Littérature scientifique sur le sujet « Assistenza linguistica »

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Articles de revues sur le sujet "Assistenza linguistica"

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Micheluzzi, Valentina, et Francesco Burrai. « Assistenza transculturale e comunicazione transculturale ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 33 (5 mai 2021) : 57–66. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2021.2244.

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Résumé :
For some years now, the health care world has also been interested and influenced by issues related to immigration, integration, no integration, historical changes in our socio-anthropological field and cultural and linguistic differences; different worldviews and expectations, beliefs and non-evidence-based practices; prejudices and defense mechanisms for ethical and professional inability to care with patients with different cultures; scientific culture alongside a traditional and popular culture; little or no anthropological knowledge of many health professionals; improvised approaches to foreign patients, misunderstandings, tensions. The use of the cultural mediator is a very small part in the solution of the problem. Cross-cultural assistance represents the solution and it is a model, a discipline, a communication that allows an appropriate health care based on the cultural differences of the patients.
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Skubic, Mitja. « Gianfranco Folena, Vocabolario del veneziano di Carlo Goldoni, Redazione a cura di Daniela Sacco e Patrizia Borghesan. Regione del Veneto - Fondazione Giorgio Cini - lstituto di Enciclopedia ltaliana, Venezia 1993 ; pp. 718. » Linguistica 35, no 2 (1 décembre 1995) : 335–37. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.35.2.335-337.

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Résumé :
E' con profonda commozione che mi accingo a stendere una breve recensione dell' opera postuma che porta il nome di Gianfranco Folena, scomparso prematuro nel 1992. Con l'italianistica di Ljubljana Folena ebbe rapporti amichevoli. A due riprese aveva fatto conferenze molto sentite e ci ha conquistati, oltre che con la sua dettagliata esposizione dei fatti e la perspicace analisi linguistica e filologica (ricordo ancora la conferenza sulla lingua nel Piovano Arlotto), anche con la sua affascinante pronuncia toscana. A me personalmente ha sempre elargito consigli (ebbi con lui un primo incon­ tro nel lontano 1952 a Firenze, lui, allora, assistente di Bruno Migliorini, e l'ultimo, solo telefonico, nel 1991) quando io, novello, incominciavo a produrre. Folena ha reso possibile la pubblicazione nelle riviste linguistiche italiane dei miei primi scritti e gliene sono sinceramente grato.
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Zanon, Vittorio. « Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Résumé :
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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Navarro-Brotons, Lucía, et Analía Cuadrado-Rey. « La variation diatopique dans les expressions figées spécialisées ». Les variations diatopiques dans les expressions figées 43, no 2 (15 décembre 2020). http://dx.doi.org/10.1075/li.00051.nav.

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Résumé :
Résumé En partant de l’hypothèse que chaque variété dialectale traduit l’idiosyncrasie des différentes cultures, nous abordons la variation des unités phraséologiques spécialisées de l’espagnol de l’Espagne péninsulaire (EP) et de l’espagnol du Venezuela (EV) dans des arrêts de pourvois en cassation en matière civile. Le travail qui suit présente brièvement les ordres juridiques, compare les superstructures des arrêts, extrait et compare les expressions figées spécialisées, à la lumière de la linguistique de corpus, pour détecter leurs similitudes et leurs différences. Cette analyse démontre : (1) l’existence de variations lexicales aussi bien au sein d’une variété d’espagnol qu’entre deux variétés d’espagnol (2) l’espagnol vénézuélien présente plus de formulations synonymes pour ce qui est de la partie demandante et (3) les usages des expressions figées spécialisées diffèrent chez les juristes qui assistent les parties concernées et qui interviennent pendant la procédure.
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Thèses sur le sujet "Assistenza linguistica"

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Muffato, Sara. « Immigrazione e assistenza sanitaria : la mediazione linguistico-culturale nel Consultorio di Asti ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Visti gli ingenti flussi migratori verso l'Italia di questi ultimi cinquanta anni, si è resa necessaria la creazione di politiche migratorie volte all'integrazione degli stranieri sul territorio. Nello specifico, è stato scelto di trattare la mediazione linguistica in ambito medico, prestando particolare attenzione a uno dei servizi più frequentati dalle donne straniere, ovvero il Consultorio. In particolare, è stata analizzata la realtà del Consultorio della città di Asti.
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Scire, Giulia. « Il diritto all'interprete e al traduttore nel procedimento penale italiano : indagine conoscitiva presso il Tribunale di Palermo ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14902/.

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Résumé :
Dans le passé, de nombreuses études et recherches se sont occupés de l’interprète de conférence, tandis que peu d’attention a été accordée au rôle de l’interprète-traducteur judiciaire. En effet, c’est dans le prétoire du tribunal qui s’affirment, à travers la langue, deux droits fondamentaux et inviolables de tout être humain : le droit à la défense et le droit au procès équitable. Depuis quelques années, de plus en plus de personnes étrangères ou allophones sont impliquées dans des procès pénaux, pour des multiples raisons. C’est pourquoi l’on a cherché d’analyser d’avantage la figure de l’interprète-traducteur judiciaire, un pont entre des personnes de cultures et de langues différentes. L’objectif de ce mémoire est d’analyser la profession de l’interprète-traducteur judiciaire et le droit à l’assistance linguistique dans la procédure pénale italienne, en partant d’un aperçu historique qui permettra de mieux comprendre comment cette fonction a évolué au fil du temps et ce qui a été fait en Italie à la suite des directives européennes, et de connaitre la réalité dans laquelle les interprètes et les traducteurs travaillent aujourd’hui. Ce travail se compose de quatre chapitres. Le premier décrit les origines, les caractéristiques et les différents types d’interprétation et de traduction judiciaire. Le deuxième chapitre contient un approfondissement des réglementations concernant le droit à l’assistance linguistique dans le contexte international, et plus précisément européen. Le troisième chapitre analyse le rôle de l’interprète-traducteur dans la procédure pénale italienne. Le quatrième et dernier chapitre présente une enquête menée auprès de la chambre criminelle du Tribunal de Palerme, afin d’obtenir un cadre général concernant l’assistance linguistique au niveau local et en souligner les atouts et les faiblesses.
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BUBULA, FABIO AUGUSTO. « Lingue e tutela dei diritti nel processo penale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/46802.

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Résumé :
Il lavoro ricostruisce come, ad oggi, sia configurata l’assistenza linguistica nel procedimento penale, secondo le classiche tre formanti di legislazione, dottrina e giurisprudenza. L’analisi è condotta nella prospettiva del quadro sovranazionale, costituito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla normativa UE, in particolare dalle Direttive 2010/64/UE sul diritto all’interpretazione e alla traduzione e 2012/29/UE sulla tutela della vittima. Si è cercato, attraverso un puntuale confronto, di capire quali orientamenti sono destinati ad essere superati o messi in discussione e quali sono gli scenari che si aprono al legislatore chiamato al recepimento.
The thesis reconstructs the role that at present linguistic experts (interpreters and translators) have within the Italian criminal procedure, according to law, scholarship and jurisprudence. The analysis is made from the point of view of the supranational framework, that is the European Convention of the Human Rights and the EU law, in particular the Directive 2010/64/EU on the right of interpretation and translation and the Directive 2012/29/EU on the protection of the victim. Through a punctual comparison, the aim is to realize which opinions and case law are intended to be abandoned or challenged and which perspectives has the legislator bound to enforce the EU Directives.
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Girardi, Ana Lúcia Franco Nobile. « A clínica com bebês : entre o discurso do risco e o laço com a parentalidade ». Pontifícia Universidade Católica de São Paulo, 2008. https://tede2.pucsp.br/handle/handle/14036.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2016-04-28T18:23:56Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ana Lucia Franco Nobile Girardi.pdf: 669046 bytes, checksum: fbe687059ad42c383dedc998f2b27284 (MD5) Previous issue date: 2008-12-12
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico
This doctorate thesis brings on a reflection on the clinic with babies prematurely born. That reflection derived from my professional path itself, in which, since 1994, I ve taken part of a central program of maternal-infantile attendance, the Kangaroo Mother Method, in a hospital of the interior of Sao Paulo State, Regional Hospital of Assis. The starting point of this work is the discussion of the phonoaudiologic clinic that operates by the risk notion, understood in the clinical environment as much as origin of disturbances, as well as parameter to measure a normal pattern of the organism. It is then as scale for the definition of the pathological that the risk notion acts in the phonoaudiologic practice; and it is exactly from this perspective that we stay away from. From the beginning, 14 years ago, the phonoaudiologic actions in clinic practice with babies have been linked to the parents, more specifically to the mother, since the maternal presence was needed in hospital during the baby s recovery period in order to reach the goals of the Kangaroo Mother Method. As a professional involved in that hospital project, was I affected not only by the movements of the premature birth, but by the parents speech that convey the significance of their encounter with their child as well, crucial data that produced effects in clinic practice. I understand that such practice caused my distance from the speech centered in the organic conditions of the premature, consequently engendering the bet in the decisive power of the language in the subjective structuring, i.e., in the strength of the speech as a possible source of a come-to-being subject of the human baby, acting as an anticipation position introduced by the bond of parenthood. In this work I aim at showing that the issues about clinic with babies, mainly those considered of risk activity bounded in the period of hospital internment and in the following accompaniment , are not being sufficiently discussed in the phonoaudiological field and in this sense I indicate an alternative direction, the establishment of the conjunction between the two moments of phonoaudiologic activity based in only one commitment, the premature body in an entrance process into the symbolic, through the effects of the language. The promoted discussions fit in this theorization about the Clinic of Language, under the coordination of Maria Francisca Lier- DeVitto and on Claudia Lemos thought; more precisely the structural and the unfolding reflection, starting from the Lacanian Psychoanalysis, in the statute of pulsing body. It has to be mentioned, however, that another step will be taken, the approach of the Lacanian Psychoanalysis starting with Freud that the clinic with babies will demand a theoretical effort on the subject in relation with parenthood
Esta tese de doutorado traz uma reflexão sobre a clínica com bebês nascidos prematuramente. Essa reflexão nasceu a partir de minha trajetória profissional, em que desde 1994, faço parte de um programa central de atendimento materno-infantil, o Método Mãe-Canguru, em um hospital do interior do Estado de São Paulo Hospital Regional de Assis. O ponto de partida deste trabalho é a discussão da clínica fonoaudiológica que opera pela noção de risco, entendido no espaço clínico tanto como origem de distúrbios, quanto como parâmetro para medir um padrão normal do organismo. É, então, como escala para a definição do patológico que a noção de risco atua na prática fonoaudiológica; e é justamente desta perspectiva que nos afastamos. Desde o início, há 14 anos, as ações fonoaudiológicas na prática clínica com bebês estiveram atadas aos pais, mais especificamente à mãe, já que para viabilizar as metas do Método Mãe-Canguru se fez necessária a presença da mãe na unidade hospitalar durante o período de recuperação do bebê. Como profissional envolvida nesse projeto hospitalar fui afetada não só pelos movimentos do nascimento prematuro, bem como pelo discurso dos pais que portam a significância do encontro deles com o filho, dado crucial que produziu efeitos na prática clínica. Entendo que esse fazer ocasionou o meu afastamento do discurso centrado nas condições orgânicas do prematuro, conseqüentemente, engendrando a aposta na força determinante da linguagem na estruturação subjetiva, isto é, na força do discurso como fonte de possibilidade de um vir-a-ser-sujeito da cria humana, atuando como posição de antecipação introduzida pelo laço com a parentalidade. Neste trabalho procuro mostrar que as questões sobre a clínica com bebês, sobretudo aqueles considerados de risco atuação circunscrita no período de internação hospitalar e também no acompanhamento ambulatorial , não estão sendo suficientemente debatidas no campo fonoaudiológico e, neste sentido, indico uma direção alternativa, a partir do estabelecimento da conjunção entre os dois momentos de atuação fonoaudiológica assentada em um só compromisso, o corpo prematuro em processo de entrada no simbólico pelos efeitos da linguagem. As discussões promovidas inserem-se no interior da teorização sobre a Clínica da Linguagem, sob a coordenação de Maria Francisca Lier-DeVitto e do pensamento de Claudia Lemos, mais precisamente a reflexão estrutural e do desdobramento, a partir da psicanálise lacaniana, no estatuto de corpo pulsional. Cabe, porém, dizer que um outro passo será realizado, a aproximação a Psicanálise lacaniana a partir de Freud na medida em que a clínica com bebês exigirá um esforço de teorização sobre o sujeito na relação com a parentalidade
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Lipecki, Johan, et Viggo Lundén. « The Effect of Data Quantity on Dialog System Input Classification Models ». Thesis, KTH, Hälsoinformatik och logistik, 2018. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kth:diva-237282.

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Résumé :
This paper researches how different amounts of data affect different word vector models for classification of dialog system user input. A hypothesis is tested that there is a data threshold for dense vector models to reach the state-of-the-art performance that have been shown with recent research, and that character-level n-gram word-vector classifiers are especially suited for Swedish classifiers–because of compounding and the character-level n-gram model ability to vectorize out-of-vocabulary words. Also, a second hypothesis is put forward that models trained with single statements are more suitable for chat user input classification than models trained with full conversations. The results are not able to support neither of our hypotheses but show that sparse vector models perform very well on the binary classification tasks used. Further, the results show that 799,544 words of data is insufficient for training dense vector models but that training the models with full conversations is sufficient for single statement classification as the single-statement- trained models do not show any improvement in classifying single statements.
Detta arbete undersöker hur olika datamängder påverkar olika slags ordvektormodeller för klassificering av indata till dialogsystem. Hypotesen att det finns ett tröskelvärde för träningsdatamängden där täta ordvektormodeller när den högsta moderna utvecklingsnivån samt att n-gram-ordvektor-klassificerare med bokstavs-noggrannhet lämpar sig särskilt väl för svenska klassificerare söks bevisas med stöd i att sammansättningar är särskilt produktiva i svenskan och att bokstavs-noggrannhet i modellerna gör att tidigare osedda ord kan klassificeras. Dessutom utvärderas hypotesen att klassificerare som tränas med enkla påståenden är bättre lämpade att klassificera indata i chattkonversationer än klassificerare som tränats med hela chattkonversationer. Resultaten stödjer ingendera hypotes utan visar istället att glesa vektormodeller presterar väldigt väl i de genomförda klassificeringstesterna. Utöver detta visar resultaten att datamängden 799 544 ord inte räcker till för att träna täta ordvektormodeller väl men att konversationer räcker gott och väl för att träna modeller för klassificering av frågor och påståenden i chattkonversationer, detta eftersom de modeller som tränats med användarindata, påstående för påstående, snarare än hela chattkonversationer, inte resulterar i bättre klassificerare för chattpåståenden.
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Livres sur le sujet "Assistenza linguistica"

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United States. Bureau of the Census, dir. Guida di assistenza linguistica in Italiano. [Washington, DC] : U.S. Dept. of Commerce, Bureau of the Census, 1999.

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