Littérature scientifique sur le sujet « Banche di credito cooperativo. Mutualità »

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Articles de revues sur le sujet "Banche di credito cooperativo. Mutualità"

1

Cioli, Valentina, et Alessandro Giannozzi. « Banche di credito cooperativo come leva di stabilità finanziaria. Un'analisi comparata con le banche commerciali. Appendice ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2014) : 239–68. http://dx.doi.org/10.3280/ed2014-002003.

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2

Aversano, Natalia, et Mario Nicoliello. « La misurazione delle performance nelle banche di credito cooperativo : due casi di studio sull'applicazione ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (janvier 2014) : 229–47. http://dx.doi.org/10.3280/ed2013-002003.

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3

Bonfanti, Angelo. « Sviluppo sostenibile in azione : il ruolo delle Banche di Credito Cooperativo nella comunitÀ locale ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 2 (mai 2009) : 61–81. http://dx.doi.org/10.3280/mc2009-002004.

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Résumé :
- This paper will analyze the role of Cooperative Credit Banks (CCBs) as actors and promoters of sustainable development within the local community. In particular, the Total Corporate Communication Model (Balmer & Gray, 2000) will be used to present a qualitative exploratory research on the initiatives and interventions undertaken by CCBs in their territories. The communication tools employed by CCBs to promote the value of sustainability will be discussed. The analysis will lead to the identification of potential strategic strengths as well as improvement areas in the CCBs' actions for sustainable development.Keywords: Cooperative Credit Banks, sustainable development, corporate social responsibility, corporate identity, corporate communication, corporate culture.Parole chiave: Banche di Credito Cooperativo, sviluppo sostenibile, responsabilitÀ sociale d'impresa, identitÀ d'impresa, comunicazione d'impresa, cultura aziendale
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4

Coccorese, Paolo, et Giovanni Ferri. « Is competition among cooperative banks a negative sum game ? » Journal of Institutional Economics 15, no 4 (18 février 2019) : 673–94. http://dx.doi.org/10.1017/s1744137419000043.

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Résumé :
AbstractDoes ‘inner competition’ – rivalry among network members – worsen performance in a network of cooperative banks? By weakening the functionality of the network, inner competition might, in fact, endanger network-dependent scale economies. Testing our hypothesis on Italy's network of mutual cooperative banks (Banche di Credito Cooperativo – BCCs), we find a worsening of performance of both incumbents and (even more) aggressors when BCCs compete among themselves. However, the worsening is mild when BCCs compete with comparable non-mutual banks external to the BCC network. We conclude that inner competition among cooperative banks is a negative sum game and, thus, limiting it would be desirable to preserve the stability of cooperative banking networks.
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5

Visentin, Marco, et Francesco Lo Vasto. « La gestione delle relazioni con i clienti delle banche retail a vocazione locale : uno strumento di CRM per l'analisi e la previsione dei comportamenti di churn ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 2 (mai 2009) : 105–23. http://dx.doi.org/10.3280/mc2009-002006.

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Résumé :
- The changing competitive context of European banking could be an issue also for small locally oriented banks. This sector is facing a growing trend of customer churn that may seriously affect profitability and threat the competitive position of small retail banks. This paper proposes an analysis of customer attrition within the customer base of an Italian Banca di Credito Cooperativo to support the management of small banks in dealing with customer churn. Our work identifies determinants and magnitude of churn dynamics as long as it allows management a tool to select, target and manage CRM policies. A final simulation empirically document the relation between the Customer Lifetime Value and the expected financial gain in presence of a varying success rate for retention activities.Keywords: churn, retail banking, customer relationship management Parole chiave: churn, retail banking, customer relationship management
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Thèses sur le sujet "Banche di credito cooperativo. Mutualità"

1

Romor, Andrea <1991&gt. « L'analisi di bilancio delle banche di credito cooperativo del Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7334.

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Résumé :
Fonti normative del bilancio bancario e principi contabili di redazione, elencazione dei vari indici utilizzati per l'analisi, analisi delle variazioni degli aggregati di bilancio delle BCC, analisi degli indici.
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2

Panetta, Ida Claudia. « La corporate Governance nelle Banche di Credito Cooperativo : aspetti teorici ed evidenze empiriche ». Doctoral thesis, La Sapienza, 2006. http://hdl.handle.net/11573/917595.

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3

Minto, Andrea <1985&gt. « Sistema dei controlli interni e salvaguardia delle specificità delle Banche di Credito Cooperativo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3960.

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Résumé :
Il sistema dei controlli interni sta vivendo negli ultimi anni una stagione di intensa e profonda riflessione, accentuatasi inevitabilmente a seguito della crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2007-2008. La tesi dedica largo spazio al ragionamento intorno al ruolo che il sistema dei controlli interni ricopre nelle dinamiche dell’impresa societaria, proponendosi in modo critico rispetto alla tradizionale agency theory con la quale si suole fornire il supporto logico a ciò che riguarda più in generale la corporate governance. In particolare, l’approccio adottato considera il sistema dei controlli interni come componente di un assetto organizzativo adeguato alla natura ed alle dimensioni dell’impresa esercitata, così che esso non avrebbe di mira tanto la ricomposizione dei divergenti interessi che fanno capo ai soci ed ai managers quanto, piuttosto, il soddisfacimento di istanze emergenti dalle caratteristiche e dalla misura dell’attività svolta. L’art. 2381 c.c., infatti, grava gli amministratori dell’obbligo di allestire una struttura interna idonea a far sì che l’impresa possa funzionare, ponendo le basi procedurali necessarie all’attuabilità del processo decisionale e curando l’implementazione di tutte quelle risorse organizzative utili ad avere sempre pieno controllo delle scelte adottate ed in esecuzione. In questa prospettiva generale, il sistema dei controlli interni risponde all’obiettivo puntuale di governare i rischi associati con lo svolgimento della specifica attività d’impresa, agevolando i lavori delle figure amministrative, ad esempio, con uffici aziendali qualificati e dedicati al monitoraggio di materie tecniche altrimenti di ardua accessibilità, nel continuo, da parte dei medesimi amministratori: di tal modo, dunque, si spiega agevolmente l’imposizione ope legis dell’apparato di controlli interni negli enti creditizi, intervenendo lo stesso legislatore a giudicare quali siano le componenti di una struttura che possa, in partenza, definirsi adeguata rispetto all’attività bancaria, siccome questa pone, in tutta evidenza anche in ragione degli interessi pubblici coinvolti, rafforzate esigenze di controllo dei rischi fronteggiabili solo mediante l’approntamento di presidi organizzativi capaci di rendere gli amministratori bancari in grado di perseguire una gestione sana e prudente. L’interpretazione del sistema dei controlli interni quale misura giustificata dalle caratteristiche dell’attività vale ad impostare di conseguenza l’indagine intorno alle strutture interne delle banche di credito cooperativo, inducendo cioè a valorizzarne, nell’ambito della loro cifra specialistica di società cooperative, le peculiarità afferenti al loro modo d’agire imprenditoriale invece che le prerogative di organizzazione corporativa delle stesse (voto capitario, principio della porta aperta, ecc.). Coerentemente alla lettura di un sistema dei controlli concepito quale apparato attento ad assecondare le istanze che l’impresa solleva, dunque, è importante dare rilievo a come il connotato della mutualità, per come declinantesi nel settore della cooperazione creditizia, e quello del localismo incidano sull’attività esercitata dalle banche di credito cooperativo. Questi ultimi attributi, in effetti, si prestano ad incidere sul “modo di fare banca” delle bcc, proprio condizionando il tipo e l’intensità dei rischi imprenditoriali che esse possono assumere: così, se da un lato, le banche di credito cooperativo risultano essere a tutti gli effetti soggetti esercenti “attività bancaria” e, in quanto tali, obbligate a possedere il minimo un sistema dei controlli interni, dall’altro lato, al tempo stesso, il sistema dei controlli interni deve presentarsi commisurato alla misura della loro impresa (in ossequio al principio di proporzionalità), giacché l’operatività che le caratterizza, per obblighi di legge e statutari, potrebbe rendere “eccessive” talune strutture aziendali – aggravando di ingiustificati costi realtà societarie spesso di ridotte dimensioni – così come potrebbe comportare un rafforzamento di altre risorse organizzative dedicate a ben definite aree di rischio (accentuazione di alcuni profili del rischio di credito, rischio di reputazione, rischio di concentrazione). Nello specifico, il sistema dei controlli interni nelle banche di credito cooperativo si articolerà in maniera conforme ai rischi che tipicamente questi enti creditizi devono fronteggiare, tenuto pure conto di altri fenomeni specifici che ruotano intorno alla cooperazione di credito e sono idonei ad influenzare sul ruolo dei presidi organizzativi in parola (tra i quali, soprattutto, la rete federativa nella quale ciascuna singola banca di credito cooperativo s’inserisce e la vigilanza cooperativa quale forma di controllo governativo).
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4

Bastianon, Eugenio. « Strategie ed equilibri nel mercato bancario : il caso delle Banche di Credito Cooperativo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423465.

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Résumé :
The fundamental hypothesis of the research was the belief that the theory of games, with the fundamental concept of Nash equilibrium, could provide: • a well thought out hypotheses to explain the crisis of the financial system in 2007-2008, • the equilibrium points possible in the competition among banks as businesses. • Subsequent analyzes allowed me to observe that, in reality, the awareness that the banks are strategic subjects is still very limited. • So, game theory, as construction of strategic models, gained further centrality and originality. • To give substance to the research, I placed at the center of my attention the cooperative banks. • Game theory proved to be valuable and innovative in the field of management banking and the Nash equilibria showed that you can, among other things: • interpret the crisis of 2007-2008; • propose a complete system of strategies based on the volumes and prices of credits, with the relative equilibrium points, both in concentrated markets than in not concentrated markets; • identify some of the critical behaviors of the banks; • interpret the governance model of the regional federations of cooperative credit; • propose a model of research for new markets; • propose the essential features of a possible reform of the banking system.
L’ipotesi fondante della ricerca è stata la convinzione che la teoria dei giochi, con il concetto di equilibrio di Nash, poteva fornire: • un’argomentata ipotesi di spiegazione della crisi del sistema finanziario del 2007-2008, • i punti di equilibrio possibili nella competizione tra banche in quanto imprese. • Le analisi successive mi hanno permesso di osservare che, in realtà, è ancora molto limitata la consapevolezza che le banche sono soggetti strategici. • La teoria dei giochi, in quanto costruzione di modelli strategici, ha quindi acquistato ulteriore centralità e originalità. • Per dare concretezza alla ricerca, ho posto al centro della mia attenzione le banche di credito cooperativo. • La teoria dei giochi si è quindi dimostrata preziosa ed innovativa nel campo del management bancario e gli equilibri di Nash hanno dimostrato, di poter, tra l’altro: • interpretare la crisi del 2007-2008; • proporre un compiuto sistema di strategie sui volumi e sui prezzi dei crediti, con i relativi punti di equilibrio, sia in mercati concentrati che in mercati non concentrati, • individuare le criticità di alcuni comportamenti strategici; • interpretare il modello di governance delle federazioni regionali del credito cooperativo; • proporre un modello di ricerca di nuovi mercati; • proporre i tratti essenziali di una possibile riforma del sistema bancario.
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5

Bonato, Giorgia <1993&gt. « Forme e strumenti di garanzia nelle Banche di Credito Cooperativo alla luce della riforma del 2016 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11632.

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Résumé :
Attraverso il d.l. 14 febbraio 2016, n. 18 convertito, con modificazioni, dalla l. 8 aprile 2016, n. 49, il legislatore ha delineato una nuova struttura del Credito Cooperativo e rinforzato la “rete di sicurezza” offerta dal sistema, attraverso l’introduzione della nuova figura del gruppo bancario cooperativo, al quale le B.C.C. devono obbligatoriamente aderire, per mezzo di un contratto di coesione che regola il rapporto tra le stesse e la capogruppo. Aderendo a tale contratto, le B.C.C. aderiscono direttamente anche l’accordo di garanzia in solido, che dovrà istituirsi tra queste e la capogruppo, allo scopo di ottenere un meccanismo di garanzia solidale e dunque un’unica area di responsabilità patrimoniale all’interno del gruppo. Il presente lavoro andrà quindi ad analizzare, oltre alle principali caratteristiche del nuovo gruppo e del contratto di coesione, aspetti fondamenti per comprendere il seguito, anche e soprattutto il nuovo accordo di garanzia e le altre forme di garanzia previste dalla riforma, con particolare interesse per il fondo temporaneo di natura volontaria. Non mancherà invece una parte storica iniziale sui vari strumenti e sulle varie forme di garanzia pre-riforma, in relazione con la precedente organizzazione del sistema, e una parte finale di confronto con gli altri Crediti Cooperativi europei.
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6

Sechi, Giovanni <1995&gt. « Le banche di credito cooperativo e il principio di proporzionalità – sfide e ostacoli nel panorama delle significant banks ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18709.

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Résumé :
Per loro natura, le banche di credito cooperativo (BCC) sono considerate banche resilienti, radicate nel territorio di appartenenza attraverso un legame “personale” con esso, e storicamente associate al supporto dell’economia reale del nostro Paese. Un'ondata sempre maggiore di novità regolamentare, e soprattutto la legge di riforma del 2016, ha travolto il mondo delle bcc, come del resto tutte le banche che possono essere considerate “piccole”, a tal punto che in dottrina sempre più studiosi hanno iniziato a domandarsi se tutto questo corpus sia proporzionale ad una simile realtà. Invero, in un arco temporale di dieci anni, le BCC sono passate dall’essere le piccole banche del territorio senza fini di lucro, all’essere considerate significant banks, ossia banche significative con rilevanza sistemica, assoggettate alla vigilanza diretta della Banca Centrale Europea (BCE), e questo come sola ed unica conseguenza di essere aderenti ad un Gruppo bancario cooperativo (GBC), creato ad hoc come risposta ad esigenze di pubblico interesse, che parte della dottrina, come vedremo, non ha esitato a criticare.
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Polato, Alessandro <1994&gt. « LE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO : UNO STUDIO DEL SISTEMA VENETO CON UNO SGUARDO ALLA RIFORMA AVVENUTA CON LA LEGGE 49/2016 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16752.

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Résumé :
Le banche di credito cooperativo sono un particolare tipo di banca prevista e disciplinata dalla legge italiana (artt. 33 e seguenti del Testo Unico Bancario). L’importanza delle BCC è sintetizzata dalle caratteristiche del modello produttivo italiano, basato, in misura significativa, su distretti industriali e su piccole e medie imprese, radicate sul territorio e integrate con le comunità e le istituzioni locali. Queste caratteristiche si riscontrano benissimo nell’economia della Regione Veneto che, infatti, è la regione dove sono nate le prime BCC d’Italia e dove hanno avuto (ma ancora oggi ricoprono) un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’intero territorio regionale, dovuto proprio al loro forte radicamento con le zone di competenza. La tesi, partendo con un’introduzione generale sulle BCC e le loro peculiarità, vuole studiare principalmente il fenomeno di questa tipologia di banca, il loro ruolo e l’importanza che ricoprono nella Regione Veneto, per poi passare ad analizzare le modifiche e i cambiamenti avvenuti con la Riforma dell’intero sistema nazionale del Credito Cooperativo con la Legge 49/2016.
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STEFANIZZI, PASQUALE. « Il microcredito in Italia : analisi dei fattori critici di successo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1107.

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Résumé :
Il microcredito ha ad oggetto il sistema di concessione di prestiti a persone rientranti nel circuito dei c.d. soggetti “non bancabili, ossia sprovvisti di ogni e qualsivoglia garanzia reale e/o personale, e l’implementazione di una vasta e variegata gamma di servizi finalizzati all’avvio di un vero e proprio circuito finanziario tipico raccolta-impieghi (Yunus, 1998; La Torre, Vento, 2005). Lo scopo principale del lavoro è quello di comprendere se il microcredito in Italia possa rappresentare un’opportunità finanziaria da implementare su più larga scala al fine di migliorare l’attitudine al credito degli active poors del Paese. L’indirizzo di approfondimento è mirato all’individuazione di specifici e ben determinati target, sia dal lato della domanda (gli immigrati) che dal lato dell’offerta di microcredito (il sistema di credito cooperativo). L’origine dell’interesse verso questo ambito di studio è da individuarsi nella gran quantità di autori che a vario titolo si sono misurati con l’argomento proponendo modelli e possibilità operative di pregevole spessore ed interesse. Il tentativo di sintetizzare in una main research question quanto sinora esposto induce a proporre la seguente domanda di ricerca: “gli immigrati (dal lato della domanda) ed il sistema di cooperazione di credito (dal lato dell’offerta) possono rappresentare gli specifici attori cui indirizzare le attenzioni della ricerca scientifica al fine di creare, in Italia, un prodotto di microcredito dall’elevata standardizzazione ed utilizzabile per espandere la portata dei suoi benefici?”. Relativamente alla metodologia adottata, si evidenzia che la segmentazione dello studio per aree di ricerca, diverse nell’oggetto ma comuni nello scopo, ha imposto l’adozione di tecniche di approccio integrate quali-quantitative, precedute sempre da una rassegna della letteratura esistente, nazionale ed internazionale. In particolare, nella sezione dedicata alla ricerca empirica (composta da due indagini: la prima avente l’obiettivo di comprendere quale sia l’apertura delle BCC al microcredito ed agli immigrati, la seconda indirizzata alle organizzazioni di microcredito che operano attualmente in Italia allo scopo di determinare il posizionamento di questo innovativo strumento di credito nel più complesso panorama finanziario nazionale in termini spaziali, temporali, di volumi e natura delle operazioni) sono state impiegate metodologie statistiche campionarie di analisi quantitativa che utilizzano il questionario come strumento di raccolta dati. I data base sono stati opportunamente ideati e costruiti, fornendo alla ricerca spunti di interessante originalità. Al fine di rappresentare adeguatamente le dinamiche che interagiscono nei settori di volta in volta indagati, si è ritenuto opportuno utilizzare congiuntamente diverse tecniche di elaborazione ed interpretazione dei risultati, avvalendosi di strumenti riconducibili alla cluster analisys, all’analisi delle serie storiche e all’analisi descrittivo-esplorativa.
Microcredit is concerned with the system of granting loans to people falling within the realm of the so-called ‘unbankable’, namely those devoid of any kind of collateral and / or personal guarantee, and the deployment of a wide and varied range of services aimed at the creation of a real and tangible investment-funding network (Yunus, 1998; The Torre, Wind, 2005). The main purpose of this study is to understand if microcredit in Italy offers an opportunity to deploy financing on a larger scale to improve the willingness to extend credit to the country’s active poor. The aim of this study is to identify specific and clearly defined targets, both on the side of the applicant (the immigrants) and that of the microcredit provider (the credit cooperative system). Interest in this area of study came about after selecting from a large number of authors who, for various reasons, have tackled this issue by proposing models and possible solutions of particular note. An attempt to summarize this into one main research question, as outlined so far, leads us to propose the following question: "Could immigrants (on the request-side) and the credit cooperative system (on the supply-side) represent the actual parties which will direct the attention of scientific research in creating a microcredit product of high standards and usability in order to expand the range of benefits?". With regard to the methodology used, it appears that the segmentation of the study into areas for research, different in scope but common in goal, has required the adoption of quali-quantitative integrated approach techniques which always preceded by a review of the existing national and international literature. In particular, in the section devoted to empirical research, statistical sampling methods for quantitative analysis were used through questionnaires as a means of collecting data (consisting of two surveys: the first, aimed at understanding how to introduce the Credit Cooperative Banks (BCC) to microcredit as related to immigrants, the second addressed at microcredit organizations that are currently operating in Italy, in the more complex, domestic financial landscape in order to determine the placement of this innovative credit tool in terms of distribution, timing, quantity and the nature of operations). Furthermore, the databases were properly designed and constructed, providing interesting and original ideas for the research. In order to adequately represent the dynamics under investigation, that occur in the field from time to time, it was considered appropriate to simultaneously use different techniques for processing and interpreting results, making use of tools associated with cluster analysis, time-series analysis and descriptive-exploratory analysis.
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9

SCAGLIA, GABRIELE. « AUTONOMIA PRIVATA E GOVERNANCE NEL GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO TRA RAGIONI DI SPECIALITA' E PRINCIPI DI DIRITTO COMUNE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50306.

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Résumé :
La tesi di dottorato si occupa della riforma delle banche di credito cooperativo introdotta col D.l. n. 18/2016, conv. in l. n. 49/2016 (cfr. artt. 37-bis ss. t.u.b.), e mira al raggiungimento di tre obiettivi: individuare gli spazi riconosciuti all’autonomia negoziale e/o operativa nell’ambito dei gruppi bancari cooperativi cui, oggi, devono necessariamente aderire le b.c.c. per mantenere la forma della cooperativa bancaria; individuare le peculiarità del g.b.c. – caratterizzato dalla presenza di una s.p.a. capogruppo che controlla le b.c.c. attraverso un contratto “di coesione” e il cui capitale è partecipato in misura maggioritaria dalle medesime controllate – in rapporto alle figure più generali del gruppo “bancario” e del gruppo “comune” di cui agli artt. 2497 ss. c.c.; capire se le suddette peculiarità siano espressive di statuti eccezionali fondati sulle speciali esigenze del settore creditizio, in cui le bcc si trovano ad operare, o se, piuttosto, possano evocare principi già rinvenibili nel diritto comune dei gruppi di società. Il lavoro si divide in tre capitoli: il primo capitolo si occupa delle ragioni alla base della riforma delle bcc; il secondo capitolo si occupa dei confini dell'autonomia privata nell'ambito dei gruppi (principalmente contrattuali) "comuni" e "bancari"; il terzo capitolo, infine, si occupa delle differenze tra gruppi bancari (e comuni) e gruppo bancario cooperativo. Nel tentativo di comprendere i riflessi sistematici dell’istituto di recente introduzione e di colmare le fratture tra diritto comune e diritto bancario, il presente lavoro si contrappone a quegli studi e contributi attraverso i quali, al di là delle classificazioni nominalistiche, sono state proposte soluzioni interpretative volte a riconoscere, sempre o nei soli casi di perseguimento di finalità prudenziali, un potere (anche in parte) sottratto ai principi di diritto comune, tale da ridurre le b.c.c. a "meri sportelli bancari della capogruppo".
This Phd thesis deals with the italian reform of the Cooperative Credit Banks, introduced by the D.l. n. 18/2016 (see article 37-bis of the T.U.B.). In an effort to understand the systematic symptoms of the Cooperative Banking Groups and to bridge the fractures between common law and banking law, the research aims three goals. First, identify the space of contractual and operational autonomy within the Cooperative Banking Groups to which, today, the CCB must necessarily adhere to maintain the form of cooperative banks. Second, identify the peculiarities of the CBG - characterized by the presence of a lucrative bank group leader who controls CCB through a "cohesion" contract, whose majority of capital is participated by the same subsidiaries - in relation to the disciplines of the "banking" and "common" groups. Third, understand whether the aforementioned peculiarities are an expression of exceptional statutes based on the special needs of the credit sector or if they rather evoke principles already found in the common law of the group companies. The work is divided in three chapters: the first chapter deals with the reasons behind the reform of the CCB; the second chapter deals with the boundaries of private autonomy within the "common" and "banking" group (mainly contractual) laws; the third chapter, finally, deals with the differences between banking groups and cooperative banking groups. The present work is opposed to certain studies that reckon to the group leader of the CBG a nearly ilimited power, always or only in cases of pursuit of prudential purposes, to controll the subsidaries, even if on prejudice of the subsidiaries’ creditors and shareholders, risking to convert them into "mere branches of the parent company".
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SCAGLIA, GABRIELE. « AUTONOMIA PRIVATA E GOVERNANCE NEL GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO TRA RAGIONI DI SPECIALITA' E PRINCIPI DI DIRITTO COMUNE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50306.

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Résumé :
La tesi di dottorato si occupa della riforma delle banche di credito cooperativo introdotta col D.l. n. 18/2016, conv. in l. n. 49/2016 (cfr. artt. 37-bis ss. t.u.b.), e mira al raggiungimento di tre obiettivi: individuare gli spazi riconosciuti all’autonomia negoziale e/o operativa nell’ambito dei gruppi bancari cooperativi cui, oggi, devono necessariamente aderire le b.c.c. per mantenere la forma della cooperativa bancaria; individuare le peculiarità del g.b.c. – caratterizzato dalla presenza di una s.p.a. capogruppo che controlla le b.c.c. attraverso un contratto “di coesione” e il cui capitale è partecipato in misura maggioritaria dalle medesime controllate – in rapporto alle figure più generali del gruppo “bancario” e del gruppo “comune” di cui agli artt. 2497 ss. c.c.; capire se le suddette peculiarità siano espressive di statuti eccezionali fondati sulle speciali esigenze del settore creditizio, in cui le bcc si trovano ad operare, o se, piuttosto, possano evocare principi già rinvenibili nel diritto comune dei gruppi di società. Il lavoro si divide in tre capitoli: il primo capitolo si occupa delle ragioni alla base della riforma delle bcc; il secondo capitolo si occupa dei confini dell'autonomia privata nell'ambito dei gruppi (principalmente contrattuali) "comuni" e "bancari"; il terzo capitolo, infine, si occupa delle differenze tra gruppi bancari (e comuni) e gruppo bancario cooperativo. Nel tentativo di comprendere i riflessi sistematici dell’istituto di recente introduzione e di colmare le fratture tra diritto comune e diritto bancario, il presente lavoro si contrappone a quegli studi e contributi attraverso i quali, al di là delle classificazioni nominalistiche, sono state proposte soluzioni interpretative volte a riconoscere, sempre o nei soli casi di perseguimento di finalità prudenziali, un potere (anche in parte) sottratto ai principi di diritto comune, tale da ridurre le b.c.c. a "meri sportelli bancari della capogruppo".
This Phd thesis deals with the italian reform of the Cooperative Credit Banks, introduced by the D.l. n. 18/2016 (see article 37-bis of the T.U.B.). In an effort to understand the systematic symptoms of the Cooperative Banking Groups and to bridge the fractures between common law and banking law, the research aims three goals. First, identify the space of contractual and operational autonomy within the Cooperative Banking Groups to which, today, the CCB must necessarily adhere to maintain the form of cooperative banks. Second, identify the peculiarities of the CBG - characterized by the presence of a lucrative bank group leader who controls CCB through a "cohesion" contract, whose majority of capital is participated by the same subsidiaries - in relation to the disciplines of the "banking" and "common" groups. Third, understand whether the aforementioned peculiarities are an expression of exceptional statutes based on the special needs of the credit sector or if they rather evoke principles already found in the common law of the group companies. The work is divided in three chapters: the first chapter deals with the reasons behind the reform of the CCB; the second chapter deals with the boundaries of private autonomy within the "common" and "banking" group (mainly contractual) laws; the third chapter, finally, deals with the differences between banking groups and cooperative banking groups. The present work is opposed to certain studies that reckon to the group leader of the CBG a nearly ilimited power, always or only in cases of pursuit of prudential purposes, to controll the subsidaries, even if on prejudice of the subsidiaries’ creditors and shareholders, risking to convert them into "mere branches of the parent company".
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Livres sur le sujet "Banche di credito cooperativo. Mutualità"

1

Cannari, Luigi. Localismo, spirito cooperativo ed efficienza : Elementi per un'analisi economica delle banche di credito cooperativo. Rome : Banca d'Italia, 1996.

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2

Cusa, Emanuele. Il diritto delle banche di credito cooperativo tra legge e contratto. Torino : G. Giappichelli editore, 2013.

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