Articles de revues sur le sujet « Bisogno »

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1

Fromm, Erich. « Il concetto freudiano di sessualità (1957) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (février 2022) : 67–86. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-001010.

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Résumé :
Viene pubblicata per la prima volta in italiano una lezione che Erich Fromm tenne il 28 maggio 1957 alla New School for Social Research di New York. Questa era l'ultima di una serie di lezio-ni sui concetti principali della psicoanalisi freudiana, la maggior parte delle quali non furono regi-strate mentre quest'ultima fu registrata e trascritta. Fromm discute i seguenti argomenti: il concetto fisiologico di sessualità in Freud e la concezione biologica della sessualità proposta da Fromm; il ruolo della mascolinità e della femminilità; il concetto freudiano di libido; la teoria della natura umana secondo Fromm, in cui vengono concettualizzati diversi bisogni dell'essere umano così come sono stati descritti nel libro del 1955 Psicanalisi della società contemporanea (il bisogno di essere in relazione, il bisogno di radicamento, il bisogno di un senso di identità, il bisogno di tra-scendenza, il bisogno di una cornice di riferimento e di un oggetto di devozione); implicazioni per la comprensione dei pazienti; le associazioni libere; il rapporto tra analista e paziente; l'importanza dei sogni; la situazione attuale della psicoanalisi e il suo futuro.
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2

Corsi, Michele. « Il limite, il bisogno e il desiderio ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 65–88. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9311.

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Résumé :
L'articolo verte sulla triade limite, bisogno e desiderio. Partendo dal riconoscimento che il limite è consustanziale all'educazione. Anzi, che il limite è la meta-regola che dovrebbe ispirare le singole regole. Per passare, poi, ad analizzare il desiderio sulla scorta di Lacan, Freud e di altri Autori. Col desiderio che è altro dal piacere e dal godimento. E con l'oggetto del desiderio che è un fantasma o un'illusione. Col bisogno, infine, che è la risposta pedagogica al desiderio, definendo uno stato di urgenza reale, connotato fisiologicamente, del soggetto. Quello stesso bisogno, riconosciuto e limitato, che è la risposta a un godimento possibile e praticabile e, ugualmente, a una domanda ben posta e articolata. Un bisogno attualizzato, per quantità e qualità, dall'educazione. Nell'ottica delle tre grandi finalità dell'educazione: libertà, autonomia e responsabilità. E con la pedagogia medesima che non legifera, ma offre strumenti per il loro corretto esercizio. In grado così, il rapporto educativo, di educare i desideri, di sottometterli al principio del piacere e, laddove questo fallisse, di riportare il tutto al principio di realtà, faro e fondamento dell'educazione.
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3

Chiodi, Sarah. « Cittŕ-campagna : abitare in-comune ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 97 (mai 2012) : 25–36. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097003.

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Résumé :
L'abitare in cittŕ o in campagna puň identificare tipologie edilizie e insediamenti morfologicamente contraddistinti, ma in senso sociologico la complessitŕ del fenomeno dell'abitare porta con sé valori ed esigenze similari sia che si viva fuori o dentro la cittŕ compatta; tra queste esigenze emerge un certo "bisogno di comunitŕ". La questione dunque non č l'abitare in cittŕ o in campagna, ma l'abitare in-comune in un contesto sostenibile, che significa pensare ad un nuovo modo di abitare in riferimento a quel tipo di societŕ che si intende realizzare rendendo coerente lo sfruttamento delle risorse (naturali, umane, culturali, ecc.) con i bisogni attuali e futuri delle persone.
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Grosso, Leopoldo. « Di quale Ser.D. abbiamo bisogno ? » SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (mars 2016) : 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/ses2016-002005.

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Ciucci, Filippo. « Valutazione e Pubblica Amministrazione : il contributo della partecipazione alla decisione ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mai 2010) : 11–37. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001002.

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Résumé :
La valutazione puň contribuire ai processi decisionali. In particolare una strategia partecipata permette di venire fuori punti di vista, i bisogni, le aspettative e le questioni degli stakeholders. Ma il processo di partecipazione ha bisogno di essere seguito e metodologicamente verificato passo dopo passo: non č una strategia priva di rischi. I ricercatori devono essere attenti a coinvolgere gli stakeholders e ad utilizzare strumenti adatti. La partecipazione deve essere l'occasione per molti attori sociali e non un lusso per pochi. Nella prima parte di questo articolo sono riportate le misure e le caratteristiche dell'introduzione della valutazione nella Pubblica Amministrazione italiana. Nella seconda parte sono descritti i motivi e le dimensioni della valutazione partecipata, insistendo sulla sua utilitŕ per le politiche e per il processo decisionale.
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Bertocchi, Sabrina, Francesca Emiliani, Silvia Potě et Laura Palareti. « Diversi regimi terapeutici nel trattamento di bambini affetti da malattia emorragica congenita : processi di scelta e ricadute sul benessere psicosociale del paziente e della sua famiglia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (février 2011) : 65–90. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003005.

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Résumé :
Un tratto caratteristico delle malattie emorragiche congenite (di cui la piů diffusa č l'emofilia) č l'imprevedibilitŕ dell'evento emorragico, della sua durata e della sua severitŕ, da cui consegue una condizione di continua incertezza sulle modalitŕ e la tempestivitŕ necessarie per l'intervento. Il superamento di questa condizione č oggi possibile attraverso l'infusione del fattore di coagulazione mancante. Quest'ultima puň essere attuata tramite due modalitŕ: profilassi e terapia al bisogno. Questo studio ha come obiettivo la comprensione approfondita delle condizioni che favoriscono o che invece ostacolano l'adesione a forme diverse di trattamento terapeutico, in particolare profilassi e terapia al bisogno, in famiglie con bambini affetti da emofilia. Sono stati intervistati congiuntamente i genitori di 11 famiglie con figli emofilici in etŕ evolutiva, residenti a Bologna e provincia che aderivano a trattamenti differenziati (profilassi o terapia al bisogno). I risultati mostrano come le due diverse forme di terapia siano collegate a differenti rappresentazioni della malattia e a diverse modalitŕ di funzionamento familiare. La profilassi si conferma la terapia che maggiormente si accompagna ad uno stile di vita normalizzato sia per il bambino che per l'intera famiglia.
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Szymański, Piotr Florencjan. « Nakaz miłowania Boga (Pwt 6, 4-9) w modlitwie Izraela ». Ruch Biblijny i Liturgiczny 60, no 4 (31 décembre 2007) : 253. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.379.

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Résumé :
Il testo di Dt 6, 4-9 contiene cinque precetti: quello di amare Dio, di insegnare la Legge ai propri figli, di parlare della Legge quando si presenta l’occasione, di mettere i filatteri sulla mano e sulla fronte e la mezuzah agli stipiti delle porte.È un tipico paradosso di Israele quello di incarnare, di materializzare ciò che è spirituale. La preghiera ha bisogno di supporti materiali. I filatteri che la Bibbia ordina agli ebrei di portare ne forniscono un chiaro esempio. L’ebraismo si ricorda che l’uomo è un composto complesso che ha bisogno di segni per prepararsi all’incontro con Dio.
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Lini, Claudia. « Bisogno e desiderio nel processo terapeutico ». TERAPIA FAMILIARE, no 104 (juin 2014) : 23–46. http://dx.doi.org/10.3280/tf2014-104002.

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Paoletti, Matteo. « «Io ho bisogno di animali teatrali» ». Mimesis Journal, no 7, 2 (1 décembre 2018) : 23–38. http://dx.doi.org/10.4000/mimesis.1471.

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Verginella, Marta. « Specchi di confine. Contributo alla discussione sulle pratiche della memoria di confine nell'area nord-adriatica ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 256–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298019.

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Résumé :
Per capire meglio l'essenza delle pratiche di memoria lungo il confine italo sloveno e l'uso pubblico della storia dell'area alto adriatica nell'ultimo ventennio bisogna analizzare la cultura storica e in particolare il pensiero storiografico. In un territorio multietnico far combaciare i limiti della nazione con i confini statali è diventato l'obiettivo principale di una parte preponderante della storiografia sin dagli ultimi decenni dell'Ottocento e anche nel corso del Novecento. I pochi tentativi storiografici di adottare una prospettiva comparativa e transnazionale sono rimasti marginali rispetto al bisogno di etnicizzare la storia del confine e produrre l'omologazione nazionale di un'area multinazionale. Come ha messo bene in luce lo storico tedesco Rolf Wörsdörfer, l'elaborazione storiografica del conflitto tra italiani e slavi (sloveni e croati) è a sua volta una parte significativa del conflitto di nazionalità che si ripercuote anche sulle pratiche museali e le scelte didattiche.
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Icolari, Maria assunta. « IL FENOMENO FISCALE ITALIANO AL TEMPO DELLA CRISI DELLE CONCEZIONI GIURIDICHE TRADIZIONALI ». Revista da Faculdade Mineira de Direito 21, no 42 (16 juillet 2019) : 131–48. http://dx.doi.org/10.5752/p.2318-7999.2018v21n42p131-148.

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Résumé :
La disamina muove dal bisogno di una profonda riflessione del sistema tributario italiano dopo che la stagione della crisi, politica ma anche economica, ha sortito i suoi effetti sia sul rapporto mai paritario tra Amministrazione finanziaria e contribuente che sulla nozione di tributo. Pertanto oggetto di attenzione sono per un verso le problematiche legate alla mancanza sia di un vero e paritario contraddittorio nell’azione tributaria, per cui l’Amministrazione fiscale spesso è in una posizione di intollerabile supremazia, sia di un vero coordinamento con il diritto penale; per altro verso del bisogno di adeguare la nozione di tributo agli indirizzi che provengono dal giudice costituzionale.
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Palumbo, Mauro. « La partecipazione che cambia la valutazione (e forse anche i valutatori?) ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2011) : 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004003.

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Résumé :
Il riferimento alla partecipazione mostra una crescente importanza tanto nella ricerca sociale quanto nei processi valutativi. Nella ricerca sociale la distanza tra "osservatore" ed "osservato" č sempre piů esile, e la partecipazione al processo di ricerca cresce cosě come l'uso dei metodi qualitativi. D'altra parte, i politici hanno bisogno di una ampia partecipazione per fronteggiare la riduzione di legittimazione delle istituzioni pubbliche cosě come il crescente ruolo svolto dalle politiche che per essere efficaci hanno bisogno di un consenso attivo da parte della popolazione coinvolta. L'articolo sottolinea i rischi implicati da una mera sovrapposizione tra processi valutativi e di ricerca e sottolinea le ragioni e le modalitŕ attraverso le quali mantenere coordinate, e tuttavia differenziate, le due attivitŕ.
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Di Giovine, Alfonso. « Magistratura democratica : un soggetto politico di sinistra all'interno del terzo potere ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (décembre 2011) : 263–68. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005020.

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Besse, Jean-Marc. « Abbiamo ancora bisogno di paesaggi, e perché ? » RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 4 (décembre 2020) : 157–73. http://dx.doi.org/10.3280/rgi2020-004008.

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Tamburlini, Giorgio. « “Ruolo paterno” e bisogno sociale di educazione ». Medico e Bambino 41, no 1 (15 septembre 2022) : 456–57. http://dx.doi.org/10.53126/meb41456.

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Sala, R. « Bioetica e nursing. Il senso morale del prendersi cura. Riflessioni di etica infermieristica ». Medicina e Morale 49, no 3 (30 juin 2000) : 525–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.784.

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Résumé :
L’indagine sulla cura, e sulla relazione che si instaura tra i soggetti del rapporto di cura, mette a fuoco alcuni elementi fondamentali dell’assistenza infermieristica come pratica di cura. La cura è infatti la modalità della relazione tra infermiere e malato, in cui prevale il bisogno di “prendersi cura” della persona nella ricerca delle risposte “giuste” ai suoi bisogni individuali; la cura avviene all’interno di un preciso contesto, di una situazione particolare, determinata dall’irripetibilità delle esperienze di chiunque necessiti di cure. L’attenzione alla relazione e al contesto entro il quale si svolge, che assume particolare importanza nella prospettiva dell’etica della cura, permette di riprendere il dibattito attorno all’etica dell’infermieristica e alla sua originalità rispetto alla bioetica e, in particolare, alla bioetica dei principi, accusati di astrattezza e di inefficacia normativa. Riprendendo alcuni suggerimenti provenienti dalla riflessione femminista, l’etica infermieristica restituisce un ruolo centrale alla virtù del soggetto agente, alla valenza pratica del suo agire, alla dimensione relazionale.
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McWilliams, Nancy. « Il caso dell'angelo della misericordia autodistruttivo ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2012) : 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002003.

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Résumé :
L'articolo descrive alcuni scambi avvenuti durante il trattamento analitico con una paziente borderline, dai pattern spiccatamente auto frustranti. Scopo principale del presente lavoro č quello di suscitare un dibattito su un argomento che poco teorizzato negli ultimi anni, su cui i terapeuti hanno comunque bisogno di confrontare le proprie esperienze cliniche. In particolare, si vuole mettere in luce quanto le persone con funzionamento borderline abbiano bisogno che il terapeuta comprenda e insieme affronti sia i significati cocostruiti all'interno del rapporto terapeutico, sia la visione idiosincratica del mondo esterno del paziente. L'autrice propone le sue riflessioni con lo spirito di iniziare un dialogo su un problema clinico particolarmente difficile che non puň essere sviluppato appieno attraverso il normale utilizzo di studi a controllo randomizzato su particolari tecniche e nemmeno attraverso scambi clinici che riguardo le problematiche piů generali del processo terapeutico.
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Casati, Elisa, et Silvia Donato. « La relazione tra i familiari e l'équipe di cura della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) : la prospettiva degli operatori ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (août 2020) : 25–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002002.

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Résumé :
Obiettivo: la transizione relativa al trasferimento della persona anziana non autosufficiente dal domicilio a una struttura residenziale è complessa e caratterizzata da una vasta gamma di vissuti emozionali ambivalenti per tutti gli attori coinvolti. Obiettivo della ricerca qui presentata è quello di indagare e descrivere la percezione che gli operatori dell'équipe di cura e assistenza della RSA hanno dei vissuti e dei bisogni che accompagnano il familiare nella scelta dell'istituzionalizzazione e all'ingresso in RSA, dei vissuti e dei bisogni di cui gli operatori stessi fanno esperienza nella relazione con i familiari in questa fase del percorso di cura, non-ché delle possibili risposte a tali bisogni secondo il punto di vista dell'operatore. Metodologia: il disegno di ricerca adottato è di tipo qualitativo e si avvale di interviste somministrate a nove operatori facenti parte dell'équipe di cura e assistenza di una RSA del Nord Italia. Risultati: dalle interviste emerge un operatore consapevole sia delle molteplici e ambivalenti emozioni esperite dal familiare durante la transizione, sia delle motivazioni che lo portano a scegliere l'istituzionalizzazione del proprio caro. L'operatore riconosce inoltre l'importanza di spazi di confronto e incontro con i familiari, ma nel contempo riporta come, a livello fattuale, non esi-stano spazi di effettivo e reale coinvolgimento dei caregiver informali. La precisione con cui l'operatore riconosce emozioni e motivazioni del familiare non sempre però corrisponde ad altrettanta consapevolezza per i propri vissuti emotivi e per come essi agiscano nella relazione con il familiare, ad indicare una specifica area di bisogno formativo e di accompagnamento degli operatori in questa complessa relazione.
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Carola, Joseph, et Lorivaldo Do Nascimento. « L'EDUCAZIONE DELL'UMO IN AGOSTINO D'IPPONA ». Educere et Educare 15, no 34 (13 mai 2020) : 10. http://dx.doi.org/10.17648/educare.v15i34.23343.

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RIASSUNTO: Questo studio trattera dell'educazione dell'uomo in Agostino di Ippona. Nella concezione agostiniana educare significa liberare l'uomo dei vizi e realizzare la sua originale apertura all'essere transcendente che é Dio. Tuttavia, l'uomo soltanto può ritornare a Dio se, per primo Dio viene al suo inccontro. Per questo motivo, fin dal momento della creazione, Dio si fa presente nell'uolo, il quale fu creato non soltanto da Dio, ma anche per Dio. Dio educa l'uomo dall'interno attraverso la presenza ontologica ed anche per mezzo della presenza illuminante, dalla quale l'uomo há bisogno per conoscere la vera volontà divina. Ma, per l'uomo non basta solo conoscere. Per essere educato nel cammino del bene l'uomo bisogna anche essere mosso dall'Amore dal proprio Dio. Illuminato nel conoscere e mosso dall'Amore per agire com retitudine, l'uomo viene educato e può lavorare nella costruzione della Cittá di Dio sulla terra. L'educazione dell'uomo in Agostino include le questioni dell'essere, del conoscere, dell'agire. L'educazione per Agostino include le grandi parti della filosofia: metafisica, gnoseologia, ética e politica.
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Marone, Francesca, Marianna Capo et Maria Navarra. « La creatività : un bisogno formativo degli operatori sanitari ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (juin 2017) : 136–50. http://dx.doi.org/10.3280/erp2017-001009.

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Portera, Agostino. « Cosmopolitismo, bisogno di dialogo e competenze (propriamente) interculturali ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (janvier 2018) : 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/erp2017-002004.

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Wuttke, Thomas. « I progetti agile hanno bisogno del risk management ? » PROJECT MANAGER (IL), no 37 (février 2019) : 47. http://dx.doi.org/10.3280/pm2019-037011.

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Bolcato, Matteo, Daniele Rodriguez et Anna Aprile. « La tutela degli stati di bisogno in pediatria ». QUADERNI ACP 28, no 4 (2021) : 181. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.181-184.

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Résumé :
The contribution examines the provisions of law designed to protect minors who are in a state of need due to mental or physical illness. The medical-legal interpretative problems and the practical conduct that the pediatrician or clinician of the child must hold in order to certify the condition.
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Tellini, Gino. « Bisogno di cose vere nella narrativa del Duemila ». Colloquium 9788879168946 (octobre 2019) : 489–94. http://dx.doi.org/10.7359/894-2019-tell.

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Mancini, Roberto. « Il valore del bisogno, il respiro del desiderio ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 128 (janvier 2015) : 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/rt2015-128003.

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Tognoni, Gianni. « Di che cosa ha bisogno la ricerca indipendente ? » Italian Journal of Medicine 4, no 4 (décembre 2010) : 40–41. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2010.09.022.

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Ventura, Alessandro. « Pagina gialla ». Medico e Bambino 40, no 3 (25 mars 2021) : 147–48. http://dx.doi.org/10.53126/meb40147.

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Résumé :
Titoli del mese: Infezione urinaria e cortisone: più sì che no - Qualità dell’accudimento, molecole e (neuro)sviluppo del prematuro - Linee guida: tra rigore e bisogno di verifica e aggiornamento - Da salvatori a carnefici: il caso dei PPI e dell’asma - Pericarditi ricorrenti - Una FPIES blu
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Jankovic, Momcilo. « Come e perché comunicare la diagnosi di malattia a un bambino ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 1 (janvier 2011) : 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-001002.

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Résumé :
L'obiettivo psicosociale principale nella cura dei tumori pediatrici consiste nell'aiutare i bambini e le loro famiglie ad affrontare la diagnosi e le prospettive che ne derivano. I bambini e le loro famiglie hanno bisogno del nostro aiuto, anche se la maggior parte di loro si scontra con la diagnosi senza apparentemente manifestare segni di cedimento. Da un lato dobbiamo cercare di aiutare il bambino e la sua famiglia che hanno un bisogno immediato del nostro supporto, dall'altro occorre portare avanti una ricerca controllata e scientificamente valida, finalizzata a distinguere gli interventi efficaci da quelli inefficaci. L'assistenza clinica ottimale consiste nell'applicazione delle migliori scoperte oggi disponibili, basate sull'evidenza e applicate nel contesto culturale locale. Il personale sanitario puň dare ascolto attento ai bambini e alle loro famiglie per capire in che modo essi agiscono e rispondono all'assistenza che viene loro offerta. Modificare il proprio approccio sulla base del livello di soddisfazione delle famiglie nei confronti dell'assistenza offerta puň aiutare a migliorare il servizio.
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Maritano, Livio. « Comunità cristiana e pastorale sanitaria ». Medicina e Morale 39, no 3 (30 juin 1990) : 453–68. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1173.

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Résumé :
Per la sua natura fondamentale, la chiesa è chiamata a rivolgere la sua attenzione pastorale a tutti gli ambiti nei quali l'uomo opera e vive. L'ambito sanitario è certamente uno di questi, sia per la presenza numerosa di operatori, sia soprattutto perché al centro vi sono le persone malate e sofferenti. Nelle parole di un vescovo, come è l'autore, viene richiamata qui l'urgenza di una autentica pastorale sanitaria: essa trova la sua ragion d'essere anzitutto per lo stato di bisogno in cui si trovano i fratelli sofferenti, bisogno al quale una comunità cristiana matura deve essere in grado di rispondere; in secondo luogo, la comunità deve annunciare al cristiano la vocazione particolare inerente allo stato di malattia e accompagnarlo con il doveroso sostegno a corrispondere a tale chiamata. Tale necessità è stata recentemente espressa nel documento La pastorale della salute nella chiesa italiana, a cura della Consulta CEI per la pastorale della salute, i cui punti essenziali vengono qui ripercorsi dall'autore.
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Pelli, Massimo. « Nudes. La vulnerabilità dell'adolescente tra rivoluzione digitale e trasformazione antropologica ». PSICOBIETTIVO, no 3 (décembre 2021) : 155–65. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-003011.

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Résumé :
L'articolo propone una riflessione a partire dalla visione della serie televisiva "Nudes" su quella che sembra essere una trasformazione antropologica del modo con cui l'adolescente affronta questa fase della vita che si situa tra la fine dell'infanzia e il giovane adulto in fase di organizzazione. Per definizione un'età di passaggio in cui l'adolescente deve confrontarsi con rapidi mutamenti dell'immagine di sé, sia dal punto di vista corporeo che psicologico e relazionale. Scuola e famiglia sono lontani e assenti. L'uso dei dispositivi digitali, il revenge porn e la diffusione non consensuale di immagini intime online sono un epifenomeno di questa trasformazione antropologica dell'adolescente sospeso tra bisogno di appartenenza e bisogno di individuazione. L'articolo include un'intervista a Laura Luchetti, regista della serie televisiva "Nudes", che attraverso tre storie diverse di adolescenti ci parla del fenomeno del revenge porn e della diffusione non consensuale di immagini intime che sta diventando un fenomeno sempre più attuale.
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Pani, Roberto, et Samanta Sagliaschi. « Il piacere solitario e l'autoerotismo compulsivo ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (mars 2012) : 5–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-001001.

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Résumé :
Gli Autori delineano dapprima l'evoluzione storica e sociale del sesso solitario. La dipendenza sessuale puň manifestarsi attraverso alcuni comportamenti come l'autoerotismo compulsivo che diventa per il soggetto il bisogno basilare rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato, con gravi ripercussioni a livello individuale e sociale.
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Crevatin, Franco. « Note di linguistica bawlé ». Linguistica 25, no 2 (1 décembre 1985) : 187–91. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.25.2.187-191.

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Résumé :
Come è noto, la paretimologia obbedisce primariamente al bisogno di trasparenza e motivazione semantica del parlante; qui segn.alo un caso, da me raccol to in Costa d 'Avorio (sotto-prefettura di Sakasú) e, a quanto pare, abbastanza diffuso tra i parlanti bawlé ( lingua Akan), nel quale si colgono interessanti reminiscenze storiche.
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Horn, Vera. « Assaporare la Tradizione : Cibo, Identità e Senso di Appartenenza nella Letteratura Migrante ». Revista de Italianística, no 19-20 (30 décembre 2010) : 155. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i19-20p155-175.

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Résumé :
Come sostiene Vito Teti, il cibo per l’immigrato è una formadi difesa di un’identità culturale e riflette il bisogno di riconoscersi e diaggregarsi. Il bisogno di trovare senso e posto in un nuovo luogo vengonosegnati da un attaccamento ai cibi perduti, con un senso di sacralità che accompagnail pasto. A partire dalla premessa di Teti, verranno presi in considerazionei romanzi Volevo diventare bianca di Nassera Chohra (1993)e Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Amara Lakhous(2006) e i racconti Curry di pollo di Laila Wadia; Salsicce di Igiaba Scego e Il cuoco di Arbëria di Carmine Abate. Tali testi impongono uno sguardo determinante sul cibo come un indice culturale che può rappresentare ocostruire l’identità o determinare l’appartenenza ad una certa comunità, così come rifiutare decisamente qualsiasi contaminazione con la cultura della società ospitante o tentativo di assimilazione o, diversamente, offrire un punto di vista fondato sull’ibridismo; inoltre può favorire la formazione di stereotipi. In questo modo vengono definite prospettive diverse di costruzione dell’identità, sintetizzate da Stuart Hall nel binomio traduzione/tradizione.
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Trasarti Sponti, Wima, et Anna Maria Rapone. « In ricordo di Wilma Trasarti Sponti. Il linguaggio dell'intimità, fra appartenenza e separazione ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 53 (juin 2021) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-053002.

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Résumé :
Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute siste-mico-relazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimità utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimità. Durante lo sviluppo del bambino sarà proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, è possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la riattivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene ri-letto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Trasarti, Sponti Wilma, et Anna Maria Rapone. « Il linguaggio dell'intimitŕ, fra appartenenza e separazione ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 34 (décembre 2011) : 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34003.

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Résumé :
Le autrici, sulla base della loro esperienza di psicoterapeute sistemicorelazionali, presentano una loro lettura del concetto di intimitŕ utile ed interessante nella psicoterapia delle problematiche di coppia (relazionali, affettive e sessuali). Le autrici, facendo anche riferimento ad autori quali Winnicott, Stern e Whitaker, individuano nella relazione madre-bambino il nucleo primario dell'intimitŕ. Durante lo sviluppo del bambino sarŕ proprio l'appartenenza, provata attraverso la relazione con le figure primarie, a permettergli la successiva individuazione. La psicoterapia viene ridefinita come contesto nel quale, grazie alla regressione attraverso l'"autentica relazione" paziente/terapeuta, č possibile riconoscere i propri bisogni: il terapeuta "sufficientemente buono", funge semplicemente da "sbloccante", per l'attivazione e la ri-attivazione delle risorse dei pazienti. Le autrici, nel loro lavoro in psicoterapia di coppia, prendono in considerazione la storia multi generazionale dei pazienti nello sviluppo della trama della relazione dove la nostalgia della primitiva appartenenza e la vergogna che ne deriva, vengono analizzati ed utilizzati. Il concetto di potere, sotteso alle problematiche di coppia, viene riletto come insicurezza di appartenenza e vergogna della richiesta stessa, motivo per cui la lotta di potere "infantile" viene rielaborata come una lettura poco utile per esprimere il proprio bisogno all'altro.
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Floccari, Fulvio, Fulvio Marrocco, Rodolfo Rivera et Luca Di Lullo. « Prevenzione primaria della malattia cardiovascolare : c’è bisogno di un’aspirina ? » Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 31, no 3 (19 septembre 2019) : 167–70. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2019.535.

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Résumé :
The efficacy of antiplatelet treatment with aspirin in the primary prevention of major cardiovascular events was questioned during 2018, following a new series of trials that we summarize here in a quick synoptic overview. The three studies involved are the ASPREE trial, the ASCEND study and the ARRIVE trial. These studies all have a double-blind randomized design, and 100 mg/day aspirin was administered with an intention-to-treat approach and against placebo. Age of the enrolled patients, prevalence of diabetes mellitus and geographical location of other studies are just some of the elements analyzed here, in addition to the different problems of cardiovascular events. The ASPREE study observed a marginal reduction of cardiovascular events with the use of aspirin, by approximately 5% with a confidence interval at risk of insignificancy. On the other hand, the increased risk of a hemorrhagic event appeared to be rather robust, resulting between 18% and 62%. The ASCEND study observed a reduction in cardiovascular events of around 12%, offset by an increase in the risk of major bleeding between 9% and 52%. The ARRIVE study did not detect any incidence of major cardiovascular events, while the risk of major bleeding appeared to even double. The evidences of the current literature push us to review a widespread conviction among professionals who fight the war against cardiovascular disease every day: the prescription of aspirin in the primary prevention can no longer happen systematically, and every single prescription need care between benefits and dangers connected to the treatment. (Cardionephrology)
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Floccari, Fulvio, Fulvio Marrocco, Rodolfo Rivera et Luca Di Lullo. « Prevenzione primaria della malattia cardiovascolare : c’è bisogno di un’aspirina ? » Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 31, no 3 (septembre 2019) : 167–70. http://dx.doi.org/10.1177/0394936219875389.

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Résumé :
The efficacy of antiplatelet treatment with aspirin in the primary prevention of major cardiovascular events was questioned during 2018, following a new series of trials that we summarize here in a quick synoptic overview. The three studies involved are the ASPREE trial, the ASCEND study and the ARRIVE trial. These studies all have a double-blind randomized design, and 100 mg/day aspirin was administered with an intention-to-treat approach and against placebo. Age of the enrolled patients, prevalence of diabetes mellitus and geographical location of other studies are just some of the elements analyzed here, in addition to the different problems of cardiovascular events. The ASPREE study observed a marginal reduction of cardiovascular events with the use of aspirin, by approximately 5% with a confidence interval at risk of insignificancy. On the other hand, the increased risk of a hemorrhagic event appeared to be rather robust, resulting between 18% and 62%. The ASCEND study observed a reduction in cardiovascular events of around 12%, offset by an increase in the risk of major bleeding between 9% and 52%. The ARRIVE study did not detect any incidence of major cardiovascular events, while the risk of major bleeding appeared to even double. The evidences of the current literature push us to review a widespread conviction among professionals who fight the war against cardiovascular disease every day: the prescription of aspirin in the primary prevention can no longer happen systematically, and every single prescription need care between benefits and dangers connected to the treatment.
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Łapiński, Józef. « Zabiegi Stolicy Apostolskiej o utrzymanie Unii z 1596 r. na podstawie unickiej diecezji chełmskiej w XIX wieku ». Prawo Kanoniczne 51, no 3-4 (10 décembre 2008) : 353–70. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.17.

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Résumé :
Dall’inizio delle persecuzioni, l’unica diocesi di Chelm aspettava della Santa Sede parole d’incoraggiamento ed un efficace sostegno al coraggio e alla perseveranza nella fede della Chiesa Cattolica. Scrutando la storia della diocesi uniate a Chelm nel XIX secolo, bisogna sottolineare con forza, che la Santa Sede usava tutti mezzi disponibili per salvare l’Unione messa in pericolo della parte dell’Impero Russo. Lo testimoniano innumerevoli affermazioni ed atti della Santa Sede. Bisogna affermare che sia gli interventi della Curia Romana sia dei singoli papi non sempre portavano a risultati positivi. Tutta la corrispondenza dell’Autorità della Chiesa locale e di quella di Roma e stata manovrata delle autorità statali: questo ne ha provocato il ritardo o la totale eliminazione. Bisogna aggiungere il fatto che la Santa Sede non aveva in questo periodo la propria nunziatura a Pietroburgo. Questa situazione ha provocato il fatto che Roma non poteva agire per normale via diplomatica. Roma protestava continuamente contro le minacce verso l’Unione, ma ha protestato con decisione, quando illegittimamente hanno chiamato don M. Popiel come amministratore della diocesi di Chelm. Pio IX nella sua enciclica „Levate” ha condannato questa nomina. In base a tutti questi fatti, non si possono accettare le opinioni di alcuni autori secondo i quali Roma non ha mostrato un sufficiente sostegno per salvare la diocesi di Chelm. Non si puo accettare nemmeno che la Curia Romana non abbia dato dimostrazioni che nel XIX secolo la questione polacca non fosse vicina agli interessi della Chiesa e ai propri interessi politici. La Santa Sede non aveva bisogno di mettere il problema della diocesi di Chelm al di sopra di altri fatti ecclesiali, pero non si può mettere in alcun modo in dubbio che abbia fatto tutto ciò che era possibile per difendere l’Unione.
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Federici, Antonio, et Marco Zappa. « Sistema informativo screening : la genesi della conoscenza come elemento di sistema ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050005.

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Résumé :
L'articolo descrive le principali caratteristiche del Sistema Informativo (SIS) dei programmi di screening oncologico in Italia(PS). Il SIS č organizzato per rispondere al bisogno conoscitivo di valutare la qualitŕ dei PS e la loro effectiveness. Tale bisogno si declina differentemente a seconda dell'interlocutore che, in effetti, puň esprimere un interesse informativo con prioritŕ diverse. Sono state nel tempo studiate e selezionate diverse variabili, sulla base delle loro caratteristiche di qualitŕ informativa, che vengono raccolte annualmente in survey nazionali. La fonte dei dati sono i sistemi gestionali dei PS Il SIS permette di produrre numerosi indicatori che derivano dalle Linee Guida Europee e che rispondono alle seguenti necessitŕ di monitoraggio e valutazione: - un PS č un percorso e non l'esecuzione di un test e dunque bisogna misurare la qualitŕ del percorso oltre che la singola prestazione; - un PS č rivolto a una popolazione asintomatica e quindi deve tenere conto della sensibilitŕ (capacitŕ di individuare i portatori della lesione di interesse) ma anche della specificitŕ (capacitŕ di individuare e dunque non esaminare ulteriormente e soprattutto non trattare chi non č portatore della lesione di interesse). Per queste ragioni viene misurato (per esempio) sia il tasso di identificazione, sia la percentuale di richiamo ad approfondimento o il VPP; - descrivere la qualitŕ organizzativa del programma. La valutazione č compiuta mediante standard di riferimento, nella massima parte dei casi adottati dalle Linee guida Europee, secondo un'ottica di benchmark inter- e intraregionale. I risultati della valutazione sono utilizzati, mediante specifiche forme di reporting, in modo sistematico ai livelli: regionale/aziendale; di governancenazionale; internazionale (evidence generation); di societŕ civile. La survey non č un sistema statico di raccolta e viene revisionato sulla base dello sviluppo delle conoscenze. Sulla base del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-12, il SIS entrerŕ a far parte del nuovo sistema sanitario nazionale basato su un datawarehouse nazionale di dati individuali. L'intera esperienza dei PS in Italia si candida ad essere un prototipo di una governance innovativa nel panorama di devoluzione del sistema sanitario, contribuendo a identificare strumenti nuovi e a costruire una conoscenza piů approfondita del modello di governance. In questo quadro il sistema informativo/di valutazione č un esempio di sistema costruito in modo partecipato da esperti ed operatori, orientato alla valutazione della distanza osservato-atteso del beneficio di salute ottenibile con la prevenzione secondaria in oncologia.
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Ventura, Monica Isabella, et Annalisa Patriarca. « Interventi in emergenza della PEA : fasi e metodologia di intervento ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 85–92. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003009.

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Résumé :
Le autrici, esperte in psicologia dell'emergenza, hanno coordinato, gestito e lavorato, insieme ad altri psicologi e operatori volontari, negli interventi in uno dei campi allestiti dopo il terremoto dell'Aquila (il cui funzionamento č riferito anche nell'articolo di Boaretto). Descrivono le fasi dell'intervento distinguendole tra: 1) assistenza immediata; 2) assistenza estesa; 3) assistenza continuata; 4) fase della ricostruzione. In particolare, evidenziano il bisogno di formazione e coordinamento dei volontari.
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Articoni, Angela. « LO SCHERMO TRA LE PAGINE. PER UNA LA RILETTURA DE LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO, GENESI E METAMORFOSI DI UNA FIABA ». Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 21 (2018) : 186–201. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2018.i21.14.

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Résumé :
La metafora della “Bella Addormentata”, archetipo del femminile che si risveglia solo con “il bacio del vero amore”, inteso come bisogno imprescindibile della figura maschile per la realizzazione del proprio sé, va mutando attraverso il rapido evolversi delle trasformazioni sociali e culturali. I film Maleficent e La belle endormie ribadiscono il valore del femminile all’interno delle narrazioni simboliche. Parole chiave: Letteratura per l’infanzia, La Bella Addormentata, fiabe, cinema.
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Eagle, Morris N. « Perché abbiamo bisogno degli oggetti ? Uno studio di psicoanalisi comparata ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (novembre 2014) : 577–96. http://dx.doi.org/10.3280/pu2014-004002.

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Caruso, Giuseppe. « Armando Bisogno, L’eterno assente. Agostino e la ricerca della verità ». Augustinianum 62, no 2 (2022) : 536–49. http://dx.doi.org/10.5840/agstm202262236.

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Zetter, Roger. « La securitizzazione e le politiche europee in materia di asilo e rifugiati ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2010) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003001.

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Résumé :
Anche se il numero di rifugiati e richiedenti asilo che fanno ingresso in Europa č diminuito rispetto al picco raggiunto all'inizio di questo decennio, il volume delle domande č ancora significativo e la questione č ancora di alta rilevanza sia a livello dei singoli Stati membri che della Commissione e dell'Unione Europea. Il processo di armonizzazione delle politiche di asilo e immigrazione e lo sviluppo della Diret-tiva sulle Qualifiche riflette il continuo impegno a "gestire" le migrazioni o almeno questo settore dell'immigrazione verso l'Europa. Questo articolo esplora i modi contraddittori attraverso cui la sicurezza umana dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Europa si č intrecciata con politiche di piů ampio respiro in competizione tra loro. Si sostiene che i bisogni di sicurezza di questa particolare categoria di persone sono stati inseriti nella piů ampia cornice della gestione interna ed esterna delle migrazioni per salvaguardare il primato del mercato unico europeo. Allo stesso modo, le minacce esterne alla sicurezza europea poste da migranti e rifugiati/richiedenti asilo in particolare - una minaccia che risulta essere soprattutto percepita e simbolica, piuttosto che reale - sono state snaturate per sostenere una retorica politica e un'agenda nazionale e sovranazionale che subordina i bisogni di sicurezza dei rifugiati in nome del piů alto imperativo della "securitizzazione". Fondate sulla paura crescente nei confronti dell' "altro", entrambe queste traiettorie - sicurezza umana e securitizzazione - sono andate a detrimento delle persone che hanno piů bisogno di protezione. L'articolo analizza queste tendenze, le dinamiche contraddittorie tra interessi nazionali e sovranazionali, e le conseguenze per le per-sone messe a rischio a causa di queste politiche e di questi processi.
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Maria Dalba, Anna, et Giovanna Montinari. « Prendersi cura della separazione. Quando i genitori si dividono, la famiglia si unisce ». INTERAZIONI, no 2 (novembre 2020) : 13–31. http://dx.doi.org/10.3280/int2020-002002.

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Résumé :
Le Autrici riflettono sulle dinamiche intersoggettuali e intrapsichiche che accompagnano la trasformazione del legame coniugale di fronte all'esperienza della genitorialità. La creazione del legame genitoriale richiede di rinunciare al rispecchiamento idealizzato e di rielaborare l'esperienza perturbante della terzietà, a partire dalle origini fondative della propria identità. Quando i processi terziari non sono sufficientemente compiuti, il bisogno di soggettivazione e differenziazione si tramuta in bisogno di separazione intersoggettuale. In questo caso, solo l'effettiva distanza consente, dopo aver attraversato fasi di dolore acuto, di poter fare davvero esperienza dell'Altro, riequilibrando la dialettica tra Eros e Thànatos. Questo processo viene riattivato dal pubertario del figlio adolescente, mobilitando quanto di rimosso o scisso è rima-sto nei procedenti assetti familiari e genitoriali. Nel lavoro istituzionale con la famiglia adole-scente, soprattutto nelle situazioni più difficili, la gruppalità psichica attivata dai dispositivi gruppali di supervisione e co-visione rappresenta un'esperienza di terzietà ineludibile, attivan-do quel fondamentale processo di scena primaria (Gaddini, 1974) che, ripetendosi continuati-vamente nel tempo, consente, a noi terapeuti, di accedere ed elaborare la nostra posizione di fronte al perturbante della famiglia e, ai genitori, di sentirsi accompagnati nell'attraversare il dolore della separazione intesa come trasformazione e non distruzione del loro legame.
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Vitelli, Caterina Falotico. « I “CUNTI” E LA MARCHESA DI AGNELLO HORNBY ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 39, no 1 (mars 2005) : 167–73. http://dx.doi.org/10.1177/001458580503900110.

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Résumé :
Dal 2000 mi ha scompigliato tutti i piani. Procedevo bene con i miei tre lavori, di avvocato, di barrister e di giudice, con i miei tre nipoti e il prossimo in arrivo. Avevo in mente una ricerca sul diritto di famiglia islamico, dopo quella che abbiamo già realizzato con il mio studio, sul diritto caraibico. Perché i miei clienti hanno bisogno di sentire che quando mi parlano io li capisco. Qualcosa dovrò lasciare.
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Catananti, Cesare. « L’antropologia alla base della medicina : un dibattito antico ed attuale ». Medicina e Morale 45, no 6 (31 décembre 1996) : 1135–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.894.

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Résumé :
La storia della medicina è stata costantemente punteggiata da un vivace dibattito su quelli che sono i contenuti del sapere medico, su quello che è il corretto esercizio applicato di quel sapere e sul se e sul come quel sapere e quell’agire si integrino in un’ottica antropologica. Questo costante richiamo ad una umanizzazione dell’assistenza medica tradisce il profondo bisogno di una medicina centrata sull’uomo e non sulla malattia. Un bisogno molto antico dato che già nel V sec. a.C. le divergenze tra la scuola medica di Cos e quella di Cnido vertevano proprio su tale questione. L’autore dopo aver ripercorso brevemente in questa prospettiva la storia della medicina, mette in luce come con l’individuazione e la diffusione del metodo scientifico, quantitativo, nel XVII sec. gli aspetti tecnici, economici, sociologici hanno prevalso su quelli relazionali. Mentre, a suo giudizio, è nella ricerca delle integrazioni psico-biologiche che il medico doctus ed expertus potrà far valere la sua sapientia, scientia e sapienza cordis tra loro amalgamate; falitando così il suo rapporto con il paziente il quale sarà caratterizzato non da un atteggiamento paternalistico o autoritario ma di paritaria empatia. Si tratta allora di costruire una tecnè che poggi in maniera armonica ed equilibrata su due pilatri: quello della conoscenza scientifica e quello dell’ethos umanitario. una medicina, quindi, che faccia coincidere antropologia e tecnologia.
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Golinelli, Paola. « The Kid di Charlie Chaplin : storia di un capolavoro. Dal trauma alla creatività ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 2 (novembre 2022) : 126–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2022-002007.

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Résumé :
Sfogliando l'autobiografia di Chaplin e il lungo e sofferto racconto dei traumi che hanno costellato la sua infanzia, l'autrice cerca nelle esperienze miserevoli vissute nell'ambiente del vaudeville, le radici del suo bisogno di fantasticare e creare nuove rappresentazioni che gli permettano di elaborare i lutti patiti. Il suo appare, data l'ampiezza del-la sua produzione artistica, un "ostinato" bisogno di sopravvivere psichicamente. I genitori lavoravano insieme in teatro ed egli aveva frequentato il palcoscenico fin da bambino insieme al fratello; per lui il mondo della rappresentazione era indissolubilmente legato all'esperienza vivificante della coppia genitoriale unita nella comune passione, che la madre terrà viva con i suoi racconti fantastici, e che rimarrà impressa nella memoria del bambino Chaplin, anche dopo la perdita del padre per alcolismo e abbandono e della madre per i suoi ricoveri ospedalieri. Da questo nucleo di memorie vitali nascerà l'indimenticabile personaggio di Charlot, che assume in sé e sintetizza la miseria delle origini e la straordinaria energia per continuare a narra-re e così ricostruire la famiglia perduta e ritrovata, in particolare, per ricomporre la coppia padre e figlio, alla quale è dedicato in buona par-te "Il monello". Il suo amore per Dickens, in particolare per Oliver Twist, gli offrono il background letterario per costruire il suo personaggio più famoso ed amato, Charlot appunto.
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Di Mattei, Valentina, Anna Rosa Bisceglie, Cristina Sigismondi, Giorgia Mangili, Antonio Prunas et Lucio Sarno. « Analisi della domanda e dei bisogni psicologici in un reparto di ginecologia oncologica ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (février 2011) : 131–44. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003007.

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Résumé :
Negli ultimi quindici anni si č assistito, in ambito oncologico, a una crescita dell'interesse per lo studio della qualitŕ della vita. A differenza delle donne colpite da cancro al seno per le quali esistono da anni numerose associazioni che si occupano di offrire un sostegno psico-educazionale e psicoterapeutico, le donne colpite da tumore ginecologico non possono contare su una tale ricchezza di risorse e possono quindi essere considerate piů a rischio di isolamento sociale. Il presente studio si prefigge di indagare, in un campione di 67 pazienti ricoverate presso il reparto di Ginecologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, la percezione del bisogno di un supporto di tipo psicologico e la presenza di sofferenza psicologica, in particolare, di manifestazioni ansiose e depressive, ponendole in associazione ad alcune variabili relative al tipo di trattamento intrapreso. I dati a nostra disposizione suggeriscono che, per quanto vissuti di ansia, depressione e angoscia siano frequentemente associati all'esperienza del ricovero, non emergono differenze significative al confronto tra pazienti ricoverate per patologia oncologica e non oncologica. Č emersa prevalentemente la necessitŕ di seguire il malato oncologico con competenze psicologiche specifiche, sensibilizzando quanto piů possibile anche il personale medico ed infermieristico. I risultati della presente ricerca, per quanto preliminari, forniscono importanti spunti di riflessione relativamente ai bisogni psicologici delle pazienti con disturbi ginecologici di natura oncologica e non oncologica.
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Simona, Argentieri. « Illusione e consolazione ». PSICOANALISI, no 2 (janvier 2012) : 83–92. http://dx.doi.org/10.3280/psi2011-002004.

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Résumé :
A partire dallo storico lavoro di Freud, L'avvenire di un'illusione, il mio intento, molto piů limitato, č fare alcune considerazioni sulla funzione delle illusioni ai nostri giorni, in relazione al modo in cui si articola oggi il rapporto tra psicoanalisi e fede e, prevalentemente, per evidenti motivi storici e contingenti, in relazione alla matrice giudaico-cristiana, rispetto al risorgere del "bisogno di religiositŕ" nella cultura occidentale moderna, anche all'interno della piccola comunitŕ psicoanalitica. Parole chiave: Illusione, consolazione, colpa, onnipotenza, narcisismo originario, alteritŕ.
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