Articles de revues sur le sujet « Bilancio di società »

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1

Romano, Giulia, et Andrea Guerrini. « L'efficacia del sistema dei controlli contabili delle società quotate italiane : un'analisi delle impugnative di bilancio effettuate dalla Consob ». FINANCIAL REPORTING, no 4 (décembre 2011) : 49–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-004003.

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Résumé :
L'oggetto di indagine del presente lavoro è costituito dal sistema dei controlli sull'informativa contabile diffusa dalle società quotate, con particolare riferimento al bilancio di esercizio e consolidato. Attraverso l'analisi dei casi in cui la Consob ha esercitato il potere di impugnativa sui bilanci, gli Autori effettuano un'indagine sull'efficacia dei principali presidi di controllo previsti dalla normativa vigente, rappresentati dal collegio sindacale1 e dalla società di revisione, nominati entrambi dall'assemblea dei soci. Le evidenze empiriche segnalano alcune criticità rilevanti che caratterizzano le attività di controllo ed i "giudizi" sull'informativa contabile dei due organi.
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2

Lucianetti, Lorenzo, Alfonso Cocco et Gianfabio Minunno. « La rilevazione degli investimenti in R&S e la significatività dell'utile e del capitale netto ». FINANCIAL REPORTING, no 3 (octobre 2011) : 45–73. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003003.

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Résumé :
La letteratura internazionale ha ampiamente indagato la significatività dell'informativa contabile di bilancio attraverso lo studio delle relazioni tra grandezze di derivazione contabile e valori dei mercati di borsa. A livello internazionale, infatti, si è rilevata una tendenza alla progressiva perdita di significatività delle grandezze di derivazione contabile dovuta, in linea principale, alla mancata e/o insufficiente rilevazione delle risorse immateriali. Nel contesto italiano, però, non si rinvengono studi specifici sull'argomento. Con questo lavoro ci si propone, pertanto, di percorrere questa via procedendo, innanzitutto, ad effettuare un'analisi descrittiva dell'incidenza dei beni e delle attività immateriali nei bilanci delle società italiane quotate. Successivamente, si procederà a fornire elementi empirici al fine di evidenziare la significatività dell'informativa contabile di bilancio. Infine, si procederà a verificare come le differenti modalità di rilevazione degli investimenti in R&S influiscano sulla significatività dell'utile e del capitale netto.
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3

Semproni, Antonio. « Responsabilità del liquidatore che trasferisce il patrimonio sociale in trust solo per cancellare la società dal registro delle imprese (Trib. Milano, 30 aprile 2022) ». settembre-ottobre, no 5 (6 octobre 2022) : 879–82. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.187.

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Résumé :
Massima L’ex liquidatore di una S.r.l. il quale abbia trasferito l’intero residuo patrimonio sociale in trust al solo fine di esibire un bilancio di liquidazione che consenta la cancellazione della società dal registro delle imprese onde far decorrere il termine annuale per la dichiarazione di fallimento risponde dei danni arrecati al fallimento della società.
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4

D'Alauro, Gabriele. « L'avviamento nei bilanci aziendali : impairment test e disclosure ». FINANCIAL REPORTING, no 3 (octobre 2011) : 11–43. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003002.

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Résumé :
L'applicazione all'avviamento dell'test costituisce uno dei temi maggiormente dibattuti in ambito internazionale, in relazione ai molteplici profili di soggettività insiti nei criteri di valutazione previsti dallo IAS 36 e al conseguente rischio che detta procedura possa costituire un potenziale strumento di politiche di bilancio. Attraverso un'indagine comparata dei bilanci di società quotate italiane e inglesi dal 2005 al 2008, si intende verificare il trattamento contabile dell'avviamento, in particolare nel caso di segnali di perdite di valore, nonché la corrispondentefornita al riguardo. Nella ricerca sono analizzate le relazioni intercorrenti tra entità della svalutazione dell'avviamento, valutazione dell'azienda riflessa dalle corrispondenti quotazioni di borsa, e grado disull'avviamento. Presumendo che la qualità dellaesprima il livello di attendibilità con cui si sono applicate le disposizioni dello IAS 36, si verifica l'ipotesi che la mancata effettuazione di svalutazioni, pur in presenza di indicatori di perdite di valore dell'avviamento, conduca le aziende a fornire unasull'non completa né soddisfacente.
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5

Pappalardo, Adriano. « CRISI ECONOMICA, ISTITUZIONI E RENDIMENTO IN 17 DEMOCRAZIE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 3 (décembre 1997) : 519–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025090.

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Résumé :
IntroduzioneAlla metà degli anni settanta, la prima di una serie di crisi economiche colpiva le democrazie occidentali, sottoponendo a sfide più o meno severe le loro strutture e le loro capacità politico-istituzionali. Del tema si è occupata un'intera letteratura, che ha fornito ragguardevoli contributi alla conoscenza del contenuto e dell'efficacia delle risposte di singoli paesi o gruppi di paesi e degli adattamenti/mutamenti subiti dalle società e dagli attori interessati. In questo articolo, viene tracciato un bilancio della materia, aggiornato con informazioni e spiegazioni che si estendono fino alla metà degli anni novanta e coprono diciassette paesi.
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6

Liberatore, Giovanni, Tommaso Ridi et Filippo Di Pietro. « Rilevanza ed affidabilità del valore contabile dell'avviamento e dei beni immateriali sul mercato italiano ». FINANCIAL REPORTING, no 3 (novembre 2012) : 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003003.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di indagare quale sia la rilevanza e l'affidabilità percepita dal mercato finanziario sul valore espresso nel bilancio d'esercizio sui beni immateriali e l'avviamento delle società quotate. Lo studio ha analizzato le aziende quotate al FTSE Italia All-share, nel periodo fra il 2002 ed il 2008. Attraverso un modello di regressione a più variabili si è verificato che: a) il valore contabile dei beni immateriali e dell'avviamento sono correlati positivamente al valore di mercato del capitale, b) la transizione agli IAS/IFRS non ha comportato un incremento della rilevanza ed affidabilità percepita dal mercato dei beni immateriali e avviamento.
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Veltri, Stefania, et Olga Ferraro. « La value relevance incrementale dell'other comprehensive income rispetto al net income. Un'analisi sulle società quotate in Italia ». FINANCIAL REPORTING, no 3 (novembre 2012) : 9–29. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003002.

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Résumé :
L'obiettivo principale dello studio è quello di testare l'assunzione, validata da una parte della letteratura, che l'Other Comprehensive Income (OCI) items reporting sia value relevant per gli investitori in misura incrementale, ossia che fornisca loro informazioni aggiuntive rispetto al reddito netto. La rassegna della letteratura evidenzia risultati contraddittori. Gli autori ipotizzano che una delle principali cause dell'inconsistenza dei risultati dipenda dall'utilizzo di dati che si riferiscono a periodi precedenti l'introduzione degli standard contabili sul Comprehensive Income (CI). Di conseguenza, hanno testato l'ipotesi di ricerca utilizzando dati relativi a periodi successivi allo IAS 1 revised 2007, in cui è esplicitamente richiesto alle aziende di presentare le componenti in bilancio. Il campione è costituto dai gruppi quotati alla borsa valori di Milano. L'analisi di regressione fornisce evidenza della value relevance incrementale dell'OCI rispetto al reddito netto.
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8

Buchanan, J. M. « The Economic Consequences of the Deficit* ». Journal of Public Finance and Public Choice 4, no 3 (1 octobre 1986) : 149–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117417.

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Résumé :
Abstract Le conseguenze economiche di un deficit di bilancio finanziato con debito pubblico sono equivalenti, nei loro termini più semplici, alle conseguenze del finanziamento con debiti per ogni unità economico-finanziaria, sia essa una persona, una famiglia, una società, un club, una chiesa o un sindacato.Il finanziamento della spesa pubblica mediante debito è equivalente a «mangiare” il capitale della Nazione. Ciò è vero sia se il debito è sottoscritto all’interno, sia se lo è all’estero.Questo aspetto fondamentale viene spesso trascurato, dato che si preferisce soffermarsi sull’effetto di «crowding out», che è pure importante, ma molto meno del primo.Non è dubbio che il governo federale si sia immesso in un meccanismo di spesa e debito che non può essere sostenuto in permanenza. Perchè il sistema sia modificato è, tuttavia, necessario che le regole siano cambiate. Vi sono alcuni sintomi che fanno sperare che ciò possa avvenire prima che sia troppo tardi.
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9

Romanazzi, Grazia. « Piccole "femmine" crescono. La donna nella pop-modernità ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 596–614. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9679.

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Résumé :
A partire dai pesanti condizionamenti culturali che gravavano sull'educazione dei bambini e delle bambine nella società patriarcale, fortemente ancorata alle differenze di genere, l'autore si chiede se e in quale misura persistano, oggi, tali stereotipi. A tal fine, viene analizzata, e, talvolta, smascherata, la logica subliminale sottesa alla pubblicità, ai giocattoli, ai cartoni animati: dai classici ai più recenti, e, finanche, ai libri di testo scolastici. In molti casi, emerge un vero e proprio processo di induzione e allenamento dei più piccoli ad assumere, nel futuro, i tradizionali ruoli stereotipati. Seppure non trascurabili sono i danni causati ai bambini, castrati soprattutto nell'emotività, il bilancio risulta nettamente a sfavore delle bambine. Queste, infatti, vengono avviate a una precoce iperfemminilizzazione e persuase che la seduttività sia l'unico potere di cui dispongano. In chiave pedagogica, questo fenomeno viene colto anche come conseguenza dell'assenza o carenza della figura paterna, in quanto luogo di promozione della differenza. Pertanto, l'apertura progettuale si dà in una inedita paternità tenera. La riflessione si conclude nel segno della speranza, testimoniata da alcune principesse pop-moderne che, emancipandosi, si sono salvate da sole.
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Scarantino, Anna. « Da scuola del popolo a scuola fascista della nazione ? Un bilancio dell'istruzione elementare in Italia a dieci anni dalla riforma Gentile ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (septembre 2020) : 117–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-001005.

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Résumé :
Nel gennaio 1932, a quasi dieci anni dalla riforma più importante e più discus-sa del fascismo, quella della scuola, l'ispettore scolastico Renato Moro preparò una dettagliata relazione sulla condizione della scuola elementare lontana da fina-lità propagandistiche e destinata ad uso interno del ministero dell'Educazione na-zionale. Ponendo a confronto la pubblicazione ufficiale prodotta pochi mesi dopo dal ministero con la relazione preparata da Moro, che qui viene riprodotta inte-gralmente, il saggio mette in luce il divario esistente tra gli obiettivi dichiarati dal fascismo e la realtà, tra i risultati propagandati e quelli effettivamente conseguiti. Ne emerge, tra l'altro, l'immagine di una società meridionale ancora arretrata ma non immobile, che anche nei suoi strati medio-bassi chiedeva allo Stato più istru-zione e la possibilità di accesso alle scuole medie, che la riforma aveva ostacolato in molti modi. Il regime, impegnato ad ottenere una più decisa fascistizzazione del-la scuola, sottovalutò gli effetti negativi prodotti dalla presenza invadente del par-tito e dell'Opera nazionale Balilla, e dal disordine normativo che ne accompagnò costantemente l'azione. Il succedersi continuo di provvedimenti, ripensamenti e adattamenti minò l'immagine di solidità e coerenza che il regime voleva dare di sé nel suo progetto di radicale trasformazione degli italiani.
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Brogiolo, Gian Pietro. « L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001) ». Arqueología de la Arquitectura, no 1 (30 décembre 2002) : 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Résumé :
Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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Potito, Serena. « L’economia napoletana e il commercio internazionale tra ‘800 e ‘900 : I Magazzini Generali e il Deposito Franco = The Neapolitan economy and international trade between 800 and 900 : The Magazzini Generali and the Free Warehouse ». Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no 16/17 (1 décembre 2013) : 241. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i16/17.1343.

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Résumé :
<p>I Magazzini Generali, creati su modello dei <em>docks</em> inglesi e dei magazzini francesi -e regolamentati da una legge del 1871- si diffusero nelle maggiori città italiane, con alterna fortuna: comune era lo scopo di provvedere alla custodia delle merci, rilasciando speciali titoli di commercio, e di agevolare l’incontro tra produttore e acquirente, riducendo i tempi di negoziazione.</p> <p>Essi sono, dunque, da annoverare fra gli strumenti commerciali con cui si intendeva intensificare e favorire i traffici di merci nel periodo in cui il commercio internazionale su larga scala andava riducendo le barriere tra paesi, accompagnato dallo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture.</p> <p>Nell’ambito del dibattito sul tentativo italiano di ritagliarsi un ruolo durante la prima globalizzazione -con la crescita della liberalizzazione del commercio internazionale e, nello stesso tempo, lo sviluppo del protezionismo moderno- la presente ricerca mette a fuoco l’esperienza della costituzione dei Magazzini Generali di Napoli, per alcuni decenni i più importanti d’Italia. La Società Meridionale dei Magazzini Generali ne assunse la gestione nel 1874 e -attraverso lo studio di testimonianze dell’epoca, degli Atti del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio, di dati di bilancio presenti nell’Archivio di Stato di Napoli- questo saggio ne ripercorre l’iter costitutivo e le vicende dei primi anni. Oltre a offrire un quadro della situazione politica ed economica del Mezzogiorno d’Italia, ed in particolare di Napoli, nella congiuntura economica tra fine ‘800 e inizio ‘900, emergono spunti interessanti relativi all’ammodernamento delle infrastrutture portuali cittadine, e alla questione della creazione di un punto franco (uno degli ipotetici cardini dello sviluppo industriale della città): in un quadro di occasioni mancate ed ostacoli legati alle caratteristiche del processo storico, dal confronto con economie di differenti realtà europee.</p><p>The <em>Magazzini Generali</em>, created on the model of the British docks and of the French <em>magasins généraux</em> -and regulated by an Act of 1871- became widespread in major Italian cities, with varying success: common purpose was to provide for the custody of the goods, issuing special bonds trade, and to facilitate the meeting between producer and buyer, reducing the time of negotiation. They are -therefore- to be counted among the commercial tools with which it was intended to intensify and facilitate the traffic of goods in the period in which international trade -on a large scale- was reducing the barriers between countries, accompanied by the development and modernization of infrastructure. In the debate on the Italian attempt to carve out a role during the first globalization -with the growth of international trade liberalization and, at the same time, the development of modern protectionism- the present research focuses on the experience of the constitution of Magazzini Generali of Naples, for several decades the most important ones in Italy. The <em>Società Meridionale of Magazzini Generali</em> took over the management in 1874 and -through the study of contemporary testimonies, of the Acts of the City Council and of the Chamber of Commerce, of balance sheet data present in the State Archives of Naples- this essay traces its incorporation process and the events of the early years. In addition to providing an overview of the political and economic situation of Southern Italy, especially in Naples, during the economic situation between the end of '800 and '900, interesting ideas emerge relating to the modernization of port infrastructure, and about the question of creating a free point (one of the hypothetical cornerstones of the industrial development of the city): in a framework of missed opportunities and of obstacles related to the characteristics of the historical process, by comparing with the economies of different European realities.</p>
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Lucchese, Manuela. « La disclosure dei resoconti semestrali di gestione IAS-compliant. Evidenze empiriche sulle società quotate italiane ». FINANCIAL REPORTING, no 1 (mars 2012) : 75–112. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-001004.

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Résumé :
Nel presente lavoro ci si propone di analizzare empiricamente il livello di disclosure integrativa presentata nei bilanci infrannuali conformi allo IAS 34. In particolare, si cerca di capire in primis se, data la crescente complessità aziendale, sia riscontrabile un incremento del grado di dettaglio delle informazioni integrative pur nel rispetto dei requisiti minimi indicati dallo standard. Successivamente, si provvede a verificare se il diverso livello della disclosure rappresentata sia imputabile a talune caratteristiche specifiche delle imprese quali la dimensione aziendale, la redditività, la struttura finanziaria, il rischio di mercato ed il rischio d'impresa. Il campione utilizzato per l'indagine empirica include i bilanci semestrali di 64 imprese italiane quotate pubblicati nel periodo 2005-2009. I principali risultati dimostrano che a livello infrannuale non si rileva un significativo incremento del grado di dettaglio informativo e che variabili come un'ampia dimensione nonché una più elevata redditività giocano un ruolo determinante nelle politiche di disclosure.
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Cardillo, Eleonora, et Silvia Molina. « IAS-IFRS e rendicontazione socio-ambientale : una verifica della estendibilità dei principi generali del Framework alla valutazione della qualità dei documenti volontari ». FINANCIAL REPORTING, no 1 (février 2011) : 37–72. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-001003.

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Obiettivo del presente lavoro è investigare sull'osservanza delle caratteristiche qualitative individuate dal Framework IASB nella predisposizione dei bilanci sociali e di sostenibilità, evidenziando al contempo la necessità di introdurre l'obbligatorietà del rispetto dei medesimi, in quanto elementi ritenuti imprescindibili per la produzione di documenti socio-ambientali attendibili. Nello specifico, lo studio empirico è fondato sull'analisi dei report pubblicati da un campione di imprese quotate nel periodo 2004-2008, con l'intento di verificare, attraverso un'indagine quali-quantitativa l'"utilità" dei bilanci socio-ambientali, la quale dipende dalla comprensibilità, significatività, attendibilità e comparabilità delle informazioni in essi contenute. I dati rilevati, statisticamente elaborati, rappresentano l'atteggiamento qualitativo di risposta delle società alle caratteristiche individuate dal Framework, quale scelta consapevole o inconsapevole di allineamento ad esse.
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Giorgino, Maria Cleofe, Anna Paris et Sergio Paternostro. « I compensi agli amministratori : analisi della disclosure nei Bilanci delle società italiane quotate ». FINANCIAL REPORTING, no 3 (novembre 2012) : 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-003004.

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Il presente contributo intende analizzare la disclosure relativa alla remunerazione percepita dagli amministratori, il cui ruolo di primo piano nel definire le sorti di un'azienda rende l'informativa ad essi correlata di particolare interesse per i diversi stakeholder. Obiettivo degli autori è quello di indagare nei documenti ufficiali (relativi all'esercizio 2009) delle 50 società italiane quotate maggiormente capitalizzate, al fine di verificare il livello di informativa obbligatoria e/o volontaria ivi fornita in merito ai compensi percepiti dai rispettivi amministratori. Le risultanze emerse saranno sintetizzate in un disclosure index di cui sarà valutata l'eventuale correlazione con alcuni parametri, selezionati in base a specifiche ipotesi di ricerca, inerenti alla struttura del board e alla dimensione aziendale.
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Doria, Marco. « La fabbrica tra economia, società ; e politica. Il controverso bilancio dell'Ilva di Taranto ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 295 (mai 2021) : 253–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic295-oa3.

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Il centro siderurgico di Taranto ha avuto e ha una grande importanza nella storia industriale&nbsp;italiana. A esso sono stati dedicati studi approfonditi. In queste pagine, ripercorrendo quanto&nbsp;emerge da tali studi cos&igrave; come dalla pi&ugrave; recente storiografia sull'impresa pubblica in Italia e&nbsp;sull'Iri, si proporranno alcune considerazioni sul ruolo della siderurgia nell'economia italiana,&nbsp;sulla parabola delle partecipazioni statali e il loro rapporto con la politica, sulle politiche perseguite&nbsp;nel secondo dopoguerra per ridurre i divari tra Nord e Sud. Si guarder&agrave; anche ai contenuti&nbsp;e ai toni del dibattito pubblico su tali questioni. Le scelte di volta in volta compiute e le&nbsp;diverse posizioni assunte saranno storicamente contestualizzate. Molti degli interrogativi che&nbsp;questa storia solleva hanno ancora oggi bisogno di risposte adeguate ai tempi.
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D'Alauro, Gabriele. « Cambiamenti di cash generating unit e valutazione dell'avviamento ». FINANCIAL REPORTING, no 2 (septembre 2012) : 43–79. http://dx.doi.org/10.3280/fr2012-002003.

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Résumé :
Il presente contributo esamina gli effetti delle variazioni di cash generating unit (CGU) sull'entità delle svalutazioni dell'avviamento, attraverso un'indagine comparata di bilanci di società quotate italiane e inglesi. Avendo riguardo alla procedura di impairment test prevista dallo IAS 36, si assume che le modifiche di CGU, ove ritenute "non giustificate", ovvero non riconducibili a business combinations o a motivate riorganizzazioni interne, possano rivelare politiche di earnings management. In detto contesto si verifica l'ipotesi che un incremento o un decremento non giustificato del numero di CGU, cui l'avviamento risulta allocato, sia associato ad una svalutazione dell'avviamento rispettivamente maggiore o minore rispetto a quella del periodo precedente. I risultati della ricerca, in coerenza con gli assunti propri della teoria dell'earnings management, confermano che i profili di soggettività insiti nella procedura di impairment possono essere utilizzati dai managers in modo opportunistico.
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Di Pierro, Alberto. « Notes on U.S. Economic Policy and on the Level of the Dollar ». Journal of Public Finance and Public Choice 3, no 1 (1 avril 1985) : 31–36. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117011.

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Résumé :
Abstract Nella spiegazione del forte andamento del dollaro che ha avuto luogo tra la fine del 1980 e la fine del 1984, l’attenzione degli esperti si è soprattutto concentrata sugli aspetti strettamente finanziari e, in particolare, sull’altezza dei tassi d’interesse reali. Per una migliore comprensione del fenomeno sono, tuttavia, da considerare anche gli aspetti di carattere economico (come l’elevato livello dei profitti delle società), di carattere speculativo (basati sulle aspettative di variazioni del cambio del dollaro con le altre valute) e precauzionale (che fanno considerare il dollaro come un bene-rifugio).Le prospettive del dollaro sono legate al futuro del disavanzo pubblico americano, che tende ad alimentare anche il disavanzo della bilancia commerciale statunitense. Una riduzione della spesa federale, pur facendo diminuire, a breve termine, il tasso di sviluppo, migliorerebbe certamente, a medio-lungo termine, le prospettive dell’economia americana, con benefici effetti anche per gli altri paesi.
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Di Palma, Francesco. « La storiografia tedesca sulla Ddr a venti anni dalla caduta del muro. Bilanci, prospettive, limiti ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (avril 2011) : 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-003005.

Texte intégral
Résumé :
Il testo qui pubblicato fornisce al lettore italiano un'introduzione critica agli sviluppi storiografici ed al dibattito politico ed intellettuale che lo studio della Ddr ha suscitato in Germania dalla fondazione dello Stato tedesco orientale nel 1949 fino ai nostri giorni. La sezione dedicata agli studi apparsi nella Ddr č volutamente contenuta. Ugualmente lo č quella in merito alle opere pubblicate in Germania occidentale negli anni della divisione, che risentivano inevitabilmente, a fronte di alcune pregevoli eccezioni, di pressioni ed influenze ideologiche. Il crollo dei regimi comunisti e la (ri-)apertura degli archivi alimentavano negli ultimi venti anni un vero e propriodi lavori dedicati alla Ddr. Il piů recentedi ricerca si sviluppa prevalentemente attorno a due tematiche specifiche. Sul fronte interno, una maggiore concentrazione sul rapporto partito-societŕ, con un occhio di riguardo per le dinamiche di rinnovo e "costruzione del consenso"; sul fronte esterno, una risorgenza delle analisi internazionali comparate, con l'obiettivo di radicare la storia della Ddr, ed in particolar modo l'attivitŕ politica e propagandistica della Sed, in un contesto transnazionale, comprendente anche i partiti comunisti del mondo occidentale.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

Texte intégral
Résumé :
Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Muhammad Fathrul Quddus, Hilda Manoarfa et Suci Aprilliani Utami. « Masalah dan Solusi Penghimpunan Wakaf Tunai di Indonesia : Pendekatan Analytical Hierarchy Process ». Jurnal Ekonomi Syariah Teori dan Terapan 9, no 5 (30 septembre 2022) : 710–30. http://dx.doi.org/10.20473/vol9iss20225pp710-730.

Texte intégral
Résumé :
ABSTRAK Penghimpunan wakaf tunai di Indonesia belum terhimpun secara optimal meskipun memiliki potensi yang besar. Tujuan dari penelitian ini adalah untuk mengetahui masalah terbesar dan juga solusi yang menjadi prioritas penghimpunan wakaf tunai di Indonesia dengan menggunakan 5 aspek yaitu regulator, pengelola, promosi, program dan masyarakat. Teknik analisis data yang digunakan adalah Analytical Hierarchy Process (AHP). Penelitian ini melibatkan 9 responden ahli menilai dan membandingkan masalah dan solusi penghimpunan wakaf tunai di Indonesia. Hasil penelitian menunjukkan bahwa belum semua lembaga mendigitalisasi penghimpunan wakaf menjadi masalah terbesar dalam penghimpunan wakaf tunai di Indonesia berdasarakan pendapat para responden ahli. Selanjutnya prioritas solusi berdasarkan penilaian para responden ahli adalah mengembangkan profesionalitas nazir. Selanjutnya, hasil penelitian menghasilkan bahwa secara umum aspek yang paling bermasalah adalah aspek regulator, begitu juga dengan prioritas solusi secara umum adalah aspek regulator. Implikasi dari penelitian ini adalah hasil penelitian dapat dijadikan pertimbangan oleh pengelola wakaf untuk mengoptimalkan digitalisasi dalam penghimpunan wakaf serta meningkatkan profesionalitas nazir. Selain itu, penelitian ini dapat dijadikan referensi oleh pemangku kebijakan untuk merumuskan suatu kebijakan yang mendukung penghimpunan wakaf. Kata Kunci: Wakaf Tunai, Regulator, Pengelola, Promosi, Program, Masyarakat. ABSTRACT The collection of cash waqf in Indonesia has not been collected optimally even though it has enormous potential. This study aims to find out the biggest problems and solutions that become priorities in collecting cash waqf in Indonesia by using 5 aspects, namely regulators, managers, promotions, programs and society. The data analysis technique used is the Analytical Hierarchy Process (AHP). This study involved 9 respondents who were asked to assess the problems and solutions for collecting cash waqf in Indonesia. The results of the study show that not all institutions have digitized waqf collection into the biggest problem in collecting cash waqf in Indonesia based on the opinion of expert respondents. Furthermore, the priority based on the assessment of the expert respondents is to improve the professionalism of Nazir. The next result is the regulatory aspect that is the most problematic, as well as the priority solutions on the regulatory aspect. The implication of this research is that the results of the research can be taken into consideration by waqf managers to optimize digitalization in collecting waqf and increasing the professionalism of nazir. In addition, this research can be used as a reference by policy makers to formulate a policy that supports the collection of waqf. Keywords: Cash Waqf, Regulators, Managers, Promotions, Programs, Society. Abidin, H., Annisa, N., & Kurniawati. (2009). Membagun kemandirian perempuan: Potensi dan pola derma untuk pemberdayaan perempuan, serta strategi penggalangannya. Depok: Piramedia. Afdhal, M., & Faizah, S. I. (2017). Proses kegiatan penghimpunan dan distribusi wakaf tunai di baitul maal hidayatullah Surabaya. Jurnal Ekonomi Syariah Teori Dan Terapan, 3(6), 490-503. https://doi.org/10.20473/vol3iss20166pp490-503 Affandi, A., & Nufus, D. N. (2010). Analysis on cash waqf return fund allocation in indonesia : A case study in Indonesian waqf. 7th International Conference on the Tawhidi Epistemology: Zakat and Waqf Economy, 119–135. Algadri, A. M. (2017). Evaluasi implementasi kebijakan pemberdayaan nazhir wakaf di Jakarta. Jurnal Bimas Islam, 10(4), 665–682. https://doi.org/10.37302/jbi.v10i4.39 Ali, K. M., Yuliani, M., Mulatsih, S., & Abdullah, Z. (2018). Aspek-aspek prioritas manajemen wakaf di Indonesia. 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Gitirana, José Valdeci Almeida, Rosa Maria Batista Pinheiro da Fonseca, Fábio Marmentini Piloneto, Luis Felipe Gaia Bevilaqua, Ingrid de Assis et Ronald de Oliveira Cardoso. « Educazione sanitaria per la prevenzione delle malattie : una revisione della letteratura ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 22 novembre 2021, 134–47. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/educazione-sanitaria.

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Résumé :
Attualmente le politiche pubbliche, le azioni governative e diversi programmi che coinvolgono l’educazione sanitaria (ES) sono portati avanti a favore della salute della popolazione. Per quanto riguarda il tema della ES, questo è un tema sfaccettato, convergente a varie concezioni personali, sia nell’area dell’educazione che della salute, che può portare a comprensioni divergenti. A causa della complessità del tema, il problema si verifica a causa della mancanza di comprensione di ciò che è veramente rivolto alla popolazione ES, dissolvendo l’importanza di ES per misure preventive contro diverse malattie, che genera un alto costo di bilancio nella salute pubblica. In considerazione di questo contesto, questo articolo ha come domanda principale: in che modo l’educazione sanitaria può contribuire alla prevenzione delle malattie nella popolazione? Lo studio mirava a presentare l’ES per la prevenzione delle malattie (PD), ramificandosi nell’affrontare i suoi concetti, oltre a evidenziare le basi giuridiche che garantiscono l’ES alla popolazione. A tal fine, lo studio è stato condotto attraverso una revisione della letteratura da parte del sito di ricerca “Google Scholar”, “Scielo” e “PubMed”. Attraverso i descrittori: Educazione sanitaria; L’educazione sanitaria come prevenzione delle malattie; Educazione sanitaria per la popolazione, dove sono stati scelti studi che hanno presentato le ES incentrate sul PD. Si conclude che Le ES sono l’educazione alla conoscenza di sé e alla riflessione sulla propria salute, nonché la piena consapevolezza che qualcosa va storto, attribuendo la riflessione critica del soggetto riguardo alle proprie abitudini e misure preventive. Viene applicato attraverso il curriculum scolastico della scuola primaria e dai programmi governativi nei centri sanitari, al fine di educare la società a sensibilizzare sulle misure preventive e promuovere una migliore qualità della vita, prevenendo così la diffusione di malattie.
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