Littérature scientifique sur le sujet « Biologia Strutturale »
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Articles de revues sur le sujet "Biologia Strutturale"
Rosa, M. L., M. A. Canevari, N. Mavilio, S. Ballerini, D. Capello, A. Dorcaratto et E. Marinaro. « Tumori cerebrali primitivi ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 4 (novembre 1993) : 455–88. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600411.
Texte intégralBeltramello, A., G. Puppini, R. Caudana, R. Cerini, E. Piovan, L. Bontempini, S. Rodella et M. Pregarz. « Meningiomi endocranici aggressivi, quadri clinici-RM ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 4 (novembre 1993) : 439–43. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600409.
Texte intégralFiori, Angelo, et Lea Cinzia Caprioli. « La fecondazione artificiale eterologa : un altro ritorno al matrilineare ? » Medicina e Morale 43, no 2 (30 avril 1994) : 213–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1019.
Texte intégralLongo, Giuseppe. « Tecnologia, reti sociali e intelligenza collettiva ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 40 (juin 2010) : 12–34. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040003.
Texte intégralFagiolo, Enzo. « La facoltà di medicina nella formazione integrale del medico ». Medicina e Morale 45, no 1 (28 février 1996) : 71–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.919.
Texte intégralRosciglione, Claudia. « La flessibilità dell’organizzazione biologica. Strutture e funzioni alla luce di un modello gerarchico e pluralista dell’omologia ». Rivista di estetica, no 62 (1 septembre 2016) : 56–68. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1185.
Texte intégralTibaldi, Alessandro, Mauro Coltelli et Socio A. Desio. « Evoluzione geologico-strutturale di una valle perpendicolare all’orogene : l’esempio della depressione Chota-Mira, Ecuador ». Rendiconti Lincei 4, no 2 (juin 1993) : 107–25. http://dx.doi.org/10.1007/bf03001423.
Texte intégralMalorgio, Giulio, et Cristina Grazia. « Forme strutturali e organizzative nella filiera vitivinicola di qualitŕ : una caratterizzazione regionale ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (octobre 2010) : 99–117. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2010-001006.
Texte intégralJardilino Maciel, Antonio Frank. « Uno sguardo sulla questione della temporalità ». Perspectivas 4, no 2 (23 mars 2020) : 23–51. http://dx.doi.org/10.20873/rpv4n2-58.
Texte intégralDi Spigna, E., M. Salesi, G. Cossu et F. Fregoso. « Monitoraggio del liquor dopo esame mielografico in pazienti portatori di catetere spinale subdurale a permanenza ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 2 (août 1988) : 191–95. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100211.
Texte intégralThèses sur le sujet "Biologia Strutturale"
Iacoponi, Martina. « Matematica e Biologia : storia di un'interazione strutturale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.
Trouver le texte intégralFinezzo, Maria Letizia. « Confronto strutturale e studio dell'attività biologica di Angiogenina e Lactogenina per possibili applicazioni di terapia medica e ingegneria tissutale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425131.
Texte intégralPelleri, Maria Chiara <1983>. « Caratterizzazione strutturale e funzionale di nuovi geni del cromosoma 21 umano con approccio integrato : dallo studio del locus CYYR1 alla meta-analisi di dati di espressione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3890/1/Pelleri_MariaChiara_tesi.pdf.
Texte intégralPelleri, Maria Chiara <1983>. « Caratterizzazione strutturale e funzionale di nuovi geni del cromosoma 21 umano con approccio integrato : dallo studio del locus CYYR1 alla meta-analisi di dati di espressione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3890/.
Texte intégralBUGLIONE, ENRICO. « Nanomeccanica per la Ricerca sul Cancro ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/304787.
Texte intégralWith the term cancer are intended many species of diseases having quite different properties from each other. Despite such vast differences, the mechanisms beyond the onset of any kind of cancer are very similar and can be classified in two main groups depending on their stage. The first is related to the dysregulation of particular genes (oncogenes), that results in an impairment of the cell cycle. The second concerns the ability of cancer cells to continuously divide and migrate through tissues, that results in a highly invasive potential. From a mechanical point of view, the investigation of such features can be crucial for a deeper understanding of cancer onset and progression as well as for the study of novel pharmacological treatments. The outbreak of cancer is caused by a deficiency in the regulation of the cell cycle which, in turn, often depends on an abnormal expression of oncogenes. It is the case of the proto-oncogene c-KIT, that encodes for a mast/stem cell growth factor receptor. Its regulation relies mainly on its promoter, which is constituted by 3 distinct three-dimensional DNA structures called G-quadruplexes (G4s). Those structures can be studied by means of nanomechanical tools such as Magnetic Tweezers, which can recognize folded G4s at single-molecule level, thus enabling to study their role in the regulation of the oncogene. After the onset of cancer, a generic cell undergoes mechanical changes: it divides quickly, and it starts migrating. Both phenomena require a modification in the cell structural phenotype, eventually modifying its rigidity. Chronic lymphocytic leukemia is a case in point: malignant B lymphocytes continuously traffic between peripheral blood and lymphoid tissues. Such frequent migrations require a change in the rigidity of cells. In this case, Atomic Force Microscopy can provide a nanomechanical approach allowing to measure the stiffness of single cells from patients with leukemia, which is slightly decreased if compared to rigidity of cells from healthy donors. This feature can also allow to observe the effect of targeted therapies on the cells, evaluating their effect from a mechanical point of view.
Cece, Giovanna. « Studi strutturali su ferroportina umana ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2014. http://hdl.handle.net/11695/66369.
Texte intégralLa ferroportina è una proteina politopica di membrana di 62,5 kDa che media l’esporto del ferro ferroso da cellule specializzate dell’organismo alla circolazione sanguigna. Ad oggi, è l’unica proteina deputata a svolgere questa funzione ad essere stata identificata nei mammiferi. A livello sistemico, la ferroportina è soggetta ad un meccanismo di regolazione negativa post-traduzionale operato dall’epcidina, peptide secreto dal fegato in risposta ad innalzamento dei livelli di ferro nell’organismo, che legandosi ad essa innesca un meccanismo di internalizzazione e degradazione proteica lisosomiale (Nemeth et al., 2004). La ferroportina rappresenta quindi un importante regolatore dei quantitativi di ferro intracellulari e sistemici dell’organismo. Mutazioni a carico del gene codificante per ferroportina (SLC40A1) sono causative di una sindrome da sovraccarico di ferro, denominata emocromatosi (HH) di tipo IV o “malattia da ferroportina”, caratterizzata da trasmissione autosomica dominante. L’HH di tipo IV si esplicita in due possibili fenotipi sulla base della alterazione funzionale che la proteina subisce. Se la mutazione produce una perdita di funzione si assiste ad accumulo di ferro a livello macrofagico, incremento dei livelli di ferritina sierica e si riscontrano normali valori di saturazione della transferrina. In contrasto a questa manifestazione fenotipica classica, ci sono alcune mutazioni a guadagno di funzione che non influenzano l’esporto del metallo attraverso il canale proteico, ma che determinano la produzione di ferroportina con parziale, o in alcuni casi completa, resistenza all’epcidina. I pazienti con mutazioni di questa seconda tipologia presentano un fenotipo patologico con tratti simili a quelli dell’emocromatosi di tipo classico. Nello specifico, si assiste a incremento dei livelli di saturazione della transferrina sierica e accumulo di ferro per lo più a livello parenchimale (Pietrangelo, 2006). Il lavoro di dottorato è stato incentrato sullo studio della ferroportina. Ad oggi infatti, la struttura cristallografica di questo trasportatore non è stata ancora risolta e mancano informazioni sul meccanismo messo in atto per l’esporto del ferro. Per l’analisi di questa complessa proteina di membrana sono stati scelti due differenti approcci: da un lato, è stato sviluppato, mediante tecniche di bioinformatica, un modello strutturale sulla base del quale è stato ipotizzato un meccanismo di trasporto del ferro, verificato attraverso la produzione e lo studio della funzionalità di mutanti ad hoc di ferroportina. Dall’altro lato, è stato messo a punto un sistema eterologo di espressione per ferroportina, indirizzato alla produzione di quantitativi proteici, maggiori di quelli osservati finora (Rice et al., 2009), che fornissero le basi per procedere alla sua caratterizzazione biochimica e strutturale. È evidente come qualsiasi studio volto all’identificazione della struttura proteica o del meccanismo di funzionamento di ferroportina, possa risultare utile anche alla comprensione dei fenotipi patologici associati alle alterazioni del trasportatore e allo sviluppo o al miglioramento delle attuali tipologie di trattamento della malattia da ferroportina.
Guidi, Enrica. « Proprietà osteoinduttive di superfici micro e nano strutturate per l'implantologia ossea ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424090.
Texte intégralLe procedure di sostituzione ossea vengono usate per impianti dentali e per correggere difetti strutturali di vario tipo. Per ottenere un riparo funzionale a lungo termine, i sostituti ossei, composti da materiali metallici o polimerici, devono unirsi in modo stabile al tessuto del paziente. Questo processo, chiamato osteointegrazione, è una conseguenza della migrazione di cellule indifferenziate dal tessuto circostante all'impianto e della loro differenziazione in cellule mature (osteoblasti) che, producendo tessuto osseo, ancorano l'impianto in modo duraturo. Se questo non accade, si ottiene un riparo di bassa qualità funzionale con possibilità di spostamento della protesi. Nel nostro organismo, la maggior parte delle cellule deve aderire ad un substrato per vivere e proliferare ed è noto che le cellule sono, inoltre, in grado di rispondere alle caratteristiche delle superfici di adesione (per es. rugosità, geometria), attivando al loro interno programmi differenti che determinano il tipo cellulare. A partire da queste considerazioni, questo lavoro si è proposto di realizzare bioprotesi tridimensionali, utilizzabili nell'implantologia ossea. A tal fine, è stato ottimizzato il processo di stampaggio ad iniezione con formazione di pillar cilindrici di dimensioni micro o nano. Tale processo ha permesso di ottenere un elevato grado di replicazione delle caratteristche di superficie rendendo il microstampaggio, una tecnica efficace, efficiente ed estremamente interessante da un punto di vista commerciale. Le proprietà osteoinduttive delle superfici micro e nanostrutturate sono state, successivamente, verificate in vitro utilizzando cellule staminali mesenchimali da midollo osseo umano. A diversi intervalli di tempo, sono stati valutati l'adesione e la crescita cellulare e il differenziamento osteogenico attraverso la determinazione della deposizione di sali di calcio e l'espressione dell'osteocalcina. Collettivamente, i dati raccolti dalla sperimentazione in vitro, hanno evidenziato che le superfici sia micro che nanostrutturate posseggono proprietà osteoinduttive, permettendo la differenziazione delle MSC in assenza di fattori di crescita induttivi. In particolare, è stata evidenziata una relazione tra caratteristiche dimensionali della geometria superficiale e potenziale differenziativo. Infatti, l'aumento del diametro dei pillar e dell'interasse si traduce in un incremento della deposizione di sali calcio e dell'espressione di OC, marker tardivo della differenziazione osteogenica. Al contrario, le superfici nano e microstrutturate e le loro caratteristiche dimensionali non sembrano avere effetti sull'adesione e proliferazione cellulare. Ulteriori studi in vivo saranno necessari per confermare le proprietà osteoinduttive delle geometrie selezionate con il presente lavoro e verificarne l'osteointegrazione
Paolisi, Benedetta. « Struttura degli organi linfoidi nei Cetacei ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8964/.
Texte intégralRuggeri, Barbara. « Espressione batterica e caratterizzazione dei determinanti strutturali dell'attività biologica della proteina PcF da Phytophthora cactorum ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2009. http://hdl.handle.net/11566/242365.
Texte intégralMarangi, Giovanni. « Teoria dei network applicata alle strutture proteiche ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.
Trouver le texte intégralLivres sur le sujet "Biologia Strutturale"
Vilma, Alberani, Masciotta Ofelia et Associazione italiana biblioteche, dir. Biblioteche biomediche di Roma : Guida alle strutture organizzative e alle risorse bibliografiche. Milano : Bibliografica, 1986.
Trouver le texte intégralConvegno La creatività, biologia, psicologia, struttura del processo creativo (2019 Rome, Italy). Convegno La creatività : Biologia, psicologia, struttura del processo creativo : (Roma, 12-13 marzo 2019). Roma : Bardi edizioni editore commerciale, 2020.
Trouver le texte intégralAzzone, G. F. Biologia e medicina tra molecole, informazione e storia : Logica delle spiegazioni e struttura del pensiero. Roma : Laterza, 1991.
Trouver le texte intégralActes de conférences sur le sujet "Biologia Strutturale"
Zocchi, Angela Maria, et Barbara Raggiunti. « Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.
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