Thèses sur le sujet « Bene culturale »

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1

Tasso, Marta <1986&gt. « Dolomiti Patrimonio dell'Umanità. Bene naturale o bene (anche) culturale ? Primi spunti di riflessione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5130.

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Résumé :
Nel presente lavoro vengono delineati la storia ed il percorso riguardanti la candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale del bene seriale naturale Dolomiti alla luce della Convenzione UNESCO sul Patrimonio culturale e naturale mondiale del 1972. La tesi identifica ed evidenzia i complessi meccanismi necessari per conseguire il riconoscimento UNESCO sulla base delle indicazioni fornite dalle Linee Guida Operative alla Convenzione sul Patrimonio Mondiale. La ricerca si è sviluppata ulteriormente facendo emergere un interessante capitolo della storia dolomitica antecedente al percorso di candidatura ufficiale. Sulla base di questo significativo contributo si è ragionato sulla valenza culturale del bene Dolomiti e sui possibili sviluppi in termini di tutela dei valori culturali inclusi nel territorio dolomitico. Per raggiungere tale risultato fondamentale è stato lo studio della normativa vigente in materia di tutela ambientale, presentata nella prima parte dell' elaborato. Successivamente è stata affrontata la regolamentazione fornita dall' UNESCO utile per presentare una candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale, tenendo conto che dalla prima versione delle Linee Guida Operative ad oggi sono state redatte ben 25 versioni con relativi ampliamenti e modificazioni. L'indagine si è sviluppata nell'analisi del caso "Dolomiti" per poi provare a darne una lettura organica e complessiva fornendo degli spunti di riflessone per delle possibili evoluzioni.
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2

Lipreri, Vera <1987&gt. « Cultura come bene comune : la prospettiva delle occupazioni culturali in Italia. Teoria e pratiche di un modello di produzione culturale dal basso ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5023.

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Résumé :
Il presente lavoro intende analizzare il recente fenomeno delle occupazioni culturali in Italia. Obiettivo finale è quello di verificare se questi nuovi spazi, basati sulla partecipazione allargata e l’orizzontalità decisionale, possano effettivamente rappresentare una terza via che permetta alla produzione culturale di affrancarsi dai modelli generalmente proposti come vincolanti: la gestione pubblica-statale e il meccanismo neo-liberista delle industrie culturali. Entrambi i paradigmi presentano infatti contraddizioni, vincoli ed effetti negativi che hanno portato alla nascita delle occupazioni culturali in molte città italiane, è dunque opportuno chiedersi: può la cultura come bene comune (commons) rappresentare un modello di produzione e gestione culturale applicabile in più contesti? Il discorso proposto si sviluppa in quattro capitoli: il primo tenta di fornire un quadro dei modelli di produzione e gestione culturale mainstream (stato e industrie culturali); è dunque fornita un’analisi, da un lato, delle politiche italiane in materia di finanziamenti alla cultura, dall’altro, del Manifesto per la Cultura del Sole 24 Ore. Il capitolo si conclude con un approfondimento sul nuovo programma di finanziamento europeo Creative Europe. Il capitolo successivo traccia un quadro delle pratiche e dei discorsi teorici nati all’interno degli spazi occupati per la cultura. Per necessità di sintesi ci si concentra su tre realtà (S.a.L.E. Docks di Venezia, Teatro Valle Occupato di Roma e Macao di Milano), delle quali si individuano peculiarità e attività principali, indicando come esse si collochino all'interno di un discorso teorico coerente e condiviso dai diversi spazi. Il capitolo procede per macro-temi: critica all’industria culturale (lavoro cognitivo/precariato, critica del grande evento, rapporto con i pubblici); rapporto con la città (occupazione vs gentrificazione/speculazione); cultura come commons (nuove forme di gestione orizzontale e partecipata); istituzionalizzazione del comune (nuovo diritto, nuova economia). Il terzo capitolo è dedicato ad Open#6, progetto realizzato da S.a.L.E. Docks, qui presentato come esempio del diverso modello di produzione realizzato dalle occupazioni culturali. Il capitolo finale tenta di sintetizzare le prospettive che si aprono per il futuro di questi spazi. Centrale è la necessità di rafforzare ed allargare la “rete” di realtà affini che si è venuta a creare negli ultimi anni. Il capitolo è concluso dall’analisi del progetto #apparecchioper, primo tentativo concreto di realizzare una rete allargata di spazi di produzione culturale indipendente, ideato da Macao, Asilo, S.a.L.E. Docks e presentato al bendo “CheFare?”.
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3

Greco, Elena. « Il Paesaggio Urbano come Bene Culturale : Il dibattito in Italia e in Francia, 1945-2015 ». Thesis, Rennes 2, 2016. http://www.theses.fr/2016REN20022/document.

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Résumé :
La recherche vise à retracer les origines de la notion de «paysage urbain» dans le débat sur la protection des villes historiques dans la deuxième partie du XXe siècle. Elle procède à une analyse comparée entre l'Italie et la France, dont le système juridique est caractérisé par la protection publique du patrimoine. L'analyse couvre les axes suivantes: la généalogie du terme, les variation de la notion et ses relations avec les théories relatives à la protection de la ville historique; le développement du système législatif et ses connexions possibles au débat culturel; la relation entre le débat théorique et les pratiques d’urbanisme. Cette dernière question est analysée au moyen de deux cas d’étude, Turin et Lyon. Ces deux enquêtes ont été rendues possibles par des fonds d'archives. La reconstruction du débat théorique et de l’élaboration d’un appareil législatif repose, quant à elle, sur un corpus constitué par les principales revues professionnelles italiennes et françaises.Bien que les débats français et italiens des décennies d’après la Seconde Guerre mondiale aient élaboré un concept de paysage urbain comme patrimoine particulièrement intéressant, ils ne sont pas parvenus à être traduits dans des dispositions législatives substantielles. La protection et la mise en valeur du paysage urbain demeurent des questions ouvertes. La notion de paysage urbain en tant que patrimoine doit encore être théorisée, au moins sur le plan législatif.Cette étude tente de contribuer à cette conceptualisation
This study aims to trace the roots of the notion of “urban landscape" within the debate on the protection of historic citiesduring the second half of the 20th century. The analysis is carried out through a comparison between Italy and France, whose legal systems are characterized by the public protection of cultural heritage.The analysis covers three main areas: the genealogy of the concept of urban landscape, its variations, and its relation with the theory of the historic centre; the development of legislation and its connection with the cultural debate; the outcomes in urban planning practice. To analyse the theoretical debate on urban landscape the main sources include the most important Italian and French professional periodicals. Urban planning outcomes are analyzed through two case studies on Turin and Lyon, developed by archive research. Although the French and Italian discourses of the post world war II decades have been particularly interesting for the cultural elaboration about preservation and promotion of urban heritage, both Italian and Frenchnotions of urban landscape didn’t succeed in reaching substantial outcomes in term of legislation.The preservation and promotion of urban landscape are still open questions, and the concept of urban landscape as part of cultural heritage is still to be theorized, at least on a legislative level.This study attempts to contribute to this conceptualization
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4

Volpato, Emmanuele <1994&gt. « Valorizzazione di un bene culturale architettonico : il caso di studio della Chiesa di S. Margherita a Treviso ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15278.

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Résumé :
Abstract La tesi intende prendere in esame gli aspetti storici e gestionali della chiesa di Santa Margherita a Treviso, edificio di culto dalla storia travagliata, in stato di completo abbandono dal 1997 al 2011, anno in cui il Ministero dei beni culturali e del turismo si prese carico della struttura intraprendendo una serie di lavori destinati al restauro e consolidamento strutturale dell’immobile, nonché ad ospitare la collezione Salce e offrire alla cittadinanza e agli studiosi spazi e opportunità per poter fruire di questo insigne patrimonio. Nell’analisi di questo caso, dopo aver ripercorso il passato e le vicende storiche più significative, ci si è concentrati sulla descrizione dei lavori già completati e di quelli in corso, da presentarsi presumibilmente entro il 2020. In primis verranno analizzati i vari interventi, realizzati per stralci, da un punto di vista tecnico-descrittivo e successivamente secondo una prospettiva economico gestionale. Verrà poi analizzato il percorso attraverso il quale il Ministero dei beni culturali e gli addetti ai lavori hanno deciso di investire nella valorizzazione della chiesa di Santa Margherita esplicando le motivazioni e i criteri che hanno portato alla scelta di un determinato progetto in funzione degli obiettivi preposti. Da ultimo si discuteranno le ricadute che il progetto di valorizzazione della chiesa potrà avere in termini di affluenza turistica e di entrate economiche per la città, e di vantaggi per i cittadini di Treviso.
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5

Catalani, Rosa, et Roberta Silvagni. « Villa Rasponi a Savignano. Progetto di tutela e valorizzazione di un bene culturale complesso tra architettura storica e paesaggi di Pietro Porcinai ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2669/.

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Résumé :
Oggetto della tesi di laurea è il recupero di Villa Rasponi a Savignano sul Rubicone, un bene storico complesso composto da elementi di varia natura: architettonici e vegetali, di differente pregio, dalla residenza settecentesca agli annessi agricoli di servizio, al parco. Le funzioni d’uso attuali rarefatte e strettamente comuni a quelle originarie, non sono più proponibili per poter garantire la sopravvivenza e la conservazione del complesso. Questo da un punto di vista puramente economico, per l’impegno in termini finanziari che un sito di tali dimensioni richiede, a livello gestionale e circostanziale. Come intervenire su un manufatto di questa natura, tutelandolo, riqualificandolo dal punto di vista architettonico e paesaggistico e, nello stesso tempo, reinserendolo in maniera attiva in un contesto urbano e territoriale dal quale negli anni si è progressivamente distaccato e isolato, chiudendosi nell’accezione di residenza privata? Il progetto, lavorando a vari livelli e confrontandosi con differenti campi disciplinari, dal restauro di un parco storico “firmato” da Pietro Porcinai, all’inserimento di nuovi elementi architettonici, all’analisi di fattibilità finanziaria, si pone principalmente due obiettivi: 1) da un lato intervenire materialmente sul manufatto restaurando gli edifici, anche attraverso la definizione di funzioni che ne permettano la sopravvivenza, e manutenendo il parco storico. In questo senso l’aspetto su cui si insiste maggiormente è il rispetto e la valorizzazione del complesso villa–parco–giardino-annessi come unicum, che assume pregio nella sua totalità e integrità; 2) dall’altro, tenuto conto delle dimensioni, dell’importanza storica, architettonica, culturale e paesaggistica del sito, il progetto intende estendere la sua valenza anche a un intorno in primo luogo locale e poi più ampio, diventando punto di riferimento e polo attrattivo, così come lo era stato nel passato, all’epoca nella quale in esso viveva la principessa Luisa Murat. Non ci si limita dunque a considerare il caso isolato, ma si tiene conto del fatto che la Villa Rasponi sorge all’interno di un contesto, quello della Romagna, di straordinaria ricchezza e molteplicità di espressioni artistiche, architettoniche, naturalistiche che costituiscono un patrimonio di valore, in gran parte scarsamente conosciuto e per nulla. Da qui l’idea di utilizzare una porzione di paesaggio come vetrina e contenitore di informazioni su tutta l’eredità culturale romagnola, legata ad un nuovo modo di intendere il luogo, come contesto che incarna la rete di significati all’interno dei quali le azioni degli uomini diventano fatti culturali. Il complesso della Villa Rasponi, per le sue connotazioni storiche, paesaggistiche, fisiche e posizionali, diventa la concretizzazione di tale idea. Dunque, una porzione di paesaggio che si fa strumento fisico e concettuale, di comunicazione, per trasmettere, valorizzare e promuovere il patrimonio naturale, architettonico e culturale di tutto il territorio in cui è inserito, diventandone icona e sintesi.
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6

RUBINO, ELIA. « Le mani del cielo... il cielo tra le mani. La processione dei Misteri di Campobasso, ricostruzione storico-sociale di un bene culturale immateriale del Molise ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/76221.

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Résumé :
In Italia, e nello specifico in Molise, continuano a perdurare eventi festivi tradizionali che rappresentano un intangible cultural heritage ancora in gran parte da studiare in chiave interdisciplinare. La ricerca si è proposta di ricostruire il percorso storico che ha portato al consolidarsi della processione dei Misteri di Campobasso così come la conosciamo oggi, per poterne meglio comprendere le molteplici stratificazioni e in seguito per proporne una migliore valorizzazione in chiave culturale e turistica. L'evento si configura come una festa calendariale inserita nei riti di tarda primavera sincretizzati nel Corpus Domini. In particolare a Campobasso, fin dal XV secolo, ci sono notizie documentate su rituali specifici legati alle sacre rappresentazioni, messi in scena nel contesto urbano durante la processione eucaristica. La centralità della festa nel tessuto cittadino ci ha indotto ad affrontare in modo rigoroso il fenomeno ponendolo nella vita del nucleo urbano. Seguendo un approccio multidisciplinare abbiamo cercato di superare la tradizionale visione storiografica del fenomeno in modo da restituire alla ritualità la sua complessità originaria e proporre quindi un modello interpretativo in grado di nato di coglierne non solo i legami con il sociale e produttivo tessuto della città ma anche le trasformazioni avvenute nel corso dei secoli. Partendo dalla ricognizione della bibliografia esistente abbiamo approfondito attraverso una capillare ricerca d’archivio le origini della processione. Accanto alle fonti documentali, di grande importanza sono state le fonti iconografiche (fotografie e filmati), che hanno consentito di seguire il lento processo di conservazione e diversificazione degli attuali Misteri. I luoghi della ricerca sono stati vari, per avere un quadro possibilmente completo delle fonti per la ricostruzione festiva. L'Archivio Storico della diocesi di Campobasso–Bojano, della cattedrale, delle parrocchie di San Leonardo e di Sant'Antonio abate di Campobasso. Un lungo periodo della ricerca si è svolto presso l'Archivio di Stato di Campobasso e di Napoli. Mi sono recato in più riprese all'Archivio dell’Abbazia di Montecassino a cui Gasdia aveva donato il suo cospicuo fondo. Importante il materiale risultato dallo spoglio di giornali locali presenti nella Biblioteca G.Albino di Campobasso e in quella dell’Archivio di Stato locale. Troviamo, dalla seconda metà del 1800, notizie sulla dinamica festiva, che contribuiscono alla chiarificazione della desacralizzazione della processione e del progressivo disinteresse - escludendo il periodo fascista - della città nei confronti della festa, fino alla ripresa nel dopoguerra e al rilancio ai nostri giorni. I Misteri sono risultati il prodotto di una ritualità in costante cambiamento, adattata alle logiche del tempo,che rispetta, tuttavia, un nucleo identificativo tradizionale che, dalle origini fino ad oggi, si è mantenuto tale, sia dal punto di vista della gestione processionale, sia nella riproposizione iconografica dei soggetti. Ne scaturisce un'immagine a tutto tondo della processione, che a nostro avviso potrebbe consentire una valorizzazione maggiore di questo evento.
In Italy, and specifically in Molise, they keep on persisting traditional festive events that still represent an intangible cultural heritage to a large extent to study in interdisciplinary key. The search is proposed to reconstruct the historical run that has brought to consolidate the procession of the Mysteries of Campobasso as we know it today, to be able to understand better th manifold stratifications of it and subsequently to propose a best exploitation of it in a cultural and tourist view. The event can be seen as a calendrical feast inserted in the rites in late spring syncretized in the Corpus Domini. Particularly to Campobasso, since the XV century, there are proofs of ritual specific legacies to the sacred representations, staged in the urban context during the eucharistical procession. The centrality of the feast has induced us to face in rigorous way the phenomenon setting it in the life of the urban nucleus. Following an multidisciplinar approach we have tried to overcome the traditional historiographical vision of the phenomenon in order to return his native complexity to the rituality and to propose therefore a model interpretative able not only to track back its bonds with the social and productive substratum of the city but also the transformations occurred during the centuries. Starting from the recognition of the existing bibliography we went through a capillary search of file the origins of the procession. Close to the sources documents of great importance they have been the iconografical sources (photos and documentaries), that has allowed to follow the slow process of maintenance and diversification of the current Mysteries. The places in which the research has been taken place have been different and varied, to possibly have a complete picture especially some sources for the reconstruction of the feast and these ones were, in particular, the Historical Archive of the diocese of Campobasso-Bojano, the ones of the cathedral, that of the parishes of St. Leonardo and Sant'Antonio abbot of Campobasso. A long phase of the search was carried out at the State Archive in Campobasso and Naples. I have approached in more resumptions to the Archive ofthe abbey of Montecassino to which Gasdia, Campobasso's historic, had given his conspicuous fund. A very Important material resulted by counting the present local newspapers in the Library G.Albino of Campobasso and in that of the local State Archive. We find, from the second half of 1800, news on the festive dynamics, that contributed to the clarification of the desacralization of the procession and the progressive indifference - excluding the fascist period - of the city towards the feast, up to the resumption in the postwar period and to the more and more raising in interest of our days. The Mysteries are the product of a rituality in constant change, suited for the logics of the time, that it respects, nevertheless, a traditional nucleus of identity that, from the origins until today is maintained as it is, both from the point of view of the processional management, and in the iconographic repetition of the subjects. The result is a complete picture of the procession, that could allow a great exploitation of this event.
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7

Biral, Giorgia <1989&gt. « La villa veneta : bene culturale e strumento per la valorizzazione e lo sviluppo turistico del territorio rurale. Il progetto : la valorizzazione della città di Roncade e della frazione di Biancade attraverso il binomio ville venete - Strada dei vini del Piave ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3772.

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Résumé :
La villa veneta deve essere considerata come un bene culturale perchè in essa vi sono racchiusi valori storici, culturali, artistici e ambientali. Nella tesi in questione verranno prese in considerazione le ville venete presenti nella città di Roncade e nella frazione di Biancade; nello specifico verrà proposto un itinerario basato sul binomio ville venete - Strada dei vini del Piave per una maggiore valorizzazione delle dimore storiche e del territorio con la consapevolezza che le ville venete e la Strada del vino citata sono due elementi che possono creare un sistema di offerta turistica molto valido.
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8

Conte, Stefano <1987&gt. « La cultura come bene comune ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3909.

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Résumé :
Il testo partendo da un analisi storica dei beni comuni e del panorama in cui si produce cultura oggi, ovvero il mono delle fabbriche culturali, vuole contestualizzare le nuove istituzioni culturali nate nel nostro paese. Spesso partite da occupazioni illegali esse si stanno proppnendo come modelli di riappropriazione di stili di vita e ricchezze, fondate sulla produzione culturale. Cercherò di presentarne pregi e difetti al fine di capire se tali istituzioni siano la forma giusta e necessaria su cui puntare a livello culturale e finanziario per uscire dalla crisi economica e del lavoro in cui versa il nostro paese.
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9

Triches, Paola <1964&gt. « "Acqua, bene privato?" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2882.

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10

Carvalho, Leandro de. « Economia criativa : acesso e distribuição de bens culturais ». Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2009. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/9387.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2016-04-26T20:48:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Leandro de Carvalho.pdf: 647913 bytes, checksum: eed5eabf770713041bd4cad0aa0c8d27 (MD5) Previous issue date: 2009-05-27
Creative economy is the theme that permeates the discussion of this work. While discussing its definitions, its scope and its size, the attention was focused on two of its aspects: access and distribution of cultural goods. These aspects were chosen based on the tension that was noticed in the cultural production: on the one hand, the music and audiovisual industry with a business model that makes profit, creating scarcity through the medium (physical environment), being controled and restrict; on the other hand, the movement of technology users, especially Internet users, promoting actions that undermine the bases of cultural industry: they make the support desnecessary and the access becomes unrestricted and fast, and change the ways of distribution, through the channels of sharing and viewing of any cultural production, that can be seen using the nearest computer. In light of these events and tensions, the development of the computer is discussed in this research: from the machine for storage only, to the machine of access. It´s also discussed, at this study, the global network as the great diffuser of cultural production, especially for small producers. Finally, it was concluded that the creation of new production facilities for cultural, musical and audiovisual areas reveal an important contradiction: the environments of greatest enhancement of access, innovation, creativity and culture (based on analysis of Rifkin), could be completely appropriated by the cultural industry, taking up the changes in perceptions of the demands. However, alongside this new type of incentive, the global network provides tools in order to completely unlink creation, distribution and access, minimizing any attempt of the cultural industry in the sense of total control of what is produced and distributed as a cultural good. New possibilities for the culture producer were placed and this professional can select and, possibly, depend less on the big cultural industry in order to feed their lives, through their art
Economia criativa é o tema que permeia a discussão deste trabalho. Enquanto se discute suas definições, sua abrangência e sua dimensão, foi focada atenção em dois de seus aspectos: o acesso e a distribuição de bens culturais. Esse recorte foi escolhido pela grande tensão que se percebe nessa produção cultural: de um lado a indústria fonográfica e audiovisual com um modelo de negócio que realiza lucro, gerando escassez por meio do suporte (meio físico), sendo passível de controle e restrição; de outro lado, o movimento de usuários de tecnologia, principalmente internautas, promovendo ações que minam as bases da indústria cultural: tornam o suporte desnecessário e o acesso irrestrito e rápido, e alteram as formas de distribuição, por meio dos canais de compartilhamento e exibição de qualquer produção cultural, ao alcance do computador mais próximo. Diante desses acontecimentos e tensões, discute-se, nessa pesquisa, a evolução do computador: de máquina de armazenamento apenas, para máquina de acesso. Discute-se, também, a rede mundial como grande difusora de produção cultural, principalmente para os pequenos produtores. Por fim, concluiu-se que as novas facilidades de criação de produção cultural, nas áreas musical e audiovisual, revelam uma contradição importante: os ambientes de maior valorização do acesso, da inovação, da criatividade e da cultura (com base nas análises de Rifkin), poderiam ser completamente apropriados pela indústria cultural, aproveitando-se das mudanças nas percepções das demandas. Entretanto, paralelamente a este novo modelo de incentivo, a rede mundial passa a disponibilizar ferramentas para que a criação, a distribuição e o acesso sejam totalmente desintermediados, minimizando qualquer tentativa da indústria cultural no sentido de controle total do que é produzido e distribuído como bem cultural. Novas possibilidades para o produtor cultural foram colocadas em cena e esse profissional poderá escolher e, possivelmente, dependerá menos da grande indústria cultural para geração de seu sustento, por meio de sua arte
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Fosco, Martina <1994&gt. « La fiscalità dei beni culturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14009.

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Bedin, Barbara <1979&gt. « Beni culturali e catastrofi naturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16231.

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Il presente lavoro si propone di indagare il tema delle catastrofi naturali con riferimento al rischio che esse rappresentano e all’impatto che esse producono sui beni culturali. Lo studio muove da una disamina delle fonti giuridiche applicabili alla materia, distinguendo tra norme internazionali e nazionali, tra strumenti di hard law e di soft law. Ne risulta un quadro frammentato, in cui non emerge nessuno strumento specificamente concepito per questo tema, bensì la necessità di adattare a quest’ultimo norme ideate per il perseguimento di obiettivi diversi. La seconda parte della ricerca si concentra sui soggetti che, a vario titolo, entrano in gioco in caso di catastrofi naturali, passando in rassegna le competenze proprie di organizzazioni internazionali (prima fra tutte UNESCO) per poi restringere la prospettiva al livello nazionale, soffermandosi, in particolare, su quanto svolto dalla Protezione civile e dal MiBAC. La terza parte, infine, affronta alcuni casi-studio, distinti nei tre momenti che caratterizzano i disastri: prevenzione, emergenza e recupero.
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Pinto, Bárbara Alice Ribeiro Vieira Baldaia. « Comérico ilícito de bens culturais : o retrato da imprensa escrita ». Master's thesis, [s.n.], 2015. http://hdl.handle.net/10284/4891.

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Résumé :
Dissertação apresentada à Universidade Fernando Pessoa como parte dos requisitos para obtenção do grau de Mestre em Criminologia
O comércio ilícito de bens culturais é um crime que não pode ser desconsiderado nomeadamente quando este se encontra em constante crescimento. A presente investigação tem o objetivo de conhecer o retrato que é feito pela imprensa escrita acerca desta problemática. A investigação será composta por um estudo teórico que contem detalhadamente informação acerca do comércio ilícito de bens culturais e do papel da imprensa escrita. A segunda parte da investigação irá debruçar-se num estudo empírico, onde serão analisadas sessenta e quatro excertos jornalísticos do Jornal do Notícias e do Jornal Público que abordem a comércio ilícito de bens culturais. Numa fase final pretende-se confrontar os dados recolhidos do estudo teórico e no estudo empírico de forma a realçar os pontos comumente identificados.
The trafficking of cultural goods is a crime that can not be ignored especially when it is in constant growth. The main goal of the present investigation is studying the press’s divulging of this problematic. The first part of this investigation will be based on a a detailed theorical study of the trafficking of cultural goods and the roal of the press. The second part will be based on an empirical study of sixty-four articles taken out of Jornal de Notícias and Jornal Público that portray the trafficking of cultural goods. On a final phase, a comparison between the theorical and empirical study will be done to identify the points in common.
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Zacchi, Marina Sallovitz. « Contornos da cultura : representações sobre o processual e o dinâmico no registro de bens culturais de natureza imaterial como patrimônio cultural do Brasil ». Pós-Graduação em Antropologia, 2017. http://ri.ufs.br/jspui/handle/riufs/8362.

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Résumé :
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
This research is directed to the practice of the anthropologist in the frames of the State, to the stress processed in the appropriation and instrumentalization of the theoretical basis of anthropology for the elaboration and implementation of a brazilian public policy focused on protection and promotion of the cultural heritage of immaterial nature, which has been said to be guided by the principle of culture by anthropology. Initially, I seek to carry out an archaeology of the notion of culture, proposing that this should be understood according to the successive layers of discourses and practices with what was being outlined and that inform the uses that are made even in present times, reflecting on the ways because the binding between cultural heritage and identity places the difference locus in the public policy that display the diversity. Then – with support in understanding where I see the most significant points of friction between the theoretical basis of anthropology and the intangible heritage policy protection guided by the anthropological concept of culture, system, interaction and reflexivity – I see while discursive practices the dossiers that register as Brazil's cultural heritage some cultural assets, chosen as emblematic of the uses of these notions in the execution of this specific public policy, seeking to point out how these different uses induce social intervention actions guided by different principles and purposes or different ideological positions.
A pesquisa está voltada à prática do antropólogo nos quadros do Estado, às distensões que se processam na apropriação e instrumentalização do arcabouço teórico conceitual da antropologia para a elaboração e implantação de uma política pública brasileira voltada à proteção e promoção do patrimônio cultural de natureza imaterial, de que tem sido dito ser orientada pelo princípio antropológico de cultura. Inicialmente, busco proceder a uma arqueologia da noção de bem cultural, propondo que esta deva ser entendida segundo as sucessivas camadas de discursos e práticas com que foi sendo delineada e que informam os usos que dela são feitos ainda em tempos atuais, refletindo acerca dos modos porque a vinculação entre patrimônio cultural e identidade situa o lugar da diferença em políticas de estado que apregoam a diversidade. Em seguida, com apoio em noções em que percebo os mais significativos pontos de fricção entre o arcabouço teórico da antropologia e a política de proteção ao patrimônio imaterial orientada pelo conceito antropológico de cultura sistema, interação e reflexividade abordo enquanto práticas discursivas os dossiês de registro como patrimônio cultural do Brasil de alguns bens culturais, escolhidos enquanto emblemáticos dos usos dessas noções na efetivação dessa política pública específica, buscando apontar como esses diferentes usos induzem ações de intervenção social orientadas por diferentes princípios e propósitos, ou diferentes posicionamentos ideológicos.
São Cristóvão, SE
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Voltan, Serena <1995&gt. « Beni culturali e Incertezza – definire l’indefinibile ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15478.

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Résumé :
L’ambito di studio a cui si fa comunemente riferimento come ad “Arte, Cultura e Industrie Culturali e Creative” è intrinsecamente legato ad una dimensione di indeterminatezza che appare alternativamente come un limite insormontabile o una variabile trascurabile per un’indagine soddisfacente del settore. Questo lavoro non si pone l’obiettivo di fornire soluzioni al problema dell’indeterminatezza, quanto piuttosto quello di fondere diversi punti di vista per comporre un quadro più flessibile attraverso l’indagine del concetto di asimmetria informativa e di quello di esternalità applicati ai beni culturali. Si mette in atto un processo apparentemente ossimorico di definizione di una materia che definibile non è, ma con il fine di permettere l’indagine del settore in modo maggiormente consapevole delle variabili che ne influenzano il funzionamento. Ci si pone quindi in una prospettiva intermedia, all’interno di una cornice che non rifiuta le conclusioni portate dagli studi basati sulla perfetta razionalità e informazione del soggetto agente, ma che ne limita la portata in quanto modelli, strumenti per analizzare una realtà che si svolge con variabili molto più complesse e permeate di soggettività, le quali non sono tuttavia nemmeno ascrivibili ad una completa entropia.
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Luciano, Lima Rodrigues Francisco. « Direito ao patrimônio cultural e à propriedade privada : uma análise sobre o direito à propriedade do bem com valor cultural frente ao interesse público no estado democrático de direito ». Universidade Federal de Pernambuco, 2003. https://repositorio.ufpe.br/handle/123456789/3962.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2014-06-12T17:17:37Z (GMT). No. of bitstreams: 2 arquivo5543_1.pdf: 740367 bytes, checksum: 7adf76f071ae93cacec3864d3a06f35c (MD5) license.txt: 1748 bytes, checksum: 8a4605be74aa9ea9d79846c1fba20a33 (MD5) Previous issue date: 2003
O presente trabalho constitui tese acadêmica, exigência final, para conclusão do curso de doutorado e a obtenção do título de Doutor em Direito. O estudo trata do conflito entre o direito à propriedade, e o direito ao patrimônio cultural preservado, ambos direitos fundamentais garantidos pela Constituição Federal o que, longe de ser apenas uma questão jurídica, expõe aspectos relacionados à origem do Estado brasileiro, sua formação cultural e política. Neste contexto examina-se o conceito elitista de cultura e a ausência de uma política pluralista e refletir-se no comedimento da doutrina e da jurisprudência brasileiras em definir os limites do exercício do direito de propriedade sobre os bens de interesse cultural. Objetiva-se abordar a evolução do conceito de patrimônio cultural no Brasil realizando uma análise dos fatos históricos e sociais que influenciaram na sua construção, especialmente, no que se refere ao Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional SPHAN e também a evolução do conceito de propriedade privada, adequação do seu conteúdo e à possibilidade de admissão de sacrifícios ao direito à propriedade privada. Constitui preocupação central do estudo a comprovação da possibilidade jurídica, fundada no princípio republicano e democrático que norteia o Estado brasileiro, de submeter a propriedade privada, quando ao exercício de suas prerrogativas, à obrigação de atender a função social como condição de seu reconhecimento pelo Estado, bem como ter o seu exercício vinculado aocumprimento dos princípios da igualdade e da dignidade da pessoa humana, especialmente quando se tratar do exercício do direito de propriedade sobre bens de interesse cultural
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Moro, Laura <1982&gt. « La "cultura della sicurezza". La Fondazione Enzo Hruby per la protezione e sicurezza dei beni culturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3354.

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La tesi parla dell’aspetto della sicurezza nella tutela dei beni culturali. Una breve introduzione di carattere generale su alcuni concetti principali come tutela, valorizzazione, natura del bene culturale e legislazione, seguita dalla descrizione dell’importante attività dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, avvia alla presentazione della Fondazione Enzo Hruby, che sin dalla sua nascita, a Milano nel 2008, ha come obiettivo la diffusione della “cultura della sicurezza”. La Fondazione, senza scopo di lucro, persegue il suo obiettivo finanziando gratuitamente progetti che riguardano la messa in sicurezza dei beni culturali: realizzazioni di impianti e sistemi di prevenzione dotati di tecnologia avanzata. In alcuni casi l’attività di protezione si è allargata a quella della valorizzazione. Fino ad oggi sono state portate a termine molte iniziative, i progetti conclusi sono più di venti e molti altri sono tuttora in esecuzione. La linea sostenuta nella tesi è che la sicurezza non deve essere qualcosa di secondario, ma deve essere considerata di primaria importanza in quanto la salvaguardia del bene culturale fa sì che possa avvenire la tutela, la fruibilità, la valorizzazione, la diffusione stessa della cultura.
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Volpe, Maíra Muhringer. « O divã no palco : discurso terapêutico, indústria cultural e a produção de bens culturais com pessoas comuns ». Universidade de São Paulo, 2013. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/8/8132/tde-04112013-131315/.

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Não é raro encontrar na televisão brasileira, e mesmo na rádio, emissões que trazem depoimentos de pessoas comuns comentados por especialistas, sobretudo, psicólogos. Desentendimentos conjugais, problemas com filhos, desavenças com vizinhos, conflitos no trabalho, são alguns dos temas exibidos. Trata-se de versões cujo formato orienta também produções estadunidenses, europeias e latino-americanas, cuja temática, apropriada pela indústria cultural nacional, difunde um discurso terapêutico. Embora as ideias de manipulação dos participantes e de sensacionalismo na busca por audiência sejam justificativas para a veiculação desse tipo de emissão, existem outros sentidos que podem ser atribuídos quando se aproximam as razões que mobilizam pessoas a dar visibilidade a histórias e questões consideradas de foro íntimo. Foram esses outros sentidos aqui investigados. Uma abordagem, portanto, a partir dos participantes de No Divã do Gikovate (Rádio CBN), Casos de Família (SBT) e Márcia (Bandeirantes) norteou a pesquisa apresentada. A interação social no palco, nos bastidores e na plateia foram vias de acesso a dois grupos sociais envolvidos na produção e no consumo desses bens culturais. O estudo dessas interações apontou lógicas diferentes de produção: uma demanda espontânea, entre aqueles que integram as emissões animadas pelo Dr. Gikovate, e um sistema de produção da exibição, ou seja, uma cadeia produtiva por trás das emissões televisivas que abarca tanto profissionais formalmente contratados pelas emissoras quanto pessoas engajadas informalmente. Tais interações indicam ainda grupos que possuem universos mentais distintos, com repertórios expressivos e recursos afetivos específicos. Seus integrantes apropriam-se do discurso terapêutico difundido transformando-o em senso prático para sua vida afetiva.
Its not rare to find in Brazilian television and radio, transmissions that bring ordinary peoples testimonials commented by experts, mainly psychologists. Marital fights, problems with children, quarrels with neighbors are some of the themes presented. Those are Brazilian versions of programs which circulate around the United States reaching Latin American and European countries, which the thematic, taken by their own national culture industry, diffuses a therapeutic discourse. Although the participants ideas manipulation and the sensationalism in the quest for audience are explanations for placing this kind of transmission, there are other senses that may be attributed when one gets closer to the reasons that mobilize those people to bring out stories and affairs once considered intimate. These other senses were the ones studied here. Thus, an approach close to that of the participants of No Divã do Gikovate (Gikovates Divan, Radio CBN), Casos de Família (Family Affairs, SBT) and Márcia (Marcia, Bandeirantes) guided this research. The social interactions on stage and backstage were ways to reach these two social groups involved in the production and consumerism of these cultural products. The study of these interactions led to different logics of production: a spontaneous demand between those who compose the transmissions cheered by Dr. Gikovate, and a production system of exhibition, which means a productive chain behind the television transmissions that reach professionals formally hired by the networks and people informally involved. Those interactions have also indicated groups with different mental universes, with specific expressive repertoire and affective appeal. Their integrants employ the therapeutic discourse, transforming it into logic of practice to be used in their affective life.
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Barros, Flavio Luis Soares de. « Civilização, diversidade, desenvolvimento : a UNESCO e as dimensões da cultura - bens, serviços e conteúdos culturais ». Universidade de São Paulo, 2017. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/101/101131/tde-01082017-183407/.

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O objetivo desta tese é analisar as relações de poder expressas nas definições de cultura contidas nos documentos legais da Organização das Nações Unidas para a Educação, Ciência e Cultura (UNESCO), entre 1945-2015, principalmente em relação às implicações para a produção, reprodução, circulação e proteção de bens, serviços e conteúdos culturais. Buscou-se identificar como a relação entre cultura e desenvolvimento, ausente nos primeiros documentos emitidos pela entidade, tornou-se ponto central das declarações, convenções e recomendações mais recentes, levando-se em conta o papel das instituições do sistema ONU como promotores de normas. O recorte temporal da análise compreende três fases: o primeiro período corresponde aos antecedentes da Organização (1871-1945). Nessa fase, a expansão do imperialismo capitalista, principalmente europeu, e o colonialismo têm entre suas bases uma noção hierárquica de \"civilização\". O chamado conceito humanista de cultura vigente baseia-se, por esse aspecto hierárquico, em uma visão de \"igualdade excludente\". A UNESCO efetivamente passa a existir no segundo período (1945-1985), fase da Guerra Fria e em que ocorre o processo de descolonização e a ascensão do chamado Terceiro Mundo. A ênfase é dada à noção de \"diversidade\", analisada aqui como \"diferença inclusiva\" e a substituição gradual do conceito humanista pelo conceito antropológico. No terceiro momento (1985-2015), os aspectos econômicos são agregados ao conceito de diversidade, o que leva à incorporação, nos debates sobre cultura, do tema \"desenvolvimento\", caracterizada como uma visão de \"diferença produtiva\". Nota-se a relação entre contextos históricos e geopolíticos e os discursos prevalentes e sua difusão como norma, passando a compor o fundamento de políticas culturais domésticas.
The aim of this thesis is to analyze the power relationships expressed in the definitions of culture contained in the body of legal documents of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) between 1945-2015, regarding the implications for the production, circulation and protection of cultural goods, services and contents. The main goal was to trace how the relationship between culture and development, absent in the first documents issued by the entity, became central in recent declarations, conventions and recommendations, taking into account the role of UN institutions as norm setters. The analysis comprises three phases: the first corresponds to the antecedents of the Organization (1871-1945), when the expansion of capitalist imperialism, mainly European, and colonialism had among their bases a hierarchical notion of \"civilization\". The humanist concept of culture is based, in this hierarchical aspect, on a vision of \"excluding equality\". UNESCO effectively came into existence in the second period (1945-1985), during which the Cold War, with the decolonization process and the rise of the Third World, took place. The emphasis is given to the notion of \"diversity\", analyzed here as \"inclusive difference\" and the gradual replacement of the humanist concept by the anthropological concept. In the third period (1985-2015), economic aspects are added to the concept of diversity, which leads to the incorporation, in the debates on culture, of \"development\", characterized as a vision of \"productive difference\". The relationship between historical and geopolitical contexts and the diffusion of discourses as norms, which, by their turn, influence domestic cultural policies, are stressed.
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Rossilli, Ilaria <1988&gt. « Autoproduzione alla romana, abusivismo, beni comuni e autorganizzazione culturale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5921.

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Nella tesi viene affrontato il tema dell'auotorganizzazione in campo culturale a Roma a partire da due case studies rappresentati dal Teatro Valle Occupato e Dal Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz.
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Soares, Junior Carlos Alberto. « A normatização internacional de repatriação de bens culturais e desdobramwentos para o patrimônio cultural e museus à luz do direito ». Universidade de Fortaleza, 2014. http://dspace.unifor.br/handle/tede/94570.

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Made available in DSpace on 2019-03-29T23:55:54Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2014-10-31
Cultural heritage is part of the concept of identity and collective memory of humanity. Since the emergence of the human being , this is the culture and consequently cultural heritage . Although the concept of cultural heritage is a concept of great relevance in human history, appearing as part of the list of human rights , that many times this has been vilified and even trafficked illicitly, whether for personal or even financial and speculative reasons . Concerned with the increasing violations in the face of this heritage, UNESCO prepared a document in order to define and protect the cultural heritage. The accession of the countries that have ratified the conventions involving equity requires each Member State to not only protect its national cultural heritage, as well as one internationally recognized. Alongside this context, globalization influences people acquire different cultures, so that there is a loss in the sense of identity, and, consequently, also weakening the concept of memory, essential to the community. In this sense, the present work aims to investigate which of the instruments in the international normativity facing repatriation of cultural property as well as your reflexes to the legal system of Brazil . It is also proposed to check about which the role played by Brazil in this repatriation process, and this has a positive character or not, in an attempt to implement integrated between government and population shares. Key Words: Cultural heritage. International legislation. Repatriation of cultural goods.
O patrimônio cultural dá suporte aos conceitos de identidade e memória coletiva. Desde o surgimento do ser humano, está presente a cultura e, consequentemente, o patrimônio cultural. Muito embora o patrimônio cultural seja de elevada relevância na história da humanidade, figurando como integrante do rol dos direitos humanos, por diversas vezes tem sido vilipendiado e traficado ilicitamente, seja por razões pessoais ou mesmo financeiras e especulativas. Preocupada com o aumento das violações em face deste patrimônio, a UNESCO elaborou documento no sentido de delimitar e proteger o patrimônio cultural. A adesão dos países que ratificaram as convenções envolvendo o tema obriga cada Estado-membro a não só proteger seu patrimônio cultural interno, bem como aquele reconhecido internacionalmente, mesmo que se situe fora de suas fronteiras. Paralelamente a este contexto, a globalização influencia pessoas a adquirirem acriticamente culturas diversas, fazendo com que haja uma perda no senso de identidade, decorrente do enfraquecimento do conceito de memória fenômeno este de múltiplas causas, sendo uma delas o distanciamento das pessoas relativamente aos bens representativos de sua cultura, muitas vezes em virtude de tráfico ilícito, que é objeto de preocupações planetárias. Neste sentido, o presente trabalho visa investigar os instrumentos existentes na normatividade internacional, voltados para a repatriação de bens culturais, bem como seus reflexos para o ordenamento jurídico do Brasil. Também se propõe à verificação acerca de qual o papel representado pelo Brasil dentro deste processo de repatriação, objetivando saber o nível de eficácia das aludidas normas, bem como se existem ações integradas entre governo e população, no sentido de averiguar o cumprimento da ordem constitucional para que o poder público divida com a comunidade a promoção e proteção do patrimônio cultural. Palavras-Chave: Patrimônio Cultural. Legislação Internacional. Repatriação de bens culturais.
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Babolin, Maria Cristina <1965&gt. « Attualità e anacronismi nella conservazione dei beni culturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1585.

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Romano, Giulia <1990&gt. « Il ruolo dell'assicurazione nella movimentazione dei beni culturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8179.

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La mia tesi tratta la complessa tematica della movimentazione e dei prestiti di beni culturali e analizza i tipi di contratti assicurativi redatti tra varie figure museali e la compagnia assicurativa. La tesi si struttura in tre capitoli principali. Nel primo capitolo si pongono le basi per una corretta introduzione all’argomento assicurativo, descrivendo i vari elementi e soggetti che entrano in gioco (i beni culturali, il museo e i prestiti) e le procedure per la corretta circolazione delle opere d’arte con particolare attenzione alle fasi con maggiore rischio di sinistro: l’imballaggio, il trasporto e l’allestimento nell’ambiente. Nel secondo capitolo, nodo centrale della tesi, vengono descritte le caratteristiche di una copertura assicurativa generica e si analizza la polizza All Risk, tipicamente stipulata da un museo in caso di un prestito ad un altro museo. Vengono analizzate anche la figura del registrar, del broker assicurativo, dell’Indennità di Stato e viene fatto un ampio discorso incentrato sul risk management e sulla prevenzione. Si riporta qui l'esempio della compagnia assicurativa Axa Art. L’ultimo capitolo è dedicato alla realtà museale in cui ho svolto il mio stage: il Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea e alla sua copertura assicurativa.
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Bencini, Riccardo <1995&gt. « La lotta al traffico illecito di beni culturali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18110.

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La tesi affronta il tema della circolazione illecita dei beni culturali a livello internazionale, con particolare riferimento al fenomeno nell'area mediorientale. In primo luogo, si analizzano le principali fonti relative alla disciplina del traffico illecito, che comprendono sia gli strumenti internazionali, sia gli strumenti interni adottati da Siria ed Iraq. Nel secondo capitolo, nella sezione I, si effettua un'analisi comparativa, analogie e differenze, tra la Convenzione UNESCO del 1970, concernente le misure per interdire ed impedire l'illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà di beni culturali, e la Convenzione UNIDROIT del 1995 sui beni culturali rubati o illecitamente esportati. Nell'ambito di tale comparazione, si indagano le motivazioni che hanno portato alla redazione della Convenzione UNESCO, le norme in essa contenute ed i suoi limiti, come successivamente superati dalla Convenzione UNIDROIT. Nella sezione II, si analizza la disciplina giuridica europea in materia di circolazione e restituzione dei beni culturali illecitamente esportati. Il terzo capitolo si concentra sulle caratteristiche di funzionamento del contemporaneo traffico illecito di beni, nonché sulle connessioni che esso presenta con il crimine organizzato, con specifico riferimento alla situazione attuale dei paesi mediorientali. Al riguardo, viene condotta un'attenta analisi in merito alle modalità con cui l'Isis gestisce, sia direttamente sia con strumenti indiretti, l'intero processo del traffico illecito di antichità nei territori occupati. Da ultimo, nella sezione III, si illustrano gli strumenti internazionali e sovranazionali di contrasto al fenomeno, con particolare riguardo al Nuovo Regolamento (UE) 2019/880 relativo all'introduzione e all'importazione di beni culturali da paesi terzi, emanato con lo specifico intento di precludere una delle vie di finanziamento del terrorismo internazionale, costituita dal traffico di opere d’arte trafugate da siti archeologici caduti in mano ad organizzazioni terroristiche come l’ISIS.
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Bezerra, Eutrópio Pereira. « Patrimônio cultural, memória e preservação : identificação e mapeamento dos bens culturais do Vale do Gramame, João Pessoa PB ». Universidade Federal da Paraí­ba, 2014. http://tede.biblioteca.ufpb.br:8080/handle/tede/3970.

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior - CAPES
This dissertation studies the construction of memory from the preservation of cultural heritage, in particular the material, taking as its object of study the mapping and identification of communities that give attention to their cultural property in the Valley Gramame complex, João Pessoa - PB. Considering the extent of the communities that lie within the geographical limits of the valley, the cutout provided in this work is directed to three specific communities: the community and the community Gramame Old Mill, located in a rural area of João Pessoa; Mituaçu and maroon community in the municipality of Conde. The objective is to identify the cultural assets of these communities and understand the strategies established for the preservation of these assets. Methodologically, this work is based in the investigation of qualitative and field research whose purpose is to identify the cultural assets of the communities mentioned throughout history oralque search by means of orality which was recorded in memory. From the perspective of participant observation, I found working with the concept of culture as an expression of meaning, trying to realize an interpretation of human diversity. Orality contributed in the writing of the common origin and the everyday community development, enabling greater visibility of the history of each resident, establishing standards and major changes over time, place, and successive generations. To do so, the insertion in the communities for collection and recording of information about local history, means or used to support the preservation of this memory appears as the key point of the research. Some problems arise when one of the non-institutionalized memory, since the scarcity of documents in support of information is a common characteristic of specific groups, like maroon. However, the history of these communities has been retold and transmitted by the masters of knowledge of oral tradition, which act as legitimate holders of memory and local knowledge. Whereas the preservation of memory is part of the search for the construction of a social identity, these memories revealed by the masters of these communities constitute the history and memory of the groups set forth therein.
Esta dissertação estuda a construção da memória através da preservação do patrimônio cultural, em especial, o material, tomando como objeto de estudo o mapeamento e a identificação das comunidades que conferem atenção aos seus bens culturais no complexo do Vale do Gramame, João Pessoa PB. Considerando a extensão das comunidades que se encontram nos limites geográficos do vale, o recorte estabelecido neste trabalho é direcionado para três comunidades específicas: a Comunidade do Gramame e a Comunidade Engenho Velho, situadas na área rural de João Pessoa, e a Comunidade Quilombola de Mituaçu, no município do Conde. O objetivo da pesquisa foi de identificar os bens culturais dessas comunidades e compreender as estratégias estabelecidas para a preservação desses bens. Quanto à metodologia, este trabalho está pautado nas investigações de caráter qualitativo e em pesquisas de campo, cuja finalidade é de inventariar os bens culturais das comunidades mencionadas através da história oral, que se busca por meio da oralidade, o que ficou registrado na memória. Na perspectiva da observação participante, optamos por trabalhar com o conceito de cultura como expressão dos significados, procurando realizar uma interpretação da diversidade humana. A oralidade contribuiu para a elaboração escrita da origem comum e do cotidiano da comunidade, possibilitando mais visibilidade da história de cada morador, estabelecendo os padrões e as principais mudanças no decorrer do tempo, do lugar e das sucessivas gerações. Para tanto, a inserção nas comunidades para registrar e coletar informações sobre a história local e os meios ou suporte utilizados para a preservação dessa memória surge como fator primordial da pesquisa. Algumas problemáticas surgem quando se refere à memória não institucionalizada, posto que a escassez de documentos como suporte de informação é uma característica comum aos grupos específicos, como os quilombolas. Contudo, a história dessas comunidades vem sendo recontada e transmitida através dos mestres dos saberes da tradição oral, que atuam como detentores legítimos da memória e do saber local. Considerando que a preservação da memória faz parte da busca pela construção de uma identidade social, essas memórias reveladas pelos mestres dessas comunidades constituem a história e a memória dos grupos ali estabelecidos.
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Vieira, Marco Estevão de Mesquita. « Distinção, cultura de consumo e gentrificação : o Centro Cultural Banco do Brasil e o mercado de bens simbólicos ». reponame:Repositório Institucional da UnB, 2006. http://repositorio.unb.br/handle/10482/2207.

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Tese (doutorado)—Universidade de Brasília, Instituto de Ciências Sociais, Departamento de Sociologia, 2006.
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O trabalho analisa as condições de emergência dos centros culturais a partir do estudo de caso sobre o Banco do Brasil, principal instituição financeira do País e pioneira na criação de centros culturais corporativos. Estabeleceu o paradigma que passou a conduzir os processos de enobrecimento urbano dos centros metropolitanos brasileiros. A partir da história do Banco do Brasil e de sua ambigüidade de atuação, ora como agente de políticas publicas, ora como banco comercial, o trabalho analisa as estratégias desenvolvidas pela Empresa para manter posição ante as perdas processadas com a criação do Banco Central e as ameaças de privatização decorrente da reestruturação capitalista da década de 1980 e do domínio do pensamento neoliberal. Identifica a série discursiva que moldou a invenção de suas tradições e as motivações para instalar um centro cultural na sua antiga sede no Rio de Janeiro. O sucesso do empreendimento possibilitou recuperar o centro histórico da cidade, fato que transformou o Centro Cultural Banco do Brasil - CCBB em âncora do Corredor Cultural, projeto de requalifacação urbana do Rio de Janeiro. Sob esse aspecto, o trabalho analisa as afinidades eletivas entre os interesses da empresa e do município e os resultados e as limitações do projeto de reurbanização carioca, suas conseqüências para o surgimento de processos semelhantes nas demais capitais brasileiras e os seus elos com os pressupostos da pós-modernidade. A bem-sucedida ação da política urbana carioca levou as demais metrópoles brasileiras a exigir do Banco do Brasil igualdade de tratamento, dando início a uma disputa que levou a Instituição a criar novos CCBB em São Paulo e Brasília. Nesse tópico, o trabalho analisa o processo de expansão dos CCBB e as novas orientações mercadológicas que lhe transformaram em moeda de troca. Estuda também a consolidação da era dos museus e centros culturais no Brasil sob o conceito de distinção e do mercado de bens simbólicos e como conseqüência das ações para tornar as cidades elegíveis para investimentos e trânsito dos agentes da globalização econômica. _________________________________________________________________________________________ ABSTRACT
The work analyses the emergence conditions of the cultural centers according a case study about Banco do Brasil, the country’s main financial institution and pioneer in the process of corporate cultural centers. The enterprise established the paradigm for the gentrification process in the Brazilian metropolitan centers. Towards the history of Banco do Brasil and its ambivalence by acting either as public policy agent or as a retail bank, the work analyses the strategies developed by the company to overcome the losses suffered since the creation of the Brazilian central bank and also the strategies to face the threatens of privatization seized by the neoliberal doctrines emerged during the capitalism restructure mid-80’s. The work identifies therefore the discursive series that melt the invention of traditions policy into the creation of a cultural center in the historical building of its former headquarters in Rio de Janeiro. The enterprise was successful in contributing to the recovery of the historical center of the city and soon became the anchor of the “Cultural Corridor”, the urban project launched by the Municipality to rescue the Rio de Janeiro’s downtown. In this matter, the work analyses the eligible affinities between the company issues and the city’s authorities propositions as well the limitations of the gentrification process in Rio de Janeiro, its consequences to the forthcoming urban experiences in other Brazilian cities and the causal connections towards the debate about the post-modernity. The benefits achieved by the Rio de Janeiro’s urban policy granted other Brazilian state capitals the conditions for demanding Banco do Brasil to create new corporate cultural centers in their downtown areas. São Paulo and Brasília succeeded in having their units increasing the dispute among the cities and the pressure over the company. In this topic, the work examines the nature and inner relationships of the competition by the concept of distinction towards culture and the trade of symbolic goods that make cities eligible to the investments of the globalized economy. ___________________________________________________________________________________________ RESUMÉ
Le travail analyse les conditions de possible émergence des centres culturels à partir de l’étude de cas sur le Banco do Brasil, principale institution financière du Pays et pionnière dans la création de centres culturels corporatifs, êtablissant le paradigme qui passa à conduire les processus d’anoblissement urbain dês centres métropolitans brésiliens. A partir de l’histoire de le Banco do Brasil et de son ambiguité de fonctionnement, tantôt comme agent de politiques publiques, tantôt comme banque commerciale, le travail analyse les stratégies développées par l’Enterprise pour maintenir la position avant les pertes entraînées par la creátion de la Banque Centrale et les menaces de privatisation découlant de la restructuration capitaliste de la décennie de 1980 et de la prédominance de la pensée néoliberale. L’on identifie la série de raisonnement qui a moulé l’invention de ses traditions et motivations pour installer un Centre Culturel dans son ancien siège de Rio de Janeiro. Le succès de l’ouvrage a permis de récupérer le Centre Historique de la ville, fait qui a transformé le Centre Culturel Banco do Brasil – CCBB en ancre du Couloir Culturel, projet de requalification urbaine de Rio de Janeiro. Sous cet aspect, le travail analyse les affinités relevées entre les intérêts de l’Entreprise et de la municipalité et les résultats et les limitations du projet de réurbanisation carioca, ses conséquences pour le surgissement de procédures semblables dans les autres capitales brésiliennes et leurs liens avec les présupposés de la post-modernité. La bien-réussie action de la politique urbaine carioca a conduit les autres metrópoles brésiliennes à exiger de le Banco do Brasil la même égalité de traitement, donnant début à une dispute qui a conduit l’Institution a créer de nouveaux CCBB à São Paulo et Brasília. Dans cette topique, le travail analyse le processus d’expansion des CCBB et ses nouvelles orientations marchandes qui les transforment en monnaie d’échange. Il étudie également la consolidation de l’ère des musées et centres culturels au Brésil sous le concept de distinction et du marché de biens symboliques et comme conséquence des actions pour rendre les villes éligibles pour les investissements et la circulation des agents de globalisation économique.
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GUIDO, ROY ANDREA. « Archeologia tra valorizzazione e fruizione : comunicare i beni culturali ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/201722.

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Rabelo, Cecilia Nunes. « A proteção do patrimônio cultural no direito internacional e brasileiro : a saída ilícita de bens culturais e sua repatriação ao país de origem ». Universidade de Fortaleza, 2017. http://dspace.unifor.br/handle/tede/103442.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2019-03-30T00:19:19Z (GMT). No. of bitstreams: 0 Previous issue date: 2017-08-10
The present research aims to analyze the protection of the cultural heritage in relation to its illicit exit from the territory of origin, both in the scope of international law and Brazilian law, focusing on the possibility of repatriating it. Trafficking in cultural goods moves millions of dollars every year and is, according to UNESCO, one of the main causes of impoverishment of the local culture. The preservation of the cultural identity of a people is an essential condition for the construction of human dignity, which is why the protection of cultural heritage is understood as a human right widely recognized in international documents. In this perspective, the study about the illicit exit of cultural goods is necessary as a way of drawing a panorama on the subject and, consequently, contributing with the research in the scope of the cultural rights. As for the methodological aspects, the research is characterized as descriptive and exploratory and is carried out through bibliographical research in books of doctrine, periodicals, articles and dissertations in the areas of constitutional law, human rights, fundamental rights, cultural rights and international law, As well as related areas related to the social sciences. Legislative sources, such as national laws and international documents on the subject, were also used, as well as research carried out by the University of Geneva, based on the Arthemis database. In order to achieve the objective of this work, this research was divided into three parts. In the first chapter, the main theoretical aspects of the issue of the repatriation of robben, stolen or illicitly exported cultural goods are viewed in a systematic way, analyzing the relationship of identity between cultural heritage and the people or community that gave rise to it and the importance of Cultural heritage for the construction of the idea of nation-state. In this sense, the main theories about the possibility of devolution of cultural goods are detailed, stating their foundations, the criteria used and the possible solutions defended by them to solve the dispute between States of origin and States of destination. In the second chapter, the rules of international law are explained in order to analyze how the international community understands the issue of the illicit exit of cultural goods and the possibility of repatriation. This time, the theme of the internationalization of human rights is analyzed with the objective for understanding the international documents that seek to protect cultural heritage in the face of illicit trafficking. Finally, the third chapter tries to introduce practical aspects of the theme, trying to verify how Brazil and the international community face the problem of illicit exit of cultural goods. In the present study, it was possible to observe that the international legislation on the subject is still vague and of little practical application, since it needs the adequacy of the domestic legislation of each country for the protection to take place in an effective way. In the Brazilian case, the legislation found was dispersed and little systematized, making it difficult to apply international legislation on the subject. In addition, international practice has shown that the economic inequality between countries, inherent in the capitalist system, interferes with the way the international community confronts the problem of the illicit exit of cultural goods, a factor that cannot be disregarded in the analysis of the subject matter . Keywords: Cultural heritage. Cultural rights. International Law. Trafficking in cultural goods. Repatriation.
A presente pesquisa tem por objetivo analisar a proteção do patrimônio cultural em relação à sua saída ilícita do território de origem, tanto no âmbito do Direito Internacional quanto do Direito brasileiro, focando na possibilidade de repatriá-lo. O tráfico de bens culturais movimenta milhões de dólares todos os anos e é, segundo a UNESCO, uma das principais causas de empobrecimento da cultura local. A preservação da identidade cultural de um povo é condição essencial para a construção da dignidade humana, motivo pelo qual a proteção do patrimônio cultural é compreendida como um direito humano amplamente reconhecido nos documentos internacionais. Nessa perspectiva, o estudo acerca da saída ilícita de bens culturais faz-se necessário como forma de traçar um panorama sobre o tema e, consequentemente, contribuir com a pesquisa no âmbito dos direitos culturais. Quanto aos aspectos metodológicos, a pesquisa caracteriza-se como descritiva e exploratória e é realizada através de pesquisa bibliográfica em livros de doutrina, periódicos, artigos, e dissertações nas áreas de Direito Constitucional, Direitos Humanos, Direitos Fundamentais, Direitos Culturais e Direito Internacional, além de áreas afins relacionadas às Ciências Sociais. Também foram utilizadas fontes legislativas, tais como leis nacionais e documentos internacionais sobre o tema, além de pesquisa realizada pela Universidade de Genebra consubstanciada na base de dados Arthemis. A fim de alcançar o objetivo deste trabalho, a presente pesquisa foi dividida em três partes. No primeiro capítulo, os principais aspectos teóricos da questão da repatriação dos bens culturais furtados, roubados ou ilicitamente exportados são vistos de forma sistematizada, analisando a relação de identidade existente entre o patrimônio cultural e o povo ou comunidade que lhe deu origem e a importância do patrimônio cultural para a construção da ideia de Estado-nação. Nesse sentido, as principais teorias acerca da possibilidade de devolução dos bens culturais são pormenorizadas, pontuando seus fundamentos, os critérios utilizados e as possíveis saídas defendidas por elas para solucionar a disputa entre Estados de origem e Estados de destino. Já no segundo capítulo, a normativa de Direito Internacional é explanada a fim de analisar de que forma a comunidade internacional compreende a questão da saída ilícita de bens culturais e a possibilidade de repatriação. Desta feita, a temática da internacionalização dos Direitos Humanos é analisada como mote para a compreensão dos documentos internacionais que buscam resguardar o patrimônio cultural em face do tráfico ilícito. Por fim, o terceiro capítulo intenta trazer aspectos práticos do tema, buscando verificar de que forma o Brasil e a comunidade internacional se portam diante do problema da saída ilícita de bens culturais. No presente estudo, foi possível observar que a normativa internacional sobre o tema ainda é vaga e de aplicação pouco prática, vez que necessita da adequação da legislação interna de cada país para que a proteção se dê de forma eficaz. No caso brasileiro, a legislação encontrada mostrou-se dispersa e pouco sistematizada, dificultando a aplicação da legislação internacional sobre o tema. Ademais, a prática internacional demonstrou que a desigualdade econômica entre os países, inerente ao sistema capitalista, interfere no modo como a comunidade internacional se coloca frente ao problema da saída ilícita de bens culturais, fator que não pode ser desconsiderado na análise do tema em questão. Palavras-chave: Patrimônio cultural. Direitos culturais. Direito Internacional. Tráfico de bens culturais. Repatriação.
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Oliveira, Anna Paola Pereira de. « Cultura e consumo : o fluxo dos bens ». Universidade Federal do Rio Grande do Norte, 2008. http://repositorio.ufrn.br:8080/jspui/handle/123456789/13542.

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Made available in DSpace on 2014-12-17T14:19:46Z (GMT). No. of bitstreams: 1 AnnaPPO.pdf: 685813 bytes, checksum: f831feb88a3d4b510519dec2c18882f8 (MD5) Previous issue date: 2008-09-29
Coordena??o de Aperfei?oamento de Pessoal de N?vel Superior
It is an ethnographic work that has an objective of verifying devices throngh the residents of a low income suburban area, and the way they deal with their social relations through sonsumerism (and the aspiration connected to it), the symbolic character acquired through consumer goods, understood as one of the fundamental components for the comprehension of the web as relations that established, Though consumerism, individuais will reveal ways of communication, of the status, of creating new forms of action and identification. Using the principal that believes in a web of symbolic significance where own individuais develop their impressions, as a resource to look at their own bodies, a social order (yet unstable), and the process of inclusion in a broader society. In conclusion, the act of consuming is more than a perspective that establishes statistics on consumer goods, with their ways of production, circulation and economic functioning: it is also a way of perceiving a collection mapped by consumers individually and socially, and by those means organizing, classifying and identifyring the social world
Trata-se de trabalho etnogr?fico cujo objetivo ? verificar os dispositivos por meio dos quais os moradores de uma ?rea perif?rica de baixa renda se pensam e pensam suas rela??es sociais a partir do consumo (e das aspira??es conexas), do car?ter simb?lico adquirido pelos bens entendidos como componentes fundamentais para a compreens?o da teia de rela??es que se estabelecem. Atrav?s do consumo revelar-se-? como os indiv?duos se comunicam, concedem status, criam novas formas de a??o e se identificam. Parte-se do princ?pio de que consume est? amarrado a uma teia de significados simb?licos em que os pr?prios indiv?duos tecem suas impress?es, destacando-o como um recurso para pensar o pr?prio corpo, a ordem social (ainda que inst?vel) e o processo de inser??o na sociedade mais ampla. Sendo assim, o ato de consumir ? mais do que uma perspectiva que estabelece quadros estat?sticos sobre bens de consumo com suas formas de produ??o, circula??o e funcionamento econ?mico: ? tamb?m uma forma de perceber o repert?rio com o qual os consumidores mapeiam as opera??es individuais e sociais, ordenando, classificando e identificando o mundo social
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Flores, Estela de Almeida. « Patrimônio cultural e cidadania : a atuação do COMPATRI e a salvaguarda dos bens culturais de Ouro Preto (2003 a 2015) ». Universidade Federal de Viçosa, 2017. http://www.locus.ufv.br/handle/123456789/22051.

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Submitted by MARCOS LEANDRO TEIXEIRA DE OLIVEIRA (marcosteixeira@ufv.br) on 2018-09-27T13:53:21Z No. of bitstreams: 1 texto completo.pdf: 1671763 bytes, checksum: 66d1c0d6caa1328dfcfc63929fd82d85 (MD5)
Made available in DSpace on 2018-09-27T13:53:21Z (GMT). No. of bitstreams: 1 texto completo.pdf: 1671763 bytes, checksum: 66d1c0d6caa1328dfcfc63929fd82d85 (MD5) Previous issue date: 2017-08-23
O presente trabalho visa fazer uma pesquisa sobre o lugar do patrimônio cultural imaterial nas políticas para bens culturais do município de Ouro Preto-MG. Para tanto, elegemos como nosso objeto de estudo o COMPATRI de Ouro Preto, Conselho este de caráter consultivo, que se dedica, dentre outras coisas, à preservação e salvaguarda de bens culturais e naturais no município. Tendo em vista a escolha do objeto de estudo, o período analisado compreende os anos de 2003 e 2015, que demarcam, nessa ordem, o primeiro ano de funcionamento do órgão e a data limite das principais fontes utilizadas no trabalho, a saber, as atas do Conselho. Como proposta à pesquisa realizada, elaboramos um projeto na forma de uma homepage para o Conselho.
This work aims to do a research on where the immaterial cultural heritage is found in the policies for cultural assets in the city of Ouro Preto-MG, therefore, we have chosen as object of study the COMPATRI (Municipal Council of Preservation) in Ouro Preto. The council is consultative in nature, and is dedicated, among other things, to preserve and safeguard he cultural and natural assets of the municipality. In the view of the choice of the object of study, the period analyzed covers the years 2003 and 2015, which demarcate, in that order, the first year of operation of the Council and the cut-off date for the main sources used in the work, namely the minutes of the Council. As a proposal to the research, a homepage Project was developed to the Coucil.
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Morigi, William. « Tecniche geomatiche di reverse engineering nel campo dei Beni Culturali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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La salvaguardia e conservazione del Patrimonio Artistico ed Architettonico rappresentano un aspetto imprescindibile di ogni cultura, e trovano le loro fondamenta nella coscienza e conoscenza dei Beni. Il rilievo è l’operazione basilare per acquisire una conoscenza rigorosa di un oggetto nella sua geometria e in altre sue caratteristiche. Le finalità delle operazioni di rilevamento sono molteplici, dall’archiviazione a scopo di documentazione fino all’indagine conservativa volta alla diagnostica e alla progettazione di interventi. I modelli digitali, introdotti dallo sviluppo tecnologico degli ultimi decenni, permettono una perfetta conoscenza del bene, non necessitano di contatto diretto durante la fase di rilevamento e possono essere elaborati secondo le esigenze del caso. Le tecniche adottate nel Reverse Engineering si differenziano per il tipo di sensore utilizzato: quelle fotogrammetriche utilizzano sensori di tipo “passivo” e trovano oggi largo impiego nel settore dei Beni Culturali grazie agli strumenti di Structure from Motion, mentre strumenti basati su sensori di tipo “attivo” utilizzano Laser o proiezione di luce strutturata e sono in grado di rilevare con grande precisione geometrie anche molto complesse. La costruzione del modello della fontana del Nettuno e della torre Garisenda di Bologna costituiscono un valido esempio di applicazione delle tecniche di rilievo digitale, e dimostrano la validità delle stesse su oggetti di diversa dimensione in due diversi ambiti applicativi: il restauro e il monitoraggio. Gli sviluppi futuri del Reverse Engineering in questo ambito sono molteplici, e la Geomatica rappresenta senza dubbio una disciplina fondamentale per poterli realizzare.
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D'Annibale, Enzo. « Fotogrammetria close-range e visual design per i beni culturali ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2012. http://hdl.handle.net/11566/242287.

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La documentazione, conservazione e analisi del patrimonio culturale ha a sua disposizione al giorno d’oggi una grande varietà di strumenti e tecnologie e risulta evidente come il confine tra i diversi approcci di rilievo (sistemi di acquisizione 3D attivi e passivi) e le tecniche di Compute Vision stia diventando labile a favore di una crescente integrazione tra settori multidisciplinari. In questo contesto, una metodologia di lavoro flessibile per la documentazione dei Beni Culturali e la ricostruzione virtuale non può prescindere dall’effetto sinergico garantito dalla combinazione critica di diversi approcci di rilievo e metodi di visualizzazione. In questa ricerca è proposta una metodologia di lavoro interattiva per la valorizzazione dei Beni Culturali, basata sull’Image-Based Modeling partendo dalla Fotogrammetria Sferica fino alla ricostruzione 3D automatizzata tramite tacniche di Structure from Motion. L’approccio sviluppato di interactive Image-Based Modeling (IBM) si sviluppa attraverso fasi differenti (surface reconstruction, inverse mapping e texture projection, real-time rendering) in modo iterativo al fine di ottimizzare le ricostruzione fotorealistica del Bene oggetto del rilievo. La Fotogrammetria Close-Range (Fotogrammetria Sferica e Structure from Motion) è usata per estrarre dati metrici mentre applicazioni di Computer Vision (Surface Reconstruction, Inverse Mapping and Real-Time Rendering) garantiscono risultati fotorealistici ed un alto impatto comunicativo. La metodologia sviluppata è accurata, accessibile, con un alto grado di flessiblità e, avvalendosi di strumenti e tecnologie low-cost, garantisce risultati professionali con elevati standard di qualità. In più la ricerca evidenzia come è possibile, usando gli stessi panorami necessari al rilievo fotogrammetrico, combinare i vantaggi dei due approcci sopra citati (Fotogrammetria sferica and Structure from Motion) per velocizzare la ricostruzione fotorealistica del modello senza perdere in accuratezza metrica e fotometrica. Infine la necessità di procedure personalizzate ha spinto verso un particolare linguaggio di programmazione visuale (vvvv) con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di lavoro e prototipi proprietari per il rilievo 3D, la modellazione e visualizzazione/comunicazione dei Beni Culturali. Keywords.
Giving an overview about the state of art of cultural heritage technologies, it’s clear how the borderline between different survey approaches (three-dimensinal active and passive acquisition systems) and computer vision techniques (modeling and rendering) is getting thinner and more confused in favour of an increasing integration between cross-curricular elaborations and management systems. Aware of this background, a flexible working methodology aimed at cultural heritage documentation and virtual reconstruction can’t manage without the synergy affects gained by a smart combination of different survey approaches and visualization methods. In this research an interactive working methodology for the documentation of good architectural/archaeological value is proposed, taking under special consideration Image-Based Modeling gathering from Spherical Photogrammetry to automated 3D reconstruction from a sparse photo set (Structure from Motion). The interactive Image-Based Modeling (IBM) approach developed goes through different steps (surface reconstruction, inverse mapping and texture projection, real time rendering) and feeds back until an optimized and photo-realistic reconstruction of archaeological /architectural heritage is achieved. Close range Photogrammetry (Spherical Photogrammetry and Structure from Motion) are used to obtain metric data. Beside, Computer Vision applications (Surface Reconstruction, Inverse Mapping and Real Time Rendering) allow photo-realistic results and high communicative impact. The developed methodology ensures accuracy, accessibility and a high degree of flexibility for the photo-realistic model reconstruction and, although using low-cost tools and technologies, allows to meet quality standards and professional levels. Moreover the proposed research highlights how is possible, using the same panorama dataset, to combine the advantages of the two mentioned technologies (Spherical photogrammetry and Structure from Motion) to speed up the 3D photorealistic model reconstruction without losing metric and photometric accuracy. Again, using multimedia tools, reliable results were obtained by developing a platform for the management of survey acquisition data and the provision of innovative services to the visitors and the responsibles for archeological sites: reality-based 3D surveying, modeling and visualization applied to architectures and cultural heritage.
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Mannina, Marcella. « Contributi della Geomatica nella salvaguardia e gestione dei Beni Culturali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4916/1/Mannina_Marcella_Tesi.pdf.

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Résumé :
Il territorio italiano presenta una grandissima ricchezza nel campo dei Beni Culturali, sia mobili che immobili; si tratta di un patrimonio di grande importanza che va gestito e tutelato nel migliore dei modi e con strumenti adeguati, anche in relazione ai problemi ad esso legati in termini di manutenzione e di salvaguardia dai fattori di rischio a cui può essere esposto. Per una buona conoscenza del Patrimonio Culturale, è fondamentale un’acquisizione preliminare di informazioni condotte in modo sistematico e unitario, che siano diffuse ed organiche, ma anche utili ad una valutazione preventiva e ad una successiva programmazione degli interventi di restauro di tipo conservativo. In questo ambito, l'impiego delle tecniche e tecnologie geomatiche nel campo dei Beni Culturali, può fornire un valido contributo, che va dalla catalogazione e documentazione del bene culturale al suo controllo e monitoraggio. Oggigiorno il crescente sviluppo di nuove tecnologie digitali, accompagnato dai notevoli passi avanti compiuti dalle discipline della geomatica (in primo luogo topografiche e fotogrammetriche), rende possibile una efficace integrazione tra varie tecniche, favorita anche dalla diffusione di soluzioni per l’interscambio dati e per la comunicazione tra differenti dispositivi. Lo studio oggetto della presente tesi si propone, di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie della Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado. Per la gestione e la salvaguardia di un bene culturale , si presenta il SIT Carta del Rischio che evidenzia le pericolosità legate al patrimonio, e come esse sommate alla vulnerabilità di un singolo bene, contribuiscano all’individuazione del grado di rischio. di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie delle Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado.
The Italian territory offers a wide range of treasures in the field of Cultural Assets, both real property and personal property; it is a property of great importance which needs an accurate management and preservation in the best way and by means of appropriate tools, also with regard to problems linked to it in terms of maintenance and safeguard from risk factors to which it may be involved. For a good knowledge of the Cultural Heritage it is fundamental to get a previous survey of information run in a systematic and unitary way which are widespread and organic but also useful for preventive assessment and a following planning of the conservative restoration work. In this case, the use of geomatic technologies and techniques in the field of cultural assets, can provide a substantial contribution which includes from the classification and documentation of the cultural asset to its check and monitoring. Nowadays the increasing development of new digital technologies, added by remarkable steps forward got by the subject of geomatic (in the first place the topographic photogrammetric ones), makes possible an efficient integration among varied the techniques, helped also by spread of solutions to improve the data import-export movement and the communication of different devices. The study, subject of this thesis,intends to investigate the aspects linked to the use of the techniques and technologies of Geomatic to focalize the condition of the assets and its deterioration. In order to gain the management and the safeguard of cultural asset we can use the Risk Map, which represents territorial interest sights, this map underlines the dangers linked to the heritage assets, and it explains how these dangers, added to the vulnerability of a single assets, can contribute to the determination of the risk degree.
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Mannina, Marcella. « Contributi della Geomatica nella salvaguardia e gestione dei Beni Culturali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4916/.

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Résumé :
Il territorio italiano presenta una grandissima ricchezza nel campo dei Beni Culturali, sia mobili che immobili; si tratta di un patrimonio di grande importanza che va gestito e tutelato nel migliore dei modi e con strumenti adeguati, anche in relazione ai problemi ad esso legati in termini di manutenzione e di salvaguardia dai fattori di rischio a cui può essere esposto. Per una buona conoscenza del Patrimonio Culturale, è fondamentale un’acquisizione preliminare di informazioni condotte in modo sistematico e unitario, che siano diffuse ed organiche, ma anche utili ad una valutazione preventiva e ad una successiva programmazione degli interventi di restauro di tipo conservativo. In questo ambito, l'impiego delle tecniche e tecnologie geomatiche nel campo dei Beni Culturali, può fornire un valido contributo, che va dalla catalogazione e documentazione del bene culturale al suo controllo e monitoraggio. Oggigiorno il crescente sviluppo di nuove tecnologie digitali, accompagnato dai notevoli passi avanti compiuti dalle discipline della geomatica (in primo luogo topografiche e fotogrammetriche), rende possibile una efficace integrazione tra varie tecniche, favorita anche dalla diffusione di soluzioni per l’interscambio dati e per la comunicazione tra differenti dispositivi. Lo studio oggetto della presente tesi si propone, di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie della Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado. Per la gestione e la salvaguardia di un bene culturale , si presenta il SIT Carta del Rischio che evidenzia le pericolosità legate al patrimonio, e come esse sommate alla vulnerabilità di un singolo bene, contribuiscano all’individuazione del grado di rischio. di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie delle Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado.
The Italian territory offers a wide range of treasures in the field of Cultural Assets, both real property and personal property; it is a property of great importance which needs an accurate management and preservation in the best way and by means of appropriate tools, also with regard to problems linked to it in terms of maintenance and safeguard from risk factors to which it may be involved. For a good knowledge of the Cultural Heritage it is fundamental to get a previous survey of information run in a systematic and unitary way which are widespread and organic but also useful for preventive assessment and a following planning of the conservative restoration work. In this case, the use of geomatic technologies and techniques in the field of cultural assets, can provide a substantial contribution which includes from the classification and documentation of the cultural asset to its check and monitoring. Nowadays the increasing development of new digital technologies, added by remarkable steps forward got by the subject of geomatic (in the first place the topographic photogrammetric ones), makes possible an efficient integration among varied the techniques, helped also by spread of solutions to improve the data import-export movement and the communication of different devices. The study, subject of this thesis,intends to investigate the aspects linked to the use of the techniques and technologies of Geomatic to focalize the condition of the assets and its deterioration. In order to gain the management and the safeguard of cultural asset we can use the Risk Map, which represents territorial interest sights, this map underlines the dangers linked to the heritage assets, and it explains how these dangers, added to the vulnerability of a single assets, can contribute to the determination of the risk degree.
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Ramon, Giovanni <1989&gt. « L'evoluzione della gestione dei Beni Culturali tra Pubblico e Privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7809.

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Résumé :
un'analisi della gestione dei beni culturali in Italia, in particolare il rapporto tra il pubblico e il privato nei compiti di valorizzazione e conservazione, ripercorrendo le tracce legislative degli ultimi anni e confrontando il sistema con altri Paesi europei e americani.
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Longo, Rossana Alessandra <1988&gt. « La circolazione internazionale dei beni culturali mobili nella legislazione italiana ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11644.

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Résumé :
Negli ultimi decenni, e in particolare a partire dagli anni Novanta del XX secolo, i beni culturali hanno assunto sempre maggior rilievo. Inoltre lo sviluppo di un mercato globalizzato ha determinato un forte incremento degli scambi e delle transazioni commerciali aventi ad oggetto beni culturali, sollevando numerose questioni riguardo la circolazione e la restituzione di opere d’arte tra i diversi paesi. Già nel XV secolo furono emanati i primi provvedimenti per limitare la circolazione e l’esportazione di opere d’arte e reperti archeologici. Sono state approvate negli anni diverse convenzioni internazionali per regolare la circolazione in ambito internazionale, d'altronde i beni culturali si caratterizzano per essere una testimonianza di civiltà, non necessariamente ancorata ad una identità locale o nazionale. Nel mio lavoro di tesi, il primo capitolo è dedicato alla declinazione del bene culturale negli strumenti normativi. Nel secondo capitolo tratterò il tema della circolazione internazionale e delle prescrizioni del codice dei beni culturali in tema di esportazioni e importazioni. Nello specifico in questo capitolo parlerò della circolazione internazionale nel diritto comunitario trattando temi quali l’uscita temporanea, l’uscita definitiva e l’obbligo di restituzione del bene culturale, nonché due importanti Convenzioni: la Convenzione Unesco del 1970 e la Convenzione Unidroit del 1995. La terza area tematica sarà dedicata alla circolazione dei beni culturali nel modello italiano partendo dall'evoluzione politica italiana in materia di beni culturali.
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TORRIELLI, GIULIA. « Indagini diagnostiche e procedure chimico-fisiche per i Beni Culturali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/932787.

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Résumé :
Nowadays, the concept of Cultural Heritage is deeply heart-felt; each country tries to promote and protect the artistic works standing on its territory, as they are a manifestation of culture and, at the same time, they can become an instrument of wealth for the country itself. Talking about protection and enhancement of the Cultural Heritage, it results mandatory to protect these artistic assets from degradation phenomena as they are often subjected to: these kind of phenomena are becoming even more pressing. Research in this field is putting a great deal of efforts, as the protection of artistic works is now widespread and relies on scientific techniques to prevent, treat and improve the status of the works. The doctorate project focused both on the research of new methods for the conservation and restoration of artistic works (in particular the made of inorganic materials, such as artificial and natural stones) and on the increase of knowledge on Giulio Monteverde’s artistic techniques, a well-known 20th Century sculptor, by means of diagnostic tools. The cleaning method for porous materials affected by saline degradation developed during this research work is based on the international patent PCT / IB2015 / 055129, G. Torrielli, L. Gaggero, M. Ferretti owned by the University of Genoa. For brevity and clarity, during the elaborate, we will refer to this patent as "extraction method by suction" [1,2]. Currently, there are several techniques that face the salts problem: preventive solutions, such as polarity reversal devices, electromagnetic fields [3,4] and isolation of the foundations, which try to solve the problem at the origin in order to avoid that the salts enter in contact with and then penetrate into the materials. Differently, when the degradation is already underway, there are possible solutions where it is necessary to extract the present salts, such as extractive poultice applications, which are available today on the market [5,6]. These poultices are made of absorbent materials, such as clays, kaolin, talc, cellulose pulp, etc. The object of this thesis fits itself in the second group of methods for the soluble salts removal. The proposed method exploits a mechanical action in the salts extraction from the material phase: the process of removing the salts in solution towards the outside is speeded up through a micro-suction point. The first part of the work, which was carried out in the laboratory, was designed in order to define all the optimal operating parameters of the extractive method on different porous materials (such as plasters, frescoed plasters, bricks and stone materials). Once contaminated with known concentrations of saline solutions, the materials were cleaned both with the commercial technique and with the suction extractive method. The results showed that the proposed technique is faster and more efficient than traditional wraps. In the light of the obtained results, the extractive method was applied on two different real cases: a farmstead of the early ‘900 not subject to protection restrictions, and a protected property (Santa Giulia’s Church of Monastero Bormida, 18th century). In both structures, a monitoring was carried out over time to assess any saline re-growth. It emerged that the suction extractive method, as well as the wraps, allows a surface cleaning that may be however in vain, if the main deterioration source is not drained, like, for example, architectural interventions able to isolate the capillary rising of the water from the ground. The results obtained have shown that the suction extractive method can be used for the cleaning of porous materials, allowing a good removal of the salts, conveying even the ones situated in depth towards the surface. In collaboration with the Department of Earth Sciences of the University of Zaragoza, a preliminary method was developed to define saline distribution in stone materials inspired by a known technique in the geological field for land geophysical measurements [7]. The method has led to the development of a model that correlates the measured resistance of the material to the presence and distribution of salts; furthermore it could be applied even in small scale and providing non-invasive measurements for the material. In addition, another technique to be applied in the restoration field for the removal of organic coatings from surface of stone materials was investigated. This technique exploits titanium dioxide nanoparticles (TiO2). This material is well-known since many years for its photocatalytic properties, and, for this reason, it was employed in the medical, environmental and restoration field [8-10]. The photocatalytic mechanism exploits solar energy, which is able to activate the photocatalyst. When TiO2 is irradiated with a suitable wavelength, an electron-hole couple is formed and they can lead to the formation of radical species that are capable of mineralizing completely the organic substances. These features, specific of TiO2 were tested on natural and artificial stone material (brick) at the Chiostro Vecchio of Lodi, an architectural asset protected by the Superintendence of Lombardy. The structure showed a widespread aesthetic degradation due to biological coatings. In the literature the use of TiO2 for the removal of bio-degrading agents and the creation of self-cleaning films is already reported and consolidated [11-15]; therefore, in agreement with the Superintendent, it was decided to apply photocatalytic nanoparticles to test their restoring capability. The diagnostic investigations carried out on the site have shown the presence of a thin layer of natural wax on the bricks, probably due to a restoration of the nineteenth century. Before performing the tests in the real case, a laboratory study was carried out in order to identify the type of nanoparticles able to degrade the surface biological coating without affecting the underlying wax layer, which was decided to be preserved. Tests were carried out on natural wax samples treated with four different types of titanium dioxide nanoparticles: three of them were synthesized in the laboratory using the sol-gel technique (anatase TiO2, N-doped TiO2, S-doped TiO2) [16], the fourth is a commercial one (TiO2 P25 Sigma-Aldrich). The results showed that only the TiO2 P25 produced a degradation of the natural wax layer; for on-site application synthetic anatase TiO2 was chosen as it did not degrade the wax layer, but at the same time presented the best photocatalytic yield. The TiO2 application at the Chiostro Vecchio led to a good degree of cleaning of the biological coating. The last part of the work concerned the diagnostic investigation of samples taken from a plaster sculpture of Giulio Monteverde, a well-known artist of the twentieth century. The investigations allowed to widen the knowledge on a part of his unknown work, in particular on his executive technique for the realization of the plaster works and on the components of mixtures he used. The study was conducted on one of the most Monteverde famous gypsum works: "Ideality and Materialism" [17,18]. This sculpture is part of a series of gypsum artworks, a cheap material used by Monteverde for copies to be reproduced in more durable and precious materials, like marble or bronzes. With the collaboration of the Superintendence of Piedmont, it was possible to pick up samples from the surface of the “Materialism” figure and perform in-depth instrumental analyses (optical microscopy, SEM-EDS electron microscopy- microprobe, FTIR spectrometry, XRD of powder) that allowed us to identify the presence of a thin layer of finishing, the sculpture "skin", composed of a mixture made of gypsum, calcite and anhydrite, which is a different mixture with respect to the underlying plaster layer. These data provided important information on Giulio Monteverde’s sculptural technique, and proof of the artist’s choice to create a very particular blend for the final layer of his work, perhaps for aesthetic reasons and to improve the mechanical properties of the layer itself.
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Silva, Paulo Sérgio Damasceno. « A proteção do patrimônio cultural tangível : considerações sobre o valor, seus institutos e regimes ». reponame:Repositório Institucional da UFBA, 2013. http://www.repositorio.ufba.br/ri/handle/ri/11991.

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Submitted by Francisco Costa (xcosta@ufba.br) on 2013-06-04T16:40:22Z No. of bitstreams: 1 a proteção do patrimônio cultural tangível.pdf: 526422 bytes, checksum: 970f526a5dd0d2f30adaf8851c11aaec (MD5)
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Made available in DSpace on 2013-06-19T04:02:10Z (GMT). No. of bitstreams: 1 a proteção do patrimônio cultural tangível.pdf: 526422 bytes, checksum: 970f526a5dd0d2f30adaf8851c11aaec (MD5)
O patrimônio cultural tangível ou material, tem grande significado sociocultural porque constitui uma parte importante da herança cultural de uma pequena comunidade ou da humanidade inteira. O mercado dos bens culturais físicos apresenta características e imperfeições que justificam uma função reguladora do Estado em seu amparo. As políticas tradicionais de recuperação e conservação do patrimônio mostram severas limitações, tanto em outros países como no Brasil. Nesta dissertação, analisam-se as instituições que preservam os bens que constituem o patrimônio cultural material dos centros urbanos no Brasil, analisam-se as políticas e as práticas preservacionistas do patrimônio nas experiências internacional e brasileira, e expõe-se uma proposta de reforma das políticas de proteção existentes no país.
Salvador
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Maclean, Erin M. « The Evolution of What is Possible : How Gendered Norms of the Shooter Videogame Genre Have Been Contested Over Time ». Thesis, Griffith University, 2022. http://hdl.handle.net/10072/419075.

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For years, it was widely accepted that videogames were somehow innately masculine and male. This misconception has its roots in “hegemonic games culture” (Dovey & Kennedy, 2007): an exclusionary and US-centric cultural field that emerged through and around the medium in the 1990s, which privileged an idealised geek masculinity and constructed the gamer archetype as straight, white, cis-gendered and male. Hegemonic games culture also placed value on certain genres over others, favouring supposedly hardcore videogames—like first- and thirdperson shooters—that reflected this construction of the gamer through an emphasis on white male heroes. Thus, as many scholarly analyses have shown, women and other marginalised identities were commonly excluded in characterisation and through cultural association from the field’s most valued videogames (e.g. Beasley & Collins Standley, 2002; Dietz, 1998; Dunlop, 2007; Shaw et al., 2019). More recently, however, the videogame industry has tried to shift away from the oft-policed norms and values of hegemonic games culture to more inclusive understandings of videogames and players. The rise of so-called casual videogames, for example, is demonstrative of attempts to diversify in terms of both content and audience. But the very boundary policing that occurs in discursively segregating “casual” from “hardcore” suggests that videogames in general continue to be caught up in an exclusionary cultural field. The past decade has seen that position reinforced, with hostility frequently surrounding conversations about gender and especially the role of women—as characters, players and developers. This thesis investigates that process of diversification in the narrower context of shooter videogames to understand the impact of these industrial shifts and debates about gender on what I suggest is this cultural field’s final frontier of hegemonic masculinity. This thesis explores how videogames canonised by hegemonic games culture are responding to the identified cultural shifts and what that potential diversification looks like in the traditionally gendered shooter genre. To do so, it examines the evolution of the Call of Duty franchise—in terms of videogame texts, marketing materials and media coverage—as a case study for the ways in which this long-running and touchstone shooter has contested or maintained gendered norms. Specifically, I conduct a textual analysis on all major Call of Duty titles (2003–2017) and a paratextual analysis of their cover art and trailers to reveal moments of gendered change, which I complement with a framing analysis of 283 media articles to interrogate the discursive barriers that arise on the franchise’s gendered trajectory. With this multi-layered approach, the thesis highlights three notable ways the Call of Duty franchise has, indeed, evolved to be more inclusive and conscious of gender: by exploring multiple masculinities and subtly critiquing normative ideas; by incorporating women in gradually more substantial and varied roles; and, finally, by reconsidering its generic formula to briefly enable different kinds of storytelling and thus representational possibilities that deviate from the genre’s often rigid conceptualisations of gender. These approaches to diversification are consistent with many other shooter videogames, as illustrated through comparisons to useful counterpoints like Gears of War and Overwatch. Yet, Call of Duty’s trajectory is far from linear; more so than its peers, the franchise has struggled to escape the ghosts of the past and its genre’s gendered baggage. Though the thesis acknowledges an overarching shift to a more inclusive and broader range of representational possibilities, it nevertheless documents problematic trends, pretences and periods of exclusion in Call of Duty’s history—often while engaging with ideas of realism and erasure as productive lenses. From the persistence of these anachronisms, I conclude it is possible to push, prod and resist the status quo of genre and hegemonic games culture in ways that are arguably meaningful while the underlying gender order remains relatively intact. Ultimately, this research suggests that even traditionally masculine videogames can and already are allowing gender diversity to come into play, without becoming unrecognisable. While ideas of “feminist killjoys” seem to persist in hegemonic games culture and beyond, evidence in this thesis indicates that diversifying a videogame’s representational possibilities is not antithetical to playfulness. Rather, this understanding of inclusivity is entirely consistent with the types of fun, play and fantasy that have long underpinned the shooter genre. In debunking such concerns and mapping moments of contestation, this research matters; it speaks to the heart of debates about gender, media representation, inclusivity and social change by shining a light on a genre often held in this exclusionary cultural field’s canon. Importantly, the research continues the task of key feminist scholars in game studies by calling attention to diversity and inequality.
Thesis (PhD Doctorate)
Doctor of Philosophy (PhD)
School of Hum, Lang & Soc Sc
Arts, Education and Law
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Assis, Elisa Prado de. « Acessibilidade nos bens culturais imóveis : possibilidade e limites nos museus e centros culturais ». Universidade de São Paulo, 2012. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/16/16133/tde-23052012-144557/.

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Résumé :
Os bens culturais imóveis são motivo de interesse da população em geral, inclusive das pessoas com deficiência e mobilidade reduzida. O diálogo entre preservação e acessibilidade precisa avançar para dar boas soluções de acesso e circulação e, assim, não inibir a participação de ninguém, quaisquer sejam suas características sensoriais, cognitivas e motoras. Legislações de preservação e de acessibilidade no Brasil pouco falam sobre essa interação e a consequência é a grande dificuldade conceitual e prática para resolver a questão. A finalidade do presente trabalho é demonstrar que as diretrizes de preservação e restauro permitem a convergência para a acessibilidade e que a adequação à acessibilidade pode ser implementada mesmo com as limitações necessárias à preservação do bem. Três etapas foram estabelecidas para averiguar o objetivo proposto. Primeiramente, a análise crítica dos parâmetros existentes, como leis, normas e instruções, que dão suporte para o possível contato entre os campos de preservação e acessibilidade. Posteriormente, a avaliação técnica, relativa à acessibilidade e à preservação, das adaptações feitas em três objetos de estudo (utilizados como museu ou centro cultural) ? Casa das Rosas, Centro Cultural Banco do Brasil e Pinacoteca do Estado ?, destacando suas qualidades e limitações. Finalmente, a averiguação da percepção do usuário com deficiência, para assim, examinar a eficácia das soluções realizadas.
Historic buildings are of interest to the wide population, including persons with disabilities or reduced mobility. The dialogue between preservation and accessibility needs to advance to provide good access and circulation solutions, thus allowing anyone to participate, no matter what their sensory, cognitive or motor characteristics may be. Legislation for preservation and accessibility in Brazil hardly mentions an interaction between these fields, creating huge conceptual and practical issues in resolving the matter. The goal of this work is to demonstrate that guidelines for preservation and restoration of these buildings allow for a path towards accessibility, and that accessibility can be implemented respecting the limitations necessary to preserve such an asset. Three steps have been established to analyze the proposed goal. First, the critical analysis of the existing parameters, such as laws, norms and instructions, which support the connection between preservation and accessibility. Then, a technical evaluation regarding accessibility and preservation of three study objects (used as museums or cultural centers) - Casa das Rosas, Centro Cultural Banco do Brasil and Pinacoteca do Estado -, showcasing their features and limitations. Finally, a look at the perception of disabled users, in order to examine the efficacy of the solutions used.
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ALBERTIN, Fauzia. « K-edge Radiography and applications to Cultural Heritage ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2011. http://hdl.handle.net/11392/2388734.

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The present work of thesis is focused on application of X-ray K-edge technique to paintings. This technique allows one to achieve a topographic map of a pigment on the whole surface of the painting. The digital acquisition of radiographic images by using monochromatic X-ray beams allows to take advantage of the sharp rise of X-ray absorption coefficient of the elements, the K-edge discontinuity. Working at different energies, bracketing the K-edge peak, allows recognition of the target element. The K-edge radiography facility installed at Larix Laboratory, at Department of Physics in Ferrara, consists of a quasi-monochromatic X-ray beam obtained via Bragg diffraction on a mosaic crystal from standard X-ray source. In this work the K-edge technique and the facility used are illustrated. A characterization of the monochromatic beams in the energy range 7-40 KeV range and the elemental mapping on pictorial layers obtained are presented. At the end, a transportable facility for digital radiography is presented and some radiographic analysis of works of art performed are shown.
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De, Marco Giovanni. « Conversione per il Semantic Web e pubblicazione nel Linked Data di dati relativi ai beni artistici e culturali della regione Emilia Romagna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2360/.

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Leidi, Giacomo. « Realizzazione di un applicativo per la catalogazione collaborativa dei beni culturali ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17274/.

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Résumé :
OpenArtMap è un applicativo per la catalogazione collaborativa dei beni culturali. È diviso in un applicativo Android per la raccolta dati sul campo e un sistema web per la revisione delle modifiche. Il client Android reperisce i dati da un database del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e li mostra su una mappa e permette di contribuire nuovi beni culturali mentre l'interfaccia web permette la modifica, l'inserimento e la rimozione delle contribuzoini. In questo scritto saranno individuate le caratteristiche comuni ai sistemi per la catalogazione collaborativa della conoscenza, per poi applicarle alla progettazione di OpenArtMap. Saranno infine analizzate le principali scelte architetturali e implementative che hanno portato alla realizzazione di questo sistema.
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Corelli, Loris. « Vulnerabilità sismica e metodologie di intervento su beni culturali in muratura ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Nel presente elaborato di tesi si andrà a valutare la vulnerabilità sismica di un edificio esistente di interesse storico-monumentale, individuato nella Chiesa di Santa Croce a Ravenna. Inoltre si vuole valutare la situazione in essere, cercando di redigere un modello agli elementi finiti che, tramite ricerche storiche e rilievi topografici, ricostruisca le proprietà della muratura, il suo comportamento e quello del terreno, tramite la teoria di Winkler, e assegnando uno spettro di risposta sismico adeguato. Innanzi tutto si cerca di descrivere la causa scatenante: il sisma. Questo viene descritto come frutto di “movimenti” litostatici tra placche in lento movimento, che scontrandosi generano scosse, che possono creare danni anche rilevanti alle strutture esistenti. La descrizione di questo movimento è affidata alla teoria della tettonica delle placche, mentre la classificazione viene eseguita in base alla sua intensità, con la scala Richter, e ai suoi effetti sulle costruzioni, con la scala Mercalli. Dopo di che si è redatta una classificazione di interventi post sisma, distinti in temporanei e permanenti, i quali vengono attuati in base al contesto abitativo, alla morfologia del terreno, al patrimonio naturale del sito, alle dimensioni della struttura e al tipo di danno, che la costruzione ha subito. Successivamente si è passati alla descrizione del sistema murario, come elemento portante, e della teoria di Winkler, sulla quale si basa la modellazione del terreno. Per giungere ad un’analisi storico-critica dell’oggetto di studio, cercando di riprendere tutte le fasi edilizie intercorse durante la sua esistenza e ogni modifica subita dal sistema portante, che possa aver cambiato il comportamento resistente. Tutto ciò, al fine di redigere dei modelli FEM, che ricreino in modo fedele il suo comportamento per un’analisi lineare e sismica, osservando le NTC2018, con la quale si valuta il comportamento attuale e i possibili interventi da effettuare.
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Pasolini, Gianluca. « Realtà aumentata applicata ai beni culturali : un caso di studio museale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23877/.

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Negli ultimi anni, i musei vengono visitati sempre meno, in particolare quelli più piccoli e con meno beni culturali. Questo trend negativo è maggiormente peggiorato con l'avvento della pandemia che ha bloccato completamente le visite per molto tempo. Per questo motivo i musei si stanno muovendo per apportare dei cambiamenti innovativi, che possano attirare l'attenzione dei visitatori. Proprio per questi motivi abbiamo deciso di sviluppare un'applicazione mobile con alcune funzionalità innovative, utilizzando come caso di studio il Museo della Regina, situato a Cattolica. Dopo aver effettuato uno studio approfondito su vari musei, abbiamo notato che la realtà aumentata era un argomento molto interessante e non utilizzato ancora da tutti. Abbiamo provveduto ad effettuare ricerche riguardanti lo stato dell'arte attuale, gli ambiti di applicazione e i framework utilizzati per lo sviluppo di questa tecnologia. In definitiva abbiamo deciso di utilizzare React Native, framework di sviluppo per applicazioni native con unico codice. Per quanto riguarda la realtà aumentata invece, abbiamo utilizzato una libreria esterna di Wikitude SDK. L'applicazione finale risulta essere molto promettente e pronta per essere ampliata e successivamente utilizzata all'interno del museo. Infine, abbiamo provveduto ad effettuare un sondaggio preliminare con un gruppo di utenti selezionato, dal quale abbiamo ottenuto feedback positivi e un forte interesse.
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Viselli, Maria Pia. « Le onde elettromagnetiche per la diagnostica non distruttiva sui beni culturali ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8291/.

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La mole di reperti e manufatti definiti, al momento, dalla legge come “bene culturale” è immensa e in continua espansione. La definizione di bene culturale copre un'infinità di oggetti, di variabili datazioni, materiali e dimensioni ed è ovvio immaginare che la quantità di manufatti da conservare e restaurare andrà, col tempo, ampliandosi essendo logico supporre che, con l'evolversi del genere umano, gli oggetti attualmente di uso e consumo andranno ad aggiungersi a quanto già viene conservato e tutelato diventando anch'essi reperti storici. La necessità di conoscere quanto più possibile del bene e di massimizzarne la durata mantenendo al contempo la sua integrità e una sua accessibilità al pubblico ha portato alla ricerca di soluzioni sempre più efficaci per adempiere allo scopo. Il fortunato evolversi della tecnologia ha ben risposto a questa richiesta permettendo l'utilizzo di una grande quantità di strumenti per far fronte alle più varie necessità del restauratore, dello studioso e del conservatore che cercano risposte sull'oggetto in esame volendo al contempo incidere il meno possibile sul bene stesso. Al momento di questa trattazione ci troviamo di fronte ad un'enorme quantità di dati ottenibili dalle più svariate forme di indagine. Ciò che tuttavia accomuna molti degli strumenti di indagine non distruttiva utilizzati da chi lavora nel campo dello studio, della conservazione e del restauro è il basarsi sull'impiego delle onde elettromagnetiche nelle diverse bande spettrali. Questa trattazione ha quindi lo scopo di fare il punto su quali tipologie, con quali metodi e con quali risultati le onde elettromagnetiche rispondono alle esigenze della conservazione e dello studio dei beni culturali.
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Cavalli, Giada <1988&gt. « La situazione dei beni culturali emiliani dopo il sisma del 2012 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4552.

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Andreotti, Elisa <1993&gt. « La gestione dei beni culturali e del turismo nei centri storici ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22064.

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La ricerca della tesi dottorale “Gestione dei beni culturali e del turismo nei centri storici” si è promossa l’indagine della gestione di questi oggetti all’insegna di un modello di governance partecipata tra pubblico e privato, secondo modelli improntati a principi di integrazione, sussidiarietà, sostenibilità. La prima parte della trattazione ha indagato le discipline che esercitano le principali funzioni di interesse pubblico con riferimento al centro storico nonché la qualificazione del centro storico che da esse emerge. I principali plessi normativi che si contendono la disciplina delle funzioni della conservazione e della trasformazione del centro storico sono il diritto dei beni culturali, il diritto del paesaggio e l’urbanistica. L’elaborato si rivolge poi all’indagine della funzione di gestione dei beni culturali e dei principali strumenti disposti nella normativa statale del codice dei beni culturali e del paesaggio e di altre normative nazionali, in particolare il codice dei contratti pubblici, ai fini della realizzazione delle attività di gestione dei beni culturali. L’analisi ha posto in luce una notevole diffusione di modelli di partenariato pubblico – pubblico e partenariato pubblico privato e la significativa applicazione del principio di cooperazione e collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati. Attraverso le esperienze italiane di gestione dei beni comuni in contesti cittadini e locali si è poi posta in luce l’importanza di affermare un nuovo modello di gestione declinato sottoforma di co – gestione e co – amministrazione, fondate sulla partecipazione della comunità e della cittadinanza. In questo modo si ricapitola il quadro dei beni culturali e dei beni comuni urbani nell’ambito dei centri storici, evidenziando appunto che la forma della gestione preferibile sia quella di tipo partenariale e partecipata. Il centro storico forma poi oggetto di gestione e considerazione autonoma da parte della UNESCO World Heritage Convention. Si tratta di una fonte internazionale di tutela del patrimonio culturale e naturale di eccezionale valore che rende obbligatoria la redazione di piani di gestione per promuovere lo sviluppo sostenibile dei siti culturali e naturali. Tali piani di gestione rappresentano dei piani cornice o piani integrati capaci di considerare in modo globale tutte le politiche insistenti sul territorio, per elaborare un insieme di principi che informino tutte le politiche territoriali di settore. Quanto all’aspetto della gestione del turismo, la ricerca ha poi posto in luce le principali criticità che questa attività economica comporta per i centri storici, osservando anche il fenomeno specifico delle locazioni turistiche brevi. Di qui la necessità che il turismo sia gestito secondo il paradigma della sostenibilità rispetto alle capacità di carico e di rigenerazione delle risorse del territorio di riferimento. Un modello di gestione efficacie per il soddisfacimento di tale obiettivo è il modello di destination governance, che si afferma a livello locale e si serve, eventualmente, di un soggetto regista di natura mista pubblico – privata. Inoltre, il modello di destination governance, in analogia con il modello di gestione dei siti UNESCO, è improntato al metodo della pianificazione strategica. La finalità principale resta dunque quella di integrare e armonizzare la gestione del turismo con altre politiche di settore in un quadro di sviluppo sostenibile per il territorio di riferimento. La ricerca pone pertanto in luce, anche attraverso l’indicazione di casi ed esperienze pratiche, l’importanza di promuovere la pianificazione strategica territoriale per i centri storici, per poter coordinare le politiche di settore entro una visione condivisa da parte di tutti gli stakeholders e della comunità.
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Blank, Dionis Mauri Penning. « Possibilidade jurídica de dano moral coletivo pela destruição de bens culturais : exame da jurisprudência estadual brasileira ». Universidade Federal de Pelotas, 2012. http://repositorio.ufpel.edu.br/handle/ri/1056.

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Made available in DSpace on 2014-08-20T13:20:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Dionis Mauri Penning Blank_Dissertacao.pdf: 735445 bytes, checksum: 14ec79dca5bed2db1430f20aa1f5da4d (MD5) Previous issue date: 2012-03-30
This research investigated legal possibility of existence of collective moral damage due to cultural property destruction. The main goal of this work was to prove that civil and environmental responsibility for collective moral damage and in consequence, obligation of compensating a community or social group for the injuries to cultural heritage, besides the material compensation, is admissible. For this, the method of hypothetical-deductive approach was used, as well as monographic procedure and bibliographic, documental and explanatory research, based on content analysis. The research is centered on the examination of state jurisprudence in Brazil, regarding recognition of environmental and cultural collective moral damage which results in sentence to pay compensation decided by the Judiciary, based on decisions of Courts in each Brazilian state. At first, national culture is presented as the main source of identity, which legitimates protection of cultural heritage, a place of identity conflicts, in which patrimonialization relates to the memory of a place and a group. After that, doctrinal issues associated to the collective dimension of cultural heritage are discussed, considering it as an aspect of the environment, which is composed by cultural property that deserve legal protection. Finally, the configuration of civil responsibility for collective moral damage is described, as well as the possibility of sentencing the offender to pay compensation for damage to cultural property, distinguishing environmental and cultural precedents and analysis of concrete cases of state Courts in Brazil. As a result, compensation for collective moral damage is regarded as an instrument of defense of cultural heritage, with pedagogical and punitive character.
Esta pesquisa investigou a possibilidade jurídica de ocorrência do dano moral coletivo em virtude da destruição de bens culturais. O objetivo principal do trabalho foi comprovar ser admissível a configuração da responsabilidade civil ambiental pelo dano moral coletivo e, por consequência, do dever de indenizar a comunidade ou o grupo social, em razão das lesões sofridas pelo patrimônio cultural, sem prejuízo da reparação material. Para isso, utilizou-se o método de abordagem hipotético-dedutivo, o método de procedimento monográfico e as pesquisas bibliográfica, documental e explicativa, com base na técnica de análise de conteúdo. O corpo da pesquisa está estruturado no exame da jurisprudência estadual brasileira, quanto ao reconhecimento do dano moral coletivo, em termos ambientais e culturais, que resulta na condenação do ofensor ao pagamento de indenização arbitrada pelo Poder Judiciário, tendo como suporte as decisões dos tribunais de cada Estado brasileiro. Nesse sentido, de início, apresenta-se a cultura nacional como principal fonte da identidade cultural, a qual legitima a proteção do patrimônio cultural, que é um campo de conflito entre identidades, e se relaciona a patrimonialização ao trabalho da memória de um lugar e de um grupo. Após, abordam-se as questões doutrinárias associadas à dimensão coletiva do patrimônio cultural, na direção de ser ele um aspecto do meio ambiente, constituído por bens culturais que merecem a tutela jurisdicional. Enfim, descreve-se a configuração da responsabilidade civil por dano moral coletivo e a possibilidade de condenar o ofensor ao pagamento de indenização, pelo dano causado aos bens culturais, destacando-se os precedentes ambientais e culturais e a análise de casos concretos dos Tribunais de Justiça estaduais do Brasil. Por resultado, tem-se a reparação por dano moral coletivo como instrumento de defesa do patrimônio cultural, com caráter pedagógico e punitivo.
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Fermino, Annelizi. « Representações sociais sobre o patrimônio cultural em Mariana : práticas, concepções e disputas de poder na apropriação e legitimação social dos bens culturais ». Universidade Federal de Juiz de Fora (UFJF), 2017. https://repositorio.ufjf.br/jspui/handle/ufjf/6463.

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Submitted by Geandra Rodrigues (geandrar@gmail.com) on 2018-02-01T13:52:16Z No. of bitstreams: 1 Annelizifermino.pdf: 3245055 bytes, checksum: 53cd5823899935c870a0109c324d290c (MD5)
Rejected by Adriana Oliveira (adriana.oliveira@ufjf.edu.br), reason: Arquivo salvo com letra maiúscula on 2018-03-21T14:45:57Z (GMT)
Submitted by Geandra Rodrigues (geandrar@gmail.com) on 2018-03-21T14:49:31Z No. of bitstreams: 1 annelizifermino.pdf: 3245055 bytes, checksum: 53cd5823899935c870a0109c324d290c (MD5)
Approved for entry into archive by Adriana Oliveira (adriana.oliveira@ufjf.edu.br) on 2018-03-21T14:51:57Z (GMT) No. of bitstreams: 1 annelizifermino.pdf: 3245055 bytes, checksum: 53cd5823899935c870a0109c324d290c (MD5)
Made available in DSpace on 2018-03-21T14:51:57Z (GMT). No. of bitstreams: 1 annelizifermino.pdf: 3245055 bytes, checksum: 53cd5823899935c870a0109c324d290c (MD5) Previous issue date: 2017-07-31
Esta dissertação analisa as diferentes representações sociais dos moradores de Mariana/MG sobre seu patrimônio cultural. Entende-se por representações sociais formas de conhecimento construídas sobre objetos – neste caso o patrimônio cultural – presentes na realidade cotidiana dos grupos sociais, de modo a orientarem as interações no cotidiano dos mesmos. Tais representações, como formas de saber, são manifestadas nas opiniões, imagens, atitudes e práticas. Neste estudo, procurou-se identificar essas representações e compreender sua dinâmica de legitimação social. Dessa forma, considera-se que as perspectivas elaboradas (as representações) estão vinculadas à posição e ao contexto social de cada grupo, coexistindo de forma hierarquizada no espaço social. O referencial teórico para realização da análise é a Teoria das Representações Sociais, cuja base teórica está no estudo do psicólogo social Serge Moscovici, a qual procuramos articular com o conceito de campo do sociólogo Pierre Bourdieu. Essa articulação tem como finalidade desenvolver uma abordagem que possibilite uma compreensão socioestrutural acerca do funcionamento das representações sociais sobre o patrimônio cultural em Mariana/MG.
This thesis analyses the different social representations of the residents of Mariana, Minas Gerais, about their cultural heritage. Social representations are understood as forms of knowledge built on objects - in this case the cultural heritage - which are present in the quotidian of social groups, in order to guide their daily interactions. Such representations are manifested in opinions, images, attitudes and practices. In this study, we sought to identify these representations and to understand their dynamics of social legitimation. Thus, it is considered that the elaborated perspectives (representations) are linked to the position and the social context of each group, coexisting hierarchically in the social space. The theoretical reference used in this analysis is the Social Representation Theory - based in the study of the social psychologist Serge Moscovici - which we articulate with the concept of field by the sociologist Pierre Bourdieu. This articulation aims to develop an approach that allows a social and a structural understanding about how the social representations regarded to cultural heritage in Mariana/MG works.
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