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Articles de revues sur le sujet « Capacità umane »

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Maletta, Sante. « Vulnerabilità umana e razionalità pratica. Una prospettiva bioetica macintyriana ». Medicina e Morale 68, no 3 (15 octobre 2019) : 297–312. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.588.

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Résumé :
Questo articolo prende in esame alcuni testi di Alasdair MacIntyre, compresi in un arco temporale di circa trent’anni, a partire dai quali si può ricostruire una prospettiva bioetica che fa perno su un’etica delle virtù. Tale prospettiva “ricentra” la bioetica sulla medicina come pratica sociale e quindi sul rapporto paziente/medico considerato all’interno della concreta trama sociale nella quale agiscono forme di dipendenza tanto alienanti quanto liberanti. Il perseguimento del bene umano non passa quindi attraverso un’utopica emancipazione da ogni forma di dipendenza ma bensì attraverso la pratica delle virtù etiche e dianoetiche resa possibile dai rapporti di dipendenza biologica e razionale. L’esercizio della razionalità pratica indipendente, che costituisce un fattore importante della realizzazione del bene, non viene intesa come autonomia assoluta ma piuttosto come capacità di dar conto delle proprie scelte e azioni dal punto di vista narrativo. In tale prospettiva bioetica la disabilità, in quanto manifestazione della dipendenza e della vulnerabilità umane, diviene un’opportunità per l’esercizio delle “virtù del dare e del ricevere” che realizzano il bene individuale e il bene comune e quindi spinge nella direzione di un ripensamento della condizione umana e della natura del legame sociale e dei suoi criteri di giustizia.
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Piliu, Salvatore. « Il diritto delle comunità umane intenzionali : nuovi ordinamenti giuridici ? » Zeszyty Naukowe KUL 60, no 3 (28 octobre 2020) : 349–56. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.349-356.

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Résumé :
Il presente intervento si propone di analizzare dal punto di vista giuridico il nuovo fenomeno, oramai globalizzato, delle comunità umane intenzionali, con l’intento di comprendere se queste nuove tipologie di aggregazione di individui possano essere considerate come forme alternative di collettività organizzate produttive di modelli giuridici differenti rispetto a quelli tradizionali, ovvero capaci di dar vita a nuovi ordinamenti giuridici, partendo dall’assunto ubi societas, ibi ius. Partendo dalle definizioni elaborate nel campo della sociologia giuridica di comunità e di comunità intenzionali, si è poi analizzata la problematica inerente la capacità delle comunità intenzionali di produrre regole giuridiche da applicare ai componenti delle comunità. È stata poi esaminata l’organizzazione giuridica della Comunità di Damanhur, situata in Piemonte (Italia), in cui vi sono norme interne di diritto privato e di diritto pubblico che regolano la vita dei consociati, un vero e proprio sistema giuridico interno della Comunità, che pone non pochi problemi nel rapporto con il diritto italiano. Il nuovo progetto di legge presentato nel 2017 al Parlamento italiano, in merito al riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali, potrebbe regolare in maniera definitiva questa materia, ovvero i rapporti tra Comunità e Stato di appartenenza, con il conseguente riconoscimento della esistenza di ‘ordinamenti giuridici autonomi’ facenti capo alle Comunità intenzionali.
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Calcaterra, Rosa M. « John Dewey e la fede laica ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 35 (septembre 2009) : 7–20. http://dx.doi.org/10.3280/las2009-035001.

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- Lo sfondo religioso del pensiero di John Dewey ha una forte incidenza sulla sua concezione della democrazia, la quale tuttavia prevede espressamente l'affrancamento dalle credenze nel soprannaturale. Il carattere ‘quasi-religioso'che egli assegna agli ideali democratici č un'espressione peculiare di un ‘naturalismo umanistico' che valorizza la capacitÀ immaginativa e la conoscenza scientifica, quali strumenti basilari per sviluppare le migliori possibilitÀ umane, prescindendo dall'individualismo e da ogni forma di dogmatismo. La complessitÀ del pensiero deweyano, delle sue fonti di ispirazione cosě come delle sue istanze piů originali, sembra offrire sufficienti motivi tanto per mitigare i rischi di un incauto scientismo quanto per lasciare spazio a un ulteriore approfondimento del problema delle credenze religiose, problema che, nel nostro tempo, appare tutt'altro che secondario.
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Marossi, Walter. « Paolo Valera, il cantore dei bassifondi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (19 mars 2020) : 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Michel Franca, Guy, Silvia Reggi, Alessia Salvatori et Laura Pieroni. « La metodologia dell'etica delle relazioni umane : uno studio di valutazione dell'effetto sugli stati dell'umore ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 747–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002013.

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L'obiettivo dello studio è quello di offrire una prima analisi quantitativa ap-profondita della formazione ERH etica delle relazioni umane per valutare i pos-sibili cambiamenti dell'umore nei soggetti coinvolti prima e dopo la formazione. Abbiamo utilizzato il Profile of Mood State Test con 51 soggetti (Età: M = 45,32) prima e dopo un corso di formazione per dirigenti ed insegnanti scolastici. I risultati mostrano una riduzione significativa dei fattori di tensione-ansia, depressione-deiezione, rabbia-ostilità, in linea con l'ipotesi sperimentale. I soggetti coinvolti nella formazione acquisiscono strumenti per cambiare in-ternamente i loro stati di ansia, rabbia e ostilità in uno stato di coscienza che è l'espressione del Vero sé: non è solo una questione di comprensione cognitiva o auto-persuasione, ma della capacità di regolazione di ciò che la persona speri-menta internamente. Nella nostra ipotesi il processo avviene grazie all'attivazione dello spazio di lavoro neuronale globale (Global Neuronal Workspace, GNW). L'attivazione del GNW consente la disponibilità globale dell'informazione proveniente dai centri sensoriali in concomitanza alle informazioni provenienti dal sistema limbico e le rende accessibili alla coscienza, grazie all'attivazione di neuroni ad assoni lunghi diffusi, particolarmente presenti nelle zone prefrontali e parietali. È grazie a que-sto processo che l'individuo è in grado non solo di percepire, ma anche di elabo-rare ed integrare consapevolmente quanto ha sperimentato internamente.
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Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Logica dell'interpretazione in psicoterapia (1964) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (août 2022) : 477–90. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-003006.

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Dopo una introduzione che inquadra storicamente questa relazione che fu tenuta nel 1964, vengono fatte alcune riflessioni sulla logica dell'interpretazione in psicoanalisi e più in generale nell'attività clinica. Tra gli aspetti che vengono discussi vi è il ruolo dell'intuizione nella clinica e quello della capacità di previsione in termini di probabilità. Viene anche accennato al rapporto tra attività clinica e ricerca in psicoterapia. (Questo testo è la trascrizione della registrazione di una relazione tenuta a braccio al Quarto corso di aggiornamento del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia - che dagli anni 1970 si chiamerà Psicoterapia e Scienze Umane - dal titolo "Problemi teorici e casi clinici", Milano, 1-4 maggio 1964; dopo la relazione è riportato il dibattito con gli interventi di Silvano Arieti, Enzo Codignola, Franco Fornari, Luigi Frighi, Pier Francesco Galli, Mario Moreno, Diego Napolitani ed Enzo Spaltro).
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Lima Bianchi, Patrícia Nunes, et Lino Rampazzo. « LA LEGITTIMITÀ DELL’ADEGUATEZZA DEGLI APPALTI PUBBLICI A NUOVI PARAMETRI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE ». Novos Estudos Jurí­dicos 25, no 3 (31 décembre 2020) : 595–617. http://dx.doi.org/10.14210/nej.v25n3.p595-617.

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L’obiettivo di questo articolo è dimostrare la legittimità dell’adeguatezza degli appalti della Pubblica Amministrazione ai nuovi parametri di sostenibilità. Lo scopo è quello di evidenziare la natura dello sviluppo sostenibile, sulla base dell’analisi di una sentenza emessa dalla Corte dei Conti dell’Unione. Si conclude, in questo studio, che gli appalti pubblici hanno un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi costituzionali del benessere e dello sviluppo, fungendo da veicolo per la promozione dello sviluppo sostenibile, attraverso il potere d’acquisto dello stato, che incoraggia comportamenti e modifica abitudini all’interno del mercato. In questo contesto, lo sviluppo non deve essere inteso come una mera crescita economica, ma come un processo continuo per migliorare il benessere della collettività, anche se più costoso dal punto di vista economico, risultando in un’efficace espansione delle libertà e delle capacità umane. Per lo sviluppo di questo studio, si è fatto ricorso al metodo induttivo, con procedimento monografico, attraverso unaricerca bibliografica e documentale.
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Bignamini, Angelo A. « La persona centro e misura di ogni sistema sanitario ». Medicina e Morale 51, no 1 (28 février 2002) : 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate et Matteo Mazzoni. « Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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Tibaldeo, Roberto Franzini. « Animale, "transanimale" e umano nel pensiero di Hans Jonas ». Pensando - Revista de Filosofia 6, no 11 (27 juillet 2015) : 415. http://dx.doi.org/10.26694/pensando.v6i11.3606.

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Il pensiero di Hans Jonas, specie per quel che riguarda la cosiddetta “biologia filosofica”, tratta indirettamente del rapporto tra essere umano e animale. A questo riguardo, Jonas rifiuta sia l’approccio dualistico, sia quello monistico-riduzionistico e propende al contrario per una complessiva reinterpretazione del fenomeno della vita nei termini di quel che egli definisce una “rivoluzione ontologica”. In virtù di ciò, il pensatore rintraccia lo specifico del fenomeno della vita e individua nelle forme viventi una scala naturae di complessità, auto-trascendimento e libertà via via crescenti, le cui tappe significative sono la vita organica, quella animale e quella umana. Per quel che concerne la forma animale, varie specie presentano “potenzialità trans-animali”, che evidenziano un ponte biologico e ontologico verso l’essere umano. In altre parole, l’animale è in qualche modo in grado di prefigurare la forma di vita specificamente umana. Tuttavia, sostiene Jonas, non appena quest’ultima fa la propria comparsa, essa è tale per cui se ne evidenzia al tempo stesso anche lo “iato metafisico” rispetto alla vita animale. La specificità umana si manifesta nella propria capacità di essere responsabile e di preservare le condizioni basilari per una vita autentica sul pianeta.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra et Marco Pietrosante. « Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano : a remarkable case of territorial branding ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Résumé :
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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Lolli, Gabriele. « Intuizione e logica ». PARADIGMI, no 3 (décembre 2011) : 45–57. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003004.

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Le discussioni sul principio di scelta all'inizio del Novecento, in particolare dopo la dimostrazione di Zermelo del teorema del buon ordinamento, nel 1904, sono un esempio interessante del contrasto tra intuizione e logica: due concezioni della matematica si fronteggiano, quella che la vede come attivitŕ di costruzioni, e cerca di rispettare, sia pure generalizzandole e idealizzandole, capacitŕ derivate dall'esperienza umana, e quella che la vede in modo oggettivo, e vuole ridurre a regole le azioni umane. Si nota tuttavia un paradosso: chi vuole dare una versione logica del processo lo considera per ciň stesso concepito da una intuizione positiva, accettabile come intuizione pre-matematica; chi insiste sulla costruzione vuole mantenere vincoli che derivano dall'interpretazione come attivitŕ umana, e tende perciň paradossalmente a diffidare dell'intuizione quando essa porta con la fantasia al di lŕ delle operazioni realmente ammissibili.
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Cattinari, Enrico Bertrand. « Dignitŕ umana : obbligo di rispetto o contenuto prescrittivo ? Note su un recente convegno ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (décembre 2011) : 179–92. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-002009.

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Dal momento in cui la dignitŕ, da assioma filosofico, viene calata in un contesto normativo, si rende necessario uno sforzo ermeneutico e argomentativo per definirne la portata e, se possibile, il contenuto. Il principio che ricorre con maggiore insistenza nei diversi contributi č quello dell'autonomia, intesa perň non come mera libertŕ dell'individuo, considerato a prescindere dalla realtŕ e dal contesto sociale in cui si situa, bensě come capacitŕ-libertŕ del soggetto di orientare in concreto le proprie scelte. La questione se il ricorso ad una categoria pre-giuridica quale la dignitŕ umana svolga un ruolo veramente importante, rafforzando l'enunciazione dei diritti, o se invece il suo valore sia puramente retorico, rimane necessariamente aperta. Il rischio piů grave č invece che si cerchi di estendere l'idea di dignitŕ dall'essere umano concreto all'umanitŕ nel suo complesso; trasformando cosě il riferimento alla dignitŕ umana, da limite invalicabile posto a difesa del singolo, in strumento di quelle ingerenze nella sfera personale, per contrastare le quali era stato originariamente invocato.
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Correale, Antonello. « La psicoanalisi al di lŕ dei soliti confini ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 31–41. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002004.

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Résumé :
L'autore individua alcuni punti chiave della visione psicoanalitica dell'essere umano e li applica al sociale. L'attenzione liberamente fluttuante, come capacitŕ di vedere ciň che si nasconde fra le pieghe, per la particolare utilitŕ di restituire un senso di apertura nelle situazioni che appaiono come prive di una via d'uscita. Il concetto di libido intesa come eros, cioč come dimensione del desiderio che si contrappone a quella del bisogno: la spinta che porta l'essere umano verso l'apertura e non verso la ripetizione degli schemi relazionali ed emotivi dai quali sarebbe altrimenti completamente condizionato. Il conflitto come umana impossibilitŕ di conciliare tutte le cose, la cui consapevolezza ci rende piů saggi e delicati nelle relazioni d'aiuto. Il transfert come coinvolgimento appassionato, difficile da reggere, fonte del rischio di trincerarsi nei ruoli. Infine l'autore si sofferma sulla differenza fra istituzione e comunitŕ. Comunitŕ deriva da munus che significa contemporaneamente impegno e dono. Nella dimensione del dono trova spazio l'unicitŕ della persona.
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Sobański, Remigiusz. « Znaczenie pojęcia osoby w kanonicznym porządku prawnym ». Prawo Kanoniczne 40, no 3-4 (10 décembre 1997) : 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.3-4.01.

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Résumé :
Nel concetto cristiano ogni uomo è una persona, cioè un essere dotato dell’intelletto e della volontà, e questo lo rende il soggetto dei diritti e dei doveri i quali hanno origine nella sua „natura” (in questo chi è) e percio universali, intangibili e inalienabili. L’uomo - la persona umana - nella immagine cristiana dei mondo creato prende il posto centrale e per questo „la persona umana è e deve essere il principio, il soggetto e l’obbiettivo di tutte le organizzazioni sociali”. Questa dignità personale si deve a tutti gli esseri umani - l’essere umano è ,,l’unica creatura sulla terra il quale Dio voleva per lui stesso”, è „un segno particolare dell’immagine Divina”, è capace dell’autodecisione e non si puó trattarla come un mezzo per raggiungere (un qualsiasi) scopo, ma sempre come un obiettivo in sé stesso („la norma personalistica”). Nella filosofia cristiana la persona è un concetto dinamico, comprendente sia la costituzione biopsichica che la realizzazione esistenziale della natura umana. Il diritto canonico riconosce e presume che ogni essere umano è una persona, ma li dove si parla semplicemente della persona umana indipendentemente dal fatto se essa è battezzata, di solito si usa la parola homo (ma nel c. 1086 § 1 la „persona” significa anche una persona non battezzata), invece la „persona” è un termine tecnico che significa il soggetto della capacità giuridica. In questo significato è stato usato il termine persona nel c. 96 CIC/1983 e (indipendentemente dalle differenze tra c. 87 CIC/1917 e c. 96 CIC/1983) bisogna notare il complementare c. 204. Ci si presenta una domanda: perché due volte si dice lo stesso? Nei documenti della Commissione per la revisione del Codice troviamo la spiegazione che nel secondo libro CIC si parla delle persone come dei membri del Popolo di Dio e non delle persone nel senso giuridico. Allora ci si presenta la domanda: in che senso - se non nel senso giuridico - si parla delle persone nel Codice del diritto? Gli autori che difendono quella doppia - diciamo: a doppio aspetto - presentazione fanno notare che il termine „persona” un termine giuridico, statico e formale, il suo punto di riferimento è l’ordine giuridico, invece „christifidelis” un termine teologico, dinamico, contenente i diritti e i doveri dei fedeli e il suo punto di riferimento è populus Dei. Secondo questo concetto la „persona” - diversamente da „christifidelis” - non sarebbe in grado di esprimere adeguatamente uguale, in quanto riguarda la dignità e l’azione, posizione giuridica dei fedeli nella Chiesa, della quale nel c. 208. „Christifidelis” costituisce - secondo questo concetto - il fondamento per la „persona”. Si ammette invero che la „persona” puó essere sostituita con „christifidelis”, ma meglio lasciare la „persona” perché (1) la „persona” riguarda anche le situazioni regolate non risultanti dal fatto del battesimo e (2) rende più facile la comunicativa e la compatibilità con il diritto secolare. Bisogna perô notare che nella Chiesa un uomo diventa una persona proprio tramite il battesimo e da questo punto di vista questi termini sono intercambiabili, nel c.96 non si parla della capacità giuridica in genere, ma si parla della capacità giuridica nella Chiesa, cio non esclude la capacità giuridica dei non battezzati. La capacità, della quale nel c. 96, è l’effetto del battesimo ed è inseparabile dall’incorporazione nella Chiesa, ma per questa capacità il fondamento costituisce la persona umana: la „personalità” canonica si fonda su quella naturale, non la distrugge - un battezzato non ha la doppia personalità (una naturale e altra cristiana), ma corne un uomo (battezzato) è una persona nella Chiesa. Un uomo diventa cristiano tramite il donare che si effettua nel momento di esprimere la fede e di ricevere il battesimo. Questo dono lo rende capace di agire -lo rende capace e anche destina. Questa ontica capacità di agire poi diventa approfondita e indirizzata tramite altri sacramenti. Nella Chiesa la capacità di agire non è un aggiunta alle altre caratteristiche e attributi dell’uomo, ma caratterizza lo status ecclesiastico di un fedele in cui i doni del battesimo e le predisposizioni congenite si uniscono in un insieme. Nella nuova situazione, risultante dal battesimo, si trova un singolo, concreto uomo - e in questo senso essa ha il carattere personale. Ma nello stesso tempo essa ha anche il carattere comunitario - non solo perché con il battesimo l’uomo entra nella comunità, ma soprattutto perché questa situazione risulta dall’esistenza e dall’azione della comunità. L’uomo non avrebbe provato i frutti della redenzione, se la Chiesa non avesse funzionato come uno strumento della salvezza. Nella Chiesa e tramite la Chiesa si realizza la storica e sociale realtà della partecipazione di Dio nel mondo tramite Cristo, nella Chiesa l’uomo prova le grazie redentrici e ricevendole viene coinvolto nell’attività della comunità la quale da la prova della verità e dell’amore. Entrato nel communio, grazie ai doni che aveva ricevuto e con questi doni è diventato il soggetto dell’attività della Chiesa. Proprio questo fatto si cerca di esprimere nel diritto con il concetto della persona. Christifidelis non è che la „persona in Ecclesia”. Questi termini non devono essere differenziati perché altrimenti la riflessione sull‘uomo nella Chiesa seguirebbe il doppio corso, uno giuridico e altro teologico. Senza dubbio, per quanto riguarda l’imagine dell’uomo nella Chiesa, bisogna prendere in considerazione tutto ció che sull’uomo pue dirci la filosofia, psicologia, biologia e sociologia, ma non si pué perdere dalla vista le teologiche conseguenze del battesimo e trattarle come se non meritassero l’attenzione giurudica.
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Gallese, Vittorio, et Valentina Cuccio. « Il corpo paradigmatico. Simulazione incarnata, intersoggettività, Sé corporeo e linguaggio ». SETTING, no 43 (décembre 2020) : 5–44. http://dx.doi.org/10.3280/set2020-043001.

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Résumé :
In questo articolo proponiamo una modalità con cui la neuroscienza cognitiva può fornire nuovi insight su tre aspetti della cognizione sociale. Intersoggettività, Sé umano e linguaggio. Sottolineiamo il ruolo sociale del corpo, concepito come sor-gente costitutiva della coscienza preriflessiva del Sé e degli altri. Intendiamo fornire una visione critica della neuroscienza contemporanea cognitiva e sociale e soste-niamo che il livello neurofisiologico di descrizione è condizione necessaria ma non sufficiente per lo studio dell'intersoggettività, del Sé umano e del linguaggio; questi elementi possono essere chiaramente comprensibili solo in collegamento ad un pie-no riconoscimento della loro stretta inter-relazione con il corpo. Prenderemo in esame i meccanismi specchio e la simulazione incarnata per la loro importanza per una nuova concettualizzazione dell'intersoggettività e del Sé umano. In questo con-testo ci focalizzeremo su una forma specificamente umana di intersoggettività: il linguaggio. Discuteremo gli aspetti della cognizione sociale legati al linguaggio in termini di incarnazione, sottolineando sia il carattere innovativo sia i limiti di que-sto approccio. Sosterremo che un aspetto chiave del linguaggio umano consiste nel disaccoppiamento dal suo usuale uso denotativo, che ne manifesta la capacità di astrazione. Discuteremo queste caratteristiche del linguaggio umano come esempli-ficazione della nozione greca di paradeigma, originariamente studiata da Aristote-le, per riferirci ad una forma tipica di argomentazione retorica e per collegarla alla simulazione incarnata. La conoscenza paradigmatica connette il particolare al par-ticolare, passando da una particolare situazione contingente al caso esemplare. Al-lo stesso modo, la simulazione incarnata consiste nella sospensione dell'applicazione concreta di un processo: la riutilizzazione della conoscenza moto-ria in assenza di movimento che essa realizza è un esempio di "conoscenza paradig-matica". Questo nuovo approccio epistemologico all'intersoggettività consente la possibilità di previsioni circa la natura intrinsecamente funzionale delle nostre ope-razioni cognitive sociali, andando oltre e senza subordinazione ad una specifica ontologia della mente.
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Levrero, F., M. A. Ferrari, A. Pilot, F. Sardanelli, R. C. Parodi, P. Renzetti, E. Simonotto et al. « Risonanza stocastica nel sistema visivo umano ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 119–23. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300122.

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Résumé :
La cosiddetta risonanza stocastica (RS) è un fenomeno statistico recentemente studiato in un'ampia gamma di sistemi fisici non lineari. Secondo la RS esisterebbe un livello ottimale di rumore per il quale il contenuto informativo di segnali deboli sotto soglia può essere rilevato. Questo studio analizza le possibilità della RS nel sistema visivo umano in termini di capacità soggettiva di riconoscere parametri in condizioni ottimali di rumore per stabilire le possibilita della fRM nell'obbiettivizzazione dei risultati.
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Santilli, Valter. « La raffigurabilità psichica : il potere terapeutico e conoscitivo dell'immaginario ». IPNOSI, no 2 (janvier 2022) : 69–79. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2021-002004.

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Résumé :
La dimensione immaginativa ha una funzione fondamentale per la necessità che ha la mente umana di raffigurarsi il mondo esterno. Molti autori sostengono che uno dei compiti principali delle funzioni mentali è quello di creare le "immagini" del mondo, giungendo fino ai più elevati gradi di astrazione. Per fare questo è stato necessario, nel processo evolutivo, che si producesse accidentalmente un salto "qualitativo" che R. Thom chiama astrazione primordiale, che consiste nella capacità della mente di distanziarsi dalle percezioni sensoriali e di raffigurarsi im-maginativamente la realtà esterna. La raffigurabilità psichica è dunque una fun-zione mentale di base attiva massimamente nei fenomeni onirici, il sogno, e nelle visioni che spesso si producono ad esempio nello stato di trance ipnotica. Essa inoltre viene massimamente utilizzata nei processi mentali creativi sia nel campo artistico che in ambito scientifico. Nella pratica psicoterapica utilizziamo spesso immagini o, in maniera più sofisticate, metafore per descrivere la realtà sia interna che esterna del paziente e induciamo a scopo terapeutico stati mentali regressivi: lo stato regressivo è inteso come una dimensione neuropsicologica della mente che facilita lo sviluppo dei fenomeni allucinatori e ideativi che sono alla base della capacità immaginativa dell'essere umano. Un fenomeno interessante in psicoterapia è che il terapeuta e il paziente possono condividere la via regressiva, grazie alla speciale relazione duale che si stabilisce: il rapport in ipnoterapia e il lavoro in doppio in psicoanalisi. Condividere non solo uno "stato mentale" ma anche quello che si produce in termini di raffigurabilità, come nel caso clinico che nell'articolo viene descritto.
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Basso, Ingrid. « Kant nel dibattito filosofico e giuridico danese del primo Ottocento. » Estudos Kantianos [EK] 7, no 2 (14 janvier 2020) : 55–72. http://dx.doi.org/10.36311/2318-0501.2019.v7n2.05.p55.

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Résumé :
La cosiddetta disputa-Howitz che si accese a Copenaghen nella seconda metà degli anni Venti dell’Ottocento rappresentò il primo dibattito filosofico autenticamente danese occorso in Scandinavia nel XIX secolo. Il nome si deve al medico legale Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) che nel 1824 pubblicò il trattato filosofico-giuridico Su follia e imputabilità. Un contributo alla Psicologia e al diritto, che fu pubblicato in forma di articolo nella Rivista giuridica diretta dal giurista e futuro primo ministro danese Anders Sandøe Ørsted (1778-1860), che nel 1798 aveva pubblicato un trattato sulla dottrina kantiana della libertà, opera considerata oggi il frutto più maturo del kantismo in Danimarca. Quale membro del Collegio di Sanità, Howitz doveva valutare l’imputabilità dei criminali. Nel suo testo egli accusò la giurisprudenza danese dell’epoca di essere fondata sul sistema kantiano della moralità; criticò dunque la concezione kantiana della libertà come capacità di determinare le proprie azioni sulla base di un fondamento puramente razionale. Secondo Howitz l’essere umano non è propriamente dotato di libertà in questo senso, poiché ogni azione umana è necessariamente determinata da un motivo che pesa più di altri e la cosiddetta razionalità altro non è che capacitas motivorum. La libertà dovrebbe essere intesa dalla giurisprudenza come capacitas motivorum, ovvero una libertà che non ha nulla a che vedere con la moralità. Howitz sostiene contro la visione morale kantiana che la stessa moralità nasce e si sviluppa sulla base dell’organizzazione cerebrale. Quando apparve, il trattato di Howitz suscitò immediatamente le reazioni critiche di figure di intellettuali di spicco quali lo stesso Anders Sandøe Ørsted, il teologo e futuro vescovo Jacob Peter Mynster, il drammaturgo e critico letterario Johan Ludvig Heiberg e il filosofo Frederik Christian Sibbern, futuro professore e mentore del giovane of Søren Kierkegaard. L’articolo mira a esplorare i fondamenti filosofici del dibattito e soprattutto il ruolo che ebbe in esso la filosofia morale di Kant. Recebido / Received: 4.9.2019.Aprovado / Approved: 28.10.2019.
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Targetti Lenti, Renata. « L'APPROCCIO DELLE CAPACITÀ DI SEN : UN DIBATTITO RECENTE ». Il Politico 254, no 1 (7 juin 2021) : 156–66. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.574.

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I lavori inclusi nel Cambridge Handbook of the Capability Approach sono stati raccolti e curati da tre studiosi molto noti. Enrica Chiappero Martinetti è professore ordinario di politica economica all'Università di Pavia: insegna economia, sviluppo sostenibile ed economia dello sviluppo e della cooperazione a livello universitario e post-universitario. Ha ricoperto la carica di vicepresidente dell'Associazione per lo Sviluppo Umano e le Capacità e attualmente serve tale Associazione come redattrice del "Journal of Human Development and Capabilities".
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Biondi, Teresa. « Donne in rivalsa e nuove “simboliche dei corpi femminili” tra antropomorfismo filmico, moda e idealismo di genere nel primo periodo del cinema viscontiano ». dObra[s] – revista da Associação Brasileira de Estudos de Pesquisas em Moda, no 35 (29 juillet 2022) : 55–82. http://dx.doi.org/10.26563/dobras.i35.1414.

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Il verismo filmico viscontiano riguarda il racconto delle trasformazioni identitarie degli italiani dal dopoguerra al boom economico, e si basa sulla rappresentazione del contesto psico-socio-antropologico in cui “modelli di donne della contemporaneità” appaiono per tratti erotizzati, e sempre emblematici di tentativi di una rivalsa femminile ancora in germe. Nei primi film di Visconti questo particolare aspetto prende dunque forma in toni solo idealmente progressisti e non concreti, rappresentati in personaggi interpretati da dive del tempo quali Giovanna-Calamai in Ossessione (1943), Maddalena-Magnani in Bellissima (1951) e Pupe-Schneider ne Il lavoro (1962). Alla base dei potenziali espressivi di queste opere vi è il valore antropomorfico del cinema, descritto in un suo saggio famoso che sembra più una “dichiarazione di intenti”, un preambolo ai suoi film atto a evidenziare la capacità, tutta da costruire, di riprodurre il valore dell’autenticità umana nella recitazione attoriale e nella scena, o a partire dagli aspetti materiali di cui è composta. Proprio la teoria filmica alla base dei suoi film e la correlata rappresentazione scenica, sia nelle forme simboliche costruite dalla regia, sia in quelle materialistiche dell’insieme di scenografie, costumi e fabbisogno scena, inizialmente assumono i tratti del neorealismo, o come egli precisava del “verismo umano” del quale manterrà sempre il carattere, anche nei film del secondo periodo definito dalla critica barocco e decadentista. Questo cambiamento sarà determinato dalla comprensione che il boom economico e il correlato avvento di una nuova società capitalista hanno cambiato radicalmente la vita e la cultura degli italiani, e non sempre verso il meglio. Per narrare tale cambiamento Visconti definirà nuove forme del racconto “realisticamente pre-strutturate” che mostrano, nella ricchezza della materialità degli ambienti e dei costumi, gli aspetti simbolici di un nuovo verismo umano degenerato dal denaro e spesso celato dietro la maschera dell’apparente crescita sociale. A partire da questo discorso si analizzano i tre personaggi femminili citati sopra, con particolare attenzione a Pupe-Schneider, caso di studio scelto per le particolari connotazioni drammaturgiche costruite tramite elementi barocchi della scena e costumi/abiti del marchio Chanel.
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Grazia Grazia Simone, Maria. « Cultura del consumo, bellezza ed educazione dello sguardo. Per una pedagogia dell'essenziale ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 572–85. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9481.

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L'articolo intende sollecitare una maggiore attenzione del discorso pedagogico sul tema della bellezza intesa come "direzione di senso educativo" e "dinamica significante" (Musaio, 2006) per riscoprirla come uno degli obiettivi più importanti della formazione dell'essere umano. Il contributo delinea le piste di ricerca pedagogica e le opzioni didattiche percorribili per un'educazione alla bellezza negli ambienti di vita della persona, affinché si possa guidare la capacità di guardare all'essenziale anche all'interno delle vaste sollecitazioni offerte dalla cultura del consumo. Dinanzi ad un agire volutamente esteriorizzato fino all'estremo, l'esperienza educativa sollecita a riconquistare la capacità di fare di se stessi il centro del proprio essere e della bellezza non il motore propulsivo della vanità ma un vettore di progettualità e di impegno individuale e sociale. Educare alla bellezza e alla profondità del cuore avvicina l'essere umano al suo nucleo costitutivo per risvegliare la capacità di progettare nuovi modi d'essere e così suscitare la sete di essenzialità e di bellezza, necessarie per un futuro di pace e di giustizia.
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Durante, Vincenzo. « La “semantica dell’embrione” nei documenti normativi uno sguardo comparatistico ». Revista Brasileira de Direitos Fundamentais & ; Justiça 4, no 13 (30 décembre 2010) : 37–57. http://dx.doi.org/10.30899/dfj.v4i13.416.

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Résumé :
L’analisi semantica dei testi giuridici che trattano dell’embrione umano mostra quali siano gli obiettivi che la regola intende raggiungere e se la qualificazionelinguistica adottata sia funzionale alla loro realizzazione. La ricerca, che analizza norme di vari ordinamenti nazionali ed internazionali, individua quattro differenti soluzioni semantiche, che vanno da quelle più pragmatiche, in cui si evita di definire l’embrione umano e di attribuirgli uno specifico status giuridico, a quelle, all’altro estremo, in cui emerge la volontà di conferire un valore pieno all’embrione, al fine di equipararlo ai soggetti dotati di capacità giuridica. Indagando le conseguenze di tali scelte, si evidenzia come non sempre le qualificazioni “forti” si rivelano le più adatte agli scopi che si prefiggono, soprattutto a causa della persistente esigenza di bilanciare la protezione dell’embrione con altri valori ugualmente tutelati.
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Voce, Valentina. « Licenza di uccidere. Per un’analisi critica delle tesi di Jeff McMahan / Licence to kill. For a critical analysis of Jeff McMahan’s theses ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 67–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.568.

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Résumé :
Questo articolo prende in esame la riformulazione del concetto di persona, proposta dal filosofo Jeff McMahan in The Ethics of Killing, come embodied mind. La proposta teorica di McMahan ha una chiara valenza pratica perché, in accordo con una prospettiva funzionalista, identifica la persona con l’acquisizione delle sue capacità cognitive, tracciando una linea discriminatoria tra esseri umani: alcuni non sarebbero persone e pertanto non potrebbero condividere gli stessi diritti che “noi” persone abbiamo. McMahan sviluppa, sulla base di questa impostazione, una gerarchia etica che rende legittima l’uccisione di tutti quegli esseri umani che, a suo avviso, non si possono considerare persone come ad esempio embrioni, feti e individui in stato vegetativo. Il saggio, che rende conto di alcune interessanti annotazioni critiche svolte dalla filosofa Eva Kittay alla proposta di McMahan, si propone di valutare la consistenza teorica di questa teoria e di porla in riferimento alla questione etica e sociale connessa con la tutela dei diritti delle persone con disabilità cognitiva grave. Sulla base delle considerazioni svolte, si è giunti alla conclusione che le teorie di McMahan, e le conseguenze che ne derivano per l’etica pratica, vadano respinte in quanto la separazione tra la nozione di persona e quella di essere umano non risulta adeguatamente giustificata, essendo fondata su una mistificazione dell’uomo privato della sua fondamentale dimensione corporea. ---------- This article takes into account the redefinition of the concept of personhood as embodied mind, proposed by philosopher Jeff McMahan in his book The Ethics of Killing. McMahan’s theoretical proposal has clear practical implications because, according with a functionalist perspective, he identifies personhood with the acquisition of sophisticated cognitive abilities, drawing a discriminatory line among human beings: some are non-persons and therefore they do not share the same rights we persons have. Based on this approach, McMahan develops an ethical hierarchy that makes legitimate the killing of all human beings who, according to his theories, can not be considered as persons, such as embryos, fetuses, and individuals in a vegetative state. The essay, which considers some interesting critical annotations made by philosopher Eva Kittay to McMahan’s proposal, intends to evaluate the theoretical consistency of his theory and to connect it to the ethical and social matter of recognizing and protecting the rights of people with severe cognitive disability. On the basis of our considerations, we concluded that McMahan’s theories, and their consequences for practical ethics, should be rejected because the disjunction between the notion of personhood and that of human being is not properly demonstrated, being based on a mystification of mankind deprived of its fundamental bodily dimension.
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Gilbert, Paul. « RAGIONE E INTELLETTO ». Sapere Aude 13, no 25 (16 juillet 2022) : 22–50. http://dx.doi.org/10.5752/p.2177-6342.2022v13n25p22-50.

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Résumé :
Il mondo sensibile è conosciuto mediante la nostra sensibilità. Oltre alla facoltà della sensibilità, la persona umana ha anche quella della ragione e dell’intelletto. Sembra però che la cultura del nostro secolo XXI abbia smarrito il significato di queste due facoltà, cioè che abbia capito che l’intelletto non sia altro dalla ragione e che il termine “ragione” valga per indicare tutte le dimensioni o capacità dell’intelligenza umana. La nostra riflessione vorrebbe precisamente soffermarsi su questa tendenza culturale e criticarla, percorrendo alcune delle tappe storiche del costituirsi della differenza tra la “ragione” e l’“intelletto”: prima nella Grecia con Socrate, Platone e Aristotele, poi nel secolo XIII con Tommaso d’Aquino, e quindi nella modernità, con Cartesio e Kant. Si dirà che la mancanza di integrazione tra ragione e intelletto non conduce l’umanità verso la sua integralità, anzi che la priva dell’eccellenza della propria essenza.
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Calcaterra, Rosa M. « Post-filosofia e migliorismo La sfida estetica di Richard Rorty ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 44 (septembre 2012) : 7–24. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044001.

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Résumé :
La centralitÀ della categoria temporale del futuro e la preminenza della "conversazione umana" sono gli aspetti basilari della versione rortiana del pensiero democratico americano e della filosofia pragmatista. Nel rinnovare gli assunti di base del migliorismo statunitense, Rorty chiama in causa le consonanze tra autori come John Dewey e William James e le istanze anti-fondazionaliste provenienti dall'Europa, in vista di un ripensamento radicale della pratica filosofica. Essa va intesa non piů alla stregua di una ricerca dei fondamenti ultimi della realtÀ ma piuttosto come un impegno edificante basato sul criterio della Social Hope. Gli autori del pragmaatismo sono frequentati con disinvoltura da Rorty, che condivide con James e particolarmente con Dewey la fiducia nella capacitÀ costruttiva dell'intelligenza umana e nella cooperazione sperimentale degli individui, accantonando invece Peirce e la sua importante nozione di "infinite hope".
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Costa, Massimiliano. « Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 89–106. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9379.

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Résumé :
Nell'economia digitale e delle macchine intelligenti, il paradigma di lavoro - che è definito nella sua dematerializzazione cognitiva e produttiva - impone un nuovo collegamento tra azione, sviluppo economico e umano. La generatività dei nuovi contesti sociali e lavorativi del nuovo Cyber Phisical Systems (CPS) è caratterizzata da una più forte plasticità funzionale e da una riorganizzazione attiva e autonoma dei processi di conoscenza. Ciò rende fondamentale ripensare la formazione non come un fattore di produzione ma come una condizione di crescita integrale della persona all'interno di un modello di learnfare basato su un diritto di apprendimento e la promozione della capacitazione del cittadino. Questa sfida coincide, per la ricerca pedagogica, con la necessità di promuovere un modello di formazione capacitativo in grado di favorire un habitus riflessivo e aperto all'alterità. Questo nuovo habitus si basa sulla connessione tra competenza, abilità e capacità di formare una cultura tecnologica umanizzante non pensata come strumento di potere o controllo ma piuttosto di speranza, intersoggettività per uno sviluppo umano consapevole e partecipato
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Molteni, Massimo. « Il volto senza fine : la sofferenza della mente ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 43–55. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001005.

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Résumé :
Il concetto e l'esperienza umana del dolore sono cambiati nel corso della storia dell'uomo: se per gli antichi greci, cosě come anche nella Bibbia, il dolore faceva parte della vita e come tale era accettato, oggi invece esso viene rifiutato come elemento esistenziale estraneo, da eliminare il piů presto e il piů efficacemente possibile. La scienza medica ha fatto grandi passi in questa direzione, ma la possibilitŕ di attenuare o annullare il dolore fisico non ci esime dalla necessitŕ di riflettere sul vero senso della sofferenza, intesa come aspetto ineliminabile della condizione umana. La percezione della sofferenza dipende non solo dalle caratteristiche personali dell'individuo, ma anche dal contesto socioculturale in cui egli č inserito, variabili che condizionano anche la capacitŕ di comprensione della sofferenza dell'altro. Quanto piů un sistema - persona o societŕ - č complesso, tanto maggiore sarŕ la sofferenza da esso percepita. In definitiva, č inevitabile sia che l'uomo soffra sia che ricerchi la cancellazione della sofferenza: una dicotomia, questa, che acquista un suo senso e una prospettiva di risoluzione solo tramite l'apertura ad una dimensione piů ampia ed elevata rispetto a quella puramente fisica. In quest'ottica, la lotta - umana in generale e medica in particolare - contro sofferenza e dolore assume una connotazione non solo di utilitŕ immediata, ma anche di importante significato ultimo.
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Bonadies, Aldo, Rita Mancini, Marilia Maci, Chiara Gibertoni et Anna Maria Petrini. « Laboratorio Unico Metropolitano : innovazione e alta tecnologia per un nuovo paradigma di medicina di laboratorio ». MECOSAN, no 115 (janvier 2021) : 79–94. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115005.

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Résumé :
Il Laboratorio Unico Metropolitano (LUM) e un intervento di programmazione sanitaria nato sulla spinta delle indicazioni della Regione Emilia- Romagna e volto a ridefinire le capacita produttive attraverso la riduzione delle duplicazioni. Il LUM e un esempio di integrazione in rete tra le strutture e soprattutto tra i professionisti che si occupano di salute. E il primo caso in Italia di cessione del ramo d'azienda tra Aziende Pubbliche: Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Orsola-Malpighi (AOU), AUSL Imola, Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR) hanno "ceduto" le risorse umane e tecnologiche, nonche i contratti di qualsiasi natura relativi alle attivita di diagnostica di laboratorio di patologia clinica, all'AUSL Bologna, individuata quale Azienda Capofila del progetto, presso la quale e localizzata la struttura del Laboratorio Unico.
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Pohlen, Manfred. « Il potere d'influenzamento dell'analista e la veritŕ del suo metodo ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (septembre 2010) : 345–64. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003005.

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Résumé :
Viene recuperato il valore dell'influenzamento dell'analista sul paziente come fondante la pratica terapeutica. L'importanza della suggestione, centrale nell'opera freudiana, č stata negata dal mainstream della successiva tradizione psicoanalitica. Ciň č andato di pari passo con un progressivo inserimento della psicoanalisi nelle scienze naturali a discapito del rapporto con le scienze umane. La capacitŕ terapeutica dell'analista č legata alla sua abilitŕ di anticipare in "chiave fantastica" e "chiaroveggente" i movimenti libidici del paziente che si attivano nel corso del trattamento. Si sottolinea anche che l'attivitŕ del terapeuta č indissolubilmente legata alle sue convinzioni culturali, alla sua scuola di provenienza e al suo status sociale. La psicoanalisi contemporanea č stata "sterilizzata" attraverso una "desessualizzazione" e uno spostamento di attenzione dal mondo interno del bambino al mero ruolo della madre come "contenitore" (container).
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Szewczul, Bożena. « Obowiązek odpowiedniego przygotowania kandydatów przed przyjęciem do nowicjatu ». Prawo Kanoniczne 48, no 3-4 (10 décembre 2005) : 87–110. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.05.

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Résumé :
Le esigenze verso i candidati al noviziato non si cambiano da quasi 30 anni. Listruzione sulla formazione religiosa Potissimum institutioni (1990) e il Codice del Diritto Canonico (1983) ripetono quello che dice l’istrizione Renovationis causam (1969) per quando riguarda i candidati. Sembra che il più grande cambiamento riguardi gli stessi giovani. È sempre più difficile trovare dei candidati con un sufficente grado di maturità umana e cristiana, consapevoli della loro vocazione alla vita consacrata, fedeli a questa chiamata. Per prepararli bene al noviziato non esiste l’unica e chiara strada. Certo, bisogna prendere in considerazione le esigenze nominate in questo articolo cioè: la giusta intenzione di abbracciare la vita consacrata in un istituto religioso, il grado di maturità umana e christiana, l’equilibrio dell’affettività, la salute fisica e psichica, la capacità di vivere in comunità, pero la strada giusta si apre camminando. Sia candidati sia che i responsabili per loro devono con passione e pazienza ascoltare la voce dello Spirito Santo nella vita quotidiana per riconoscere la vocazione dei giovani.
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Cabibbe, Ferruccio. « Capacità ; simbolica e modernità ; liquida ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 78–96. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9313.

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Résumé :
Si fa l'ipotesi che la capacità simbolica, la relazione che l'essere umano ha con i simboli, sia profondamente influenzata dalla componente sociale. Si ritiene che questo aspetto non sia stato sufficientemente considerato in campo psicologico, in particolare junghiano. Il processo individuativo è descritto da Jung in termini quasi esclusivamente "verticali". Si discute la separazione operata da Jung tra segni e simboli veri: tale separazione mantiene la sua validità, ma deve essere vista in modo più elastico per non rischiare di creare una frattura in quella che è considerata una scala della densità di significato. La capacità simbolica in realtà è oggi compromessa su entrambi i versanti. Le conseguenze della postmodernità in generale (nella descrizione di Zygmunt Bauman) e il fenomeno internet in particolare sono visti sia in relazione agli effetti più strettamente neurobiologici che a quelli di tipo più propriamente psicologico. Tra le conseguenze più importanti dell'uso costante di internet si notano in particolare la difficoltà nella lettura approfondita di testi e nella riflessione e la compromissione della memoria a lungo termine.
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Accorinti, Domenico. « Resistenza e resilienza in Cipriano di Cartagine e Gregorio di Nazianzo ». Vox Patrum 83 (15 septembre 2022) : 109–40. http://dx.doi.org/10.31743/vp.13189.

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Résumé :
Come sottolineano Clemens Sedmak e Małgorzata Bogaczyk-Vormayr nella loro introduzione a Patristik und Resilienz (Berlin 2012), la resilienza umana deve essere intesa come la capacità di cambiare sé stessi in risposta a una crisi, non già di tornare a un punto di partenza (Einleitung, 3). Dopo una parte introduttiva sui diversi significati e aspetti della resilienza, questo articolo discute alcuni testi di Cipriano di Cartagine (De mortalitate, AdDemetrianum, De bono patientiae, De dominica oratione) e Gregorio di Nazianzo (Or. 26, Ep. 223, 30-36, 92) che possono essere di qualche interesse per l’attuale discussione sulla resilienza. Entrambi gli autori, infatti, partendo dalla medesima prospettiva escatologica, sembrano condividere una dinamica nozione di resilienza, che non è una mera sopportazione delle avversità, ma la capacità di trasformare una situazione negativa in unarisorsa esistenziale.
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Cabibbe, Ferruccio. « Capacit&agrave ; simbolica e modernit&agrave ; liquida ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 78–96. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9313.

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Résumé :
Si fa l'ipotesi che la capacità simbolica, la relazione che l'essere umano ha con i simboli, sia profondamente influenzata dalla componente sociale. Si ritiene che questo aspetto non sia stato sufficientemente considerato in campo psicologico, in particolare junghiano. Il processo individuativo è descritto da Jung in termini quasi esclusivamente "verticali". Si discute la separazione operata da Jung tra segni e simboli veri: tale separazione mantiene la sua validità, ma deve essere vista in modo più elastico per non rischiare di creare una frattura in quella che è considerata una scala della densità di significato. La capacità simbolica in realtà è oggi compromessa su entrambi i versanti. Le conseguenze della postmodernità in generale (nella descrizione di Zygmunt Bauman) e il fenomeno internet in particolare sono visti sia in relazione agli effetti più strettamente neurobiologici che a quelli di tipo più propriamente psicologico. Tra le conseguenze più importanti dell'uso costante di internet si notano in particolare la difficoltà nella lettura approfondita di testi e nella riflessione e la compromissione della memoria a lungo termine.
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Schafer, Roy. « Principio di realtŕ, nodi tragici e processo analitico ». PSICOANALISI, no 1 (septembre 2010) : 51–68. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001003.

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Résumé :
Il disagio della civiltŕ occupa un posto speciale nello sviluppo della teoria e della tecnica psicoanalitica freudiana. In particolare alcune sue implicazioni permettono una compren- sione piů ampia del principio di realtŕ. Il concetto dei nodi tragici viene definito ed usato per evidenziare la capacitŕ di Freud di includere gli aspetti tragici della vita in questo principio. Un'ampia sezione č dedicata ad illustrare la diffusione dei nodi tragici in svariati aspetti della vita umana: vittimizzazione, intimitŕ e tutela della privacy. Da ultimo, vengono illustrate le implicazioni per la valutazione clinica dell'elaborazione dei conflitti inconsci.
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Faioni, Marisa. « Il furto degli astici : fra responsabilitŕ e co-scienza ». RIVISTA ITALIANA DI GRUPPOANALISI, no 1 (juin 2011) : 115–28. http://dx.doi.org/10.3280/rig2011-001008.

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Résumé :
L'autore, attraverso la storia giudiziale di un'imputata minorenne, riflette e confronta due diverse prospettive di approccio alla realtŕ umana: quella giuridica e quella psicoanalitica. L'ascolto psicologico, in particolare gruppoanalitico, focalizzando l'importanza degli intenzionamenti ambientali nel determinare la capacitŕ dell'agire responsabile, apre lo spazio, al paziente, per una comprensione ricostruttiva e ri-fondativa del soggetto. Le norme, allora, riflettono consapevolezza di sé e degli altri; segnate da una possibilitŕ di scelta permettono l'assunzione di responsabilitŕ, e il godimento di un proprio diritto che costituisce l'irrinunciabile premessa a una, sia pure relativa, possibilitŕ di libertŕ.
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Livi-Bacci, Massimo. « Le migrazioni internazionali. Fisiologia di un sistema ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2010) : 7–22. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003001.

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Nel XXI secolo č comune l'idea che le grandi migrazioni non siano un motore primario della societŕ, ma piuttosto una componente anarchica del cambio sociale, la tessera deformata di un mosaico che non trova l'appropriata collocazione, un "rumore" di fondo che disturba il regolare ronzio della vita sociale. Eppure la capacitŕ di muoversi e di migrare č una essenziale prerogativa umana e meccanismo vitale e fisiologico della vita collettiva. Sulle migrazioni internazionali, nella storia dell'umanitŕ, influiscono profondamente le scelte individuali, la capacitŕ adattativa (fitness) dei migranti, i processi selettivi, l'azione politica, con esiti complessi sul successo delle migrazioni. Alcuni esempi, tratti dal lontano passato e dalla contemporaneitŕ, illustrano i diversi modelli e paradigmi alla radice degli spostamenti internazionali, fisiologici - anziché estranei - al sistema sociale.
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Diordiieva, I. P. « Spelt wheat lines of Uman National University of Horticulture ». Genetičnì resursi roslin (Plant Genetic Resources), no 23 (2018) : 32–39. http://dx.doi.org/10.36814/pgr.2018.23.02.

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Résumé :
Goal. To analyze and systematize spelt wheat lines of Uman National University of Horticulture aiming to selection of valuable initial forms with high grain quality and involvement of them into breeding to create highly-productivve varieties of the crop. Results and Discussion. Over 300 spelt wheat lines were created by remote hybridization. They significantly differ by expression of economically valuable traits. The plant height varied within 52–129 cm. Ten accessions were significant taller than the standard. Tall, medium-height and dwarf forms were selected. The grain weight per ear did not varied significantly (V=36 %). The grain weight per ear in accessions 1695, 1691, 1755, 1559, 1674, 1817, and 1786 was significantly higher than that in the standard. We selected accessions that significantly exceeded the standard by yield capacity. At the same time, they were easily threshed (80–90 %); accessions 1559 and 1786 had high protein content of 21.2 % and 22.3 %, respectively, and high gluten content of 44.5 % and 45.2 %, respectively. The highest protein content was recorded in accessions 1721 (24.0 %) and 1691 (22.8 %). The 1000-kernel weight was significantly increased in accessions 1559 (65.0 g), 1691 (55.1 g), and 1674 (55.5 g). Early-ripening forms (1674 и 1719) maturing by 7–10 days earlier than bread wheat were distinguished. Accessions 1674 and 1721 were highly resistant to brown rust. Conclusions. Remote hybridization of spelt wheat with bread winter wheat is an effective way to improve this crop via breeding. Among over 300 lines of spelt wheat obtained by this method, there were especially valuable accessions combining high yields with high grain quality: accession 1817 with the gluten content of 45.2%, protein content of 22.3% and yield of 6.55 t/ha and accession 1559 containing 44.5% of gluten, 21.2% of protein and giving a yield of 6.36 t/ha. These accessions will be submitted to the state registration. Winter spelt wheat variety Evropa listed in the State Register of Plant Varieties Suitable for Distribution in Ukraine since 2015 resulted from hybridization between bread wheat and spelt wheat.
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Haaland, Torunn. « Le vie verso la ragione : i segni del nuovo realismo in Gomorra ». Quaderni d'italianistica 37, no 2 (27 janvier 2018) : 191–210. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29235.

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Résumé :
Il saggio si concentra sui concetti di realtà e impegno etico e civile in Gomorra. Il romanzo-inchiesta di Roberto Saviano viene in­serito nel contesto del ritorno al realismo e dell’emergere di “oggetti narrativi non-identificati” nella narrativa contemporanea, per poi es­sere associato al dibattito sul nuovo realismo sviluppatosi nell’ultimo decennio in campo filosofico. Costituiscono un punto di riferimento essenziale il Manifesto del nuovo realismo ed altri scritti di Maurizio Fer­raris, così come La questione morale di Roberta de Monticelli. Il primo approfondisce la natura inemendabile della realtà ontologica, separan­dola nettamente dalla realtà epistemologica, mentre la seconda riven­dica il valore della ragione pratica come base di conoscenza e giudizio. Entrambi i filosofi si oppongono allo scetticismo etico in favore di una rivalutazione della capacità della percezione d’accertare tutto ciò che non è socialmente costruito o che non è vero. Il fatto che ci sia una re­altà esterna e indipendente dal sapere umano permette di formulare dei giudizi intesi a indirizzare l’agire umano. L’analisi di Gomorra mostra, precisamente, una tendenza a ricorrere ai sensi come prove dei fatti e alla ragione per acquisire una conoscenza approfondita dei fatti stessi. Le esperienze sensibili si trasmettono, inoltre, nella parola testimoniale e nella presenza fisica sul territorio dell’autore-testimone: due elementi chiave su cui si costruiscono le condanne delle realtà rivelate. I giudizi morali pronunciati suggeriscono che la libertà consiste nel dovere di portare a compimento i diritti civili e di rendere ragione e chiedere agli altri di rendere ragione del proprio agire. In fine, una tale concezione della scrittura e dell’impegno civile rivendica la capacità della parola scritta di documentare, come propone Ferraris, fatti e azioni, e la poten­za della ragione quale fondamento per un dialogo critico con i lettori.
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Borghi, Vando, et Federico Chicchi. « I capricci della merce : produzione di merci come produzione di rapporti sociali ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 116 (avril 2010) : 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116003.

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Résumé :
Karl Marx, in un contesto sociale a dire il vero molto diverso da quello presente, ha dimostrato come il processo di produzione delle merci č, allo stesso tempo, anche un processo di (ri)produzione sociale; un processo in cui non solo le merci, ma anche i rapporti sociali, sono continuamente prodotti in una forma adeguata allo stesso sviluppo capitalistico. Il saggio parte dalla considerazione che questa certamente ancora oggi valida assunzione, deve perň essere interpretata alla luce di due principali metamorfosi: da un lato la dicotomia tra produzione e consumo non puň piů essere considerata in modo cosě netto e radicale (come invece in una considerevole parte delle interpretazioni di origine marxista); dall'altro lato il fatto che le nuove catene di produzione globale del valore coinvolgono, sempre piů direttamente, nuove risorse che riguardano le facoltŕ umane fondamentali (lingua, comunicazione, socievolezza, capacitŕ cognitive e simboliche, capacitŕ sociali, ecc.). Alla fine del saggio, ci si propone inoltre di evidenziare alcune contraddizioni che i piů recenti sviluppi della relazione tra merci e rapporti sociali di produzione stanno causando in termini di rischio di auto-distruzione delle basi morali del capitalismo e di persistenza e crescita di rilevanza economica di pratiche di lavoro che cercano di evitare, come modalitŕ intrinseca della loro organizzazione, l'esercizio dello sfruttamento capitalistico.
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Swoboda, Antoni. « Aspekty wychowawcze w pismach filozoficznych Platona i autorów chrześcijańskich IV wieku (św. Augustyn, św. Hieronim) ». Vox Patrum 38 (31 décembre 2000) : 463–85. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7270.

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Résumé :
Il presente studio ci fa convincere che per i Padri della Chiesa in confronto di Platone l'educazione dei bambini e della gioventu costituiva il primario dovere dei genitori. Platone prima di tutto attribuiva questo ruolo allo stato. Il processo educativo il quale esige le capacita del modo psicologico del trattare dell'uomo dovrebbe riguardare tutti e svolgersi all’altissimo livello. Perció e molto importante la scelta dei adeguati educatori e dei maestri ed anche la necessita dell’interessamento del bambino da parte dei genitori. La mancanza di questo riflette negativamente sulla psicologia del bambino causando un negativo adattamento alla vita nella societa umana.
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Sala, Roberta. « Il bambino morente : verità, autonomia e interessi in conflitto. Linee per una discussione. » Medicina e Morale 42, no 2 (30 avril 1993) : 363–79. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1060.

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Résumé :
Partendo dalla rimozione della morte che la società odierna opera e dalla difficoltà di parlare della morte ai bambini, l'Autore del presente studio illustra anzitutto la capacità di comprensione della morte che ha il bambino, facoltà per certi versi più sviluppata dell'adulto proprio per le peculiari caratteristiche psicologiche del bambino stesso. Il lavoro prende in esame il caso del bambino inguaribile, situazione nella quale la concezione meccanicistica e biologista della medicina si rivela insufficiente a gestire il fatto umano, mentre l'ascolto dell'altro, la cura (concetto diverso dalla guarigione), la relazione tra medico e paziente in un "affidarsi" reciproco, si rivelano decisive. Su queste basi la comunicazione della verità al bambino gravemente ammalato ha senso solo se basata sul rispetto del bambino come persona.
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Mongillo, Vincenzo. « Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale : efficienza e garanzie "prese sul serio" ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.

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Résumé :
In un mondo in cui l'attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell'estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale - sia autentiche che "mimetizzate" sotto una nozione di territorialità dilatata all'estremo - da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell'ottica di un equilibrio ragionevole.
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Varsalona, Agnese. « La dignità umana e la ricerca del suo fondamento. Considerazioni a margine dall’Enciclica “Fratelli tutti” ». Warszawskie Studia Teologiczne 35, no 1 (6 octobre 2022) : 119–35. http://dx.doi.org/10.30439/10.30439/wst.2022.1.7.

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Résumé :
In the encounter with the other, each person somehow perceives his or her inviolable dignity, the safeguarding and promotion of which is an indispensable condition for the realization of more fraternal and inclusive societies. In this direction it is necessary to search the foundation of this dignity, as affirmed by Pope Francis' Encyclical "Fratelli tutti.” Such a search cannot prescind from the concept of person, taken up in the theological reflection of the first centuries to say the newness of the God of Jesus, and only later used to tell who is the human being, whose creation in the image and likeness of God grounds his inalienable dignity. The denial of man's capacity for self-transcendence and the existence of an absolute foundation - imagined as totalitarian and repressing diversity – expose to the danger of manipulation of what is human and disintegration of the social tissue. Therefore, there emerges the need to revisit the concept of absoluteness in the light of the God of Jesus, who is a relationship of love, unity in the diversity of the three persons.
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Varsalona, Agnese. « La dignità umana e la ricerca del suo fondamento. Considerazioni a margine dall’Enciclica “Fratelli tutti” ». Warszawskie Studia Teologiczne 35, no 1 (6 octobre 2022) : 119–35. http://dx.doi.org/10.30439/wst.2022.1.7.

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Résumé :
In the encounter with the other, each person somehow perceives his or her inviolable dignity, the safeguarding and promotion of which is an indispensable condition for the realization of more fraternal and inclusive societies. In this direction it is necessary to search the foundation of this dignity, as affirmed by Pope Francis' Encyclical "Fratelli tutti.” Such a search cannot prescind from the concept of person, taken up in the theological reflection of the first centuries to say the newness of the God of Jesus, and only later used to tell who is the human being, whose creation in the image and likeness of God grounds his inalienable dignity. The denial of man's capacity for self-transcendence and the existence of an absolute foundation - imagined as totalitarian and repressing diversity – expose to the danger of manipulation of what is human and disintegration of the social tissue. Therefore, there emerges the need to revisit the concept of absoluteness in the light of the God of Jesus, who is a relationship of love, unity in the diversity of the three persons.
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Raniolo, Francesco. « Alla ricerca di democrazie ‘miti e serene' per il XXI secolo ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 99–124. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001004.

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Résumé :
In questo articolo la democrazia rappresentativa e, in particolare, quella parlamentare vengono concettualizzate come regimi di riconciliazione che assicurano la convivenza pacifi-ca tra esseri umani e gruppi diversi. A tal fine esse devono affrontare il trilemma ordine, plu-ralità, legalità costituzionale. Parlamenti e partiti politici, per la loro funziona di linkage tra società e istituzione, sono stati strumenti cruciali a tale scopo. L'articolo ricostruisce, quindi, le due varianti polari di democrazia parlamentare (maggioritaria e consensuale) come tentativi di trovare un equilibrio fra i tre valori-obiettivi. Ovvero, come modi per realizzare un trade-offe accettabile tra costi/rischi di oppressione e di efficienza. Tuttavia, le sfide esterne e le trasformazioni interne (declino dei partiti tradizionali e populismo) alle democrazie del XXI secolo sembrano indicare che queste devono mostrare non solo capacità decisionale, ma soprattutto tolleranza, giustizia e non-dominio.
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Szewczul, Bożena. « Nowe wyzwania wobec życia konsekrowanego ukazane w instrukcji "Rozpocząć na nowo od Chrystusa" ». Prawo Kanoniczne 48, no 1-2 (5 juin 2005) : 101–20. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.07.

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Résumé :
La vita dedicata a Dio e al suo regno incontra oggi difficoltà e ostacoli, che costituiscono altrettante sfide alla vita consacrata. L’istruzzione „Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio” elenca le sfide più significative nell’attuale momento storico: ritrovare il senso e la qualità della vita consacrata, una seria formazione permanente all’interno di una radicale riconsiderazione del problema della formazione, l’animazione vocazionale, il compito dei superiori e delle superiore, rispondere sempre meglio all’esigenza di inculturazione, le sfide di cultura globalizzata, il problema della riorganizzazione delle opere, inosservanza dei diritti umani fondamentali, mentalità consumistica. Nel testo dell’Istruzione possiamo trovare una triplice chiave di affrontare le sfide della modernità: lo sguardo di fede che sa accogliere la grazia nella debolezza; la capacità di scoprire in ogni difficoltà l’ocasione per un nuovo inizio; le indicazioni di linee concrete di discernimento nelle scelte che si impongono.
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Graziani, Lorenzo. « Passare il limite : funzioni espressive e implicazioni filosofiche della metalessi ». ENTHYMEMA, no 31 (1 février 2023) : 302–18. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/18434.

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Résumé :
Dal punto di vista narratologico, la metalessi si definisce come una trasgressione della gerarchia narrativa in cui un elemento appartenente a un livello superiore si trova ad agire a uno inferiore e viceversa. Il presente saggio offre un’analisi delle funzioni espressive e delle implicazioni filosofiche della metalessi. Viene principalmente sottolineata la sua capacità di illustrare – attraverso i mezzi propri della letteratura – problematiche del pensiero di interesse capitale. Il paradossale attraversamento di livelli che la caratterizza compare infatti in attività intellettuali situate in territori abbastanza distanti da quello della creazione artistico-letteraria – come logica, metafisica, filosofia del linguaggio e psicoanalisi. Nostro obiettivo è dimostrare che le potenzialità espressive della metalessi vanno ben oltre la rappresentazione del problematico rapporto tra fatto e finzione in quanto la struttura metalettica riproduce narrativamente una serie di operazioni mentali compiute dal pensiero umano ogni volta che va alla ricerca dei propri limiti.
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Ferri, Gaetana, Franco Fucilli, Gioacchino De Sandoli, Sarah Guizzardi, Carla Campagnoli et Romano Marabelli. « Il performance management nell'area della sanit&agrave ; pubblica veterinaria e sicurezza degli a ». MECOSAN, no 121 (septembre 2022) : 123–55. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13862.

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Résumé :
A partire dal 2007 è stata avviata dal Ministero della Salute, nell'ambito delle procedure del Comitato LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per l'appropriatezza, l'efficienza e la congruità delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), una valutazione annuale, tramite indicatori quali/quantitativi, dell'efficienza operativa dei Servizi regionali di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria. Nel presente lavoro sono descritti i principi di riferimento, le modalità e gli aspetti più significativi emersi nel corso di tale esperienza durata oltre un decennio.Il sistema di valutazione ha contribuito all'evoluzione del processo di programmazione, a livello nazionale, regionale e locale, e ha avuto evidenti riflessi positivi mostrandosi come un punto di riferimento per quantificare le risorse umane e strumentali, e per la capacità di laboratorio, contribuendo alla chiarezza e coordinamento delle amministrazioni sanitarie sugli obiettivi operativi valutati.L'adozione di un articolato strumento di management ha inoltre offerto utili informazioni ai decisori (policy-makers) nella fase di contrazione del finanziamento e di ricambio generazionale che ha interessato il SSN dal 2008, e che si protrae tuttora1. 1 4° Rapporto GIMBE sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Fondazione GIMBE: Bologna, giugno 2019; pp. 64-65. Recuperato da: https://salviamossn.it/var/uploads/contenuti/allegati/4_Rapporto_GIMBE_Sostenibilita_SSN.pdf.
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