Littérature scientifique sur le sujet « Carta di rischio archeologico »

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Articles de revues sur le sujet "Carta di rischio archeologico"

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Arcidiacono, C., R. M. S. Costa, I. Grasso, M. A. Ragusa, R. V. Rapicavoli, M. Seminara et V. Veneziano. « Naturalità e Vulnerabilità Ambientale nei Siti Natura 2000 che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Caso studio SIC Foce Neto ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 51, no 381 (29 juin 2018) : FP7—FP145. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v51i381.2.

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Résumé :
La regione Calabria vanta 179 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 6 ZPS (Zone di Protezione Speciale). La carenza di studi sullo stato di conservazione e qualità ambientale dei suddetti siti (naturalità, artificialità, sensibilità, vulnerabilità e rischio) ha indotto gli AA. a caratterizzare i 10 SIC che insistono sui corridoi ecologici del versante jonico calabrese. Attraverso l'ILC (Index of Landscape Conservation) e l'ESAi (Environmentally Sensitive Areas Index), è stata condotta un‟analisi ambientale finalizzata alla definizione, individuazione e valutazione dei valori e delle criticità. Muovendo dalla Carta d'Uso del Suolo (CLC) sono state realizzate, quali carte derivate, la Carta della Naturalità-Artificialità e la Carta della Sensibilità Ambientale dei suddetti siti. Lo studio chiude con un approfondimento metodologico sulle opportune modalità da adottare per caratterizzare un SIC; modalità suggerite dalle analisi ambientali eseguite soprattutto sul SIC Foce Neto adottando una capillare indagine geobotanica condotta con metodo fitosociologico.
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Magnani, Guest Editors : L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella et R. Nardi. « L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso ». Italian Journal of Medicine 6, no 1 (27 avril 2018) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Résumé :
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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« Diritto italiano : Lavoro, previdenza e assistenza ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (juillet 2010) : 193–205. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-002014.

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Résumé :
1. Corte di Cassazione 26.3.2010 n. 7380 - prestazione lavorativa straniero irregolarmente soggiornante - applicabilità art. 2126 c.c. - l'obbligazione contributiva consegue automaticamente all'obbligazione retributiva2. Tribunale di Monza 28.10.2009 - licenziamento di lavoratore extracomunitario - inefficacia per carenza di motivazione - liquidazione del risarcimento anche in relazione al rischio di perdita del permesso di soggiorno causata dalla disoccupazione3. Tribunale di Ravenna 18.11.2009 - diniego indennità di frequenza per mancanza di carta di soggiorno - illegittimità per contrasto con i principi già enunciati dalla Corte costituzionale - intervenuta abrogazione art. 80 co. 19 l. 388/2000 a seguito ratifica Conv. ONU sulla disabilità 13.12.2006
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Thèses sur le sujet "Carta di rischio archeologico"

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Gonizzi, Barsanti Sara. « Sistema informativo territoriale storico-urbanistico di forum IULII (CIVIDALE DEL FRIULI) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2554.

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Résumé :
2006/2007
L’idea di questo lavoro nasce dalla volontà di applicare la tecnologia GIS al campo dell’archeologia, da qualche anno a questa parte sempre più propensa ad usare strumenti informatici. Ormai la ricerca archeologica non è più solo studio erudito e piacere della conoscenza, essa si scontra spesso con la realtà delle nostre città dove, se si effettua uno scavo, non è raro imbattersi in strutture antiche importanti tanto da necessitare di una documentazione corretta e il più completa possibile, da realizzare però senza penalizzare o compromettere le funzioni quotidiane della città stessa e senza far aumentare i costi di realizzazione e gestione degli scavi. Non è facile conciliare le necessità della tutela esercitata dagli organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, cioè le Soprintendenze, i cui compiti consistono nel tutelare e conservare i resti archeologici, con quelle delle istituzioni pubbliche che devono amministrare e gestire la vita cittadina, ritenute spesso e per molti versi in contrapposizione. Per questa ragione si è voluto proporre uno progetto di lavoro che potesse far fronte ad entrambe le necessità, che potesse essere uno strumento al contempo di analisi, e di archiviazione e gestione dei dati relativi alle evidenze archeologiche, utile anche e soprattutto per individuare le aree a maggior rischio archeologico in modo tale da permettere una sinergia tra tutti gli Enti preposti alla gestione delle aree urbane e del territorio in senso lato. La creazione della carta archeologica della città in GIS, utilizzando il software ArcGIS, ha avuto come area di interesse il centro storico della città di Cividale del Friuli ed ha usato come base di lavoro la carta archeologica della città, redatta nel dicembre del 2003 per la tesi di laurea in archeologia classica presso l’Università La Sapienza di Roma e integrata con i dati degli scavi effettuati nel lasso di tempo intercorso tra il 2002 ed il 2007. L’impostazione del GIS ha ripercorso la metodologia di studio seguita per la tesi, secondo un posizionamento delle evidenze in base a riferimenti topografici e puntuali, a seconda del tipo di informazioni scaturite dalla ricerca bibliografica. Questo procedimento è stato ulteriormente completato ed affinato con il posizionamento di precisione di alcune aree archeologiche sulla Carta Tecnica Regionale Numerica in scala 1:5000 mediante l’utilizzo di rilievi strumentali con stazione totale che hanno sfruttato una rete topografica realizzata dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia e che usa una serie di vertici topografici, materializzati con chiodi, distribuiti su gran parte del tessuto urbano, le coordinate dei quali sono state restituite mediante strumentazione GPS. Passaggio successivo al posizionamento dei resti archeologici è stato quello della ricostruzione ipotetica dell’urbanistica della città antica, con la graficizzazione dell’antico tessuto viario della città romana sulla base dei dati archeologici e cartografici d’archivio. Per completare l’analisi dello sviluppo urbano della città in epoca immediatamente successiva a quella romana (V – X sec d.C.) sono stati inseriti all’interno dello stesso sistema cartografico di archivio anche tutti i dati archeologici pertinenti a questo arco cronologico. L’analisi dello sviluppo urbano relativa ad un arco cronologico così ampio ha permesso di puntualizzare e determinare i cambiamenti del tessuto cittadino avvenuti tra la tarda antichità e il primo medioevo, cambiamenti che si possono apprezzare attraverso le interrogazioni del database e della cartografia applicata e visibili a tutt’oggi nel moderno impianto urbano. Alla carta archeologica in GIS è stato collegato un database contenente tutte le informazioni necessarie per la conoscenza e lo studio dei resti archeologici. L’idea iniziale era di creare un geodatabase in ArcCatalog in quanto sembrava lo strumento migliore essendo direttamente collegato alle entità geografiche rappresentate. Un primo problema è incorso nel momento dell’impostazione del geodatabase in quanto esso richiede per ogni Feature Class una sola entità, punto, linea o poligono. Per uno scavo archeologico questo è limitante poiché si possono trovare tutte e tre le rappresentazioni e quindi si dovrebbero creare tre Feature Class invece che una. Inoltre uno scavo archeologico può presentare una larga varietà di informazioni (mosaici, muri, tombe, frammenti ceramici) che possono riferirsi a periodi storici e a fasi del reperto archeologico diversi. L’articolazione dei dati ha fatto prevalere l’idea che sarebbe stato più agevole creare un database in Access che permette la contemporaneità di più informazioni relative ad una stessa tabella. Un secondo problema legato al database è la possibilità di implementare le informazioni e di interrogare i dati: si deve tenere in mente che la carta archeologica sarà uno strumento di valore divulgativo e che quindi dovrà essere usata da non addetti ai lavori; il database creato in Access possiede tutti i requisiti necessari, sia per l’organizzazione che per l’implementazione dei dati. In secondo luogo è stato impostato un lavoro relativo alla creazione di un modello tridimensionale del terreno della città di Cividale del Friuli con la rappresentazione dell’attuale morfologia del territorio su cui insiste l’area urbana della città, con l’intento di ricostruire dove possibile e sempre in 3 dimensioni, sulla base delle quote dei piani antichi individuati durante le indagini archeologiche (piani pavimentali, livelli stradali, quote di calpestio), la morfologia antica riferita a specifici periodi cronologici. In questo modo, con la creazione della carta di rischio archeologico, si possono fornire indicazioni non solo sul posizionamento dei siti all’interno della città, ma anche a quale quota sono stati trovati e a quale quota si potrebbero trovare eventuali nuove scoperte. A questo punto è sorto un problema relativo al miglior software da utilizzare per le ricostruzioni, se ArcGis o Cad in quanto lo spazio in cui ci si muove è ridotto essendo il centro cittadino molto piccolo. Alla fine, dopo molte prove, la soluzione migliore, che permette un maggiore visibilità delle variazioni altimetriche tra piano di calpestio attuale e ipotetico piano antico, è stata la creazione di un reticolo di sezioni che coprisse l’intera superficie della città in cui sono localizzati elementi archeologici quotati. Sono state create infine alcune carte di rischio sulla base dei posizionamenti e delle quote dei resti archeologici per individuare le aree propriamente archeologiche, quelle in cui la concentrazione di resti antichi è maggiore, le aree a loro prossime, che presentano un rischio elevato e, via via che ci si discosta dalle aree archeologiche, le aree con vari gradi di rischio, fino a quello basso. La carta di rischio e di tutela è uno strumento fondamentale per l’Amministrazione pubblica, che può disporre di elementi fondamentali per il posizionamento, in pianta ed in altimetria, dei resti archeologici e può quindi organizzare facilmente i lavori dei piani regolatori, e per la collaborazione tra il Comune e la Soprintendenza per tutelare i resti archeologici senza nuocere ala vita cittadina di tutti i giorni. Come ulteriore sviluppo del lavoro cartografico e di archivio è stato creato un sito multimediale dedicato al Museo Archeologico Nazionale ospitato nei locali del Palazzo dei Provveditori in piazza Duomo a Cividale del Friuli all’interno del quale sono esposti numerosi oggetti di diversa natura rinvenuti nella zona del centro storico della città e nel territorio limitrofo. Il sito è stato progettato con la finalità di fornire al visitatore del Museo una guida multimediale sugli oggetti esposti e, attraverso questa, la possibilità di collegare gli stessi al luogo di rinvenimento fornendo contestualmente delle informazioni topografiche ed archeologiche oltre che storico – artistiche proprie della descrizione dell’oggetto esposto. Questo progetto di ricerca ha avuto come obiettivo la creazione di un GIS dedicato a Cividale del Friuli ed al suo territorio, alla sua storia e al suo patrimonio storico – artistico ed archeologico; il GIS così creato rappresenta uno strumento utile non solo per la ricerca, l’archiviazione e lo studio dei dati archeologici in senso lato, ma è anche un importante mezzo attraverso il quale poter conoscere in tempo reale e puntuale la sovrapposizione tra la città moderna e “le città” antiche e progettarne la loro convivenza; è proprio grazie ai programmi informatici e alla loro interazione che la carta archeologica ed il database ad essa collegato possono diventare strumenti utili per l’archiviazione, lo studio, l’analisi dei dati in tempo reale e la progettazione.
XX Ciclo
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Cimino, Ester, et Cecilia Nelli. « La prevenzione dei rischi per la salvaguardia del patrimonio archeologico. Un caso di studio : il parco archeologico di Suasa Senonum ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
Questa tesi vuole portare avanti il concetto che la prevenzione dei disastri in Italia con conseguente perdita di beni culturali, può e deve essere attuata, sostenendo che il concetto di fatalità e di perdita dovuta all'incuria non può essere ammissibile. Una generale analisi della tematica di rischio idrogeologico e sismico a scala nazionale, ci ha portato a soffermarci sulla prevenzione delle emergenze archeologiche della Regione Marche, e nello specifico dell’area del Parco Archeologico della città Romana di Suasa Senonum, sito presso Castelleone di Suasa nella provincia di Ancona. L’obiettivo del nostro lavoro vuol essere una riflessione al termine di un percorso di studi, che insegna la collaborazione tra le diverse figure professionali, quali architetti, ingegneri, geologi, archeologi etc., al fine di ampliare il dibattito critico e divulgativo sui grandi temi dell’architettura.
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Montis, Ilaria. « Analisi delle stratificazioni del paesaggio e valutazione del rischio archeologico nei territori di Barrali e Pimentel attraverso remote sensing e strumenti GIS open source ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389005.

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Résumé :
The object of this study is the history of the landscape, namely the history of the evolution of the relationship between man and land, as we can investigate it through the methods of landscape archaeology, with an approach defined as "global archaeology". The region studied, located in the municipal territories of Barrali and Pimentel, on the southern edge of the Trexenta area, is a natural crossroads between the historic regions of Parteolla, Campidano and Trexenta. The anthropic history of the region is characterised by a stable human presence which dates back at least to the fourth millennium BC, without interruption until the present day. This has meant that, despite the large amount of historical and archaeological evidence in the area, a relatively small number of archaeological emergencies remained in a good state of preservation. The historical-archaeological research work has been completed by the analysis of the current situation (intended uses underlined by urban plans and evaluation of specific risk factors) with the aim to understand the archaeological potential of the territory and to attempt an archaeological risk assessment. In this study, entirely conducted with open source software equipment (GIS QGIS software and SQLite/SpatialLite spatial database on Linux/Ubuntu platform), remote sensing and aerial photo-interpretation techniques and have been applied to the analysis of satellite images and aerial photographs, together with GIS methodologies for data archiving and analysis, with the creation of a spatial database and a matrix for the measurement of the potential and the archaeological risk from which thematic maps have been derived. Where possible, ground surveys were carried out for the integration of bibliographic, archive and remote sensing data, which provided information needed for the improvement of the reliability of the assessment of the potential and risk. In total, 46 sites have been catalogued for a period between the Neolithic and the Middle Ages, many of them were known through brief archive notes. The density of the sites shows a remarkable continuity of the settlement over the millennia and a prosperity derived by the solid agricultural economy of the region, traditionally centred around the cultivation of cereals. With the exception of a few particularly difficult times (such as the period between the end of the Judicial age and the Aragonese rule, and then later in the XVII century) which were marked by depopulation with the consequent abandonment of the settlements and the demographic crisis, the picture that comes out is that of small agricultural villages which were thoroughly and fairly uniformly spread in the flatter and more suitable areas for this type of economy. If we unfortunately don't know about any Neolithic settlements in the study area, except for an important site (Su Martaxiu) whose purpose cannot be interpreted with certainty, and we have to mainly refer to the necropolis data (among which the most important is that of S'Acqua Salida) in order to assess the density of the occupation of the territory. With regards to the Eneolithic period we have a single site (Is Pranus) that can be interpreted as a settlement. For the Nuragic period there are ruins of several nuraghis, that display the sophisticated control system of the territory and roads that is linked to an economy which is not only agricultural but also of a strong pastoral nature. Today, very little remains of the valleys' nuragic settlements with an agricultural economy, although several not yet archaeologically investigated examples are known (nuragic villages near the nuraghis of Santu Filippu and Santu Pedru). During the Punic and Roman periods, the area was densely populated. During the Punic age people used to live in small rural villages and farms, while in the Roman age also rustic villas became widespread in the countryside. The remains of these settlements have been completely dismantled as a consequence of the introduction of modern agricultural techniques, leaving only superficial dispersion. In this regard, ground surveys conducted near Barrali authorise to think about a settlement of considerable importance, and probably of remarkable continuity (the pottery found can be dated between the nuragic age and early Middle Ages). The research therefore has allowed to collect and synthesise in a diachronic way and to organise into a coherent framework a considerable amount of information on the area of study. Understanding the relationship between land, landscape and cultural heritage is in fact necessary in order to implement conscious and sustainable choices for territorial and urban planning and for preserving and promoting cultural heritage.
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CARDONE, SERGIO. « Verso una gestione conservativa dei centri storici minori. Il caso di Calcata ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1068052.

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Résumé :
La ricerca indaga il tema dei centri storici minori e delle possibili strategie finalizzate ad una gestione conservativa degli stessi, con particolare attenzione per l’applicabilità e l’implementazione della Carta del Rischio, sistema informativo territoriale elaborato dal MiBACT e dall’IsCR, agli aggregati edilizi che compongono il tessuto di tali centri. Il caso di studio, il borgo di Calcata, situato fra Roma e Viterbo, è paradigmatico dei numerosi piccoli centri di promontorio alto-laziali, in relazione ai quali si rintracciano affinità e tipicità insediative, tipo-morfologiche e costruttive; allo stesso tempo, esso presenta caratteri di specificità legati alle vicende storiche e alle dinamiche insediative che, nei secoli, hanno interessato il borgo. La disamina dei numerosi rinvenimenti archeologici, alla luce delle più recenti acquisizioni in materia, è stata condotta in parallelo all’analisi delle fonti storiche, non altrettanto cospicue, come peraltro si registra per numerosi centri minori; tuttavia, sono state proposte integrazioni o rivisitazioni di alcuni studi pregressi sulla base del materiale raccolto, in parte inedito e in parte inesplorato. I dati raccolti ed elaborati sono stati organizzati al fine di delineare con maggiore organicità una storia urbana di Calcata, fatidicamente scampata alla demolizione e caratterizzata da problemi che interessano numerosi piccoli borghi, su tutti lo spopolamento e la conseguente mancanza dei benché minimi interventi manutentivi. La lettura del processo di strutturazione antropica del territorio e, quindi, dei caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata, dalla scala territoriale a quella edilizia è stata condotta sulla scia delle impostazioni metodologiche di Saverio Muratori, prima, e Gianfranco Caniggia, poi; è stata assunta la ‘teoria dei crinali’ per verificare, dal punto di vista morfologico, i caratteri insediativi del territorio, trovando riscontri con quanto emerso dalla ricognizione dei dati archeologici: l’occupazione in fase preclassica, nel cosiddetto ciclo di impianto; il declino durante l’età imperiale romana, durante la quale gli insediamenti di promontorio – fra i quali Calcata – venivano tendenzialmente abbandonati in favore degli insediamenti di fondovalle, caratterizzando il ciclo di consolidamento; il recupero delle alture e la progressiva edificazione dei centri fortificati a partire dall’alto Medioevo, in concomitanza con il ciclo di recupero. A livello urbano, la gerarchia dei percorsi (matrice, di impianto, di collegamento) sembra coerente con la graduale conformazione del centro storico; lungo la strada principale, che permette l’attraversamento longitudinale del borgo nella sua massima estensione, sembrano essersi attestate le prime costruzioni in muratura, condizionate dagli ambienti ipogei precedentemente occupati e utilizzati. L’analisi del processo tipologico ha richiesto la redazione del rilievo delle strutture murarie dell’intero centro di Calcata, coerentemente con la metodologia di indagine adottata. Gli elaborati così definiti hanno messo in luce il ruolo della tipologia a ‘pseudoschiera’ nella conformazione del tessuto urbano, secondo varianti anch’esse tipiche ma, al tempo stesso, legate alla particolare natura orografica del sito e alla densa struttura rupestre. I caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata sono stati interpretati per mezzo dei riscontri offerti dalle connotazioni dell’edificato, nelle sue evidenze materico-costruttive e macrostratigrafiche; in primis, lo studio delle murature ha confermato la strutturazione del borgo a partire dal centro, per densificarsi progressivamente verso i margini dello sperone e occupare tutto lo spazio disponibile intra moenia. All’analisi del processo tipologico e dei caratteri costruttivi è seguita la verifica delle forme e tipologie di degrado, condotta alla scala degli aggregati edilizi, ritenuta un’opportuna mediazione fra quella urbana, troppo ampia e dispersiva rispetto alle specificità del costruito storico e alle tante accezioni assunte dall’edilizia di base, e quella edilizia, incentrata sulla singola fabbrica ma potenzialmente slegata dal contesto. Gli aggregati individuati sono stati schedati secondo il tracciato previsto dal SIT Carta del Rischio, proponendo una ‘scheda aggregato’ appositamente modificata e integrata nel solco di sperimentazioni condotte in anni recenti. Pertanto, sono stati individuati i limiti e le potenzialità applicative del SIT, concepito per una tutela puntiforme calibrata sui singoli edifici, giungendo ad alcune implementazioni formulate sul piano teorico. La ricognizione del borgo tramite le suddette operazioni di schedatura ha mostrato la tipicità di alcuni fenomeni di degrado e ha permesso di verificare lo stato di conservazione dell’intero centro storico di Calcata; questo parametro, definito qualitativamente ma non quantitativamente (in quanto non si dispone dell’algoritmo utilizzato da MiBACT e IsCR), consentirebbe la valutazione della vulnerabilità e, dunque, la programmazione di ulteriori indagini e dei necessari interventi conservativi. Concludendo, la tesi analizza le possibilità di interpretazione dei centri storici minori, a partire dal caso di studio indagato, e gli strumenti applicabili ai fini conservativi, con riguardo per l’eventuale applicazione del SIT Carta del Rischio ai singoli aggregati edilizi, senza rinunciare a una riflessione sulle problematiche aperte nel campo del restauro e della conservazione alla scala urbana.
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Livres sur le sujet "Carta di rischio archeologico"

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A misura d'uomo 2 : Aggiornamento alla carta del potenziale archeologico di Cesena. Sesto Fiorentino (Firenze) : All'insegna del giglio, 2021.

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author, Irollo Giolinda, et Notomista Mario author, dir. Carta del potenziale archeologico e del patrimonio edilizio storico del Comune di Gragnano (NA). Amalfi : Centro di cultura e storia amalfitana, 2016.

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3

Sicily (Italy). Dipartimento regionale dei beni culturali e dell'identità siciliana, dir. Carta archeologica e sistema informativo territoriale del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e dell'identità siciliana, Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana, 2012.

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4

Pia, Guermandi Maria, dir. Rischio archeologico : Se lo conosci lo eviti : atti del Convegno di studi su cartografia archeologica e tutela del territorio : Ferrara, 24-25 marzo 2000. Firenze : All'insegna del giglio, 2001.

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Italy) Convegno internazionale di studi "La materia e i segni della storia" (2nd 2004 Siracusa. Teatri antichi nell'area del Mediterraneo : Conservazione programmata e fruizione sostenibile : contributi analitici alla carta del rischio : atti del II convegno internazionale di studi La materia e i segni della storia, Siracusa 13-17 ottobre 2004. Palermo : Regione Siciliana, Assessorato ai beni culturali, ambientali e della pubblicaistruzione, Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente, 2007.

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6

Domenica, La Manna, Lentini Elena 1957-, Sicily (Italy). Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente et Sicily (Italy). Centro regionale per la progettazione e il restauro e per le scienze naturali ed applicate ai beni culturali, dir. Scienza e patrimonio culturale nel Mediterraneo : Diagnostica e conservazione : esperienze e proposte per una carta del rischio : atti del III Convegno internazionale di studi La materia e i segni della storia, Palermo, 18-21 ottobre 2007. Palermo : Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente, 2009.

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Maurizio, Bora, et Santoro Sara, dir. Progetto Durrës : Atti del secondo e del terzo Incontro scientifico : strumenti della salvaguardia del patrimonio culturale : carta del rischio ..., Villa Manin di Passariano, Udine-Parma, 27-29 marzo 2003 : Alte tecnologie applicate ..., Durrës, 22 giugno 2004. Trieste : Editreg, 2004.

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8

Pia, Guermandi Maria, dir. Rischio archeologico : Se lo conosci lo eviti : atti del Convegno di studi su cartografia archeologica e tutela del territorio : Ferrara, 24-25 marzo 2000. Firenze : All'insegna del giglio, 2001.

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Chapitres de livres sur le sujet "Carta di rischio archeologico"

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Elena Eramo. « Sul rapporto semantico tra dati grafici e numerici in un modello di valutazione del Rischio archeologico ». Dans DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality. FrancoAngeli srl, 2022. http://dx.doi.org/10.3280/oa-832-c150.

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