Thèses sur le sujet « Arte - Italia - XX secolo »

Pour voir les autres types de publications sur ce sujet consultez le lien suivant : Arte - Italia - XX secolo.

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les 20 meilleures thèses pour votre recherche sur le sujet « Arte - Italia - XX secolo ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Parcourez les thèses sur diverses disciplines et organisez correctement votre bibliographie.

1

De, Benetti Sarah <1987&gt. « Le mostre di Paul Klee in Italia. La fortuna espositiva dell'artista svizzero nel corso del XX secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18497.

Texte intégral
Résumé :
Il presente contributo di ricerca intende ripercorrere le tappe che hanno portato alla nascita, e al successivo sviluppo, della ricerca critica riguardante l’opera di Paul Klee in Italia. Partendo da un breve excursus relativo alla vita dell’artista che, nello specifico, indaga il rapporto personale che ebbe con il nostro paese, l’elaborato sviluppa la sua ricerca dalla prima presentazione in Italia dell’arte di Paul Klee, fatta risalire al 1920, grazie ad un articolo del giovane critico tedesco Leopold Zahn nella rivista d’avanguardia Valori Plastici. Vengono quindi passate in rassegna le occasioni espositive offerte dalle Biennali, sia durante la vita dell’artista (1928 e 1930), sia dopo la morte (1948, 1950 e 1954), unitamente alle mostre e ai rapporti intrecciati con la Galleria de’ Il Milione e all’uscita dell’edizione italiana della monografia di Will Grohmann, che permisero una penetrazione ampia e diramata della sua ricerca nell’arte e nella critica italiane. Attraverso una indagine diretta effettuata presso l’archivio della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, vengono presi in considerazione gli approfondimenti dello studio dell’universo kleeniano nell’ambiente artistico della capitale a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta e le relative mostre realizzate presso tale istituto. La tesi si conclude con un regesto delle opere di Paul Klee attualmente presenti nelle collezioni pubbliche italiane, oltre ad un elenco di disegni e dipinti passati per esposizioni realizzate nel nostro paese dal 1920 al 2018.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Civettini, Giulia <1986&gt. « L'edilizia scolastica nel Nord Italia. Sviluppi e progetti tra XIX e XX secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6577.

Texte intégral
Résumé :
La tesi intende analizzare la nascita e lo sviluppo della tipologia edilizia appositamente progettata per l’uso scolastico, in particolare per l’insegnamento primario, durante l’Ottocento sino al secondo decennio del Novecento. Lo studio trae i suoi presupposti dall’analisi delle condizioni dell’istruzione e della legislazione scolastica vigente negli Stati preunitari dell’Italia settentrionale dalla metà del XVIII secolo all’Unità nazionale, per poi concentrarsi sulla disamina delle normative emanate dallo Stato italiano per regolamentare il settore dell’edilizia scolastica. Lo scritto si occupa di esaminare gli edifici maggiormente significativi eretti in alcune città della Lombardia, del Piemonte e del Veneto, focalizzandosi sugli aspetti propriamente edilizi ed architettonici.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Baldin, Inessa <1989&gt. « Azulejos portoghesi tra arte e decorazione nel XIX e XX secolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4929.

Texte intégral
Résumé :
RIcerca sullo sviluppo artistico degli azulejos portoghesi nel XIX e nel XX secolo. Analisi del XIX secolo e il passaggio a produzione industriale e semi-industriale degli azulejos. Analisi dello sviluppo artistico degli azulejos nel XX secolo tra dittatura, innovazione e architettura urbana.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Rodella, Francesca <1986&gt. « STIEGLITZ E LA DIVULGAZIONE DELL' ARTE MODERNA IN AMERICA NEL XX SECOLO ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2944.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Bottaro, Marica <1987&gt. « Il saxofono nell’orchestra italiana e francese della prima metà del secolo XX ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10353.

Texte intégral
Résumé :
L’elaborato si propone di sondare la presenza del saxofono all’interno delle partiture orchestrali francesi e italiane della prima metà del secolo XX, con lo scopo di confermare la legittimità della sua inclusione in pianta stabile fra le fila dell’orchestra. La scelta di indagare il repertorio saxofonistico orchestrale delle nazioni Francia e Italia e dei primi decenni del secolo XX è stata fatta poiché lo strumento, nato per mano di Adolphe Sax, costruttore di strumenti musicali di origine belga, ha la sua prima diffusione in terra francese durante la seconda metà dell’Ottocento, per poi “espatriare” anche negli altri paesi. È la Francia, dunque, a vantare il primato compositivo per lo strumento, ed è nel Novecento che questa produzione aumenta a dismisura. La Francia, con il suo gusto per il colore timbrico degli strumenti, contagia in particolar modo l’Italia in cui lo strumento è già presente a metà Ottocento, grazie anche alla sollecitazione di Gioachino Rossini, che da Parigi consiglia al Liceo Musicale di Bologna di adottare quanto prima il nuovo strumento di Sax. La prima parte della tesi, intitolata Teoria. I trattati di strumentazione e di orchestrazione, ha come obiettivo quello di fornire una vera e propria ricognizione mai effettuata prima d’ora della presenza del saxofono all’interno dei trattati di strumentazione e di orchestrazione sia francesi sia italiani, ma anche del Belgio, dell’Inghilterra, della Svizzera e degli Stati Uniti per dimostrare la diffusione dello strumento al di fuori dei due paesi che se ne sono occupati maggiormente. La seconda parte (Composizioni francesi) e la terza (Composizioni italiane) contemplano la presenza di alcune indagini su compositori che hanno incluso il saxofono all’interno delle loro partiture per orchestra. La scelta dei musicisti e delle composizioni da analizzare è stata fatta sulla base della portata e della rilevanza della parte dedicata al saxofono, nonché del peso della singola partitura e del compositore presi in esame, selezionando i titoli prescelti dall’elenco delle partiture che prevedono il saxofono allegato nella tesi.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Piredda, Maria Francesca <1977&gt. « Il cinema in missione. La pratica cinematografica dei missionari italiani lungo il XX secolo tra apostolato e antropologia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1120/1/Tesi_Piredda_Maria_Francesca.pdf.

Texte intégral
Résumé :
The thesis reconstructs the cinema’s experience of Italian missionaries during the XX century in a historical-pragmatic key. Italian missionaries, who started producing movies around the Twenties, have used cinema as a helpful instrument for religious propaganda. They have considered the rules of the Catholic Church, the political and social context and the audience’s expectations. Each chapter (1-4) analyses the phenomenon inside the context constituted by the Italian colonial experiences, the relationship between Catholic Church and images during the Evangelization, the history of cinema and the history of missions. A specific chapter (chapter 5) is dedicated to the archives of missionary’s cinema and to the value to be assigned to this film production (in terms of social memory and archive’s memory). At the end of the first part, the thesis presents a proposal about the relationship between missionary’s cinema and visual anthropology. The second part of the thesis includes the film cards of the missionary’s movies preserved in Italy: 339 cards of Italian movies and 149 cards of foreign movies placed in different archives and bureaus.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Piredda, Maria Francesca <1977&gt. « Il cinema in missione. La pratica cinematografica dei missionari italiani lungo il XX secolo tra apostolato e antropologia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1120/.

Texte intégral
Résumé :
The thesis reconstructs the cinema’s experience of Italian missionaries during the XX century in a historical-pragmatic key. Italian missionaries, who started producing movies around the Twenties, have used cinema as a helpful instrument for religious propaganda. They have considered the rules of the Catholic Church, the political and social context and the audience’s expectations. Each chapter (1-4) analyses the phenomenon inside the context constituted by the Italian colonial experiences, the relationship between Catholic Church and images during the Evangelization, the history of cinema and the history of missions. A specific chapter (chapter 5) is dedicated to the archives of missionary’s cinema and to the value to be assigned to this film production (in terms of social memory and archive’s memory). At the end of the first part, the thesis presents a proposal about the relationship between missionary’s cinema and visual anthropology. The second part of the thesis includes the film cards of the missionary’s movies preserved in Italy: 339 cards of Italian movies and 149 cards of foreign movies placed in different archives and bureaus.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

Chieregato, Chiara. « Ángel Crespo y la cultura italiana ». Doctoral thesis, Universitat Pompeu Fabra, 2012. http://hdl.handle.net/10803/94195.

Texte intégral
Résumé :
Esta tesis es un estudio completo de la relación que existió entre Ángel Crespo (1926-1995) e Italia. Tras el primer capítulo que introduce el tema, se presentan tres capítulos en los que se estudia la figura de Ángel Crespo: en primer lugar, sus datos biográficos y su situación en el marco cultural español de su época; en un segundo momento se pone en evidencia la presencia de Ángel Crespo en Italia, y finalmente la de Italia en Ángel Crespo. Para presentar el tema, en los dos capítulos centrales, se comentan aquellos textos que mejor representan esta interrelación y como anexos figuran aquellos otros que muestran claramente la fuerte vinculación que se estableció entre los dos términos de nuestro estudio. Se tratan temas de recepción literaria, teoría de la traducción y literatura comparada, y se pone de manifiesto la importancia de Italia para la comprensión de la figura y de la obra de Ángel Crespo.
La tesi che qui si presenta consiste in uno studio completo della relazione che si stabilì tra Ángel Crespo (1926-1995) e l’Italia. Al primo capitolo che funge da introduzione al tema seguono tre capitoli nei quali si studia la figura di Ángel Crespo: dapprima si traccia la sua biografia e lo si inserisce nel contesto culturale spagnolo dei suoi anni; successivamente, ci si sofferma sulla presenza di Ángel Crespo in Italia e su quella dell’Italia in Ángel Crespo. Nei due capitoli centrali, per presentare il tema, si commentano quei testi che meglio rappresentano tale dialogo; come appendici ne sono stati riportati altri che mostrano chiaramente il forte vincolo stabilitosi tra i due termini del nostro studio. Ci si riferisce inoltre a temi riguardanti la ricezione letteraria, la teoria della traduzione e la letteratura comparata mettendo in evidenza l’importanza dell’Italia per la comprensione della figura e dell’opera di Ángel Crespo.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

BRESSANELLI, RENATA GIOVANNA. « «L’INTRAPRESA ARDITA». GENESI E STORIA DEL PERIODICO D’INSEGNAMENTO «PRO INFANTIA» NEL SUO PRIMO VENTENNIO DI VITA (1913-1933) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97173.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca ha inteso ripercorrere la storia di “Pro Infantia” nel suo primo ventennio di vita (1913-1933). Il lavoro ha preso avvio dall’analisi dei dibattiti politico-scolastici e dall’approfondimento del contesto pedagogico e culturale in cui si collocava la decisione dei vertici dell’editrice La Scuola di avviare una rivista per educatrici d’asilo. Il lavoro è entrato nel vivo con la messa a fuoco delle prese di posizione del periodico in merito alle novità introdotte dai provvedimenti legislativi coevi, quali, ad esempio, i Programmi per le istituzioni infantili emanati da Credaro nel 1914, la Riforma Gentile e i Programmi elaborati da Giuseppe Lombardo Radice nel 1923. Sono state altresì analizzate le valutazioni espresse circa le prassi didattiche e i metodi pedagogici adottati nelle istituzioni infantili del tempo, l’associazionismo di categoria, i percorsi formativi per le educatrici. Lo spoglio della rivista ha consentito inoltre di fare ulteriore luce sulle scelte dell’editrice La Scuola e sull’atteggiamento assunto dal periodico di fronte ad alcuni momenti chiave non solo della storia dell’educazione infantile in Italia, ma anche di quella politica e sociale, come ad esempio il primo conflitto mondiale, il dopoguerra, l’ascesa del fascismo e la successiva affermazione della dittatura.
The aim of this research was to reconstruct the history of "Pro Infantia" over its initial twenty years of publication (1913-1933). The first step in the study was to analyse the political debate on education and the cultural and educational backdrop against which the publishing house, La Scuola, decided to set up a journal for infant school teachers. The core of the research work involved examining the journal’s positions on the legislation of the period – such as the programs for infant schools issued by Credaro in 1914, the Gentile reform and the programs drawn up by Giuseppe Lombardo Radice in 1923 – and its assessments of the teaching practices and educational methods adopted in contemporary infant schools, as well as of teachers’ associations, and infant teacher training courses. Finally, scrutiny of the journal’s content also shed light on the policies adopted by La Scuola and "Pro Infantia"’s stance concerning both key historical developments in Italian early childhood education and broader political and social events, such as World War One, the post-war period, the rise of fascism and the advent of the fascist dictatorship.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

BRESSANELLI, RENATA GIOVANNA. « «L’INTRAPRESA ARDITA». GENESI E STORIA DEL PERIODICO D’INSEGNAMENTO «PRO INFANTIA» NEL SUO PRIMO VENTENNIO DI VITA (1913-1933) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97173.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca ha inteso ripercorrere la storia di “Pro Infantia” nel suo primo ventennio di vita (1913-1933). Il lavoro ha preso avvio dall’analisi dei dibattiti politico-scolastici e dall’approfondimento del contesto pedagogico e culturale in cui si collocava la decisione dei vertici dell’editrice La Scuola di avviare una rivista per educatrici d’asilo. Il lavoro è entrato nel vivo con la messa a fuoco delle prese di posizione del periodico in merito alle novità introdotte dai provvedimenti legislativi coevi, quali, ad esempio, i Programmi per le istituzioni infantili emanati da Credaro nel 1914, la Riforma Gentile e i Programmi elaborati da Giuseppe Lombardo Radice nel 1923. Sono state altresì analizzate le valutazioni espresse circa le prassi didattiche e i metodi pedagogici adottati nelle istituzioni infantili del tempo, l’associazionismo di categoria, i percorsi formativi per le educatrici. Lo spoglio della rivista ha consentito inoltre di fare ulteriore luce sulle scelte dell’editrice La Scuola e sull’atteggiamento assunto dal periodico di fronte ad alcuni momenti chiave non solo della storia dell’educazione infantile in Italia, ma anche di quella politica e sociale, come ad esempio il primo conflitto mondiale, il dopoguerra, l’ascesa del fascismo e la successiva affermazione della dittatura.
The aim of this research was to reconstruct the history of "Pro Infantia" over its initial twenty years of publication (1913-1933). The first step in the study was to analyse the political debate on education and the cultural and educational backdrop against which the publishing house, La Scuola, decided to set up a journal for infant school teachers. The core of the research work involved examining the journal’s positions on the legislation of the period – such as the programs for infant schools issued by Credaro in 1914, the Gentile reform and the programs drawn up by Giuseppe Lombardo Radice in 1923 – and its assessments of the teaching practices and educational methods adopted in contemporary infant schools, as well as of teachers’ associations, and infant teacher training courses. Finally, scrutiny of the journal’s content also shed light on the policies adopted by La Scuola and "Pro Infantia"’s stance concerning both key historical developments in Italian early childhood education and broader political and social events, such as World War One, the post-war period, the rise of fascism and the advent of the fascist dictatorship.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
11

BERIO, FABIO LORENZO. « LA NASCITA E L'AFFERMAZIONE DELLE AUTOLINEE EXTRAURBANE IN ITALIA (1895-1929) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172668.

Texte intégral
Résumé :
The aim of the essay is to analyze the rise of the Italian interurban and rural bus network from its beginning - at the end of the XIX Century - until 1929. What I argue is that, despite the few historiographical studies dedicated to this topic, the bus network played a significant role in the social and economic development of the rural areas of Italy. Before the spread of private motorization, the Italian population was involved in a process of public mass motorization, which influenced the labor market, the social mobility of people, the economic, commercial and social networks and that was more or less efficiently used by the governments as a nation-building tool, not unlikely the railway or telegraph networks.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
12

Finetti, Fabrizio. « La representación del cuerpo en la iconografía numismática mediterránea occidental. El caso de las monedas del reino de Italia en el siglo XX (1900-1943) ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2015. http://hdl.handle.net/10803/393953.

Texte intégral
Résumé :
El cuerpo humano es un infinito objeto de estudio: un tema complejo que el pensamiento occidental ha investigado a fondo con todas las herramientas de sus disciplinas a lo largo de la historia. Este proyecto de investigación quiere contribuir de manera original a la historia del cuerpo en la cultura mediterránea occidental, y sobre todo en Italia, entre 1900 y 1943, estudiando cómo ha sido representado en una disciplina particular: la numismática. El trabajo se divide en cuatro partes. En la primera se define el marco teórico de la investigación, introduciendo los conceptos de cuerpo y numismática en el mundo "occidental". En la segunda sección se traza una historia de la representación del cuerpo en las monedas, a empezar de sus orígenes, mientras en la tercera se analiza la representación del cuerpo en un contexto numismático bien definido: el Reino de Italia en el siglo XX (1900-1943). A causa de las formas de gobierno que se han producido en aquella época, el estudio ha sido dividido en dos periodos. En cada uno se relaciona la situación política, económica y social del país con la idea de cuerpo contemporánea y, sobre todo, se analiza como esta idea ha sido reflejada y representada por el poder político, en las monedas. En la cuarta sección, además de elaborar un catálogo de las emisiones del reino de Italia que representan la figura humana en su iconografía, se propone un análisis comparativo entre la iconografía numismática de los países europeos mediterráneos estudiados.
The human body is an infinite object of study: a complex topic that the western thought has investigated thoroughly with all the tools of his disciplines along the history. This project of research wants to contribute in an original way to the history of the body in the Mediterranean western culture, and especially in Italy, between 1900 and 1943, studying as it has been represented in a particular discipline: the numismatics. The work is divided in four parts. In the first one the theoretical frame of the research is defined, introducing the concepts of body and numismatics in the "western" world. In the second section is planned a history of the representation of the body in the coins starting from the origins, while in the third one the representation of the body is analyzed in a numismatic well definite context: the Kingdom of Italy in the 20th century (1900-1943). Because of the forms of government that have taken place in that epoch, the 3rd section has been divided in two periods. In each one there is related the political, economic and social situation of the country to the contemporary idea of body and, especially, it is analyzed as this idea has been reflected and represented by the political power, in the coins. In the fourth section, beside elaborating a catalogue of the issues of the kingdom of Italy that represent the human figure in his iconography, we proposes a comparative analysis between the numismatic iconography of the studied European Mediterranean countries.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
13

SURDI, ELENA. « Antonio Rubino tra le pagine dei periodici per ragazzi : un artista ironico nel periodo fascista ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1670.

Texte intégral
Résumé :
Lo scrittore ed illustratore Antonio Rubino (1880-1964) fu artista di rilievo nel panorama letterario infantile del Novecento, prolifico nell’ideare opere connotate da forte ironia e da soluzioni espressive multimediali. La ricerca dà risalto a quanto pubblicato dall’artista sanremasco sulle pagine dei periodici per ragazzi nella prima metà del XX secolo, settore ad oggi privo di uno studio sistematico. Si tratta di un punto di vista favorevole a far emergere i contenuti trasmessi dall’autore al destinatario infantile, nonché a fare luce sul controverso rapporto con il fascismo e a tratteggiare l’evoluzione multimediale della sua produzione per l’infanzia. La definizione di una poetica rubiniana, che colga le matrici artistiche e le peculiarità ironiche della sua arte, conduce ad una riflessione educativa che interroghi la responsabilità assunta da Rubino nei confronti dell’infanzia lettrice.
The writer and illustrator Antonio Rubino (1880-1964) was a significant artist in the children’s literary panorama of the twentieth century. His works are connoted by strong irony and multimedia expressive solutions. This research is focused on Rubino’s works edited on children’s periodicals in the first half of the 20th century, a field that hasn’t been systematically studied yet by critics. This ideal point of view highlights the contents transmitted by the author to the young reader, underlines the relationship between the artist and the fascism and delineates the multimedia evolution of his children’s production. The analysis of the Rubino’s artistic thought, influenced by the contemporary trends, shows the peculiarities of his ironic style. It also guides to an educative consideration that examines the responsibilities of the author for young readers.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
14

SURDI, ELENA. « Antonio Rubino tra le pagine dei periodici per ragazzi : un artista ironico nel periodo fascista ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1670.

Texte intégral
Résumé :
Lo scrittore ed illustratore Antonio Rubino (1880-1964) fu artista di rilievo nel panorama letterario infantile del Novecento, prolifico nell’ideare opere connotate da forte ironia e da soluzioni espressive multimediali. La ricerca dà risalto a quanto pubblicato dall’artista sanremasco sulle pagine dei periodici per ragazzi nella prima metà del XX secolo, settore ad oggi privo di uno studio sistematico. Si tratta di un punto di vista favorevole a far emergere i contenuti trasmessi dall’autore al destinatario infantile, nonché a fare luce sul controverso rapporto con il fascismo e a tratteggiare l’evoluzione multimediale della sua produzione per l’infanzia. La definizione di una poetica rubiniana, che colga le matrici artistiche e le peculiarità ironiche della sua arte, conduce ad una riflessione educativa che interroghi la responsabilità assunta da Rubino nei confronti dell’infanzia lettrice.
The writer and illustrator Antonio Rubino (1880-1964) was a significant artist in the children’s literary panorama of the twentieth century. His works are connoted by strong irony and multimedia expressive solutions. This research is focused on Rubino’s works edited on children’s periodicals in the first half of the 20th century, a field that hasn’t been systematically studied yet by critics. This ideal point of view highlights the contents transmitted by the author to the young reader, underlines the relationship between the artist and the fascism and delineates the multimedia evolution of his children’s production. The analysis of the Rubino’s artistic thought, influenced by the contemporary trends, shows the peculiarities of his ironic style. It also guides to an educative consideration that examines the responsibilities of the author for young readers.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
15

RUDI, FABRIZIO. « Le relazioni diplomatiche fra il Regno d'Italia e il Regno di Serbia all'inizio del XX secolo (1903-1912) ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1106903.

Texte intégral
Résumé :
La tesi cerca di trattare, con la massima precisione e dovizia di particolare possibile, il problema delle relazioni diplomatiche fra l'Italia e un Regno balcanico di immensa importanza strategica per gli equilibri europei dell'inizio del XX secolo quale è la Serbia sotto tre aspetti: le pure e semplici bilaterali, la questione macedone, la questione adriatica, la questione d'Oriente, oltre che quello della penetrazione militare e economico-finanziaria italiana nei Balcani e nell'Impero ottomano. Con essa si è tentato di dimostrare un fatto ben preciso: l'Italia era tutt'altro che una "quantité négligeable" nell'agone delle relazioni internazionali nell'epoca predetta, e la sua capacità di incidere nel corso delle stesse aveva un peso tutt'altro che trascurabile e trascurato. Ma in essa si è anche cercato di indagare se e in quale misura l'Italia sia stata favorevole a concedere alla Serbia uno sbocco sul mare - territoriale o commerciale - e sino a che punto l'Italia sia stata vincolata dall'esecuzione dell'articolo VII del Trattato della Triplice Alleanza in questo senso
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
16

GIANNANTONI, ANDREA. « Consolidamento delle strutture murarie : analisi critica sull’efficacia dei rinforzi statici in Italia centrale tra fine del XIX e inizio del XX secolo ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1635424.

Texte intégral
Résumé :
L’obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere se e in che misura la difficile sfida del consolidamento di edifici storici in muratura possa essere affrontata anche attraverso la riproposizione di tecniche di intervento provenienti dal passato, talvolta con opportune rivisitazioni, con garanzia di alta efficacia strutturale e nella direzione della complessa soluzione del connubio sicurezza/conservazione. L’arco temporale prevalentemente studiato è quello compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi due del Novecento, potendo cogliere lo straordinario ambito di progresso scientifico e tecnologico del periodo, unitamente al fermento culturale che nella tutela dei beni e nel restauro di essi portava nuova sensibilità. Si è sviluppato un metodo di analisi cinematica, l’Analisi Evolutiva del Dissesto, da utilizzare come chiave di lettura del reale comportamento meccanico delle fabbriche murarie, per averne maggiore consapevolezza e per consentire la valutazione dell’efficacia indotta dagli interventi di consolidamento. L’affidabilità di tale metodo è fondata sull’approfondimento della conoscenza delle trasformazioni della fabbrica nel tempo e delle sue caratteristiche costruttive. Lo sviluppo di quattro casi studio con metodi analitici classici ha poi consentito di valutare, anche non in maniera speditiva, l’effetto perlopiù benefico degli interventi tradizionali, di fatto spesso compromesso dalla sovrapposizione di quelli contemporanei, incongruenti rispetto ai sistemi costruttivi su cui sono stati innestati. I risultati finali del lavoro confortano sul fatto che il miglioramento della sicurezza degli edifici storici, possa essere ottenuto anche con tecniche tradizionali, talvolta rinnovate. L’Analisi Evolutiva del Dissesto, ancora con ampi margini di esplorazione ed implementazione, può rappresentare un utile strumento di lettura e valutazione, al servizio del progettista degli interventi di consolidamento.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
17

ATOCHE, INTILI JAVIER. « Lima, la moderna : migrazioni europee e sviluppo dell’architettura peruviana del XX secolo (1937-1969). Gli edifici multipiano come patrimonio architettonico ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1553520.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca indaga sul trasferimento di europei a Lima, tra gli anni Trenta e la fine degli anni Sessanta del Novecento, e si interroga sull’influenza di questo fenomeno sull’evoluzione architettonica e urbanistica nella capitale peruviana. La partecipazione di europei nella pianificazione della cosiddetta Ciudad de los Reyes, principale centro amministrativo per i territori del subcontinente americano dominati dalla Corona spagnola tra il XVI e XIX secolo, si è mantenuta nel secondo dopoguerra. Tale caratteristica, frutto dei rapporti plurisecolari tra il paese andino e la penisola iberica, non è ancora diventata oggetto di interesse da parte degli storici di architettura. La ricerca ha tentato di colmare questa “lacuna” storiografica analizzando le modalità di migrazione della cultura moderna occidentale nel Novecento nella regione latino-americana. Al fine di comprendere la diffusione del modernismo in Perù, si sono innanzitutto analizzati gli storici rapporti tra Vecchio e Nuovo Continente, che hanno stabilito un’egemonia culturale europea e che hanno influenzato notevolmente i cambiamenti novecenteschi nella città di Lima. Successivamente, la ricerca si è focalizzata sullo studio dei progettisti europei più attivi in Perù, il tedesco Paul Linder, l’italiano Mario Bianco, lo svizzero Theodor Cron, le cui biografie documentano le motivazioni politiche, economiche e culturali di espatrio. Nonostante le molteplici esperienze peruviane di queste figure, nei campi della docenza universitaria, dell’urbanistica e della progettazione, la loro cospicua opera costruita resta l’influenza più incisiva sugli architetti locali. La loro eterogenea produzione progettuale presenta diversi casi di edifici riconducibili alla tipologia multipiano, la cui realizzazione ha agevolato l’introduzione di una nuova scala architettonica nel tessuto urbano di epoca vicereale. Sono dunque state indagate le circostanze economiche, politiche e culturali che hanno portato questi tecnici a progettare tali edifici nel centro storico di Lima, dalla emanazione della normativa in materia urbanistica, alla presenza di committenze e imprese costruttrici di origine europea. Gli edifici multipiano limegni rappresentano la materializzazione del progetto economico e politico messo a punto dal governo e dai suoi consulenti per il centro della capitale peruviana. Ad un periodo di auge e di ampio riconoscimento delle loro qualità architettoniche ne è seguito uno di obblio, durante il quale molte di queste costruzioni sono state ristrutturate, demolite o, nel migliore dei casi, abbandonate. Per questo motivo, sono stati indagati i temi della tutela, della conservazione e della valorizzazione del vasto patrimonio costruito nel XX secolo in Perù, con particolare riguardo agli edifici multipiano ideati da progettisti esteri e locali. L’approccio dell’indagine ha seguito un modus operandi che coniuga la ricerca archivistica e l’analisi delle fonti testuali, iconografiche e orali allo studio diretto degli edifici, caratterizzato dall’esame delle tecniche costruttive e dei materiali. Il progetto di co-tutela siglato tra Sapienza Università di Roma e l’Università della Svizzera Italiana è stato fondamentale al fine di inquadrare la ricerca nel quadro storiografico italiano e svizzero.
This research studies the migration of Europeans to Lima between the 1930s and the late 1960s and analyses their influence on the evolution of architecture and urbanism in the Peruvian capital. The so-called Ciudad de los Reyes was the main administrative centre of the South American territories dominated by the Spanish Crown between the 16th and 19th centuries. The participation of Europeans in its urban planning has continued into the 20th century. This characteristic is the result of the centuries-old relations between the Andean country and the Iberian Peninsula and has not yet been a topic of interest for architectural historians. This research aims to fill this historiographical "gap" by analysing the channels through which Western modern culture migrated to the Latin American region. In order to understand the diffusion of modernism in Peru, firstly the historical relations between the Old and the New Continent have to be analysed. These relations have established an European cultural hegemony and have greatly influenced the changes of the last century in the city of Lima. Secondly, the research has focused on the study of the most active European architects and engineers in Peru. These are the German Paul Linder, the Italian Mario Bianco and the Swiss Theodor Cron, whose biographies document the political, economic and cultural motivations for their emigration. Despite the multiple Peruvian experiences of these figures in the fields of university teaching, urban planning and architectural design, their influence on local architects occurred mainly through their built work. Their heterogeneous design output includes examples of high-rise buildings whose construction has meant the introduction of a new architectural scale in the urban centre, originally mainly an example of the viceregal era. For this reason, the economic, political and cultural circumstances that led these architects to create such buildings have been investigated, from the emanation of urban norms to the participation of clients and construction companies of European origin. The high-rise buildings in Lima embody the economic and political project developed by the government and its advisors for the centre of the Peruvian capital. After a period of boom and widespread recognition, a period of neglect has followed in which many of these buildings have been remodelled, demolished or, in the best of cases, abandoned. For this reason, research has been carried out on the issues of protection, conservation and valorisation of the vast heritage built in the 20th century in Peru, with special attention to high-rise architecture designed by foreign and local architects. The approach of the present research has followed a modus operandi that combines the study of archives, textual, iconographic and oral sources with the direct analysis of buildings, characterised by the examination of construction techniques and materials. The co-supervision agreement signed between the Sapienza Università di Roma and the Università della Svizzera Italiana has been fundamental in giving the present work the Italian and Swiss historiographical framework.
La presente investigación estudia la migración de europeos a Lima, entre los años 30 y finales de los 60, y analiza su influencia en la evolución urbana y arquitectónica de la capital peruana. La participación de europeos en el planeamiento urbano de la llamada Ciudad de los Reyes, principal centro administrativo de los territorios sudamericanos dominados por la Corona española entre los siglos XVI y XIX, se ha mantenido en el siglo XX. Esta característica, fruto de las relaciones seculares entre el país andino y la Península Ibérica, no ha sido aún tema de interés para los historiadores de la arquitectura. La investigación se propone llenar este "vacío" historiográfico analizando los canales a traves de lo cuales la cultura moderna occidental ha migrado hacia la región latinoamericana. Para entender la difusión del modernismo en el Perú se ha analizado en primer lugar las relaciones históricas entre el Viejo y el Nuevo Continente que han establecido una hegemonía cultural europea y que han influido en gran medida en los cambios del siglo pasado en la ciudad de Lima. Posteriormente, la investigación se ha focalizado en el estudio de los arquitectos e ingenieros europeos más activos en Perú, el alemán Paul Linder, el italiano Mario Bianco y el suizo Theodor Cron, cuyas biografías documentaron las motivaciones políticas, económicas y culturales de su emigración. A pesar de sus múltiples experiencias en Perú, en los campos de la enseñanza universitaria, el urbanismo y el diseño arquitectónico, su cuantiosa obra construida ha sido la influencia más importante en los arquitectos locales. Su heterogénea producción proyectual presenta ejemplos de edificios en altura, cuya construcción ha significado la introducción de una nueva escala arquitectónica en el casco urbano de época virreinal. Por ello, se ha investigado las circunstancias económicas, políticas y culturales que llevaron a estos diseñadores a crear tales edificios, desde la emanación de las normas urbanas, a la participación de los clientes y empresas constructoras, con particular atención a la presencia de inmigrantes europeos. Los edificios en altura limeños representan concretamente el proyecto económico y político desarrollado por el gobierno y sus asesores para el centro de la capital peruana. A un periodo de auge y de amplio reconocimiento ha seguido otro de olvido en el que muchas de estas construcciones han sido remodeladas, demolidas o, en el mejor de los casos, abandonadas. Por ello, se han investigado los temas de protección, conservación y valorización del vasto patrimonio construido en el siglo XX en Perú, con especial atención a las arqutitecturas en altura diseñadas por arquitectos extranjeros y locales. El enfoque de la presente investigación ha seguido un modus operandi que combina el estudio de archivos, fuentes textuales, iconográficas y orales con el analisis directo del edificio, caracterizado por el examen de las técnicas y los materiales de construcción. El acuerdo de co-supervisión firmado entre la Sapienza Università di Roma y la Università della Svizzera Italiana ha sido fundamental para dar al presente trabajo el marco historiográfico italiano y suizo.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
18

MANCHIA, MARIA FEDERICA. « Arte e monachesimo verginiano tra Campania e Basilicata dalle origini al XIV secolo. Forme insediative e testimonianze artistiche nelle diocesi di Avellino, Conza, Nusco e Rapolla ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1084611.

Texte intégral
Résumé :
Questa ricerca nasce dall’esigenza di colmare le lacune storiografiche riguardo il fenomeno monastico verginiano e la sua produzione artistica in Campania e Basilicata, la cui conoscenza è ancora frammentaria e caratterizzata da scarsa organicità, prendendo in esame globalmente testimonianze monumentali spesso non sufficientemente frequentate dagli studi scientifici, accanto ad altre già sondate, ma quasi sempre per alcuni aspetti di particolare rilevanza, quali gli arredi liturgici o le sculture architettoniche. L’obiettivo è stato quello di una rilettura complessiva, sia storica che artistica, volta a una migliore comprensione delle ragioni che hanno determinato la nascita e lo sviluppo di questo patrimonio di architettura e arte monastica. L’indagine è proceduta per nuclei territoriali, prediligendo un criterio prima topografico e poi cronologico, così da poter evidenziare sito per sito la continuità di un fenomeno caratterizzato sul piano materiale dall’evoluzione delle forme insediative col passaggio dall’eremitismo al cenobitismo, e da una storia monumentale che contempla, per gli insediamenti di rientrati nell’orbita della congregazione sullo scorcio del XII secolo, restauri e ampliamenti nel costante mantenimento dei luoghi delle origini. La scelta dell’area territoriale è stata dettata dalla particolare concentrazione di esperienze monastiche in una regione che in età antica era attraversata dal tracciato della Via Appia, nella quale, in epoca medievale, rientreranno le diocesi di Avellino, Nusco, Conza della Campania e Rapolla, importanti avamposti della nobiltà normanna, che sempre vi eserciterà il suo controllo politico tramite una salda organizzazione vescovile, l’affidamento di alte cariche a uomini di fiducia, la gestione strutturata delle attività agricole ed economiche in genere, e, infine, attraverso gli enti monastici, spesso strettamente connessi al potere signorile. La ricerca ha affrontato, concentrandosi sulle fondazioni abbaziali, i secoli che vanno dalla seconda metà del XII alla seconda metà del XIV, evidenziando i cambiamenti che gli eventi storici, politici e religiosi determinarono nel rapporto tra monasteri e territorio e nelle strutture architettoniche. Il termine cronologico ultimo della trattazione coincide, per l’abbazia di Montevergine, con la fine del dominio angioino, che rappresenta l’avvio di una stasi nella produzione artistica, che riprenderà vigore solo in epoca rinascimentale. Per le fondazioni di Santa Maria di Fontigliano, San Salvatore al Goleto, Sant’Ippolito a Monticchio e Santa Maria di Pierno, monasteri fortemente condizionati dalle vicende della nobiltà normanno-sveva, la ricerca si ferma di fatto alla metà del XIII secolo, dal momento che nessun indizio, né documentario né architettonico- artistico, permette di ipotizzare una rinnovata vitalità dopo l’avvento degli Angiò, quando le loro sorti cominceranno inevitabilmente a decadere. Tuttavia, l’innesto dell’esperienza monastica francescana in Basilicata nel primo XIV secolo rappresenterà, con l’esempio del superstite chiostro del monastero di Sant’Antonio a Muro Lucano, un’ultima traccia di continuità col linguaggio espressivo maturato nell’orbita dell’esperienza verginiana. Le componenti culturali che caratterizzano i monasteri della valle dell’Ofanto e del Partenio danno vita, dalla metà del XII secolo all’età angioina, a un originale percorso creativo in cui a un latente substrato autoctono si sommano progressivamente elementi allogeni, spesso incoraggiati da scelte collegabili a peculiari situazioni politico- istituzionali o agli orientamenti della committenza. La rete di monasteri e dipendenze gravitanti attorno alle fondazioni di Santa Maria di Montevergine e San Salvatore al Goleto, in sinergia con i vicini insediamenti benedettini, si era fatta più o meno consapevolmente centro catalizzatore di maestranze di provenienza eterogenea, sparse su tutto il territorio lucano e campano, con propaggini nella Puglia garganica, oltre che vivace recettore del gusto più in voga in determinati contesti storico-geografici.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
19

FABRIZI, FABRIZIO. « “Il congresso di Ginevra del 1867 per gli Stati Uniti d’Europa : il contributo italiano. La partecipazione delle personalità e delle associazioni risorgimentali democratico-socialiste all’evento fondativo della Lega Internazionale della Pace e della Libertà” ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1366619.

Texte intégral
Résumé :
Nella presente ricerca il Congresso di Ginevra, del settembre 1867, viene considerato come una emanazione del movimento pacifista europeo di metà Ottocento; in esso, però, all’obiettivo della pace si legava con maggior forza la necessità di un cambiamento sostanziale, in senso repubblicano, degli stati europei, espresso nella formula degli "Stati Uniti d’Europa", posizione che lo rendeva alternativo a quel primo movimento e lo poneva in netto contrasto con Francia e Prussia, le due potenze in costante tensione per l’egemonia in Europa. Il lavoro è introdotto da una premessa sull'ideale dell'unita europea e i primi movimenti pacifisti, ed in particolare si sottolineano le adesioni al Congresso di Ginevra di alcuni personaggi di rilievo tra i quali ricordiamo: V. Hugo, L. Blanc, A. Herzen, M. Bakunin, A. Goegg, Ch. Lemonnier, E. Acollas, J. Barnie, E. Quinet, Nel lavoro di ricerca si è messa in evidenza e valorizzata la partecipazione italiana al Congresso della pace - evento fondativo della "Lega Internazionale della Pace e della Libertà" (LIPL) che opererà insieme al suo settimanale "Les Etats-Unis d’Europe"sino al 1939 - attraverso tre elementi principali che riassumiamo per convenienza: 1) il significato e la presenza di Garibaldi come presidente onorario e la portata del suo intervento in assemblea che nella ricerca è presentata – diversamente dalle tante critiche sollevate - come perfettamente coerente con i presupposti e gli scopi del Congresso; 2) il contributo delle due società democratiche bolognesi: Società Operaia e Unione Democratica rappresentanti del primo movimento operaio di tipo repubblicano-mazziniano; 3) la presenza a Ginevra del circolo Libertà e Giustizia, prima associazione socialista in Italia, largamente ispirata alle idee di Bakunin ma con evidenti riferimenti anche all’esperienza di Pisacane. In proposito, la ricerca ha compiuto approfondimenti sugli altri due relatori italiani: il prof. G. Ceneri per le società bolognesi e l’avv. C.Gambuzzi per il circolo Libertà e Giustizia. La scelta di questi tre elementi ha permesso di operare delle comparazioni e di svolgere delle considerazioni in merito al tema in oggetto. Inoltre, la ricerca ha illustrato i ruoli e le posizioni assunti da altri protagonisti italiani, fra cui Mauro Macchi, Ippolito Pederzolli, Giovanni Pantaleo,Quirico Filopanti, Vincenzo Caldesi, SebastianoTanari, Gaspare Stampa. Il lavoro di ricerca ha confermato la rilevanza e la vivacità delle due realtà contraddistinte dalle rispettive differenti impostazioni. Le società bolognesi rappresentavano una forma evoluta di organizzazione operaia in ambito mazziniano-repubblicano. L’Operaia, era principalmente legata ad una funzione mutualistica ma ambedue avevano uno spiccato carattere politico. La società napoletana rappresentava invece una novità nel panorama politico italiano. Era l’espressione di un nuovo modello organizzativo ispirato al socialismo libertario di Bakunin, presente a Napoli fin dal 1865, come al pensiero di Carlo Pisacane che di quel gruppo fu l’originario protagonista. Anche in questo caso ne sono state seguite le vicende, dalla formazione fino alla trasformazione in sezione dell’AIL, nel gennaio 1869, oltre, ovviamente, alla sua partecipazione a Ginevra e in particolare, all’intervento del loro delegato, avv. Carlo Gambuzzi. A differenza delle due società bolognesi si è potuto osservare più da vicino il rapporto che il gruppo napoletano di Libertà e Giustizia avviò, dopo il congresso di Ginevra, con la Lega della Pace e della Libertà entrando a far parte del comitato centrale permanente. Allo stesso tempo le sue vicende si intrecciarono con quelle dell’AIL in cui il circolo partenopeo confluì successivamente al congresso bernese della Ligue (1868) ove le posizioni dell’anarchico russo furono messe in minoranza. In riferimento a queste organizzazioni il lavoro di ricerca sulla fonti archivistiche dei registri del ministero degli Interni e degli organi di polizia di Questura e Prefettura di Bologna e Napoli ha permesso di ricostruire in modo sistematico le attività delle tre associazioni prima, durante e dopo la loro partecipazione al congresso di Ginevra, fornendo un ulteriore contributo alla loro storia rispetto alla precedente letteratura La tesi ha messo in evidenza questi iniziali rapporti tra l’AIL e il nascente movimento operaio italiano e i nessi tra questo e la LIPL, organismo internazionalista della democrazia europea, che nei decenni successivi esercitò, non soltanto in Italia, una certa attrazione nei confronti di quelle organizzazioni operaie che non aderirono all’Internazionale di Londra (1864-1876) e, successivamente, a quella parigina, sorta sul finire degli anni ’80.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
20

Gastaldi, Sciltian. « Pier Vittorio Tondelli : Letteratura Minore e Scrittura dell'Impegno Sociale ». Thesis, 2012. http://hdl.handle.net/1807/44076.

Texte intégral
Résumé :
Abstract This thesis illustrates the social engagement in the literary writings of Pier Vittorio Tondelli, an Italian gay author whose works have been described by many Catholic, Materialists, and gay critics as frivolous and disengaged. The dissertation summarizes the mutation of the Italian literary concept of impegno from Neorealism to Postmodernism, through a selection of the texts of Elio Vittorini, Italo Calvino, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, and Umberto Eco. It shows how Tondelli’s interpretation of the role of the writer falls within the definitions given by Calvino and Eco. Moreover, the thesis demonstrates that Altri libertini and Pao Pao satisfy the characteristics of littérature mineure established by Gilles Deleuze and Felix Guattari, though Tondelli’s oeuvre is socially engaged instead of being politically engaged because of his lack of a political ideology. The dissertation highlights the core of Tondelli’s social commitment in his passionate defense of the outcasts in: Altri libertini where drug addicts, homosexuals, transsexuals, and bums are the protagonists; Pao Pao where a group of gay soldiers is described in its grotesque and camp attempt to “homosexualize” their barrack; Rimini where the Riviera Adriatica is portrayed as a place where everyone passes by and no one belongs; Camere separate through the love story of a gay couple in which one partner has to survive his lover’s death, due to an illness that is demonstrated in this thesis to be AIDS, while fighting against the homophobia of their families, institutions, society, and religion. Most of Tondelli’s socially excluded characters are introduced to the reader through an internal homodiegetic point of view. Another important component of Tondelli’s impegno is his open defense of both pop-culture and counter-cultures: gay, hippies, rockers, experimental theatre, street artists and alternative radio, which are central in all his writings.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie