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Marcella, Ravenna, Brambilla Marco et Roncarati Alessandra. « Percezione sociale di gruppi nazionali : credenze ed emozioni verso gli israeliani ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (janvier 2012) : 395–411. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003005.

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Résumé :
Questo studio investiga aspetti della percezione sociale di categorie di Israeliani caratterizzate da differenti ruoli sociali assunti in contesti intergruppi. 213 studenti universitari hanno descritto liberamente stimoli fotografici differenziati e specificato l'intensitŕ con cui hanno sperimentato reazioni emozionali ed empatiche. I principali risultati mostrano, in linea con le previsioni, che i partecipanti non hanno rappresentazioni univoche del gruppo degli Israeliani ma notevolmente diversificate in funzione delle informazioni contestuali proposte. Cosě se Israeliani seduti ad un caffč di Gerusalemme evoca una rappresentazione complessivamente positiva e priva di contenuti stereotipici negativi, Israeliani in azione di guerra in Libano evoca invece contenuti ed emozioni univocamente negativi. Diversamente, Israeliani che soccorrono connazionali feriti evoca emozioni riconducibili sia ad ammirazione che a disprezzo. Infine, sia la categoria Israeliani che Israeliani impegnati nello sgombero di connazionali a Gaza evocano rappresentazioni ambivalenti. La presenza diversificata di contenuti stereotipici in rapporto alle categorie considerate č discussa specie in rapporto a specifiche implicazioni applicative.
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Forni, Elisabetta. « La reclusione dell'infanzia. Com'č difficile crescere in cittÀ ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 40 (avril 2011) : 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-001004.

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Résumé :
Nel nostro mondo occidentale e urbanizzato i bambini subiscono forme di segregazione e controllo, al pari di altre categorie sociali altrettanto ‘scomode', perché ostacolano il cosiddetto ‘ordine morale del profitto e del consumo'. La casa, la scuola, i luoghi strutturati e sorvegliati delle attivitÀ del tempo libero, vengono presentati come il rifugio contro i pericoli della strada che č perciň interdetta ai bambini con ogni mezzo, compreso il coprifuoco. Ma la libera fruizione di uno spazio pubblico fatto di strade, piazze, slarghi, aree vuote e marginali, č invece fondamentale per lo sviluppo delle capacitÀ sociali dei bambini. Uno dei tre principi della Carta ONU dei Diritti dell'infanzia, quello alla partecipazione e all'autonomia, č violato.
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Garro Adriana Ragusa, Maria, et Cinzia Novara. « La progettazione di interventi per il benessere individuale e di comunità ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (mai 2022) : 43–59. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-001003.

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I progetti di intervento in ambito sociale e psicologico prevedono azioni volte a creare una rete non solo tra istituzioni e supporto informale, ma anche un'opportunità di cambiamento per i beneficiari. In tal senso, nel 2020, 6 giovani dei Servizi della Giustizia Minorile di Palermo hanno par-tecipato ad un progetto ottenendo un'opportunità di cambiamento attraverso la promozione del benessere, sia come individui sia come membri di una comunità. In generale, tali interventi consistono nel sostenere le categorie sociali e gli individui più vulnerabili. L'adozione dello sport acquatico è una metodologia valida, poiché si basa sulla condivisione di norme oltre che sulla responsabilità individuale e sul rispetto reciproco.
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Perulli, Adalberto. « Per una disciplina del lavoro "in tutte le sue forme e applicazioni" ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 70–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164004.

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Résumé :
L'articolo intende indagare criticamente l'attuale assetto del Diritto del lavoro ancora focalizzato, da un punto di vista assiologico e regolativo, sulla predominanza della fattispecie del lavoro subordinato, laddove sarebbe il tempo di riconsiderare come tutto il lavoro rientri nel processo di produzione capitalistico. Superando la frattura esistente tra norma giuridica e realtà sociale, un'idea unitaria e al contempo pluralistica di lavoro può consentire una nuova politica del diritto e una diversa architettura regolativa, finalizzate alla costruzione di tutele sociali legate al lavoro personale a favore di altri, indipendentemente dal tipo negoziali e dalle forme con-trattuali impiegate, e a prescindere dalle categorie giuridiche della autonomia o subordinazione.
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Fidolini, Vulca. « Pensare l'individuo nel Sud Da attore empirico a soggetto morale ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 45 (février 2013) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045009.

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Résumé :
Il campo di studio della modernitÀ si caratterizza come luogo di evidenza e affermazione storica della questione dell'individuo. Le scienze sociali ne hanno interpretato gli sviluppi in relazione esclusiva alle grandi categorie analitiche del pensiero euro-occidentale, consolidandone la discussione in un contesto culturale ‘bloccato'. Un'analisi sociologica sulla costruzione della giovinezza nella riva sud mediterranea, e in particolare sui giovani adulti dei centri urbani del Marocco, offre l'occasione per ripensare il paradigma interpretativo della modernitÀ e il significato di individuo individualizzato alla luce di nuove traiettorie di mutamento sociale. Una prospettiva di studio che si colloca nell'attualitÀ del dibattito sociologico volto a riconoscere l'esistenza di differenti forme di costruzione moderna del soggetto nel panorama culturale del Sud globale.
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Bebbington, Paul. « Epidemiology and social psychiatry : a personal view ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 2 (août 1994) : 99–105. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003547.

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RiassuntoObiettivo - Esporre le considerazioni dell'autore sul ruolo dell'epidemiologia e illustrare tale ruolo in riferimento ai disturbi affettivi. Metodo - Rassegna di una ricerca condotta in due aree; influenza del sesso e dell'età sul tasso dei disturbi affettivi. Risultati - L'utilizzo di categorie sociodemografiche per definire i gruppi ad alto rischio suggerisce che i disturbi affettivi possono essere strettamente correlati alia soddisfazione di ruolo e che l'età può avere un effetto patoplastico sulla forma del disturbo che sovrasta tutti gli altri aspetti, ad eccezione delle influenze sociali piu forti. Conclusioni. - L'epidemiologia è uno strumento essenziale per lo psichiatra sociale, ma il suo aspetto più incisivo è quello di chiarire la natura delle domande da fare e di suggerire nuove linee di ricerca.
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Cingolani, Pietro. « Transnazionalismi in tempo di pandemia : il caso dei romeni in Europa ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2021) : 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-001006.

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La mobilità e l'immobilità dei migranti intraeuropei durante la pandemia può esse-re letta attraverso le analitiche dei "regimi di mobilità" e del "transnazionalismo selettivo", utilizzando la crisi sociale e politica generata dal COVID-19 come ban-co di prova per tali categorie. L'autore, approfondendo il caso dei migranti romeni in Europa, e in particolare in Italia, dimostra come le traiettorie di mobilità si siano modificate o riconfigurate, tenendo in considerazione i rapporti di potere, le rap-presentazioni consolidate e le disuguaglianze sociali, tanto nelle società di arrivo quanto in quelle di partenza. L'analisi dettagliata delle traiettorie migratorie all'interno di un gruppo familiare permette di gettare luce sulla grande diversità de-gli effetti della crisi, specialmente con riferimento a uno di quelli più evidenti, cioè il distanziamento sociale, in tutte le sue forme.
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Mazzone, Stefania. « Spinoza, Hume e la politica come immanenza ». Revista DIAPHONÍA 5, no 2 (5 septembre 2019) : 24–42. http://dx.doi.org/10.48075/rd.v5i2.23182.

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L’articolo intende ricostruire le categorie filosofiche e politiche che da Spinoza a Hume si sostanziano in una letteratura di “altra modernità”. I due pensatori in sede politica, infatti, ipotizzano una tipologia di democrazia costituente irriducibile all’unità della sovranità, dove il conflitto piuttosto sembra essere la chiave di nuovi e più avanzati equilibri. Dal conatus moltitudinario di Spinoza, all’idea costruttiva e aperta delle istituzioni sociali in Hume, si costruisce la possibilità di sviluppo di una più potente idea di repubblicanesimo. Così il piano d’immanenza inaugurato dall’opera dei due autori segna fortemente gli esiti propulsivi della modernità.
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Lasalvia, Antonio, Benedetta Stefani et Mirella Ruggeri. « Needs for care in psychiatric patients : a systematic review II. Needs for care on individual level ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no 4 (décembre 2000) : 282–307. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008411.

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RIASSUNTOScopo - Il presente articolo costituisce la seconda parte di un più ampio lavoro di revisione degli studi sui bisogni di cura in ambito psichiatrico. Nella prima parte sono stati analizzati i risultati degli studi sui bisogni di servizi nella popolazione generate. In questa seconda parte viene passata in rassegna la letteratura sui bisogni individuali e discusso il ruolo giocato dalla valutazione di tali bisogni nella pianificazione dell'assistenza psichiatrica. Metodo - Mediante ricerca computerizzata (effettuata con i database MEDLINE e PsycLit) integrata da una ricerca manuale (realizzata consultando gli indici analitici delle principali riviste psichiatriche internazionali) sono stati selezionati i lavori pubblicati sull'argomento da Gennaio 1980 a Giugno 1999. La revisione della letteratura è stata realizzata suddividendo gli studi condotti nella popolazione generale e quelli condotti su gruppi di pazienti psichiatrici. Questi ultimi studi, a loro volta, sono stati ulteriormente suddivisi in base alla categoria diagnostica (pazienti con disturbi psicotici e pazienti con disturbi non psicotici) e al setting (servizi territoriali e strutture di ricovero). Sono stati, inoltre, considerati gli studi condotti su particolari categorie di pazienti (senzatetto, bambini ed adolescenti, anziani e soggetti con comportamento violento). Risultati - I pazienti con disturbi di tipo psicotico presentano una vasta gamma di bisogni sia di tipo clinico che sociale. In quelli seguiti a livello territoriale, i bisogni clinici e sociali tendono ad equivalersi, mentre in quelli ricoverati (ad eccezione dei pazienti acuti) prevalgono i bisogni sociali. Sia a livello territoriale che di strutture di ricovero i bisogni di tipo sociale sono quelli in genere più di frequente insoddisfatti; le terapie psicofarmacologiche sono fornite con maggior frequenza rispetto agli interventi psicoterapeutici e riabilitativi. I pazienti non psicotici presentano un numero minore di bisogni rispetto ai pazienti psicotici; tali bisogni sono di tipo sia clinico che sociale, con una prevalenza dei primi, anche se i bisogni più frequentemente insoddisfatti sono quelli sociali. Conclusioni - Tali studi forniscono preziose informazioni sulle principali esigenze dei soggetti affetti da disturbi psichici attraverso una prospettiva nuova e spesso inesplorata. Nella pratica clinica l'identificazione dei bisogni di cura può costituire un ausilio indispensabile al fine di impostare strategie terapeutiche specifiche, individualizzate ed efficaci.
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Pereira Tercero, Roberto, et Lorena Bertino Menna. « Una comprensione ecologica della violenza filio-parentale ». PSICOBIETTIVO, no 2 (janvier 2011) : 129–54. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002011.

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L'autore prende in considerazione in questo articolo il fenomeno della violenza filio-parentale e analizza i fattori che ne influenzano l'emergenza e il mantenimento. Sottolinea l'importanza di tre categorie di fattori: a) sociali, con particolare riferimento ai prevalenti stili educativi; b) individuali, in rapporto alle caratteristiche di personalitŕ e alla eventuale psicopatologia; c) familiari, che rappresentano l'interesse principale dell'articolo. Nell'ambito di questi ultimi, l'autore considera sia dinamiche familiari caratterizzate da comportamenti violenti (accesa conflittualitŕ coniugale, p. es.); sia la presenza di legami molto stretti e fusionali rispetto a cui la condotta violenta appare come un modo primitivo da parte del figlio di prendere distanza.
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dalla Chiesa, Nando, et Federica Cabras. « Potere di firma. Etica delle professioni e organizzazioni mafiose ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 157 (août 2020) : 7–32. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157001.

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Questo articolo mira ad analizzare la coerenza etica di alcune categorie professionali nella loro relazione con uno speciale interlocutore, le organizzazioni mafiose, al fine di identificare le loro distorsioni deontologiche. Pertanto, lo scopo principale di questa ricerca è sottolineare la connessione cruciale tra l'etica del lavoro e la qualità dei sistemi sociali nel contesto italiano. Partendo dal presupposto che i professionisti siano dotati di un potere speciale di firma, gli autori analizzano sette casi studio emblematici. Dalla loro analisi, propongono una tipologia basata su sei variabili: fase storica, area geografica, organizzazione criminale beneficiaria, professionista coinvolto, natura dei loro comportamenti illeciti e tipologia dei loro effetti.
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Nuvoli, Giuliana. « Il diritto alla felicità : scrittrici “socialiste” fra Ottocento e Novecento ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (25 mars 2020) : 226–55. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910100.

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Il diritto alla felicità compare sia nella Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) che nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789): fra Ottocento e primi del Novecento; le scrittrici di area o ideologia socialista lo assumono come filo conduttore delle loro opere e – più latamente – della loro attività. A differenza dei protagonisti delle lotte sociali di quel periodo, le scrittrici tendono al raggiungimento di un’armonia complessiva fra tutte le componenti della società, consapevoli che la felicità può essere raggiunta solo in assenza di conflitto. Nel presente saggio è stata operata una scelta esemplare che fa riferimento a categorie diverse di scrittrici; sono presenti Cristina Trivulzio Belgiojoso, Anna Maria Mozzoni, Anna Maria Torriani (Marchesa Colombi), Beatrice Speraz (Bruno Sperani), Alessandrina Ravizza, Ada Negri, Rina Faccio (Sibilla Aleramo).
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Giallongo, Angela. « Cristine de Pizan e le emozioni per la Cità des Dames ». El Futuro del Pasado 2 (1 juin 2011) : 453–69. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24659.

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L’interesse storico per le emozioni spinge ad interrogarsi sul loro ruolo nelle utopie femminili alla fine del medioevo. Una fonte centrale su questo tema è l’opera illustrata la Cité des Dames (1405) di C. de Pizan (1365-1430). Gli studi di B.H. Rosenwein, W. Reddie e K.Oatley forniscono categorie interpretative psico-sociali (comunità emotive e regime emotivo) utili per connettere l’idea di utopia, valori emotivi e rapporti interpersonali fra i sessi. La problematicizzazione, suggerita da Rosenwein, della comunità immaginata come comunità emotiva aiuta a identificare i modi di sentire rifiutati e quelli privilegiati per l’espressione del senso di sé e per la costruzione della città ideale, offerta alle donne di tutte le classi sociali.In conclusione, l’analisi qualitativa dell’opera della de Pizan focalizza l’uso formativo delle immagini mitiche, l’esperienza dell’autrice, contestualizzata nel periodo, e i significati culturali attribuiti alle “emozioni”.
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M. Daher, Liana, et Davide Nicolosi. « Mediazioni di cittadinanza : l'attivismo prosociale a favore dei migranti ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001007.

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Le recenti iniziative di rivendicazione politica dei migranti evidenziano episodi di cittadinanza dal basso, all'interno dei quali è possibile osservare la presenza di movimenti collettivi o reti associative, quali, per esempio, Project20k e No Borders; ciò sembra rilevare una sovrapposizione tra aspetti volontaristici e aspetti relativi specificamente all'attivismo politico, prefigurando casi di cittadinanza mediata (Ambrosini, 2020a; Bartolotta, 2015). È possibile studiare questi casi attraverso il modello di attivismo prosociale, inteso come quella pluralità di forme attraverso le quali i cittadini si uniscono al fine di sostenere categorie sociali vulnerabili (Moro, 2010). Il presente lavoro mira ad analizzare tali processi di azione collettiva attraverso studi di caso di alcune reti di attivismo in difesa dei diritti dei migranti presenti in Sicilia, all'interno delle quali sono state condotte delle brevi campagne di interviste non strutturate rivolte ai membri del direttivo.
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BARBOZA, Vanessa Maria Gomes, et Ana Paula Abrahamian de SOUZA. « Mulheres Negras Evangélicas e o Processo de Autoformação ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 131. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244898.

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RESUMOO presente artigo é parte das análises da pesquisa autobiográfica em educação, movimentos sociais e práticas coletivas, sobre o processo de autoformação das mulheres negras evangélicas ativistas sociais no Brasil. O lócus da investigação é o movimento progressista evangélico, especificamente da recém-criada Rede de Mulheres Negras Evangélicas (2018) das quais fazem parte a pesquisadora as interlocutoras da pesquisa. Por meio do método autobiográfico e das epistemologias feministas construiu-se o caminho metodológico de aproximação e sistematização da realidade, e da analise interpretativa as reflexões das categorias: Experiência, Diálogo e Prática Política sobre as quais se buscou conhecer a importância do movimento social no processo de autoformação das sujeitas da pesquisa. Os resultados indicam uma autoformação comprometida com a mudança social, com a luta antirracista e antissexista, e com a construção de identidades dissidentes em meio ao conservadorismo e fundamentalismo religioso fortemente presente na sociedade brasileira.Autoformação. Negras Evangélicas. Movimento Social. Evangelical Black Women and the Self-Training Process ABSTRACT This article is part of the analysis of autobiographical research on education, social movements and collective practices, about the self-formation process of black evangelical social activists in Brazil. The locus of the investigation is the progressive evangelical movement, specifically the newly created Evangelical Black Women Network (2018) of which the researcher is the interlocutor of the research. Through the autobiographical method and feminist epistemologies, the methodological way of approaching and systematizing reality was constructed, and the interpretative analysis the reflections of the categories: Experience, Dialogue and Political Practice, which sought to know the importance of social movement in the process. self-training of the research subjects. The results indicate a self-formation committed to social change, anti-racist and antisexist struggle, and the construction of dissident identities amidst conservatism and religious fundamentalism strongly present in Brazilian society.Self-training. Black Evangelicals. Social Movement. Mujeres evangélicas negras y el proceso de Auto-FormaciónRESUMENEste artículo es parte del análisis de la investigación autobiográfica en educación, movimientos sociales y prácticas colectivas, sobre el proceso de auto formación de mujeres negras evangélicas activistas sociales en Brasil. El centro de la investigación es el movimiento progresista evangélico, específicamente la Red de Mujeres Negras Evangélicas (2018) recientemente creada, de la cual la investigadora y los interlocutores de investigación forman parte. A través del método autobiográfico y las epistemologías feministas, se construyó el camino metodológico de aproximación y sistematización de la realidad, y se construyeron las interpretaciones de las reflexiones de las categorías: Experiencia, Diálogo y Práctica Política sobre las cuales buscamos conocer la importancia del movimiento social en el proceso de auto-formación de las sujetas de investigación. Los resultados indican una auto-formación comprometida con el cambio social, con la lucha antirracista y antisexualista, y con la construcción de identidades disidentes en medio del conservadurismo y fundamentalismo religioso fuertemente presente en la sociedad brasileña.Autoformación. Negras evangélicas. Movimiento social. Donne evangeliche nere e processo di auto-formazione SINTESEQuesto articolo fa parte dell'analisi della ricerca autobiografica in educazione, movimenti sociali e pratiche collettive, sul processo di auto-formazione delle attiviste sociali delle donne di colore evangeliche in Brasile. Il focus della ricerca è il movimento evangelico progressivo, in particolare la nuova Evangelical Black Women Network (2018), di cui fanno parte il ricercatore e i partner di ricerca. Attraverso il metodo autobiografico e le epistemologie femministe, è stato costruito il percorso metodologico di approssimazione e sistematizzazione della realtà e sono state costruite le interpretazioni delle riflessioni delle categorie: esperienza, dialogo e pratica politica su cui cerchiamo di conoscere l'importanza del movimento sociale nel processo di auto-formazione delle materie di ricerca. I risultati indicano un'auto-formazione impegnata nel cambiamento sociale, con la lotta antirazzista e antisessualista e con la costruzione di identità dissidenti tra conservatorismo e fondamentalismo religioso fortemente presenti nella società brasiliana.Auto-allenamento. Neri evangelici. Movimento sociale.
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Cangiano, Ciro, et Rosalba Sarnataro. « Il lavoro che vorrei. Uno studio sulla capacità di aspirare dei giovani studenti napoletani ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 157 (août 2020) : 209–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-157011.

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Dopo una lunga stagione in cui le categorie di rischio e di incertezza hanno dominato il panorama delle scienze sociali, negli ultimi anni il tema del futuro si è imposto nel dibattito sociologico. A testimonianza di ciò le aspirazioni, proficuo strumento di operativizzazione dell'avvenire, si sono configurate come un'imprescindibile dimensione da esplorare quando si rivolge lo sguardo in direzione dei giovani. Basandosi sull'analisi di 30 storie di vita di studenti universitari raccolte a Napoli, il contributo utilizza le aspirazioni lavorative per interrogarsi sulla relazione tra disuguaglianza e futuro. Ciò che viene messo in luce è come, nonostante la generalizzata difficoltà di guardare al "domani", a fare la differenza nel modo in cui le nuove generazioni sviluppano la propria capacità di aspirare sia la dotazione di capitale culturale, non tanto nella sua forma istituzionalizzata quanto nella sua più complessa e ampia accezione di capitale di esperienza, situato nella soggettività delle singole biografie.
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Cacciatore, Giuseppe. « Etica e storia in Troeltsch ». Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2, no 1 (18 janvier 2019) : 227–37. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v2i1.21556.

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È alla luce della rielaborazione filosofica delle categorie di individualità e alterità che si misura la progressiva presa di distanza dell’etica storicistica (da Schleiermacher a Humboldt, da Dilthey a Troeltsch) da quella formalistica kantiana e che si può cogliere il progetto di fondazione di un’etica materiale che, pur non rinunciando ad elementi di normatività e all’universalità dei principi, individua il suo prevalente oggetto nella natura dei bisogni umani e fissa il suo spazio di azione nella comunanza delle relazioni intersoggettive, cioè in quella fondante dimensione che ha al suo centro l’individualità colta pur sempre di nuovo nella sua storicità determinata e nella sua operatività etica. Ciò che viene al centro non sono più le strutture anonime e le leggi intemporali a porsi come base e come giustificazione nella produzione di valori o nella genesi di sempre nuove formazioni individuali e sociali, ma è, appunto, l’individualità (CACCIATORE, 2002), sia nella sua dimensione conoscitiva sia in quella etica, cioè il vero punto di incontro tra storia e vita.
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van der Ploeg, Jan Douwe. « Terra e lavoro : due questioni apparentemente dimenticate, di nuovo nell'agenda europea ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 128 (décembre 2012) : 46–60. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128004.

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Questo articolo discute l'agricoltura contadina come la principale istituzione-lavoro in Europa. Si afferma che sia il lavoro sia la terra sono socialmente difniti. Essi sono materialmente costituiti sulla base di tali definizioni e, laddove le definizioni sociali mutano, il significato, l'uso e e la posizione della terra e del lavoro nel processo della produzione agricola vengono ricostituiti. L'articolo utilizza un una periodizzazione che abbraccia un primo periodo (dal 1850 al 1950) in cui l'agricoltura si sviluppa fortemente, sebbene a ritmi ineguali, in molte parti d'Europa. Un secondo periodo (circa tra il 1950 e il 1990) si fonda sulla modernizzazione dell'agricoltura: un tentativo di indurre un nuovo modello di agricoltura imprenditoriale in cui terra e lavoro divengono sempre piů categorie vuote. Nel terzo periodo (dagli anni '90 in poi) si osservano nuovi ed eterogenei processi di ri-contadinizzazione che implicano una "riscoperta" di terra e lavoro come componenti centrali di forme dell'agricoltura capaci di resistere al riordino neoliberale dei mercati dell'agricoltura e del cibo.
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Sarti, Simone, et Alberto Vitalini. « La salute degli italiani prima e dopo la crisi economica (2005-2013) : alcune evidenze empiriche sulle categorie sociali a maggior rischio di impatto ». Quaderni di Sociologia, no 72 (31 décembre 2016) : 31–55. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1569.

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Comite, Ubaldo. « Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana ». E-Theologos. Theological revue of Greek Catholic Theological Faculty 1, no 1 (1 avril 2010) : 21–36. http://dx.doi.org/10.2478/v10154-010-0003-9.

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Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana Negli ultimi anni si è andato affermando in maniera crescente il concetto di responsabilità in ambito pubblico e privato. In tal senso, sia le imprese che le amministrazioni pubbliche hanno avviato in diversi contesti programmi di responsabilità sociale. Il punto di riferimento di imprenditori e manager non sono più, semplicemente, gli azionisti e gli investitori ma, accanto a questi stanno progressivamente subentrando altre categorie di soggetti ai quali, nel terzo millennio, l'impresa deve rendere conto, ovvero: lavoratori, fornitori, risparmiatori, cittadini, istituzioni sociali. L'attenzione sta dunque passando dagli shareholder agli stakeholder e da qui la necessità di munirsi di adeguati strumenti. La definizione di responsabilità sociale più diffusa è stata esplicitata dall'Unione Europea che l'ha definita come "Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate", integrazione da intendersi come risposta alle esigenze di innovazione delle pratiche di governo dell'impresa e del territorio. Attraverso la Responsabilità Sociale di Impresa si intende fare riferimento ad un modello di governance allargata, in base al quale chi governa l'impresa ha responsabilità che si estendono dall'osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi, in generale, di tutti gli stakeholder. Si tratta, dunque, di un concetto che si sta diffondendo rapidamente come approccio innovativo alla gestione aziendale, la cui valutazione globale non si limita più ad analizzare aspetti di carattere economico, ma tiene conto di valori quali la tutela ambientale, la salvaguardia della salute, il rispetto dei diritti umani, in altri termini dell'apporto sociale dell'attività posta in essere. Ancora, nella gestione d'impresa occorre coniugare due valori fondamentali: la creazione del profitto e il primato della persona umana, con particolare attenzione al suo sviluppo. Nell'impresa che viene gestita "eticamente" il perseguimento del profitto tende a collocarsi in un quadro più ampio di "creazione di valore" per tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, sono associati all'azienda. Guidare l'impresa con responsabilità significa farla crescere e conseguentemente far progredire la società nel suo insieme. In tal senso, il contributo intende proporre una riflessione sul concetto di Responsabilità Sociale di Impresa complessivamente inteso, in rapporto all'etica degli affari.
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Santagata, Alessandro. « Un contributo al "modello di sviluppo emiliano" La "sinistra cattolica modenese" di Ermanno Gorrieri ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 263 (décembre 2011) : 271–96. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263006.

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Il saggio illustra come, nella provincia di Modena, la pianificazione economica dell'amministrazione locale comunista e socialista, alla base della nascita dei distretti industriali, abbia beneficiato del contributo di una corrente locale della Dc: la "sinistra cattolica" guidata da Ermanno Gorrieri. L'azione di questo gruppo (che mirava principalmente all'industrializzazione delle zone depresse della Bassa padana, alla costruzione di infrastrutture e di attrezzature per il turismo nell'area appenninica) interagě con quella dell'amministrazione nell'elaborazione di un modello che sposava efficacemente sviluppo economico e sviluppo del welfare. Dopo aver ricostruito il percorso della "sinistra cattolica modenese" (dall'Azione cattolica alla Resistenza, al legame con la corrente di Dossetti) e la peculiaritŕ della sua cultura politica - ispirata a un'idea di "anticomunismo" democratico, concorrenziale rispetto al comunismo stesso -, l'autore ne analizza le vicende negli anni del boom economico e del primo centro-sinistra, segnati dalla discussione sulla programmazione economica. Il gruppo vi partecipň attivamente, costituendo un esempio di ricezione e rielaborazione "dal basso" della teoria dell'interventismo economico (filtrata attraverso le categorie di "Cronache sociali" e di Mario Romani).
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AGUIRRE, Kathleen Kate Dominguez, et Cassiane De Freitas PAIXÃO. « Contação de Histórias e Educação Etnicorracial : um Convite a Mulheres Negras ». INTERRITÓRIOS 6, no 12 (7 décembre 2020) : 168. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248995.

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RESUMONeste trabalho temos por objetivo analisar representações excludentes reproduzidas nos espaços escolares, a partir das categorias raça, pobreza, perspectivas de mundo e futuro, relacionando narrativas autobiográficas de três mulheres negras aos dados coletados em agosto de 2016, durante encontros de contação de histórias de temática afro-brasileira com crianças da Escola Alcides Barcelos, no Bairro Getúlio Vargas, retrato da exclusão social e racial da cidade do Rio Grande/RS. Baseamo-nos em debates teóricos sobre exclusão, processos de representação social e educação etnicorracial, para então realizar a investigação no espaço escolar. Concluímos que não é suficiente acreditar numa transformação social através da Escola, visto que ela serve a ordem dominante e reproduz representações sociais e raciais excludentes com vistas à sua manutenção. Contudo, acreditamos que é possível que os agentes sociais produzam uma reeducação das relações etnicorraciais através de experiências no cotidiano escolar e do ensino de História.Mulheres negras. Educação Enticorracial. Escola.ABSTRACTIn this paper we aim to identify exclusionary representations reproduced in the school space, from the subjects of race, poverty, perspectives of the world and future, relating autobiographical narratives of three black women to data collected in august 2016, during african-brazilian storytelling meetings with children at the Alcides Barcelos School in the Getúlio Vargas Neighborhood, portrait of the social and racial exclusion of the city of Rio Grande/RS. We are based on the theory discussion about exclusion, processes of social representation and ethno-racial education, in order to carry out practical research in the school space. We conclude that it is not enough to believe in a social transformation through the school, since it serves the dominant order and reproduces social and racial representations with a view to its maintenance. However, we believe that it is possible for social agents to produce a re-education of ethno-racial relations through experiences of daily school life and teaching History.Black Women. Ethnico-racial Education. School.RESUMENEn este trabajo pretendemos analizar las representaciones excluyentes reproducidas en los espacios escolares, desde las categorías raza, pobreza, perspectivas del mundo y el futuro, relacionando las narrativas autobiográficas de tres mujeres negras con los datos recogidos en agosto de 2016, durante los encuentros de narración de historias con temática afrobrasileña con niños de la escuela Alcides Barcelos, en el barrio Getúlio Vargas, un retrato de la exclusión social y racial en la ciudad de Rio Grande / RS. Nos basamos en debates teóricos sobre exclusión, procesos de representación social y educación etno-racial, para luego realizar la investigación en el espacio escolar. Concluimos que no basta creer en una transformación social a través de la Escuela, ya que ésta sirve al orden dominante y reproduce representaciones sociales y raciales excluyentes produciendo su mantenimiento. Sin embargo, creemos que es posible que los agentes sociales produzcan una reeducación de las relaciones étnico-raciales a través de experiencias en la rutina escolar y en la enseñanza de Historia.Mujeres Negras. Educación Enticorracial. Escuela.SOMMARIOIn questo lavoro si intende analizzare le rappresentazioni esclusive riprodotte negli spazi scolastici, dalle categorie di razza, povertà, prospettive del mondo e futuro, mettendo in relazione le narrazioni autobiografiche di tre donne nere con i dati raccolti nell'agosto 2016, durante gli incontri Narrazione a tema afro-brasiliano con i bambini della scuola Alcides Barcelos, nel quartiere di Getúlio Vargas, un ritratto dell'esclusione sociale e razziale nella città di Rio Grande / RS. Ci siamo basati su dibattiti teorici sull'esclusione, sui processi di rappresentanza sociale e sull'educazione etnico-razziale, per poi svolgere la ricerca nello spazio scolastico. Concludiamo che non basta credere in una trasformazione sociale attraverso la Scuola, poiché essa serve l'ordine dominante e riproduce rappresentazioni sociali e razziali esclusive, producendone il mantenimento. Tuttavia, crediamo che sia possibile che gli agenti sociali producano una rieducazione delle relazioni etnico-razziali attraverso esperienze nella routine scolastica e nell'insegnamento della Storia.Donne nere. Educazione etnico-razziale. Scuola.
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Curiazi, Roberta, et Fernando Martin Mayoral. « Ancora sul distretto industriale ecuadoriano : l'agglomerazione manifatturiera del cuoio di Quisapincha (Ecuador) ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 3 (septembre 2020) : 51–92. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-003003.

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Nella fase II di un'indagine sui distretti manifatturieri dell'Ecuador analizziamo l'agglomerato di produttori di pelletteria di Quisapincha (Provincia del Tungurahua), con l'obiettivo di investigarne le caratteristiche come sistema di produzione locale e ragionare sul ruolo delle PMI locali come possibili vettori di sviluppo economico e sociale del territorio. La carenza di dati quantitativi e la difficoltà di accesso a informazioni in loco ci hanno spinto stavolta verso un'analisi in toto qualitativa, dinamica e di matrice comparativa, realizzata con il supporto di macro-categorie concettuali interpretative, diverse da quelle utilizzate nella fase I, che rispettano la natura immateriale e disomegenea di molti dei fattori analizzati come parte di una struttura più ampia di regole, procedure e convenzioni sociali, culturali e politiche del territorio. Quisapincha, ancora in uno stato di sviluppo distrettuale "embrionale", appare caratterizzato da una particolare "atmosfera industriale" e patisce l'assenza di una governance interna che produca "efficienza collettiva", di iniziative di outsourcing e di un adeguato supporto istituzionale. A questi fattori si aggiungono il marcato declino economico del paese in atto dal 2014 e la crescente concorrenza (settoriale e territoriale) degli ultimi anni, che hanno messo in pericolo la sopravvivenza stessa del distretto produttivo. Tuttavia questa sorte potrebbe essere invertita con processi di integrazione verticale e orizzontale tra microimprese, guidati da un potenziale agente coordinatore (l'impannatore), l'impresa Curtiembres Quisapincha1, l'unica realtà locale nelle condizioni di generare un possibile "effetto distretto" e permettere la sopravvivenza e il consolidamento del sistema produttivo locale.
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Mazzone, Stefania. « Sovranità come narrazione in Paul Ricoeur ». Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 2, no 2 (20 septembre 2019) : 173–86. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v2i2.23258.

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L’articolo intende evidenziare attraverso l’analisi di alcune opere specifiche di Paul Ricoeur -quelle che indagano i rapporti tra storia e verità, identità e oblio-la relazione in cui l’autore pone la costruzione dell’identità individuale in quanto processo metaforico e performativo e quella dell’identità collettiva in quanto espressione drammatica, con i processi narrativi, che riguardano le percezioni individuali e le raffigurazioni sociali. Ne consegue una teoria della rappresentazione dell’alterità, della costruzione identitaria e della narrazione della sovranità che impiega le categorie ermeneutiche ed euristiche di una fenomenologia in trasformazione dinamica. In questa prospettiva, si rinviene la posizione funzionale di concetti in definizione quali la memoria, il ricordo, l’oblio, in relazione al rapporto tra l’individuo e la sua storia, così come di una comunità col proprio racconto. Ne emerge una concezione della sovranità quale metafora di identità in bilico che Ricoeur considera stabilizzarsi solo nell’equilibrio delle alterità e nello scambio delle narrazioni. Ne consegue la necessità di una riorganizzazione filosofica, politica, ma anche storiografica quale urgenza di ridefinizione continua e permanente del mito narrativo, in un confronto incessante e vitale con le narrazioni individuali e collettive degli altri. Lo stesso monito etico e politico che Ricoeur ci lascia nei suoi ultimi scritti.
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Simone, Anna. « Corpi a-normali. Eccedenze del diritto e norma eterossessuale ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2010) : 65–79. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-001003.

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Norma eterosessuale - diritti differenzianti - status - normalizzazione. Tutte le costruzioni identitarie dei ruoli di genere legate al sesso biologico e all'orientamento sessuale partono da un assunto aprioristico voluto dal processo di "naturalizzazione" dei corpi e dalla relativa nascita della norma eterosessuale. Tale processo ha anche contribuito a costruire una cultura giuridica fondamentalmente sancita a partire dalla stessa norma eterosessuale. Il processo di naturalizzazione prima e di "normalizzazione" poi dei corpi, dei rispettivi ruoli di genere e delle relative condotte sessuali, assieme al diritto, ha cosě favorito la nascita di nuove forme di status (il gay, la lesbica, il trans etc.) che, anziché intaccare il diritto di famiglia e la norma eterosessuale che lo predetermina, ha favorito la nascita di "diritti differenzianti" a seconda dell'orientamento sessuale. D'altronde anche il dibattito consumatosi in Italia attorno ai diritti civili delle persone gay e lesbiche non ha mai preso in considerazione la fondazione antropologico-giuridica della norma eterosessuale nella cultura occidentale e nella cultura giuridica. Attraverso una breve ricostruzione genealogica della costituzione di codici culturali, sociali e giuridici predefiniti in occidente, nonché del tutto funzionali alla determinazione di una cultura giuridica fondata sulla norma eterosessuale, in questo articolo si rimettono in discussione le categorie di differenza ed eguaglianza.
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Kenda, Jana. « Grammatica inclusiva in italiano ». Linguistica 62, no 1-2 (23 décembre 2022) : 205–22. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.62.1-2.205-222.

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In caso di referenti animati, il genere grammaticale limitato alla dicotomia maschio/femmina non corrisponde con tutte le identità di genere. Ultimamente sono state create nel contesto dell’italiano (in contemporanea con numerosi altri idiomi) alcune strategie di neutralizzazione di genere mirate a offrire soluzioni linguistiche per chi non si identifichi con le categorie binarie di genere. Se le strategie in italiano standard sono state riprese dalle linee guida di varie istituzioni a livello europeo e nazionale, le strategie sub-standard, nate in grembo a comunità con schieramenti politici e sociali a favore delle tematiche legate alle comunità LGBTQIA+, sono mete di critiche da parte di personaggi pubblici, in primo luogo giornalisti/giornaliste, corpo docente universitario e personalità politiche, spesso con toni offensivi e derisori, se non del tutto irrispettosi. D’altro canto, il polo che promuove queste iniziative ribadisce che si tratta di esperimenti limitati a determinati contesti (soprattutto scritti, in riferimento a gruppi di persone indistinte per genere o quando si parla/si scrive di una persona non binaria o quando si fa riferimento a un individuo a prescindere dal genere). Questo studio propone una panoramica delle strategie e motivazioni che danno legittimità alla promozione del linguaggio rispettoso di genere.
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Testa, Sara, Ambra Sala et Alberto Edefonti. « “Qualcosa è cambiato” : il bambino e la dialisi peritoneale, oggi ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (17 février 2014) : S61—S63. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.977.

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Nell'ultimo decennio, si è verificato un importante cambiamento della situazione culturale e socio-economica delle famiglie che assistono i bambini che necessitano di dialisi (aumento del numero delle famiglie monoparentali o con genitori separati e delle famiglie di immigrati e incremento della povertà e, quindi, della necessità di lavoro per entrambi i genitori). Vi è stato, inoltre, un aumento dei pazienti con comorbidità severe correlate a prematurità o a sindromi genetiche, ora avviati alla dialisi, contrariamente a quanto si faceva in passato. Si è palesato con maggiore chiarezza il rischio di peritonite sclerosante con un'importante quota di decessi, in parte, ma non completamente, correlata al numero di peritoniti e alla durata della dialisi peritoneale. Nello stesso tempo, si è assistito a un sostanziale miglioramento delle tecniche dialitiche, peraltro maggiormente evidente per le metodiche extracorporee. Per tutti questi motivi, l'assioma degli anni '90 “bambino in dialisi = bambino in dialisi peritoneale” non è più da considerarsi del tutto valido. La scelta della metodica più consona al singolo paziente e alla sua famiglia dipende, quindi, dal lavoro di valutazione di un team multidisciplinare, che consideri attentamente sia gli aspetti clinici del bambino con insufficienza renale cronica terminale sia i fattori psico-sociali ed economici relativi ai vari tipi di trattamento, nello specifico di una determinata famiglia. Solo in questo modo si possono prevenire gli insuccessi terapeutici (dropouts), spesso riportati per alcune categorie di bambini in dialisi peritoneale. La conseguenza di quanto detto, dal punto di vista epidemiologico, è stata, in questi ultimi anni, nel nostro centro, la ridistribuzione della prima scelta di trattamento a favore dell'emodialisi.
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Wegener, Ingo, et Karl Christoph Klauer. « Inter-category versus intra-category fit : when social categories match social context ». European Journal of Social Psychology 34, no 5 (septembre 2004) : 567–93. http://dx.doi.org/10.1002/ejsp.217.

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Barziev, Oybek, et Gulnoza Murodilovna Oripova. « DESCRIPTION IN TRADITIONAL POETIC CATEGORIES ». Frontline Social Sciences and History Journal 02, no 04 (1 avril 2022) : 66–70. http://dx.doi.org/10.37547/social-fsshj-02-04-06.

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The article analyzes the issues of imagery in the lyrical works of the poets of the Fergana Valley: Hayrati, Gurbat, Muhib, with special emphasis on the peculiarities of their traditional poetic diversity.
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Araujo, Paulo Henrique Furtado de. « Trabalho, objetivação e alienação na Ontologia do ser social de Lukács : notas introdutórias ». Germinal : marxismo e educação em debate 14, no 3 (30 décembre 2022) : 439–61. http://dx.doi.org/10.9771/gmed.v14i3.49227.

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O artigo busca apresentar as categorias trabalho, objetivação e alienação tal como surgem em Para uma Ontologia do Ser Social. Esse conjunto constitui um dos principais núcleos estruturantes da obra de Lukács e é decisivo para a compreensão das categorias reificação e estranhamento. A ontologia materialista de Lukács opera com categorias universais/gerais; a análise de formações sociais específicas exige a intensificação categorial, o aumento de mediações especificadoras de cada categoria, de modo a aproximá-las das suas formas de aparecimento. A elucidação da centralidade do estranhamento autoproduzido pela reificação da mercadoria pressupõe adequada compreensão das referidas categorias.
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Chiappelli, Marco, et Sabina Berardi. « Pattern of intervention and patients' satisfaction with Community Mental Health Service in Bologna ». Epidemiology and Psychiatric Sciences 9, no 4 (décembre 2000) : 272–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x0000840x.

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RIASSUNTOScopo – Verificare se il grado di soddisfazione per i servizi offerti dal CSM sia collegato ad alcune caratteristiche (sociodemografiche, cliniche, assistenziali) dell'utenza, concentrando l'attenzione sulle situazioni più “critiche”, al fine di acquisire elementi per i progetti di miglioramento. Disegno – Studio trasversale con rilevazione delle prestazioni fruite e somministrazione di uno strumento di valutazione ai pazienti con almeno un accesso ogni due mesi nel corso del 1998 e in carico al Centro di Salute Mentale. Setting – Il Centro di Salute Mentale (CSM) del Distretto Saragozza-Porto dell'Azienda USL Città di Bologna. Principali misure utilizzate – Dati del sistema informativo relativi alle caratteristiche sociodemografiche, cliniche, assistenziali di ciascun soggetto e Verona Service Satisfaction Scale (VSSS— 32). Risultati – I risultati relativi a 145 soggetti (24% della popolazione) hanno mostrato come su tre dimensioni principali (soddisfazione globale, professionalità, informazione) e quattro sottodimensioni (colloqui, aiuto economico, aiuto domiciliare, farmacoterapie) oltre il 70% degli intervistati si è dichiarata soddisfatta, giudicando sostanzialmente sufficiente il servizio. L'analisi dei punteggi meno elevati, attraverso il confronto con le variabili sociodemografiche, cliniche ed assistenziali, ha evidenziato quattro aree nelle quali, in modo differenziato, vi sono aspetti suscettibili di miglioramento della qualità del servizio: 1) accessibilità dei servizi: gli assistiti meno soddisfatti lamentano costi assistenziali troppo elevati (spese per i farmaci) e mal tollerano la frequentazione ambulatoriale con persone più gravemente disturbate; 2) coinvolgimento dei familiari: il problema è diffusamente avvertito e la critica sembra vertere sulla scarsa incisività degli interventi presso i familiari; 3) colloqui individuali: l'insoddisfazione sembra derivare dalla scarsa incisività dei trattamenti o dalla “dipendenza” dal CSM che un pattern assistenziale complesso può indurre; 4) contributi economici: gli “insoddisfatti” sono prevalentemente assistiti ai quali il CSM eroga aiuti economici diretti, spesso nell'ambito di programmi che comportano un intenso lavoro di collegamento con altre agenzie sociali e sanitarie. Conclusioni – Il grado di soddisfazione si differenzia significativamente in relazione ad alcune caratteristiche sociodemografiche e cliniche degli assistiti e in funzione a tipo e quantità di assistenza prestata, sebbene emergano aspetti apparentemente incoerenti (ad una maggior assistenza pare corrispondere un diminuzione della soddisfazione) che devono forse far ripensare al tipo di risposta assistenziale fornita a certe categorie di assistiti.
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Rothbart, Myron, et Scott Lewis. « Inferring category attributes from exemplar attributes : Geometric shapes and social categories. » Journal of Personality and Social Psychology 55, no 6 (1988) : 861–72. http://dx.doi.org/10.1037/0022-3514.55.6.861.

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Atakulovich, Rasulov Normurod. « THEORETICAL BASIS OF THE GRAMMATICAL CATEGORY REALIS / IRREALIS ». Frontline Social Sciences and History Journal 02, no 05 (1 mai 2022) : 37–42. http://dx.doi.org/10.37547/social-fsshj-02-05-06.

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Sterphone, J. « Complaining by category : Managing social categories and action ascription in wargame interactions ». Language & ; Communication 84 (mai 2022) : 46–60. http://dx.doi.org/10.1016/j.langcom.2022.03.001.

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NOGUEIRA DE SOUSA, GUSTAVO, ISABELLE DA SILVA GUIMARÃES, ANTONIO FERNANDO LAVAREDA JACOB JR et FÁBIO MANOEL FRANÇA LOBATO. « GERENCIAMENTO DE PUBLICIDADES NA PLATAFORMA DAS REDES SOCIAIS DE ACORDOCOMCATEGORIAS DE CONTEÚDO ». Revista SODEBRAS 14, no 166 (octobre 2019) : 18–23. http://dx.doi.org/10.29367/issn.1809-3957.14.2019.166.18.

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Saleh, Sofiazianti. « Malaysian Social Issues and their Categories : A Meta- Analysis ». International Journal of Psychosocial Rehabilitation 24, no 5 (31 mars 2020) : 1098–103. http://dx.doi.org/10.37200/ijpr/v24i5/pr201784.

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Queller, Sarah, Terry Schell et Winter Mason. « A novel view of between-categories contrast and within-category assimilation. » Journal of Personality and Social Psychology 91, no 3 (2006) : 406–22. http://dx.doi.org/10.1037/0022-3514.91.3.406.

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Brandão, Thiago Bazi. « A CATEGORIA STATUS EM MARSHALL : contribuições para os estudos dos direitos sociais ». Revista Políticas Públicas 17, no 1 (24 juin 2014) : 221. http://dx.doi.org/10.18764/2178-2865.v17n1p221-228.

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O presente artigo tem por objetivo demonstrar as contribuições da utilização da categoria statuspara os estudos sobre direitos sociais e políticas sociais. O texto revisita conceitos e análises de Marshall sobre as categorias statuse direitos sociais. Para tanto, investiga os determinantes da sociedade capitalista e a emergência dos direitos sociais neste contexto. Discute a tendência do debate sobre direitos na literatura de política social brasileira e identifica as brechas de análise que podem ser aproveitadas a partir do uso da categoria status. Em seguida, apresenta e discute a crítica marxista formulada por pensadores brasileiros sobre os conceitos de Marshall, além de apontar os limites desta crítica. Por fim, indica algumas contribuições que a categoria statuspode apresentar para estudos sobre política social e direitos sociais, tais como a possibilidade de identificar as implicações do acesso a direitos sociais na posição social de grupos e indivíduos.
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Cançado, Airton Cardoso, José Roberto Pereira et Fernando Guilherme Tenório. « Fundamentos Teóricos da Gestão Social / Fundamentos de la gestión social : una aproximación teórica / Theoretical foundations of the social management ». DRd - Desenvolvimento Regional em debate 5, no 1 (26 mars 2015) : 4–19. http://dx.doi.org/10.24302/drd.v5i1.703.

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Este texto apresenta uma aproximação teórica para a Gestão Social, compreendida como um campo em construção. O texto parte de uma revisão do já foi construído em termos de Gestão Social, identificando categorias teóricas que suportem o conceito. A partir destas categorias se apresenta um primeiro esboço, “feito à lápis”, para contribuir para a construção do campo. As categorias teóricas identificadas foram: a) Interesse Bem Compreendido, que abriga duas categorias complementares: a solidariedade e a sustentabilidade; b) Esfera Pública (tratada como uma categoria intermediária), pois constitui o locus e condição essencial de seu desenvolvimento, abrigando outras categorias complementares: Democracia Deliberativa, Dialogicidade, Intersubjetividade e Racionalidade; e c) Emancipação. Estas categorias se inter-relacionam por meio da dialética negativa adorniana.
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Rule, Nicholas O., et Shelbie L. Sutherland. « Social Categorization From Faces : Evidence From Obvious and Ambiguous Groups ». Current Directions in Psychological Science 26, no 3 (juin 2017) : 231–36. http://dx.doi.org/10.1177/0963721417697970.

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People use facial features (e.g., face shape, skin color, eye structure) both in isolation and in combination to identify others as members of a variety of social categories. For some categories (e.g., age, race, and sex), the markers are obvious and people categorize their members almost perfectly. For others, however (e.g., political affiliation, religious following, and sexual orientation), the markers are ambiguous, yet people can still categorize members of these groups with better than chance accuracy and little effort or awareness. Here, we describe how people categorize others into both perceptually obvious and perceptually ambiguous social groups from their faces, discussing potential mechanisms that may underlie categorization accuracy and noting some of the social consequences that result from categorizing other people into groups.
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Souza, Cláudia de Paula Juliano, et Fátima Maria Lindoso da Silva Lima. « O Papel da Psicoterapia de Grupo na Formação do Residente em Psiquiatria ». Revista Brasileira de Educação Médica 40, no 1 (mars 2016) : 109–17. http://dx.doi.org/10.1590/1981-52712015v40n1e00702015.

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RESUMO O objetivo deste trabalho foi analisar o papel da psicoterapia de grupo na formação do residente em psiquiatria do Programa de Residência Médica em Psiquiatria da Universidade Federal de Goiás. Trata-se de um estudo descritivo exploratório com abordagem qualitativa em educação médica. Os dados foram coletados por meio de relatórios descritivos e entrevistas semiestruturadas, submetidas à análise de conteúdo temático-categorial. Emergiram da análise dos dados duas categorias: as ações educativas do ensino da psicoterapia de grupo e as ações sociais do ensino da psicoterapia de grupo. Na análise da primeira categoria, obtivemos cinco subcategorias: relação médico-paciente, aprendizagem cognitiva, aprendizagem afetiva, diálogo interdisciplinar e desenvolvimento pessoal. Na segunda categoria, obtivemos duas subcategorias: socialização e encontro. Conclui-se que o ensino da psicoterapia de grupo tem papel educativo, pois contribui com a inovação dos cenários de prática, possibilitando mudanças na relação médico residente-paciente e consolidando o conceito ampliado de saúde na perspectiva da integralidade. Revela também seu papel social, pois contribui para uma aproximação sociointerativa entre preceptor-residente-grupo.
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Qvortrup, Jens. « A infância enquanto categoria estrutural ». Educação e Pesquisa 36, no 2 (août 2010) : 631–44. http://dx.doi.org/10.1590/s1517-97022010000200014.

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Nos países do hemisfério norte, um dos símbolos da consolidação de uma área de conhecimento é a publicação de um handbook - em português, manual ou compêndio - cujos capítulos apresentam um breve estado da arte de seus respectivos temas. Em 2009, The Palgrave Handbook of Childhood Studies foi publicado, indicando o reconhecimento da área dos estudos da infância. Sabe-se que as crianças foram principalmente investigadas pela psicologia ou pela pedagogia e que as ciências sociais pouco produziram sobre elas, priorizando estudos sobre a família ou sobre a escola. Há pouco mais de vinte anos, entretanto, começaram a tornar-se o foco dos estudos sociais da infância, que a tomaram como um fenômeno social. Nesse sentido, foi definido um campo que investiga as crianças como agentes sociais, produtoras de culturas, e a infância como categoria na estrutura social, o que ampliou de modo significativo a produção de conhecimento sobre as relações sociais estabelecidas entre as próprias crianças (seus pares) e com os adultos (relações intra e intergeracionais), sobre suas competências como protagonistas de suas vidas, como agentes sociais cuja ação modifica/transforma os mundos sociais nos quais estão inseridas. O texto do Prof. Jens Qvortrup, responsável pela constituição do primeiro grupo de pesquisa no campo da sociologia da infância (RC53) na Associação Internacional de Sociologia (ISA), e um dos organizadores do Handbook, trata da infância como estrutura social. Publicado como primeiro capítulo do The Palgrave Handbook of Childhood Studies, o trabalho apresenta a infância como segmento na estrutura social e as aplicações de uma perspectiva estrutural, ou seja, inserido nos fundamentos teóricos dos estudos da infância, o capítulo define uma abordagem que difere tanto de pesquisas sobre socialização quanto de estudos sobre desenvolvimento infantil, oferecendo elementos para a realização de pesquisas que tenham como objeto a infância como categoria social, portanto diversa e complementar às outras categorias. A leitura do texto remete a outros temas, tratados por diferentes autores nos demais capítulos, o que faz os pesquisadores brasileiros almejarem a tradução integral do livro.
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Gesser, Marivete, Adriano Henrique Nuernberg et Maria Juracy Filgueiras Toneli. « A contribuição do modelo social da deficiência à psicologia social ». Psicologia & ; Sociedade 24, no 3 (2012) : 557–66. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-71822012000300009.

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O objetivo deste artigo é apontar a relevância de a psicologia social considerar a deficiência como uma categoria de análise nas pesquisas e na práxis psicossocial. Para a defesa dessa questão, primeiramente apresentar-se-ão indicativos sobre a deficiência no Brasil e no mundo e o modo como a deficiência se articula com categorias de análise como as de gênero, raça, geração e classe social, já consideradas nos estudos e análises psicossociais. Em seguida, dar-se-á visibilidade ao modelo social da deficiência, especialmente a proposta de compreensão transversal da deficiência, em intersecção com diferentes categorias. Por fim, explanar-se-á sobre a relevância de a psicologia social crítica, comprometida com a defesa dos direitos humanos e com a transformação social, integrar ao seu marco teórico os estudos sobre deficiência, considerando-a como uma categoria de análise e destacando-se a importância de tal opção para as políticas públicas.
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Hastie, Reid, Colin Schroeder et Renée Weber. « Creating complex social conjunction categories from simple categories ». Bulletin of the Psychonomic Society 28, no 3 (septembre 1990) : 242–47. http://dx.doi.org/10.3758/bf03334016.

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Alencar, Anna Karollina Silva, et Domenico Uhng Hur. « Discursos sobre a reincidência penitenciária : patologização, institucionalização e exclusão social. » AYVU - Revista de Psicologia 3, no 2 (24 juillet 2017) : 111. http://dx.doi.org/10.22409/ayvu.v3i2.123.

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O presente trabalho tem como objetivo conhecer diferentes discursos sobre a reincidência em passagens por instituição prisional. Para tanto, utilizou-se como metodologia de pesquisa a Revisão da Literatura, juntamente com a Análise de Conteúdo Categorial. Como resultado, construiu-se três categorias de discursos, a partir dos dados analisados. No discurso da patologização, analisa-se a reincidência por meio de aspectos da personalidade do sujeito que comete crimes. No discurso da institucionalização, aponta-se a reincidência como resultado de características e vivências que ocorrem nas prisões. Por fim, no discurso da exclusão social, o sujeito reincidente é constituído pelo acesso precário a direitos sociais, realidade que o marca antes e após sair da prisão. Conclui-se que em cada categoria há construção de verdades sobre a reincidência e o sujeito reincidente, bem como a constituição de utopias frente à realidade da criminalidade.
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Alencar, Anna Karollina Silva, et Domenico Uhng Hur. « Discursos sobre a reincidência penitenciária : patologização, institucionalização e exclusão social. » Ayvu : Revista de Psicologia 3, no 2 (24 juillet 2017) : 111. http://dx.doi.org/10.22409/ayvu.v3i2.22220.

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Résumé :
O presente trabalho tem como objetivo conhecer diferentes discursos sobre a reincidência em passagens por instituição prisional. Para tanto, utilizou-se como metodologia de pesquisa a Revisão da Literatura, juntamente com a Análise de Conteúdo Categorial. Como resultado, construiu-se três categorias de discursos, a partir dos dados analisados. No discurso da patologização, analisa-se a reincidência por meio de aspectos da personalidade do sujeito que comete crimes. No discurso da institucionalização, aponta-se a reincidência como resultado de características e vivências que ocorrem nas prisões. Por fim, no discurso da exclusão social, o sujeito reincidente é constituído pelo acesso precário a direitos sociais, realidade que o marca antes e após sair da prisão. Conclui-se que em cada categoria há construção de verdades sobre a reincidência e o sujeito reincidente, bem como a constituição de utopias frente à realidade da criminalidade.
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Colao, Magda Maria. « O Modo de Produção : Categoria do Materialismo Histórico ». Movimento (ESEFID/UFRGS) 12, no 2 (28 décembre 2007) : 143–69. http://dx.doi.org/10.22456/1982-8918.2907.

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O modo de produção é a categoria básica, fonte, do materialismo histórico. Em seu seio podemos encontrar todas as categorias próprias do materialismo histórico. Porém, as categorias dessa ciência social são as forças produtivas (ser humano, ferramentas, máquinas, tecnologia) e as relações de produção (entre assalariados e empresários, entre assalariados, e entre empresários). As relações de produção, junto às outras categorias do materialismo histórico, fundamentalmente, produzem as mudanças e transformações sociais.
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van Veelen, Ruth, Kerstin Karen Eisenbeiss et Sabine Otten. « Newcomers to Social Categories ». Personality and Social Psychology Bulletin 42, no 6 (4 mai 2016) : 811–25. http://dx.doi.org/10.1177/0146167216643937.

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TAYLOR, ELANOR. « Social Categories in Context ». Journal of the American Philosophical Association 6, no 2 (2020) : 171–87. http://dx.doi.org/10.1017/apa.2019.43.

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Résumé :
AbstractSocial categories play a central role in inquiry. Some authors have argued that social categories can only play this role because they have a particular metaphysical status, such as a connection to natural kinds or to comparatively joint-carving properties. This reflects the broadly realist idea that categories that play important roles in inquiry do so for metaphysical reasons. In this paper I argue that such metaphysical views of social categories cannot accommodate ‘empty’ social categories, cases in which social categories that cannot have the metaphysical features attributed to them by such accounts still play a central role in inquiry. I defend an alternative approach: context-dependent naturalness, an analogue of metaphysical naturalness that concerns context-dependent, rather than metaphysical, structure.
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Haslam, Nick. « Categories of social relationship ». Cognition 53, no 1 (octobre 1994) : 59–90. http://dx.doi.org/10.1016/0010-0277(94)90077-9.

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