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Thèses sur le sujet « Attività di impresa »

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1

DE, PAOLI AMBROSI ROBERTA. « LA SUCCESSIONE NELL¿ATTIVITÀ DI IMPRESA. ANALISI COMPARATA E INDAGINE SULLA (PRESUNTA) ESTRANEITÀ DELLA CAUSA SOCIETATIS AL FENOMENO SUCCESSORIO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/265785.

Texte intégral
Résumé :
The scope of this work is to provide a comparative analysis on the relationship between the Law of Successions and Corporate Law. In each legal system the Law of Succession and the Corporate Law goals diverge. The Law of Successions is focused on transfer and divide among all of his/her heirs the estate that a testator has acquired during his or her life. In contrast, Corporate Law concerns the concentration. The research takes into account the crucial role that family firms played in European area. In particular, family firms contribute significantly in the economic growing implying long-term stability. First, this thesis considers as a priority for European Union the fact that citizens must be able to organise in advance their succession, in particular with respect to mortis causa successions in a context of their increasing mobility. To show whether and how Corporate law diverges to the law of succession, I analyse some fixed limits to one’s testamentary freedom as the prohibition of testamentary contract/agreement (“patti successori”) or as the right to a compulsory portion. England legal system embraces the rule of the testamentary freedom. In contrast, French and the Italian legal system establish the prohibition of testamentary contract/agreement (“patti successori”), in addition to the right to a compulsory portion rule of restriction. However the French legal system enacted in 2001 and 2006 two reforms, which implied a significant deviation from these rules. The study of these limitations helped the research about the provisions under the articles of association because there are a number of ways in which company law and inheritance law can work together, though Company Law must not constitute the way to evade Succession Law.
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2

NARDUCCI, FRANCESCA. « La sospensione dell'attività d'impresa in Italia : l'incontro tra l'azione punitiva e l'intervento cautelare dell'ordinamento per il ripristino del lavoro legale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43653.

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Résumé :
Muovendo dalla concezione del lavoro in Italia, nell'Unione Europea e nell'OIL, l'elaborato si propone di individuare le ragioni storico-giuridiche su cui si fonda un istituto "innovativo" quale è la sospensione dell'attività d'impresa;ne analizza l'evoluzione normativa e ne illustra la vigente disciplina, mettendo in risalto gli strumenti che l'ordinamento pone a suo presidio, nonchè le politiche di scelta legislativa ad esso sottese.
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3

Gullace, Fabio. « Attività politica delle imprese ICT : il problema della neutralità della rete ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5005/.

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4

CALVI, FABIO. « Attività di imprese multinazionali e rispetto dei diritti umani : profili di diritto internazionale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2019. http://hdl.handle.net/11571/1242226.

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Résumé :
La Tesi di Dottorato ha approfondito l’interazione tra l’attività di imprese multinazionali ed il rispetto dei diritti umani, inquadrata dalla comunità internazionale nel settore Business and Human Rights. Negli ultimi decenni, si è assistito ad un allargamento della sfera di applicazione dei diritti umani, posto che il rispetto degli stessi viene oggi richiesto non solo nel rapporto tra Stato ed individuo ma anche nell’ambito delle attività economiche e, più direttamente, della condotta delle imprese che ne sono gli attori fondamentali. Al fine di un’esaustiva trattazione del tema, la Tesi ha in primo luogo affrontato il tema della natura delle imprese multinazionali in quanto attori dell’ordinamento internazionale, tentando di chiarire se, nello scenario attuale ed alla luce di autorevoli opinioni dottrinali, esse possano considerarsi come enti dotati di personalità internazionale. La Tesi ha evidenziato come il diritto internazionale odierno, a differenza di quello classico, che era essenzialmente un diritto tra Stati e per gli Stati, si interessi sempre più ai rapporti economici a livello globale, regionale e locale, sia pubblici sia privati, posto che gli stessi sono in grado di influenzare significativamente la tutela dei diritti fondamentali della persona umana. Come conseguenza, la dottrina ad oggi discute circa la possibilità di riconoscere una personalità giuridica internazionale in capo alle imprese multinazionali. Sul tema, si è dato conto di opinioni contrastanti. In linea generale, gli autori a favore sostengono che tali imprese abbiano ormai acquisito una tale influenza da poter fattivamente condizionare i processi normativo sia degli stati di appartenenza sia di quelli in cui si trovino ad operare. In particolare, secondo tale corrente dottrinale, riconoscere la personalità internazionale delle imprese consentirebbe di sottomettere le stesse alle norme internazionali in tema di diritti umani. Gli autori avversi a tale riconoscimento, attestano invece l’assenza in capo alle multinazionali delle prerogative sovrane tipiche di uno Stato e di un potere legittimo che consenta loro di imporsi giuridicamente su altri soggetti. Inoltre, le stesse non costituirebbero enti unitari, essendo composte da un complesso di società nazionali disciplinate dal diritto interno dello Stato di appartenenza. In aggiunta, gli accordi stipulati dalle stesse non potrebbero qualificarsi come internazionali ed i rispettivi codici di condotta interni non godono di effetti vincolanti. In conclusione, si è sostenuta la possibilità di riconoscere in capo alle imprese multinazionali una personalità internazionale derivata, per cui l’attribuzione di obblighi a tali soggetti economici sarebbe possibile solo tramite l’intermediazione statale. Successivamente, si sono esposte le sinergie ravvisabili tra le imprese multinazionali ed il corpus internazionale dei diritti umani. In particolare, si sono poste in rilievo le caratteristiche del corpus internazionale dei diritti umani e si è valutata l’opportunità di utilizzo dello stesso per disciplinare la condotta e le attività delle imprese multinazionali. In tal senso, tramite l’analisi della dottrina e della giurisprudenza, nazionali ed internazionali, si sono evidenziate posizioni tanto favorevoli quanto contrarie.
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5

Nesta, Federica Giudiana <1992&gt. « LA NOTTE DELLA TARANTA 2018 : analisi delle fasi di progettazione e delle attività di realizzazione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13756.

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Résumé :
Dalla comoda poltrona del palchetto centrale di un teatro alla totale immersione in un bagno di folla della piazza dal tetto stellato, troviamo lo spettatore pronto ad assistere a differenti e variegati spettacoli di danza, musica, prosa e lirica. Il suo spirito critico spontaneamente giudica la percezione, il suo impatto emotivo, valutando l’intera prestazione di ciò che ha visto. Ma cosa si cela dietro le quinte? Quali sono le fila che vengono mosse per poter mettere in piedi lo spettacolo? Quali sono le figure, le competenze richieste e i sostentamenti necessari per dar vita ad una evento dal vivo? A queste domande e a molto altro si cerca una risposta attraverso l’analisi del caso studio de La Notte della Taranta, edizione 2018: evento di musica popolare che da oltre 20 anni porta in vita la tradizione dei balli e dei canti della terra Salentina.
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6

Panciera, Veronica <1990&gt. « Analisi dell'impatto economico delle attività culturali : il caso della mostra di Leger a Venezia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5121.

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Résumé :
In questa tesi è svolta un'analisi della letteratura sulla valutazione della performance delle istituzioni culturali e poi è analizzata la metodologia dell'impatto economico delle attività culturali (effetto diretto, indiretto e indotto). In seguito a questa'analisi si propone la stima dell'impatto economico diretto della mostra di Leger svoltasi a Venezia dall'8 febbraio al 2 Giugno 2014.
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7

Pavan, Samuele <1994&gt. « L’outsourcing assicurativo Analisi dello scenario normativo per l’esternalizzazione delle attività da parte di imprese di assicurazione ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14114.

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Résumé :
La tesi si prefissa l'obiettivo di esaminare il contesto normativo che deve essere rispettato dalle imprese di assicurazione (o riassicurazione) che vogliano avvalersi di soggetti esterni (service provider) per lo svolgimento di alcune delle proprie attività tenendo presente che l'attività assicurativa non è libera ma regolata da una corposa normativa di settore che coinvolge anche questo aspetto. Nel corso dell'analisi particolare attenzione sarà dedicata alle novità apportate dalla direttiva Sovency II al Codice delle Assicurazioni Private (testo che fornisce le linee guida in materia di legislazione assicurativa) e al nuovo regolamento IVASS 38/2018 che contiene le indicazioni normative puntuali sul tema dell'outsourcing assicurativo.
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8

Bombonati, Sofia <1995&gt. « Le attività artigianali creative e il rapporto con la mobilità turistica : il caso di Ferrara ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19108.

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Résumé :
La natura dell’artigianato coinvolge diversi saperi e tradizioni tramandati da maestri capaci di realizzare prodotti autentici, unici e inevitabilmente legati al territorio, poiché sono differenziati da una forte componente culturale in grado di trasmettere al consumatore il valore di queste piccole realtà imprenditoriali. La ricerca ha come obiettivo l’analisi del settore artigianato legato alla creazione dell’offerta turistica della destinazione e segue il progetto europeo S.LI.DES rivolto allo sviluppo sostenibile turistico attraverso varie azioni, quali la promozione del patrimonio tangibile e intangibile. L'indagine è stata condotta utilizzando congiuntamente metodologie di diverso tipo per esplorare il fenomeno dell’imprenditoria artigiana, approfondendo il grado collaborazione all’interno della rete di impresa e il valore turistico generato.
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9

Polito, Martina <1988&gt. « OPEN INNOVATION E GLOBALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI R&S : il caso delle multinazionali occidentali in Cina ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4587.

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Résumé :
L’innovazione è elemento determinate e imperativo strategico per il successo delle aziende che, di fronte al sempre più esteso ed inarrestabile processo di globalizzazione, all’affermarsi sulla scena economica di nuovi colossi quali Cina e India e alla crescente importanza delle tecnologie, sono obbligate a mantenere elevati standard qualitativi e a ricercare costantemente la novità. In questa tesi mi sono occupata di approfondire, mediante un’ampia rassegna teorica, la comprensione su due temi molto attuali legati all’attività innovativa delle imprese: l’open innovation e la globalizzazione delle attività di R&S. Il paradigma dell’open innovation supera il tradizionale modello "chiuso" dell'innovazione, in cui sono le imprese stesse a generare e sviluppare le proprie idee, asserendo che, per rafforzare la loro competitività, le aziende devono aprire le porte a know-how e conoscenze di attori esterni a livello locale, nazionale e internazionale. Accanto a questa strategia innovativa un’altra si sta facendo strada e sta assumendo una importanza rilevante, si tratta dell’offshoring della R&S. Le multinazionali sono le principali protagoniste di questo fenomeno poiché riescono a gestire efficacemente attività innovative all’estero tramite le proprie sussidiarie. Sempre più spesso, inoltre, gli investimenti in ricerca vengono indirizzati verso Paesi emergenti sollevando questioni importanti legate agli spillover di conoscenza e soprattutto alla protezione della proprietà intellettuale che risulta assai complessa in questi regimi con deboli legislazioni in tale materia. I suddetti filoni di letteratura: apertura e globalizzazione dell’innovazione, costituiscono la ratio della successiva ricerca empirica che ho condotto con l’obbiettivo di approfondire la conoscenza riguardo ai comportamenti adottati dalle imprese occidentali in Cina. In particolare ho analizzato le fonti di conoscenza, distinguendo in dimensione organizzativa e dimensione geografica, per le multinazionali europee e statunitensi nel settore di semiconduttori che hanno prodotto innovazione attraverso attività di R&S nel “Paese del Drago”. Tramite lo studio dei documenti brevettuali registrati dalle suddette imprese presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) ho voluto dare risposta alle seguenti domande chiave: le fonti di conoscenza sono state sviluppate dalla stessa multinazionale che ha localizzato l’attività di R&S in Cina o piuttosto l’azienda fa riferimento a tecnologie passate sviluppate da altri? La tecnologia/conoscenza prodotta viene successivamente impiegata dalla multinazionale stessa o prevale l’utilizzazione da parte di altre imprese? Lo sviluppo della tecnologia da parte delle multinazionali avviene sulla base di conoscenze pregresse e risultati scientifici cinesi, di altri Paesi o dei Paesi di origine delle imprese? Quali Paesi sfruttano poi l’opportunità di apprendimento legata all’innovazione che le multinazionali occidentali hanno realizzano in Cina?
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Rossi, Ludovica <1992&gt. « Le fondazioni di origine bancaria per il settore arte, attività e beni culturali : analisi della Fondazione Friuli ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13691.

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Résumé :
L'elaborato intende indagare ed analizzare il ruolo concreto e fattivo che la Fondazione Friuli ha saputo svolgere e svolge tutt'ora nel territorio friulano al fine di promuovere e valorizzare l'Arte e la cultura in esso presenti.
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Ferracin, Fabrizio <1991&gt. « Sostenibilità e attività d’impresa – Un’analisi sulla sostenibilità nelle imprese partendo dai principi dello Shared Value e dalla classificazione di RobecoSAM ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11715.

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Résumé :
Il tema della sostenibilità in ambito aziendale è stato sempre molto discusso e proprio in questo contesto Michael Porter e Mark Kramer [2011] hanno introdotto il concetto di Shared Value. I due autori hanno presentato il valore condiviso come uno strumento utile affinché le imprese possano perseguire politiche di sostenibilità senza sacrificare il proprio business, una concezione in cui dalla sostenibilità le imprese possono trovare la chiave per un successo maggiore. Scopo di questo lavoro è quello di approfondire tale concetto. Nel primo Capitolo verrà introdotta la visione tradizionale di impresa e la sua evoluzione partendo da Zingales [2000]. Nel corso del secondo Capitolo verranno introdotte le numerose teorie esistenti nell’ambito della sostenibilità d’impresa, come la CSR, e saranno presentati gli esempi che esistono oggi nel mondo delle imprese. Il terzo Capitolo sarà dedicato interamente al concetto introdotto da Porter e Kramer [2011]. Il quarto Capitolo introdurrà le differenti modalità di misurazione della sostenibilità e delle performance sostenibili, mostrando i differenti strumenti creati nel tentativo di misurare le performance non finanziarie assieme a quelle finanziarie. Il quinto Capitolo sarà invece dedicato all’analisi empirica, con lo scopo di approfondire la discussione che vede contrapporsi le performance economico-finanziarie a quelle socio-ambientali. L’intenzione è quella di verificare se politiche sostenibili impattino positivamente o negativamente sul business o se invece non abbiano alcun effetto significativo. Inoltre si cercherà di verificare se, come sostenuto dallo Shared Value, la sostenibilità non danneggi il business e possa invece divenire una fonte di crescita e successo.
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Barbaro, Federica <1995&gt. « L'artigianato artistico tipico e tradizionale veneziano tra Cultural and Creative Industries e patrimonio culturale intangibile : un'ipotesi di mappatura e un focus sulle attività di promozione e valorizzazione dell'artigianato sul territorio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18664.

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Résumé :
Uno degli obiettivi della presente tesi è quello di dare una definizione, rispettivamente di patrimonio culturale intangibile e di Industrie Culturali e Creative (denominate ICC), in modo tale da comprendere come le attività relative all'artigianato artistico, tipico e tradizionale si collochino a cavallo tra questi due mondi, che non solo presentano punti in comune, ma che in certi casi finiscono per diventare facce della stessa medaglia. Viene così approfondito da un lato, il modo in cui l'artigianato rappresenti un eccellente veicolo di trasmissione di tutti quei saperi, tramandati di generazione in generazione, che costituiscono il patrimonio immateriale di un popolo. Dall'altro lato, come l'artigianato possa essere considerato un'attività competitiva sul mercato, che ha tra l'altro trovato collocazione nel recentissimo settore delle cultural and creative industries. Inoltre, inserendosi la tesi nell'ambito del progetto S.LI.DES., finanziato dall'Unione Europea, è stata costruita (all'interno del secondo capitolo) un'ipotesi di mappatura con l'intento di individuare, descrivere e classificare tutte quelle attività sul territorio veneziano riconducibili all'artigianato artistico, tipico e tradizionale, nonché alle industrie culturali e creative. Infine, nell'ambito del terzo capitolo il focus si è concentrato sull'importanza delle attività di valorizzazione per la promozione dell'artigianato sul territorio veneziano, con l'individuazione di alcuni casi di studio. E' stata sviluppata un'intervista semi-strutturata da somministrare ad i soggetti di nostro interesse, affinché potessero parlare della loro esperienza nell'organizzazione di attività di promozione dell'artigianato, nonché dare un parere sul destino e l'importanza di tali attività, in seguito all'epidemia di Covid19.
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Gareggio, Anna <1995&gt. « Le opportunità per i giovani talenti del mondo coreutico : costruzione di un database e analisi del Corso di perfezionamento professionale attivato da Padova Danza ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18799.

Texte intégral
Résumé :
Il MiBACT, tramite la Direzione generale Spettacolo, incentiva le scuole di danza a intraprendere percorsi destinati al perfezionamento professionale degli allievi erogando contributi per progetti triennali. La seguente ricerca prende in esame il l’iniziativa attivata dall’Associazione Padova Danza ed è volta a definire e comprendere il beneficio che il progetto porta ai giovani talenti che desiderano intraprendere una carriera nel mondo coreutico. Attraverso la creazione di un database è stata svolta un’analisi della metodologia formativa, delle opportunità offerte e dei più importanti risultati ottenuti dai partecipanti al programma.
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Mascitti, Marina <1970&gt. « Dal Ruling di Standard Internazionale agli Accordi Preventivi per le imprese con attività internazionale. Il tax ruling italiano tra contesto europeo e profili sovranazionali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8954/1/Mascitti_Marina_Tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Ripercorrere l’evoluzione domestica del “Ruling Internazionale”, dall’ormai abrogato articolo 8, D.L. n. 269/2003, fino agli “Accordi Preventivi per le imprese con attività internazionale”, di cui al nuovo articolo 31-ter del D.P.R. n. 600 del 1973, ha significato prendere atto, contestualmente, del mutato scenario internazionale rispetto alle problematicità sollevate dai c.d tax rulings opachi.
Follow the domestic evolution of the "International Ruling", from the now repealed article 8, D.L. n. 269/2003, up to the "Preventive Agreements for companies with international activities", of the new article 31-ter, D.P.R. n. 600/1973, has meant to take note, at the same time, the international change of attitude towards non-transparent rulings.
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Uggeri, Stefano <1993&gt. « Web Marketing per le PMI inserite nel mercato dell’Editoria Caso studio Casa Editrice Gilgamesh Edizioni : l’utilizzo di strumenti web (Sito Internet, E-mail Marketing, Facebook Ads) per la comunicazione, promozione e vendita delle attività aziendali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15709.

Texte intégral
Résumé :
Lo studio parte dal presupposto che il mercato economico moderno deve approcciarsi o quanto meno interagire con il mondo digitale, un mondo che comprende nella nostra accezione Internet, le app, i social network e tutti gli strumenti che utilizzano delle piattaforme che viaggiano online e non offline come gli strumenti tradizionalmente utilizzati per l’economia, il marketing, la finanza e tutte quei settori che inizialmente nascevano, si sviluppavano e crescevano senza l’utilizzo delle piattaforme online. Questo studio non vuole sminuire o bistrattare le tecniche e le azioni che caratterizzano, e hanno caratterizzato, il mercato economico moderno ma tenta di cercare soluzioni utili e alternativi per piccole aziende in modo che esse riescano a crearsi il loro spazio e andando a intercettare il loro target di riferimento andando ad attivare processi e strumenti che vivono nel mondo online in modo da sperimentare nuove soluzioni e ricercare di garantire una presenza costante, affidabile e valida nei loro settori di competenza. Il mercato al quale questo studio si riferisce è il mercato dell’editoria, un settore culturalmente molto interessante, che si affianca ai mercati culturali come musei e teatri. L’interesse verso questa materia proviene dalle esperienze personali provate negli ultimi anni in ambito personale, intendendo quindi passioni e aspirazioni personali, oltre che risalenti dalle esperienze lavorative maturate nell’ultimo periodo. Le esperienze maturate infatti sono state svolte presso aziende e imprese che sono inserite attivamente nel mercato editoriale. Le esperienze e conoscenze personali e il percorso di studi intrapreso in Economia e gestione dell’arte e delle attività culturali (EGArt) ad attivare un interesse verso la materia e il mercato in questione orientato non più verso il lato dell’utente che mi ha contraddistinto per tutta la vita, ma cercare di osservare il mercato e l’ambiente editoriale dal lato delle persone e delle aziende interessate a fare business.
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CALO', ERNESTO DARIO. « Networked marketing. L'Italia dell'e-commerce tra produzione e consumo. Un focus sui sistemi fiduciari attivati dalla Rete ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1367143.

Texte intégral
Résumé :
Il 29 ottobre 2019 Internet ha compiuto cinquanta anni. Cinquanta anni densi di profondi cambiamenti, tecnologici, economici, sociali, nell'arco dei quali molti muri, reali o metaforici, sono stati abbattuti. La società interconnessa è oggi stimolata da una maggiore opportunità di partecipazione su più fronti della vita sociale, nel momento in cui ogni individuo può curare le proprie identità e relazioni anche all'interno di spazi virtuali. Le pratiche di acquisto e di consumo continuano a inscriversi tra le dimensioni dell’espressione simbolica, divenendo ancor più veicolo di comunicazione delle diversità e del-le appartenenze. Lungo questi cinquanta anni si è assistito alla nascita di una nuova consapevolezza insinuatasi nella coscienza di un consumatore sempre più empowered. La centralità che assume il prosumer nell'era digitale dell’intelligenza collettiva è stata annunciata a gran voce in molteplici circostanze, talvolta a ragion veduta, talaltra con qualche riserva di interpretazione. Un’occasione fra le più emblematiche è stata senza dubbio quella in cui la copertina del Time del 2006 ha decretato “You” persona dell’anno, aggiungendo: «Yes, you. You control the Information Age. Welcome to your world». La proliferazione di innumerevoli forme di produzione “dal basso” non ha fatto altro che accelerare un processo di progressiva ricalibratura degli equilibri di potere informazionale e comunicazionale, invitando le imprese ad aprire le porte delle proprie “stanze dei bottoni”, e ad avviare e coltivare un dialogo continuo con i consumatori fondato sui princìpi lungimiranti dell’apprendimento collaborativo e della co-creazione di valore. Se i mercati possono oggi es-sere considerati a buon diritto delle conversazioni, come recita la prima tesi del Cluetrain Manifesto, lo si deve indubbiamente anche a Internet e allo sviluppo del Web 2.0. La capacità di aggregazione sociale sviluppatasi per mezzo di queste tecnologie risulta, infatti, una valida alternativa ai modi tradizionali con cui si contrasta una minacciosa deriva individualistica. I social network, le community online, le tribù di consumo, i sistemi di recensioni, sono solo alcuni esempi che dimostrano quanto la Rete sia terreno fertile per la predisposizione di scambi di valore tra persone, non soltanto di natura transazionale. Rispetto a ciò, l’impresa ha il compito di rimodulare le proprie politiche e strategie di (inter)azione, ponendo una volta per tutte il fattore umano al centro della propria visione. La ricerca proattiva di nuove opportunità di crescita tramite la ridefinizione di modelli di business superati è alla base di una concezione dinamica del fare impresa, una concezione riformista che, se perseguita, può condurre l’imprenditore verso il successo di domani. Lo stesso Schumpeter ne esaltava in questi termini la potenza creatrice, sottolineando il ruolo attivo-interpretativo dell’uomo d’impresa visionario (che quando smette di rincorrere l’innovazione diventa mero gestore). L’odierna partita tra miopia e lungimiranza si gioca principalmente sull'abilità delle imprese di promuovere e assecondare la co-evoluzione di domanda e offerta, nonché sulla capacità di scorgere gli innumerevoli vantaggi di una più evidente prossimità di intenti fra le parti. Partendo da queste premesse, nel presente lavoro ci si chiede quanto sia matura questa concezione inclusiva dello scambio volta alla mutua soddisfazione delle parti, e quali siano i segnali evidenti di questa consapevolezza reciproca. Ancora, come può il consumatore attivo in-scriversi puntualmente nelle dinamiche di partecipazione e co-creazione di valore e beneficiare di accurati processi di decision-making facilitati dalla “saggezza della folla”? Come cambia il customer journey di fronte alle molteplici rotte dell’omnicanalità? Come può l’impresa avvalersi di una nuova sintonia con il consumatore per accrescere la sua capacità di innovazione e di fine tuning? In quali casi si riesce a giungere alla capitalizzazione di strategie win-win? Quali sono i principali ostacoli e le sfide manageriali che le imprese devono affronta-re per collocarsi sapientemente nei fiorenti mercati dell’e-commerce? Quali sono i possibili re-troscena di un cyberspazio che si vuole democratico? La maturità dei tempi di rilevazione e la rilevanza dei fenomeni in parola sono giustificate dall'interpretazione di fonti secondarie che restituiscono una condizione di particolare fermento sociale nel processo di crescente appropriazione (consapevole) di quegli spazi virtuali che oggigiorno arricchiscono la dieta mediale del fruitore (oggi creatore e consumatore) medio. In-fatti, stando ad alcuni fra gli ultimi dati disponibili, tra nuove pratiche d’uso e una ridefinizione di vecchi concetti legati al digital divide, gli utenti della Rete sono oggi oltre 4,3 miliardi, con un tasso di penetrazione del 56% (dato che si attesta attorno al 90% nelle regioni occidentali) e un tasso di crescita annuale pari all’8,2%. Ulteriori trend particolarmente significativi riguardano l’utilizzo di connessioni da mobile e la diffusione dei social media latamente intesi. Gli scambi di natura commerciale in ambito globale costituiscono un giro d’affari pari a 3,5 migliaia di miliardi di dollari (2019), destinati a diventare circa 4,9 entro il 2021. Focalizzando l’attenzione sul contesto italiano, si parla di 54,8 milioni di netizen (pari al 92% della popolazione), con una crescita annuale del 27%. Il 75% di loro ha acquistato prodotti o servizi online, un dato che lievita a circa il 90% se si considerano anche coloro i quali si sono serviti della Rete anche solo come supporto alla scelta e alla raccolta di informazioni. Nel complesso, il volume d’affari generato dagli utenti italiani è pari a 41,5 miliardi di euro (2018, +18% rispetto al 2017). Per approfondire alcuni aspetti legati all'influenza del framing della Rete nell'orientamento di atteggiamenti e comportamenti, si è scelto di avviare una web survey sulle «pratiche di acquisto online e sistemi di recensioni». La somministrazione del questionario ha permesso di raggiungere un campione di 1.157 intervistati. Tra questi, il 90,7% ha dichiarato di effettuare acquisti online ogni mese (con le dovute differenze che intercorrono in un continuum tra utenti sporadici e frequentatori assidui). Dopo uno sguardo più analitico alle specifiche settoriali che animano con diversa intensità la dimensione legata alle abitudini di acquisto e consumo nazionali, si è proceduto a raccoglie-re le dichiarazioni attorno al mondo dei sistemi di recensioni, alla loro utilità, al loro peso nelle scelte individuali, ecc. Infine, con un maggior grado di sintesi rispetto ai singoli aspetti indagati, attraverso una cluster analysis su base fattoriale è stato possibile identificare cinque differenti profili: tecno-entusiasti della fisica sociale (35,3%), eterodiretti per tradizione (21%), autodiretti (18,2%), pragmatici del risparmio (15,8%) ed esclusi (9,7%). Un ulteriore livello di analisi è stato predisposto per l’osservazione diretta (non mediata da dichiarazioni soggettive, passibili di «desiderabilità sociale» e/o altre distorsioni tipiche di al-cune tecniche e strumenti metodologici) delle principali dinamiche soggiacenti l’aggregazione di comportamenti individuali nei sistemi di recensioni. Il fine ultimo è stato verificare l’ipotesi di un “comportamento vettoriale” specifico, potendo individuare una direzione, un’intensità e un verso di tale aggregazione. Nel fare ciò si è scelto di registrare la variazione (ai tempi t0, t1 e t2, relativi rispettivamente al 10 dicembre 2018, al 10 febbraio 2019 e al 10 aprile 2019) del punteggio medio e del numero di recensioni di 444 annunci di prodotti/servizi afferenti ai tre casi studio Amazon, Airbnb e TheFork. Tra i risultati emersi vi è la constatazione di un effetto San Matteo (Matthew effect), qui interpretato come una spirale del consenso, che presenta un moto inerziale specifico, in grado di riprodurre e mantenere costanti con una certa dose di fedeltà le proprietà che regolano l’andamento del fenomeno aggregativo nel tempo. Ciò sembra confermare la rilevanza dei circuiti comunicativo-informazionali peer-to-peer dell’intelligenza collettiva (una rilevanza assolutamente valida anche per il mondo della produzione), creando al contempo nuovi interrogativi sulla natura e sulla “bontà” dei processi decisionali degli individui (e delle imprese), in una prospettiva ancora più evidente di co-costruzione del senso comune.
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PETRINI, Maria Celeste. « IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE : ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Résumé :
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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FORMICONI, Cristina. « LÈD : Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Résumé :
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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RECCHI, Simonetta. « THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Résumé :
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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