Littérature scientifique sur le sujet « Baraccopoli »

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Thèses sur le sujet "Baraccopoli"

1

Giuseppe, Bolotta. « I bambini delle baraccopoli : politiche culturali dell'infanzia marginale a Bangkok (Tailandia) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10278/3735719.

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2

BOLOTTA, GIUSEPPE. « I bambini delle baraccopoli : politiche culturali dell’infanzia marginale a Bangkok (Tailandia) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/85987.

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Résumé :
Questa ricerca esamina l’insieme delle politiche culturali che si rivolgono ai bambini nelle baraccopoli di Bangkok (Tailandia) e ne analizza il ruolo nei processi di soggettivazione infantile e definizione del sé. I bambini di questa ricerca sono nati al Tuek Deang, una delle baraccopoli più antiche di Bangkok. La categoria di dek salam, "bambini delle baraccopoli", alla quale vengono ricondotti dal discorso pubblico consente loro di accedere a numerose istituzioni specificatamente rivolte al sostegno dell’infanzia svantaggiata. Nonostante tutti si proclamino buddhisti, sono ospitati da una struttura caritatevole cattolica coordinata da missionari italiani del PIME, il centro Saint Martin, dove vivono in regime semi-residenziale. Grazie al sostegno economico del Saint Martin, frequentano scuole statali e private (cattoliche). Si recano spesso nei templi buddhisti, dove monaci tailandesi impegnati nella “riabilitazione socio-morale” dei bambini poveri li addestrano ai principi del dharma e della meditazione buddhista. Durante i periodi di interruzione delle attività scolastiche, o in occasione delle festività nazionali, tornano a casa. Nella baraccopoli vivono con i genitori (biologici o adottivi), i familiari o con amici di qualche anno più grandi, e partecipano alle attività di sviluppo sociale organizzate in loco dagli operatori umanitari delle diverse ONG, laiche e religiose, locali e internazionali, che dagli anni settanta-ottanta del Novecento intasano gli spazi urbani marginali della capitale tailandese. In ciascuno di questi luoghi i discorsi e le pratiche degli adulti sottendono specifiche costruzioni culturali dell’infanzia. Nella prima parte della tesi, concettualizzo la relazione fra le costruzioni dell’infanzia cui i dek salam sono esposti come una competizione politica fra le differenti forze locali, nazionali e internazionali in gioco nel tentativo di modellare il futuro socio-morale della società tailandese. Nella seconda parte, analizzo le diverse ideologie in campo come parte dell’esperienza sociale dei bambini medesimi. In che modo questi ultimi, in quanto “target” di politiche culturali concorrenti, rispondono alle aspettative di contesti istituzionali che tendono ad interpretarli in modo divergente? Come possono giocare simultaneamente il ruolo di cattolici, buddhisti, vittime e cittadini? Come gestiscono, sul piano soggettivo, le contraddizioni ideologiche cui sono esposti? Questa parte della ricerca esplora l’impatto esercitato dai diversi discorsi sui processi del sé individuale. Mostra l’agency di cui i bambini sono capaci nell’appropriarsi e utilizzare strategicamente quegli stessi discorsi che pretendono di governarli, salvarli o educarli, ed evidenzia la complessità del sè infantile in un contesto urbano (locale) plasmato dalla logica (transnazionale) della compassione umanitaria.
This research is a multi-situated ethnography of religious, humanitarian and state institutional politics for children living in the slums of Bangkok (Thailand). The issue of the institutional taking charge of slum children is approached here through a field of political anthropology that refers to the so-called “cultural politics of childhood”, namely the political, ideological and social uses of childhood. The slum children I focus on are simultaneously supported by a Catholic foundation, a Buddhist charitable institution, and other “secular” NGOs. Besides, they attend state schools and come back to the slum (their home) to visit their relatives. Each of these places embodies a specific construction and discourse on childhood (the Catholic, the Christian, the Buddhist, the vernacular, and the State one), which is historically, theologically, socially, culturally, and politically specific. In the first part of the thesis, I analyse the relationship among these different institutional and religious discourses and practices as a political competition between the conflicting local, national and international forces which are struggling to shape the social-moral nature of the Thai society's future. In the second part, I look back at the “targets” of such politics – the children themselves – and at the hybrid religious meanings these ideologies and practices assume as part of the children’s subjective experiences. How do children respond to the expectations of institutional contexts that interpret them in different ways? How can they simultaneously play the role of devout Catholics, Buddhists, victims, and citizens? How do they subjectively handle these contradictions? From this micro-analytical angle, I explore the meaning of these different discourses for the children themselves, showing the agency of children in appropriating and strategically using the very discourses that are directed at governing/saving/educating them, and the complexity of the children’s self in a urban local context shaped by the logic of transnational humanitarian compassion.
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MANZONI, CHIARA. « L'uscita dal campo e dalla baraccopoli : le carriere abitative dei rom, tra vincoli strutturali e strategie individuali ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/46086.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca affronta la condizione problematica dell’abitare delle popolazioni rom. Lo studio riguarda le carriere abitative dei rom che sono usciti da un campo o da una baraccopoli scegliendo una soluzione abitativa differente. L’interrogativo di ricerca, riferito ad un parametro, quello dell’uscita dall’insediamento, precedentemente ignorato dalla letteratura, risponde ad una particolare problematica di policy resasi ancora più evidente negli ultimi anni. Nel lavoro si è andati a indagare che cosa capita davvero ai rom che vivono in queste aree e provano ad uscirne, spostando l’attenzione dallo spazio fisico del campo alle capacità e alle strategia di azione individuale oltre che alle risorse che consentono di realizzare le uscite. L’analisi si inserisce all’interno di un quadro teorico che utilizza gli abbondanti contributi sulle carriere abitative, sulle traiettorie di entrata e di uscita da forme di homelessness e sui percorsi e i progetti migratori. Il cuore delle riflessioni verte sul peso che i fattori strutturali e quelli individuali hanno nell’influenzare i percorsi. L’assunto di base è che le decisioni vadano lette all’interno di sistemi di opportunità e vincoli associati alle diverse opzioni. L’uscita è solo il punto strategico che consente di esplorare l’intero percorso e quindi lo studio è riferito ad un segmento biografico ampio che è in rapporto con altre carriere: quella lavorativa, formativa e familiare. La ricerca è stata condotta a Torino, utilizzando l’approccio etnografico all’interno di un campo autorizzato e di tre baraccopoli abusive. La scelta di analizzare tipologie insediative contraddistinte da un diverso grado di istituzionalizzazione trova giustificazione nella volontà di valutare similarità e differenze nella effettiva condizione di vita degli abitanti, ma soprattutto nella mobilità in uscita da queste aree. La modalità attraverso la quale avviene l’uscita è stata approfondita attraverso l’analisi delle carriere abitative di 30 intervistati che hanno lasciato un campo o una baraccopoli. Inoltre per inquadrare e definire meglio le scelte residenziali si è andati ad indagare indagare due macrocontesti di provenienza delle popolazioni rom presenti a Torino: La Romania e la Bosnia. Si è trattato quindi di un’etnografia multisituata che ha consentito di localizzare le carriere abitative contestualizzandole in spazi politicamente e socialmente costituiti. L’analisi di questi contesti si è resa indispensabile perchè applicando l’approccio delle capacità proposto da Sen, lo spazio delle opportunità e delle risorse che gli individui sono effettivamente in grado di mobilitare è mutevole e modifica anche la sfera della desiderabilità. I percorsi sono vari e complessi e dipendono da vincoli, risorse e opportunità effettive e percepite. Dall’analisi è emerso che, in un sistema di vincoli strutturali e possibilità individuali, esistono alcuni fattori che combinandosi tra loro si dimostrano in grado di differenziare i percorsi di uscita. Si tratta delle risorse cognitive, del capitale economico e relazionale, del significato attribuito alle pratiche legate all’organizzazione sociale della famiglia allargata e del tempo di permanenza presso l’insediamento. Sono inoltre emersi alcuni meccanismi che danno origine a processi comuni a più intervistati.
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Livres sur le sujet "Baraccopoli"

1

Potere e spazio pubblico urbano : Dall'agorà alla baraccopoli. [Italy] : Academia Universa Press, 2009.

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2

Roma caput mundi : Dalla metropoli alla baraccopoli l'anima perduta delle città. Roma : Gangemi editore, 2014.

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3

Daniele, Moschetti, dir. Città o baraccopoli ? : Gli insediamenti informali in Africa : il caso di Nairobi (Kenya). Torino : L'Harmattan Italia, 1998.

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