare; inoltre, è stato possibile confermare che la struttura β-sheet, che è alla base dell’auto-aggregazione, è presente nelle matrici e viene incrementata, nel caso del peptide auto-assemblante con motivo RGD, dal pre-trattamento con soluzione salina. E’ stato inoltre dimostrato come l’arricchimento con piccole percentuali (5%) di peptidi dello scaffold in poli(ε-caprolattone) produca un grado di bagnabilità notevolmente superiore e quindi crei i presupposti per una maggior colonizzazione della matrice da parte delle cellule. I saggi biologici, eseguiti su tutti gli scaffold, hanno permesso di dimostrare che la presenza di sequenze auto-assemblanti incrementa in modo significativo l’adesione cellulare, la produzione di calcio e l’espressione di geni che codificano per proteine importanti per gli osteoblasti.
CARRI, A. DELLI. « GENERAZIONE DI NEURONI STRIATALI FUNZIONALI DA CELLULE STAMINALI EMBRIONALI UMANE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/215120.
Texte intégralVELLECA, LUCIA. « PRODUZIONE DI CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI PER APPLICAZIONI DI TERAPIA AVANZATA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/231151.
Texte intégralABSTRACT Tissue Engineered products may carry cells or tissues either of human or animal origin. The cells and tissues shall be subjected to substantial manipulation in order to obtain biological characteristics, physiological functions or structural properties relevant for the intended regeneration, repair or replacement. For cells and tissues manipulated in vitro, the objective to be achieved in terms of control of production processes and quality of the final product is to ensure the safety and effectiveness of the products that would be placed in clinical use. Hence the need to act in accordance with the rules which define production processes used for drugs, in order to guarantee the quality and safery of the product.. The purpose of the work done during the PhD was the study and the development of production protocol for the generation of an innovative product for advanced therapies. It is a cellular product made of mesenchymal stem cells, good candidates for clinical applications in regenerative medicine. For this production, all stages, starting from the initial sample and up to the final product, must be carried out in an authorized pharmaceutical facility which operates in compliance with Good Manufacturing Practices (GMP). The purpose of these guidelines is to ensure that drugs are produced, analysed and released in a regime of controlled and certified quality minimizing the danger of unexpected risks for the patient. In the preliminary phase of the process the feasibility of the method was evaluated and the protocols to be used were defined. The feasibility phase allowed the development of procedures for the isolation, expansion and differentiation of stem cells. It was possible to evaluate the genomic stability and immunophenotypic features of the cells at different steps. All data obtained during the feasibility study have been fundamental to define the tests of quality control, product specifications and criteria of acceptability required for the subsequent validation of the process. The results presented in the feasibility study show that it is possible to transfer research protocols to a GMP framework which is potentially applicable in clinical trials. At the end of the validation process, which involves the production of three batches of cells, the specifications required for the incoming controls, during the production’s process and on the final product must comply with all the requirements. The future steps will be the validation of the aseptic process, through the execution of three mediafill and the risk assessment related to the production of batches intended for clinical use, in order to complete the series of documents required for the submission of an application for a clinical study.
Bianchi, Francesca <1978>. « Capacità trans-differenziativa delle cellule staminali emopoietiche e potenziali applicazioni cliniche della terapia cellulare nei pazienti con danno renale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/1199/1/Francesca_Bianchi_Scienze_Nefrologiche.pdf.
Texte intégralBianchi, Francesca <1978>. « Capacità trans-differenziativa delle cellule staminali emopoietiche e potenziali applicazioni cliniche della terapia cellulare nei pazienti con danno renale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/1199/.
Texte intégralVentresca, Alessandra. « Utilizzo dell'ipossia come stimolo per il differenziamento condrocitico di cellule staminali ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6098/.
Texte intégralBabini, Lucia. « Ruolo del sistema FASL/FAS nella biologia delle cellule mesenchimali staminali ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/243016.
Texte intégralMesenchymal stem cells (MSCs) are multipotent progenitor cells that can differentiate into several cell types. Bone marrow (BM)-MSCs mainly differentiate into osteoblasts or adipocytes. MSC interactions with their microenvironment directly affect their self-renewal/differentiation program. Here we show for the first time that FasL, a well-explored pro-apoptotic cytokine, can promote proliferation of BM-derived MSCs in vitro and inhibits their differentiation into adipocytes. BMMSCs treated with a low FasL dose (0.5 ng/ml) proliferated more rapidly than untreated cells without undergoing spontaneous differentiation or apoptosis, whereas higher doses (25 ng/ml) induced significant though not massive BM-MSC death, with surviving cells maintaining a stem cell phenotype. At the molecular level, 0.5 ng/ml FasL induced ERK1/2 phosphorylation and surviving up-regulation, whereas 25 ng/ml FasL induced caspase activation. Importantly, 25 ng/ml FasL reversibly prevented BM-MSC differentiation into adipocytes by modulating PPARγ and FABP4/aP2 expression induced by adipogenic medium. All such effects were inhibited by anti-Fas neutralizing antibody. The in vitro data regarding adipogenesis were confirmed using Faslpr mutant mice, where higher PPARγ and FABP4/aP2 mRNA and protein levels were documented in whole tibia. These data show that the FasL/Fas system plays a role in BM-MSC biology via regulation of both proliferation and adipogenesis. These findings may have clinical relevance because circulating Fas/FasL levels decline with age and several age-related conditions, including osteoporosis, are characterized by adipocyte accumulation in BM.
NICOLAI, MICHELE. « Effetti dell'acquisizione del fenotipo senescente sulle cellule staminali dell'epitelio pigmentato retinico ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2019. http://hdl.handle.net/11566/263051.
Texte intégralRegenerative medicine approaches based on mesenchymal stem cells (MSCs) are being investigated to treat several aging-associated diseases, including age-related macular degeneration (AMD). Loss of retinal pigment epithelium (RPE) cells occurs early in AMD, and their transplant has the potential to slow disease progression. The human RPE contains a subpopulation of cells - adult RPE stem cells (RPESCs) – that are capable of self-renewal and of differentiating into RPE cells in vitro. However, age-related MSC changes involve loss of function and acquisition of a senescence-associated secretory phenotype (SASP), which can contribute to the maintenance of a chronic state of low-grade inflammation in tissues and organs. In a previous study we isolated, characterized, and differentiated RPESCs. Here, we induced replicative senescence in RPESCs and tested their acquisition of the senescence phenotype and the SASP as well as the differentiation ability of young and senescent RPESCs. Senescent RPESCs showed a significantly reduced proliferation ability, high senescence-associated β-galactosidase activity, and SASP acquisition. RPE-specific genes were downregulated and p21 and p53 protein expression was upregulated. These findings document the effects of senescence and SASP acquisition on RPESC differentiation ability and highlight the need for a greater understanding of their role in AMD pathogenesis.
Focaroli, Stefano <1982>. « Scaffold funzionali per il differenziamento condrogenico di cellule staminali mesenchimali umane ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7527/4/tesi_stefano_focaroli.pdf.
Texte intégralTissue engineering is an interdisciplinary and multidisciplinary field that aims at the developmentof biological substitutes that restore, mantain, or improve tissue function. Concerning the articular cartilage many improvments were made, but the complete tissue restoration approach still lacking. In the first part of this work, it was evaluated the ability of a gelatin scaffold to promote the condrogenic differentiation of ADSCs. Successively, in order to obtain a low cost sistem, a based alginate/Cobalt scaffold was designed with the aim to take advantage of the physical features of the cartilage tissue. Finally, it was developted a cost effective method to produce microfluidic chips with the aim to obtain micro-systems for cell encapsulation.
Focaroli, Stefano <1982>. « Scaffold funzionali per il differenziamento condrogenico di cellule staminali mesenchimali umane ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7527/.
Texte intégralTissue engineering is an interdisciplinary and multidisciplinary field that aims at the developmentof biological substitutes that restore, mantain, or improve tissue function. Concerning the articular cartilage many improvments were made, but the complete tissue restoration approach still lacking. In the first part of this work, it was evaluated the ability of a gelatin scaffold to promote the condrogenic differentiation of ADSCs. Successively, in order to obtain a low cost sistem, a based alginate/Cobalt scaffold was designed with the aim to take advantage of the physical features of the cartilage tissue. Finally, it was developted a cost effective method to produce microfluidic chips with the aim to obtain micro-systems for cell encapsulation.
ROFANI, CRISTINA. « Cellule staminali : studio di base, espansione ed applicazioni in ingegneria tissutale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/878.
Texte intégralStem cells are very rare and this represents a big problem for clinical application. The use of umbilical cord blood, that could be a good alternative source of stem cells, is limited because of the poor number of stem cell that is not sufficient for transplantation. Accordingly, it will be very important to develop an assay to expand ex-vivo stem cell population. At the same time, for stem cell application in tissue engineering (for example bone tissue engineering) it could be very important to prepare a scaffold. This is why we studied an assay for ex-vivo expansion of hematopoietic stem cells isolated from cord blood and we did a screening of biomaterials for bone tissue engineering. A previous work reported that interleukin (IL)-16 can induce CD34+ hematopoietic cells to proliferate and differentiate in-vitro into phenotypically and functionally mature DCs. In this study, the effects of IL-16 on the expansion of CD34+ cells from human cord blood were investigated. IL-16 added to a basal cocktail (BC) composed of stem cell factor (SCF), Flt-3 ligand (FL), thrombopoietin (TPO), IL-6 e IL-3,of cytokines significantly enhanced the expansion of CD34+ cells, CD34+CD38-, early stem cells progenitor cells and long-term-culture-initiating-cells (LTC-IC). Moreover, CD34+ cells expanded with IL-16 maintained the capacity to differentiate into the lymphoid-B and -NK lineage. The addition of IL-16 to BC increased the migratory capacity of expanded CD34+ cells compared to BC alone and decreased the percentage of CD34+CD4+ cells. Overall, this study suggests that IL-16 may have a new role in promoting the expansion of hematopoietic stem cells and may represent a new tool for the expansion of CD34+ cells for clinical applications (Paper I). Scaffolds of different composition have been analysed to develop a novel multiphase biomaterial able to promote osteogenic differentiation of rabbit mesenchymal stem cells (rMSC). Results demonstrated that the multi-phase PCL/TZ-HA system showed improved rMSCs adhesion and osteoblast differentiation, thus demonstrating great potential for bone regeneration. (Paper II). Recent advances in tumour progression introduce the concept of cancer stem cells. According to this hypothesis, it will be important to identify new tumour markers and to develop new therapeutic strategies. Previous works demonstrated that increased expression of Eph receptors and their ephrin ligands have been implicated in promoting angiogenesis and tumour progression in several malignancies. Here the expression of mRNA for ephrin-B and EphB receptors in rhabdomyosarcoma (RMS) cell lines and primary tumours were measured. A dysregulation of both ligands and receptors was found in all cell lines. A global up-regulation of ephrin-Bs and EphB receptors in RMS tumours was found. In embryonal tumours, a correlation between ligand and receptor was found. A correlation between EphB2 and EphB4 receptors was demonstrated in both tumour types. The dysregulation of ephrin-B and Eph-B in RMS and the correlations between ligand and receptors and between EphB2 and EphB4 suggest a possible role for ephrin-B and EphB in RMS development (Paper III).
Buono, R. « RUOLO DELL'OSSIDO NITRICO NELLA REGOLAZIONE DEL DESTINO DELLE CELLULE STAMINALI MUSCOLARI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150268.
Texte intégralCARIA, PAOLA. « Isolamento e caratterizzazione biologico-molecolare di cellule tumorali simil-staminali da una linea cellulare derivata da un carcinoma papillare tiroideo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2012. http://hdl.handle.net/11584/266064.
Texte intégralPezzella, Francesca Maria. « Studio ex vivo di rigenerazione epatica:valutazione biologico funzionale ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/233.
Texte intégralMesenchymal stem cells can represent a therapeutic alternative to organ transplantation in the treatment of liver diseases.This animal model study investigated liver function parameters (GOT, GPT, ALP) at different timepoints after organ regeneration with MSCs after CCL4-induced necrosis compared with normal organ regeneration controls.Hepatic functional recovery was significantively smaller in rats treated with stem cells compared with controls.These data demonstrated that the use of MSCs may ameliorate the treatment of hepatic desease
Rossi, Lara <1979>. « Il nucleotide extracellulare UTP : induzione della migrazione di cellule staminali emopoietiche CD34+ ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/183/1/Tesi_dottorato_Ematologia_2007_-_Lara_Rossi.pdf.
Texte intégralRossi, Lara <1979>. « Il nucleotide extracellulare UTP : induzione della migrazione di cellule staminali emopoietiche CD34+ ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/183/.
Texte intégralMagnasco, Alberto <1964>. « Ruolo delle cellule staminali mesenchimali in modelli cellulari e animali di nefropatia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1085/1/Tesi_Magnasco_Alberto.pdf.
Texte intégralMagnasco, Alberto <1964>. « Ruolo delle cellule staminali mesenchimali in modelli cellulari e animali di nefropatia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1085/.
Texte intégralCosta, Roberta <1983>. « Caratteristiche biologiche e potenziale applicativo delle cellule staminali derivate da membrane fetali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5757/1/Costa_Roberta_tesi.pdf.
Texte intégralThe stem cell research opens new perspectives for cell therapy approaches. Much attention has been focused on stem cells isolated from fetal membranes, for the easy recovery of these tissues, the limited ethical implications and the characteristics of resident stem cells. In particular from the amniotic epithelium it is possible to isolate a population of cells (hAECs) with interesting characteristics of stemness, pluripotency and immunomodulation. However, before going to clinic there are some limitations to overcome: the use of culture media supplemented with animal serum and the limited knowledge related to immune reactions in vivo. The first part of this work is focused on the characterization of hAECs cultured in a serum-free medium, in comparison to a classical culture medium. The study is concerned with the biological, immunomodulatory and differentiation properties of hAECs. The interest towards immunomodulatory characteristics is related to the possibility that using a serum free medium could reduce the risk of grafts rejection after transplantation in vivo. The majority of in vivo studies with cells isolated from fetal membranes were carried out with human-derived cells in xenogeneic transplantation, but little is known about the survival of these cells in allogeneic settings, as for transplantation of murine cells in mouse models. The second part of this study is focused on the characterization of cells derived from murine fetal membranes (mFMSC). Biological characteristics, differentiation potential, in vitro and in vivo immunomodulatory properties of mFMSC has been compared with mouse embryonic fibroblasts. In particular we analyzed the immune response towards mFMSC grafted in the central nervous system (CNS) of immunocompetent mice.
Costa, Roberta <1983>. « Caratteristiche biologiche e potenziale applicativo delle cellule staminali derivate da membrane fetali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5757/.
Texte intégralThe stem cell research opens new perspectives for cell therapy approaches. Much attention has been focused on stem cells isolated from fetal membranes, for the easy recovery of these tissues, the limited ethical implications and the characteristics of resident stem cells. In particular from the amniotic epithelium it is possible to isolate a population of cells (hAECs) with interesting characteristics of stemness, pluripotency and immunomodulation. However, before going to clinic there are some limitations to overcome: the use of culture media supplemented with animal serum and the limited knowledge related to immune reactions in vivo. The first part of this work is focused on the characterization of hAECs cultured in a serum-free medium, in comparison to a classical culture medium. The study is concerned with the biological, immunomodulatory and differentiation properties of hAECs. The interest towards immunomodulatory characteristics is related to the possibility that using a serum free medium could reduce the risk of grafts rejection after transplantation in vivo. The majority of in vivo studies with cells isolated from fetal membranes were carried out with human-derived cells in xenogeneic transplantation, but little is known about the survival of these cells in allogeneic settings, as for transplantation of murine cells in mouse models. The second part of this study is focused on the characterization of cells derived from murine fetal membranes (mFMSC). Biological characteristics, differentiation potential, in vitro and in vivo immunomodulatory properties of mFMSC has been compared with mouse embryonic fibroblasts. In particular we analyzed the immune response towards mFMSC grafted in the central nervous system (CNS) of immunocompetent mice.
BECCIA, Elisa. « Possibile uso delle cellule staminali mesenchimali amniotiche come terapia nella fibrosi cistica ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/100844.
Texte intégralCystic fibrosis (CF) is a lethal, autosomal recessive inherited genetic disease caused by mutation on the Cystic Fibrosis Trasmembrane Conductance Regulator (CFTR) gene encoding a cAMP-dependent channel protein that regulates transmembrane conduction of chloride, which is expressed on the apical membrane of epithelial cells. The basic defect of the airway epithelium in CF patients is due to a double defect in chloride secretion and sodium absorption that lead to an altered flow of fluids through the epithelium of the airways, resulting in an alteration of the airway’s mucociliary clearance, opportunistic bacterial infections, inflammation and severe lung damage. The main cause of morbidity and mortality is chronic inflammation affecting the lung. New drugs have been developed recently to act directly on the CFTR protein, in order to rescue the mutated CFTR processing and function. However, there are still mutations that still failed to be rescued by CFTR modulators. Cell therapy, on the other hand, being agnostic for mutation, has the possibility of being able to cure every patient. Recently have been investigated stem cells as potential therapeutic sources for CF. In addition to the bone marrow, stem cells derived from the amniotic membrane, human amniotic mesenchymal stem cells (hAMSC) are very promising as they express stem cells markers and can differentiate into respiratory epithelial cells when they are co-cultured with immortalized human bronchial epithelial cells (CFBE14o-), homozygous for the F508del allele, the most frequent mutation in CF. The co-cultures also show an increased processing and conductance of the CFTR protein and a partial correction of other basic defects associated with the disease. Since these results are obtained only in co-cultures, it has been assumed that direct contact between hAMSC and CFBE14o- is necessary for the recovery of these defects. One of the objectives of this thesis was to understand the role of intercellular communication, mediated by gap junctions (GJ), in co-cultures that were studied for the expression and functionality of the Cx43 protein, one of the main components of GJ, before and after their silencing, obtained using a siRNA directed against the mRNA of interest. The results highlighted the fundamental role of GJ in the correction of the basic defects associated with CF by hAMSC. It was further investigated which molecular messenger could be transmitted through the GJ and, possibly, mediate the therapeutic effect of hAMSC. MicroRNAs (miRNAs) are also transferred across GJ and their involvement in the expression levels of the CFTR protein has been demonstrated. In particular, miRNA-138 increases the expression of the CFTR protein by interacting with the SIN3A protein. The levels of miRNA-138 were then investigated by droplet digital PCR. Preliminary data show that wild-type CFTR cells have higher levels of miRNA-138 than cells with F508del mutation and that there is an upward trend in co-cultures. A further objective of the study was to investigate whether hAMSC can speed up the regeneration of the airway bronchial epithelium and the closure of the injury that continuously form under the chronic inflammatory stimulus in the lungs of CF patients. The results demonstrate that hAMSC added to a wound induced on a monolayer of CFBE14o-, are able to repair the damage with the same timing required for a simulated wound on a monolayer of wild type CFTR bronchial epithelial cells. Taking to account the data generated in the current study, it indicates the possible therapeutic utility of hAMSC in lung disease associated with CF. However, further studies on their mechanism of action conducted in models with closer resemblance to human CF pathology are required.
Simoni, Silvia/SS. « Estrazione di cellule staminali da cordone ombelicale e loro differenziamento in colangiociti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3422454.
Texte intégralLe malattie colestatiche croniche congenite o acquisite (cirrosi biliare primitiva, colangite sclerosante, atresia pediatrica delle vie biliari) rappresentano nel loro insieme una delle principali indicazioni al trapianto di fegato. Nell’ultimo ventennio, nuove ed innovative strategie terapeutiche basate sull’impiego di cellule staminali adulte, ovvero cellule staminali multipotenti identificate in tessuti diversi dell’organismo in età postnatale, sono state caratterizzate e proposte in chirurgia epatica. Tale ricerca si inserisce in un programma di studio che in campo epatologico mira all’identificazione di popolazioni cellulari staminali adulte (CCO), che, isolate da una fonte di facile accesso ed eticamente approvata quale la gelatina di Wharton., possono rappresentare candidati ideali per la terapia cellulare delle colangiopatie. In tale prospettiva, le popolazioni cellulari CCO sono state stimolate in vitro con fattori induttivi per testare la loro capacità di differenziare in cellule simil colangiociti. All’analisi di citofluorimetria, le popolazioni fibroblastoidi ottenute hanno mostrato positività all’espressione di marcatori di staminalità quali CD105, CD90, CD133 e negatività alla presenza di CD45, cKit, CD44 e HLA-DR. Sebbene l’immunofenotipo si sia mantenuto stabile nel corso delle subcolture, è stato osservato, dopo 15 passaggi, un significativo aumento percentuale di cellule positive per i marcatori CD133, CD44 e cKit. Similmente alle popolazioni cellulari staminali definite “migranti”, le popolazioni CCO presentano mRNA specifici per le metalloproteinasi di matrice quali MMP2 e MMP3 e rispondono agli stimoli differenziativi in senso adipogenico, osteogenico e condrogenico fino alla subcoltura XV, come dimostrato dai tipici accumuli lipidici citoplasmatici e dall’espressione di specifici marcatori quali il perlecano, Runx-2, osteocalcina ed osteopontina. Per valutare il grado di potenzialità differenziativa colangiocitaria sono stati allestiti a) un sistema di coltura bidimensionale per semina su piastre di polistirene non condizionate, b) un sistema di coltura tridimensionale per lo studio della tubulogenesi in vitro mediante incapsulazione delle cellule in una matrice di collagene 1 e Matrigel (MATCO), c) un sistema di coltura su coating di matrice MATCO. Dopo 7 giorni di stimolazione, le cellule coltivate nel sistema bidimensionale hanno dimostrato, all’analisi di immunofluorescenza e di citofluorimetria, l’espressione di marcatori tipici di linea colangiocitaria quali CK19 e GGT-1. La matrice MATCO si è dimostrata adatta a sostenere il differenziamento delle cellule CCO in senso simil-colangiocitario solo nella forma di substrato. Infatti, all’analisi d’espressione mediante RT-PCR le cellule incapsulate in MATCO hanno dimostrato dopo trattamento induttivo la sola espressione di RNA messaggero per il marcatore GGT-1 e, all’analisi di morfogenesi, non hanno evidenziato alcuna organizzazione simil tubulare. Le cellule CCO differenziate su coating MATCO hanno acquisito caratteristiche simili a quelle dei colangiociti come dimostrato dall’espressione di mRNA per i marcatori GGT-1, CK19, MMP1, MMP2 e acquaporina 1. Non è stata osservata l’espressione di marcatori quali ALB, INTb4 e fattore HNF1B. Dal presente studio è quindi emerso che, mediante una procedura standardizzata, è possibile isolare da gelatina di Wharton una popolazione cellulare staminale multipotente, dotata di caratteristiche immunofenotipiche stabili, potenziale di crescita a lungo termine in vitro e capace di rispondere allo stimolo differenziativo colangiocitario su piastre di polistirene condizionate o meno con una matrice di collagene 1 e matrigel. L’impianto in vivo in un modello animale di danno biliare consentirà la valutazione del reale potenziale differenziativo delle popolazioni CCO.
Bossolasco, P. M. « Studio e utilizzo di cellule staminali da midollo osseo nelle malattie neurodegenerative ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/54066.
Texte intégralScavone, A. « STUDIO DEL DIFFERENZIAMENTO CARDIACO DI CELLULE STAMINALI ISOLATE DA TESSUTI POST-NATALI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150223.
Texte intégralCALDARA, CRISTINA. « Effetto di diverse sostanze sul differenziamento mesengenico di cellule staminali mesenchimali umane ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/49729.
Texte intégralMancini, Stefania. « Ruolo degli adipociti nell’emopoiesi umana ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242863.
Texte intégralAdipocytes are a cell population largely located in the human bone marrow cavity. In this specific microenvironment where adipocytes can interact with a variety of different cells, the role of fat is mainly unknown. To our knowledge, this report is the first to characterize mature adipocytes isolated from human bone marrow (BM-A) molecularly and functionally to better understand their roles into the hematopoietic microenvironment. Healthy BM-A were isolated after collagenase digestion and filtration. We studied the morphology of BMA, their gene expression and immunophenotypic profile and their functional ability in the hematopoietic microenvironment, comparing them with adipocytes derived from adipose tissue (AT-A). BM-A showed a unilocular lipid morphology similar to AT-A and did not lose their morphology in culture; they showed a comparable pattern of stem cell-surface antigens to AT-A. In line with these observations, molecular data showed that BM-A expressed some embryonic stem cells genes, such as Oct4, KLf4, c-myc, Gata4, Tbx1, and Sox17, whereas they did not express the stem cell markers Sox2 and Nanog. Moreover, BM-A had long telomeres that were similar to bone marrow mesenchymal stem cells. Notably, BM-A supported the survival and differentiation of hematopoietic stem cells in long-term cultures. These results showed that BM-A are stromal cells with a gene expression pattern that distinguished them from AT-A. BM-A showed stem cell properties through their hematopoietic supporting function, which was certainly linked to their role in the maintenance of the bone marrow microenvironment. Depending on specific demands, BM-A may acquire different functions based on their local environment.
Castellini, Claudia <1973>. « Protocollo per l'impiego di cellule staminali mesenchimali (MSC) nella profilassi e terapia della GvHD acuta insorta in bambini affetti da tumore solido sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3330/1/Castellini_Claudia_Tesi.pdf.
Texte intégralCastellini, Claudia <1973>. « Protocollo per l'impiego di cellule staminali mesenchimali (MSC) nella profilassi e terapia della GvHD acuta insorta in bambini affetti da tumore solido sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3330/.
Texte intégralLanzoni, Giacomo <1982>. « Cellule staminali mesenchimali umane da molteplici tessuti adulti : caratteristiche condivise e tessuto-specificità ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2768/2/Lanzoni_Giacomo_Tesi.pdf.
Texte intégralLanzoni, Giacomo <1982>. « Cellule staminali mesenchimali umane da molteplici tessuti adulti : caratteristiche condivise e tessuto-specificità ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2768/.
Texte intégralTigano, Vincenzo Mario Marco. « I profili di rilevanza penale della ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali umane ». Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/369.
Texte intégralDoctoral thesis considers aspects of connection between advances in stem cell research and principles of criminal law. In the first chapter, after an analysis of the crime of experiment with human embryos, the author deals with necessary balance between protection of scientific research and safeguard of supernumeraries embryosà à à ¢ life. In the second chapter, the author examines the concept of à à à ¢ human dignityà à à ¢ , showing thoughts of philosophers and criminal lawà à à ¢ s experts. Configuration of à à à ¢ human dignityà à à ¢ as a collective right can allow a strong repression of human speciesà à à ¢ exploitation, made by embryosà à à ¢ cloning. The author examines disproportion of penalities provided, too. In the third chapter, the author examines possibilities of a criminal harmonisation in the EU about embryo research
SANNA, ALICE. « Markers immunoistochimici delle cellule staminali/progenitrici nel rene umano in via di sviluppo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266804.
Texte intégralAve, Elisa. « Le cellule mesenchimali staminali nella patogenesi della leucemia linfatica cronica di tipo B ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427362.
Texte intégralLa leucemia linfatica cronica di tipo B (LLC-B) è la forma più comune di leucemia nell’adulto ed è caratterizzata dall'accumulo clonale di piccoli linfociti B CD5+ nel sangue periferico, nel midollo osseo e negli organi linfatici, dovuto sia ad un aumento della proliferazione che ad un difetto dei meccanismi di morte cellulare programmata. La resistenza all’apoptosi in questi linfociti favorisce la progressione della malattia attraverso un’aumentata sopravvivenza del clone neoplastico e l’induzione della resistenza ai farmaci citostatici. Tali alterazioni sono imputabili sia a fattori intrinseci che a fattori estrinseci derivanti dal microambiente. Poiché l’aumentata sopravvivenza ed il progressivo accumulo del clone linfocitario risultano selettivamente favoriti dall'interazione con cellule accessorie non tumorali presenti nel microambiente in cui esso risiede, in questa tesi abbiamo focalizzato l’attenzione sulle cellule mesenchimali staminali (MSC), allo scopo di valutare il loro ruolo nella sopravvivenza e nella compartimentalizzazione del clone B leucemico. Le MSC costituiscono una frazione esigua (inferiore allo 0,01%) della popolazione di cellule midollari, sono cellule staminali multipotenti in grado di differenziare in diversi tessuti di origine mesenchimale; sono inoltre dotate di proprietà immunomodulatorie verso linfociti B, T, Natural Killer e cellule dendritiche. In questa tesi le MSC sono state isolate dal sangue midollare di 47 pazienti affetti da LLC-B e sono state caratterizzate fenotipicamente e funzionalmente mediante analisi citofluorimetrica (positività per CD73, CD90 e CD105, negatività per CD31, CD34 e CD45) e colture differenziative (adipociti ed osteociti) confrontandole con MSC di donatori sani. Successivamente si sono allestite co-colture di linfociti B di pazienti affetti da LLC e MSC allo scopo di valutare l’effetto delle MSC sul clone neoplastico di LLC. Le MSC ottenute dai pazienti non hanno presentato alterazioni dal punto di vista fenotipico né funzionale rispetto alle MSC di donatori sani, tuttavia esse hanno sviluppato interazioni capaci di favorire la sopravvivenza del clone leucemico. Gli esperimenti di co-coltura hanno dimostrato infatti che le MSC esercitano un effetto anti-apoptotico sui linfociti B neoplastici, documentato da un aumento significativo della sopravvivenza delle cellule B di LLC dopo 7 giorni di coltura, effetto verificatosi anche con MSC di donatori sani e invece molto meno marcato nei linfociti B normali. Tale attività anti-apoptotica si è osservata, seppur di minore intensità, anche nei linfociti B di pazienti sottoposti a trattamento chemioterapico in vivo con Fludabarina e Ciclofosfamide, suggerendo che le MSC possano essere implicate anche nei meccanismi di chemio resistenza del clone di LLC. Infine l’analisi della migrazione cellulare dei linfociti B patologici in presenza di terreno condizionato derivante dalle colture di MSC ha dimostrato la capacità delle MSC di produrre stimoli chemiotattici in grado di richiamare in sede midollare il clone maligno, ma non i linfociti B normali. I dati riportati suggeriscono che le MSC nei pazienti affetti da LLC-B, sebbene non mostrino alterazioni dal punto di vista fenotipico e funzionale, svolgono un ruolo attivo nel favorire la sopravvivenza e la compartimentalizzazione delle cellule B neoplastiche a livello midollare.
Boldrin, Elisa. « Trapianto di cellule staminali in un modello animale di danno osseo da glucocorticoidi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422860.
Texte intégralL’osso è un tessuto connettivo specializzato costituito da cellule e matrice extracellulare mineralizzata. Le cellule principali sono gli osteoblasti, gli osteociti e gli osteoclasti. Gli osteoblasti depongono la matrice ossea, mentre gli osteoclasti sono i responsabili del suo riassorbimento. La fisiologia dell’osso è quindi il risultato di un delicato equilibrio tra deposizione di matrice ossea e suo riassorbimento. Quando l’azione catabolica degli osteoclasti è maggiore rispetto a quella anabolica degli osteoblasti si produce una progressiva fragilità ossea che porta ad un quadro clinico osteoporotico. L’osteoporosi primaria colpisce soprattutto la popolazione femminile dopo la menopausa. Molte patologie come il diabete mellito, l’iperparatiroidismo ed il trattamento a lungo termine con glucocorticoidi causano l’osteoporosi secondaria. L’osteoporosi indotta da glucocorticoidi è la più comune causa di osteoporosi secondaria. Il trattamento con glucocorticoidi è un noto procedimento di induzione dell’osteoporosi in modelli animali e può dunque rappresentare un primo esempio di modello “traslazionale” potenzialmente applicabile in clinica per indurre un ripopolamento dell’osso con cellule staminali mesenchimali o precursori osteogenici. Lo scopo di questo lavoro è stato pertanto valutare nel modello animale se sia possibile ripopolare l’osso danneggiato con preosteoblasti. I crani di topi neonati transgenici (GFP) sono stati prelevati e messi in coltura per ottenere preosteoblasti. Nelle colture in vitro è stata valutata l’espressione del gene Runx2 con la tecnica di Real time PCR, mentre la capacità osteogenica è stata analizzata con colorazioni citochimiche per la fosfatasi alcalina e per la deposizione di matrice ossea mineralizzata (Alizarin Red e Von Kossa). Per la realizzazione del modello in vivo topi C57BL/6 maschi di 3 mesi sono stati divisi in 3 gruppi [gruppo I (n=4): topi non trattati con farmaco e non infusi con cellule; gruppo II (n=4): topi trattati con farmaco non infusi con cellule; gruppo III (n=4): topi trattati con farmaco ed infusi con cellule]. Il farmaco (metilprednisolone) è stato somministrato per un mese alla dose di 75 mg/Kg/settimana. Negli animali appartenenti al gruppo III sono state infuse, attraverso iniezione nella vena della coda, 5 x 105 preosteoblasti GFP precedentemente espansi in vitro. I topi sono stati sacrificati, le tibie ed i femori sono stati prelevati e processati per l’analisi istomorfometrica e della microarchitettura ossea e per l’ immunoistochimica. In questi tessuti, l’espressione genica di Runx2, osteonectina (SPARC) e fosfatasi alcalina (ALP) è stata valutata tramite Real time PCR. In vitro i preosteoblasti producono fosfatasi alcalina durate i primi giorni di coltura in medium non differenziante, mentre il livello decresce in condizioni differenzianti, cioè in medium contenente acido ascorbico e β-glicerofosfato. I preosteoblasti mantenuti in medium di differenziamento per 30 giorni sono positivi alle colorazioni Alizarin Red e Von Kossa, quindi sono in grado di produrre matrice ossea mineralizzata, caratteristica degli osteoblasti funzionali e maturi. L’espressione del gene Runx2 aumenta durante il differenziamento, si ha un aumento del 50% nelle cellule differenziate per 30 giorni rispetto alle cellule non differenziate (p<0.05). L’inoculazione dei preosteoblasti nei topi del gruppo III ha evidenziato un aumento dei parametri statici di neoformazione ossea relativi all’osteoide (O.Th, OS/BS, OV/BV) ed un aumento del numero di osteoblasti attivi, cioè in corso di deposizione di osteoide, rispetto al gruppo II. Tra questi due gruppi non si sono osservate, invece, variazioni significative in termini di volume osseo (BV/TV), spessore trabecolare (Tb.Th) numero delle trabecole (Tb.N) e separazione fra esse (Tb.Sp). Non sono state rilevate, inoltre, differenze dei parametri di microarchitettura (Nd.N/TV, Nd/Tm). Risultati simili sono emersi dalla valutazione dei parametri indiretti di microarchitettura (Marrow Star Volume e Fractal Dimension). L’espressione genica ha dimostrato che nel gruppo II si ha una riduzione dell’espressione dei geni osteogenici rispetto al gruppo I (ALP: -50%, p<0.01; Runx2: -56.75%, p<0.01; SPARC: -44.5%, p<0.05). Nel gruppo III si è avuto un recupero dell’espressione dei geni osteogenici (ALP: +40%, p<0.05; Runx2: +66.28%, p<0.001; SPARC: +55%, p<0.01) rispetto al gruppo II. I campioni di tessuto per l’ immunoistochimica devono essere processati. Nel nostro modello sperimentale di osteoporosi indotta da glucocorticoidi nel topo, abbiamo sacrificato gli animali solo una settimana dopo l’infusione delle cellule; questi dati preliminari dimostrano che il nostro modello induce l’engraftment dei preosteoblasti nell’osso danneggiato. Tuttavia è richiesto un tempo di osservazione più lungo, di almeno 1-2 mesi per valutare se le cellule trapiantate siano in grado, non solo di integrarsi nel tessuto dell’ospite, ma anche di proliferare in vivo e di differenziare in osteoblasti maturi e funzionali.
Capilupo, D. « UTILIZZO DI CELLULE STAMINALI EMBRIONALI MURINE PER LA CREAZIONE DI UN PACEMAKER BIOLOGICO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/150108.
Texte intégralBOMBELLI, SILVIA. « Isolamento e caratterizzazione di cellule staminali adulte da rene normale e carcinoma renale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7970.
Texte intégral