Littérature scientifique sur le sujet « Assistenza sociale e rieducazione »

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Articles de revues sur le sujet "Assistenza sociale e rieducazione"

1

Loria, Salvatore. « CRITICITÀ DELLA NORMATIVA IN TEMA DI ASSISTENZA SOCIALE PER GLI EXTRACOMUNITARI IN ITALIA. » E-REVISTA INTERNACIONAL DE LA PROTECCION SOCIAL 1, no 6 (2021) : 324–42. http://dx.doi.org/10.12795/e-rips.2021.i01.15.

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Résumé :
Attraverso l’esame della normativa, italiana e comunitaria, nonché delle pronunce giurisprudenziali delle diverse Corti, si tenta di individuare –anche se non in maniera esaustiva e definitiva– le criticità della stessa normativa in tema di assistenza sociale per gli extracomunitari presenti nel territorio italiano e proporre riforme che siano effettivamente in grado di incidere strutturalmente sull’attuale sistema di protezione sociale che attualmente esclude una parte della popolazione e, nello specifico, la popolazione straniera povera.
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2

Caruso, Francesco Saverio. « Eziopatogenesi sociale e assistenza sanitaria per i lavoratori agricoli in Italia ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (février 2020) : 99–111. http://dx.doi.org/10.3280/ses2020-001008.

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Roberto, Riverso. « Non č un Paese per vecchi... » QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 125–41. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003011.

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Résumé :
1. Premessa / 2. Le mobili frontiere dell'anzianitŕ, l'etŕ pensionabile / 3. Il pensionamento flessibile / 4. Il metodo contributivo (ovvero i soldi sotto il mattone) / 5. L'eliminazione dell'integrazione al minimo / 6. La difficile vecchiaia dei precari / 7. Non č un Paese per vecchi / 8. Il secondo pilastro: la pensione integrativa / 9. Previdenza e assistenza per anziani immigrati / 10. Una nuova politica sociale / 11. Conclusione.
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Bonnet, François. « Spiegare le variazioni della politica sociale e penale con il principio di less eligibility ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163001.

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Résumé :
Il welfare (politica sociale) e la punizione (politica penale) variano notevolmente nel tempo e nello spazio, con la politica sociale più o meno generosa e la punizione più o meno barbara. Cosa determina la generosità delle politiche sociali e l'umanità delle politiche penali? Il principio di less eligibility sostiene che in ogni società l'assistenza sarà resa meno attraente del lavoro a basso salario e la punizione renderà il crimine meno attraente dell'assistenza. Io sostengo che il principio di less eligibility determina il mix di assistenza e punizione che viene attuato per governare e gestire la povertà in una data società.
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Spagnoli, Alberto, et Ennio Cocco. « Some thoughts on the care needs of demented patients. Part I ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 3 (décembre 1994) : 171–79. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003675.

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Résumé :
RiassuntoScopo - Data la mancanza di una tradizione e di studi o riflessioni sistematiche sul problema dell'assistenza ai pazienti dementi, ed in considerazione delle numerose esperienze avviate anche in Italia per esplorare modi innovativi di assistenza agli anziani affetti da demenza, abbiamo ritenuto interessante formulare alcune riflessioni sull'argomento. Il vero obiettivo di queste riflessioni è in realtà quello di iniziare, e sollecitare, un discorso sulla valutazione dei servizi psicogeriatrici. Metodo - È stata condotta una ricerca su MEDLINE a partire dal 1980, utilizzando le parole chiave qui riportate. Data la necessità di affrontare (o, se non altro, elencare) un ampio spettro di argomenti, che va dal ruolo giocato dalla distribuzione degli spazi interni nelle istituzioni, agli aspetti relazionali o agli psicofarmaci, abbiamo integrato la ricerca bibliografica attingendo da altre fonti molto diversificate. Risultati e conclusioni - La riflessione sui bisogni assistenziali degli anziani dementi suggerisce prima di tutto la necessità di impiegare il metodo epidemiologico anche per la descrizione e la valutazione dei servizi, e degli «stili assistenziali», dove il termine assistenza è da intendersi nell'accezione più comprensiva di health care. In secondo luogo, emerge l'importanza degli aspetti relazionali, di accoglimento e, per i pazienti istituzionalizzati, della distribuzione degli spazi interni e, ancora, la necessità che argomenti tanto (apparentemente) disparati trovino sintesi ed ospitalita in riviste lette da chi si occupa di assistenza. Infine, è evidente che la preziosa cultura anti-istituzionale prodotta dalla psichiatria sociale richiede, in psicogeriatria, una revisione che individui i punti di adesione e di distanza da strategic fondate sull'affermazione dell'autonomia del paziente (vs la dignità della disabilita), sul suo coinvolgimento in una vita più attiva (vs il «rispetto dell'apatia») e sul suo recupero alia vita sociale (vs nuove forme di equilibrio tra stimolazione e protezione).
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6

Spagnoli, Alberto, et Ennio Cocco. « Some thoughts on the care needs of demented patients. Part II ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 3 (décembre 1994) : 181–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003687.

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Résumé :
RiassuntoScopo - Data la mancanza di una tradizione e di studi o riflessioni sistematiche sul problema dell'assistenza ai pazienti dementi, ed in considerazione delle numerose esperienze avviate anche in Italia per esplorare modi innovativi di assistenza agli anziani affetti da demenza, abbiamo ritenuto interessante formulare alcune riflessioni sull'argomento. Il vero obiettivo di queste riflessioni è in realtà quello di iniziare, e sollecitare, un discorso sulla valutazione dei servizi psicogeriatrici. Metodo - È stata condotta una ricerca su MEDLINE a partire dal 1980, utilizzando le parole chiave qui riportate. Data la necessità di affrontare (o, se non altro, elencare) un ampio spettro di argomenti, che va dal ruolo giocato dalla distribuzione degli spazi interni nelle istituzioni, agli aspetti relazionali o agli psicofarmaci, abbiamo integrato la ricerca bibliografica attingendo da altre fonti molto diversificate. Risultati e conclusioni - La riflessione sui bisogni assistenziali degli anziani dementi suggerisce prima di tutto la necessità di impiegare il metodo epidemiologico anche per la descrizione e la valutazione dei servizi, e degli «stili assistenziali», dove il termine assistenza e da intendersi nell'accezione più comprensiva di health care. In secondo luogo, emerge l'importanza degli aspetti relazionali, di accoglimento e, per i pazienti istituzionalizzati, della distribuzione degli spazi interni e, ancora, la necessità che argomenti tanto (apparentemente) disparati trovino sintesi ed ospitalità in riviste lette da chi si occupa di assistenza. Infine, è evidente che la preziosa cultura anti-istituzionale prodotta dalla psichiatria sociale richiede, in psicogeriatria, una revisione che individui i punti di adesione e di distanza da strategic fondate sull'affermazione deU'autonomia del paziente (vs la dignità della disabilità), sul suo coinvolgimento in una vita più attiva (vs il «rispetto dell'apatia») e sul suo recupero alia vita sociale (vs nuove forme di equilibrio tra stimolazione e protezione).
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Spagnoli, Alberto, et Ennio Cocco. « Some thoughts on the care needs of demented patients. Part III ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 3 (décembre 1994) : 187–94. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003699.

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Résumé :
RiassuntoScopo - Data la mancanza di una tradizione e di studi o riflessioni sistematiche sul problema dell'assistenza ai pazienti dementi, ed in considerazione delle numerose esperienze avviate anche in Italia per esplorare modi innovativi di assistenza agli anziani affetti da demenza, abbiamo ritenuto interessante formulare alcune riflessioni sull'argomento. Il vero obiettivo di queste riflessioni è in realtà quello di iniziare, e sollecitare, un discorso sulla valutazione dei servizi psicogeriatrici. Metodo - È stata condotta una ricerca su MEDLINE a partire dal 1980, utilizzando le parole chiave qui riportate. Data la necessità di affrontare (o, se non altro, elencare) un ampio spettro di argomenti, che va dal ruolo giocato dalla distribuzione degli spazi interni nelle istituzioni, agli aspetti relazionali o agli psicofarmaci, abbiamo integrato la ricerca bibliografica attingendo da altre fonti molto diversificate. Risultati e conclusioni - La riflessione sui bisogni assistenziali degli anziani dementi suggerisce prima di tutto la necessità di impiegare il metodo epidemiologico anche per la descrizione e la valutazione dei servizi, e degli «stili assistenziali», dove il termine assistenza è da intendersi nell'accezione più comprensiva di health care. In secondo luogo, emerge l'importanza degli aspetti relazionali, di accoglimento e, per i pazienti istituzionalizzati, della distribuzione degli spazi interni e, ancora, la necessità che argomenti tanto (apparentemente) disparati trovino sintesi ed ospitalità in riviste lette da chi si occupa di assistenza. Infine, è evidente che la preziosa cultura anti-istituzionale prodotta dalla psichiatria sociale richiede, in psicogeriatria, una revisione che individui i punti di adesione e di distanza da strategic fondate sull'affermazione delFautonomia del paziente (vs la dignità della disabilità), sul suo coinvolgimento in una vita più attiva (vs il «rispetto dell'apatia») e sul suo recupero alia vita sociale (vs nuove forme di equilibrio tra stimolazione e protezione).
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Pirone, Francesco. « Le politiche di assistenza sociale nella crisi : frammentazione e ridimensionamento dell'azione pubblica ». DEMOCRAZIA E DIRITTO, no 1 (mars 2014) : 135–57. http://dx.doi.org/10.3280/ded2013-001007.

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Penn, Roger, et Mary Kiddy. « Impresa sociale e assistenza sanitaria nella Gran Bretagna contemporanea : una nuova prospettiva ? » SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 113 (juillet 2009) : 109–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-113010.

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Résumé :
- The difficult professionalization for the jobs related to the services to the person The authors divide their reflections on the process of professionalization into two parts: the first one identifies the activities carried out by employees who work in the field of the services to the person, the grouping of these activities into structured professions, the characteristics of the employees; the second part focuses on the difficult professionalization process for such activities. The people working in this services sector generally possess low qualifications and therefore the challenge of their professionalization is real. The second part of the essay examines the relationship between education and occupation and analyzes the opportunities for and obstacles to the professionalization through education.
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Lorettu, Liliana, et Giancarlo Nivoli. « La pericolositŕ sociale psichiatrica tra attualitŕ e criticitŕ ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2011) : 43–52. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001004.

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Résumé :
L'evoluzione della legislazione in tema di assistenza psichiatrica a partire dal 1978 non č stata accompagnata da una parallela trasformazione dell'interfaccia giuridica; la posizione del malato di mente autore di reato considerato incapace di intendere e volere continua ad essere sottoposta al giudizio di pericolositŕ sociale psichiatrica con le conseguenti misure di sicurezza, su cui si regge l'esistenza dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario. In questa prospettiva il trattamento del paziente psichiatrico autore di reato si configura come estremamente complesso e gravato dalla irrisolta antinomia cura/custodia. Tuttavia l'abolizione della presunzione di pericolositŕ ha modulato l'applicazione stessa delle misure di sicurezza verso assetti piů terapeutici. Le criticitŕ di percorso riguardano la valutazione della pericolositŕ sociale, la individuazione di luoghi di trattamento appropriati, la opportunitŕ di interventi mirati al comportamento violento e non ultimo il profilo di responsabilitŕ dello psichiatra.
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Thèses sur le sujet "Assistenza sociale e rieducazione"

1

Grossi, Sergio. « Un'altra educazione è possibile nelle prigioni ? Il caso dell'Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati (APAC). Uma outra educação é possível nas prisões ? O caso da Associação de Proteção e Assistência aos Condenados (APAC) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2020. http://hdl.handle.net/11577/3425787.

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Résumé :
Questa ricerca analizza la concezione pedagogica del modello di politica di restrizione e privazione della libertà attuato dall'Associazione per la Protezione e l'Assistenza delle Persone Condannate (APAC), che si definisce educativo e ha lo scopo di verificare se si tratti di un modello nuovo o di una sofisticazione di quello tradizionale. Per studiare questo modello, che dichiara di aver ridotto la reincidenza di più di 40.000 persone a meno del 20%, è stata condotta una ricerca bibliografica volta ad approfondire la conoscenza del modello tradizionale di prigione, prestando particolare attenzione alla situazione carceraria brasiliana. In un secondo momento, si è studiato il modello attraverso i testi che lo descrivono ed effettuando una revisione della letteratura delle ricerche in Brasile ed in Italia. Infine, è stata condotta un’osservazione partecipante con metodo etnografico, utilizzando sia un diario di campo, sia interviste aperte e semi-strutturate, condotte in due delle unità modello, con lo scopo di analizzare le pratiche. Come ultimo passaggio, è stato dunque possibile confrontare le pratiche con i discorsi sul modello e, infine, comparare quest’ultimo al modello di prigione tradizionale. Pertanto, sono state evidenziate le potenzialità di uno spazio differente rispetto alla prigione, ovvero un ambiente che supporti i progetti educativi delle persone private di libertà, le fragilità dovute al sotto finanziamento ed i limiti strutturali del modello dovuti principalmente agli scarsi finanziamenti. In questo modo si è osservato che un’altra educazione è possibile nelle prigioni, ma esiste il rischio che possa avere un’efficacia limitata nel favorire il rientro in società, date le limitazioni strutturali dovute alle scarse opportunità di lavoro offerte alle persone che ritornano alla libertà.
This research analyses the pedagogical conception of the policy model of restriction and deprivation of liberty implemented by the Association for the Protection and Assistance of Sentenced Persons (APAC), which calls itself educational, and whose purpose is to verify if it is a new model or a sophistication of the traditional one. In order to study this model, which intends to have reduced the recidivism from more than 40 thousand people to less than 20%, a bibliographical research has been conducted to deepen the knowledge of the traditional model of prison, focusing then on the specific situation in Brazil. Subsequently, the APAC model has been studied through the inspection of the texts describing it and the review of the research literature in Brazil and Italy. Finally, a participatory observation has been carried out thanks to an ethnographic method in two of the units of the model, using the field diary and the open and semi-structured interviews, conducted to analyse the practices. We have drawn a comparison between the practices and the discourses about the model and, finally, we have compared it with the traditional prison model. The potentialities of that space, which is other than prison and which supports the educational projects of people deprived of liberty, were analysed and highlighted, as well as the weaknesses resulting from underfunding. In this way, it was observed that another education is possible for the prisons, but also that there is still the risk that it will have limited effectiveness in facilitating the return to society, given the structural limitations due to the insufficient work opportunities offered to people who return to freedom.
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BRESSAN, NOEMI. « ADELE BONOLIS. LA FORMAZIONE, LA SPIRITUALITA', LE OPERE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/119449.

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Résumé :
La tesi di dottorato è dedicata alla figura di Adele Bonolis (Milano 14 agosto 1909 – 11 agosto 1980), della quale ricostruisce criticamente la formazione, la spiritualità e le opere sociali a cui diede vita nella seconda metà del Novecento. Nel quadro delle vicende del cattolicesimo ambrosiano e delle molteplici realtà assistenziali che hanno caratterizzato Milano nel secolo scorso, il lavoro analizza la formazione religiosa e culturale di Adele Bonolis, maturata nell’esperienza dell’Azione cattolica e presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si considerano quindi il progetto di fondazione delle Aralde dell’Amore, una comunità di donne consacrate nel mondo, e l’attività di insegnamento condotta a partire dagli anni universitari. La ricerca prende poi in esame le opere avviate dalla Bonolis rivolte a situazioni di particolare fragilità soprattutto femminile, nel campo della prostituzione, del carcere e del disagio psichico, considerando il dibattito politico e culturale dell’epoca e mettendo in luce l’originale metodo rieducativo adottato. Viene infine studiata l’Associazione Amicizia, fondata dalla Bonolis negli anni Sessanta e dedita al sostegno delle sue iniziative. È stato così possibile evidenziare l’originalità delle risposte di Adele Bonolis a importanti problemi del suo tempo, in rapporto al percorso spirituale e culturale che ne aveva segnato l’esistenza.
This dissertation focuses on Adele Bonolis (Milan, August 14th, 1909 – August 11th, 1980). It critically reconstructs her formation and spirituality, and the social welfare work that she initiated in the second half of the twentieth century. In the context of Milanese Catholicism’s events and Milan’s welfare system in the last century, the dissertation analyzes the religious and cultural formation that Adele Bonolis gained through her experience within the Catholic Action and at the Università Cattolica del Sacro Cuore. The dissertation considers the foundation project of the Aralde dell’Amore – a consecrated community of women in the world – and the teaching activity that she conducted starting from her university years. Subsequently, the dissertation examines her social welfare work aimed at particularly fragile situations, especially for women, in the fields of prostitution, prison, and mental illness. Thus, the work takes into account the political and cultural debate of the time and highlights the rehabilitation method she adopted. Lastly, the dissertation studies the Associazione Amicizia that Bonolis founded in the Sixties and dedicated to support her initiatives. The outcome highlights the originality of Adele Bonolis’ answers to outstanding problems of her time in relation to the spiritual and cultural path that marked her existence.
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TRAPANI, MONICA. « La pena perpetua : ergastolo e prisión permanente revisable ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/241189.

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Résumé :
In uno Stato di diritto è necessario sanzionare penalmente gli autori di reato e proteggere la società da soggetti socialmente pericolosi. Tale intento deve essere tuttavia perseguito nel rigoroso rispetto della loro dignità di esseri umani, la cui tutela rappresenta un aspetto fondamentale ed inderogabile delle moderne Costituzioni europee e delle Convenzioni internazionali. L’attuazione di questo proposito si esplica garantendo al detenuto dignitose condizioni di vita nel periodo di reclusione, ma comporta anche l’implementazione ed il potenziamento dell’attività di risocializzazione. Questo secondo profilo di attuazione infatti si fonda sul riconoscimento della capacità di cambiamento dell’essere umano ed è diretto ad aumentare le probabilità che il detenuto, una volta rientrato in società, possa riuscire a condurre la propria vita senza delinquere. Alla luce di queste premesse, si propone una riflessione sulla pena perpetua, sanzione che per definizione neutralizza l’autore dei crimini più gravi confinandolo tra le mura di un carcere, senza prevedere un termine al periodo di reclusione. Ci si interroga pertanto sulla necessità e sulla possibilità di conciliare questa sanzione con la finalità risocializzante della pena. L’analisi viene condotta prendendo in considerazione la disciplina italiana dell’ergastolo e quella spagnola della prisión permanente revisable. In Italia la pena perpetua ha rappresentato la sanzione scelta in sostituzione della pena di morte in seguito all’abolizione di quest’ultima. Dopo l’introduzione della Costituzione, la pena dell’ergastolo si è evoluta in due modalità contrapposte. Nei primi 30 anni successivi all’introduzione della Costituzione, con lo sviluppo della concezione risocializzante della pena, sono stati introdotti strumenti penitenziari che consentono anche all’ergastolano di recuperare gradualmente la libertà. A partire dagli anni ’90, tuttavia, in considerazione dei fenomeni di mafia e terrorismo, è stato modulato un ergastolo cosiddetto ostativo che priva il detenuto della possibilità di usufruire di tali strumenti penitenziari, fino a che non decida di collaborare con la giustizia. La Spagna invece nel corso dell’ultimo secolo ha sempre posto all’apice del sistema sanzionatorio pene detentive di lunga durata. Solo negli ultimi anni dopo un progressivo incremento dell’afflittività delle pene e del regime penitenziario si è assisto nel 2015 all’introduzione della pena perpetua chiamata prisión permanente revisable. Anche la disciplina spagnola prevede una esecuzione penitenziaria differenziata e aggravata per gli autori di reati afferenti alla criminalità organizzata e al terrorismo. Nonostante le evoluzioni storiche differenti, entrambi gli Stati sono giunti ad adottare la pena perpetua nella sua versione più afflittiva per contrastare la pericolosità sociale degli autori dei crimini più gravi. L’analisi di entrambe le discipline normative quindi consente una riflessione sulle motivazioni della presunta irrinunciabilità di tale strumento di protezione sociale, alla luce dell’inderogabile tutela della dignità umana, postulata dalle rispettive Costituzioni e dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.
In a constitutional state, it is necessary to criminally sanction offenders and to protect society from socially dangerous subjects. This aim must be reached with rigorous respect for their dignity as human beings, whose protection is an essential and mandatory aspect of modern European Constitutions and International Conventions. The fulfilment of this purpose is performed by granting respectable life conditions to the prisoner during detention, but it also entails the implementation and development of rehabilitation. The latter relies on recognizing the capabilities of human beings to improve, and it is aimed at increasing the probability that the inmate, once returned to society, can live without committing crimes. Based on these premises, a reflection is hereby offered on life imprisonment, a punishment which neutralizes the author confining him between the walls of a prison for endless detention. It is, therefore, appropriate to question the requirement and the possibility of balancing this sanction with the rehabilitative function of the punishment. The Italian regulatory regime of "ergastolo" and the Spanish one of "prisión permanente revisable" are taken into consideration. In Italy, life imprisonment was chosen in place of the death penalty after the abolition of the latter. After the promulgation of the Constitution, it evolved in two opposite ways. In the first 30 years, with the development of the rehabilitative conception of penalty, legal devices were introduced allowing even the lifer to gradually regain freedom. However, with the rise of terrorism and organized crime in the early '90s, a new interpretation of this punishment called "ergastolo ostativo" was created, which deprives the prisoner of the possibility to benefit from these legal devices until he chooses to cooperate with justice. On the other hand, Spain has always set long-term custodial sentences at the top of its penalty system. Only in 2015, after a progressive hardening of the prison regulation, the perpetual penalty was introduced in the form of "prisión permanente revisable". Spain too has introduced a distinguished and stricter set of penitentiary regulation for terrorists and members of organized crime. Despite different historical evolutions, both countries adopted the most severe form of life imprisonment to oppose the social danger represented by the authors of serious crimes. Thus, the analysis of both regulatory regimes allows questioning about the alleged inalienability of this sanction, in light of the imperative protection of human dignity, set forth by the respective Constitutions and by the European Convention on Human Rights.
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RATTI, MARIA MONICA. « MULTICULTURALITA’, DISAGIO SOCIO ECONOMICO E VIOLENZA CONTRO LE DONNE : ACTION RESEARCH DI PREVENZIONE E AZIONE CON UTENTI E OPERATORI DI ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2017. http://hdl.handle.net/10281/180887.

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Résumé :
La violenza contro le donne costituisce un problema a livello mondiale. 1 donna su 3, in tutto il mondo, subisce violenza fisica e/o sessuale da parte del partner (WHO, 2013). 2 milioni di persone si trovano in condizioni di grave povertà (Istat, 2016).Questi fattori possono incidere anche sulla sfera della genitorialità, in particolare intaccando la capacità di promuovere e supportare lo sviluppo fisico, emotivo, sociale, economico ed intellettuale del proprio figlio (Bornstein M.H., 19919. Diversi studi mostrano come specifiche caratteristiche di queste esperienze siano associate a conseguenze psicologiche e come la gravità e la cronicità degli atti di violenza subiti mostrino un legame con distress psicologico, vissuti di ansia, depressione, PTSD e altri sintomi (Dutton, 1992; Ahlfs-Dunn S.M.,2016). Gli scopi di questa ricerca sono quindi valutare l’impatto psicologico della violenza sulle donne in condizioni di povertà, sulla dimensione della genitorialità e sugli operatori che lavorano nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria. Lo studio si è svolto al Centro del San Fedele di Milano, un’organizzazione che riserva particolare attenzione all’accompagnamento sociale e all’educazione sanitaria .Sono state costruite ad hoc due batterie testali., costituite da una scheda anagrafica; il General Health Questionnaire (GHQ-12), (Piccinelli et al., 1993); il Clinical Outcomes in Routine Evaluation-Outcome Measure (CORE-OM); il Parenting Stress Index (PSI-SF) (Guarino, 2008). La batteria per gli operatori comprende una scheda anagrafica; il Maslach Burnout Inventory (MBI) (Maslach & Jackson, 1981), il Coping Inventory for Stressful Situations (CISS-2) (Endler & Parker, 1990), il Balanced Emotional Empathy Scale (BEES). Il campione è compost da 150 donne (età media: 44,92; d.s.=± 13,93) . Il 58,7% è stata vittima di un qualche tipo di violenza. Le persone che hanno subito un qualche tipo di violenza hanno riportato livelli significativamente peggiori di Benessere (t=-2,13;p=,035), Sintomi (t=-2,36;p=,02), Funzionamento (t=-2,92;p=,004), Rischio (t=-2,68;p=,008) e Distress Totale (t=-2,96;p=,004) rispetto a chi non ha sperimentato alcun tipo di violenza. Inoltre, le vittime di violenza fisica o psicologica hanno riportato livelli significativamente peggiori in tutte le sottoscale del questionario CORE-OM e peggiori livelli di salute generale. La provenienza geografica non è invece risultata influenzare nessuna delle variabili indagate (p>,05). Su 150 donne 108 sono madri (età media: 39,90; d.s.=± 11,35). In un’ottica preventiva, è stato scelto di testare solo le madri di bambini sotto gli 11 anni. Le donne che hanno subito violenza riportano maggiore compromissione del Funzionamento (t(138)=-2,37;p=,02) e CORE-Totale (t(138)=-2,16;p=,03). Le vittime di violenza economica hanno riportato un maggiore livello di distress genitoriale, in particolare connesso con la gestione di un bambino difficile (PSI)(t(50)=-2,14; p=,038). Quest’ultima variabile risulta inoltre essere predetta dal livello di GHQ con effetto dell’avere un partner quale variabile moderatrice(F(3;47)=4,199;p=,0103). Il campione degli operatori invece è compost da 22 volontari (D:16; M=6; età media: 55,32; s.d.=16,65), che hanno riportato bassi livelli di Esaurimento Emotivo (m=11,71; d.s.=11,88) e moderati di Depersonalizzazione (m=4,41; d.s.=4,39) e Realizzazione Personale (m=36,48; d.s.=6,98). Uomini e donne non differiscono significativamente rispetto ad alcuna sottoscala. I volontari che lavorano a diretto contatto con gli utenti riportano livelli significativamente più elevati di Esaurimento Emotivo (t=2,235, p<,05) rispetto ai colleghiSecondo diversi autori (Briere, 2004; Krantz & Garcia-Moreno, 2005; Krauss, 2006) lavorare su questi aspetti potrebbe essere rilevante al fine di identificare l'emergere di disagio e fornire interventi di prevenzione.
Violence against women is known to be a worldwide emerging issue. In fact, 1 in 3 women throughout the world experience physical violence and/or sexual violence by a partner (WHO, 2013). 2 million women in Italy deal with severe poverty (Istat, 2016) and 6 million deal with physical violence (Istat, 2015).All these factors may also influence parenting, the ability to promote and support physical, emotional, social, economic and intellectual development of a child (Bornstein M.H., 1991) Several studies show that specific characteristics of these experiences are associated with psychological consequences and how the severity and chronicity of suffered violent acts are linked with psychological distress, anxiety, depression, PTSD and other symptoms (Dutton, 1992; Ahlfs-Dunn SM, 2016). In the light of these considerations, it is evident the complexity of the operators’ work in specialized centers that make contact with people who live in these dramatic conditions.Aims of this research are therefore to evaluate the psychological impact of violence on needy women, on the parenting experience and on operators involved in human services. The study takes place at Centro San Fedele in Milan, an organization that have particular attention on social aspects and sanitary education, aimed at hosting, taking care and supporting people who need help. Two series of tests were created ad hoc,composed by a registry paper,General Health Questionnaire (GHQ-12), (Piccinelli et al., 1993); Clinical Outcomes in Routine Evaluation-Outcome Measure (CORE-OM), Parenting Stress Index (PSI-SF) (Guarino, 2008). The series of tests dedicated to operators was composed by a registry paper; Maslach Burnout Inventory (MBI) (Maslach & Jackson, 1981); Coping Inventory for Stressful Situations (CISS-2)(Endler & Parker, 1990), Balanced Emotional Empathy Scale (BEES).The sample is composed by 150 women (mean age: 44.92; s.d.=±13.93). 58,7% has been victim of any type of violence. People who have been victim of any type of violence reported significantly worse levels of Wellbeing (t=-2.13;p=.035), Symptoms (t=-2.36;p=.02), Functioning (t=-2.92;p=.004), Risk (t=-2.68;p=.008), Total Distress (t=-2.96;p=.004) than who didn’t report any type of violence. Furthermore victims of physical or psychological violence reported significantly worse levels of all the subscales of CORE-OM and worse levels of general health. The number of types of violence experienced was significantly correlated with Symptoms (r=.226;p<.01), Risk (r=.254;p<.01), Total Distress (r=.259;p<.01). The geographic origin didn’t significantly influence any variables investigated (p>.05). Out of 150 women 108 are mothers (mean age=39.90; s.d=± 11.35). Women who have been subject to violence have a greater impairment of their functioning (t(138)=-2,37;p=,02)and total CORE (t(138)=-2,16;p=,03). Victims of economic violence reported a greater level of parental distress, particularly connected with the managing of a child (PSI)(t(50)=-2,14; p=,038). The latter variable seems to be foretold by GHQ level with the effect of having a a partner as a moderator variable(F(3;47)=4,199;p=,0103). The sample of operators is composed instead by 22 volunteers (W=16; M=6; mean age=55,32; ds=16,65), who reported low levels of Emotional Exhaustion (m=11.71; s.d.=11.88) and moderate levels of Depersonalization (m=4.41; s. d.=4.39) and Personal Accomplishment (m=36.48;s.d.=6.98). Men and women did not differ significantly on levels of any subscales. Volunteers who has a direct contact with patients reported significantly higher levels of Emotional Exhaustion (t=2.235, p<.05) compared to others . According to different authors (Briere, 2004; Krantz&Garcia-Moreno, 2005; Krauss, 2006) work on these aspects could be relevant in order to identify the emergence of discomfort and provide preventive psychological interventions.
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TANZILLI, FRANCESCO. « POVERI, POLITICI E PROFESSORI : IL DIBATTITO SULLO STATO SOCIALE AMERICANO DA KENNEDY A BUSH ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/382.

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Résumé :
Il presente lavoro intende esaminare il processo di decision making relativo alla politica sociale statunitense sviluppatosi a partire dalla fine degli anni Sessanta, fornendo un’analisi di carattere «istituzionalista» che ponga in rilievo gli snodi cruciali del dibattito relativo al welfare system federale svoltosi sia all’interno del Congresso, sia presso i think tank, i centri universitari, le organizzazioni culturali e religiose, le lobby e le altre realtà associative emerse dalla società civile. In particolare, la ricerca si concentra sull’intreccio tra ideologia politica, mentalità tradizionale, opinione pubblica e interessi specifici, e sull’influsso esercitato dalla dimensione culturale e istituzionale sul processo legislativo. Sono stati individuati quattro principali indirizzi socio-politici, ciascuno dei quali ha avuto un particolare influsso su altrettante ‘fasi’ del processo di riforma del welfare system statunitense svoltosi tra il 1968 e il 2006. L’analisi del dibattito culturale e politico è stata suddivisa pertanto in quattro diversi capitoli (capp. 2-5) che consentono di delineare percorsi distinti per le diverse ipotesi socio-culturali individuate, ai quali viene anteposta una premessa storica relativa alle origini del sistema assistenziale e previdenziale statunitense e alle politiche riformiste degli anni Sessanta (cap. 1).
The dissertation examines the process of decision making that determined the development of U.S. social policy from the end of the Sixties. It analyzes the institutional character of the debate that took place inside the Congress and inside the think tanks, the academic centers, the cultural and religious foundations and other associations. In particular, the research is focused on the tangle between political ideologies, traditional culture, public opinion and legislative process. The dissertation identifies four different socio-political streams: each of them influenced a particular “phase” of the reform of the U.S. welfare system from 1968 up to 2006. The analysis of the cultural and political debate has been divided in four chapters (chapters 2-5) that allow to delineate different developments for the four streams, after an historical premise (chapter 1) that presents the origins of American welfare system, from the colonial times to the Sixties.
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TANZILLI, FRANCESCO. « POVERI, POLITICI E PROFESSORI : IL DIBATTITO SULLO STATO SOCIALE AMERICANO DA KENNEDY A BUSH ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/382.

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Il presente lavoro intende esaminare il processo di decision making relativo alla politica sociale statunitense sviluppatosi a partire dalla fine degli anni Sessanta, fornendo un’analisi di carattere «istituzionalista» che ponga in rilievo gli snodi cruciali del dibattito relativo al welfare system federale svoltosi sia all’interno del Congresso, sia presso i think tank, i centri universitari, le organizzazioni culturali e religiose, le lobby e le altre realtà associative emerse dalla società civile. In particolare, la ricerca si concentra sull’intreccio tra ideologia politica, mentalità tradizionale, opinione pubblica e interessi specifici, e sull’influsso esercitato dalla dimensione culturale e istituzionale sul processo legislativo. Sono stati individuati quattro principali indirizzi socio-politici, ciascuno dei quali ha avuto un particolare influsso su altrettante ‘fasi’ del processo di riforma del welfare system statunitense svoltosi tra il 1968 e il 2006. L’analisi del dibattito culturale e politico è stata suddivisa pertanto in quattro diversi capitoli (capp. 2-5) che consentono di delineare percorsi distinti per le diverse ipotesi socio-culturali individuate, ai quali viene anteposta una premessa storica relativa alle origini del sistema assistenziale e previdenziale statunitense e alle politiche riformiste degli anni Sessanta (cap. 1).
The dissertation examines the process of decision making that determined the development of U.S. social policy from the end of the Sixties. It analyzes the institutional character of the debate that took place inside the Congress and inside the think tanks, the academic centers, the cultural and religious foundations and other associations. In particular, the research is focused on the tangle between political ideologies, traditional culture, public opinion and legislative process. The dissertation identifies four different socio-political streams: each of them influenced a particular “phase” of the reform of the U.S. welfare system from 1968 up to 2006. The analysis of the cultural and political debate has been divided in four chapters (chapters 2-5) that allow to delineate different developments for the four streams, after an historical premise (chapter 1) that presents the origins of American welfare system, from the colonial times to the Sixties.
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PIZZETTI, BARBARA. « LE ATTIVITA' DI TEATRO NEL SISTEMA CARCERARIO ITALIANO : QUAL PROCESSO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE ? » Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/123045.

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Résumé :
La tesi si inserisce nel filone di studi della Sociologia del Carcere ed ha come oggetto di indagine il processo di ‘incorporazione’ delle attività teatrali all’interno della funzione rieducativa della prigione, vista attraverso i diversi ruoli istituzionali. Sullo sfondo di una più ampia ricostruzione del dibattito sociologico sulle teorie e le funzioni della pena quale costruzione sociale culturalmente e storicamente determinata, nonché delle dinamiche di carcerizzazione che connotano il sistema penitenziario attuale − con particolare riferimento al contesto italiano − la pratica teatrale, quale strumento di riabilitazione e reinserimento sociale dei detenuti, viene esplorata nella sua evoluzione storica e nelle sue molteplici implicazioni sociologiche. L’analisi dei materiali empirici raccolti in 12 istituti della Lombardia e dell’Emilia Romagna attraverso lo strumento dell’intervista semistrutturata, in riferimento ai livelli di interazione tra teatro e carcere individuati come macro (rappresentanti istituzionali: direttori, comandanti, funzionari giuridico-pedagogici), meso (operatori teatrali) e micro (detenuti beneficiari dell’attività) evidenzia le ricadute, le potenzialità, le criticità del processo di istituzionalizzazione; le resistenze messe in atto dal personale penitenziario; il senso di estraneità ed i rischi di assimilazione degli operatori esterni; le opportunità di cambiamento personale e relazionale che l’attività teatrale offe alle persone ristrette in relazione al proprio percorso rieducativo.
The thesis ranks among the studies of the Sociology of prison and has as its object of investigation the process of 'incorporation' of theatrical activities within the re-educational function of the prison, seen through the different institutional roles. On the background of a broader reconstruction of the sociological debate on the theories and functions of punishment as a culturally and historically determined social construction, as well as of the dynamics of imprisonment that characterize the current penitentiary system – with particular reference to the Italian context – theatre, as a tool for rehabilitation and social reintegration of prisoners, is explored in its historical evolution and in its multiple sociological implications. The analysis of empirical materials collected in 12 institutes in Lombardia and Emilia Romagna through semi-structured interviews, with reference to the levels of interaction between theatre and prison identified as macro (institutional representatives: directors, commandants, educationalists), meso (theatre operators) and micro (prisoners) highlights the repercussions, potential, critical aspects of the institutionalization process; the resistance put in place by prison staff; the sense of extraneousness and the risks of assimilation of external operators; the opportunities for personal and relational change that theatre offers to restricted people in relation to their re-education.
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Coscarella, Filomena, Giuseppe Spadafora et Franco Piperno. « L'astronomia percettiva e la questione della riabilitazione sociale del giovane detenuto ». Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/137.

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PERUGI, GIULIA. « Il progetto dello spazio terapeutico. L'umanizzazione dell'architettura dei luoghi di assistenza e cura ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1386474.

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Résumé :
La Tesi si compone di due parti principali. La prima, maggiormente teorica, indaga il tema dell’umanizzazione dell’architettura per la sanità ricercando le interconnessioni tra LE variazioni tipologiche dei modelli architettonici e l’evoluzione del concetto di salute avvenuto nel tempo. Tali considerazioni vengono messe in relazione con lo sviluppo del tema dell’umanizzazione dell’architettura sanitaria quale aspetto fondamentale dell’intera ricerca. Nella consapevolezza che l’architettura debba, per sua natura, rispondere alle istanze basilari dell’essere umano, senza necessariamente ricorrere a operazioni eclettiche o solo di superficie, spesso poco convincenti anche dal punto di vista estetico, la ricerca intende, di fatto, ripercorrere i principi che hanno condotto alle attuali conformazioni delle architetture dei luoghi di cura cercando di evidenziare come l’umanizzazione non possa essere definita un’operazione accessoria e di completamento, ma debba essere considerata come un principio che pervade l’intero processo progettuale, una fonte implicita di cui l’architettura si alimenta Al termine della prima parte vengono presentati tre casi studio selezionati sulla base di criteri fissati dalla definizione di un ventaglio di ipotesi preliminari. Tali riferimenti sono esposti attraverso un’interpretazione soggettiva scaturita dai sopralluoghi diretti (avvenuti in agosto 2017) e da una descrizione oggettiva, maggiormente tecnica, derivante dallo studio e dall’approfondimento di materiali ed elaborati progettuali forniti direttamente dai progettisti. La seconda parte della tesi evidenzia lo stretto legame tra gli aspetti tecnici ed esperienziali dell’architettura per i luoghi di assistenza e cura individuando specifiche categorie che si propongono alla base di ogni percorso progettuale. L’approfondimento dei casi studio ha permesso, infatti, di ordinare i dati raccolti secondo delle nuove categorie di “intenzioni” e modalità di relazione con il contesto che potrebbero supportare i progettisti nella fase di avvio progettuale. In particolare, si ritiene che la possibilità di riferirsi ad azioni e condotte reali possa suggerire a chi si occupa di progettazione sanitaria un approccio metodologico più vicino alle necessità dell’uomo come destinatario primario dello spazio se confrontato con la rigida legislazione che attualmente costringe la materia a una impersonale rispondenza prestazionale.
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COCCHI, SARA. « La tutela e la promozione dei diritti sociali. Decentramento, uguaglianza e differenziazione in Italia e in Spagna ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/803941.

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Résumé :
Il lavoro si propone di esaminare le principali problematiche legate all'affermazione e alla tutela dei diritti sociali in due ordinamenti costituzionali neo-policentrici, quello italiano e quello spagnolo, soffermandosi in particolare sul diritto all'assistenza sanitaria. This work analyses the constitutional framework concerning social rights in both the Italian and the Spanish neo-polycentric context, with a specific focus on the right to health care.
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Livres sur le sujet "Assistenza sociale e rieducazione"

1

Stella, Paolo. Difesa sociale e rieducazione del minore. Padova : CEDAM, 2001.

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2

Le politiche di assistenza sociale. Bologna : Il mulino, 2010.

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3

Ruggeri, Fedele. Stato sociale, assistenza, cittadinanza : Sulla centralità del servizio sociale. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2013.

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4

Le controversie in materia di previdenza e assistenza sociale. Torino : UTET, 1995.

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5

Difesa sociale : Povertà, assistenza e controllo in Italia : XVI-XX secolo. Perugia : Morlacchi, 2004.

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6

Carità pubblica, assistenza sociale e politiche di welfare : il caso di Trieste. Trieste : EUT, Edizioni Università di Trieste, 2012.

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7

Caferra, Vito Marino. Famiglia e assistenza : Il diritto della famiglia nel sistema della sicurezza sociale. 3e éd. Bologna : Zanichelli, 2003.

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8

F, Villa, dir. Percorsi di integrazione tra sociale e sanitario : Un'esperienza di assistenza domiciliare agli anziani. Milano : Vita e pensiero, 1999.

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9

Bettini, Maurizio. Stato e assistenza sociale in Italia : L'Opera nazionale maternità e infanzia, 1925-1975. [S.l.] : Erasmo, 2008.

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10

Bettini, Maurizio. Stato e assistenza sociale in Italia : L'Opera nazionale maternità e infanzia, 1925-1975. [S.l.] : Erasmo, 2008.

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