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Littérature scientifique sur le sujet « Carote di Ghiaccio »
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Thèses sur le sujet "Carote di Ghiaccio"
MAZZOLA, CLAUDIA MARIA GABRIELLA. « Il pleistocene medio-superiore nella carota di ghiaccio di Talos Dome (antartide orientale) : riscostruzione ad alta risoluzione del record delle polveri fini atmosferiche e loro significato paleoclimatico ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2009. http://hdl.handle.net/10281/7573.
Texte intégralBraida, Martina. « Ricostruzione ad alta risoluzione delle variazioni climatiche dell'Antartide orientale durante l'Olocene ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10159.
Texte intégralLe carote di ghiaccio sono uno degli strumenti più utili nella ricostruzione delle variazioni climatiche del passato. In questo studio i principi della Geochimica Isotopica sono stati applicati alla carota di ghiaccio di TALDICE (159°11'E 72°49'S, quota 2315 m s.l.m., temperatura media annua superficiale -41°C, tasso di accumulo 80 mm we yr-1, lunghezza della carota 1620 m) raccolta nell’ambito del progetto internazionale TALDICE (TALos Dome ICE core project). Il lavoro scientifico sviluppato in questa tesi è stato portato a termine nell’ambito del progetto HOLOCLIP (www.holoclip.org) volto all’integrazione dei proxy climatici ottenuti dalle carote di ghiaccio e di sedimento marino dell’Antartide con i dati della modellistica (modello climatico di complessità intermedia LOVECLIM) relativi al presente interglaciale, l’Olocene. Lo scopo di questa tesi è di ricostruire, con un’alta risoluzione temporale (decennale), la variabilità climatica nel sito di Talos Dome per l’intero Olocene (circa gli ultimi 12.000 anni), attraverso l’analisi degli isotopi stabili dell’ossigeno (δ18O) sui campioni di dettaglio (10 cm) dei primi 690 metri di questa carota. Sulla base della scala dell’età messa a punto da Severi et al. (2012), ottenuta sincronizzando il segnale dei solfati vulcanici di TALDICE con quello di EDC, questo passo di campionamento corrisponde ad una risoluzione temporale media relativa all’Olocene di 1.8 anni. Il trend a lungo termine ottenuto dal profilo del δ18O di TALDICE, mostra degli andamenti in comune con quelli già osservati in altre carote di ghiaccio provenienti dal plateau dell’Antartide orientale ossia un optimum, all’inizio dell’Olocene tra circa 11.6 e 9.2 ka BP, un minimo centrato intorno agli 8 ka e un optimum secondario intorno ai 2 ka. Applicando uno smoothing binomiale a 500 anni sul record isotopico e sottraendo il trend a lungo termine sono stati identificati 12 sub-eventi caldi significativi, intervallati da altrettanti sub-eventi freddi occorsi durante l’Olocene, corrispondenti ad una variazione di temperatura di circa 0.8°C. Le fasi corrispondenti a trends di raffreddamento corrispondono ad una diminuzione della frequenza, dell’ampiezza e della durata dei sub-eventi significativi. La wavelet analysis effettuata sul profilo delle anomalie isotopiche permette di individuare due periodi, prima e dopo i 6.5-6.8 ka BP, caratterizzati da diverse frequenze predominanti. Questa transizione delle periodicità avviene subito dopo il completamento dell’apertura del Mare di Ross (Baroni and Hall, 2004; Baroni et al., 2005) ed è visibile anche dai risultati della wavelet analysis effettuata sui record delle polveri e sul record isotopico della carota di ghiaccio di Taylor Dome. L’analisi della variabilità (deviazione standard mobile di 3000 anni) applicata su TALDICE, Taylor Dome, EDC e EDML mostra una somiglianza della distribuzione della variabilità climatica nei siti più costieri rispetto quelli più interni (EDC), probabilmente associabile a processi legati alla variazione del ghiaccio marino. Dall’osservazione dei principali trend di temperatura ricavati sia dalle carote di ghiaccio antartiche che da carote di sedimento marino dell’emisfero meridionale per i periodi 10-8, 4-6, 6-4, 4-1 ka BP si evidenzia un generale trend di raffreddamento alle alte latitudini dell’emisfero meridionale durante l’Olocene. Nelle carote di ghiaccio antartiche questo trend di raffreddamento non è presente in maniera omogenea in tutti i record isotopici: in alcuni casi si verifica una situazione di relativa stabilità (EDC), in altri un trend di leggero riscaldamento (TALDICE) e in altri ancora un trend di raffreddamento (Vostok). Dal record composito riferito agli ultimi 2000 anni, prodotto per l’Antartide Orientale nell’ambito di questo lavoro di tesi, risulta che nel periodo che va dal 400 al 900 CE (Common Era) c’è una prevalenza di anomalie positive (calde) mentre nel periodo successivo, che va dal 1300 CE al 1800 CE, c’è una prevalenza di anomalie negative (fredde), superiori in numero, durata ed intensità rispetto alle prime. Nel corso degli ultimi 2000 anni si osserva un debole trend di raffreddamento di -0.1‰/1ka ossia di -0.2°C/1ka in accordo con i risultati del recente lavoro pubblicato nell’ambito del programma PAGES 2k che evidenzia un trend di diminuzione della temperature a scala globale nel corso degli ultimi 2000 anni fino al periodo pre-industriale.
XXV Ciclo
1975
MATTAVELLI, MATTEO. « Development of a Glaciological Spatial Data Infrastructure to assess glacier response to climatic fluctuation ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/102679.
Texte intégralThe aim of my Ph.D. research is to create a methodology for recovery, storage, access and disseminate glaciological data, starting from the development of a spatial data infrastructure (SDI) and use it to study the evolution of the glaciers in relation with climate change. My research is part of the project of interest Nextdata (www.nextdataproject.it). In the first two years a geodatabase for glaciological data was built. A new structure that can contain data about world non polar ice core characterization (IDB1) was implemented. To overlap IDB1 critical issues a new structure was set-up with this improvements: A repositioning methodology was set-up to increase the accuracy of coordinates of the ice cores, different entities with information about project of perforation, drilling-site, references of data and additional information about ice core were added to the structure. During the third year of research the new geodatabase IDB2 was linked with glaciological databases of glaciers containing spatial, geomorphometric and other information. A new part was developed to store data coming from geomorphological analysis. In particular two entities about glaciers were added: the first, Glacier_Code_tab stores the union between the different glaciers databases such as GLIMS, RGI, WGI, WGMS id for each perforated or not perforated glaciers. The second one, Glacier_Data_Tab contains the geomorphological parameters such as Flow line length, min and max elevation, averaged slope and aspect calculate using a GIS algorithm developed. A GIS module called GlacierDataModule (GDM) was developed also during the third year to provide detailed information to calibrate minimal glacier model (MGM) to assess glaciers response to climatic fluctuations and to linkage the geomorphological parameters with climate variability. The procedure requires for each glacier, as inputs DTMs, POLYGONs and FLOW LINEs. The flow lines was calculated starting from the results of r.flow algorithms and after a subjective evaluation based on morphological parameters the most important flow lines were digitalized. The algorithm was applied at 34 glaciers of great alpine region (GAR) that are the glaciers with the longest measurements of mass balance, the primary data needed to run the minimal model. Input data required to GDM were recovered from IDB2 and ASTER GDEMv2 was used as DEM input source. Results of GDM on GAR was used to populate IDB2 in an iterative way and used to calibrate the MGM to assess glaciers response to climatic fluctuations. Geomorphological data coming from the spatial analysis on glaciers was also used to compare the glaciers and find some behaviour useful to evaluate the glacier distribution along the GAR. The results of this analysis shows a clear climatic characteristic of the glaciers of GAR. Only 34 glaciers was evaluated but the results was comparable to the results presents by Evans in his study where 6561 glaciers on GAR were taken in account (Evans, I.S., 2006). A geoportal with a webgis available at: http://geomatic.disat.unimib.it/home/geomatic/idb2/ was developed to share this data. In conclusion during my Ph.D. a SDI contain glaciological data was set-up, drawn and implemented. SDI allowed until now at the scientific community to modelling the suitability for ice core drilling of mountains glaciers and provide a input parameters to run a GIS module developed. GIS Module is used to obtain geomorphological parameters to calibrate minimal model, evaluate the glaciers response at climatic fluctuations through the glacier distribution along the GAR. The IDB2 will be also used in the future to identify paleo-climatic proxy that could be useful, within the interaction of other paleo-climatic proxies (lake sediments; marine sediments; pollen and corals), to reconstruct the last 2K years of climate variability in Italy.
Segato, Delia <1992>. « Determinazione di elementi in traccia nella carota di ghiaccio di Renland in Groenlandia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11466.
Texte intégralSalitore, Alessio <1996>. « Indicazioni paleoclimatiche da record isotopici e di levoglucosano nella carota di ghiaccio di SolarIce (Dome C, Antartide orientale) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19672.
Texte intégralFedon, Lorenzo <1989>. « Analisi di contaminanti organici in campioni di firn provenienti da una carota di ghiaccio prelevata a Dome C, plateau antartico : valutazione di un trend temporale di distribuzione di composti di origine antropogenica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15640.
Texte intégral