Articles de revues sur le sujet « Arte del Novecento in Italia »

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1

Arias Serrano, Laura. « Italia como referente de modernidad. El eco de la revista Valori Plastici y del grupo Novecento en el arte español de postguerra ». De Arte. Revista de Historia del Arte, no 6 (6 février 2015) : 239. http://dx.doi.org/10.18002/da.v0i6.1538.

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Résumé :
El presente estudio analiza el influjo que, en los años cuarenta, ejerció en los artistas españoles ‐y, entre ellos, en el pintor Juan Antonio Morales‐ el arte italiano, y en concreto el nacido al abrigo de la revista Valori Plastici (1918‐1922), una publicación que surgió con el propósito de unir a la auténtica tradición italiana, el moderno lenguaje figurativo de Cézanne o del cubismo: actitud bastante ambigua que les permitía ser modernos sin perder por ello su identidad nacional. Precisamente la huella de estos artistas italianos ‐y de sus continuadores: el grupo Novecento‐, es la que este artículo intenta descubrir, rastreando para ello en la obra de aquellos jóvenes pintores españoles que, aislados del exterior y sin saber con exactitud si lo que hacían era, a escala europea, vanguardia o retaguardia, se verían obligados a recuperar, bajo el signo estético del eclecticismo, los viejos idearios prebélicos.
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2

Casali, Valeria. « The Modern Movement in Italy : Architecture and Design, 1953-1958 ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 142–51. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100017.

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Résumé :
L'articolo propone una lettura della mostra di architettura ‘The Modern Movement in Italy: Architecture and Design' come catalizzatore di una molteplicità di interessi nel quadro dei processi dello scambio transatlantico culturale e disciplinare tra Italia e Stati Uniti della seconda metà del Novecento. Il testo ricostruisce i contenuti, l'ideazione, e la fortuna critica dell'evento, un'esposizione itinerante curata nel 1953 da Ada Louise Huxtable per l'International Program del Museum of Modern Art di New York in seguito a un soggiorno in Italia in qualità di borsista Fulbright. L'esposizione è interpretata come paradigma per guardare alla complessità e alla stratificazione multidirezionale che caratterizza la ricezione delle culture del progetto italiano nell'America dei primi anni '50.
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3

Iacobone, Damiano. « Storie delle città giardino ». TERRITORIO, no 95 (mai 2021) : 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095003.

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Résumé :
Il saggio ripercorre la lunga vicenda delle città-giardino, a partire da una sintesi delle principali caratteristiche teoriche e progettuali che costituiscono la genesi di questo fenomeno urbano: i saggi di Ebenezer Howard e le realizzazioni di Letchworth, Welwyn, ma anche Hampstead e Brentham. La repentina diffusione di questa idea di urbanizzazione ha il suo impatto anche in altre nazioni, dove alcuni tra i più importanti architetti del periodo si confrontano con il tema della città giardino: Le Corbusier, Berlage, Taut, Tessenow, anche se successivamente seguiranno indirizzi progettuali differenti. Nella terza parte si ripercorre l'impatto in Italia di queste proposte, con una prima associazione alle case popolari sino a esiti ben differenti nella seconda metà del Novecento.
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Garofoli, Gioacchino. « Il processo di trasformazione dell'economia in provincia di Pavia : un quadro generale ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001002.

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Résumé :
L'articolo tratta le trasformazioni economiche in provincia di Pavia nel secondo Novecento, dai cambiamenti di struttura produttiva e dei livelli occupazionali ai diversi modelli di sviluppo perseguiti. Dopo il dopoguerra emerge un rapido processo di industrializzazione, specie nei due comuni più grandi, che si inseriscono nel processo di trasformazione del "triangolo industriale" e del "miracolo economico" italiano. In questa fase l'economia pavese, e la città di Pavia, è caratterizzata dalla presenza di grandi imprese, che la fanno rientrare nell'ambito di un modello à la Perroux. Successivamente soprattutto Pavia, ma anche Vigevano, entrano nella fase della crisi della grande impresa dei primi anni Settanta. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia a innescarsi un modello di sviluppo periferico, basato sulla piccola impresa e sul coinvolgimento di aree esterne alle città principali, seguendo il modello della Terza Italia. Segue la fase di progressiva deindustrializzazione che determina una crescente dipendenza dal mercato del lavoro dell'area milanese, con aumento del pendolarismo. Il territorio pavese non riesce più a realizzare la valorizzazione delle risorse locali, a partire dal lavoro ma anche delle risorse finanziarie che non vengono più utilizzate per lo sviluppo territoriale. L'articolo si conclude con la discussione delle occasioni mancate e dei problemi lasciati alle future generazioni.
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Manfrellotti, Stefania. « Longevità e capacità di resilienza delle imprese familiari nella provincia di Salerno fra XX e XXI secolo = Longevity and resilience of family firms in the province of Salerno between the 20th and 21st century ». Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no 18 (30 juin 2014) : 19. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i18.1642.

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Résumé :
<p>La provincia di Salerno ha rappresentato, nella seconda metà del Novecento, una delle realtà più rilevanti del Mezzogiorno d’Italia sotto il profilo industriale. Nel secondo dopoguerra l’industria nell’area salernitana visse un’intensa crescita, soprattutto grazie agli aiuti per il Mezzogiorno. Rispetto alle altre aree del Sud Italia, non vi furono grandissimi stabilimenti siderurgici, metalmeccanici e petrolchimici ma vi fu un movimento vivace di piccole e medie industrie soprattutto nel settore manifatturiero. Tra gli anni Settanta e Ottanta le crisi nazionali e internazionali segnarono il passo dell’economia italiana e più in generale di tutte le economie occidentali. Nella provincia di Salerno le fabbriche statali, quelle appartenenti a multinazionali estere o alle grandi imprese del settentrione furono le più colpite dalla crisi. Al contrario molte aziende locali riuscirono, sebbene con momenti di incertezza, ad avere un ciclo di sviluppo ininterrotto. Si tratta principalmente di imprese familiari, create e gestite da imprenditori salernitani, espressione del territorio, della cultura, delle tradizioni, che hanno saputo trarre dal contesto locale le energie e spesso le risorse per puntare all’eccellenza. Ancora oggi, sebbene quarant’anni di legislazione speciale per il Mezzogiorno non siano bastati a mettere in moto uno sviluppo duraturo e soprattutto autonomo delle imprese meridionali, lo sviluppo industriale meridionale è legato alle piccole e medie attività imprenditoriali operanti soprattutto nel settore manifatturiero. Tra le diverse esperienze di capitalismo locale e familiare di quest’area del Mezzogiorno si è scelto di analizzare una delle realtà imprenditoriali più longeve della provincia salernitana: il sistema di imprese della famiglia Di Mauro di Cava de’Tirreni. Dalla fine dell’Ottocento, la famiglia ha saputo affermare, espandere e reinventare la propria attività nel campo della tipografia, dell’editoria, e della cartotecnica, passando indenne per le difficili congiunture del ’900, e giungendo a essere attualmente una realtà di punta nel tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno.</p><p>In the second half of the twentieth century, the Salerno province represented one of the most important industrial reality of the southern Italy. After Second World War, the Salerno province industry lived an intense growth, mainly thanks to the aids for the southern Italy. There were not many steelworks, petrochemical and engineering mills, compared to other areas of the southern Italy, but there was a lively movement of small and medium industries, especially in manufacturing. Among the seventies and eighties the national and international crisis damaged the Italian economy and also other Western economies. In the Salerno province, the state enterprises, those belonging to the foreign multinationals or the great enterprises of the northern Italy, were the worst hit by the crisis. On the other hand, although with uncertainty, many local enterprises managed to have a continuous development. They were mainly family businesses, created and managed by the Salerno province entrepreneurs, expression of the territory, the culture, the traditions that have been able to take energy from the local context and the resources to aim at the excellence.</p> <p>To this today, though forty years of special legislation for the southern Italy are not enough to launch a continuous development and in particular an independent development of the southern enterprises, the industrial development of southern Italy is linked to small and medium enterprises, especially in the manufacturing sector. Among the several experiences of local and family capitalism of the southern Italy, I have chosen to analyze one of the entrepreneurial reality more long-running of the Salerno province. It is the system of enterprises of the Di Mauro family from Cava de’Tirreni. Since the end of nineteenth century, the Di Mauro family was able to establish, expand and reinvent its business in the field of printing, publishing, and converting industry, passing unscathed to the difficult junctures of the twentieth century, and now coming to be very important in the business of the southern Italy.</p>
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Bethke, Jennifer. « Novecento : Arte e storia in Italia and Italie 1880–1910 : Arte alla prova della modernitÀ ». Journal of Modern Italian Studies 6, no 3 (janvier 2001) : 429–36. http://dx.doi.org/10.1080/13545710110084334.

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Mea, Giuseppe. « Viaggiatori portoghesi in Italia nella prima metà del Novecento ». Estudos Italianos em Portugal, no 10 (2015) : 37–58. http://dx.doi.org/10.14195/0870-8584_10_3.

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Messina, Maria Grazia. « Fenomenologia dell'oggetto nell'arte del Novecento ». PARADIGMI, no 2 (juillet 2010) : 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002008.

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Résumé :
Nell'arte del Novecento opere e oggetti d'uso vengono a sovrapporsi in modi diversi. Un primo percorso muove dal collage cubista che non vuole piů rappresentare il reale, ma che si presenta come una realtŕ in sé compiuta. Questa ricerca prosegue con i ready-mades di Duchamp fino al Nouveau Réalisme, per approdare a una fusione di arte e vita. Un secondo percorso muove dal "Grande Realismo" di Kandinskij, dalla pittura metafisica di De Chirico, e dal Surrealismo per arrivare al New Dada. Qui gli oggetti manifestano un'alteritŕ che esorcizza l'anonimato dell'oggetto merce.
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Di Giacomo, Giuseppe. « Arte e realtŕ nella produzione artistica del Novecento ». PARADIGMI, no 2 (juillet 2010) : 87–104. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002007.

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Résumé :
Le avanguardie storiche degli anni Venti e le neo-avanguardie degli anni Sessanta tentano di superare la dimensione autonoma dell'arte e la distinzione tra arte e vita. Tuttavia, se nell'avanguardia storica l'arte rivela ancora l'"altro" della realtŕ, e in questo modo si contrappone all'esistente, le produzioni artistiche attuali sono invece caratterizzate da un "realismo acritico" che, negando ogni "altro", rinuncia alla possibilitŕ di trasformare l'esistente. Cosě, se l'avanguardia sognava di redimere la vita per mezzo dell'arte, la neo-avanguardia, invece, sostiene che č l'arte stessa a farsi vita nel momento in cui l'opera rinuncia alla "forma".
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Ferrara, Paolo Orlando. « L'eresia del novecento : la Chiesa e la repressione del modernismo in Italia ». Religion, State and Society 40, no 3-4 (septembre 2012) : 431–33. http://dx.doi.org/10.1080/09637494.2012.754567.

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Ferrari, Vincenzo. « I chiaroscuri della geopolitica ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 173–77. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001012.

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Résumé :
Questa nota offre un commento del recente libro di Mario G. Losano, La geopolitica del Novecento. Dai Grandi Spazi delle dittature alla decolonizzazione (Milano: Bruno Mondadori, 2011), con cui si descrive l'espansionismo dei regimi dittatoriali di Germania, Giappone, Italia, Spagna e Portogallo tra la fine dell'Ottocento e la prima metŕ del Novecento e le sue implicazioni nella sfera del diritto. L'opera di Losano fa riemergere figure di studiosi dimenticati (soprattutto il tedesco Karl Haushofer), alcuni dei quali appoggiarono le dittature mentre altri se ne distaccarono pur appoggiando l'idea di un mondo suddiviso in pochi "Grandi Spazi".
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Fidalgo Fontanet, Leonardo. « El Novecento, Mario Sironi y la "Revolución fascista" ». Boletín de Arte, no 26-27 (30 mars 2018) : 463–75. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2006.v0i26-27.4560.

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Résumé :
Las tendencias artísticas que destacaron en Italia durante el conflictivo periodo comprendido entre 1922 y 1944, fueron el Novecento, el Secondo Futurismo, los Abstractos milaneses y comascos, y los llamados "Realistas'', entre los que estaba la Escuela Romana, los Seis de Turín, los Claristas lombardos y artistas del grupo Corrente. En este contexto, los artistas del Novecento, principalmente Mario Sironi, fueron los más cercanos al régimen fascista, una posición ideológica que a nivel teórico fomentó la ruptura con la herencia de las vanguardias, pero que sin embargo, a nivel de la práctica artística demostró alcanzar un particular equilibrio entre tradición e innovación, entre clasicismo y modernidad. El objetivo del Novecento fue el dar una estética a la llamada "Revolución Fascista".
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Cavalli, Alessandro. « Passaggi generazionali : la sociologia in Italia nella seconda metà del Novecento ». Quaderni di Sociologia, no 85- LXV (1 avril 2021) : 27–34. http://dx.doi.org/10.4000/qds.4424.

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Roscioni, Lisa. « Liberi tutti : Manicomi e psichiatri in Italia : una storia del Novecento ». Nuncius 26, no 2 (2011) : 432–33. http://dx.doi.org/10.1163/182539111x596757.

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Dávila Vargas-Machuca, Miguel. « El género histórico como impulsor del cine italiano del Primo Novecento. » Ñawi 4, no 2 (17 juillet 2020) : 183. http://dx.doi.org/10.37785/nw.v4n2.a11.

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Résumé :
Numerosas películas de recreación histórica animaron los inicios del cine italiano durante el Primo Novecento, hasta la Segunda Guerra Mundial. Entre 1908 y 1914 se desarrolló una etapa de esplendor conocida como Cinema epico italiano muto o Kolossal, con ambientaciones sobre todo en la Antigüedad, que situaron a Italia en la cúspide de la producción cinematográfica planetaria y generaron gran éxito a nivel mundial. La industria italiana creó producciones de un esfuerzo y una calidad nunca vistos, así como llenos de valiosísimos avances narrativos en un medio aún joven, marcando una importante influencia en el género histórico posterior y creando algunas de sus características más reconocibles hasta nuestros días. A pesar de la crisis provocada por la Primera Guerra Mundial en el cine italiano, el género histórico continuó siendo parte importante de su producción, e incluso el propio Mussolini se sirvió después de él para apuntalar su propaganda ideológica.
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Fiorini, Barbara. « Las primeras adecuaciones litúrgicas en el fondo de la Comisión Central Pontificia de Arte Sacro en Italia ». Actas de Arquitectura Religiosa Contemporánea 6 (3 avril 2020) : 42–49. http://dx.doi.org/10.17979/aarc.2019.6.0.6221.

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Résumé :
Desde 1924, operaba en Italia la Comisión Central Pontificia de Arte Sacro en Italia, un ente de la Santa Sede creado en 1924 por Pío XI como órgano asesor y ejecutivo, con el objetivo de proteger y promover el arte sacro. En el transcurso de unos 60 años de actividad, llegaron a la Comisión Central Pontificia más de 6.000 proyectos para su examen.Durante el Concilio Vaticano, el presidente de esta Comisión Pontificia fue Giovanni Fallani, compilador del capítulo sobre el arte en la liturgia de la constitución Sacrosanctum Concilium.Desde la desclasificación del fondo, recientemente inventariado, del Archivo Secreto Vaticano, es posible reconstruir un episodio inédito sobre cómo se trató en Italia la adaptación de las iglesias después del Concilio por parte de los que habían participado operativamente en él. Y por lo tanto, es posible evaluar la correspondencia de los proyectos a los preceptos de la liturgia y del arte sacro.
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Sodi, Manlio. « DODICI LUSTRI DI VITALITÀ LITURGICA IN ITALIA ». PARALELLUS Revista de Estudos de Religião - UNICAP 13, no 33 (30 décembre 2022) : 259–82. http://dx.doi.org/10.25247/paralellus.2022.v13n33.p259-282.

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Résumé :
Il secolo XX è passato alla storia e sarà ricordato per tanti motivi. Dal punto di vista ecclesiale rimarrà come il tempo in cui le forme della lex orandi hanno realizzato un progressivo cambiamento rispetto ad una prassi liturgico-celebrativa che, per alcuni aspetti, ha attraversato l’intero secondo millennio. Il Novecento si era aperto con i timidi inizi del “movimento liturgico” per opera di Dom Lambert Beauduin, in Belgio; un movimento di pensiero e di eventi che, con alterne vicende, attraverserà diversi decenni per sfociare nel Concilio Vaticano II. Qui l’intento è quello di offrire una lettura della riforma liturgica e del conseguente rinnovamento, attuati in Italia, unitamente ad alcune sfide che “oggi” si presentano.
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Mori, Simona. « Polizia e società italiana fra Otto e Novecento : spunti da alcuni studi recenti ». SOCIETÀ E STORIA, no 173 (novembre 2021) : 575–89. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-173011.

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Résumé :
I sette contributi che compongono il dossier sono l'esito di un seminario tenutosi presso l'Università degli studi di Milano nell'ambito delle attività del Cepoc (Centro per lo studio delle polizie e del controllo del territorio). In quella occasione si sono discussi quattro volumi di recente pubblicazione (editi tra 2018 e 2019) aventi per oggetto diversi aspetti di storia delle polizie in Italia in età contemporanea, con la partecipazione sia degli autori e curatori dei volumi, sia di studiosi della materia. Ne esce un quadro articolato e problematizzato degli indirizzi secondo i quali in Italia si va consolidando una storiografia dedicata a questi temi, sin qui relativamente trascurati con riferimento all'età contemporanea. Nello stesso tempo si offrono numerosi gli spunti, anche in chiave utili a stimolare nuove linee di ricerca. In questo contributo l'autrice discute i volumi di Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), e di Laura Di Fabio, Due democrazie, una sorveglianza comune. Italia e Repubblica Federale Tedesca nella lotta al terrorismo interno e internazionale (1967-1986), nonché Salvatore Ottolenghi, Una cultura professionale per la polizia dell'Italia liberale e fascista. Antologia degli scritti (1883-1934), a cura di Nicola Labanca e Michele Di Giorgio, e Dura lex sed lex. Storia e rappresentazione della Polizia di Stato dal 1852 alla Riforma del 1981, a cura di Raffaele Camposano e Fabio Santilli.
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Spinicci, Paolo. « ¿Quale novecento ? Le riflessioni fenomenologiche di giovanni piana sull’arte del XX secolo ». Eikasía Revista de Filosofía, no 96 (14 juillet 2022) : 193–211. http://dx.doi.org/10.57027/eikasia.96.218.

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Résumé :
El alcance y la intensidad de las reflexiones filosóficas de Giovanni Piana sobre las artes, y especialmente sobre las vicisitudes del arte del siglo XX en el conjunto de su producción teó-rica no se limitan al proyecto de delinear una filosofía de la música que efectivamente se ha convertido, desde la década de 1990, en el centro de sus intereses teóricos. El arte del siglo XX y sus vanguardias representaron para Piana un argumento lleno de sugestión e interés. El objetivo del artículo es indicar la razón por la cual en el curso de sus estudios Piana siente una creciente necesidad de discutir sobre el arte contemporáneo. Reflexionar sobre el arte del siglo XX, no solo significa arrojar luz sobre los valores expresivos propios de las formas elemen-tales de la experiencia, sino que para Piana también ha significado volver a cuestionar el nexo que junta la estructura material del sonido y, en general, de los materiales de la experiencia con las formas en las que están codificados lingüísticamente.
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Rojas, Carlos. « Renovar la tradición ». La Palabra y el Hombre. Revista de la Universidad Veracruzana, no 40 (12 mars 2019) : 73–75. http://dx.doi.org/10.25009/lpyh.v1i40.2756.

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Carlos Rojas escribe sobre el trabajo de traducción de Ana Villada y Rafael Antúnez en una antología Cuentos del novecento italiano publicada por la UV. En este trabajo se combina el conocimiento del idioma italiano con el oficio de narrar. En la antología encontramos relatos fantátiscos, otros con temática de filias, cuentos con una visión de la Italia de posguerra y por último relatos de corte onírico.
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Garosi, Linda. « Raccontare l’altra Italia tra storia e finzione. » Revista de Italianística, no 41 (31 décembre 2020) : 3–13. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.i41p3-13.

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Résumé :
L’incipiente formazione in Italia di una società multietnica, alle soglie del nuovo millenio, ha contribuito a ravvivare l’interesse di studiosi e di artisti per la diaspora italiana del secolo scorso. Il presente lavoro prende in esame il romanzo Vita (2003) di Melania Mazzucco e il film Nuovomondo (2006) di Emanuele Crialese con il proposito di svelare alcune significative convergenze nel recupero della memoria collettiva dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti tra l’Otto e il Novecento. Si metteranno in evidenza gli elementi tematici e le strutture narrative specifiche con cui vengono intessute narrazioni che, sia nel romanzo sia nel film, mescolano Storia e finzione, concretizzando una visione ravvicinata e ‘dal basso’ di un passato cancellato, la quale suscita nel fruitore una risposta etica.
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Martelli, Sebastiano. « OPERE ITALIA : IDENTITÀ E STORIA IN ALCUNI ROMANZI DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 35, no 1 (mars 2001) : 179–97. http://dx.doi.org/10.1177/001458580103500113.

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Werle, Marco Aurelio, et Damião Esdras Araujo Arraes. « La morfología del Viaje a Italia, de Goethe ». Revista de humanidades (Santiago. En línea) 47 (28 janvier 2023) : 139–65. http://dx.doi.org/10.53382/issn.2452-445x.698.

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En este artículo se plantea reflexionar sobre la morfología del viaje del poeta alemán Johann Wolfgang von Goethe a Italia, circunscrita en la autoformación y en la interacción entre las categorías naturaleza, arte y sociedad. Es esencial, en este sentido, atender a la estética de la mirada para comprender la Antigüedad clásica, el arte moderno, el paisaje italiano y la naturaleza mediante el análisis, sobre todo, de los relatos descriptivos compilados en la obra Viaje a Italia en relación con otros escritos poéticos, científicos y autobiográficos de Goethe.
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d'Amora, Mariano. « Nuove visioni drammaturgiche e sociali nel teatro e nella letteratura di Giuseppe Patroni Griffi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (12 février 2018) : 600–630. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755383.

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Il napoletano Giuseppe Patroni Griffi s’impone in Italia nel secondo Novecento per la poliedricità espressiva che, fin dagli esordi, caratterizza il suo operato. Radio, letteratura, cinema, teatro, televisione sono gli ambiti nei quali egli opera lasciando, puntualmente, chiara impronta del suo estro. In questo saggio ci soffermeremo su larga parte della sua produzione letteraria e teatrale.
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Mineo, Nicolò. « Letteratura italiana del Ventennio tra le due guerre e Fontamara ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (24 mars 2020) : 391–427. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910922.

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Il romanzo di Silone del 1933, Fontamara, va letto, per la tematica, in stretto riferimento al Ventennio, gli anni Venti e Trenta del Novecento, età del regime fascista in Italia. Un tempo che vede, sul piano della produttività culturale e letteraria, la compresenza variamente attiva delle generazioni che latamente e con varia approssimazione si possono riferire al 1860–1880, 1880–1900, 1900–1910. Il romanzo è lo smascheramento della politica oppressiva esercitata dal regime fascista nei confronti dei contadini poveri attraverso i proprietari sfruttatori.
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Forni, Marcella. « I modi della produzione grafica in Italia nella prima metŕ del Novecento : il caso Rizzoli ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (octobre 2011) : 85–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2011-001003.

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Attraverso la ricostruzione dello sviluppo degli stabilimenti Rizzoli il saggio si propone di offrire una lettura del processo di meccanizzazione delle lavorazioni nel settore della stampa illustrata nella prima metŕ del Novecento. L'attenzione č in particolare rivolta all'affermazione delle tecniche di illustrazione grafica derivate dalla fotografia, e al loro utilizzo, dopo la metŕ degli anni venti, nel passaggio a produzioni ad ampia tiratura, alla base dell'affermazione del marchio dell'azienda in campo editoriale.
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Selvafolta, Ornella. « Temi e luoghi della Città-Giardino in Italia nei primi decenni del Novecento ». Ciudades, no 06 (1 février 2018) : 75. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.06.2000.75-97.

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Según este artículo, la preferencia por Hampstead frente a Letchworth de los primeros arquitectos italianos ligados a la ciudad-jardín será un avance ilustrativo de las características básicas del movimiento en Italia: relegamiento de la descentralización urbana y dominio de las cuestiones estéticas. Su éxito puede relacionarse con la preocupación por la composición urbana, que entroncaría con la tradición artística de las ciudades italianas (factor de identidad nacional), y en lo arquitectónico, con su vinculación al ideal reformista de la casa unifamiliar apoyado por una amplia manualística sobre composición de villini que gozó de gran fortuna entre los técnicos.
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Bettin, Cristina. « Voci della memoria : Un’ebrea italiana nel Novecento italiano ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 1 (20 novembre 2018) : 112–38. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818813313.

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La legislazione razziale del 1938 spezzò molte vite, dando inizio a quel processo di discriminazione legalizzata che raggiunse poi il suo culmine nelle deportazioni nazifasciste del 1943. Con l’applicazione delle leggi razziali gli ebrei venivano allontanati da tutti i settori pubblici e privati, cancellando la loro presenza nella vita nazionale italiana. Tra questi emarginati ci furono anche molte donne, scienziate, professoresse, intellettuali, la cui vita e storia rimane ancora poco conosciuta. Un libro pubblicato da Raffaela Simili, Sotto falso nome. Scienziate italiane ebree (1938-1945) nel 2010, è l’unico ad oggi che raccoglie, seppur schematicamente e sinteticamente, le storie di alcune di queste donne ed il contributo che diedero alla scienza, alla medicina e alla cultura italiana. Tra queste donne ancora invisibili figura, come illustrerò in questo scritto, Lucia Bedarida Servadio (1900-2006), prima donna in Italia ad essersi laureata nel 1922 in Medicina a soli 22 anni nonché prima donna ebrea ed italiana a lavorare sin dal 1939 in un Paese musulmano come il Marocco.
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Sasso, Stefano. « La parola alle cose. Alcuni esempi nella poesia italiana del Novecento ». Neohelicon 47, no 2 (2 novembre 2020) : 455–75. http://dx.doi.org/10.1007/s11059-020-00562-x.

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Résumé :
AbstractThe article discusses the presence of matter (organic as well as inorganic) in twentieth-century Italian poetry. The paper offers a diachronic survey of some exemplary authors and texts (Marinetti, Gozzano, Montale, Giudici, Caproni, and Sereni), highlighting the different utilisations of objects and things within literary texts. Objects and things define spaces and places in subjects’ lives, support their identity, and document various ages and generations. The death of their owners makes things and objects lose their original purpose and find different functions with new subjects. In this context, they appear as miniature eternities always ready for a connection with new subjects.
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Duraccio, Caterina. « Relazionarsi con la terra di origine : Shirin Ramzanali Fazel, Igiaba Scego e Maryam Maio. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 23 (2020) : 203–16. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2020.i23.15.

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I rapporti politici tra Italia e Somalia hanno sempre destato particolare attenzione, in virtù del passato coloniale in comune. I movimenti diasporici tra i due Paesi, divisi in diversi momenti, sono stati i protagonisti del Novecento. In particolar modo, la diaspora somala assume un ruolo centrale all’interno della letteratura italiana dell’ultimo secolo, grazie alle produzioni autobiografiche di autrici come Shirin Ramzanali Fazel, Igiaba Scego e Maryam Maio. Le voci diasporiche entrano in relazione fra loro, offrendo una visione più completa di questo delicato periodo storico.
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Cortese, Fulvio. « Diritto amministrativo e altri saperi : nuove opportunità per la Scienza dell’amministrazione ? » Milan Law Review 3, no 2 (30 décembre 2022) : 19–51. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/19507.

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Il saggio argomenta l’importanza del dialogo tra diritto amministrativo e altri saperi. In primo luogo, ricostruisce il ruolo che in proposito ha svolto la Scienza dell’amministrazione in Italia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In secondo luogo, illustra la decadenza di questa disciplina e la sua successiva frammentazione, cercando di analizzarne le ragioni. In terzo luogo, auspica che tale disciplina possa essere nuovamente rilanciata nel contesto degli studi giuridici, osservando le importanti assonanze metodologiche che essa presenta con alcuni sviluppi della comparazione giuridica.
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Bargellini, Clara. « Diego Rivera en Italia ». Anales del Instituto de Investigaciones Estéticas 17, no 66 (6 août 1995) : 85. http://dx.doi.org/10.22201/iie.18703062e.1995.66.1731.

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Résumé :
Entre fines de 1920 y principios de 1921, poco antes de su regreso definitivo a México, Diego Rivera realizó un viaje a Italia. De esta experiencia, siempre considerada capital para la formación artística del pintor, han sobrevivido más de un centenar de dibujos, cuyo análisis es el objeto central de este trabajo. Los estudios de piezas arqueológicas, murales, pinturas y esculturas medievales y renacentistas, así como paisajes y escenas de vida cotidiana, ilustran el modo en que se fue articulando el arte y el pensamiento estético del pintor.
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Labanca, Nicola. « Enzo Collotti e la storia contemporanea in Italia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-298002.

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Résumé :
Il gruppo di interventi che questo articolo introduce mira a ricordare, a pochi mesi dalla morte, un grande studioso italiano di respiro europeo. Enzo Collotti (1929-2021) è stato per lunghi decenni una delle figure più importanti della storiografia contemporaneistica italiana. Questo articolo, oltre a ricordare i punti essenziali del suo percorso di vita e di studi, sottolinea l'essere stato Collotti sia formalmente uno dei primi docenti universitari italiani di storia contemporanea, sia il suo esserlo stato sostanzialmente da studioso impegnato, ma in modalità che in niente perdevano per questo in rigore filologico e metodologico. Gli articoli si occupano degli anni trascorsi da Collotti presso l'Istituto Giangiacomo Feltrinelli, 1959-1963 (David Bidussa), della sua dimensione di grande storico del Novecento europeo (Mariuccia Salvati), della difficoltà di dichiararsi Linkssozialist nel secondo dopoguerra e dell'essere stato il più grande storico germanista dell'Italia della seconda metà del Ventesimo secolo (Brunello Mantelli), del suo impegno per il processo della Risiera di San Sabba (Tullia Catalan), del suo percorso di ricerca sulle persecuzioni antiebraiche e sulla Shoah in Italia e in Europa (Valeria Galimi), sulla sua apertura internazionale e ai nuovi percorsi storiografici in quanto docente universitario (Silvia Salvatici), e su una importante e trentennale attività svolta con gli insegnanti delle scuole superiori di Firenze (Gaspare Polizzi).
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CONTI ANGELI, Tonino. « Camilian Demetrescu. Cuadernos. Viaje a España y metánoia (1979) ». Santander. Estudios de Patrimonio, no 5 (9 novembre 2022) : 241–66. http://dx.doi.org/10.22429/euc2022.sep.05.10.

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Résumé :
Se estudian unas páginas de cuadernos manuscritos inéditos, que documentan la transición desde el arte abstracto hasta el nacimiento del realismo sacro de Camilian Demetrescu (1924-2012). El viaje a España (1979) induce a Demetrescu a reflexionar sobre su continuidad en el arte abstracto; busca respuestas a través de las geometrías del arte islámico, descubre los símbolos del arte románico fijando su atención en los iluminadores mozárabes del Comentario al Apocalipsis de Beato de Liébana. El viaje concluye en la abadía de san Antimo (Italia): el encuentro con una crucifixión del siglo XII determinará el inicio del nuevo paradigma del artista.
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Bigatti, Giorgio. « Migranti. Lavoro, genere, politica nell'esperienza dell'emigrazione italiana nel Novecento. Presentazione ». SOCIETÀ E STORIA, no 127 (juillet 2010) : 97–100. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127004.

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Résumé :
Le ricerche pubblicate nella sezione Orientamenti e dibattiti di questo fascicolo sono dedicate all'emigrazione italiana nella seconda metÀ del novecento, un periodo finora poco praticato dalla storiografia sull'argomento. I saggi - pur nella varietÀ delle metodologie di indagine e dei temi, incentrati su varie destinazioni migratorie, tanto in Italia che all'estero - presentano alcune costanti: in primo luogo l'esigenza comune di indagare la storia dell'emigrazione come strumento di comprensione dei meccanismi di costruzione della societÀ italiana contemporanea; inoltre il ritorno alla storia delle istituzioni dell'emigrazione, l'utilizzo estensivo delle testimonianze dirette dei protagonisti dell'esodo e, attraverso la loro esperienza personale, la costruzione dell'identitÀ migrante.
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Allotti, Pierluigi. « La rinascita della scienza politica italiana nel carteggio Sartori-Bobbio (1958-1980) ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (août 2021) : 143–71. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001005.

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Résumé :
Esponenti illustri della cultura politica europea del Novecento, Giovanni Sartori e Norberto Bobbio sono stati gli artefici principali della rinascita della scienza politica italiana negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Nata in Italia nel clima del positivismo di fine Ottocento, la scienza politica era stata presto soffocata al volgere del nuovo secolo da nuove correnti di pensiero (il formalismo giuridico e la filosofia idealista). Nel secondo dopoguerra era ancora negletta, nonostante l'idealismo stesse ormai perdendo terreno. Così Sartori, in particolare, influenzato dalla politologia statunitense, si adoperò sin dai primi anni Cinquanta per rilanciare la disciplina e assicurarle una piena legittimità accademica. Fondato sul carteggio inedito tra i due studiosi, questo articolo getta una nuova luce sul ruolo avuto da entrambi nella rifondazione in Italia della scienza politica contemporanea, evidenziando come Sartori e Bobbio, pur condividendo l'assunto che si trattasse in primo luogo di una scienza empirica, avessero in realtà visioni differenti riguardo alle sue finalità.
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Passione, R. « Valeria P. Babini, Liberi tutti. Manicomi e psichiatri in Italia : una storia del Novecento ». Social History of Medicine 24, no 1 (22 février 2011) : 218–19. http://dx.doi.org/10.1093/shm/hkr046.

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BUSTILLO MERINO, María. « Gaspar de Haro, VII marqués del Carpio : mecenas y coleccionista de arte ». Santander. Estudios de Patrimonio, no 1 (31 octobre 2018) : 213–32. http://dx.doi.org/10.22429/euc2018.sep.01.06.

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Résumé :
Este texto revisa el coleccionismo de arte en la segunda mitad del siglo XVII en España e Italia, y analiza a uno de los más ilustres coleccionistas del Barroco español: Gaspar de Haro y Guzmán, VII marqués del Carpio y Heliche (1629-1687). La herencia de un importante linaje, el interés personal y las obligaciones diplomáticas hicieron de su colección y mecenazgo unos de los más importantes de la Historia del Arte de España.
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Saltarelli, Angela. « Restitución del arte saqueado en Europa : pocos casos, muchos obstáculos ». Revista La Propiedad Inmaterial, no 25 (30 juillet 2018) : 141–53. http://dx.doi.org/10.18601/16571959.n25.07.

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Résumé :
El propósito de este documento es resaltar cómo, históricamente, desde el derecho general al botín de la antigüedad, a nivel internacional se desarrolló un principio consuetudinario que obliga a restituir el arte saqueado. Este principio fue reconocido luego por tratados internacionales, aunque no existe una convención internacional que sea directamente aplicable al arte saqueado durante el período de la Segunda Guerra Mundial. El documento analizará cómo Europa se ocupa en la actualidad del saqueo de arte, centrándose especialmente en la ley y jurisprudencia italiana, con un análisis comparativo con la jurisprudencia y la legislación de los EE.UU. Además, se sugerirá a Italia como un foro adecuado para presentar casos de restitución de arte y cómo mejorar la protección contra el saqueo de arte en Europa.
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Branciforti, Giuseppe. « IL CONCETTO DI VALENZA IN ITALIA : VAILATI PRECURSORE DI TESNIÈRE ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 303–9. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17140.

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Résumé :
Vailati è stato uno degli studiosi più eminenti del primo Novecento. Figura eclettica, ha spaziato in diversi campi del sapere, dalla matematica alla filosofia, alla linguistica. In uno dei suo ultimi articoli, analizzando il linguaggio in generale e quello dell’algebra in particolare, che ritiene dotato di un lessico e di una sintassi paragonabili al lessico e alla sintassi del linguaggio verbale, approfondisce in modo originale i concetti di transitivà e di relazione, e arriva ad abbozzare per il linguaggio verbale un modello che in seguito avrà grande fortuna e che prenderà il nome, dopo la pubblicazione dell’opera del linguista francese Lucien Tesnière, di modello valenziale. Oggi questo modello è alla base delle più recenti analisi linguistiche, perciò ritornare al pensiero di Vailati, a colui cioè che per primo lo ha delineato, già nella sua versione più ampia, considerando dotati di valenza non solo i verbi ma anche i nomi e gli aggettivi, è sembrato di rilevante importanza, specialmente perché l’informazione è poco conosciuta. Riprendere le sue idee, spesso profonde e sottili, è inoltre importante per capire quanto alto sia stato agli inizi del Novecento il livello raggiunto dal pensiero italiano, in grado di dialogare con il pensiero europeo e extraeuropeo e di concepire contributi nuovi e di valore. The concept of valence in Italy: Vailati precursor of Tesnière Vailati was one of the most eminent scholars of the early twentieth century. An eclectic figure, he spanned different fields of knowledge, from mathematics to philosophy and linguistics. In one of his last articles, he analyzed language in general and algebraic language in particular, which he considered as having a lexicon and syntax comparable to the lexicon and syntax of verbal language. In this paper he deepened the concepts of transitivity and relationship in an original way and sketched a model for verbal language that would later have great success and become known, after the publication of the work of the French linguist Lucien Tesnière, as the “Valential model”. Today this model is the basis of the most recent linguistic analyses, so it is important to go back to Vailati’s thought and outlines - where he considered not only verbs but also nouns and adjectives – especially because this information is not very well known. Summing up his often deep and subtle ideas is also important in understanding the height of Italian thought at the beginning of the twentieth century, able to dialogue with the European and extra-European thought and conceive of new and valuable contributions.
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Zanini, Andrea. « Formazione professionale e sviluppo : gli esordi dell'istruzione alberghiera in Italia ». SOCIETÀ E STORIA, no 136 (juillet 2012) : 355–86. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136005.

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Résumé :
Questo articolo traccia l'evoluzione dell'offerta formativa alberghiera in Italia dalle origini alla vigilia della seconda guerra mondiale. Agli inizi del Novecento il settore ricettivo italiano č caratterizzato da una scarsitÀ di forza lavoro che ne limita lo sviluppo. Secondo l'opinione degli albergatori questa situazione č causata dall'assenza di un adeguato sistema formativo. In conseguenza di ciň, dal volgere del secolo in avanti, la SocietÀ italiana degli albergatori (l'associazione degli imprenditori) porta avanti numerosi tentativi per avviare una specifica scuola. Sfortunatamente nessuno di questi riuscirÀ, cosicché la prima scuola per lavoratori d'albergo sarÀ aperta solo nel 1914 dal Touring club italiano. Dopo la prima guerra mondiale le opportunitÀ formative per il personale d'hotel aumentano considerevolmente, grazie anche all'intervento statale mediante specifici enti, come l'Enit o l'Enfala, e per effetto della riforma delle scuole di avviamento professionale. In ogni caso, nonostante le diverse proposte avanzate in questo periodo, l'autore sostiene che lo sforzo di realizzare un moderno sistema formativo per gli addetti al settore ricettivo, come quello svizzero e tedesco, non puň dirsi pienamente riuscito.
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Mecacci, Andrea. « Principio di irrealtà. Estetica e modernismo in Ortega y Gasset ». DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, no 1 (28 février 2022) : 52–65. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3287.

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Résumé :
AbstractL'estetica di Ortega y Gasset si inserisce con originalità nel dibattito modernista della prima metà del Novecento. Il paper segue lo sviluppo del pensiero di Ortega Y Gasset avendo come focus il saggio del 1925 La deshumanización del arte, in cui il filosofo spagnolo cerca di fornire una sintesi concettuale dell'arte dell'avanguardie attraverso una precisa grammatica teorica: la metafora poetica, l’oggetto estetico, l’arte come principio di irrealtà. The aesthetics of Ortega y Gasset is part, with originality, of the modernist debate of the first half of the twentieth century. The paper follows the development of Ortega Y Gasset's thought having as focus the essay of 1925 "La deshumanización del arte", in which the Spanish philosopher tries to provide a conceptual synthesis of avant-garde art through a precise theoretical grammar: poetic metaphor, aesthetic object, art as principle of unreality.
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Bologna, Maria. « La psicoterapia tramite videoconferenza ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (septembre 2020) : 45–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2020-002004.

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Résumé :
Sin dall'inizio degli anni ‘90 del Novecento cominciano a svilupparsi modalità di accesso ad opportunità di aiuto psicologico tramite Internet che giungono fino alle psicoterapie online. Si tratta di un'area di intenso confronto tra ricercatori e clinici, che riguarda non solo le modalità di comunicazione online, le trasformazioni del setting e l'alleanza terapeutica, ma anche inevitabili problemi etici e di salvaguardia della privacy. Oggi, anche in Italia, le modalità di incontro terapeutico che utilizzano tecnologie di comunicazione a distanza hanno assunto un interesse strategico per la crescente domanda di aiuto psicologico, l'incremento del numero di professionisti che le impiegano, la necessità di una valutazione empirica ed epistemologica, l'opportunità infine di formare un consenso su standard professionali, aspetti etici e normativi.
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Corsini, Maria Grazia. « Residential building types in Italy before 1930 : the significance of local typological processes ». Urban Morphology 1, no 1 (16 janvier 1997) : 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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Résumé :
I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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Di Majo, Antonio. « L'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze italiana : riflessioni dei posteri ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 1 (mars 2010) : 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001005.

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Un recente volume di McLure ha rivisitato il pensiero degli economisti italiani dei primi decenni del Novecento che costituirono quello che in Italia č definito l'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze e che facevano riferimento alla metodologia sviluppata da Pareto. Tale indirizzo criticava l'approccio basato sull'individualismo metodologico e tentava di trovare spiegazioni delle scelte di finanza pubblica che tenessero conto della peculiaritŕ delle decisioni prese da gruppi. Il tentativo dell'indirizzo sociologico purtroppo si esaurě negli anni Trenta, ma si puň sostenere che contribuě a porre le fondamenta delle ulteriori ricerche economiche sulla finanza pubblica, avviate nei decenni piů recenti.
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Frau, Ombretta. « Fatte per essere madri ? Il rifiuto della maternità nlla letteratura femminile in Italia fra Otto e Novecento ». Anuario de Letras Modernas 16 (10 janvier 2012) : 35–47. http://dx.doi.org/10.22201/ffyl.01860526p.2011.16.621.

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La rebelión en contra del así llamado instinto maternal es uno de los tabúes en los estudios de género, y, en cierto sentido, de la crítica feminista. Mientras que la idea de maternidad —y la relativa iconografía— ha caracterizado las artes y las letras italianas durante siglos, los argumentos en contra de la idea generalmente aceptada de que las mujeres nacen para ser madres se queda como un tema delicado y controversial, y son pocos los estudios académicos sobre este tópico. Mi artículo se centra en este tema potencialmente escandaloso así como se encuentra en las obras de algunas escritoras italianas activas entre el final delsiglo XIX y los comienzos del XX. Anna Franchi, Marchesa Colombi, Mantea y Annie Vivanti se encuentran entre las pocas figuras inconformes que contestaron más o menos abiertamente la idea de que la maternidad sea el máximo ideal de perfección femenina.En los últimos decenios del siglo XIX y al inicio del XX, después de la formación del Estado unitario italiano, se manifestaron en Italia escritoras que en modos diferentes pero coherentes entre sí cuestionaron la imagen estereotipada de la mujer esposa y madre abnegada. Novelas de ficción o autobiográfica en las que se manifiesta lo más subversivo: el rechazo a la maternidad.
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Fimiani, Enzo. « Muoversi da notabili nel Mezzogiorno italiano tra ottocento e novecento : il caso abruzzese ». SOCIETÀ E STORIA, no 171 (février 2021) : 87–125. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171004.

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Résumé :
Il saggio intende riprendere la questione storica del ruolo dei notabili nella modernizzazione politica tra i secoli XIX e XX in Italia e a livello europeo. Sulla scia degli studi più aggiornati, che guardano al fenomeno italiano quale forma di conduzione della politica ordinaria e non più deteriore, l'autore prova a seguire un metodo plurale, che tenga conto sia delle pratiche notabilari sia dei loro universi discorsivi e simbolici. Ritenendo che occorra ancora illuminare le caratteristiche del notabilato nel Mezzogiorno, il contributo tenta di approfondire un caso di studio nella sostanza inedito. Gli Abruzzi storici rappresentano un segmento importante delle antiche "province meridionali": dei suoi notabili, il saggio affronta modi e tempi di impatto rispetto ai tornanti storici principali;; il peso della politica, amministrativa e parlamentare;; i meccanismi delle reti di potere e le narrazioni che le sostengono. Sulla base di fonti in larga parte nuove o di dati disponibili ma del tutto rielaborati, viene fuori una cornice che vede il contesto abruzzese immerso pienamente nel Sud italiano ma con peculiarità non trascurabili.
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Palla, Luciana. « I Ladini fra Austria e Italia : vicende storico-politiche di una minoranza nel corso del Novecento ». Ladinia 21 (1997) : 59–71. http://dx.doi.org/10.54218/ladinia.21.59-71.

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Benzi, Margherita. « Dubbiezze e controversie : II dibattito su logica e probabilitá in Italia nei primi anni del Novecento ». Historia Mathematica 22, no 1 (février 1995) : 43–63. http://dx.doi.org/10.1006/hmat.1995.1004.

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Araguás Biescas, María Pilar. « El Japón Taisho (1912-1926) y el japonismo en la revista L’Illustrazione Italiana ». Artigrama, no 22 (9 décembre 2022) : 811–24. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_artigrama/artigrama.2007227920.

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Résumé :
El objetivo de este artículo es continuar nuestro estudio sobre las relaciones culturales italo-japonesas a través del estudio de la prensa ilustrada, concretamente la publicación periódica L’Illustrazione Italiana. Cronológicamente el artículo se centra en el periodo Taisho (1912- 1926), considerado como una época de consolidación de la modernización del Japón Meiji (1868-1912), en el que se consolidan los lazos bilaterales entre Italia y Japón, con testimonios como la visita oficial a Italia del príncipe heredero Hirohito en 1921. Siguiendo con la tendencia del periodo Meiji (1868-1912), el Japón tradicional y su arte siguió despertando una gran fascinación, que se refleja en diversos reportajes y en el denominado fenómeno del Japonismo.
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