Articles de revues sur le sujet « Arte - Italia - XX secolo »

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1

Barattucci, Chiara. « Strumenti urbanistici per la rigenerazione delle aree produttive come nuove parti di città ». TERRITORIO, no 99 (août 2022) : 130–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099018.

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Résumé :
L'articolo osserva le aree produttive del Nord Italia a partire da una domanda principale: gli strumenti urbanistici che nel XX secolo ne hanno permesso la realizzazione, oggi, sono ancora utili per guidare la loro rigenerazione come nuove parti di città? Dopo avere illustrato i principali obiettivi della rigenerazione sostenibile delle aree produttive, il testo richiama i tre strumenti che, nel tempo, sono stati determinanti per la loro costruzione: le zone D della zonizzazione; i pip, Piani per gli Insediamenti Produttivi; le apea, Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. L'articolo riflette quindi sulla necessità di nuovi strumenti contestualizzati, multidimensionali e multiattoriali, capaci di inserire la riqualificazione delle aree produttive in progetti e programmi adattivi nel tempo.
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2

Brogiolo, Gian Pietro. « L'archeologia dell'architettura in Italia nell'ultimo quinquennio (1997-2001) ». Arqueología de la Arquitectura, no 1 (30 décembre 2002) : 19. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.3.

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Résumé :
Il contributo delinea un bilancio dell'Archeologia dell'architettura in Italia a partire dalla metà degli anni '90 del XX secolo, quando alcuni convegni e la neonata rivista "Archeologia dell'Architettura", misero a confronto le esperienze maturate in più centri di ricerca, che riguardavano non solo l’analisi stratigrafica delle murature il suo rapporto con il Restauro, ma anche allo studio delle tecniche costruttive, della mensiocronologia e dell’archeometria. Da questo punto di vista sono da segnalare da un lato le sperimentazioni nella costruzione delle sequenze degli equilibri statici, del degrado, degli intonaci e degli orizzontamenti lignei, dall'altro le proposte di metodologie di restauro fondate sull'analisi stratigrafica. Questo impegno ha però portato a trascurare l’obiettivo prioritario dell’archeologo: recuperare dalle sequenze di un edificio informazioni storiche, per le quali servono anzitutto corpora e censimenti esaustivi, e studi che pongano in relazione le architetture con l’organizzazione agraria, le trasformazioni dei paesaggi antropici, le trasformazioni economiche e sociali. Ed è su questo aspetto che converrà puntare nei prossimi anni, almeno da parte degli archeologi, senza per questo sminuire o vanificare il rapporto privilegiato che si è instaurato negli anni ‘90 con il Restauro Architettonico, con l'obiettivo comune di salvaguardare il patrimonio architettonico in una congiuntura nella quale sembra concluso un ciclo storico che aveva a cuore lo studio e la tutela del passato, attraverso il policentrismo culturale, la fervida circolazione delle idee, un saldo collegamento con la società civile.
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3

Cipolli, Carlo, Vincenzo Natale, Pio Enrico Ricci Bitti et Nicolino Rossi. « Le radici del Dipartimento di Psicologia "Renzo Canestrari" : documenti per una memoria collettiva ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 9–13. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12568.

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Renzo Canestrari (1924-2017) è stato uno dei più illustri psicologi italiani ed ha dato un contributo decisivo alla rinascita della psicologia in Italia nel secondo dopoguerra. Laureato in Pedagogia e in Medicina e Chirurgia, è stato professore ordinario di Psicologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna dal 1960 al 1999. Ha fondato l'Istituto (poi Dipartimento) di Psicologia negli anni '60, all'interno del quale ha promosso lo sviluppo di molteplici aree di ricerca di psicologia sperimentale, clinica e applicata. Queste linee sono state successivamente sviluppate dagli allievi, molti dei quali hanno raggiunto posizioni importanti in numerose università italiane. In occasione dell'intitolazione del Dipartimento di Psicologia a suo nome, numerosi allievi hanno progettato di ricordare gli esordi e i successivi sviluppi dei suoi contributi in molteplici aree di ricerca. Questo numero di Ricerche di Psicologia intende essere sia un segno di gratitudine sia uno stimolo per la raccolta di ulteriori documentazioni e per approfondimenti storiografici sulla diffusione e affermazione della psicologia in ambito universitario e in altri ambiti della società italiana nella seconda metà del XX secolo.
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Manfrellotti, Stefania. « Longevità e capacità di resilienza delle imprese familiari nella provincia di Salerno fra XX e XXI secolo = Longevity and resilience of family firms in the province of Salerno between the 20th and 21st century ». Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no 18 (30 juin 2014) : 19. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i18.1642.

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Résumé :
<p>La provincia di Salerno ha rappresentato, nella seconda metà del Novecento, una delle realtà più rilevanti del Mezzogiorno d’Italia sotto il profilo industriale. Nel secondo dopoguerra l’industria nell’area salernitana visse un’intensa crescita, soprattutto grazie agli aiuti per il Mezzogiorno. Rispetto alle altre aree del Sud Italia, non vi furono grandissimi stabilimenti siderurgici, metalmeccanici e petrolchimici ma vi fu un movimento vivace di piccole e medie industrie soprattutto nel settore manifatturiero. Tra gli anni Settanta e Ottanta le crisi nazionali e internazionali segnarono il passo dell’economia italiana e più in generale di tutte le economie occidentali. Nella provincia di Salerno le fabbriche statali, quelle appartenenti a multinazionali estere o alle grandi imprese del settentrione furono le più colpite dalla crisi. Al contrario molte aziende locali riuscirono, sebbene con momenti di incertezza, ad avere un ciclo di sviluppo ininterrotto. Si tratta principalmente di imprese familiari, create e gestite da imprenditori salernitani, espressione del territorio, della cultura, delle tradizioni, che hanno saputo trarre dal contesto locale le energie e spesso le risorse per puntare all’eccellenza. Ancora oggi, sebbene quarant’anni di legislazione speciale per il Mezzogiorno non siano bastati a mettere in moto uno sviluppo duraturo e soprattutto autonomo delle imprese meridionali, lo sviluppo industriale meridionale è legato alle piccole e medie attività imprenditoriali operanti soprattutto nel settore manifatturiero. Tra le diverse esperienze di capitalismo locale e familiare di quest’area del Mezzogiorno si è scelto di analizzare una delle realtà imprenditoriali più longeve della provincia salernitana: il sistema di imprese della famiglia Di Mauro di Cava de’Tirreni. Dalla fine dell’Ottocento, la famiglia ha saputo affermare, espandere e reinventare la propria attività nel campo della tipografia, dell’editoria, e della cartotecnica, passando indenne per le difficili congiunture del ’900, e giungendo a essere attualmente una realtà di punta nel tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno.</p><p>In the second half of the twentieth century, the Salerno province represented one of the most important industrial reality of the southern Italy. After Second World War, the Salerno province industry lived an intense growth, mainly thanks to the aids for the southern Italy. There were not many steelworks, petrochemical and engineering mills, compared to other areas of the southern Italy, but there was a lively movement of small and medium industries, especially in manufacturing. Among the seventies and eighties the national and international crisis damaged the Italian economy and also other Western economies. In the Salerno province, the state enterprises, those belonging to the foreign multinationals or the great enterprises of the northern Italy, were the worst hit by the crisis. On the other hand, although with uncertainty, many local enterprises managed to have a continuous development. They were mainly family businesses, created and managed by the Salerno province entrepreneurs, expression of the territory, the culture, the traditions that have been able to take energy from the local context and the resources to aim at the excellence.</p> <p>To this today, though forty years of special legislation for the southern Italy are not enough to launch a continuous development and in particular an independent development of the southern enterprises, the industrial development of southern Italy is linked to small and medium enterprises, especially in the manufacturing sector. Among the several experiences of local and family capitalism of the southern Italy, I have chosen to analyze one of the entrepreneurial reality more long-running of the Salerno province. It is the system of enterprises of the Di Mauro family from Cava de’Tirreni. Since the end of nineteenth century, the Di Mauro family was able to establish, expand and reinvent its business in the field of printing, publishing, and converting industry, passing unscathed to the difficult junctures of the twentieth century, and now coming to be very important in the business of the southern Italy.</p>
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Spinicci, Paolo. « ¿Quale novecento ? Le riflessioni fenomenologiche di giovanni piana sull’arte del XX secolo ». Eikasía Revista de Filosofía, no 96 (14 juillet 2022) : 193–211. http://dx.doi.org/10.57027/eikasia.96.218.

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Résumé :
El alcance y la intensidad de las reflexiones filosóficas de Giovanni Piana sobre las artes, y especialmente sobre las vicisitudes del arte del siglo XX en el conjunto de su producción teó-rica no se limitan al proyecto de delinear una filosofía de la música que efectivamente se ha convertido, desde la década de 1990, en el centro de sus intereses teóricos. El arte del siglo XX y sus vanguardias representaron para Piana un argumento lleno de sugestión e interés. El objetivo del artículo es indicar la razón por la cual en el curso de sus estudios Piana siente una creciente necesidad de discutir sobre el arte contemporáneo. Reflexionar sobre el arte del siglo XX, no solo significa arrojar luz sobre los valores expresivos propios de las formas elemen-tales de la experiencia, sino que para Piana también ha significado volver a cuestionar el nexo que junta la estructura material del sonido y, en general, de los materiales de la experiencia con las formas en las que están codificados lingüísticamente.
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Boubara, Ada. « Scambi culturali nel xx secolo tra Italia e Grecia (Pasolini e Panagulis) ». Narrativa, no 39 (1 décembre 2017) : 91–102. http://dx.doi.org/10.4000/narrativa.680.

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Sodi, Manlio. « DODICI LUSTRI DI VITALITÀ LITURGICA IN ITALIA ». PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, no 33 (30 décembre 2022) : 259–82. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p259-282.

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Résumé :
Il secolo XX è passato alla storia e sarà ricordato per tanti motivi. Dal punto di vista ecclesiale rimarrà come il tempo in cui le forme della lex orandi hanno realizzato un progressivo cambiamento rispetto ad una prassi liturgico-celebrativa che, per alcuni aspetti, ha attraversato l’intero secondo millennio. Il Novecento si era aperto con i timidi inizi del “movimento liturgico” per opera di Dom Lambert Beauduin, in Belgio; un movimento di pensiero e di eventi che, con alterne vicende, attraverserà diversi decenni per sfociare nel Concilio Vaticano II. Qui l’intento è quello di offrire una lettura della riforma liturgica e del conseguente rinnovamento, attuati in Italia, unitamente ad alcune sfide che “oggi” si presentano.
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Scaglione, Giannantonio. « La storiografia sui catasti d'età moderna in Italia tra XX e XXI secolo ». STORIA URBANA, no 156 (juin 2018) : 125–47. http://dx.doi.org/10.3280/su2017-156005.

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Kertzer, David I., et Marzio Barbagli. « Sotto lo Stesso Tetto : Mutamenti della Famiglia in Italia dal XV al XX Secolo. » Contemporary Sociology 14, no 5 (septembre 1985) : 604. http://dx.doi.org/10.2307/2069538.

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Petit, Lorenza. « Dal Medio Oriente al Messico : storia di una migrazione ». MONDI MIGRANTI, no 2 (juillet 2022) : 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002007.

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Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, il continente americano diventò il polo di attrazione per milioni di persone che andarono oltreoceano non solo ver-so gli Stati Uniti ma anche per raggiungere l'America Latina. Il contributo mette in evidenza il caso particolare delle emigrazioni provenienti dal mondo arabo e diret-te in Messico. Nella prima parte dell'articolo, l'autore analizza le fonti che ci per-mettono di realizzare un'indagine rigorosa del fenomeno apportando numerosi dati a sostegno dello studio. Le fonti prese in esame comprendono: il Registro degli Stranieri, presente nell'Archivio Generale della Nazione (AGN), i censimenti dell'INEGI e il Direttorio Libanese del 1948. Nella seconda parte, si ricostruiscono i movimenti dei migranti all'interno della Repubblica Messicana in un periodo che va dal 1895 al 1950. L'articolo ha lo scopo di introdurre il lettore allo studio delle emigrazioni arabe in America Latina, tema poco presente nella storiografia italia-na, evidenziandone la rilevanza ed incoraggiando futuri progetti di ricerca sul fenomeno.
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Bertoni, Angelo, et Ornella Zaza. « L'infrastruttura ferroviaria come attore territoriale : strategie e tattiche di riuso nella valle della Roya ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 128 (juillet 2022) : 47–58. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128005.

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I violenti temporali dell'ottobre 2020 hanno causato gravi danni al territorio della valle della Roya, una zona transfrontaliera di media montagna tra Francia e Italia. La linea ferroviaria Nizza-Ventimiglia-Breil-Cuneo, che attraversa questo territorio, è stata l'unica infrastruttura in grado di rispondere all'emergenza e ha riaperto il dibattito sul riuso delle stazioni ferroviarie, un importante patrimonio del XX secolo, oggi in gran parte abbandonato. L'articolo si propone di analizzare e mettere in prospettiva le esperienze di innovazione socio-spaziale che permettono all'infrastruttura ferroviaria di rivelarsi come una risorsa territoriale, capace di proporre nuove pratiche di vita in armonia con l'ambiente costruito e naturale.
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Coronella, Stefano. « Origini e sviluppi del giornalmastro nell’Italia dell’Ottocento ». De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 16, no 1 (26 juin 2019) : 7. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v16i1.342.

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Il giornalmastro (il Journal-Grand-Livre), un innovativo e geniale registro contabile derivante dalla fusione del libro giornale e del libro mastro inventato da Edmond Degrange ai primi dell’Ottocento, è stato di fondamentale importanza per la modernizzazione della contabilità. Attraverso di esso, infatti Degrange ha aperto la strada all’utilizzo e favorito l’affermazione della partita doppia di tipo “sintetico” e dei conti “sinottici” dopo secoli di adozione della partita doppia di tipo “analitico”. Peraltro, il giornalmastro ha suscitato pure un notevolissimo interesse tra gli studiosi ed i professionisti, tanto che numerose sono le applicazioni contabili apparse nell’Ottocento che si basano sulla sua logica. La possibilità di “sintetizzare” i conti e ridurre il numero dei registri da utilizzare ideata dal Degrange ha spinto infatti molti autori a proporre nuovi procedimenti e congegni contabili basati su un registro di tipo sintetico. In Italia le più importanti applicazioni contabili di quel periodo – fra cui anche la Logismografia di Giuseppe Cerboni, utilizzata per quindici anni come metodologia delle scritture dello Stato italiano – devono la propria esistenza alla rivoluzionaria invenzione del giornalmastro. Scopo del presente lavoro è pertanto quello di individuare le applicazioni contabili che in Italia sono “derivate”, in maniera più o meno evidente, dal giornalmastro, evidenziandone le analogie e le differenze rispetto a quest’ultimo. Ciò ci consente anzitutto di evidenziare il concreto contributo di Edmond Degrange allo sviluppo della tecnica contabile in Italia – contributo che, per lungo tempo, è in realtà stato sottovalutato se non addirittura dimenticato – nonché di “mappare” lo stato della tecnica contabile italiana alle soglie del XX secolo. A tale fine sono state accuratamente esaminate tutte le opere di ragioneria apparse in Italia dalla divulgazione del giornalmastro (avvenuta nel 1804) a tutto il XIX secolo e, per tutte quelle per le quali si è riscontrata una “base” tecnica riconducibile al giornalmastro, è stata poi effettuata un’attenta analisi comparativa. Il lavoro è suscettibile di ulteriori approfondimenti in particolare per quanto riguarda un’analoga indagine in altri Paesi.
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Niglio, Olimpia. « La política cultural en Italia y las innovaciones del siglo XXI ». Culturas. Revista de Gestión Cultural 3, no 1 (25 mai 2016) : 1. http://dx.doi.org/10.4995/cs.2016.5271.

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<p>Este artículo analiza el desarrollo de la política cultural en Italia desde las primeras experiencias del siglo XVI hasta principios del siglo XXI con la reforma institucional por el Ministro Darío Franceschini. En el país pre-unitario fueron muy importantes las contribuciones de los diferentes gobernadores locales que han impuesto políticas de conservación para evitar la dispersión de las obras de arte. Después de la unidad de Italia (1861) las leyes de tutela del patrimonio nacional han contribuido a encaminar importantes iniciativas que se han desarrollado concretamente sólo al final del siglo XX. Son grandes las novedades institucionales y normativas activadas en el siglo XXI, y en esta contribución proponemos algunoss importantes hechos de reflexión y de profundización.</p>
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Mancebo Roca, Juan Agustín. « Del legado vanguardista a la proyección multimedia. L’Archivio del ’900 del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ». Anales de Historia del Arte 32 (14 juillet 2022) : 47–75. http://dx.doi.org/10.5209/anha.83057.

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El Archivio del ’900 es uno de los centros de referencia para el estudio del arte y la arquitectura del siglo XX en Italia. A partir de la cesión de los archivos de Depero y Mazzoni, el Archivio del ’900 realizó una política de adquisición de fondos documentales que comprendían las vanguardias de la primera mitad del siglo XX, la de los arquitectos trentinos de relevancia internacional, las prácticas verbo-visuales de los sesenta y setenta, y los archivos de principios del siglo XXI. Este artículo estudia el origen y las transformaciones del Archivio del ’900, su inclusión en el organigrama del Mart Rovereto y la proyección de su acervo a través de inventarios, publicaciones, exposiciones, digitalización y volcado en la red que trasciende su límite físico, poniendo a disposición de los investigadores sus más de sesenta fondos de archivos y el fondo bibliográfico que contienen miles de documentos esenciales para el estudio del arte contemporáneo.
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Sulfaro, Nino. « La dismissione delle fortificazioni urbane in Italia : percorsi bibliografici ». STORIA URBANA, no 136 (mars 2013) : 225–40. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-136008.

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Sono pochi i testi che offrono una sintesi di ampio respiro sugli stretti legami che intercorrono tra dismissione delle fortificazioni, trasformazioni urbane e realtŕ socioeconomica, in Italia tra XIX e inizi del XX secolo. Uno dei primi problemi che si pone alla ricerca su questo tema č, quindi, il dover far fronte alla frammentarietŕ del materiale disponibile. Al fine di rendere piů agevole la consultazione del materiale proposto, il saggio presenta tre percorsi bibliografici sul tema. Il primo riguarda gli aspetti normativi, amministrativi e finanziari della dismissione. Esso fa riferimento a pubbli- cazioni riguardanti le procedure di demilitarizzazione di quelle fortificazioni urbane che, perso il loro ruolo militare, sono acquisite dalle amministrazioni comunali. In particolare, vengono richiamati studi e ricerche che evidenziano alcuni aspetti finanziari del tema, come la valorizzazione della rendita fondiaria dei terreni precedentemente occupati dalle cinte urbane, e l'ampliamento delle cinte daziarie. Il secondo percorso si basa su pubblicazioni che pongono l'accento sul rapporto tra demolizione delle mura e trasformazioni urbane, come nel caso dell'insediamento degli scali ferroviari, del miglioramento della viabilitŕ e, in generale, dell'attuazione degli strumenti urbanistici. Inoltre, si fa riferimento al tema della conversione delle cinte urbane in pubblici passeggi e viali di circonvallazione. L'ultimo percorso si muove lungo una serie di riferimenti bibliografici che pongono in risalto l'incidenza di alcune problematiche, come la pressione demografica, la crisi occupazionale, il decollo industriale e il rapporto tra cultura igienista e istanze di conservazione, sui processi di demolizione delle cinte urbane
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Bini, Andrea. « L'umorismo di Pirandello fra Opera Aperta e la scoperta dell'io ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 1 (14 février 2018) : 63–84. http://dx.doi.org/10.1177/0014585817747263.

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Il presente saggio analizza l'estetica di Pirandello, contenuta soprattutto nel suo saggio L'umorismo, e il suo contributo dato all'estetica del XX secolo. Costituendo una rottura rispetto agli ideali estetici precedenti, la distinzione pirandelliana fra arte umoristica e non-umoristica può essere paragonata a quella fra arte aperta e arte classica teorizzata da Umberto Eco nel suo saggio Opera Aperta (1962). Ma interpretare L'umorismo come esempio ante litteram di opera aperta in quanto meta-arte autoriflessiva è anche lo spunto per ripensare il cuore della poetica pirandelliana incentrato sul problema della dissoluzione dell' io. Nella seconda parte di questo lavoro intendo dimostrare che nonostante l'esplicita dichiarazione di scetticismo lo scrittore siciliano è testimone acuto di una società in cui a emergere è proprio l'interiorità del soggetto, che si afferma parallelamente al declino delle varie maschere sociali. Detto in termini più specifici, nella società moderna di massa ad andare in crisi è il valore sociale del performativo. Questo significa leggere Pirandello alla luce delle tesi del sociologo Richard Sennet, contenute nel libro The Fall of the Public Man (1977), e di quelle di impostazione psicanalitica che il filosofo Rober Pfaller ha esposto in Die Illusionen der anderen. Über das Lustprinzip in der Kultur (2002).
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Almazán Tomás, V. David. « El Japón Meiji (1868-1912) y el japonismo en la revista L’Illustrazione Italiana ». Artigrama, no 21 (9 décembre 2022) : 747–67. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2006218297.

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En vísperas de la Restauración Meiji (1868), cuando Japón reabrió sus fronteras al mundo occidental, se inició un proceso de modernización del País del Sol Naciente que suscitó un gran interés. Paralelamente, su historia, cultura, tradiciones y arte dieron lugar a un gran interés. La atracción por el arte japonés fue uno de los estímulos fundamentales dentro del mundo artístico de la época, dando origen al movimiento conocido con el nombre de Japonismo. En Italia, como en todo Occidente, las revistas ilustradas del siglo XIX y de los primeros años del siglo XX fueron un importante medio de difusión para su conocimiento. De este modo, L’Illustrazione Italiana, revista ilustrada fundada por Emilio Treves en Milán, fue una de las principales vías de acceso para los italianos respecto a este lejano archipiélago de particular belleza e interés.
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Paniga, Massimiliano. « Ezio Vigorelli, gli Eca e la battaglia per una riforma dell'assistenza nell'Italia repubblicana ». SOCIETÀ E STORIA, no 132 (juillet 2011) : 331–58. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132005.

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Résumé :
Il saggio analizza la figura di Ezio Vigorelli e i suoi sforzi per l'instaurazione in Italia di un autentico e moderno sistema di sicurezza sociale, in analogia alle esperienze maturate in altre realtÀ europee nella seconda metÀ del XX secolo. Al centro dell'opera intrapresa dall'esponente socialdemocratico si trovavano gli Enti comunali di assistenza, i quali, opportunamente rivisti, avrebbero dovuto costituire l'ideale struttura su cui poggiare l'attivitÀ dell'intero comparto assistenziale. Dopo aver esposto i principi- guida dell'azione politico-sociale di Vigorelli, l'autore concentra la propria riflessione su due momenti particolarmente significativi di questa: i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria e l'elaborazione di una proposta di legge per una riforma dell'assistenza. Entrambe le iniziative, malgrado gli esiti poco felici, mettono in risalto tutti limiti e le contraddizioni del nostro sistema di Welfare, nonché la necessitÀ di un profondo rinnovamento della legislazione e degli organismi assistenziali, di un aumento degli stanziamenti finanziari e quant'altro potesse arrecare dei benefici a un settore in perenne sofferenza.
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Tacchi, Enrico M. « La scacchiera di Schelling : un modello per l'analisi della segregazione urbana ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 167–79. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092011.

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Le dinamiche della segregazione residenziale in Italia sono un tema emergente di discussione della coesistenza interetnica. Questo articolo presenta il contributo di Schelling su tale argomento. Nel XX secolo, diversi autori hanno elaborato un certo numero di indici di segregazione. Schelling ha proposto di studiare la segregazione residenziale utilizzando un modello lineare e un modello a scacchiera. La metafora della linea consente di avere una sequenza illimitata di simboli, mentre la metafora della scacchiera introduce restrizioni ai vicinati, con i suoi confini e i suoi angoli. La persistente vitalitŕ del pensiero di Schelling per lo studio della segregazione sociale nelle cittŕ dipende soprattutto dalle scoperte sulle relazioni inattese tra le scelte residenziali degli individui e la segregazione complessiva dei vicinati. Pertanto, una cittŕ integrata puň condurre alla segregazione anche qualora nessun attore individuale desiderasse la segregazione risultante. Tutto ciň solleva seri dubbi sulla reale possibilitŕ delle politiche pubbliche di perseguire l'integrazione residenziale promuovendo l'apertura e la tolleranza della diversitŕ.
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Ángel Sánchez-García, Jesús. « Reformas en las "Ciudades de Arte" de España a comienzos del siglo XX. Antonio Palacios y la conservación de una integridad estética en las propuestas para Ourense y Santiago de Compostela ». STORIA URBANA, no 168 (novembre 2021) : 77–113. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168004.

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Accanto alla pianificazione di nuove città, nei primi decenni del XX secolo il movimento dell'Arte civica trovò nella conservazione delle città storiche uno dei terreni preferenziali per preservare la qualità artistica invocata da Camillo Sitte. All'interno di questo contesto culturale Antonio Palacios formulò le sue proposte di intervento per i centri di due città storiche spagnole: Ourense (1928) e Santiago de Compostela (1932). L'obiettivo funzionale di fornire nuovi accessi alle rispettive cattedrali fu risolto attraverso una piazza fornita di una scalinata nel caso di Ourense e da un viale con un tracciato irregolare e con un effetto scenografico nel caso di Santiago. Prendendo ispirazione dall'architettura storica e tradizionale della Galizia, la personale interpretazione dell'eredità vernacolare fu presentata come uno strumento per operare interventi di riforma e espansione nelle città antiche; tuttavia entrambe le proposte non andarono oltre la fase progettuale.
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Di Cimbrini, Tiziana. « L'Accounting nella dialettica tra scienza e tecnologia : il caso dei manuali sul mutuo soccorso in Inghilterra ed in Italia tra il XIX e XX secolo ». CONTABILITÀ E CULTURA AZIENDALE, no 1 (juillet 2016) : 11–40. http://dx.doi.org/10.3280/cca2016-001003.

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Lippolis, Vincenzo. « LE ELEZIONI DEL 1994 ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 186–99. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.244.

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Résumé :
Le elezioni del 1994 sono state il risultato finale della crisi dei partiti di massa del XX secolo. Esse hanno portato alla formazione di un sistema politico bipolare di prima-past-the-post. Il sistema dei partiti è diventato completamente diverso dal precedente. La novità principale fu la vittoriosa "entrata nella mischia" di Berlusconi che innovò profondamente i modelli della politica italiana. Si presentava come un leader carismatico a diretto contatto con gli elettori grazie a un sapiente uso della televisione. Il partito da lui fondato, Forza Italia, si identifica con la sua persona e non esisterebbe senza di lui. È un partito personale. Questo ha segnato un salto di qualità nel processo di personalizzazione della leadership che caratterizzerà il sistema politico italiano da quel momento in poi. Berlusconi ha vinto anche perché è stato il primo a capire che - con il nuovo sistema elettorale a scrutinio unico - lo scontro sarebbe stato tra destra e sinistra, senza possibilità di partiti centristi, e che sarebbe stato necessario costituire coalizioni elettorali. Ha così formato un'alleanza con la Lega del Nord e il MSI senza alcun riguardo per la coesistenza politica dell'alleanza. Il bipolarismo italiano acquisirebbe così la caratteristica negativa di coalizioni fragili ed eterogenee, non essendo il sistema elettorale adatto a limitare la frammentazione dei partiti. Il sistema politico diventerebbe fortemente conflittuale a causa della mancata legittimazione dei due fronti politici.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Maddalena Pennacchini. « La comparsa della bioetica nei Codici di Deontologia medica italiani : profilo storico e analisi dei contenuti ». Medicina e Morale 51, no 1 (28 février 2002) : 29–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.711.

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Résumé :
Negli ultimi anni è divenuto sempre più evidente il legame tra la deontologia medica e la bioetica. La deontologia ha recepito i messaggi della bioetica ed ha abbandonato la funzione di puntuale inventario delle leggi e delle regole attinenti la professione, mentre essa ha acquisito dignità di sostegno e di guida ad una buona pratica medica. Ma questa attenzione è recente, oppure è rintracciabile anche nei vari codici di deontologia medica pubblicati in Italia nel corso del XX secolo? L’analisi dei Codici di Deontologia medica italiani ha messo in evidenza uno specifico interesse per i temi propri della bioetica a partire dal Codice del 1978. Non si tratta, però, solo della scelta dei temi. La riflessione deontologica ha fatto propria anche la metodologia bioetica. Per cui i Codici danno indicazioni sull’agire del medico partendo da un ben preciso riferimento antropologico: il rispetto della persona umana e dei suoi diritti. Ciò nonostante, la soggettività dei diritti non è riconosciuta prima della nascita, quindi sono giustificati sia l’aborto sia le tecniche di fecondazione artificiale. Inoltre, la dignità professionale del medico non è sempre salvaguardata, infatti, in nome del rispetto dell’autonomia, essa viene subordinata alle decisioni del paziente. Questo rappresenta un paradosso dei Codici deontologici, i quali hanno come scopo principale quello di vietare i comportamenti dannosi per il “buon nome” della categoria.
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Farese, Giovanni. « Giuseppe Conti, Olivier Feiertag et Rosanna Scatamacchia (éd.) Credito e nazione in Francia e in Italia (XIX-XX secolo) Pise, Pisa University Press, 2009, 488 p. » Annales. Histoire, Sciences Sociales 67, no 4 (décembre 2012) : 1169–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900009914.

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Marani, Pietro C. « Il Cenacolo di Leonardo e i suoi restauri : Nella Milano fra il XV e il XX secolo fra arte e fede, propaganda politica e magnificenza civile ». I Tatti Studies in the Italian Renaissance 7 (janvier 1997) : 191–229. http://dx.doi.org/10.2307/4603705.

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Brangé, Mireille. « La cultura francese in Italia all’inizio del xx secolo. L’Istituto Francese di Firenze. Atti del Convegno per il centenario (1907-2007), a cura di Maurizio Bossi, Marco Lombardi, Raphaël Müller ». Studi Francesi, no 163 (LV | I) (1 mai 2011) : 206–7. http://dx.doi.org/10.4000/studifrancesi.6075.

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OUCHTATI, Zoubeida. « Verso una ricerca identitaria al femminile in “L’età del malessere” di Dacia Maraini ». ALTRALANG Journal 2, no 02 (31 décembre 2020) : 261–85. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v2i02.88.

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Résumé :
ABSTRACT: Writing allows the woman to express herself and talk about her life by emphasizing her interiority. Unlike the other female literatures (English or French for example), the Italian one has been for a long time put in the shadow of “men”. In Italy, the interest in the writing of women was born in the second half of the twentieth century thanks to the feminist movement and the feminine literary criticism. In this article, we study “L’età del malessere”; a novel written by Dacia Maraini who is one of the most known Italian feminists and intellectuals. The main purpose of this study is to show how Dacia Maraini manages to deal with the theme of female identity through her protagonist “Enrica”. The writer highlights both the family and the social context in which Enrica grows because they affect the process of building her identity. Eventually, Enrica gains her identity by gaining her freedom after various vital and bodily experiences. RIASSUNTO: La scrittura permette alla donna di esprimersi e di parlare della sua vita mettendo in risalto la sua interiorità. A differenza delle altre letterature femminili (inglese o francese per esempio), quella italiana è stata per molto tempo messa all’ombra “maschile”. In Italia, l’interesse per la scrittura delle donne nasce nella seconda metà del XX secolo grazie al movimento femminista e alla critica letteraria a firma femminile. In quest’articolo, studiamo “L’età del malessere”; un romanzo scritto Dacia Maraini che è una delle più famose femministe e intellettuali italiane. Lo scopo principale di questo nostro studio è di mostrare come Dacia Maraini riesce a trattare il tema dell’identità femminile mediante la sua protagonista “Enrica”. La scrittrice mette in evidenza sia il contesto familiare sia quello sociale in cui cresce Enrica perché influiscono sul processo di costruzione della sua identità. Alla fine, Enrica conquista la propria identità ottenendo la sua libertà dopo varie esperienze vitali e corporali.
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Esther Almarcha Núñez-Herrador, Esther, et Rafael Villena Espinosa. « Una nación de castillos. Su restauración, imagen fotográfica y significado en el segundo franquismo ». Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no 11 (22 juin 2022) : 189–212. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.08.

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Résumé :
El estado franquista, en su afán por vincularse a las épocas “gloriosas” del pasado, encontró en los castillos un argumento más para su discurso nacionalista. Esta significación simbólica se tradujo en todo un relato textual y visual que arranca de períodos anteriores, pero que cobra una nueva dimensión con la importancia económica del turismo durante la década de los sesenta. A lo largo de las siguientes páginas identificamos las claves de este discurso simbólico a través de los textos (fuentes impresas y hemerográficas) y la documentación de archivo procedente de los procesos de restauración monumental y políticas turísticas. Singular importancia tuvo el mundo de la fotografía como herramienta múltiple de identificación y vehículo de publicidad turística. Gracias a ello podemos rastrear las instituciones promotoras y las sinergias con otros agentes sociales imbricados en la dictadura. Palabras clave: historia de la restauración, historia de la fotografía, turismo, castillos, nacionalismoTopónimo: EspañaPeriodo: franquismo ABSTRACTThe Francoist state, in its eagerness to associate itself with the “glorious” times of the past, found in castles further support for its nationalist discourse. This symbolic significance translated into an entire textual and visual narrative that had begun earlier but acquired a new dimension with the economic importance of tourism during the 1960s. The following pages identify the keys to this symbolic discourse through texts (printed sources and journalistic sources) and documentation from the archives of processes of monumental restoration and tourism policies. Particular importance was attached to the world of photography as a multiple tool for identification and as a vehicle for tourist publicity. Thanks to the latter, it is possible to trace the promoting institutions and the synergies with other social agents involved in the dictatorship. Keywords: history of restoration, history of photography, tourism, castles, nationalismPlace names: SpainPeriod: francoism REFERENCIASAlares, G., Políticas del pasado en la España franquista (1939-1964). Historia, nacionalismo y dictadura, Madrid, Marcial Pons, 2017.Almarcha, E. y Villena, R., “Los castillos, ¿destino turístico?”, en De Marco Polo al low cost. Perfiles del turismo contemporáneo, Madrid, La Catarata de los Libros, 2020, pp. 69-90.— “La impresión de lo moderno. Los volúmenes provinciales de los XXV años de paz”, en XXV Años de Paz Franquista. Sociedad y cultura en España hacia 1964, pp. 271-307.— “Las tarjetas postales como registro de la memoria histórica”, La Tadeo de Arte, 5, (2019), pp. 178-203.Almarcha, E., García, M. P. y Villena, R. (coords.), Spain is different. 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Delgado, Manuel, et Sarai Martín López. « La violencia contra lo sagrado. Profanación y sacrilegio : una tipología ». Vínculos de Historia. Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no 8 (20 juin 2019) : 171. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2019.08.09.

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RESUMENDe entre todos los objetos, tiempos, espacios, palabras y seres que componen el mundo físico, algunos están investidos de un valor especial por cuanto se les atribuye la virtud de visibilizar las instancias invisibles de las que dependemos los mortales. Es lo sagrado. A lo sagrado se le depara un trato singular hecho de respeto, veneración o miedo, pero en ocasiones también de rencor y de odio por lo que encarna o representa. Es adorado, pero también, y acaso por las mismas razones, puede ser insultado, destruido, objeto de burla y, si tiene forma humana, martirizado o asesinado. La violencia contra lo sagrado puede caber en sistemas religiosos que le otorgan a la agresión un papel central en su universo mítico o ritual. También se ofende u agrede lo santo para grupos o pueblos a someter, puesto que en ello está resumido su orden del mundo. Desde esta perspectiva, el agravio, la irreverencia y el daño pasan a reclamar un lugar protagonista en los estudios sobre la institución religiosa de la cultura bajo las figuras del sacrilegio y la profanación.PALABRAS CLAVE: sagrado, profanación, sacrilegio, violencia religiosa, iconoclastia.ABSTRACTOf all the objects, times, spaces, words and beings that make up the physical world, some are invested with a special value because they are attributed the virtue of making visible the invisible instances on which we mortals depend. This is the sacred. The sacred is given a singular treatment combining respect, veneration or fear, but sometimes also resentment and hatred of what it embodies or represents. It is adored, but also, and perhaps for the same reasons, it can be insulted,destroyed, mocked and, if it has a human form, martyred or killed. Violence against the sacred can fit into religious systems that give aggression a central role in their mythical or ritual universe. Also offended or attacked is what is sacred for groups or peoples to be subdued, since in it an embodiment of their world order. From this perspective, aggravation, irreverence and damage occupy a central place in the studies on the religious institution of culture under the figures of sacrilege and profanation.KEY WORDS: sacred, profanation, sacrilege, religious violence, iconoclasm. BIBLIOGRAFÍAAgamben, G. (2005), Profanaciones, Barcelona, Anagrama.Arbeola, V. M. (1973), Socialismo y anticlericalismo, Madrid, Taurus.Arce Fustero, G. (2018), De espaldas a Cristo. Una historia del anticlericalisme en Colombia, 1849-1948, Medellín, Editorial Universidad de Medellín.Aston, M. (1988), England’s Iconoclasts, Oxford, Oxford University Press.Auzépy, M. F. (1987), “L’iconodulie: Défense de l’image ou de la devotion de l’image”, en Boesfplug, F. y Lossy, N. (comp.), Nicée II, 787-19 87. Douze siecles d’imagerie religieuse, París, Cerf, 157-164.Bataille, G. 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Gourvish, Terry, Laurent Bonnaud, Michael Robbins, Federico Paolini, Margaret Walsh, Dorian Gerhold, Paul Rosen et al. « Book Reviews : Railways in Britain and the United States, 1830–1940 : Studies in Economic and Business History, Naissance d'une Industrie touristique : Les Anglais et la Suisse au XIXe siècle, Track, Politica ed economia dei trasporti, secoli XIX–XX : Una storia della modernizzazione in Italia, Coast to Coast by Automobile : The pioneering trips, the Technical Development of Roads in Britain, the Ride to Modernity : The Bicycle in Canada, 1869–1900, the Bicycle in Wartime : An Illustrated History, Iron Shipbuilding on the Thames, 1832–1915 : An Economic and Business History, Clyde River Steamers 1872–1922, Echoes of Old Clyde Paddle Wheels : The First Sixty Years from the Comet of 1812, the Cambridge Urban History of Britain II, 1540–1840, Chicago Maritime : An Illustrated History, Wheels and Deals : The Automotive Industry in Twentieth-Century Australia, Deregulation and Liberalisation of the Airline Industry : Asia, Europe, North America and Oceania, Railway Records : A Guide to Sources ». Journal of Transport History 23, no 2 (septembre 2002) : 188–205. http://dx.doi.org/10.7227/tjth.23.2.8.

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Oliva, Jan, Stefano Maggi, Bob Post, Zachary M. Schrag, Sabine Barles, Jan Oliva, Stefano Maggi et al. « Book Review : The Great Society Subway : A History of the Washington Metro, Transport of Delight : The Mythical Conception of Rail Transit in Los Angeles, Rêves parisiens : L'échec de projets de transport public en France au XIXe siècle, Histoire des chemins de fer en France (History of railways in France) II, Le ferrovie in viaggio verso l'Europa : La liberalizzazione delle ferrovie (The railways in travel vis-à-Vis Europe : The liberalisation of the railways), Billy, Alfred, and General Motors : The Story of two unique Men, a Legendary Company and a remarkable Time in American History, Rozwoj koncepcji samochodu osobowego w XX wieku (The evolution of the car in the twentieth century), Das zweite Jahrhundert des Automobils. Technische Innovationen, ökonomische Dynamik und kulturelle Aspekte (The second century of the automobile : Technical innovations, economic dynamics and cultural aspects), Motorcycle, Transportgeschichte im internationalen Vergleich. Europa—China—Naher Osten (International comparison of transport history : Europe—China—Near East), Inventare gli spostamenti : Storia e immagini dell'autostrada Torino—Savona (Inventing movement : History and images of the A6 motorway), Reti mobilità, trasporti : Il sistema italiano tra prospettiva storica e innovazione (Networks of mobility and transport : The Italian system in the perspective of historical and innovation sciences), ‘Votes Count but the Number of Seats decides : A Comparative Historical Case Study of Twentieth Century Danish, Swedish and Norwegian Road Policy’, Εττόμενή στάσή : Χαμένες λεωφόροι. Μια περιδιάβασή στήν κοσμογονία τής αμερικανικής кал τής ευρωπαϊκής μήτρόπολής, Blind Landings : Low-visibility Operations in American Aviation, 1918–1958, Dictatorship of the Air : Aviation Culture and the Fate of Modern Russia, The Rescue of the Third Class on the Titanic : A Revisionist History, Verkehr. Zu einer poetischen Theorie der Moderne (Traffic : Towards a poetic theory of modern times), Gebuchte Gefühle. Tourismus zwischen Verortung und Entgrenzung (Booked feelings : Tourism from localisation to boundlessness) ». Journal of Transport History 28, no 2 (septembre 2007) : 326–53. http://dx.doi.org/10.7227/tjth.28.2.16.

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« Cultura, terremoti e scelte politiche in Italia nel XX secolo ». Kwartalnik Neofilologiczny, 22 février 2023. http://dx.doi.org/10.24425/kn.2021.137035.

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Sani, Roberto. « La ricerca sul patrimonio storico-educativo in Italia ». Revista Linhas 20, no 44 (11 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.5965/1984723820442019053.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di indagare e ricostruire le ragioni che sono alla base dello sviluppo, all’interno degli atenei della Penisola italiana, di una specifica linea di ricerca scientifica e di didattica universitaria incentrata sul recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-educativo. L’autore presta altresì una particolare attenzione alla nascita in Italia, sul modello di quanto già accaduto in altre realtà accademiche europee, della S.I.P.S.E., la Società Italiana per lo studio del Patrimonio Storico-Educativo.Parole chiave: Storia dell'istruzione. Cultura materiale della scuola. Beni culturali. Italia. XX secolo.
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Lepore, Amedeo. « L'andamento della spesa per l'intervento straordinario nel Mezzogiorno d'Italia, dalla golden age alla fine del XX secolo ». De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 9, no 16 (1 juillet 2012). http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v9i16.89.

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Résumé :
La actuación de la Cassa per il Mezzogiorno, que hasta ahora había sido subestimada y despreciada, se ha revelado en la actualidad, gracias a un estudio más completo y preciso de su desarrollo, como el motor fundamental de convergencia entre la Italia septentrional y la meridional durante la era de mayor prosperidad europea entre los años 1950 y 1970. La contribución que su extraordinaria intervención hizo al progreso de toda Italia fue activada por una combinación única de factores, tanto internos como externos, cuyas piedras angulares estuvieron constituidas por la experiencia del IRI y la estrategia del Banco Mundial. Sobre la base de los estudios del SVIMEZ y los análisis de los presupuestos de la Cassa per il Mezzogiorno, complementados por los realizados por la Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, se han podido evaluar en su integridad los resultados de las políticas de desarrollo puestas en práctica en el sur del país. A despecho de que, sesenta años después, la distancia sea muy amplia todavía, sobre todo en lo que se refiere al Producto Nacional Bruto per capita, pero no hay que olvidar que éste ha crecido casi hasta su cuádruple en términos reales. El crecimiento tuvo lugar mayormente durante la golden age, es decir, durante el período más productivo de las acciones de la Cassa. De hecho, el gasto de la intervención extraordinaria produjo unos resultados significativos en la promoción y modernización de la Italia del Sur precisamente en la época de la industrialización masiva de Europa. Pero, sin embargo, los mayores niveles de gasto se alcanzaron a partir de 1970, probablemente debido al crecimiento de los centros de oferta y suministro económicos -especialmente después de la creación e instrumentación de las Regiones en Italia- y después del cambio general de las condiciones de estabilidad y la expansión de la inflación estructural, debido al funesto e imparable crecimiento de la Deuda pública. En conjunto, contemplando la imagen desde una perspectiva a largo plazo, la contribución de la Cassa per il Mezzogiorno al desarrollo social y económico de las provincias de la Italia del sur fue fundamental. Sus actividades y experiencias pueden ser consideradas como el instrumento más efectivo e innovador para el desarrollo de la Italia meridional y de toda Italia en su conjunto empleado en un lapso de siglo y medio.
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Palmieri, Pasquale. « Raccontare Padre Pio e Giovanni Paolo II : agiografia e rotocalchi in Italia fra XX e XXI secolo ». California Italian Studies 5, no 1 (2014). http://dx.doi.org/10.5070/c351023412.

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Musiani, Elena. « Alle origini del sistema di Welfare moderno. La protezione dell’infanzia in Italia tra XIX e XX secolo ». Storicamente 12 (25 novembre 2016). http://dx.doi.org/10.12977/stor641.

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Lepore, Amedeo. « La Diffusione E Le Suggestioni Della Contabilità All'Americana in Italia Tra La Seconda Metà Del Xix E L'Inizio Del Xx Secolo ». SSRN Electronic Journal, 2012. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.1979891.

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Giuseppina Muzzarelli, Maria. « El binomio arte y moda : etapas de un proceso histórico ». Cuadernos del Centro de Estudios de Diseño y Comunicación, no 44 (17 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.18682/cdc.v44i44.1589.

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Résumé :
En la Edad Media el término “Artes” designaba a los gremios donde estaban reunidas las mismas actividades, por ejemplo, los sastres, considerados artesanos, como los otros,pero dedicados, especialmente, a la belleza. En el siglo XVI tuvo lugar un debate sobre las artes,lo que determinó una pérdida jerárquica de prestigio de las artes menores, entre las cuales seencontraba el gremio de los sastres, que en el siglo siguiente, sin embargo, se encaminó hacia el reconocimiento de una dignidad entre las artes gracias a la revalorización de todos losoficios durante la cultura de la Ilustración. En el siglo XIX, con la Alta Costura, tuvo lugar elreconocimiento del valor de la idea de un sastre como artista que colaboraba con otros artistas.Durante el siglo XX son numerosas las colaboraciones entre creadores de vestidos y pintores.El Made in Italy ha ayudado a salir de la crisis a Italia gracias a la relación entre moda, artey una extraordinaria tradición productiva. Hoy, de la moda, puede haber una respuesta a lacuestión sobre qué es el arte si se comparte una perspectiva anti-elitista y la idea de que el artede la moda y en la moda consiste en saber capturar y elaborar las interrogantes actuales másallá de nuestro tiempo.
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Nava, Andrea. « BEYOND MONOLINGUALISM : A VIEW FROM THE PAST ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (17 janvier 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19612.

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Résumé :
The 21st century is often dubbed as the era of multilingualism in applied linguistics and language teaching, in contrast to the previous century, when the monolingual approach prevailed. The importance of this paradigm shift cannot be overestimated as it is also enshrined in the recently compiled Companion to the CEFR. However, the multilingual approach has a long history and arguably underpins several language teaching textbooks that rely on the learners’ L1 as a bridge to the L2 and as such are associated with the often reviled Grammar Translation method. Recent research has shown that the negative portrayals of L1 use and translation as featured in historical language teaching materials are based on second-hand information, and close analyses of these pedagogical materials may provide a different picture. Against this background, this article focuses on a corpus of English language materials published in Italy in the 20th century, an area of investigation that is still under-researched. The analysis shows that the learners’ L1 – Italian – is extensively exploited across the corpus, although the impact of the monolingual paradigm can be detected in the more recent materials. Several instances were found in the corpus where the L1 acts as a cognitive, cultural as well as linguistic mediation tool, in ways that are not far removed from what is envisaged in the CEFR Companion. Oltre il monolinguismo: uno sguardo al passato Il XXI secolo è spesso definito come l’era del multilinguismo nella linguistica applicata e nell’insegnamento delle lingue, in contrasto con il secolo precedente, in cui prevaleva l’approccio monolingue. L’importanza di questo cambiamento di paradigma non può essere sopravvalutata, in quanto è sancita anche nel Volume Complementare del QCER, recentemente pubblicato. Tuttavia, l’approccio multilingue ha una lunga storia e probabilmente è alla base di molti libri di testo per l’insegnamento delle lingue che si basano sulla L1 dell’apprendente come ponte verso la L2 e che, in quanto tali, sono associati al metodo della traduzione grammaticale, spesso vituperato. Recenti ricerche hanno dimostrato che le rappresentazioni negative dell’uso della L1 e della traduzione presenti nei materiali storici di insegnamento delle lingue si basano su informazioni di seconda mano e che un’analisi attenta di questi materiali pedagogici può fornire un quadro diverso. In questo contesto, il presente articolo si concentra su un corpus di materiali in lingua inglese pubblicati in Italia nel XX secolo, un’area di indagine ancora poco studiata. L’analisi mostra che la L1 degli apprendenti – l’italiano – è ampiamente sfruttata in tutto il corpus, anche se l’impatto del paradigma monolingue può essere rilevato nei materiali più recenti. Nel corpus sono stati individuati diversi casi in cui la L1 agisce come strumento di mediazione cognitiva, culturale e linguistica, in modi che non si discostano molto da quanto previsto dal Companion del QCER.
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Admin, Admin. « Colaboradores ». Contrapulso - Revista latinoamericana de estudios en música popular 2, no 2 (31 août 2020). http://dx.doi.org/10.53689/cp.v2i2.83.

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Résumé :
Juan Carlos Ramírez Figueroa cursa el Magister en Arte, Pensamiento y Cultura Latinoamericanos del Instituto de Estudios Avanzados de la Universidad de Santiago de Chile. Es periodista y diplomado en Redes Sociales de la Pontificia Universidad Católica de Chile, investigador y consultor digital independiente. Desde 2003 se ha desempeñado en medios como los diarios El Sur y Crónica de Concepción, La Estrella de Valparaíso, suplemento Ku de Medios Regionales, La Nación Domingo y The Clinic; las revistas Paula, Rockaxis y Capital; las radios Uno y Rock & Pop; y el canal Vía X. Ha sido crítico de pop-rock en Emol y Artes y Letras de El Mercurio, Editor de Cultura de La Segunda y fundador de LuchaLibro.cl. Obtuvo las becas Creación Literaria del Ministerio de Cultura de Chile (2017) y de la Agencia Nacional de Investigación y Desarrollo (2019). Es autor de Crash! Boom! Bang! Una teoría sobre la muerte del rock (2016). Actualmente es corresponsal en Chile del diario argentino Página/12 y creador del podcast Crash! Boom! Bang!: Conversando los (no) futuros tras la pandemia. Candelaria María Luque es Profesora en Historia por la Universidad Nacional de Luján (Argentina) y Maestra en Estudios Latinoamericanos por la Universidad Nacional Autónoma de México. Su investigación de maestría abordó la experiencia del exilio de los músicos argentinos en México entre 1974 y 1983. Como docente, se ha desempeñado en nivel medio superior y ha coordinado investigaciones sobre historia reciente y memoria. Ha realizado seminarios sobre estética, filosofía y arte, y apreciación cinematográfica. Su más reciente publicación es “La clase en la calle: los docentes argentinos y la lucha por la defensa del salario” en Movimientos. Revista Mexicana de Estudios de los Movimientos Sociales (2, 7-12/2017. Actualmente, se encuentra investigando sobre el exilio de músicos chilenos y uruguayos en México durante la década del setenta y ochenta. Josefina Lewin Velasco es Licenciada en Historia (2017) y en Estética (2020) por la Pontificia Universidad Católica de Chile. Ha trabajado como ayudante de cátedra de los cursos “Historia de Chile Contemporáneo” (UC) y “Música Popular en América Latina” (UC-UAH) y actualmente asiste al profesor Jorge Rojas en el proyecto FONDECYT “La experiencia del Partido Comunista en la oposición durante el gobierno de Gabriel González Videla, 1947-1952.” Sus investigaciones recientes exploran las relaciones entre arte y política en el escenario chileno del siglo XX, aunque ha publicado sobre temáticas diversas vinculadas a la historia del arte y la cultura visual. Otras de sus áreas de interés en investigación son los estudios de la recepción de los textos y las imágenes y el análisis de los discursos sociales del arte.Alejandro Gana Núñez es Sociólogo por la Universidad de Chile y Master en Desarrollo Urbano de la Universidad IUAV de Venecia, Italia. Es investigador en temas de historia urbana, patrimonio inmaterial y expresiones culturales festivas. Ha participado en investigaciones sobre transformaciones urbanas y culturales en barrios centrales aplicando metodologías de investigación social y herramientas geomáticas, e incorporando además una perspectiva histórica. Ha realizado también docencia en investigación social y sociología urbana. Fue director y autor de la agrupación musical-teatral y carnavalesca Murga Kiltra entre 2015 y 2020, y coordinador del evento Carnaval de Coplas en 2019. En el marco de su trabajo de investigación sobre el carnaval en Valparaíso realizó la exposición visual “Carnavales históricos en Valparaíso”, y es coordinador del Congreso de Carnaval desde 2019, donde ha presentado las ponencias: “Carnaval y murga a principios del siglo XX en Valparaíso” (2019) y “La murga como herramienta de expresión oral carnavalesca” (2020).Nelson Rodríguez Vega cursa el Doctorado en Artes de la Pontificia Universidad Católica de Chile, y es becario de doctorado de la Agencia Nacional de Investigación y Desarrollo. Es Magíster en Artes mención Musicología por la Universidad de Chile; profesor de Música y Licenciado en Educación por la Universidad de Concepción de Chile; y Diplomado en Estética y Filosofía por la P. Universidad Católica de Chile. Su línea de investigación se enfoca en el estudio del rap/hip-hop chileno. También se interesa por el desarrollo de escenas de música extranjera durante el período de la dictadura militar en Chile, las prácticas y recepción de la música adolescente-juvenil, como también el despliegue de las denominadas músicas urbanas. Es miembro de la Sociedad Chilena de Musicología (SChM), de la Rama Latinoamericana de la Asociación Internacional para el Estudio de la Música Popular (IASPM-AL), e integra el grupo de estudio etnomusicológico ICTM-Chile.Humberto Junqueira é bacharel em música pela Universidade do Estado de Minas Gerais, mestre em música pela Universidade Federal de Minas Gerais e doutorando em cotutela de tese pela École des Hautes Études em Sciences Sociales (Paris) e Universidade Federal de Minas Gerais. Atuou como professor na Fundação de Educação Artística em Belo Horizonte (2007-2015), na Universidade Federal de Ouro Preto (2009-2011 e 2016-2018) e Universidade do Estado de Minas Gerais (2012- 2015). Ministrou palestras e oficinas dedicadas a públicos diversos. Como músico realizou concertos, recitais e shows no Brasil e no exterior. Possui textos publicados em anais de eventos e revistas da área de música, e seus principais temas de interesse são: estética, música popular, etnomusicologia e performance. Elia Romera-Figueroa cursa un doctorado en la Universidad de Duke, y es becaria del Instituto de Ética Kenan y del Instituto de Humanidades John Hope Franklin –donde es miembro del Laboratorio de Movimientos Sociales dirigido por Michael Hardt y Sandro Mezzadra–. Su tesis doctoral propone ampliar los estudios de la canción de autor/a, desde los estudios de género y los estudios de sonido. Recientemente, ha publicado en Status Quaestionis un artículo sobre posmemoria en la música contemporánea, “Voiced Postmemories: Rozalén’s ‘Justo’ as a Case Study of Singing, Performing and Experiencing Reparation in Spain” (2020). También ha escrito un capítulo titulado “Voces de mujeres en el largo 68: Cantautoras y represión estudiantil en Chile y España” en el libro Devenires de un acontecimiento: Mayo del 68 cincuenta años después (Editorial Cenaltes). Manoel R. C. Martins. Licenciado em História pela Universidade Estadual Júlio de Mesquita Filho, UNESP (2018). Atualmente é Mestrando em História pela Universidade Federal de São Paulo, UNIFESP. Tem interesse nas áreas de história cultural, história da cultura brasileira, sociologia marxista, história da historiografia, com enfoque nos seguintes temas: realidade brasileira, música popular, indústria fonográfica, rádio e imprensa. Trabalha como conselheiro no corpo editorial da Revista Hydra da UNIFESP e professor de Ciências Sociais na Faculdade Eduvale de Avaré.Francisco Melgar Wong es Licenciado en Filosofía y estudiante de la Maestría en Musicología de la Pontificia Universidad Católica del Perú (PUCP). Desarrolla su tesis sobre la construcción de lo punk en el discurso historiográfico sobre el grupo peruano de rock Los Saicos, cuyo proyecto fue ganador del Fondo para Investigación PAIP 2019, otorgado por la PUCP para el desarrollo y sustentación de tesis de maestría. Ha trabajado como periodista y crítico musical para el diario El Comercio y diversas revistas peruanas. Actualmente termina un libro sobre los 50 discos esenciales del rock peruano para la editorial Penguin Random House.Luis Pérez Valero es compositor, musicólogo, director de orquesta, docente y productor musical y doctorando en música por la Pontificia Universidad Católica Argentina. Posee un máster universitario en música española e hispanoamericana por la Universidad Complutense de Madrid (2012), un magíster en música por la Universidad Simón Bolívar (2009) y una licenciatura en música, mención composición por IUDEM-UNEARTE (2005). Como investigador ha publicado los libros Producción musical. Pedagogía e investigación en artes (UArtes Ediciones, 2020) y El discurso tropical. Industrias culturales y producción musical (UArtes Ediciones, 2018), así como artículos en diversas revistas arbitradas. Como compositor su obra es publicada y distribuida por la editorial estadounidense Cayambis Music Press. Actualmente es docente e investigador de la Universidad de las Artes del Ecuador en Guayaquil. Este número fue arbitrado por Adalberto Paranhos, Agustín Ruiz, Alcor Pickett, Angélica Adorni, Aníbal Fuentealba, David Spener, Deise L. Oliveira Montardo, Diosnio Machado Neto, Edmundo Mendes, Egberto Bermúdez, Ignacia Cortés, Jaime Camilo Ramírez, Javier Rodríguez, Josh Brown, Karen Donoso, Lucio Carnicer, Paulo Paranhos, Pedro Mendonça, Renato Borges, Rodrigo Arrey, Sergio de los Santos y Simón Palominos.
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