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Carrosio, Giovanni. « La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia : una storia di isomorfismo istituzionale ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Résumé :
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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Moschera, Luigi, Stefano Consiglio, Alessia Berni et Mariavittoria Cicellin. « Logiche istituzionali e allomorfismo in un campo organizzativo : le Agenzie per il Lavoro in Italia ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (mai 2012) : 13–43. http://dx.doi.org/10.3280/so2011-002002.

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Résumé :
This paper analyses the interaction among organizations and societal-level logics, in order to understand how and why organizations adopt different or similar forms and practices. Institutional logics are taken for granted practices and beliefs concerning the institutions of modern societies. Organizational forms, behaviours and managerial practices are manifestations of institutional logics. Through the study of the rise and evolution of the Temporary Work Agencies (TWAs) field, we aim to study the mutual interaction among field actors and institutional logics. Many studies focused on the influence of a dominant logic on practices and organizations of a field. This paper contributes to better comprehend how multiple institutional logics coexist in an organizational field. In particular we discuss the impact of multiple competing logics on the almost "young" TWAs' field. Our work brought out a new element: as a matter of fact the empirical research shows that institutional logics are not always consistent with related institutional pressures and with their effects on the organizational field and on organizational forms and managerial practices of the field's organizations.
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Piras, Veronica, et Francesca Salivotti. « Studi organizzativi e sviluppo locale : quali contaminazioni possibili ? » STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 9–32. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001001.

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Résumé :
Alla luce delle trasformazioni che stanno investendo il paradigma dello sviluppo locale assumono una rinnovata rilevanza tutte quelle riflessioni che si propongono di integrare i tradizionali strumenti teorici e analitici di questa prospettiva con quelli provenienti da altri ambiti di studio e ricerca con i quali non sempre si sono instaurate proficue occasioni di dialogo e di reciproca contaminazione. Il lavoro presentato costituisce il tentativo di proporre una pista di ricerca in cui le due tradizioni di studi - quella dello sviluppo locale e quella della sociologia dell'organizzazione - possano collaborare al fine di integrare gli strumenti teorici e concettuali di entrambe. Questo obiettivo d'integrazione nasce dalla constatazione che la maggior parte della produzione in materia di sviluppo locale sembra non focalizzare in maniera specifica e puntuale l'attenzione sulla dimensione organizzativa dei propri oggetti di studio, nonostante questi siano spesso costituiti da vere e proprie organizzazioni. Si pensi, ad esempio, come gli studiosi di sviluppo locale abbiano dedicato numerose ricerche sia allo studio di singole imprese sia a quello di interi sistemi di imprese. O, ancora, si prendano ad esempio i numerosi studi riguardanti le diverse forme di agenzie di sviluppo, condotti attraverso l'analisi di particolari esperienze di programmazione negoziata e di concertazione locale. Nonostante l'interesse dello sviluppo locale si articoli proprio attorno a questi e ad altri oggetti di studio, la loro dimensione organizzativa č stata raramente tematizzata in maniera distinta. Ne č conseguito uno scarso impiego degli strumenti analitici propri della sociologia dell'organizzazione e, in particolare, di una specifica prospettiva nata all'interno di questa disciplina: quella neoistituzionalista. La scuola neoistituzionalista ha prodotto concetti come quello di isomorfismo o di campo organizzativo che possono essere intesi come "attrezzi" molto utili per descrivere gli attori dello sviluppo locale, cosě come per mettere in luce alcuni dei meccanismi che influiscono sull'esito finale delle iniziative e delle strategie rinvenibili nei sistemi locali. Il saggio si pone come obiettivo quello di mettere in luce e sottolineare i possibili "ambiti di contaminazione", ovvero i temi e le aree di interesse proprie dello sviluppo locale in cui alcuni tra i piů consolidati concetti e riflessioni della sociologia organizzativa potrebbero essere proficuamente impiegati. Si procederŕ quindi all'individuazione e all'illustrazione di possibili applicazioni di alcuni strumenti analitici della sociologia dell'organizzazione, specificamente della prospettiva neoistituzionalista, impiegabili nell'analisi delle pratiche di sviluppo locale. L'intento vuole essere quello di mostrare come l'adozione di una prospettiva neoistituzionalista, che presta attenzione alla dimensione organizzativa cosě come al contesto istituzionale, integrandosi con gli strumenti classici di lettura dello sviluppo locale, possa aiutare a inquadrare aspetti ed elementi talvolta lasciati in ombra.
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Lanza, Orazio, et Gianni Piazza. « I PARLAMENTARI DI FORZA ITALIA : UN GRUPPO A SOSTEGNO DI UNA LEADERSHIP ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 3 (décembre 2002) : 425–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030379.

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IntroduzioneTra le molteplici ragioni che sollecitano uno studio del fenomeno Forza Italia, sono precipuamente due quelle da cui muove il nostro articolo. La prima è l'esigenza di fornire un contributo alla conoscenza di un fenomeno così nuovo ed originale da rendere complicato anche il semplice etichettamento. Come altrove, anche in campo politologico il termine più utilizzato per qualificare questo tipo di partito è stato quello di «azienda», che riassume il suo essere frutto di un originale e riuscito esperimento di trasferimento in campo politico di una struttura imprenditoriale e del suo leader. Ma non ne sono mancati altri altrettanto significativi. Nondimeno sembra ormai difficile parlare di flash party dopo otto anni di vita, di partito azienda dopo l'allargamento del reticolo organizzativo, di semplice partito carismatico dopo il parziale processo di istituzionalizzazione che negli anni è intervenuto (Poli 2001). Più utile ci sembra, riprendendo la terminologia proposta anni fa da Panebianco (1982), parlare di «partito elettoralista» (Gunther e Diamond 2002), ovvero di partito organizzativamente snello, le cui funzioni primarie sono la strutturazione del voto e la selezione dei candidati alle elezioni e, dunque, la conduzione della campagna elettorale attraverso tecniche moderne incentrate soprattutto sui mezzi di comunicazione di massa e sull'attrattiva personale dei candidati presentati, in particolare del suo leader.
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Lattes, Gianfranco Bettin, et Annick Magnier. « I NUOVI SINDACI : COME CAMBIA UNA CARRIERA POLITICA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no 1 (avril 1995) : 91–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023340.

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La carriera del sindaco nella ricerca pionieristicaIl termine carriera, qualunque sia il campo concreto di riferimento, unisce un elemento dinamico – usualmente percepito con una valenza ascendente – con un elemento tendenzialmente stabile, riconducibile ad un progetto prefigurato in un dato ambito istituzionale. A comprovare l'ambiguità semantica del termine stanno due suoi caratteri antitetici solo in apparenza. In primo luogo, l'aspetto istituzionale storicamente consolidato nei termini di un percorso potenziale a disposizione degli attori dotati ed interessati; in questo senso, la carriera è lo schema organizzativo d'una professione ordinata. In secondo luogo, l'aspetto soggettivo connesso all'attore che intraprende, svolge e matura la sua carriera. Questo secondo aspetto, non certo secondario sotto il profilo sociologico, introduce un elemento di alea legato all'adempimento effettivo della carriera, la quale in quasi tutti gli ambiti istituzionali non prevede uno svolgimento completo in una forma rigida. La definizione della carriera dipende dalle modalità della sua interpretazione soggettiva in una misura che sembra assai interessante studiare empiricamente.
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Masi, Sara Elisabetta, et Sandra Zaramella. « Il rapporto scuola-mondo del lavoro : una indagine nella provincia di Bologna e le ricadute sui processi di policy making ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 233–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120012.

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La tradizionale separazione tra il tempo dell'apprendimento e il tempo del lavoro, a partire dagli anni '70, č stata rimessa in discussione, evidenziando come, in seguito alle piů recenti trasformazioni dei sistemi produttivi, le carriere di vita siano sempre piů discontinue e fluide, comportando profonde trasformazioni nei modi di concepire l'istruzione, il lavoro e il loro rapporto. Entro tale quadro di riferimento, da parte del sistema scolastico si č diffusa la convinzione della necessitŕ di una "maggiore articolazione della pratica sociale tra educazione e lavoro", capace di fondare tale legame su basi sganciate da una semplice dipendenza funzionale e lineare dell'istruzione dal mercato del lavoro. Rispetto a tali temi, la Provincia di Bologna ha avviato un lungo percorso di progettazione di interventi connessi al rapporto scuola-territorio-lavoro. Tra di essi, si discutono nel presente saggio gli esiti emersi da una ricerca finalizzata ad analizzare l'eterogeneo mondo delle pratiche con cui si esplica tale rapporto, con l'intento di ricostruirne il ‘campo organizzativo' e dunque le specifiche condizioni sociali, economiche e culturali di sfondo, nonché gli aspetti maggiormente critici.
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Rago, Emilio. « Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Résumé :
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Fianchini, Maria, Mariagrazia Marcarini et Franca Zuccoli. « Valutazione post occupativa della scuola P. Mattarella di Modena ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 194–207. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13605.

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Résumé :
Emerge a livello internazionale la necessità di verificare gli esiti delle nuove scuole innovative in termini di prestazioni edilizie e di efficacia nel favorire i cambiamenti della didattica. La scuola secondaria di primo grado P. Mattarella di Modena è stata aperta nel 2016, con un modello organizzativo ad aule disciplinari proposto dai docenti, che ha richiesto una revisione partecipata del progetto in corso di sviluppo. L’articolo presenta un percorso di valutazione condotto da un gruppo multidisciplinare con il coinvolgimento della comunità scolastica per sviluppare processi di apprendimento sul campo e fornire feedback sull’esperienza in corso. Gli esiti dell’indagine mostrano una situazione particolarmente avanzata e in continua evoluzione, in cui la qualità dell’ambiente fisico risulta una componente essenziale per l’innovazione in atto dei processi educativi, grazie anche alla capacità di cura, valorizzazione, ricerca di nuove soluzioni e risorse da parte del dirigente e dello staff della scuola. At an international level, the need emerges to verify outcomes of the new innovative schools in terms of building performance and effectiveness in favoring the teaching change. The P. Mattarella lower secondary school in Modena was opened in 2016, with an organizational model based on disciplinary classrooms proposed by a group of teachers, which required a participatory review of the design under development. This paper presents an evaluation activity carried out by a multidisciplinary group with the involvement of the school community to develop learning processes in the design field and provide feedback on the current experience. The results show a particularly advanced and constantly evolving situation. Indeed, the quality of the physical environment looks like an essential component for the innovation of educational project, thanks also to the ability to care, enhance, search for new solutions and resources of both the school manager and staff.
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Pandolfi, Luisa, et Emmanuele Farris. « University teaching in prison in the university penitentiary system of Sassari : practices, research and developments during the pandemic ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 69–87. http://dx.doi.org/10.36253/form-10274.

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Résumé :
This paper derives from the activities of the University Penitentiary Center of the University of Sassari and aims to explore the impact of the Covid 19 pandemic on university teaching in prison. The subject of penitentiary university teaching is innovative and relevant for educational research and brings into play different skills, professionals, services and institutions. The theoretical framework describes how the right to study in prison is declined on a methodological level. The field research carried out in Sardinia has tried to give the student's voice in prison and the point of view of educators on the educational and organizational impact on university study paths during the pandemic; it is a voice that returns the complexity of a difficult moment, but which also offers useful ideas and stimuli for a more aware restart of the limits and challenges to be faced, as well as good practices to be developed, particularly at the interface between different public institutions as the University and the Penitentiary Administration are. La didattica universitaria in carcere nell’ambito del Polo Universitario Penitenziario di Sassari: pratiche, ricerca e sviluppi ai tempi della pandemia. Il presente contributo nasce nell’ambito dell’attività del Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Sassari e si propone di esplorare l’impatto della pandemia da Covid 19 sulla didattica universitaria in carcere. Il tema della didattica universitaria penitenziaria è innovativo e rilevante per la ricerca educativa e chiama in gioco diverse competenze, professionalità, servizi e istituzioni. Il quadro teorico e normativo di riferimento traccia le coordinate in cui si inserisce il diritto allo studio in carcere e ne declina i significati e le implicazioni sul piano metodologico. La ricerca sul campo realizzata in Sardegna ha cercato di dar voce agli studenti detenuti e agli educatori in merito alle ricadute a livello educativo ed organizzativo sui percorsi di studio durante la pandemia; una voce che restituisce la complessità di un momento difficile, ma che offre anche spunti e stimoli utili per una ripartenza più consapevole dei limiti e delle sfide da affrontare, così come delle buone prassi da sviluppare soprattutto all’interfaccia tra istituzioni pubbliche, quali sono l’Università e l’Amministrazione Penitenziaria.
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Carrosio, Giovanni. « Politiche e campi organizzativi della riqualificazione energetica degli edifici ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 106 (avril 2015) : 21–44. http://dx.doi.org/10.3280/sur2015-106002.

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Lanzalaco, Luca. « LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 1 (avril 1989) : 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Résumé :
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Naciti, Valeria, Guido Noto et Carlo Vermiglio. « Diversità di genere e performance organizzativa : un'analisi empirica nel settore sanitario ». MECOSAN, no 120 (février 2022) : 45–61. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-120004.

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Recenti filoni di ricerca in campo manageriale si sono concentrati sulla diversita di genere e sull'impatto che quest'ultima esercita sulla performance organizzativa. Nonostante ci siano ormai numerosi studi volti a indagare questa relazione nel campo delle imprese private, minore attenzione e stata dedicata alle aziende pubbliche e, tra queste, alle aziende sanitarie. L'obiettivo di questo studio e quello di investigare la relazione tra diversita di genere e performance economico-finanziaria nelle aziende ospedaliere pubbliche italiane. A tal fine, il presente articolo analizza i dati di genere e di performance, relativi al periodo 2012- 2018, di 63 aziende attraverso regressioni Ordinary Least Squares (OLS) su dati panel. I risultati evidenziano una relazione significativa tra l'equilibrio di genere e la performance economico- finanziaria.
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Galuppo, Laura. « Costruire organizzazioni sostenibili : pratiche di ricerca-intervento ». RISORSA UOMO, no 1 (mai 2011) : 51–67. http://dx.doi.org/10.3280/ru2011-001005.

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L'articolo descrive tre esperienze di ricerca-azione intorno al tema della sostenibilitŕ della vita organizzativa condotte entro contesti sociosanitari. Attraverso la presentazione di tali esperienze di ricerca sul campo, il lavoro consente un'esplorazione di quali condizioni appaiano cruciali per costruire organizzazioni sostenibili e di quali pratiche e strategie di azioni siano in grado di favorire tali condizioni di sostenibilitŕ.
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Lo Presti, Veronica. « La valutazione del segretariato sociale nei municipi di Roma. Utilitŕ e pratica di un'osservazione sul "campo" ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2011) : 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004002.

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Questo articolo illustra alcuni risultati di una ricerca empirica sui segretariati sociali in 4 municipi della cittŕ di Roma dopo la promulgazione della legge 328/2000 che ha riformato il sistema dei servizi sociali in Italia. La prospettiva di ricerca selezionata pet l'analisi delle micro-organizzazioni del welfare locale č quella che fa riferimento all'etnografia sociale, frutto di una originale sintesi di alcuni concetti e pratiche tipiche del "fare etnografia" e del "fare etnometodologia" sul terreno. Il presente trattamento mostra, attraverso esempi e "immagini" assunte dal campo di analisi, l'utilitŕ dell'approccio "integrato" e dell'osservazione "partecipata" nei contesti organizzativi come quelli dei servizi sociali.
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Lo Presti, Veronica. « Appreciative Inquiry : un nuovo approccio per la valutazione di contesti organizzativi ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 45 (octobre 2010) : 73–83. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-045006.

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L'articolo costituisce una dettagliata presentazione dell'approccio denominato "Appreciative Inquiry" per la valutazione di contesti organizzativi. In particolare, gli obiettivi principali della trattazione sono: a) presentare le caratteristiche fondamentali dell'approccio, oggi ampiamente diffuso e accreditato nell'analisi delle organizzazioni; b) proporre l'applicazione dell'Appreciative Inquiry, diffusa in Italia con la traduzione "Indagine Elogiativa", nel campo della valutazione delle organizzazioni, evidenziandone vantaggi e svantaggi. L'articolo segue e illustra i seguenti punti: 1. In cosa consiste l'Indagine Elogiativa; 2. quando č nata e come si č diffusa l'Indagine Elogiativa; 3. quali sono i principi fondamentali e gli assunti di base per mettere in pratica l'approccio dell'Indagine Elogiativa; 4. descrizione dei modelli 4-D e 4-I utilizzati nella pratica dell'Indagine Elogiativa; 5. l'Indagine Elogiativa nella valutazione.
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Sobański, Remigiusz. « Wpływ Soboru Watykańskiego II na kanonistykę w Polsce ». Prawo Kanoniczne 30, no 1-2 (5 juin 1987) : 47–59. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1987.30.1-2.03.

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All’occasione del ventesimo aniversario della conclusione del Concilio Vaticano II la Facoltà di Diritto Cainonico dell’Accademia di Teologia Cattolica ha organizzato un simposio sulla recenzione del Concilio in Polonia. Viene pubblicata la prelezione sull’influenza del Concilio sulla canonistica in Polonia. L’autore sviluppa la tesi che l’influenza del Concilio si è mascata più forte nell'ambiente della dommatica giuridica del diritto ecclesiale che nel campo fondamentale.
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Federighi, Paolo. « Chi sono i professionisti dell'educazione e della formazione. La classificazione come presupposto dell'identità e della mobilità ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112002.

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L'articolo si propone di dare ordine alla rappresentazione del mercato del lavoro delle professioni educative e formative. Per questo esso cerca di adattare il sistema di classificazione ISTAT al riordino di tutte le professioni che operano per conseguire learning outcomes in un quadro che le accomuni in ragione dell'analogia dei processi che presiedono e che richiedono capacità/comportamenti organizzativi omogenei. Lo studio approfondisce anche l'analisi della tipologia dei providers che occupano tali professioni anche al fine di pesarne il ruolo all'interno del mercato della formazione. Il lavoro si conclude con l'applicazione del modello di classificazione alla categoria di professionisti impegnati nel campo della formazione continua nelle organizzazioni.
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Boaretto, Marta. « Trema tutto. Contenitori di cura in emergenza ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 19–26. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003003.

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L'autrice riporta un intervento di piccolo gruppo realizzato con la popolazione aquilana pochi mesi dopo il terremoto che ha colpito la cittŕ nel 2009. In particolare, analizza le condizioni e gli esiti di due gruppi di cura in quattro sedute ciascuno, secondo il modello Tavistock, condotti con gli ospiti di due campi. I campi erano gestiti da enti diversi e organizzati secondo modalitŕ nettamente differenziate che avevano portato allo sviluppo di culture distinte. Tali differenze hanno prodotto l'instaurarsi di setting e modi di conduzione particolari, isomorfi alle culture dominanti nelle due tendopoli.
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Pirone, Francesco. « Grande impresa e sviluppo territoriale : il caso della Fiat in Campania ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 183–95. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118013.

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Résumé :
Il saggio analizza l'impatto sullo sviluppo delle economie regionali della presenza di stabilimenti automobilistici di assemblaggio di grandi imprese multinazionali. La ricerca č basata sullo studio di caso della Fiat in Campania. La prima parte del saggio analizza le trasformazioni tecnico-organizzative della produzione automobilistica e le implicazioni per la divisione territoriale del lavoro. La secon- da parte del lavoro presenta i risultati di una ricerca di campo diacronica condotta su un insieme di unitŕ locali di imprese in Campania, operanti nella fornitura industriale degli stabilimenti Fiat. I risultati dello studio evidenziano effetti ambivalenti in termini di sviluppo locale. L'industria automobilistica, infatti, ha contribuito alla crescita dei principali indicatori macroeconomici regionali: valore prodotto, esportazioni e occupazione; ma essa ha indotto un limitato sviluppo della struttura produttiva locale.
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Scaratti, Giuseppe, Cesare Kaneklin, Silvio Ripamonti et Mara Gorli. « Nuove prospettive della ricerca-azione ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2011) : 67–91. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003004.

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Résumé :
Il contributo riprende le principali traiettorie ed esiti di un percorso di studio che ha coinvolto ricercatori di diverse Universitŕ italiane, accomunati da una convergente riflessione sulla complessitŕ e sulle implicazioni relative al produrre conoscenza e cambiamento oggi nelle organizzazioni. A partire da domande relative al cosa significa essere e fare lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni e al come concepire il perimetro tra ricerca, formazione e professione sul campo, il contributo approfondisce le coordinate di un approccio orientato alla produzione di conoscenza significativa (rilevante, valida, efficace), a partire dai problemi reali delle persone in situazione organizzativa. Vengono in tal modo riletti i modi di concepire e praticare la ricerca-azione, evidenziandone i tratti costitutivi ed esplorando le implicazioni epistemologiche, metodologiche e operative di una rinnovata visione della ricerca applicata alle organizzazioni.
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Piccioli, Marianna. « Self-assessment and self-improvement as inclusive school development ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 30–48. http://dx.doi.org/10.36253/form-12645.

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Résumé :
What are the strengths and weaknesses in the cultures, management policies and organizational practices that make an educational institution inclusive? This is the question we try to answer with this investigation, using the comparative element between the Italian and the Catalan school systems. This work is based on three theoretical frameworks: inclusive education in coherence with the Disability Studies approach; autonomy and leadership for inclusion and the self-evaluation and self-improvement processes as an inclusive school development in accordance with the perspective proposed by the Index for Inclusion. Field research reveals that the relevant legislation plays a crucial role and schools must regain a pedagogical thought in which organizational practices and management policies are based on inclusive cultural and value-based foundations. Autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola Quali sono i punti di forza e di debolezza nelle culture, nelle politiche gestionali e nelle pratiche organizzative che rendono inclusiva un’istituzione scolastica? Il contributo cerca di rispondere a questa domanda, anche attraverso la comparazione tra il sistema scolastico italiano e quello catalano, basandosi su tre quadri teorici: l’educazione inclusiva secondo l’approccio dei Disability Studies; l’autonomia e la leadership per l’inclusione; i processi di autovalutazione e automiglioramento come sviluppo inclusivo della scuola in relazione alla prospettiva proposta dall’Index for Inclusion. Dalla ricerca sul campo emerge che la legislazione di riferimento gioca un ruolo cruciale e la scuola deve riconquistare un pensiero pedagogico in cui pratiche organizzative e politiche di gestione siano fondate su basi culturali e valoriali inclusive.
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Ferrannini, Luigi, et Paolo F. Peloso. « La psichiatria di comunitŕ e i nuovi profili di pericolositŕ. Obiettivi di cura e domanda di sicurezza ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2011) : 87–101. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001007.

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Résumé :
La questione del rapporto tra psichiatria e sicurezza ha radici antiche, e per coglierne i punti essenziali sembra indispensabile ricostruirne l'evoluzione individuando i pregiudizi che di volta in volta hanno ingombrato questo campo di riflessione condizionando pesantemente le soluzioni adottate. Oggi, la psichiatria di comunitŕ attraversa una situazione difficile a questo riguardo, perché si trova ad affrontare esigenze che paiono tra loro contraddittorie: da lato una crescente domanda sociale di sicurezza, dall'altro l'esigenza di razionalizzare i propri modelli organizzativi per rispondere alla drammatica contrazione delle risorse di cura e di assistenza. Lo sforzo di un centro di salute mentale volto ad affrontare questi problemi, individuando di volta in volta soluzioni compatibili con i propri strumenti, viene proposto per esemplificare come la complessitŕ delle questioni trattate impatta sulla pratica quotidiana dei servizi, sul lavoro degli operatori condizionando pesantemente il loro operare.
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Sanza, Michele. « I nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2011) : 75–86. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001006.

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Résumé :
Il profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici si pone all'incrocio tra i cambiamenti avvenuti nel campo dell'epidemiologia dei disturbi psichici e i risultati delle ricerche sul rapporto tra psicopatologia e comportamento violento. Questo approccio va ulteriormente riportato all'evoluzione del quadro normativo di riferimento che, avendo modificato importanti aspetti teorici della non imputabilitŕ e altrettanto importanti aspetti pratici delle misure di sicurezza per i pazienti rei non imputabili, ha determinato nuovi fabbisogni organizzativi e di competenza tecnica nei Dipartimenti di Salute Mentale. Il quadro di lettura che si propone, tende a trovare la definizione del profilo dei nuovi pazienti a rischio di comportamenti antigiuridici nelle prospettive epidemiologica, clinica, giuridica, e dell'organizzazione dei servizi. Questi aspetti, del resto, devono essere visti in un'ottica di sistema, come parti reciprocamente interagenti, di cui occorre definire i punti di contatto, affinché le conoscenze del quadro di riferimento teorico, cosě composto, si possano tradurre in percorsi operativi di tipo professionale nei Dipartimenti di Salute Mentale.
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Di Monaco, Roberto. « I processi di apprendimento : chiave per la competitivitŕ delle piccole imprese ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 158–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118011.

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Résumé :
Le piccole imprese, per reggere la competizione sulla qualitŕ e l'innovazione, hanno crescenti esigenze di far leva sullo sviluppo delle risorse umane. Per far questo, perň, devono riuscire ad essere coinvolte in contesti di apprendimento, non tanto creandoli al loro interno, quanto partecipandovi attraverso le reti lunghe e corte nelle quali sono immerse e dalle quali dipendono largamente per le loro attivitŕ. Č il contesto locale, quindi, che deve essere in grado di sostenere, nelle nuove condizioni, pratiche di apprendimento sul lavoro, analoghe a quelle che per anni hanno funzionato nei distretti industriali, garantendo la rigenerazione delle competenze nei ‘laboratori cognitivi' territoriali. In quest'ottica, diventa cruciale la dimensione organizzativa del territorio, necessaria per potenziare la cooperazione e per creare azioni orientate a strutturare apprendimento, in modo trasversale, in campi strategici per le piccole imprese: ricerca, servizi per l'innovazione e sviluppo di competenze chiave.
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Fontana, Renato. « Oltre la terziarizzazione dei conflitti : medialitŕ e virtualitŕ ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 15–29. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002002.

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Résumé :
Il percorso lungo il quale si articola questo contributo muove dalle forme convenzionali tipiche di quello conosciuto come il conflitto di classe fino a quelle odierne, dove spesso prevalgono le dimensioni della medialitŕ e pure della virtualitŕ. Le forme prese in considerazione saranno le seguenti: il conflitto di classe; il conflitto terziario; il conflitto mediatico; il conflitto virtuale. Mentre il primo tipo presuppone un confronto diretto e immediato, il secondo chiama in campo il ruolo giocato dai media. Ma č soprattutto con il terzo tipo che i media, piů che i sindacati e le istituzioni, conferiscono ai conflitti quella legittimazione sociale di cui essi hanno bisogno per far emergere i problemi legati al mondo del lavoro e per dargli risonanza sul piano pubblico. Quanto piů un problema č conosciuto tanto piů sarŕ urgente risolverlo. Il conflitto virtuale, da ultimo, si gioca tutto sulla Rete ma sarebbe erroneo ritenere che le sue implicazioni non abbiano riflessi sulla vita quotidiana dei soggetti che abitano nelle strutture organizzative, come cercheremo di dimostrare.
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Carugati, Felice, et Patrizia Selleri. « Guardando al futuro : sviluppo, educazione, apprendimento ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Résumé :
Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Cortese, Caterina, Sabina Licursi, Roberta Pascucci, Serena Quarta et Gianfranco Zucca. « Imparare dall’emergenza ». Sinappsi 12, no 1 (2022) : 50–61. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2022-01-5.

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Résumé :
Le persone senza dimora hanno pagato un prezzo elevatissimo nella fase iniziale della pandemia da Covid-19, quando l’appello responsabile #iorestoacasa è suonato come un paradosso. Al contempo, i servizi di accoglienza hanno dovuto immediatamente adattare le strutture alle misure di emergenza nazionali. L’indagine ha avuto lo scopo di analizzare gli effetti della pandemia sui servizi per la grave marginalità, le risposte organizzative adottate, i risvolti sul lavoro degli operatori sociali e sulle persone senza dimora. Sono stati infine messi in luce gli apprendimenti e gli sviluppi futuri degli interventi nel campo della grave emarginazione adulta. ******************************** EN: Since the early stages of the pandemic, homeless people have suffered the effects of the healthy emergency, as the appeal for #Stayathome sounded like a paradox for those living rough. Furthermore, homelessness services have been rapidly reorganized in order to respond to national emergency measures. The article aims to analyze the effects of pandemic emergency on homelessnes services, focusing on the ability of the providers to manage the reorganization, on the changing of social work, and on the impact on homeless people. Moreover, learning from pandemic and challenges for the future have been highlighted
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Munch, Anne-Marie, et Maria-Luisa Schubauer-Leoni. « L’analyse comparée d’une tâche «scolaire» mise en œuvre avec des enfants de 4 ans dans une classe enfantine et dans une crèche à Genève ». Swiss Journal of Educational Research 25, no 2 (1 septembre 2003) : 251–70. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4663.

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Résumé :
Questo contributo s’iscrive nel campo della didattica comparata ed è organizzato attorno al concetto di contratto didattico e delle sue dimensioni topogenetiche, cronogenetiche e mesogenetiche. Questi strumenti teorici, solitamente adoperati per comprendere le pratiche scolastiche, vengono ripresi, a titolo sperimentale, per l’analisi delle pratiche nel contesto prescolastico. La ricerca prende spunto da un compito creato da un gruppo di docenti della scuola dell’infanzia con lo scopo di proporla a degli alunni di 4 anni. Il compito è stato realizzato ed analizzato nei due ambiti: in quello della scuola dell’infanzia ed in quello di un asilo nido. Lo scopo è quindi di confrontare la realizzazione di un compito preciso in due istituzioni distinte, che accolgono, in entrambi i casi, bambini di 4 anni. L’analisi si concentra su una difficoltà specifica del compito, rilevata a priori. Le tecniche alle quali fanno appello le due professioniste (docente ed educatrice) per gestire questa difficoltà sono distinte anche se mirano a finalità fondamentalmente simili.
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Journals, FrancoAngeli. « Il diritto ad aspirare nelle geografie dei bambini. Una ricerca-azione partecipativa nel quartiere CEP di Palermo ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 4 (décembre 2021) : 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12957.

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Résumé :
Questo lavoro si propone di indagare criticamente il ruolo che le aspirazioni urbane, vale a dire la capacità collettiva di immaginare spazi alternativi per le proprie città, hanno nella costruzione delle geografie quotidiane delle bambine e dei bambini. In linea con i presupposti della Political Geography of Children, bambine e bambini vengono qui consideraticome attori socio-spaziali capaci di rinegoziare pratiche e rappresentazioni imposte dagli adulti. Muovendo da queste considerazioni teoriche e dai principi metodologici della ricerca-azione partecipativa, analizzeremo il percorso laboratoriale organizzato con le ragazze e i ragazzi dell'Associazione San Giovanni Apostolo del CEP di Palermo, uno dei quartieri più marginalizzati della città. In particolare, prenderemo in considerazione le attività di photo-walk e di mappatura collettiva condotte nel quartiere e i tentativi di trasformare il campo abbandonato di via Calandrucci da zona di ‘disimmaginazione' a luogo di desideri e rivendicazioni per i suoi abitanti più piccoli.
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Coco, Vittorio. « Poliziotti, carabinieri e mafiosi a Palermo (1962-1974) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 293 (août 2020) : 149–76. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293006.

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Résumé :
L'articolo consiste in un inquadramento della Pubblica sicurezza (Ps) a Palermo tra gli anniSessanta e la prima metà degli anni Settanta del Novecento. Si tratta di un momento significativoperché fu allora che gli apparati di sicurezza cominciarono a riattrezzarsi per il contrastoal fenomeno mafioso, in conseguenza della recrudescenza criminale e del mutato climapolitico. All'interno dell'articolo un particolare rilievo è stato dato sia alle figure dei questoriche si avvicendarono, sia alla squadra mobile che, esercitando le funzioni di polizia giudiziaria,rivestiva un ruolo centrale da un punto di vista investigativo. Inoltre, per ragionare in manierapiù completa della risposta delle istituzioni al crimine organizzato, parallelamente allaPs si è voluto dare spazio anche alle vicende riguardanti le strutture periferiche dei carabinieri.Uno degli aspetti centrali che emerge dall'articolo è la complessa relazione che si è sviluppatatra gli organismi operanti sul campo, così come quella con la magistratura, che ebbe tra isuoi effetti il rallentamento della stessa azione di contrasto.
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Clulow, Christopher. « "Nominare" e "far vergognare" nella psicoterapia con coppie violente, secondo il vertice dell'attaccamento ». INTERAZIONI, no 2 (juillet 2010) : 43–52. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002005.

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Résumé :
La ricerca contemporanea ha individuato le vie attraverso le quali i modelli violenti di relazione possono essere trasmessi da una generazione a quella successiva. La sicurezza dell'attaccamento č una di queste vie. La relazione adulta di coppia č stata considerata come una relazione che ha la capacitŕ di frenare o accelerare questi effetti intergenerazionali. In questo campo, attraverso il materiale clinico relativo ad una coppia violenta, esamineremo il potenziale patogeno dei modelli insicuri di attaccamento, organizzati e disorganizzati, che attivano un comportamento violento all'interno della coppia. Evidenzieremo i fattori all'opera che favoriscono il passaggio alla violenza: frequentemente, essi non possono essere "nominati" in quanto tali e riconoscerli puň accompagnarsi a intensi sentimenti di vergogna e di umiliazione. Avere accesso a tali prove, riconoscerle e sviluppare una capacitŕ di pensare a questo proposito, č al centro del progetto terapeutico, che sia una terapia basata sull'attaccamento o una terapia fondata su un'altra prospettiva psicoanalitica. Questo progetto puň essere ostacolato dalle pressioni sui terapeuti, che vengono dall'interno stesso del campo intersoggettivo della consultazione, o da fonti esterne. Il loro obiettivo: evitare d'avere a che fare con la violenza o di ri-giocare delle scene umilianti. Questo avviene, soprattutto, in un clima sociale in cui viene mostrata tolleranza zero in materia di abusi domestici, rendendo pubblico il nome (e dunque la vergogna) degli autori.
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SANTOS, Rayane Pereira, et Ana Cláudia da Silva RODRIGUES. « Currículo contextualizado em escolas do campo : relatos de uma experiência ». INTERRITÓRIOS 5, no 9 (9 décembre 2019) : 254. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243595.

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RESUMOEste trabalho apresenta um recorte de uma discussão sobre contextualização a partir da pesquisa intitulada: “Currículo contextualizado: trilhando caminhos para a valorização da identidade campesina”, cujo objetivo foi analisar como o processo de contextualização curricular contribui para a valorização da realidade do campo. A abordagem metodológica utilizada foi qualitativa do tipo estudo de caso; como instrumento de coleta de dados, utilizou-se a entrevista semiestruturada realizada com nove profissionais da educação do campo de uma instituição escolar da zona rural, localizada no município de Bananeiras/PB. Os dados foram analisados por meio da Análise de Conteúdo de Bardin (2011); foram organizadas quatro categorias: currículo, contextualização, identidade e educação do campo. Apresenta-se aqui a categoria Contextualização, enfatizando como o contexto campesino pode contribuir para que o ensino seja significativo. Constatou-se que a contextualização reforça a valorização da identidade campesina, da escola e do local em que a mesma está inserida.Contextualização. Currículo. Educação do Campo.Contextualized curriculum in country schools: reports of an experience ABSTRACT This paper presents a clipping of a discussion about contextualization from the research entitled: “Contextualized Curriculum: Walking Paths for the Appreciation of Peasant Identity”, whose objective was to analyze how the process of curricular contextualization contributes to the appreciation of the reality of the field. The methodological approach used was a qualitative case study, as a data collection instrument was used the semi-structured interview conducted with nine field education professionals from a rural school institution located in Bananeiras/PB. Data were analyzed using Bardin's Content Analysis (2011), four categories were organized: curriculum, contextualization, identity and field education. The category Contextualization is presented here, emphasizing how the peasant context can contribute to meaningful teaching. It was found that the contextualization reinforces the appreciation of the peasant identity, the school and the place where it is inserted. Contextualization. Curriculum. Field Education. Curriculum contestualizzato ne le scuole de le aree rurali: il raconto di un vissuto RIASSUNTO Questo lavoro espone una discussione sulla contestualizzazione basata sulla ricerca dal titolo: "Curriculum contestualizzato: la via per la valorizzazione dell'identità rurale", il cui obiettivo é analizzare come il processo ha contribuito ne la valutazione del le persone che vivono ne le aree rurali. Un approccio metodologico utilizzato per il tipo qualitativo di studio, come strumento per la raccolta di dati utilizzati in un'intervista semi-strutturata condotta con il nove maestri di un istituto scolastico dell'area rurale nella cittá di Bananeiras/PB. Per le analisi é stata scelta na teoria de Bardin (2011) o datto sono stati organizzati in quattro categorie: curriculum, contestualizzazione, identità e educazione rurale. È presentato qui nella categoria Contextualização, sottolineando come o il contesto contadino può contribuire in modo che non sia significativo. La conclusione fa pensare che contextualizare contribuisce per la valorizzazione dell'identità contadina.Contestualizzazione. Curriculum. Educazione Rurale. Plan de estudios contextualizado en escuelas rurales: informes de una experiencia RESUMEN Este artículo presenta un recorte de una discusión sobre la contextualización de la investigación titulada: “Currículum contextualizado: senderos para la apreciación de la identidad campesina”, cuyo objetivo era analizar cómo el proceso de contextualización curricular contribuye a la apreciación de la realidad del campo. El enfoque metodológico utilizado fue un estudio de caso cualitativo; Como instrumento de recolección de datos, utilizamos una entrevista semiestructurada con nueve profesionales de educación rural de una institución escolar rural, ubicada en el municipio de Bananeiras / PB. Los datos se analizaron utilizando Bardin Content Analysis (2011); Se organizaron cuatro categorías: currículum, contextualización, identidad y educación sobre el terreno. La categoría Contextualización se presenta aquí, enfatizando cómo el contexto campesino puede contribuir a una enseñanza significativa. Se encontró que la contextualización refuerza la apreciación de la identidad campesina, la escuela y el lugar donde se inserta. Contextualización. Plan de estúdios. Educación de campo.
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de Berardinis, Daniela. « Ospedale e cronicità ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2021) : 13–18. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003003.

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Nel contesto ospedaliero le forme organizzative più idonee per consentire l'integrazione sono quelle che prevedono l'istituzione di Servizi o Unità di Psicologia con funzioni di coor-dinamento per l'ottimale utilizzazione delle competenze psicologiche ai diversi livelli e per le attività necessarie ad una adeguata implementazione ed aggiornamento dei professionisti, della loro integrazione nelle diverse strutture operative ospedaliere e della collaborazione interprofessionale. La politica sanitaria centrata sul concetto di azienda come luogo in grado di gestire processi in modo efficace e efficiente presuppone una adeguata attenzione a quei fattori soggettivi che possono incidere sui costi e sulla produttività. Si tende ad una Psicologia Ospedaliera che sappia tenere insieme questi diversi bisogni, collocandoli in un orizzonte di analisi ed interventi specifici, fortemente integrati, che renda visibile la strategia "sistemica" e su questa costruisca sinergie ed alleanze. In campo scientifico e professionale si è affermato e consolidato il concetto che la salute sia un fenomeno multidimensionale, per cui occorre costruire una alleanza e una sinergia tra ricerca e intervento che abbia obiettivi condivisi e chiari. L'articolo resoconta dell'esperienza di collaborazione multiprofessionale nell'area delle malattie croniche nel contesto ospedaliero e pome la questione dei setting di lavoro e di ricerca congiunti come spazi dove diviene possibile costruire modelli di lavoro transdisciplinari.
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Marino, Giulia. « Aspetti comunitari dell'attivitŕ in emergenza : il caso Abruzzo ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 53–60. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003006.

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L'autrice ripercorre le fasi dell'intervento di emergenza realizzato all'Aquila dopo il terremoto, per evidenziarne le criticitŕ e per individuare le modifiche necessarie alla sua ottimizzazione. A questo scopo, propone la cronaca dei primi interventi dal punto di vista logistico e aiuta a rappresentarsi l'ingente dispiego di forze messe in campo per fronteggiare l'emergenza. Descrive i primi interventi in ambito psicologico - destinati ai familiari delle vittime - e, in seguito, le attivitŕ di counselling e ludico-creative per i soggetti che manifestavano un maggior disagio psicologico e per i bambini. L'assistenza psicosociale č stata fornita da un gran numero di volontari impegnati in alcune associazioni coordinate dalle Protezione Civile. Prima di chiudere la fase dell'emergenza in carico alla Protezione Civile, i volontari hanno stimato la situazione psicologica della comunitŕ, utilizzando i parametri proposti da Gordon per la valutazione a lungo termine dopo una catastrofe, e hanno passato le consegne agli Enti locali che, sempre grazie alla disponibilitŕ di associazioni che autofinanziano il proprio lavoro, hanno organizzato interventi diversi, soprattutto nelle scuole.
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Zanutto, Alberto, et Enrico Maria Piras. « Al "gran ballo" delle Ict in ambito sanitario : la presentazione del sistema Phr ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 122 (juin 2011) : 235–46. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122017.

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Il paper affronta nello specifico il processo di presentazione di una innovazione Ict, applicata al sistema sanitario, che mette i pazienti al centro di un nuovo dispositivo di archiviazione e gestione dei dati sanitari. Un sistema che in letteratura viene definito Personal Health Record (Phr). La Phr si presenta come una innovazione tecnologica che ridefinisce il ruolo del cittadino nei confronti del sistema sanitario tradizionale. Il cittadino, infatti, non viene più considerato qui come l'oggetto descritto nei documenti scambiati tra medici, quanto piuttosto l'attore maggiormente interessato al fluire delle proprie informazioni sanitarie nella rete dei curanti, al fine di assicurarsi la migliore assistenza possibile. L'attivitŕ di campo, durata circa due anni, ha permesso di ricostruire e analizzare la transizione che ha visto questa tecnologia passare dall'enunciazione iniziale alla concretezza tangibile della sperimentazione. Attraverso la metafora del "presentarsi in societŕ", vicenda tipica dei ricevimenti e dei balli organizzati dai ceti nobili nell'epoca moderna, si cerca di riflettere su come i sistemi Ict di nuova concezione affrontino l'arena eterogenea dei sistemi informativi residenti e si intersechino con altri sistemi preesistenti dotati di specifiche "capacitŕ" politiche.
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Gasparini, Nicolň. « Le Aree tribali amministrate federalmente (Fata), i rifugiati afgani e la pace nell'Afghanistan e nel Pakistan ». FUTURIBILI, no 1 (mars 2011) : 36–61. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-001004.

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L'Autore tratta di un'area di confine, che č insieme divisione statale e unione etnica e culturale. L'area di confine considerata č quella delle Aree tribali amministrate federalmente ("Federally Administered Tribal Areas - Fata"), che appartengono al Pakistan e sono a ridosso del confine con l'Afghanistan. Vengono descritte le specificitŕ politico-giudiziarie, economiche e produttive e commerciali, ma soprattutto la continuitŕ etnica con la parte afgana dell'oltreconfine. Le Fata hanno giocato sempre un ruolo notevole, ma soprattutto dall'invasione sovietica, con una notevole fuga di afgani, e quindi con la costituzione di campi di profughi nella parte pakistana. Ma soprattutto questa area, con capoluogo Peshawar, č stata il punto di riferimento di nuovi gruppi religiosi/ integralisti islamici formati intorno alle, appoggiati da potenze come Stati Uniti, Arabia Saudita, Pakistan. Questi sono i talebani che poi sconfiggono i sovietici e in seguito assumono le connotazioni Al Qaediste e terroristiche. La dinamica dei relativi rapporti tra profughi e pashtun delle aree tribali viene svolta dall'Autore, mettendo in risalto i tentativi di spingere i tre milioni di profughi al rientro in Afghanistan. In questa logica ruolo fondamentale hanno gli Stati Uniti, il cambio politico del Pakistan, le Ong, l'Unhcr. Vengono altresě messi in risalto i caratteri organizzativi di queste tribů, con la sovrapposizione di tante(da quelle familiari a quella regionale), e i caratteri sociali della popolazione. Si conclude con un riferimento al futuro.
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Marturano, Antonio. « La leadership in medicina : soft skills e valori morali / Leadership in medicine : linking soft skills to moral values ». Medicina e Morale 66, no 5 (20 décembre 2017) : 633–42. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.511.

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La leadership medica è, in Italia, ancora un campo poco esplorato. Benché questo argomento rivesta una importanza sempre maggiore negli studi medici in tutto il mondo, il suo impatto negli studi accademici italiani è limitato al settore della assistenza infermieristica e solo pochi corsi universitari sono disponibili per coloro che volessero specializzarsi sull’argomento. Nella vastissima letteratura mondiale emerge che la leadership in medicina è equivalente al possesso di abilità legate alle soft skill; in Italia, invece, si tende ancora a favorire un punto di vista che lega la leadership a abilità tecniche. In questo lavoro proporremo di indirizzare il problema della leadership medica in modo più generale; infatti, la crescente complessità del lavoro direzionale in medicina pone nuove sfide alla professione medica, la quale richiede non solo il possesso di soft skill ma anche abilità nella implementazione di valori organizzativi, sociali e professionali che necessitano una maggiore consapevolezza morale basata sulla cosiddetta leadership trasformativa. ---------- Leadership in medicine is still an underexplored field in Italy; while this topic is of increasing global importance in healthcare, its impact in Italian academia is still limited to nursing and only few courses are available. Worldwide, leadership in healthcare is equate to possessing soft skills abilities; on the contrary, in Italy healthcare scholars still link leadership to technical abilities. In this paper, we will propose to address the problem of leadership in medicine more generally: the increasing complexity of management activites in healthcare poses new challenges to the medical profession, which actually requires not only possession of soft skills but also abilities in the implementation of organizational, societal and professional values which need a moral awareness based on transforming leadership.
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Morisi, Massimo. « LE AUTORITÀ INDIPENDENTI IN ITALIA COME TEMA DI RICERCA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 2 (août 1997) : 225–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024825.

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Résumé :
IntroduzioneLe funzioni di cui si occupano le autorità indipendenti nel nostro paese, formano un elenco abbastanza impressionante. A tali istituzioni viene infatti affidata una complessa gamma di funzioni decisionali in una molteplicità di settori di regolazione economica e sociale di cruciale importanza. Moneta e credito, concorrenza e assicurazioni, borsa, valori mobiliari e fondi pensione, comunicazioni di massa e informatica pubblica, appalti di lavori pubblici e tariffe di energia elettrica e gas, scioperi nei servizi pubblici e contrattazione sindacale nelle pubbliche amministrazioni, monitoraggio e innovazione neirambiente e nel funzionamento del sistema sanitario sono solo i più evidenti items di un profondo spostamento di poteri dall'apparato politico e amministrativo di governo verso una rete articolata, e in continua diramazione, di nuove e separate arene di rappresentazione, intermediazione o aggiudicazione, secondo i casi, di interessi. Chi domani volesse impegnarsi in ricerche empiriche sulle politiche pubbliche in questi settori decisivi per il sistema economico e sociale di questo paese, dovrebbe primariamente sottoporre ad analisi l'azione delle authorities e le reti di relazioni con gli interessi organizzati e diffusi in cui esse sono chiamate ad operare. Il campo visivo della rilevazione andrebbe profondamente riorientato. Solo ex post andrebbe ponderato il ruolo delle istituzioni classiche della forma di governo, come i partiti, gli organi dell'Esecutivo e il Parlamento. L'analisi empirica, a fronte di casi e circostanze determinate, potrebbe anche sancirne la (de) qualificazione alla sola stregua di attori e arene integrative.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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ARAÚJO, Eline Gomes de, Carolina Albuquerque da PAZ et Lorena Albuquerque de MELO. « Pistas para um estudo do sensível ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 393. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244917.

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RESUMOEste artigo tem por inspiração escrever sobre os caminhos trilhados pelo laboratório de sensibilidades do curso de medicina, do Núcleo de Ciências da Vida (NCV) da Universidade Federal de Pernambuco (UFPE) – campus agreste em Caruaru-PE, e sugerir algumas pistas para a formação sensível no campo da saúde, a partir da experiência vivida pelos docentes do laboratório e do curso. Também apresenta de forma breve as discussões que ocorreram durante o primeiro ENSENSI – Encontro Nacional Sobre o Sensível nas Graduações em Saúde, com o tema “a (Re)Existência do Sensível”, organizado por este curso, em 2018. Tem por objetivo problematizar os caminhos, as estratégias políticopedagógicas do laboratório e o desenho pedagógico que ganhou forma. Discute a possível transformação do paradigma da formação em saúde e especialmente a formação médica. Educação médica. Sensibilidades. Laboratório de sensibilidades. Arte e medicina. Trails to a study of the sensitive ABSTRACT This article is inspired by writing about the paths taken by the laboratory of sensitivities of the medical course of the Life Sciences Nucleus (NCV) of the Federal University of Pernambuco (UFPE) - in Caruaru-PE, and to suggest some clues for sensitive education in the health field in higher education, based on the experience lived by the laboratory and course teachers. It also briefly presents the discussions that took place during the first ENSENSI - National Meeting on the Sensitive in Health Graduations, with the theme “the (Re) Existence of the Sensitive”, organized by this course in 2018. It aims to problematize the paths, the political-pedagogical strategies of the laboratory and the pedagogical design that took shape. It discusses the possible transformation of the health education paradigm and especially medical education.Medical education. Sensitivities. Sensitivity laboratory. Art and Medicine. Huellas Para un Estudio de lo Sensible RESUMEN Este artículo está inspirado para escribir sobre los caminos tomados por el laboratorio de sensibilidad del curso de medicina, en el Centro de Ciencias de la Vida (NCV) de la Universidad Federal de Pernambuco (UFPE), campus en agreste en Caruaru-PE, y para sugerir algunas huellas para la formación sensible en el campo de la salud, basada en la experiencia vivida por los maestros del laboratorio y del curso. También presenta brevemente las discusiones que tuvieron lugar durante la primera ENSENSI - Encuentro Nacional sobre el Sensible en las Graduaciones en Salud, con el tema "la (Re) existencia de lo sensible", organizado por este curso, en 2018. Su objetivo es problematizar los caminos, las estrategias político-pedagógicas del laboratorio y el diseño pedagógico que tomó forma. Discute la posible transformación del paradigma de formación en salud y especialmente la capacitación médica. Educación Médica. Sensibilidades Laboratorio de sensibilidad. Arte y medicina. Indizi su uno Studio di Sensibilità SINTESE Questo articolo si ispira scrivendo sui percorsi intrapresi dal laboratorio di sensibilità del corso medico del Life Sciences Nucleus (NCV) dell'Università Federale del Pernambuco (UFPE) – nel campus di Caruaru-PE, e suggerendo alcuni indizi per formazione sensibile in campo sanitario, basata sull'esperienza vissuta dal laboratorio e dagli insegnanti del corso. Presenta inoltre brevemente le discussioni svoltesi durante il primo ENSENSI - Incontro nazionale sulle graduatorie sensibili in salute, con il tema "La (ri) esistenza del sensibile", organizzato da questo corso nel 2018. Ha lo scopo di problematizzare il percorsi, le strategie politico-pedagogiche del laboratorio e il design pedagogico che ha preso forma. Discute la possibile trasformazione del paradigma dell'educazione sanitaria e in particolare dell'educazione medica. Educazione medica. Sensibilità. Laboratorio di sensibilità. Arte e medicina.
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Santos, Genilson Gaudêncio dos, et José Jefferson da Silva Nascimento Filho. « Benefici della sistemaizzazione dell’assistenza infermieristica per il paziente e per l’allattamento ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 26 août 2020, 16–28. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/vantaggi-della-sistemaizzazione.

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La sistemaatizzazione dell’assistenza infermieristica è un modo organizzato di prendersi cura e raggiungere la qualità nella cura offerta. Questo studio mira a segnalare la pertinenza della SAE per l’assistenza infermieristica, identificandone i benefici per l’assistenza infermieristica e il cliente. Questa è una recensione della letteratura. La ricerca è stata sviluppata sulla base di libri, riviste e articoli scientifici disponibili su Internet e nelle banche dati; LILACS e SCIELO. Per la raccolta dei dati, sono state utilizzate le seguenti parole chiave: SAE, care and nursing process. I dati sono stati raggruppati e organizzati per un semplice trattamento statistico descrittivo. Il 100% degli autori ritiene che i benefici di ASS definisano la strategia di definizione dello spazio/campo d’azione dell’infermiera che giustifica l’esistenza di un tale professionista nel team multidisciplinare. Il 60% affermano che SAE porta il consolidamento della scienza infermieristica, il riconoscimento e la valorizzazione del professionista infermieristico. Il 40% dice di organizzare cure/assistenza infermieristica. Il 100% ritiene che porti benefici al cliente, come: cure individualizzate, organizzate, umanizzate, rileva diagnosi precococo, cure infermieristiche fatte correttamente, riduce l’infezione e i clienti ricoverati in ospedale rimangono. Anche se è già regolamentato dalla risoluzione COFEN 358/09 ed è un requisito del Consiglio federale infermieristico per SAE non è ancora utilizzato né fa parte del lavoro di molti infermieri e istituzioni sanitarie nel paese, ma la negligenza di SAE è la ragione principale per l’omissione, la disorganizzazione e la mancanza di fiducia delle azioni infermieristiche.
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Carrasco de Paula, Ignacio, et Dario Sacchini. « Valori comuni e politica sanitaria per un'Europa unita ». Medicina e Morale 54, no 4 (30 août 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.383.

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L’articolo affronta il tema dei valori sottesi alla sanità nella prospettiva dell’Uinione Europea, soprattutto dopo l’elaborazione della Costituzione. In particolare, gli autori pongono tre questioni: 1. quali valori vengono messi in gioco in relazione al comparto socio-sanitario? 2. quale congruenza hanno detti valori rispetto alla centralità della persona considerata come fine della nuova Costituzione europea? 3. quali condizioni dovrebbe rispettare una politica sanitaria per pervenire al valore-persona? Riguardo al primo quesito, viene delineato sinteticamente il quadro delle diverse strutturazioni della sanità: assicurazioni, mutualità, sistemi sanitari ad accesso universale e solidaristica. Sulla seconda domanda, viene evidenziato il diverso livello di congruenza fra i diversi modi di strutturare la sanità e la centralità della persona umana. L’articolo si conclude enucleando i capisaldi valoriali sui quali andrebbe costruita una politica sanitaria adeguata alla complessa realtà dell’umano, valori che andrebbero perseguiti in campo sanitario, coerentemente al patrimonio culturale e storico dell’Europa oltre che al trattato costituzionale. Si tratta, in breve, delle seguenti condizioni: 1. ogni scelta, anche quella più tecnica, non può prescindere da una precisa assunzione di priorità, dunque di valori; 2. la scelta a favore di un servizio sanitario a controllo pubblico e ad accesso universale secondo i bisogni di salute della popolazione; 3. la costante ricerca del bene comune nelle scelte macro-allocative; 4. l’indicazione clinica come criterio aureo nelle scelte micro-allocative; 5. l’evitamento di ogni deriva individualistica dei sistemi sanitari; 6. la portata etica delle dinamiche organizzative; 7. il trade-off tra efficienza, efficacia ed equità va ricercato non a spese ma per l’uomo. ---------- The article deals with the issue of the values subtended to the health in the perspective of the European Union, after the elaboration of the Constitution. Particularly, the Authors set three questions: 1. which values are at stake in relationship to the health care field? 2. which congruence do these values have in comparison to the centrality of the human person, considered as the “end” of the new European Constitution? 3. which conditions should an health policy respect to reach to the value-person? Concerning the first question, it is shown the panorama of the different settings of health care: i.e., systems based on insurances, mutuality, and health care services. Regarding the second question, the different level of congruence is underlined between the different ways to structure health and the centrality of the human person. The article concludes enucleating the moral milestones on which a suitable health policy to the complex reality of the human should be built, values that are go pursued in health field, coherently to the cultural and historical patrimony of Europe over that to the constitutional treaty. The conditions are the following: 1. every technical choice can not put aside from a precise assumption of priority, therefore of values; 2. the choice in favour of a public health care service, according to the needs of health of the population; 3. the constant search for the common good at the macro-allocative level; 4. the golden criterion of clinical indication at the micro-allocative level; 5. avoiding every individualistic drift of the health care systems; 6. the ethical relevance of the organizational dynamics; 7. the trade-off between efficiency, effectiveness and equity should pursued “for” the man and not against him.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini et Concetta La Rocca. « Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche : approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence : conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy) ». Revista Eletrônica de Educação 12, no 3 (7 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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