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Furlan, Enrico, Corrado Viafora, Nadia Oprandi et Sabrina Cipolletta. « Creare e coordinare una rete regionale di comitati etici per la pratica clinica. Risultati e lezioni apprese da uno studio qualitativo svolto in Veneto / Establishing and coordinating a regional network of healthcare ethics committees. Findings and lessons learnt from a qualitative research in the Veneto Region (Italy) ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 11–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.564.

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Résumé :
Mentre i comitati etici per la ricerca sono diffusi in tutta Italia, comitati etici esclusivamente dedicati alla pratica clinica sono piuttosto rari. Un’eccezione significativa è costituita dalla Regione Veneto, ove il governo regionale ha promosso fin dal 2004 la creazione di una rete di oltre 20 comitati etici per la pratica clinica (CEPC), al servizio di una popolazione di circa 5 milioni di abitanti. Questa notevole esperienza, tuttavia, non era stata finora studiata. Per colmare tale lacuna, sono stati progettati e realizzati quattro focus group (FG), al fine di indagare le opinioni di componenti esperti di questa tipologia di comitati, relativamente al modo in cui operano, alla rilevanza del lavoro svolto dai CEPC e ai bisogni da soddisfare per migliorare la qualità del servizio. L’analisi qualitativa di quanto emerso dai FG ha portato all’identificazione di tre temi principali, che sono presentati e discussi, vista la rilevanza che potrebbero avere per simili reti: 1) una dicotomia tra la rilevanza dei CEPC, sperimentata dai componenti dei comitati stessi, e lo scetticismo che circonda questi organismi; 2) una mancanza di omogeneità tra comitati, sia in merito alla loro attività principale, sia rispetto al loro rapporto con la direzione e al modo in cui sono selezionati i componenti; 3) la consapevolezza che i CEPC hanno bisogno di coordinamento e supporto. Dopo aver proposto un’interpretazione di questi temi, vengono offerte alcune raccomandazioni alle istituzioni sanitarie che volessero istituire una rete di CEPC che contribuisca a radicare e rafforzare la riflessione etica all’interno del mondo sanitario. ---------- While research ethics committees (RECs) are well established and widespread all over Italy, self-standing healthcare ethics committees (HECs) are relatively rare. A notable exception is the Veneto Region, where the Regional Government has promoted the creation of a network of over 20 HECs since 2004, serving a population of approximately 5 million inhabitants. This remarkable undertaking has not, however, been studied yet. To fill this gap, four focus groups (FGs) have been designed and carried out to investigate the opinions of expert HEC members as to the way HECs operate, the relevance of the work performed by the committees, and their most important needs in order to improve the quality of the services they provide. The qualitative content analysis has led to the identification of three main recurrent themes, which are presented and critically discussed, since they may be relevant for similar networks: 1) a dichotomy between the perceived importance of the ethics committee by HEC members and the widespread scepticism or indifference among healthcare professionals; 2) a lack of homogeneity among committees, as to their main activity, their relationship with the management of the hosting institution, and the way HEC members are recruited; 3) the awareness that these HECs need stronger coordination and support. After proposing an interpretation of these main themes, we conclude by giving recommendations to healthcare institutions wishing to set up a network of HECs with the aim of rooting and straightening ethical reflection within the healthcare setting.
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Massimo Belardinelli. « Portare la scuola a casa : L’esperienza di Didattica a Distanza del I° Circolo didattico “S. Filippo” di Città di Castello ». IUL Research 1, no 1 (24 juillet 2020) : 167–75. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.52.

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La direzione didattica “San Filippo” di Città di Castello comprende 6 plessi di scuola dell’infanzia e 6 plessi di scuola primaria posti in due comuni dell’Alto Tevere Umbro. A partire dal 3 marzo 2020, a causa dell’emergenza sanitaria, ha riprogrammato le proprie attività didattiche in modalità a distanza che hanno permesso di mantenere la continuità didattica con il 95% degli alunni. In questi mesi di distanziamento sociale è aumentata inoltre l’interazione con le famiglie, e sono state sperimentate modalità di supporto agli alunni in difficoltà con attività di recupero a distanza.
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Amaddeo, F., M. Bacigalupi, G. de Girolamo, W. Di Munzio, A. Lora et D. Semisa. « Strutture del Dipartimento di Salute Mentale ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S2 (août 1998) : 31–36. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000721.

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Résumé :
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) comprende tutti i presidi psichiatrici pubblici, ospedalieri ed extraospedalieri per adulti, gestisce tutte le attività concernenti la tutela della salute mentale per adulti esistenti nel territorio di competenza e possiede un organico pluriprofessionale a direzione unica. Può comprendere o meno le attività di neuropsichiatria infantile, anche se é auspicabile che le comprenda.II DSM comprende le seguenti unità organizzative:1.Centra di Salute Mentale (CSM)2.Ambulatorio3.Servizio psichiatrico di diagnosi e cura (SPDC)4.Day Hospital (DH)5.Centra Diurno (CD)6.Strutture Residenziali
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Santalucia, Giuseppe. « I rapporti tra Direzione nazionale antimafia e uffici di procura in una recente delibera del Csm ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 5 (décembre 2011) : 208–14. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005014.

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Chiamato - in modo in veritŕ inusuale - a risolvere l'impasse sorta a seguito del diniego della Procura distrettuale di Palermo di soddisfare la richiesta della Procura nazionale antimafia di copia degli atti delle indagini relative alla cd. trattativa Stato-mafia, il Csm mostra di non avere dubbi. Il procuratore nazionale ha diritto di ottenere dai procuratori distrettuali copia degli atti d'indagine, al di lŕ dell'esistenza del segreto investigativo, e ciň per la decisiva ragione che, in difetto, non potrebbe esercitare le funzioni di impulso e coordinamento delle indagini che gli competono e, a fortiori, il potere di avocazione per accertata violazione dei doveri di coordinamento. Le cautele di un tempo sono accantonate, i poteri del procuratore nazionale sono ricostruiti nel modo piů ampio anche a dispetto di qualche non trascurabile forzatura, non suscitano piů timore i rischi di una interpretazione "espansionistica" degli stessi. Ma un approfondimento sulle ricadute istituzionali di questo orientamento non sarebbe inutile...
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Fellegara, Anna Maria, Veronica Tibiletti et Pier Luigi Marchini. « La disclosure sulla corporate governance nei gruppi, strumento di tutela di interessi diffusi. Un'analisi critica nel contesto italiano ». FINANCIAL REPORTING, no 1 (février 2011) : 9–35. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-001002.

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Nella normativa nazionale, il concetto di gruppo aziendale non è precisamente definito. Di conseguenza, il riconoscimento dei confini di gruppo non è sempre immediato, il che può implicare difficoltà nell'individuazione delle responsabilità delle scelte economiche assunte al suo interno. Tale circostanza può danneggiare gli interessi dei soci di minoranza. Con riferimento a questi temi, in Italia sono state introdotte regole volte a rendere maggiormente trasparenti gli assetti proprietari nei gruppi aziendali. Gli autori si propongono di analizzare qualità ed efficacia della comunicazione in tema didei gruppi aziendali, con particolare riferimento agli effetti prodotti dalla normativa in materia di direzione e coordinamento di società.
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Francesco Bragagni. « Ripensare la crescita delle istituzioni scolastiche tramite l’attività negoziale ». IUL Research 3, no 5 (19 juin 2022) : 198–207. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.283.

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L’attività negoziale delle istituzioni scolastiche è quasi sempre immaginata come un mezzo obbligato per raggiungere il fine della sopravvivenza delle scuole in termini di mero funzionamento. La programmazione degli acquisti a medio termine e un’efficace attività di coordinamento con il territorio possono portare a risultati insperati quanto al riconoscimento del peso delle istituzioni dell’istruzione nel quadro complessivo degli enti pubblici.
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Mayntz, Renate. « La teoria dellagovernance:sfide e prospettive ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no 1 (avril 1999) : 3–21. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026472.

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IntroduzioneQuesto articolo tratta dello sviluppo e della successiva evoluzione della teoria dellagovernance, la cui origine va rintracciata nell'analisi delle attività intraprese dalle autorità politiche nel tentativo di modellare le strutture e i processi socioeconomici. In Germania il termine in uso èSteuerungstheorie[teoria della direzione] (Mayntz 1987). La parola inglesegovernanceè stata per lungo tempo equiparata agoverning, l'elemento processuale del governare, rappresentando così la prospettiva complementare rispetto a quella istituzionale negli studi dedicati al governo. In altre parole,governancevenne utilizzato approssimativamente quale sinonimo dipolitische Steuerung[direzione politica].
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del Gobbo, Giovanna. « I professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112007.

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La riconversione e riorganizzazione dei processi economici (greening) e una dif-fusa responsabilità, anche individuale, rispetto all'ambiente e al territorio nella direzione di una "green society" oltre che della "green economy" sembrano poter aprire un potenziale mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione alla sostenibilità ambientale. Le unità professionali operanti in attività di educazione, formazione e sensibilizzazione ambientale ad oggi sono varie. Le attività sono svolte, per lo più, da figure operanti in ambiti e settori diversi (public utilities, turismo, servizi culturali, escursionismo, tutela del patrimonio ambientale, agricoltura, educazione e istruzione, ecc.) vanno a definire una famiglia dai contorni indistinti, senza una univoca definizione di ruoli, aree di attività, competenze e percorsi for-mativi. Il presente contributo intende offrire uno sguardo introduttivo su un pro-blema che richiede necessariamente un approccio sistemico e sollecita la riflessione pedagogica sull'ambiente ad una interlocuzione più forte e mirata con il mercato del lavoro a garanzia di processi di professionalizzazione la cui utilità sociale ed economica sembra indiscutibile.
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M. Caldarera, Angela, Chiara Baietto, Alessandro Zangari et Damiana Massara. « La disforia di genere in età evolutiva : la presa in carico a sostegno del benessere psicologico ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 153–65. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003016.

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La Legge 164 del 1982 regola la transizione di genere in Italia, e riconosce il diritto alla presa in carico presso il Ssn. A partire dagli anni Duemila, presso i centri specializzati è iniziata la richiesta di presa in carico dei soggetti minorenni e delle loro famiglie. L'Osservatorio Nazionale sull'Identità di Genere (Onig1) ha costituito un coordinamento dei Centri dedicati a bambini e adolescenti, e ha definito i principi di base della presa in carico sulla base dell'esperienza maturata, delle linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health (Wpath, 2012) e dell'Endocrine Society (Hembree, 2011). La presa in carico prevede un percorso multidisciplinare integrato in fasi successive (psicologico, neuropsichiatrico, endocrinologico) che riguarda i minorenni e le loro famiglie; può comportare, in casi accuratamente selezionati, l'utilizzo di bloccanti dello sviluppo ormonale puberale, e, dopo i 16 anni, di ormoni sessuali che possano trasformare il corpo nella direzione del genere percepito. La natura degli interventi medici solleva delicate questioni di carattere bioetico, in relazione, per esempio, alla competenza dei ragazzi a dare il consenso/assenso in ambiti tanto complessi.
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De Vivo, Paola, et Ornella Fasano. « Diseguaglianza sociale e povertà educativa : un modello di intervento ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 81–90. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001008.

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L'articolo analizza il tema delle diseguaglianze sociali concentrandosi sul fenomeno della povertà educativa. La prima parte si pone come obiettivo di approfondire l'argomento dal punto di vista concettuale, indagandone prima la sfera definitoria, poi le misure d'intervento sul piano nazionale e sociale, soffermandosi inoltre sull'attivazione delle reti comunitarie nel-la lotta alla povertà educativa a partire dall'istituzione di un Fondo governativo rivolto al suo contrasto. Nella seconda parte si indaga su uno studio di caso che riguarda, nello specifico, l'analisi delle attività e i risultati ottenuti nell'ambito del progetto «Le 4C: Connessione, Cre-scita inclusiva, Cura, Capitale umano», che si sta realizzando in un comune dell'hinterland napoletano. Ciò che emerge è che la rete che si è costruita tra i partner e territorialmente ha innalzato i livelli di coordinamento tra tutti gli agenti educativi, facilitando i processi di inclusione, favorendo una cultura del benessere del minore e rafforzando allo stesso tempo il ruo-lo genitoriale.
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D’Isanto, Flavia, et Giuseppe Festa. « Analisi dell'efficacia e miglioramento continuo nei programmi di screening oncologico - il caso di studio del distretto socio-sanitario 19 Lusciano dell'ASL Caserta ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 1 (novembre 2020) : 109–26. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-001006.

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Résumé :
Nell'organizzazione e nella gestione dei servizi sanitari finalizzati a offrire cura per le malattie neoplastiche un contributo sempre più decisivo deriva dai programmi di screening oncologico a fini di prevenzione. Ormai qualificati come essenziali obiettivi di salute a livello ministeriale, i risultati dei programmi di screening oncologico in Italia, a livello territoriale, sono determinati, nell'ambito dell'ASL, dalla confluenza di azioni definite a livello centralizzato (Direzione Sanitaria Aziendale) e dai singoli Direttori dei Distretti Sociosanitari di riferimento. Nello studio che segue si propone quale perimetro d'indagine quello del Distretto Sociosanitario 19 Lusciano dell'ASL Caserta. Tramite rilevamento degli obiettivi, mappatura delle attività e verifica dei risultati si è proceduto a un'analisi sistematica di valutazione dei programmi di screening oncologico nel 2018, ricavando da tale indagine una metodologia applicativa, in linea con il "Ciclo di Deming", allo scopo di perseguire un miglioramento continuo della gestione degli obiettivi di salute e dei programmi di screening oncologico sul territorio.
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Gaspani, Fabio. « Il ricevimento negli high-end hotel : complessità e discrezionalità nei processi di lavoro ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2020) : 36–60. http://dx.doi.org/10.3280/so2020-002002.

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Focalizzandosi sul segmento elevato del settore alberghiero, l'articolo indaga le dimensioni della complessità e della discrezionalità nei processi lavorativi che interessano gli addetti al ricevimento del reparto front office. Tali aspetti vengono esaminati in relazione ai contenuti tangibili e intangibili del lavoro. I dati provengono da un'osservazione partecipante nel corso della quale l'autore ha assunto il ruolo di receptionist front line in due hotel nella città di Milano. L'attenzione sulle pratiche di lavoro permette di esplorare le caratteristiche del servizio in contesti che richiedono elevati standard di qualità, consentendo altresì di fare emergere la pluralità di competenze richieste al personale. Il contributo mette in luce come i processi di lavoro in cui sono impegnate figure non apicali nella gerarchia organizzativa possono presentare un considerevole livello di complessità. Nello specifico, questa dimensione richiama la numerosità delle mansioni e la variabilità delle situazioni di servizio, lo svolgimento integrato di compiti tangibili e intangibili, la necessità di coordinamento, la velocità di esecuzione delle attività e la loro frammentazione. In aggiunta, gli aspetti dell'anticipazione e della personalizzazione, così come la gestione di problemi o imprevisti, implicano gradi di discrezionalità variabili in relazione a diverse componenti del servizio. Le riflessioni sviluppate attraverso lo studio degli high-end hotel consentono una maggiore comprensione delle caratteristiche del lavoro a contatto con i clienti nelle organizzazioni dei servizi che operano nella fascia superiore del mercato.
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Bartole, Sergio. « SCIENZA POLITICA E DIRITTO : COMMENTO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no 1 (avril 1991) : 129–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009849.

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IntroduzioneL'invito a intervenire sull'importante contributo di Leonardo Morlino (1989) mi consente di ritornare su un argomento — quello dei rapporti fra la scienza politica e la scienza del diritto costituzionale — cui ho già dedicato in altre occasioni una qualche riflessione (1985, 1986). Debbo confessare di guardare con un po’ di invidia all'iniziativa che Morlino ha preso di tracciare una sorta di bilancio dello stato della sua disciplina. Sono, in effetti, convinto che molto spesso gli studi di diritto costituzionale stiano procedendo senza una precisa consapevolezza della direzione da prendere, delle manchevolezza che li connotano e delle risposte di ordine scientifico che da essi si attendono: mancano adeguate meditazioni di ordine teorico e metodologico, e troppo spesso contributi monografici e saggistici nascono in obbedienza a quella che Morlino chiama una «logica esterna», e quindi senza una seria attenzione alla «logica interna» alla disciplina ed alle connesse preoccupazioni di ordine sistematico. Né vale rispondere che le preoccupazioni metodologiche e teoriche rappresentano fughe in avanti rispetto all'analisi e considerazione dei problemi concreti, di fronte ai quali soltanto ha senso proporre questioni di teoria e metodo, che, se formulate in astratto, restano nel limbo delle pie dichiarazioni di intenti, senza trovare adeguato riscontro nella attività pratica di ricerca. La mancanza di un bagaglio metodologico e teorico solo in apparenza allevia le fatiche del viaggiatore e, in realtà, lo obbliga a rifare il punto astronomico ad ogni giro di strada, anche al di là delle normali e corrette esigenze di una responsabile autocritica e di un doveroso autocontrollo.
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DI PASQUALE, GIOVANNI. « CARLO SANTINI (direzione e coordinamento), IDA MASTROROSA, ANTONINO ZUMBO (a cura di), Letteratura scientifica e tecnica di Grecia e Roma, Roma, Carocci, 2003, 604 pp., ISBN 88-430-2142-7, € 40,00. » Nuncius 18, no 2 (2003) : 872–74. http://dx.doi.org/10.1163/182539103x00279.

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DI PASQUALE, GIOVANNI. « CARLO SANTINI (direzione e coordinamento), IDA MASTROROSA, ANTONINO ZUMBO (a cura di), Letteratura scientifica e tecnica di Grecia e Roma, Roma, Carocci, 2003, 604 pp., ISBN 88-430-2142-7, € 40,00. » Nuncius 18, no 2 (1 janvier 2003) : 872–74. http://dx.doi.org/10.1163/221058703x00273.

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Arrieta, Juan Ignacio, et Artur Miziński. « Prałatury personalne i ich relacje do struktur terytorialnych ». Prawo Kanoniczne 43, no 3-4 (10 décembre 2000) : 85–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2000.43.3-4.04.

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Résumé :
L’abituale rapportarsi tra i vescovi messi a capo delle distinte Chiese particolari o coetus fidelium deve considerarsi un normale esercizio del loro ministero episcopale, e rientra nello spirito di collegialità e nella reciproca sollicitudo che ogni vescovo deve coltivare verso la missione affidata singolarmente agli altri confratelli. Tali rapporti assumono una rilevanza particolare nel caso di strutture complementari, poiché i fedeli ai quali rivolgono la loro attività pastorale sono necessariamente fedeli di una Chiesa particolare. Avendo l’organizzazione delle comunità e la determinazione delle funzioni episcopali un prevalente carattere territoriale, pare giustificato far ricorso alle strutture personali soltanto davanti alla necessità di sviluppare una coerente attenzione pastorale in settori che in altro modo rimarrebbero insufficientemente coperti. In realtà, il rapporto tra strutture gerarchiche è indissociabile dal rapporto tra le rispettive funzioni episcopali о le relative missioni canoniche, allo stesso modo come il discorso sulla „communio ecclesiarum” è parallelo a quello sulla sacramentalità dell’episcopato. Questo tipo di rapporto avviene, principalmente, per una doppia ragione. Da una prospettiva di fatto, a causa della natura non statica delle comunità di fedeli, che interpellano in continuazione diverse giurisdizioni e missioni episcopali. Ma soprattutto, il rapporto tra strutture ha luogo a causa della natura stessa della funzione episcopale, essenzialmente aperta agli altri colleghi nell’episcopato. E noto ehe le Prelature personali sono state ideate lungo i dibatti dei decr. Presbyterorum ordinis (n. 10). Per una migliore distribuzione del clero o per la realizzazione di speciali iniziative pastorali la Santa Sede puo stabilire „speciales dioceses vel praelature personales”. II can. 297 CIC rappresenta l’unica norma соdiciale che fa cenno al raccordo tra queste strutture. II precetto rinvia agli statuti di ogni prelatura per indicare il modo di allacciare tali rapporti, stabilendo comunque un principio generale: al vescovo diocesano spetta il diritto di dare il proprio consenso perché l’attività pastorale di una prelatura personale possa avviarsi nella diocesi. Oltre a queste considerazioni generali, la normativa canonica lascia agli statuti ogni ulteriore determinazione dei rapporti tra il vescovo diocesano e la prelatura. La missio canonica del prelato è determinata negli statuti della prelatura, i quali, a loro volta, nel circoscrivere l’ambito della discrezionalità del prelato, delineano contemporaneamente il rapporto con la legislazione del territorio. Lesercizio della giurisdizione da parte del prelato personale tiene conto dell’appartenenza simultanea dei propri fedeli laici alla comunità territoriale, ecclesiologicamente primaria e teologicamente diversa rispetto dell’appartenenza alla prelatura. Tuttavia, la prelatura personale, come la Chiesa locale, è struttura gerarchica autonoma, i cui rapporti con le Chiese particolari si pongono su un piano di coerenza con il rispettivo compito ecclesiale. La competenza delle due giurisdizioni sulle stesse persone postula, di conseguenza, un qualche coordinamento о intesa fra funzioni episcopali. Perciò, come capita con le altre circoscrizioni personali, le norme speciali di ogni prelatura - 1’atto pontificio di erezione o gli statuti - dovranno delineare quale sarà il modo di rapportarsi ambedue le giurisdizioni, se in forma cumulativa, sussidiaria о com-plementare. Infine si può dire che i rapporti tra la prelatura e le strutture territoriali rientrano in buona misura nei seguenti criteri generali: a) primo, la normale sottomissione nel contesto della comunione ecclesiale dell’attività della prelatura alla legislazione territoriale emanata dall’autorità competente che, a volte, sarà quella del vescovo diocesano, e altre volte, invece, quella della conferenza episcopale; b) secondo, il fatto che la prelatura rappresenta una struttura giurisdizionale, episcopale, autonoma, che deve agire in funzione delle finalità pastorali prefissate dalla Santa Sede, e che rappresentano il contenuto della missio canonica del prelato, e la regola voluta dal Capo del Collegio per rapportarlo con l’episcopato territoriale; c) terzo, che l’unità della prelatura, avente carattere universale, richiede un minimo di omogeneitò di regime attorno ai fattori di propria identità, compatibile con la pluralité di legislazioni territoriali con le quali essa si trova in contatto. La primazia della legislazione territoriale risponde ad un principio generale di comunione ecclesiale valido per qualunque attività pastorale da svolgere nell’ambito di una Chiesa particolare.
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Furiosi, M. Loredana. « Etica della pace e bioetica ». Medicina e Morale 51, no 4 (31 août 2002) : 667–709. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.689.

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Résumé :
Esiste una connessione tra l’etica della pace e la bioetica? Lo scritto, muovendo da questo interrogativo, analizza dapprima le problematiche che coinvolgono strettamente tanto l’etica della pace quanto la bioetica. Lungo tre direttrici fondamentali che contemplano il rispetto dei diritti umani fondamentali, la giustizia sociale globale e lo sfruttamento della natura, si sono voluti evidenziare non soltanto le grandi sfide e i pericoli per l’attuazione della pace nel nostro tempo, ma anche la sfida e l’impegno concreto per la bioetica. Bioetica che, dal canto suo, come etica della vita e per la vita e come disciplina in dialogo con diversi saperi interessati al problema della vita umana e della biosfera, può dare un oggettivo contributo nel delineare delle coordinate etiche che possano permettere o quanto meno coadiuvare e corroborare il recupero di valori fondamentali per garantire la pace, il ripristino delle condizioni di dialogo per la pace, laddove siano state smarrite, la prevenzione della guerra, la efficace attività di educazione degli animi alla solidarietà, che porta a riconoscere l’altro come un altro me stesso pur nelle fenomeniche diversità. In tale direzione si è inteso analizzare come in particolare la bioetica personalista, basata su una fondata ontologia e specifica antropologia, possa, lontano da gratuite ingenuità e paralizzanti scetticismi, aiutare a costruire una “cultura di pace”, ponendo proprio alla sua base la centralità del valore della vita ed il bene integrale della persona. Nell’ultima sezione del lavoro si è volta poi l’attenzione a delineare quali possano essere i punti di contatto e di confronto tra l’etica della pace e l’etica medica, essendo il confine tra le due aree non invalicabile, anzi quanto mai, almeno per certi aspetti, sovrapponibile ed intersecabile. Si è posto l’accento su come l’etica medica in particolare e la bioetica possano essere strumenti di promozione alla pace, ovvero come il medico, il bioingegnere siano per loro intrinseca natura per la pace, proprio in virtù del fatto che sono anzitutto uomini di scienza a servizio dell’uomo stesso. Infine si è evidenziato come la medicina possa contribuire non soltanto alla costruzione della pace, soprattutto sul piano della prevenzione, ad esempio riguardo alle situazioni di guerra e di soccorso in caso di catastrofe e nel negare l’uso della stessa scienza medica per scopi sbagliati e abusi delle conoscenze, ma anche nell’ottica di un nuovo “giuramento” che vada oltre quello ippocratico, che tuteli tanto l’uomo sano quanto quello malato, nella più ampia prospettiva non soltanto di riumanizzare tutto il sistema sanitario, ma di garantire una reale giustizia sanitaria: entrambi punti nodali per la costruzione di una trama sociale egalitaria e pacifica.
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Maio, Nicola, Francesco Pollaro, Fabio Di Nocera, Esterina De Carlo et Giorgio Galiero. « Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania dal 2006 al 2011 (Mammalia : Cetacea) ». Natural History Sciences 153, no 2 (1 septembre 2012) : 241. http://dx.doi.org/10.4081/18.

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Résumé :
<div class="page" title="Page 1"><div class="layoutArea"><div class="column"><p><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Nel presente lavoro viene riportato il risultato del rilevamento degli spiaggiamenti e dei rinvenimenti in mare di Cetacei avvenuti negli anni 2006 - 2011 lungo le coste della Campania. I dati sono stati raccolti in base ad una collaborazione scientifica tra l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, il Centro Studi Cetacei e il Centro Studi Ecosistemi Marini, collaborazione, che nel 2008 è stata ratificata da un protocollo di intesa finalizzato agli interventi sui Cetacei spiaggiati lungo le coste della Campania. Nel 2009 la Giunta Regionale della Campania, su richiesta del Settore Veterinario dell’Assessorato alla Sanità, ha decre</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">tato la “Costituzione di un Comitato di Coordinamento per l’attuazione del protocollo di intesa per gli interventi in caso di Cetacei e tartarughe spiaggiate” formato dai rappresentanti dei citati enti, delle AA.SS.LL. costiere, della Direzione Marittima di Napoli e dell’A.R.P.A.C. al fine di </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">approvare le linee </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">guida relative alla procedura operativa da adottarsi in caso di intervento per il recupero di carcasse di Cetacei spiaggiati. In totale sono stati raccolti i dati riguardanti 73 esemplari di almeno 6 specie, così </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">suddivisi: 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera acutorostrata</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 4 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Balaenoptera physalus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 2 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Grampus griseus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 1 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Delphinus delphis</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 9 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Tursiops truncatus</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">; 40 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPS'; font-style: italic;">Stenella coeruleoalba; </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">10 </span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">Delfinidi indeterminati e 6 Cetacei inde</span><span style="font-size: 9pt; font-family: 'TimesNewRomanPSMT';">terminati. Si riporta anche il primo caso di mal rossino diagnosticato in un esemplare di Stenella striata mai segnalato prima per le coste dell’Italia continentale. </span></p></div></div></div>
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Fratoni, Maria Alessandra Panzanelli. « Fonti per la storia degli archivi degli antichi Stati italiani. Filippo de Vivo, Andrea Guidi, and Alessandro Silvestri, eds. With Fabio Antonini and Giacomo Giudici. Pubblicazioni degli archivi di stato 49. Rome : Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione generale Archivi, 2016. lxii + 630 pp. n.p. » Renaissance Quarterly 70, no 4 (2017) : 1546–47. http://dx.doi.org/10.1086/696438.

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Laberge, Yves. « United States Information Service di Trieste Catalogo del fondo cinematografico, 1941–1966, edited by Giulia Barrera and Giovanna Tosatti, Roma, Ministero per i Beni e le Attività ; culturali, Direzione generale per gli Archivi, with the Archivio Centrale dello Stato, Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, 2007, 392 pp. (paperback), ISBN 978-88-7125-286-5. » Modern Italy 14, no 4 (novembre 2009) : 504–5. http://dx.doi.org/10.1080/13532940903237680.

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Iannone, M. T., F. Bordin, C. Magnani, C. Mastroianni, G. Casale et D. Sacchini. « Ruolo ed attività di un Comitato di Bioetica in un Centro di cure palliative : l’esperienza di Antea ». Medicina e Morale 62, no 1 (28 février 2013). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2013.112.

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Résumé :
L’articolo esamina l’attività del Comitato di Bioetica di Antea (CB-Antea), Associazione onlus dedicata all’assistenza gratuita a domicilio ai pazienti in fase avanzata di malattia, istituito nel 2008. Il CB-Antea si propone di proteggere e promuovere i valori della persona umana in tutte le attività assistenziali e scientifiche che si svolgono all’interno dell’Associazione. Tale attività si estrinseca attraverso la formulazione di linee-guida comportamentali per problemi clinico-assistenziali, l’espressione di pareri per rispondere a quesiti specifici su temi di bioetica, l’attenta valutazione dei princìpi e dei canoni che sottendono ad una buona relazione operatore-paziente, anche attraverso l’informazione e il consenso agli atti medici che vi si svolgono. Questo organismo si è proposto, sin dall’inizio, come il luogo di condivisione dell’attività assistenziale, in cui esperti di varie discipline potessero contribuire a supportare tanto il personale sanitario, motivandolo ad assumere uno stile etico condiviso e individuando percorsi di sensibilizzazione alle problematiche di etica e di bioetica di fine vita, quanto i pazienti ed i familiari per riflettere ed affrontare al meglio tutte le questioni potenzialmente conflittuali. Il CB-Antea, organizzato ai sensi della normativa italiana vigente, è organo consultivo per la direzione sanitaria, l’amministrazione, il personale – sanitario e non – di Antea, ed eventualmente di enti diversi ed altre persone interessate che ne facciano richiesta. I principali ambiti di attività del Comitato di Bioetica del Centro Antea sono: formazione e sensibilizzazione bioetica; analisi etica di casi clinici; ideazione, approvazione, coordinamento e attuazione di progetti di ricerca in ambito farmacologico, clinico non farmacologico, assistenziale, sociale, psicologico e formativo; formulazione di linee guida comportamentali e raccomandazioni per problemi clinico-assistenziali interni ad Antea. Dalla sua istituzione ad oggi, il CB-Antea si è dedicato ad alcuni temi importanti, quali la Carta dei Valori Antea; la promozione e riconoscimento di Antea come Centro di Ricerca; la produzione di protocolli, procedure operative e materiale facilmente fruibile per il personale della struttura; supporto alla stesura dei progetti di ricerca; rivalutazione dei processi informativi e di consenso. ---------- The article deals with the activities of the “Antea” Ethics Committee (CB-Antea), a non-profit association dedicated to providing free care for advanced/ terminal patients. CB-Antea was established in 2008, aimed to protect and promote the values of the human person in all scientific and charitable activities that take place within the Association. This activity is expressed through the formulation of behavioral guidelines and the expression of advices for addressing issues in palliative medicine and care; the careful evaluation of the principles and standards that underlie a good health professional – patient relationship, through information and consent to medical procedures that take place in Antea. This body has been proposed, from the outset, as the place for sharing the care process, in which experts from different disciplines could help support both the medical staff to assume a shared ethical professional style and the patients and their families to better address all potentially conflicting issues. The CB-Antea has an advisory role for the Antea healthcare work and administration. The main activities are: training in bioethics; clinical ethics consultation; support for designing and conducting of Antea clinical-sociale research projects; development of internal behavioral guidelines and recommendations. From 2008, CB-Antea is devoted to some important issues, such as the drafting of Antea Charter of Values; the promotion of Antea as Research Centre; the production of protocols, operating procedures and material easily accessible for clinical staff; support for the preparation of research projects; revaluation of information processes and consent
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Liotti, Caterina. « La Rete regionale archivi Udi Emilia-Romagna : nascita e consolidamento di una pratica politica ». Clionet 06 (19 décembre 2022). http://dx.doi.org/10.30682/clionet2206af.

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L’articolo ricostruisce la precoce costituzione in Emilia-Romagna dei Gruppi archivio delle Udi locali, dopo la destrutturazione decretata dall’XI Congresso (1982) – riuniti prima in un Coordinamento regionale, poi in una Associazione – quale nucleo politico e operativo per la valorizzazione degli archivi e della propria storia attorno a cui si riallacciano legami singoli e collettivi. Trenta anni di attività che consolidano, anche attraverso la relazione continuativa con istituzioni e professioniste di generazioni diverse, una nuova pratica politica.
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Millitarì, Roberto, Tatiana Bolgeo, Roberta Di Matteo, Menada Gardalini, Maurizio Scialla, Tiziana Nuovo, Valeria Bonato, Mara Lucia De Angelis et Antonio Maconi. « L’infermiere esperto in procurement : ruolo nell’Azienda Ospedaliera di Alessandria ». Working Paper of Public Health 10, no 1 (30 novembre 2022). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2022.9549.

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Background: Tra le numerose figure professionali che partecipano al complesso e articolato processo di prelievo e trapianto di organi e tessuti, è sempre più presente la figura infermieristica. Ogni anno la Regione Piemonte trasmette alle singole aziende ospedaliere gli obiettivi in merito a donazioni e trapianti. L’obiettivo è quello di creare una procedura operativa aziendale per la corretta gestione del processo di donazione di cornee. Metodi. A novembre 2020 l'Azienda Ospedaliera ha nominato l'Infermiere Esperto in Procurement; Tra le sue funzioni e attività spiccano la sensibilizzazione e la formazione del personale dei reparti di degenza in materia di donazione di cornee. Risultati: La formazione è stata avviata nei vari reparti tramite degli incontri di gruppo; inoltre, è stato divulgato un Documento a Validità Aziendale (DVA 109/21) con l'intento di scandire le modalità del processo uniformando e semplificando le procedure. Conclusioni: La figura infermieristica diventa sempre più presente nel processo di donazione e trapianti. L'Infermiere Esperto in Procurement, grazie all'esperienza e alle competenze acquisite, gestisce collaborando con il gruppo di coordinamento l'intero processo di procurement di organi e tessuti.
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« Indicatori per la valutazione dei Dipartimenti di Salute Mentale ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 7, S3 (décembre 1998) : 9–17. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000629.

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Résumé :
È un indicatore (descrittore) di struttura e in parte di processo. Esprime con un punteggio l'aderenza del Dipartimento alla normativa vigente:L.833 del 27/12/78: Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, art. 33, 34, 35;DPR 7/4/94: Approvazione del Progetto Obiettivo “Tutela della salute mentale”;DGR n. 159/97: Approvazione della Linee guida attuative “Progetto Obiettivo tutela della salute mentale”;DPR 14/1/97: Approvazione dell'atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle provincie autonome di Trento e di Bolzano in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.DGR n.143 3/2/98: Regolamento concernente “Istituzione, funzioni e modalità operative del Dipartimento di Salute Mentale”.Al fine della costruzione di un sistema di indicatori, sono state considerate le strutture residenziali o semiresidenziali, così come definite al punto 3.1.Ogni requisito soddisfatto vale 1 punto. Il punteggio strutturale ed organizzativo dei DSM è dato dal totale dei requisiti soddisfatti con un punteggio massimo di 24.
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Minisola, Salvatore, Viviana De Martino et Marco Occhiuto. « Osteoporosi premenopausale ». L'Endocrinologo, 2 février 2023. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-023-01205-w.

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Résumé :
SommarioL’osteoporosi premenopausale viene definita come un’osteoporosi a insorgenza prima della fisiologica cessazione della funzione gonadica, in assenza di qualsiasi causa identificabile che possa sottendere la riduzione della densità minerale ossea. Vi sono infatti numerose malattie, condizioni oppure farmaci che sono in grado di determinare una riduzione della densità minerale ossea non solo nella donna in premenopausa ma anche nella donna in postmenopausa e nel soggetto di sesso maschile. La reale prevalenza dell’osteoporosi premenopausale non è chiara, principalmente perché non vi è accordo unanime sui criteri diagnostici. Il percorso diagnostico non differisce da quello che viene utilizzato nelle altre malattie metaboliche dello scheletro. Per ciò che concerne la terapia, è necessario fornire ai pazienti un adeguato apporto di calcio e vitamina D, suggerire una dieta bilanciata soprattutto per quanto riguarda l’apporto proteico e consigliare, infine, un’adeguata attività fisica. Nei casi in cui è opportuno impostare una terapia farmacologica, occorre dare la preferenza ai farmaci a emivita breve in considerazione della fertilità delle pazienti. Infine, è necessario un coordinamento con specialisti di numerose branche della medicina per la migliore gestione di queste giovani malate.
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Oliveira, José Luiz de Jesus Egues de, Edevaldo Maximo da Silva, Cleidison Da Silva Santos, Dalila Fonseca Pontes, Jandaira Fernandes da Silva, Jose Pereira de Queiroz et Zenóbia Conceição Castro Santana. « Costruzione didattica della geometria e l’uso di materiali concreti come processo di apprendimento ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 octobre 2020, 46–61. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/costruzione-didattica.

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Résumé :
La ricerca si è distinta per una riflessione didattica che risponde alla necessità di costruzioni sperimentali in classe, con materiali concreti per assistere nel processo di insegnamento e apprendimento della geometria nelle scuole elementari. In questo senso di attribuire un’analisi a questo problema, abbiamo come asse, educazione matematica, come un modo per stimolare gli studenti per lo sviluppo di laboratori in cui hanno mirato alla costruzione di materiali didattici come un processo di apprendimento della matematica. Il processo di costruzione del concetto di geometria che attribui le competenze e le competenze da sviluppare negli studenti in questa fase, ha permesso allo stesso di sviluppare un particolare tipo di pensiero per comprendere, descrivere e rappresentare, in modo organizzato, gli spazi geometrici, informando l’importanza che questo contenuto ha nella loro vita sociale di cittadino. Attraverso la costruzione di figure geometriche con materiali manipolati, studiamo tutti i concetti della figura, attraverso questo strumento, stimolando così l’interesse e la motivazione degli studenti, fornendo loro un ragionamento geometrico e matematico. Le definizioni della geometria possono essere costruite successivamente, prendendo come base la precedente conoscenza degli studenti o meno, in cui sottolineiamo che gli educatori dovrebbero creare attività in cui gli studenti fanno indagini su situazioni legate alle dimensioni geometriche, avendo così esperienze di significato e direzione di se stessi e di qualche figura inserita nello spazio. Tuttavia, per l’assorbimento di questo processo di insegnamento e apprendimento, oltre a presentare teorie agli studenti, è stato necessario mostrare le figure geometriche per le loro caratteristiche fisiche, vale a dire in modo tale che la natura ci fornisce e non solo dalle sue proprietà e concetti definiti. Infine, la ricerca ci ha permesso di analizzare la capacità intellettuale di ogni studente selezionato per questo scopo.
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Ambrosetti, Marco, Roberto F. E. Pedretti, Mario Facchini, Gabriella Malfatto, Salvatore Pio Riccobono, Oreste Febo et Tommaso Diaco. « Current activities of Cardiovascular Rehabilitation in the ambulatory setting of the Lombardy Region ». Monaldi Archives for Chest Disease 84, no 1-2 (22 juin 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.722.

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Résumé :
<p>In the present work, the current activities of Cardiovascular Rehabilitation and Prevention (CRP) in the ambulatory setting of the Lombardy Region (Italy) are described. Based on the 2012 Legislation, ambulatory CRP is delivered by means of three programme categories (MAC 6, 7, and 8) with different degrees of intensity. The patient evaluation of global cardiovascular/clinical risk, comorbidity, and disability is the cornerstone for MAC prescription. Following the organization of MAC activities, a survey on 327 patients was carried out by the regional network of the Italian Society of Cardiovascular Rehabilitation (GICR-IACPR). Globally, acute coronary syndromes (with or without coronary revascularization) constituted the main access group to CRP. More than 60% of patients displayed a condition of high risk, comorbidity, and disability. The outcome of ambulatory CRP by means of MAC 6 and 7 was satisfactory, while in the 'less intensive' MAC 8 patients with complete drug up-titration and achievement of secondary prevention targets were no more than 70%. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>La Cardiologia Riabilitativa e Preventiva (CRP) storicamente riconosce nei percorsi ambulatoriali un importante setting per l’erogazione dell’intervento. In Regione Lombardia negli ultimi anni le attività di CRP sono state oggetto di una profonda riorganizzazione, con il contributo di esperti GICR-IACPR attivi presso lo specifico tavolo tecnico attivato presso la Direzione Generale Sanità. Dal 2012 sono attive le Macroattività Ambulatoriali Complesse e ad alta integrazione di risorse (MAC), che riguardano anche la sfera della CRP. Le MAC si sono poste come integrazione e alternativa al percorso degenziale e sono state classificate in tre livelli a complessità decrescente (MAC 6, MAC 7 e MAC 8 nel nuovo nomenclatore delle attività ambulatoriali). Il network GICR-IACPR ha quindi successivamente condotto una survey su 327 pazienti in tre Centri di CRP, di cui vengono esposti i risultati. Complessivamente, le condizioni di accesso alle MAC più utilizzate sono stati gli esiti di sindrome coronarica (con o senza rivascolarizzazione) e vi è stata una robusta rappresentazione (oltre 60%) di situazioni cliniche a medio/alto rischio clinico, complessità e disabilità. L’outcome dell’intervento in regime di MAC (in termini di recupero funzionale, titolazione della terapia di cardioprotezione e raggiungimento dei target terapeutici) è stato globalmente soddisfacente, seppure minore (non superiore al 70%) nel MAC 8 meno "intensivo".</p>
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Foddis, A. « Il Controllo di Gestione e la Spending Review ». Working Paper of Public Health 2, no 1 (15 juin 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6757.

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Résumé :
Obiettivi: In un’ottica di razionalizzazione dei costi, tenuto conto che la regionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua articolazione in aziende sanitarie sono state concepite dalle riforme come strumento proprio per tentare di raggiungere un equilibrio tra le limitate risorse e la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), obiettivo del presente lavoro è quello di delineare il ruolo fondamentale che il Controllo di Gestione (CdG), in quanto strumento in grado di verificare l’efficienza di gestione delle singole strutture in cui si articola il SSN, riveste in tale contesto. Metodologia: Caso studio legato agli adempimenti compiuti dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria in attuazione della DGR 2-4474 del 06.08.2012 “Determinazione obiettivi economici-finanziari delle aziende sanitarie regionali per l’anno 2012”. Dalla data di approvazione di tale provvedimento, la direzione aziendale si è impegnata in una serie di azioni volte a garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione nel rispetto delle citate disposizioni della Regione Piemonte in materia di Spending Review (SR), emanate a compimento di quelle decretate a livello nazionale (DL 95/12 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”). Tali obiettivi hanno di fatto stimolato l’esigenza di dare ulteriore impulso alle già avviate attività aziendali in ambito di Controllo di Gestione (CdG), con particolare riguardo al sistema di budget, quale strumento di responsabilizzazione dirigenziale sulle azioni intraprese e sui risultati raggiunti in riferimento a tali vincoli. Risultati: Il sistema di Cdg collegato a quello di valutazione della performance risulta essere confacente alle misure di SR, solo se inteso come strumento di valutazione di efficacia e di valutazione della capacità delle politiche pubbliche di produrre gli effetti desiderati. La valutazione di efficacia diventa rilevante per identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse strutture sanitarie o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario; tale valutazione deve essere mirata a interventi volti a indurre un cambiamento in condizioni o comportamenti ritenuti problematici. Conclusioni: La SR non dovrebbe assumere carattere di misure correttive straordinarie mirate ad assicurare il rispetto dei vincoli di bilancio (come sembrano essere finalizzate, da ultime, quelle decretate dal Governo Monti), ma intrecciarsi all’interno dell’intero processo di budgeting e di performance management per farle divenire uno strumento sistematico attraverso il quale ricercare le modalità più efficienti ed efficaci di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale, in un contesto di controllo e razionalizzazione della spesa sanitaria. Concludendo, al fine di realizzare un sistematico programma di analisi e valutazione della stessa, e quindi di eludere in futuro la necessità di dover ricorrere ad ulteriori riduzioni per garantire l’equilibrio dei conti pubblici, diventa improrogabile l’esigenza di rafforzare le attività di programmazione strategica e di controllo sul sistema di gestione delle aziende sanitarie potenziando, nel contempo, le strutture e gli strumenti di controllo e monitoraggio all’interno delle medesime.
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Guzzo, Luigi Mariano. « Prime annotazioni sull’Intesa tra Repubblica italiana e Santa Sede per l’assistenza spirituale ai militari cattolici : una riforma gattopardesca ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 27 février 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17430.

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SOMMARIO: 1. Premessa - 2. La forma: la qualificazione dell’Intesa come accordo di natura internazionalistica - 3. La ratifica e l’esecuzione dell’Intesa nell’ordinamento dello Stato, con le relative norme di adeguamento: l’esito paradossale di una disciplina “duplicata” - 4. Le ondivaghe “vicissitudini” dell’art. 17 C.O.M.: un “termostato” delle tensioni sociali e giuridiche riguardanti la materia e l’esigenza di una riforma - 5. Politica concordataria della Santa Sede e attribuzioni alle Conferenze episcopali nazionali. Alcune considerazioni sulla polarizzazione del dibattito pubblico in Italia - 6. I contenuti dell’Intesa; 7. Le norme di adeguamento dell’ordinamento interno: novità e rilievi critici - 7.1. La direzione e il coordinamento del Servizio di assistenza spirituale: una titolarità giuridica diretta in capo all’Ordinario militare per l’Italia - 7.2. L’introduzione della figura dei Cappellani militari coordinatori, in luogo degli Ispettori: alcuni problemi di sicurezza per le istituzioni militari dello Stato- 7.3. Il concetto canonico di “sede vacante” entra nell’ordinamento militare - 7.4. La procedura di individuazione e di determinazione delle sedi per i cappellani militari - 7.5. L’art. 1533-bis C.O.M.: il divieto di corresponsione di emolumenti accessori e la materia “spirituale e pastorale” - 7.6. La nomina dell’Ordinario militare e del Vicario generale - 7.7. Il regime di assimilazione ai gradi gerarchici per i cappellani militari: nella sostanza non cambia nulla - 7.8. Altre novelle legislative: l’organico dei cappellani; la procedura di nomina; la dismissione dallo stato clericale - 8. Prime tensioni tra Ordinariato militare e amministrazione della Difesa sull’applicazione della legge - 9. Perché nell’Intesa non c’è alcun riferimento alle donne consacrate che operano negli stabilimenti militari? - 10. Conclusioni: il Capo I della legge n. 70 del 2021 come “caso-studio” del decadimento normativo e della crisi del Parlamento. Some comments on the agreement between the Italian Republic and the Holy See for spiritual assistance to the Catholic members of the Armed Forces ABSTRACT: Through the application of the Italian Law no. 70/2021, we see the long-awaited revision of the institute of religious assistance to Catholics within the Armed Forces, with the authorization of the ratification of the Exchange of Letters between the President of the Council of Ministers and the Secretary of the Vatican City State (on February 13, 2018) and the related rules for the adaptation of the internal legal system. The new aspects, however, are very limited in scope.
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