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Milani, Manlio, et Susanna Vezzadini. « Memoria e testimonianza : le stragi del terrorismo in Italia ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2021) : 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001006.

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Résumé :
L'articolo prende in esame il tema della memoria nelle sue dimensioni privata e pubblica al fine di evidenziare la centralità della testimonianza quale atto pubblico e di impegno civile. In tale prospettiva il contributo si avvale della testimonianza di Manlio Milani, superstite della strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974, nella quale persero la vita la moglie ed alcuni amici. Il valore della testimonianza pubblica è qui affrontato con riguardo ai temi del riconoscimento, della giustizia e del rapporto con la verità.
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Danesi, Sandro. « Public administration, European funds and NRRP (National Recovery and Resilience Plan) (Italian PNRR) : the system and management of public incentives for the territorial development ». Valori e Valutazioni 31 (février 2023) : 115–25. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223109.

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Résumé :
The choices of the Public Administration (PA), the needs of the territory, the policies for the local economic development, the use of public funding constitute an inseparable combination aimed at creating development opportunities and therefore also to create work for the collectivity. In the current period characterized by globalization, the competitiveness of a territory can be facilitated by a PA responding to the needs of the time, that is, a real production organization capable of responding concretely, assuming a strategic role in the implementation of the development measures indicated in the economic planning tools and in the management of a large amount of public financial resources. In fact, the NRRP considers as a priority both the modernization of the Public Administration (PA) and the strengthening of the administrative capacity of the public sector, with the goal of engaging and spending the available financial resources with participatory and shared projects where the public-private partnership assumes a strategic role. Le scelte della Pubblica Amministrazione (PA), le necessità del territorio, le politiche per lo sviluppo economico locale, l’impiego dei finanziamenti pubblici costituiscono un connubio inscindibile finalizzato a creare opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per la collettività. Nell’attuale periodo caratterizzato dalla globalizzazione, la competitività di un territorio potrà essere agevolata da una PA rispondente alle necessità del tempo, cioè una vera e propria organizzazione produttiva in grado di rispondere concretamente, assumendo un ruolo strategico nell’attuazione delle misure di sviluppo indicate negli strumenti di programmazione economica e nella gestione di un ingente quantità di risorse finanziarie pubbliche. Infatti, il PNRR reputa prioritaria sia la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, sia il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico, con l’obiettivo di impegnare e spendere le risorse finanziarie disponibili con progetti partecipati e condivisi dove il partenariato pubblico-privato assume un ruolo strategico. È evidente quindi che programmare lo sviluppo dei territori e definire le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici sia una funzione che coinvolge le Istituzioni pubbliche, a seconda delle rispettive competenze legislative, dal livello europeo rappresentato dall’Unione Europea fino ad arrivare a livello statale, regionale e lo- cale rappresentato dal Comune. È con questo approccio che il paper prova a dare un input centrando l’attenzione sul ruolo strategico delle Istituzioni, sia di livello locale che quelle sovraordinate, sia sulla necessità di conoscere gli strumenti di programmazione economica, al fine di comprendere quali tipologie progettuali mettere in atto utilizzando e ottimizzando i relativi finanziamenti pubblici messi a disposizione.
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Cazzola, Franco. « LA CORRUZIONE POLITICA IN ITALIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 2 (août 1988) : 223–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012193.

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Résumé :
IntroduzioneIn altra sede ho già avuto modo di ricordare come intorno al problema «corruzione politica» (un fenomeno difficile da afferrare) sia venuta fuori una miriade babelica di esercizi denotativi riconducibile a tre grandi filoni, a seconda del criterio che vi viene posto a base. Se si assume il criterio legalistico corruzione è «un comportamento che devia dai doveri formali di un ruolo pubblico (una carica elettiva o dovuta a nomina) per ottenere vantaggi legati a questioni private (personali, di famiglia, di clan privato) relative al denaro o allo status; oppure che viola delle regole stabilite per impedire indebite forme di influenza privata». Se, invece, si pone a fondamento della definizione il criterio dell'interesse pubblico si allarga notevolmente il concetto di corruzione: «Un sistema di ordine pubblico e civile esalta l'interesse comune ponendolo al di sopra di interessi particolari; trasgredire l'interesse comune per interessi particolari è corruzione». Se, infine, si cerca nel criterio dell'opinione pubblica il fondamento della definizione abbiamo che è corruzione ciò che viene considerato tale dal peso dell'opinione pubblica: un atto è presumibilmente corrotto solo se la società lo condanna come tale, e se chi lo compie sente dei sensi di colpa nel compierlo.
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M. Bello, Elisabetta, et Maria Teresa Gabardi. « Gli usi temporanei del patrimonio pubblico abitativo. Alcune sperimentazioni a Milano e Torino ». CRIOS, no 22 (mars 2022) : 44–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022005.

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Résumé :
La crisi economica che ha investito l'Italia negli ultimi dodici anni ha avuto notevoli riflessi sia dal punto di vista sociale che urbanistico. Diversi quartieri di edilizia residenziale pubblica, ma non solo, hanno subito svuotamenti e risignificazioni nell'organizzazione e uso degli spazi, mettendo in luce una ricerca paziente di nuove forme di gestione e uso del patrimonio pubblico. Molte sono le sperimentazioni e i tentativi che si sono dati, anche con forme di cooperazione pubblico/privato. Alcune iniziative e politiche promosse dai Comuni e dagli enti gestori hanno predisposto per esempio l'assegnazione temporanea in locazione a particolari categorie di popolazione, per garantire un uso continuativo del patrimonio ed evitare forme di degrado spaziale e sociale. Scopo del presente contributo è quello di provare a esplorare e restituire alcune di queste esperienze in atto, attraverso dei casi studio a Milano e Torino, indagandone le politiche alla base, le modalità di assegnazione degli alloggi e l'efficacia di alcuni esiti.
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De Vita, Elisa. « Il ritiro sociale : nuova frontiera del malessere giovanile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 74–80. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002007.

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Il ritiro sociale in adolescenza rappresenta oggi la manifestazione clinica più evidente del malessere giovanile. Crescono in maniera esponenziale, nel pubblico e nel privato, le richieste d'aiuto per far fronte a quella che sembra caratterizzarsi come una vera e propria emergenza clinica. Quella di ritirarsi dal mondo sembra essere la scelta privilegiata dinanzi alle difficoltà della crescita. Dietro alcune forme di ritiro sociale è possibile scorgere una tendenza a mettere in atto, in riposta alle difficoltà nel far fronte alle trasformazioni e ai compiti evolutivi connaturati alla fase adolescenziale, modalità aggressive rivolte a se stessi e agli altri; in questa direzione possono essere letti gli agiti violenti messi in atto nei confronti dei familiari, così come l'autoreclusione volontaria a cui si sottopongono sempre più adolescenti.
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Paladini, Roberto. « La partecipazione dei cittadini nei processi di fusione di comuni in veneto : un'occasione mancata ? » ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (février 2021) : 105–28. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-003008.

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La review della letteratura di scienze politiche, management pubblico e di sociologia economica sugli articoli e i volumi degli ultimi trent'anni riguardo al riordino territoriale, e nella fattispecie le fusioni tra Comuni, si focalizza prevalentemente sugli aspetti organizzativi e funzionalisti derivanti dall'optimal size, dando poca evidenza alla questione partecipativa, prevista dall'attuale norma di riferimento, che, come evidenziato da alcuni autori, appare più uno strumento di legittimazione sociale delle politiche pubbliche di riassetto amministrativo che di reale coinvolgimento dei cittadini. Alla luce dell'obiettivo della ricerca, atto ad analizzare la portata di processi partecipativi nell'ambito dell'iter di fusione di Comuni, l'articolo si concentra sui processi di fusione e i relativi studi di fattibilità realizzati in Veneto dal 2013 al 2018, provando a verificare se vi sono stati reali rapporti di partecipazione e di coinvolgimento della cittadinanza che, comunque, è tenuta a esprimersi attraverso il referendum consultivo.
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Careri, Francesco, Fabrizio Finucci et Danilo Marinelli. « Porto Fluviale RecHouse. » Revista Estado da Arte 3, no 1 (30 juin 2022) : 1–9. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63795.

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Questa è la descrizione della proposta del progetto Porto Fluvial RecHouse, per la rigenerazione di un edificio in via Porto Fluviale, nell'ex area industriale di Roma. Enti comunali, universitari, governativi e di base (ex residenti della zona) hanno collaborato al progetto, tra cui: ridurre il problema abitativo attraverso un processo di integrazione e occupazione sociale; dotare il quartiere di un nuovo spazio pubblico; utilizzare metodi di gestione innovativi; attivare un processo di partecipazione; aumentare il mix sociale come antidoto ai processi di gentrificazione in atto nella zona; migliorare la vicinanza sociale tra gruppi eterogenei.
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Manella, Gabriele, Emanuele Giordano, Tommaso Rimondi et Dominique Crozat. « Tra consumo e rischio : l'ambivalenza della vita di notte tra gli studenti di Montpellier e di Bologna ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 126 (janvier 2022) : 97–117. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126006.

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La notte è passata dall'essere una dimensione "residuale" della giornata ad un importante segmento della socialità e dell'economia di molte città, diventando anche una "fucina" di nuove pratiche di consumo e di fruizione degli spazi urbani. Non mancano però contrasti e conflitti: tra le varie popolazioni che fruiscono degli stessi spazi, ma anche tra la diffusione di alcune pratiche e le politiche dell'ammi¬nistrazione locale che tentano di regolarle. Questo articolo si propone di approfondire gli usi dello spazio pubblico da parte degli studenti a Bologna e Montpellier, evidenziando le pratiche sociali e di consumo messe in atto durante la notte.
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Mattioli, Cristiana, Cristina Renzoni et Paola Savoldi. « Scuole e territori fragili. Il modello lungimirante del Contrat École a Br ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 67–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12929.

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L'emergenza pandemica e la chiusura delle scuole hanno inasprito disuguaglianze territoriali ed educative, riportandole al centro del dibattito pubblico. Ne è emersa la conferma del ruolo della scuola e dei suoi spazi quali luoghi centrali per innescare cambiamenti, tanto più nei territori fragili, dove si sommano disagio economico, carenza di servizi, povertà educativa.La crisi in atto rappresenta un'occasione importante per innovare la scuola, aprendola al contesto cui appartiene, anche grazie alle alleanze con la comunità educante.Il programma Contrat École promosso dalla Regione di Bruxelles-Capitale è uno dei riferimenti più evoluti nella sperimentazione di azioni integrate, anche per riflettere su possibili politiche per il contesto italiano, nella fase post-pandemica.
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Benini, Stefania. « Tra Mogadiscio e Roma : Le mappe emotive di Igiaba Scego ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (27 août 2014) : 477–94. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814543246.

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Il gesto di tracciare una mappa è atto di ordinamento cognitivo e di organizzazione dell’immaginazione, ma è anche atto fondante dell’identità e del suo posizionamento in relazione ai luoghi. Il saggio rintraccia le dinamiche affettive del vissuto della scrittrice italo-somala Igiaba Scego nella struttura di un libro – La mia casa è dove sono (2010) – pensato come mappa di due luoghi in dialogo l’uno con l’altro, Roma e Mogadiscio, fra memoria individuale ed epos familiare, fra scrittura autobiografica e narrazione orale, fra genealogia femminile e soggettività nomade, fra ex impero ed ex colonia, in senso letterale e in senso esistenziale. Tuttavia, il progetto benjaminiano di una mappa del vissuto di Igiaba si accompagna alla sua ironia e alla sua saudade, a un’appartenenza italiana che va dalla letteratura al calcio, e a un’appartenenza somala che non cessa di ricordare al pubblico italiano i crimini coloniali dell’età fascista e l’ancor più criminale amnesia che è seguita loro. Memorie auratiche e memorie funebri di Mogadiscio traspaiono dietro le sagome di monumenti e luoghi mitici di Roma, dal teatro Sistina all’elefantino del Bernini, dalla stele di Axum alla stazione Termini, in una condizione che va dalla diaspora alla rivendicazione di un’identità ibrida e in movimento, dove la mappa è luogo ma è anche, soprattutto, corpo.
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Pasour, E. C. « Opportunity Cost, Sunk Cost, and Entrepreneurial Choice ». Journal of Public Finance and Public Choice 3, no 1 (1 avril 1985) : 19–30. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117002.

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Résumé :
Abstract Nella teoria economica neo-classica vi sono ben pochi dubbi sul significato del concetto di «costo» di una qualsiasi azione: si tratta dell’altemativa più conveniente alla quale si deve rinunciare al fine di porre in atto quell’azione (costo di opportunità). Secondo quest’impostazione, il costo è un dato obiettivo e la sua determinazione è vista come un problema empirico.In questo scritto si contrappone a quella tradizionale un’interpretazione «soggettivista» del costo di opportunità, basata sull’aspettativa di colui che decide nei riguardi del valore di ciò che viene sacrificato.Il fatto che il costo abbia natura soggettiva ha profonde implicazioni per l’intervento pubblico, sia per quanto riguarda la pianificazione centralizzata che per quanto concerne l’analisi costi-benefici di politiche alternative. L’impossibilità di un’analisi obiettiva dei costi suggerisce la necessità per gli economisti di dare maggiore rilevanza nelle loro indagini al sistema istituzionale.
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Ciurlo, Alessandra. « L’arte nella costruzione della memoria collettiva colombiana : l’apporto della diaspora in Europa ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 29, no 62 (août 2021) : 63–78. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880006205.

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Riassunto Questo articolo pretende mostrare come nell’ambito del conflitto armato in Colombia, la diaspora colombiana in Europa mediante alcune espressioni artistiche di cui è protagonista, dia un contributo importante alla costruzione della memoria collettiva del paese. Mediante analisi di contenuto si studiano comparativamente quattro opere artistiche che hanno una forte valenza performativa: una pièce teatrale e tre performance con linguaggi che utilizzano la danza, la musica, la fotografia e il video. Le opere incentrate sulle vittime del conflitto armato e quindi con una carica emotiva molto grande, aspirano a informare e denunciare eventi traumatici resi invisibili dalla narrativa ufficiale, essenziali per la ricostruzione di una memoria collettiva plurale e inclusiva. Le proposte artistiche dimostrano come l’arte con la sua comunicazione riflessiva sia capace di innescare tra il pubblico partecipante processi di trasformazione delle strutture di pensiero individuali e collettivi, evidenziando le sue potenzialità come atto critico e politico.
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Sava, Vito. « La fiducia nella dimensione del tempo ». GRUPPI, no 3 (décembre 2012) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003004.

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L'articolo propone alcune riflessioni sul tema della fiducia dal punto di vista del tempo. L'autore prende in considerazione, attraverso materiali clinici tratti da psicoterapie psicoanalitiche individuali in setting privato e nell'ambito del servizio pubblico, alcuni processi attraverso cui si evolve l'esperienza della fiducia nella relazione terapeutica. Il tema del tempo viene considerato sia nel processo del trattamento psicoterapeutico (tempo delle sedute, tempo della cura, tempo delle pause, tempo dell'inconscio), sia come elemento essenziale che struttura e consolida il processo di nascita, sviluppo e stabilizzazione della fiducia. Alcune ipotesi vengono proposte sul rapporto tra fiducia, relazione transferale e ritmi della terapia. L'articolo si conclude con alcuni riferimenti sul rapporto tra la fiducia, il tempo, con un particolare accento al tema della scrittura del materiale clinico, intesa come costruzione di un nuovo oggetto di relazione tra terapeuta e paziente, che richiede pertanto un ulteriore atto di fiducia nella funzione del processo analitico non solo nella spazio della seduta ma anche nei luoghi e nei tempi che precedono e seguono l'incontro con il paziente.
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Blasimme, Alessandro. « Governare la biomedicina : l'etica della ricerca scientifica come questione pubblica ». PARADIGMI, no 1 (avril 2011) : 127–43. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001008.

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Résumé :
L'articolo prende in esame i problemi etici connessi con le scienze della vita e i modelli di decisione pubblica messi in atto per fare fronte al crescente disaccordo morale sui metodi e gli scopi della ricerca. Mostra inoltre come negli ultimi decenni si siano affermati modelli didella scienza improntati a visioni differenti dei rapporti tra comunitŕ scientifica, comunitŕ bioetica e decisori pubblici. Fornisce infine un'analisi dei fondamenti teorici generali di tali modelli.
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Saj, Marek. « Prawno-teologiczne aspekty konsekracji zakonnej ». Prawo Kanoniczne 49, no 3-4 (20 décembre 2006) : 3–19. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.3-4.01.

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La professione religiosa svolge un ruolo centrale nella vita di istituti religiosi. È un elemento cosi importante di questo tipo di vita, che senza di essa non si puo nemmeno parlare di vita consacrata. La consacrazione religiosa è un fatto storico che si sviluppa fin dall’inizio della Chiesa e arriva fino ai nostri giorni. Il suo fulcro sta nell’imitazione di Gesù Cristo che è il suo fonte e modello. Per quanto ogni cristiano sia chiamato a vivere secondo i consigli evangelici, sono proprio i consacrati che attraverso la professione dei consigli evangelici - di castità, povertà e obbedienza - si consegnano totalmente a Dio. La professione religiosa dunque crea una nuova relazione tra l’uomo e Dio. Nella vita religiosa entra una persona che si impegna a vivere secondo i consigli evangelici. Questo impegno viene preso proprio nell’atto di professione, ossia di consacrazione religiosa. Tale scelta consiste in una totale offerta di sè e in un abbandono di tutto. La professione è anzittutto un atto pubblico visibile in cui il religioso fa voto di osservare i tre consigli evangelici. Attraverso tale consacrazio- ne si crea una relazione giuridica che lega l’istituto religioso e il professo. Si puo, percio, trovare nell’atto di professione religiosa elementi teologici, come l’offerta di sè a Dio, ed elementi giuridici quali gli stessi voti e l’incarnazione nell’istituto. Anche se, da un lato, questi elementi siano distinti, anzi, proprio differenti, dall’altro, essi sono intimamente connessi tra loro, fino al punto che se ne manca uno, tutta la professione rischia di essere invalida.
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Ruppelt, Hans-Jürgen. « Competition Law and its Application in Germany ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 117–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345054.

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Résumé :
Abstract L’economia tedesca è sempre stata caratterizzata da una struttura molto concentrata, in cui le imprese facevano frequente ricorso ai cartelli. Alia fine dell’ultima guerra, gli alleati (ed in particolare gli Stati Uniti) hanno insistito perché la concentrazione fosse ridotta ed i cartelli fossero eliminati, introducendo cosi la libera concorrenza nell’economia.La legge ha introdotto un generale divieto di cartellizzazione, con alcune esenzioni legali che consentono specifiche intese.L’applicazione della legge attraverso un organismo indipendente, l’Ufficio Federale dei Cartelli, si è basata esclusivamente sugli aspetti concorrenziali, con esclusione quindi degli aspetti di «interesse pubblico». L’unica eccezione è costituita dal potere di autorizzazione di cartelli e concentrazioni da parte del Ministro, che tuttavia vi ha fatto ricorso molto raramente.Nell’ambito di applicazione della legge sono rientrate non soltanto le attività dirette a limitare la concorrenza da parte dei privati, ma anche le distorsioni del mercato prodotte da interventi pubblici, come regolamentazione, sussidi e protezionismo. Negli anni più recenti, in particolare, la politica della concorrenza si è ispirata all’idea di modificare l’equilibrio tra settore privato e settore pubblico, riducendo quest’ultimo mediante deregolamentazione e privatizzazione.La legge tedesca riguarda essenzialmente quattro gruppi di limitazioni della concorrenza: accordi orizzontali, restrizioni verticali, abuso del potere di mercato e concentrazioni.Gli accordi orizzontali sono proibiti e, di conseguenza, nulli. Coloro che vi abbiano preso parte sono passibili di una multa che può giungere fino ad un ammontare pari a tre volte il valore degli utili così conseguiti. Si tratta, peraltro, di un criterio di difficile applicazione, essendo molto ardua la determinazione dell’incremento di utili ottenuto con un accordo.Una lacuna del sistema era costituita dal fatto di escludere alcune forme di collusione che a stretto rigore non rientravano nella categoria degli «accordi». È stato necessario emendare la legge, includendovi esplicitamente le «azioni concertate».Un secondo problema riguarda l’inclusione o meno nel concetto di «restrizione della concorrenza” dell’obbligo per le parti dell’accordo di mettere in atto comportamenti contrari alla concorrenza. Secondo l’interpretazione degli organi giudiziari tale obbligo si deve presumere.Per quanto riguarda le deroghe, l’Ufficio Federale dei Cartelli tende ad essere alquanto rigido.Per gli «accordi verticali», la legge tedesca, in contrasto con l’art. 85 del Trattato CEE e con la legge italiana, introduce specifiche regole. Essi sono, in genere, legali, con la sola eccezione degli accordi per la determinazione del prezzo, che sono proibiti di per sé, a meno che non riguardino il settore dell’editoria.Gli interventi per accordi verticali sono stati poco frequenti e, a quanto sembra, nella maggior parte dei casi tali accordi non dovrebbero essere stati influenzati dalla legislazione sulla concorrenza.Per quanto riguarda l’abuso di potere di mercato, il vecchio adagio statunitense vale anche per la Germania: le dimensioni non danno luogo, di per sé, ad un pericolo. Analogamente, una posizione dominante, come tale, non può essere ritenuta dannosa, anche se è ampiamente diffusa l’opinione secondo cui non debba essere consentito l’abuso di posizione dominante.Sotto il profilo applicativo, peraltro, bisogna identificare due fondamentali presupposti: una «posizione dominante” e un «comportamento abusivo».Il controllo del comportamento abusivo persegue, sia in Germania che in Italia, due obiettivi: impedire alle imprese dominanti di stabilire prezzi troppo elevati, realizzando profitti monopolistici (abuso di prezzi), e proteggere la libertà di competere delle altre imprese (pratiche restrittive).Per quanto riguarda l’abuso di prezzi, l’esperienza tedesca non è stata molto incoraggiante, soprattutto per la ben nota difficoltà nella definizione del «giusto prezzo».Hanno avuto maggiore successo, invece, i procedimenti nei riguardi di pratiche restrittive. Anche in questo caso non e facile applicare la normativa concorrenziale, specie per quanto riguarda i casi «marginali», come i casi di collegamenti tra imprese che non sembrano evidenziare comportamenti anti-competitivi.L’introduzione della regolamentazione delle concentrazioni è avvenuta in Germania soprattutto per le difficoltà nel perseguire gli abusi di posizione dominante. Diversamente dalla legge italiana, il sistema tedesco non prevede un minimo fatturato nazionale, ma fa riferimento al valore del fatturato nel suo complesso, dovunque sia stato conseguito.Notevoli difficoltà potranno derivare dalla definizione del concetto di «controllo». Dal punto di vista pratico sembra conveniente combinare le caratteristiche di flessibilità e certezza giuridica con una definizione generale che specifichi il maggior numero possibile di fattispecie.Le caratteristiche più significative dell’attività di controllo delle concentrazioni svolta in Germania sono l’effetto sospensivo della notificazione che precede la concentrazione e un criterio strettamente concorrenziale. L’esperienza dimostra che è molto difficile far venir meno una concentrazione, una volta che sia stata effettuata. Per questo motivo si richiede che le concentrazioni che eccedono una determinata soglia siano comunicate in anticipo.Sebbene l’Ufficio Federale dei Cartelli abbia a disposizione quattro mesi per completare la sua investigazione, circa i tre quarti delle procedure sono completate entro quattro settimane.Vi è una netta distinzione di compiti tra l’Ufficio Federale dei Cartelli e il Ministro dell’Economia. Il primo si occupa degli aspetti strettamente inerenti alla concorrenza, senza tener conto degli altri benefici che possono derivare dalla concentrazione. Il Ministro, invece, per considerazioni d’interesse pubblico, può autorizzare una concentrazione che l’Ufficio Federale dei Cartelli aveva bloccato. Sino ad ora (dal 1973) soltanto sei autorizzazioni sono state concesse dal Ministro e non sembra che esse abbiano dato luogo ai risultati positivi che erano attesi.
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Rainone, Alfonso. « Tra pubblico e privato. » Mnemosyne, no 2 (11 octobre 2018) : 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11963.

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Il contributo utilizza scritture di repertorio, carte d’archivio, ovvero testimonianze, racconti e scritti ufficiali in parte sconosciuti o dimenticati, oscillanti tra l’annotazione e il racconto, tra il pubblico e il privato, tra il detto e il non-detto, che riportano al di là e all’interno delle formule stereotipate e fisse delle registrazioni alcune noto autobiografiche. Si tratta in particolare di atti ufficiali, ma anche di testi, che afferiscono alla sfera del sé (glosse di tipo personale, pagine di almanacco), posti all’interno di registri, la cui lettura rende possibile la ricostruzione della storia di un individuo e della comunità di cui è membro.
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D'Urso, Donato. « La gestione dell'ordine pubblico dopo i fatti di Aigues-Mortes ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 260 (février 2011) : 511–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260009.

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L'eccidio di lavoratori emigrati avvenuto nell'agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella Francia meridionale, provocň accese proteste in molte cittŕ italiane. In alcuni casi le dimostrazioni popolari degenerarono in atti di violenza: i fatti piů gravi avvennero a Roma contro l'ambasciata francese e a Napoli. Le agitazioni colsero di sorpresa le autoritŕ che non seppero affrontare l'emergenza con misure adeguate. All'epoca, la polizia aveva un organico assai ridotto (5.000 uomini in tutt'Italia) cosicché, in aggiunta ai carabinieri, sovente bisognava chiedere l'intervento di reparti dell'esercito nei servizi di ordine pubblico. L'autore illustra quali misure adottarono i prefetti di Roma e di Napoli, ai quali spettava la responsabilitŕ del mantenimento dell'ordine. Le commissioni d'inchiesta giudicarono negativamente il loro operato e il governo puně i due alti funzionari per avere sottovalutato la situazione e utilizzato in modo inadeguato le forze di cui disponevano per soffocare i disordini. Lo studio reca in appendice il testo del rd. 5 gennaio 1899 che codifica in modo piů puntuale rispetto al passato le norme sull'impiego della truppa in servizio di pubblica sicurezza.
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Cammarosano, Paolo. « I notai nella cultura medievale italiana ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 719–36. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16907.

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L’autore spiega come l’importanza dei notai in ambito urbano (un ambito che dal punto di vista culturale era dal secolo XII dominante rispetto ai territori) fosse molto superiore alla loro presenza numerica, che ruotava intorno al 4% della popolazione cittadina. Questa importanza derivava dal fatto che l’intervento notarile era imprescindibile nella redazione sia degli atti privati che delle scritture delle pubbliche amministrazioni. Poiché l’ascesa al notariato era principalmente il fatto di maestri artigiani, così l’acquisizione della professione notarile era il vertice di una doppia mobilità sociale, dall’acquisizione della maestranza artigiana, partendo normalmente dal discepolato, al passo successivo del notariato. Imprescindibile per questo passo era la padronanza della lingua latina, unica ammessa alla scrittura. Da questa padronanza i notai potevano ascendere a ruoli pubblici importanti e alla confezione di opere letterarie e scientifiche, dove il loro peso fu molto superiore a quel 4%. L’autore illustra il paesaggio di queste scritture e dell’epoca d’oro degli anni 1240-1340 circa.
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Xella, Carla Maria, et Francesca Mosiello. « Chi ha paura dell'orco cattivo ? Lo stigma nella percezione sociale e nel lavoro trattamentale con l'autore di reato sessuale ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2021) : 21–33. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001003.

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Chi compie reati contro i minori è visto dall'opinione pubblica come un mostro, un "orco", nel migliore dei casi un malato incurabile che non ha niente a che fare con le persone "normali". L'odio per l'orco ha conseguenze molto gravi: impedisce di prendere atto della diffusione degli abusi sessuali nei circoli della fiducia (famiglia, scuola, associazionismo, sport, ecc.) contribuendo al negazionismo dell'abuso; ostacola l'attivazione di interventi efficaci, favorisce il diniego e la minimizzazione o l'adesione passiva allo stigma nei trattamenti.
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Facchini, Carla. « Mutamento sociale, mutamento dei servizi, competenze degli operatori e nuove sfide per l'universitŕ ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2013) : 123–42. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-004007.

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Résumé :
I profondi mutamenti in atto nella domanda sociale e nell'assetto dei servizi comportano una duplice sfida per il sistema universitario. Una prima sfida deriva dal ruolo crescente che hanno, per le professioni sociali formate dall'universitŕ, funzioni conoscitive, programmatorie, gestionali, organizzative e valutative. Per fornire le competenze necessarie a queste funzioni, l'universitŕ deve non solo ripensare la sua offerta formativa nelle lauree di base e in quelle specialistiche, ma anche proporre una adeguata formazione continua. La seconda sfida coinvolge l'universitŕ come sede centrale di ricerca scientifica: se vuole essere soggetto di attivazione sociale, l'universitŕ deve essere in grado di promuovere sistematicamente analisi e riflessioni sui mutamenti in atto sia nella domanda sociale e nell'assetto organizzativo dei servizi e delle politiche pubbliche, sia sulle stesse professioni sociali e sul rapporto tra competenze fornite e competenze richieste dal mercato del lavoro.
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Berlingieri, Fabrizia. « Prossimità, tempi e transizione. Due indirizzi progettuali per la citt&agrave ; ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 27–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12924.

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Résumé :
Una sfida centrale, tra quelle che le città affronteranno nel futuro post-pandemico, consisterà nel riconciliare la sfera dell'abitare individuale con quella collettiva agendo sull'ossatura degli spazi pubblici attraverso una consistente modificazione dei suoi modelli.In questa prospettiva, la riflessione che il contributo propone si concentra sul necessario ripensamento di una scala intermedia per il disegno degli spazi aperti, e su modalità di intervento sempre più caratterizzate da una permanente temporalità nelle dinamiche ditrasformazione dei sistemi urbani e metropolitani.Si tratta di pratiche discrete e incrementali all'interno di un orizzonte incerto, non solo per le conseguenze della pandemia in atto, che diventa oggi un referente costitutivo dell'azione progettuale.
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Carlucci, Fabio, Andrea Cirŕ et Carlo Migliardo. « Aree naturali protette e strumenti di analisi per la pianificazione degli investimenti ». SCIENZE REGIONALI, no 1 (mars 2012) : 93–116. http://dx.doi.org/10.3280/scre2012-001004.

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Résumé :
Il lavoro affronta l'ampia tematica dei sistemi di finanziamento delle aree protette. Prendendo spunto dalle politiche pubbliche messe in atto dall'Italia per la salvaguardia dei parchi naturali, si č cercato di valutare l'efficienza di un sistema di prezzi quale forma di finanziamento di tali siti. A tal fine, si č condotta un'analisi sulla disponibilitŕ a pagare dei potenziali visitatori di un parco situato in Sicilia, con il supporto di tecniche di tipo Contingent Valuation e l'applicazione di modelli di Stated Preferences per le indagini sulle caratteristiche socio-economiche e le preferenze individuali dell'attuale domanda eco-turistica.
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Beni, Paolo. « Crisi e politicitŕ della cittadinanza ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003002.

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Résumé :
I profondi processi di trasformazione economica, sociale e culturale che negli ultimi decenni hanno investito il nostro Paese stanno producendo negli individui una crescente difficoltŕ a riconoscersi nelle relazioni sociali e nella dimensione pubblica del vivere civile. Cambia la percezione di sé dei cittadini e delle cittadine, fino a provocare disaffezione e alienazione. Č in atto una sfida: fra la cittadinanza come pura iscrizione anagrafica che sopravvive come strumento di discriminazione dei non cittadini, e la cittadinanza come insieme dei diritti delle persone, con la loro dignitŕ e autonomia, con il loro sentimento di solidarietŕ e appartenenza a una comunitŕ politica. L'urgenza della storia marcia nella seconda direzione, verso un'evoluzione che corregga le discriminazioni prodotte dall'economia di mercato e ripristini la piena eguaglianza dei diritti civili, politici e sociali.
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Ott, Christine. « »Die Hölle ist das Unbewusste des Menschen von heute« ». Deutsches Dante-Jahrbuch 96, no 1 (24 septembre 2021) : 145–60. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2021-0028.

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Résumé :
Riassunto Viaggio terapeutico negli abissi del proprio inconscio e indagine tormentata sulla ›tragedia umana‹ del ventesimo secolo: Giorgio (György) Pressburger (1937 Budapest–2017 Trieste) pubblicò Nel regno oscuro (Bompiani 2008) come prima parte di una trilogia romanzesca che esibisce evidenti correspondenze strutturali e contenutistiche con la Commedia di Alighieri. La seconda e terza parte, Nella regione profonda e Nei boschi felici uscirono nel 2013 in un unico volume, intitolato Storia umana e inumana. Il contributo presente si propone di situare la modalità specifica con cui Pressburger recepisce Dante sullo sfondo dei concetti della ricezione creativa (»kreative Rezeption«, Peter Kuon), della rielaborazione (»Neubearbeitung«, Tabea Kretschmann) e della »Systemaktualisierung« (attualizzazione di un ›sistema‹ dantesco). Inoltre si propone di analizzare la strategia di autocommento messa in atto dall’autore nonché la riflessione, implicita nel testo, sul rapporto fra memoria individuale e culturale.
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Davide, Miriam. « Il peso delle obbligazioni nella documentazione notarile del centro-nord d’Italia ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 661–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16904.

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Résumé :
Il saggio prende in esame le diverse tipologie di contratti di obbligazioni presenti nella documentazione del Centro-Nord d’Italia nel quadro della normativa giuridica prodotta a partire dai formulari di Ranieri di Perugia, Salatiele e Zaccaria Martino, dove tali atti seguono a quelli tradizionali quali le vendite, le donazioni inter vivos o i testamenti. Gli atti di credito si presentano in modo simile dal momento che gli stessi criteri sono presenti ovunque con una sorta di canovaccio comune. Nella maggior parte delle città italiane i notai sono soliti scrivere i contratti di credito su vacchette, che contengono le informazioni principali relative al negozio direttamente davanti agli interessati trascrivendo poi in un secondo momento i medesimi atti in registri nei quali è proposta la versione estesa dei documenti. La scrittura della minuta contiene generalmente in modo sintetico tutte le clausole di garanzia; la successiva registrazione nel protocollo notarile è autentificata dal notaio e garantita dall’autorità pubblica. La pratica dell’uso dei quaderni di minuta è contemporanea all’aumento degli atti di credito e alla loro organizzazione nei formulari notarili. Saranno oggetto di approfondimento tra gli altri il mutuo semplice, il deposito, le vendite a credito, la soccida e le numerose tipologie di prestito dissimulato.
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Marazzini, Claudio. « Lingue : beni collettivi immateriali, che spesso, e per fortuna, si materializzano ». XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, no 1 (31 mars 2020) : 102–10. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3300.

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Résumé :
Il giorno 5 di ottobre del 2019 si sono celebrati a Udine i 100 anni della Società Filologica Friulana. Per l’occasione, il presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, è stato invitato a tenere una relazione, nel contesto di una serie di interventi rivolti al pubblico che gremiva il bellissimo Salone del Parlamento della Patria del Friuli. Gli atti della giornata saranno pubblicati nella gloriosa rivista “Ce fastu?”. Intanto, però, il prof. Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana, su richiesta del prof. Marazzini, ha permesso che questo intervento fosse anticipato in una pubblicazione dell’Accademia della Crusca. In questo modo si ribadisce il legame stretto tra le due Accademie, con l’auspicio di una collaborazione fattiva e fruttuosa.
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Morozzo della Roca, Paolo. « Gli effetti collaterali del reato di presenza irregolare ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (novembre 2009) : 129–42. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004008.

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Résumé :
1. Una riforma dannosa2. Ospedali e ambulatori: tutto come prima, ma con piů timore3. Gravidanze e atti di stato civile: non cambia nulla (a parte il matrimonio) ma attorno tutto č diverso4. L'utilizzo dei servizi pubblici5. Considerazioni sul trattamento penale del rapporto di lavoro con uno straniero irregolarmente soggiornante6. Un mondo di paure nel quale le istituzioni di "protezione" diventano nemiche
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da Empoli, Domenico. « Hommage à Maurice Allais * ». Journal of Public Finance and Public Choice 7, no 3 (1 octobre 1989) : 203–7. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344820.

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Résumé :
Abstract Dopo il conferimento a Maurice Allais del Premio Nobel 1988 per le scienze economiche, sono stati organizzati convegni e incontri di studio per approfondire e, anche, far corioscere ad un pubblico più vasto i contributi scientifici dell’economista francese.Uno di questi convegni, forse il più solenne (anche per la presenza del presidente del consiglio, Mr. Rocard, nonché di altre autorità) ha avuto luogo a Parigi nel marzo del 1989, presso il Grand Amphithâàtre de la Sorbonne.Gli atti di questo convegno sono stati pubblicati in un numero speciale degli Annales des Mines, intitolato « Hommage à Maurice Allais, Prix Nobel d’Economie 1988 ». Dalla breve rassegna di questo fascicolo emergono l’importanza delle tematiche studiate da Maurice Allais e l’originalità con cui egli le ha affrontate.
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Simone, Cristina, et Domenico Di Prisco. « Una blockchain europea per la gestione dei fondi strutturali europei : dallo scenario attuale ad una proposta implementativa ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 1 (novembre 2020) : 85–114. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds1-2020oa10027.

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Résumé :
Il presente lavoro si colloca in un filone di studi destinato ad acquisire sempre più importanza non solo nel dibattito accademico, ma anche in seno alle istituzioni politiche e più in generale nella società civile: il rapporto tra tecnologia e performance del settore pubblico.In particolare, il lavoro discute la proposta della creazione di una blockchain europea per la gestione dei Fondi Strutturali e presenta quindi un set di best practice a supporto della sua ideazione ed implementazione. Due sono i temi alla base del lavoro: 1. i preoccupanti rischi (quali quello di considerevoli  frodi) e le ben note e documentate inefficienze (quali ad esempio le scarse capacità d'impegno e  spesa dei fondi di alcune regioni europee) riscontrati sino ad oggi negli attuali sistemi di finanziamento pubblico, sia nazionale sia europeo, nel gestire e monitorare adeguatamente realtà molto complesse; e 2. le significative potenzialità offerte dalle emergenti tecnologie basate su algoritmi decisionali (di cui le blockchain sono espressione) nel poter risolvere efficacemente e sostenibilmente le suddette fragilità ed inefficienze.Dopo aver individuato e descritto le principali criticità degli attuali sistemi nazionale ed europeo di finanziamento pubblico, il lavoro definisce le principali caratteristiche di una blockchain atta a superare le attuali fallacie e ne discute i potenziali vantaggi applicativi soprattutto in termini di efficienza e trasparenza dei processi decisionali.  Sulla base di un'accurata analisi della letteratura esistente e di eloquenti case study relativi all'applicazione della blockchain nel settore pubblico, il lavoro propone quindi un utile set di best practice per l'implementazione di una blockchain europea, non trascurando tuttavia di segnalarne le potenziali criticità non solo e tanto legate alla fattibilità tecnologica quanto sul piano concettuale e dei giudizi di valore.
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Mario Cucciolla, Riccardo. « La perestrojka vista dall'Italia : le lettere degli italiani al segretario generale del Pcus, tra gorbymania e scetticismo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002009.

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Résumé :
La perestrojka rappresenta una stagione unica in termini di riforme, dibattiti aperti e mobilitazione dei cittadini dal basso. La stessa figura di Gorbacëv divenne molto popolare in quell'opinione pubblica occidentale che si rivolgeva al leader sovietico per chiedere un cambiamento politico, la pace e la conclusione della Guerra Fredda. In Italia, la "gorbymania" si manifestò in migliaia di lettere che politici, scienziati, artisti, ecclesiastici, accademici, o semplici cittadini inviavano al leader sovietico e alla moglie Raisa. La varietà di contenuti, di toni e di critiche furono caratteristiche delle lettere degli italiani. Incoraggiavano le svolte in politica estera, sostenevano il processo di rinnovamento del regime e ne condannavano apertamente i limiti. Il presente articolo vuole esaminare - attraverso le lettere inviate dall'Italia a Michail e Raisa Gorbacëv nel periodo 1988-1989 - la percezione e la risposta attiva degli italiani a quelle trasformazioni in atto in Urss, e offrire un livello analitico transnazionale delle relazioni italo-russe che andava oltre la dimensione istituzionale e coinvolgeva direttamente i singoli individui.
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Rolandi, Francesca. « Un trionfo mai richiesto ? Partecipazione politica femminile e rappresentazioni di genere nella stampa locale di Fiume e Susak dopo la Grande guerra ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 293 (août 2020) : 73–98. http://dx.doi.org/10.3280/ic2020-293003.

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Résumé :
La Grande guerra sconvolse non solo l'assetto geopolitico di una parte del continente europeo, ma anche le precedenti frontiere di genere e gli equilibri familiari. Le confinanti città di Fiume e di Susak si trovarono a vivere, dopo la fine del conflitto, una lunga transizione caratterizzata da instabilità amministrativa, insicurezza economica e tensioni politiche e nazionali, per poi essere inglobate, rispettivamente, nel Regno d'Italia e nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Focalizzandosi sulle fonti disponibili in lingua italiana e croata, l'articolo analizzerà il caso studio di un'area di frontiera per indagare la presenza femminile nella sfera pubblica, mettendo in luce sia la partecipazione politica legata alle diverse forme di suffragio in atto, che il tessuto dell'associazionismo, all'interno di organizzazioni politiche e filantropiche. Inoltre, per tracciare le reazioni al protagonismo femminile, verranno analizzate le rappresentazioni di genere presenti sugli organi di stampa locali, legati in massima parte alle maggiori fazioni politiche in lotta, e quasi esclusivamente dominati da voci maschili.
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Scevola, Cristiano. « Cambiare sguardo : l’esperienza del Comune di Milano per l’innovazione degli ambienti dell’apprendimento ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 310–19. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.407.

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Résumé :
Il Comune di Milano ha sempre manifestato grande attenzione alla “città educativa”, come una delle prime e più rilevanti espressioni della città di tutti. Oggi, il Comune di Milano dichiara, con atti di indirizzo politico, partecipazione ad attività di ricerca e pratiche gestionali, la sua volontà di promuovere il rinnovamento degli ambienti dell’apprendimento e la realizzazione di scuole che facciano incontrare in modo collaborativo le ragioni dell’architettura e della didattica. Questo nuovo sguardo è sintetizzato nel “Manifesto di Milano”. La concreta applicazione di questo approccio si ritrova nella progettazione di molte delle scuole in costruzione per iniziativa del Comune di Milano e nella pubblicazione di un avviso pubblico rivolto alle scuole cittadine del primo ciclo d’istruzione, che le chiama a un protagonismo progettante nella definizione dei propri spazi e dei propri percorsi educativi.
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Murdaca, Anna Maria. « Quali coordinate educativo-didattiche per l'insegnante di sostegno nell'ottica di una scuola innovativa ? Nuove piste di ricerca educativa per potenziare e valorizzare le complessit&agrave ; esist ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 186–97. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14575.

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Résumé :
Il ruolo degli insegnanti, e nello specifico, di quelli di sostegno è sempre più importante nei nuovi orizzonti e nelle nuove strategie volute dal PNRR in risposta alla crisi pandemica che ha investito ogni dimensione della vita pubblica e privata e che impone una nuova visione dei contesti di formazione che siano rispettosi di nuove esigenze di giustizia sociale e inclusione. In tale direzione, si muovono le riflessioni del presente contributo che punta la lente di ingrandimento su nuovi paradigmi funzionali atti a ridesignare una nuova consapevolezza etica che poggia su competenze larghe e informate che sono necessarie alla progettazione di contesti di apprendimento inclusivi.
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Mueller, Dennis C. « Parliamentary Systems in a Heterogeneous Society* ». Journal of Public Finance and Public Choice 10, no 2 (1 octobre 1992) : 119–36. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539482.

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Résumé :
Abstract Partendo dal presupposto che le politiche del governo sono una sorta di bene pubblico la cui offerta non creerebbe problemi nell’ipotesi in cui i cittadini avessero delle preferenze omogenee, l’autore affronta il tema dell’elaborazione di un insieme di istituzioni democratiche che consentano di soddisfare gli interessi dei cittadini in una società eterogenea.Dopo aver paragonato a questo fine, nei loro presupposti logici, il sistema bipartitico e quello multipartitico, il lavoro si concentra sull’individuazione di regole di voto alternative atte ad evitare i problemi connessi con le maggioranze cicliche.In particolare viene esaminata la procedura del voto attraverso il veto che, come la maggioranza semplice, tende a selezionare dei risultati che si collocano al centra della distribuzione delle proposte ma che presenta il vantaggio ulteriore di fornire a ciascun individuo l’incentivo a proporre degli esiti che tendono al centro della distribuzione dei punti ideali dell’elettore.
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Mattiato, Emmanuel. « Nuto Revelli : la ribellione come creazione. » Mnemosyne, no 5 (15 octobre 2018) : 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13503.

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Résumé :
Nuto Revelli scoprì le atrocità della Seconda guerra mondiale sul fronte orientale in quanto alpino. La sua carriera letteraria iniziò immediatamente dopo l’immane catastrofe della ritirata di Russia, nell’inverno 1943. I suoi primi testi sono chiaramente autobiografici e tornano sulla sua gioventù sotto il fascismo, a cui aderisce in un primo tempo prima di combatterlo senza pietà, impegnandosi nella Resistenza fin dall’8 settembre. Fino alla sua morte nel 2004, assistiamo ad una dilatazione della sua sfera analitica, ad un allargamento dall’io al noi. Dagli anni Sessanta i suoi scritti raccolgono le testimonianze orali dei « vinti », specialmente di chi non esiste più politicamente, che si tratti dei soldati caduti o dispersi di cui pubblica le lettere, della società contadina delle Langhe, delle donne migranti, e perfino di un prete ribelle e « giusto » che diviene, in uno degli ultimi libri di Revelli, il suo doppio. Mai Revelli, che definiva se stesso un mero « manovale della ricerca », si accontentò di riunire tali testimonianze secondo il metodo del reportage o dell’inchiesta sociologica, anzi concepì il proprio compito come un dialogo, un atto intersoggettivo : offrire a coloro che non hanno più voce un’occasione autobiografica, confrontando però la propria esperienza alla loro.
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Fuschi, Damiano. « LE RELAZIONI TRA I CITTADINI E LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ATTRAVERSO MEZZI ELETTRONICI. UN'ANALISI GIURIDICA COMPARATA ». Il Politico 254, no 1 (7 juin 2021) : 86–102. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.562.

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Lo scopo principale del presente lavoro è quello di individuare alcune delle criticità legate al diritto di accesso alle informazioni detenute dalle Pubbliche Amministrazioni, emerse con la diffusione dei mezzi di comunicazione elettronici. Nell'affrontare l'argomento, è importante anche definire cosa sia un documento informatico, in quanto tale concetto varia, in primo luogo, in relazione al grado di evoluzione tecnologica esistente e, in secondo luogo, non fa riferimento ad una categoria omogenea. Prendendo come esempio il contesto italiano, una descrizione di "documento informatico" è fornita dal Decreto Legislativo n. 82/2005 (Codice dell'Amministrazione Digitale), rappresentazione di fatti, atti o dati giuridici rilevanti".
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Zincone, Giovanna. « DUE VIE ALLA CITTADINANZA : IL MODELLO SOCIETARIO E IL MODELLO STATALISTA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 2 (août 1989) : 223–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012922.

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IntroduzioneQuando vogliamo classificare i sistemi politici democratici e li osserviamo in un ottica comparata, tendiamo spesso a sottovalutare quei tratti che più specificamente determinano condizioni di vita diverse per i loro cittadini. Guardiamo, ad esempio, più spesso alla configurazione degli organi decisionali, ai modelli di competizione e di alleanza tra le élites; mentre ci capita meno spesso di utilizzare come criterio di classificazione la possibilità, che può avere un individuo qualunque, di influenzare le decisioni pubbliche. Anche le ricerche sulla partecipazione, che dovrebbero studiare la politica dal punto di vista dei governati, osservano di solito i comportamenti di fatto e le variabili socioeconomiche di tali comportamenti, mentre trascurano i caratteri del sistema. E anche quando se ne occupano, individuano le condizioni giuridiche che permettono o incentivano gli atti di partecipazione (quali ad esempio l'estensione del suffragio, da una parte, o il voto obbligatorio dall'altra), ma non si preoccupano di quei profili delle istituzioni che rendono tali atti di partecipazione efficaci (ad esempio, il ruolo più o meno cruciale degli organismi elettivi rispetto ad altre arene decisionali).
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Ferrazza, Daniela. « Street Level Evaluation : un approccio innovativo allo studio delle politiche sociali ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mai 2010) : 75–95. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001005.

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Résumé :
La valutazione street level dei servizi sociali č un approccio particolare nello studio e nella valutazione dei servizi pubblici, che sta guadagnando sempre piů apprezzamento nelle comunitŕ professionali. Essa si basa sul presupposto che i burocrati street level, hanno un ruolo cruciale nella realizzazione di servizi sociali/progetti/politiche e stabilisce che tale ruolo, lungi dall'essere un ostacolo, č creativo e attivo. La formula della Street Level Evaluation comprende una tecnica di osservazione diretta, di un processo partecipativo di valutazione e una particolare attenzione per le strategie del professionista, in base al presupposto che le politiche sono qualcosa che la gente fa. Ci sono diversi fattori che siamo stati in grado di cogliere, grazie a questo approccio, e che riguardano essenzialmente quegli aspetti del lavoro sociale che non possono essere trovati nei documenti e nelle dichiarazioni. Prima di tutto, gli aspetti organizzativi per la divisione del lavoro informale che influenzano molto la qualitŕ del servizio. Inoltre, le strategie degli operatori sociali messe in atto per sostenere le richieste dei clienti evidenziano spesso l'uso di potere discrezionale da parte di tali lavoratori. Abbiamo considerato questa discrezionalitŕ come un "neutro" componente della politica e siamo stati in grado di chiarire come questo potrebbe contribuire a costruire un migliore disegno di valutazione.
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Bertone, Tarcisio. « I cattolici e la società pluralista, le “leggi imperfette” e la responsabilità dei legislatori ». Medicina e Morale 50, no 5 (31 octobre 2001) : 855–75. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.734.

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L’autore argomenta la riflessione intorno al seguente quesito: in quale misura un cittadino cattolico può accettare di partecipare all’elaborazione di una legge che non corrisponde esattamente alle sue convinzioni? Dopo avere passato in rassegna il dibattito attuale - che registra l’indubbio pluralismo della società odierna, in cui coesistono diverse correnti di pensiero che si fondano sui diritti dell’uomo e che si vedono costrette a patteggiare per elaborare le leggi e applicarle – vengono illustrate tre tipi di leggi ingiuste: 1. quelle che permettono la violazione di un diritto umano fondamentale; 2. quelle che stabiliscono una politica pubblica che violi un tale diritto; 3. quelle che istituzionalizzano degli atti intrinsecamente cattivi. Esclusa moralmente ogni cooperazione formale a dette leggi, davanti a esse possono essere eticamente giustificabili, a seconda dei casi, tre atteggiamenti: l’opposizione, la tolleranza, la cooperazione materiale. Tali prese di posizione sono argomentate nel prosieguo del contributo con esempi concreti.
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Tesoriere, Zeila. « Figure del contagio : dalle topografie mediche al contact tracing ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 152–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10258.

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Il tracciamento del contagio è fra le più efficaci forme di difesa dal coronavirus attuate oggi a scala planetaria. Si tratta di una pratica che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dal pensiero architettonico sullo spazio delle epidemie negli ultimi due secoli. Il rapporto fra la diffusione delle malattie e le forme del costruito è stato individuato attraverso le mappature tematiche, che hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento e sono ancora oggi in continua evoluzione. A partire dalle topografie mediche comparse per la prima volta in Francia, interpolate con le intuizioni di J. Snow sulla base delle mappe da lui elaborate nello stesso periodo in Inghilterra, si tracciano i modi di formazione di un regime di sapere teso fra sorveglianza e azione, che nel corso del Novecento ha progettato la riforma profonda dei tipi architettonici e del paesaggio urbano e che oggi evolve differentemente attraverso i sistemi dinamici, digitali e locativi del contact tracing usati per la pandemia in corso. Queste figure del contagio sono qui rilette in rapporto alle loro principali implicazioni progettuali, basandosi su un corpus di documenti grafici originali ed inediti. Estesa alla condizione in atto, una lettura comparativa del rapporto fra descrizioni spazializzate della diffusione dei virus e innovazioni nel progetto e nei modi di abitare, conduce ad alcune riflessioni conclusive relative all’architettura degli edifici e degli spazi pubblici del nostro prossimo futuro intra-pandemico.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Roberta Minacori. « La contraccezione d’emergenza ». Medicina e Morale 50, no 1 (28 février 2001) : 11–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.715.

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Con la locuzione “contraccezione d’emergenza”, detta anche “contraccezione postcoitale”, si indica un insieme di pratiche a cui si fa ricorso dopo un rapporto sessuale presunto fecondante allo scopo di impedire la prosecuzione di una gravidanza, qualora questa sia già iniziata. La recente commercializzazione in Italia della pillola “Norlevo”, ha riacceso un dibattito, aperto già da tempo in ambito internazionale, dove sono in atto da parte di vari enti strategie, finora poco riuscite, per la diffusione di tali mezzi soprattutto in alcune categorie quali le adolescenti o le donne vittime di violenze. Dopo aver descritto i vari prodotti e protocolli in uso a tale scopo, alla luce dei dati riscontrati nella letteratura internazionale, le Autrici hanno messo in evidenza come, nonostante sia possibile un effetto inibente l’ovulazione, in realtà in larga parte - nel 70-100% dei casi - il meccanismo di azione di questi prodotti è abortivo e non contraccettivo. Essi impediscono, infatti, la continuazione della gravidanza, attraverso l’azione sul corpo luteo, sulla tuba e, in particolare, sull’endometrio: tre effetti che interferiscono con la fase post- fertilizzazione, quindi con lo sviluppo dell’embrione, già presente se il rapporto è stato fecondo. Infine, le Autrici evidenziano la manipolazione semantica operata sia in ambiti scientifici sia in ambiti istituzionali per migliorare l’accettabilità da parte dell’opinione pubblica, da cui la necessità di dare alle donne delle informazioni chiare e obiettive sul reale meccanismo d’azione di questi prodotti rispetto all’eventuale instaurarsi di una gravidanza.
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Onelli, Corinna. « Tradurre, leggere, scrivere il Satyricon di Petronio nel Seicento ». Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 juillet 2020) : 109–35. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.63246.

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Résumé :
L’articolo prende in esame un manoscritto seicentesco (Ang) recante la traduzione in italiano del Satyricon di Petronio, opera dell’Antichità celebre per i suoi contenuti osceni. La traduzione è anonima e si ipotizza di origine settentrionale (Venezia?). Ang non è autografo e probabilmente rappresenta una pubblicazione clandestina. Il confronto sistematico del testo di Ang con le edizioni del Satyricon (in latino), pubblicate fra Cinque e Seicento, ha mostrato come l’autore della traduzione fosse del tutto alieno da preoccupazioni di natura filologica. Quest’ultimo mostra tuttavia una buona padronanza dell’italiano letterario. Il copista che ha materialmente redatto Ang, più che verosimilmente su commissione, rivela invece di non padroneggiare pienamente la norma dello scritto. Inoltre, la punteggiatura, l’organizzazione del testo, così come il particolare uso del richiamo, suggeriscono che Ang possa essere stato espressamente realizzato per essere letto ad alta voce. Il testo della traduzione, così come trasmesso da Ang, contiene delle glosse esplicative atte a delucidare il testo petroniano e, soprattutto, l’italiano originariamente impiegato dal traduttore, chiosato in una varietà meno letteraria (talvolta addirittura ricorrendo al dialetto – di area perugina). Questa complessa stratificazione testuale prova l’effettiva circolazione della traduzione attraverso l’Italia così come il suo progressivo adattarsi ad un pubblico sempre meno esigente.
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Signorini, Lia. « Memorie del 150° dell'Unitŕ d'Italia : attivitŕ editoriale e iniziative per la celebrazione ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 397–468. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132014.

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Résumé :
La bibliografia del centocinquantesimo anniversario dell'unificazione d'Italia č molto vasta. Un gran quantitŕ di iniziative culturali si sono aggiunte all'attivitŕ pubblicistica: itinerari storici, mostre e convegni, documentate da atti, video ed immagini disponibili sul web. I siti internet sono stati ampiamente presi in considerazione ed essi rappresentano un'enorme banca dati, facilmente consultabile. A dispetto delle precedenti celebrazioni in occasione del cinquantesimo e centesimo, questo anniversario pone particolare attenzione alle rievocazioni storiche. L'obiettivo di tale rassegna č di raccogliere e suddividere la vasta ed eterogenea produzione letteraria classificandola secondo differenti argomenti. Questa retrospettiva riflette l'interpretazione del processo di unificazione fatto da esperti, dal Comitato garante delle celebrazioni e anche dall'opinione pubblica, sottolineando problemi e tematiche ancora aperte. La prima sessione raccoglie i contributi a carattere generale, relativi al periodo pre e post unificazione. Un paragrafo raccoglie le piů rilevanti figure del Risorgimento. In seguito il lettore trova quei contributi che riportano tematiche specifiche, statistiche, economia e cartografia storica. Ai luoghi della memoria, nella loro doppia dimensione fisica e di memoria, č dedicata una sessione speciale.
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Spina, Luciano. « Il "codice rosso" e la tutela della vittima minorenne ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (septembre 2020) : 144–58. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001015.

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Résumé :
La violenza domestica e quella di genere costituiscono un grave fenomeno che non si esaurisce all'emergenza di un periodo limitato di tempo, ma rappresenta piuttosto un dato di carattere cronico a livello mondiale. Con il c.d. "codice rosso" sono stati approntati ulteriori strumenti normativi, oltre a quelli già esistenti, che mirano alla realizzazione tempestiva di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela delle vittime dei reati di violenza, che presuppongono l'obbligo di audizione della vittima da parte del pubblico ministero nei tre giorni dalla denuncia. Quella della vittima minorenne rappresenta però una peculiare posizione, posto che vengono in rilevo esigenze di tutela in materia civile e segretezza degli atti dell'indagine penale, che richiedono un coordinamento tra diverse autorità giudiziarie e i diversi operatori psico-sociali coinvolti, talvolta difficile da realizzare anche per la poca chiarezza dei riferimenti normativi. È richiesto quindi un approccio interdisciplinare e una particolare specializzazione degli operatori nel sapersi relazionare al minore, in modo da evitare che la gestione del processo possa costituire un danno ulteriore, con conseguente vittimizzazione secondaria. In particolare, occorre ridurre le audizioni al minimo necessario, privilegiando lo strumento dell'incidente probatorio, unica prova in senso tecnico utilizzabile anche nelle successive fasi del giudizio, che deve essere effettuato in modo scrupoloso, con la collaborazione di professionisti che siano effettivamente formati ed esperti in materia.
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Zuffa, Grazia. « Droga e riduzione del danno. Da pilastro sociosanitario a modello alternativo di politiche pubbliche ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2010) : 46–60. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002005.

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Résumé :
La fine č nota. Con la sentenza resa il 4 novembre 2009 nel processo per il sequestro Abu Omar, il Tribunale monocratico di Milano ha condannato numerosi funzionari della CIA, mentre ha ritenuto sussistente la speciale causa di improcedibilitŕ costituita dall'opposizione del segreto di Stato per la maggior parte degli imputati italiani e in particolare per il direttore del SISMI, gen. Nicolň Pollari. Per la veritŕ č noto anche tutto il resto, compreso ciň che č segreto. Gli atti "segreti" furono infatti legittimamente acquisiti al procedimento e vi sono rimasti per lunghi anni; essi sono stati posti a base di provvedimenti cautelari, messi a disposizione delle parti private che ne hanno estratto copia, trasmessi alle piů diverse autoritŕ interne e internazionali, infine posti a fondamento di fasi interamente pubbliche del processo. Come conseguenza di ciň le informazioni "segrete" sono rinvenibili in internet. Eppure per la Presidenza del Consiglio (e purtroppo anche per la Corte costituzionale) esse sono ancora "segrete" e dunque non utilizzabili. Come si č potuto consumare un simile paradosso? Vi č di piů. Escluse le prove relative a notizie segrete, il giudice č giunto alla conclusione che quelle residue consentissero la condanna degli operativi del Servizio statunitense, ma non degli agenti italiani. Cosě, il segreto opposto a tutela dei rapporti tra il Servizio italiano e quello statunitense ha ottenuto l'effetto esattamente contrario, rafforzando l'immagine di inaffidabilitŕ dell'alleato italiano. L'ispettore Clouseau non avrebbe saputo far meglio.
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Carrieri, Mimmo, Giovanni Pino, Caterina Valeria Sgrò, Fabio Paolucci et Silvia Mancini. « Lo sciopero generale dopo la delibera n. 3/134 del 2003 ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 174 (septembre 2022) : 275–93. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2022-174005.

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L'articolo si propone di ricostruire il percorso attraverso il quale la Commissione di garanzia ha analizzato il fenomeno del cosiddetto sciopero "general", partendo dagli interrogativi ini-ziali che hanno condotto l'Autorità ad adottare la delibera n. 3/134, in un'ottica di contempe-ramento tra l'esigenza delle organizzazioni sindacali di proclamare una manifestazione di pro-testa che potesse coinvolgere tutti i settori pubblici e privati, come individuati dall'art. 1 della l. 146 del 1990 e s.m.i., con la necessità di salvaguardare le prestazioni indispensabili a tutela dei diritti dei cittadini utenti, di cui la legge stessa si fa analogamente garante. Tuttavia, il mutare del panorama sindacale e della natura stessa dello sciopero "generale", sempre meno utilizzato dalle Confederazioni, è divenuto strumento di pressione che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, ha consentito a sigle sindacali di insediamento limitato di produrre un "effetto annuncio" il più delle volte inversamente proporzionale all'effettivo dato percentuale di adesione. L'intensificarsi di tale fenomeno ha indotto, dunque, la Commissione di garanzia ad un riesa-me delle regole esistenti all'esito del quale, pur nell'ambito nella disciplina di riferimento, è stato possibile individuare nuovi strumenti atti a consentire all'Autorità una "percezio-ne/misurazione" quanto più possibile corrispondente alla reale partecipazione dei lavoratori allo sciopero "generale".
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Anzieu, Didier. « Ciò che può e non può il gruppo ». GRUPPI, no 2 (octobre 2021) : 15–27. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa2-2020oa12578.

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Presentiamo la traduzione di un testo di Anzieu del 1984, pubblicato nel libro di Kaës Le travail de l'inconscient. In questo testo Anzieu tocca molti aspetti della psicoanalisi di gruppo del suo tempo e ciò permette di cogliere le evoluzioni teoriche e tecniche di questa disciplina. Il saggio si apre con una breve introduzione di Kaës, che evidenzia come il metodo definisce in negativo ciò che non può conoscere, riconoscere e quindi trasformare: proprio questa è la chiave di lettura per approcciarsi e comprendere l'intero scritto. Anzieu apre il testo prendendo in esame l'interazione tra i partecipanti del gruppo, il conduttore e l'osservatore: in base al livello evolutivo il gruppo può reagire con vissuti persecutori o depressivi. I terapeuti devono far attenzione a non idealizzare il gruppo come oggetto totale onnipotente o parziale feticistico, e a non cadere quindi nell'illusione che il gruppo può tutto. L'autore prosegue parlando di diverse tecniche di conduzione di gruppo e delineando possibili scenari interattivi, spesso persecutori e conflittuali, che i gruppi stessi e i loro conduttori mettono inconsciamente in atto con e/o verso le istituzioni in cui sono inseriti. Le istituzioni, a loro volta, posso determinare e condizionare l'esistenza stessa dei gruppi e dei loro destini. Per l'autore diventa fondamentale la creazione temporanea di uno spazio transizionale in cui costruire un apparato psichico gruppale, intermedio tra quello individuale e quello istituzionale, che renda possibile la simbolizzazione, la catarsi e la perlaborazione dei conflitti vissuti tra terapeuta-gruppo-istituzione.
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Zanon, Vittorio. « Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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La Notte, Alessandra, et Luca Frappiccini. « Come strutturare un sistema di contabilitŕ ambientale per il territorio e gli enti locali. Una proposta di integrazione fra il sistema CLEAR e l'approccio NAMEA ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (avril 2010) : 87–107. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003005.

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Résumé :
Negli ultimi decenni il concetto di contabilitŕ ambientale ha attraversato un notevole sviluppo dal punto di vista teorico, applicativo e nelle possibili utilizzazioni. Al momento presente da una parte, a livello macroeconomico, gli uffici statistici nazionali e comunitari assieme ad organizzazioni internazionali hanno lavorato ad un sistema di conti integrati economico-ambientali (SEEA) che ‘completa' attraverso conti satellite il sistema di contabilitŕ nazionale. Dall'altra parte iniziative locali, come Agenda 21, coordinate anche da organizzazioni internazionali, come ICLEI, hanno avviato una serie di sperimentazioni che introducono la rendicontazione sull'ambiente negli enti pubblici locali. Si tratta di due sistemi diversi che operano a diversi livelli instituzionali. Ci si chiede quindi se č possibile ed utile trovare fra essi un punto di incontro. Puň essere utile perchč, da una parte, a scala sub-regionale una contabilitŕ ambientale del territorio č del tutto assente e, dall'altra, sarebbe di aiuto una rigorosa base metodologica per la rendicontazione ambientale degli enti locali. Tale impostazione diventa possibile nel momento in cui si fa una chiara distinzione fra i moduli contabili veri e propri e gli indicatori da inserire nei documenti atti alla comunicazione. In questo lavoro si propone un sistema di integrazione fra i conti integrati economico- ambientali (SEEA) e il bilancio ambientale diffuso in molti comuni e province italiani (CLEAR). Nello specifico si presenta una possibile integrazione fra i dati NAMEA- emissioni in atmosfera e rifiuti e alcuni indicatori dei conti fisici CLEAR nella Provincia di Torino.
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