Littérature scientifique sur le sujet « Aree funzionali »

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Articles de revues sur le sujet "Aree funzionali"

1

Baraldi, P., CA Porro, M. Serafini, G. Pagnoni, G. Crisi, G. P. Basso, V. Cettolo et P. Nichelli. « Aree corticali di rappresentazione bilaterale dei movimenti della mano ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 111–16. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300120.

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Résumé :
Gli studi funzionali con PET e fMRI hanno dimostrato zone di attivazione nella corteccia motorio-sensoriale primaria ipsilaterale, che appare spazialmente più estesa nell'emisfero dominante durante il movimento delle dita. Questo studio analizza la presenza e la distribuzione spaziale controlaterale, bilaterale ed ipsilaterale della rappresentazione motoria di entrambi gli emisferi con RM ecoplanare. L'esame RM funzionale ha dimostrato differenti popolazioni neuronali con caratteristiche funzioni specifiche in zone anatomicamente definite. Non si è osservata rappresentazione del movimento puramente monolaterale; la componente ipsilaterale di attivazione corticale sembra riflettere una popolazione neuronale attivata durante movimenti sia della mano destra che sinistra, con estensione maggiore nell'emisfero dominante. Questa popolazione bilaterale è presumibilmente coinvolta nella pianificazione del movimento. Una popolazione secondaria, attivata solo durante il movimento controlaterale, è stata identificata in entrambi gli emisferi nella porzione posteriore del giro precentrale, probabilmente in corrispondenza dell'area motoria primaria.
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Pelliccioli, G. P., O. Presciutti, P. Floridi, S. Campanella, P. Chiarini, R. Tarducci et M. Zampolini. « La risonanza magnetica funzionale nello studio della riorganizzazione plastica cerebrale, post-ictale ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 31. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s209.

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Résumé :
Negli ultimi anni lo studio dei meccanismi di recupero funzionale dopo ictus è progredito grazie all'utilizzo di nuove tecniche di indagine sia con immagini che con registrazione elettrofisiologiche. L'interesse è accentuato dal potenziale utilizzo di queste conoscenze per mettere a punto opportuni programmi terapeutici e riabilitativi. Scopo di questo lavoro è stato quello di indagare mediante Risonanza Magnetica funzionale (fMR) quali aree motorie fossero coinvolte nel recupero dopo ictus cerebrale. Sono stati studiati 10 pazienti con ictus sottocorticale ischemico (5 con emiparesi destra e 5 con emiparesi sinistra) in buon recupero funzionale. L'età media era 59,1 anni (min 37, max 84). Tutti i pazienti sono stati indagati effettuando uno studio per immagini e funzionale. La fMR è stata realizzata con apparecchiatura General Electric 1,5 T mediante sequenze SPGR (TR/TE 64/48 ms, Flip Angle 17°, FOV 22×6 cm2, matrice 256times128, spessore di strato 6 mm) costituite da 3 sezioni assiali oblique contigue, parallele alla linea inter-commissurale, condotte a livello della corteccia motoria. L'esame funzionale è stato preceduto da uno studio convenzionale utilizzato per dimostrare le lesioni, per programmare le sequenze funzionali e per fornire una correlazione anatomica ai pixel attivati. La fMR è stata effettuata alternando acquisizioni ottenute durante un movimento delle dita con sequenze eseguite in condizioni di riposo sia per la mano paretica che per quella sana. Per l'elaborazione è stata usata la tecnica “cross correlation” con soglia usando la “box-car” come forma d'onda di riferimento. Sono stati considerati “attivati” i pixel con coefficiente di correlazione (CC) ≥ 70% del CC massimo. I pixel selezionati, codificati mediante colorazione e sovrapposti alle immagini anatomiche, sono stati quantificati con apposito programma, suddivisi per aree motorie corticali. I risultati hanno evidenziato un'attivazione bilaterale durante il movimento della mano paretica mentre si è registrata un'attivazione controlaterale più selettiva durante il movimento della mano sana. Nell'emisfero omolaterale alla paresi si è inoltre rilevato un incremento dell'attivazione nelle aree premotoria e supplementare motoria. Questi dati sembrerebbero dimostrare che una maggiore attivazione delle aree motorie corticali omolaterali alla lesione sia un importante meccanismo di compenso al danno funzionale conseguente ad ictus. Tale attivazione può avere un duplice significato: un rinforzo delle vie discendenti cortico-spinali già presenti nel soggetto sano e un ausilio funzionale da parte delle aree premotoria e supplementare motoria verso il lato lesionato.
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Righini, A., O. De Divitiis, A. Prinster, D. Spagnoli, I. Apollonio, L. Bello, G. Tomei, R. Villani, F. Fazio et M. Leonardi. « Risonanza magnetica funzionale : Localizzazione dell'area motoria primaria in pazienti portatori di lesioni espansive cerebrali Risultati preliminari ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 3 (juin 1995) : 371–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800304.

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Résumé :
La Risonanza Magnetica Funzionale (RMF) ha dimostrato di poter localizzare la sede di aree corticali funzionali in numerosi protocolli su volontari sani. La identificazione prechirurgica di aree corticali eloquenti è molto importante al fine della realizzazione di un intervento il meno lesivo possibile per la funzione. Il sowertimento più o meno grossolano della regione anatomica da parte di un processo espansivo rende spesso difficile la identificazione di determinati reperi anatomici. Ci siamo proposti di studiare con RMF, su tomografo convenzionale, pazienti affetti da neoplasie intra ed extrassiali che interessavano il lobo frontale posteriore o quello parietale. Sono stati studiati quindici pazienti, tutti destrimani, di età compresa tra i 15 ed i 64 anni. Sono state ottenute mappe di attivazione, che hanno evidenziato aree di significativo aumento del segnale in regione parieto-frontale posteriore. La morfologia delle aree di significativo aumento di segnale era il più delle volte di tipo serpiginoso. Quando l'effetto massa era netto, l'area attivata nell'emisfero patologico appariva dislocata rispetto a quella nell'emisfero controlaterale. Sino ad ora sono stati ripetuti gli esami di RMF dopo l'intervento chirurgico in tre pazienti che non presentavano deficit motori significativi all'arto superiore. Neoplasms compressing or infiltrating cerebral cortex often alter the normal anatomy in such a way that the neurosurgeon can not easily localize and spare functional areas. Moreover, the results of mass effect on brain functional anatomy have not been extensively investigated in vivo yet.
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Beltramello, A., G. Viola, A. Borsato, G. Tassinari, D. Campara, R. Cerini, M. Pregarz, G. Puppini et A. G. Bricolo. « Risonanza magnetica funzionale encefalica Razionale della metodica ed esperienze applicative su magnete per uso clinico ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 3 (juin 1995) : 345–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800303.

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Résumé :
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) si sta di recente affermando come nuova metodica di indagine del «cervello al lavoro», occupando progressivamente un suo spazio nell'armamentario strumentale a disposizione dei Neurofisiologi per poter investigare la localizzazione e le inter-connessioni di differenti aree encefaliche funzionalmente coinvolte nella esecuzione di varie performance. L'fMRI indaga le modificazioni di segnale del tessuto encefalico indotte dalle variazioni perfusionali e di ossigenazione che si verificano nella sostanza grigia durante differenti stati funzionali (riposo/attività). Tali modificazioni sono rivelate con RM grazie alle variazioni che il transito nel letto vascolare encefalico di una sostanza para-magnetica è in grado di indurre sul rilassamento trasversale T2 degli spin protonici tissutali in prossimità dei capillari e mediante l'impiego di sequenze GE T2*-pesate. Due principali tecniche di studio sono state utilizzate: la prima, più complessa, richiede l'iniezione di un bolo di Gadolinio ed il monitoraggio, mediante sequenze eco-planari, del suo primo passaggio nel letto capillare encefalico; la seconda, realizzabile anche con magneti per uso clinico, utilizza come mdc para-magnetico endogeno la desossi-emoglobina e registra le variazioni di ossigenazione ematica correlate allo stato di attività corticale (tecnica BOLDc — Blood Oxygenation Level Dependent contrast). La nostra esperienza è stata effettuata con un magnete superconduttivo da 1,5 T, adottando la tecnica BOLDc e sequenze GE FLASH con TE lungo. Sono stati sottoposti ad indagine 19 volontari ed effettuati 11 studi di attivazione della corteccia motoria e 13 studi di attivazione della corteccia visiva. In 10 studi di attivazione motoria e 10 studi di attivazione visiva è stata osservata una buona o sod-disfacente variazione areale del segnale, localizzata nella regione corticale coinvolta dal paradigma di attivazione. Uno studio di attivazione motoria e 3 studi di attivazione visiva sono invece risultati insoddisfacenti, non essendosi riscontrata alcuna variazione di segnale o, quando presente, non essendo stato possibile attribuirla ad alcuna regione corticale di interesse. La RM, metodica che attualmente fornisce al Neuroradiologo le migliori informazioni anatomo-strutturali sul SNC, sta estendendo il suo campo di indagine, prima esclusivo appannaggio della Medicina Nucleare, ad alcuni aspetti delle funzioni cerebrali, avvantaggiandosi, rispetto alla SPET ed alla PET, in qualità delle sue prerogative di più elevata risoluzione spaziale e temporale, di assoluta innocuità, di rapida integrazione delle immagini funzionali con quelle anatomiche e di minori costi.
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Zanolin, Giacomo. « La natura e l' immaginario : le aree protette come costruzioni sociali ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (juin 2021) : 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12034.

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Résumé :
L'articolo propone alcune riflessioni sul significato delle aree protette nella prospettiva teorica della social nature. A partire dall'idea che la natura non ha valore in sé, ma è un costrutto culturale, viene qui presentata una discussione teorica basata su tre temi chiave, che offrono l'occasione per riflettere sul potenziale ruolo delle aree protette come elementi di una realtà costruita socialmente e come strumenti funzionali alla territorializzazione contemporanea. Le finalità teoriche sono perseguite attraverso l'analisi sintetica di un caso di studio: il Sistema Parchi dell'Oltrepò Mantovano. Il progetto innovativo che hagenerato questa esperienza singolare e il peculiare approccio alla preservazione e alla promozionedel patrimonio che la contraddistinguono, offrono pertanto spunti di riflessione utili a sostenere e rafforzare l'idea che le aree protette possono assumere un ruolo chiave nella costruzione e nella promozione di una visione alternativa di ciò che è naturale, contribuendo alla produzione di un immaginario collettivo fondato sull'ibridazione tra società e natura.
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Leone, C. A., P. Capasso, D. Topazio et G. Russo. « Supracricoid laryngectomy for recurrent laryngeal cancer after chemoradiotherapy : a systematic review and meta-analysis ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 6 (décembre 2016) : 439–49. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1063.

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Résumé :
La recidiva e la persistenza del cancro della laringe dopo radioterapia rappresentano eventi insidiosi, i cui tassi di incidenza variano dal 13% al 36%. L’intervento di laringectomia sopracricoidea (LSC), con cricoioidopessia (CIP) o cricoioidoepiglottopessia (CIEP), è in grado di garantire risultati oncologici e funzionali affidabili per i pazienti selezionati affetti da carcinoma glottico o sopraglottico, sia in caso di neoplasia primitiva che di recidiva. La presente metanalisi ha lo scopo di valutare i parametri oncologici e funzionali nei pazienti trattati con LSC per recidiva di carcinoma squamocellulare della laringe dopo fallimento di radioterapia. La ricerca è stata effettuata sui databases MEDLINE, PubMed ed EMBASE (da gennaio 1990 a dicembre 2015, solo in lingua inglese). Per la metanalisi è stato impiegato il metodo DerSimonian e Laird con effetto “midex random”; l’eterogeneicità è stata misurata mediante I. Sono stati inclusi nella ricerca 276 articoli, tra i quali ne sono stati selezionati 14 per la metanalisi, per un totale di 291 pazienti. L’analisi statistica ha mostrato una sopravvivenza globale (OS) a 5 anni del 80,2% (IC 0,719-0,885; I= 62%; p = 0,003) e una sopravvivenza libera da malattia (DFS) a 5 anni del 89,5% (IC 0,838-0,952; I= 52%; p = 0,022). Le indicazioni chirurgiche per una LSC dopo fallimento di radioterapia non cambiano rispetto a quelle adottate per pazienti con tumore primitivo. Pertanto, è stato ipotizzato che l’attenta valutazione dell’estensione del tumore, in caso di recidiva, potrebbe essere responsabile dell’alto tasso di OS e DFS a 5 anni. Per quanto riguarda i parametri di valutazione funzionale precoce postoperatoria, il tempo medio di decannulazione è stato di 35,6 giorni (IC 24,3-46,9; I= 95%; p < 0,001), mentre il tempo medio di rimozione del sondino naso-gastrico (SNG) o della gastrostrostomia percutanea endoscopica (PEG) è stato di 28,3 giorni (IC 22,7-33,8; I= 86%; p <= 0.001). Questi dati sono in accordo con gli Autori che preferiscono la rimozione precoce del sondino nasogastrico. In tal modo si può riprendere l’alimentazione orale quando è ancora presente il tubo endotracheale a protezione delle vie aree e permettere l’aspirazione degli eventuali residui alimentari.
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Pizzo, Marco. « “Fare digitale” : progetti didattici e sociali nella scuola e nel carcere ». DigItalia 16, no 2 (décembre 2021) : 116–21. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00040.

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Résumé :
Con l’avvio dell’ampio progetto di digitalizzazione delle fonti documentarie sulla Prima guerra mondiale appartenute dall’Istituto per la storia del Risorgimento e la realizzazione del portale 14-18 – Documenti e immagini della grande guerra si sono svolte una serie di attività didattiche che hanno coinvolto scuole e centri di detenzione. Queste iniziative possono essere raggruppate in due aree: la prima è quella relativa alla rielaborazione dei contenuti digitali presenti sul sito dagli studenti e dai detenuti; la seconda è stata la creazione di contenuti nuovi, realizzati informatizzando e digitalizzando direttamente le fonti d’archivio con la creazione di primi metadati funzionali. Il focus è stato così messo direttamente sul “fare digitale”. Queste attività digitali e “virtuali” si sono così caricate di un nuovo valore sociale.
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Marucci, Angelo, Davide Marino, Margherita Palmieri et Silvia Pili. « ruolo delle aree agroforestali nella fornitura potenziale di servizi ecosistemici : il caso della Regione Molise ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 4 (14 octobre 2022) : 153–63. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1723.

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Résumé :
I cambiamenti nell’uso e copertura del suolo rappresentano la principale causa della perdita del capitale naturale e dell’offerta dei servizi ecosistemici. Analizzare le dinamiche e gli impatti di tali cambiamenti è importante anche rispetto all’attuazione del Nuovo Testo Unico Forestale, che riconosce i servizi ecosistemici generati dalle foreste ed individua, nei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici, gli strumenti innovativi per la gestione forestale sostenibile. L’implementazione di tali strumenti richiedono informazioni inerenti alla mappatura, alla quantificazione ed alla valutazione economica dei servizi ecosistemici. Nel nostro studio abbiamo analizzato la variazione dell’offerta dei servizi ecosistemici in relazione alle dinamiche di uso e copertura del suolo avvenuti tra il 1960 ed il 2018 nella Regione Molise. Per fare questo tipo di analisi abbiamo impiegato una metodologia basata sull’analisi in ambiente GIS dei processi di trasformazione del paesaggio agro forestale e sulle matrici qualitative di fornitura potenziale dei servizi ecosistemici legati alla copertura del suolo. I risultati ottenuti potrebbero essere funzionali a prevedere scenari futuri ed identificare strategie di adattamento per la mitigazione degli impatti dovuti ai cambiamenti della copertura del suolo a scala regionale e nazionale.
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Lo Monaco, Analissa. « Edifici per gli dei. Evergeti pubblici e privati nei santuari del Peloponneso del II secolo d.C. = Buildings for the Gods. Public and Private Benefactors in the 2nd. Century AD. Peloponnese Sanctuaries ». ARYS. Antigüedad : Religiones y Sociedades, no 16 (12 septembre 2019) : 139. http://dx.doi.org/10.20318/arys.2018.4558.

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Résumé :
Riassunto: Quali edifici sono dedicati agli dei nel II secolo d.C.? Chi li pagava? Esiste una pre­dilezione per un particolare genere di edi­fici (funzionali, di recezione, sacri in senso stretto) a seconda che si tratti di interventi finanziati dall’imperatore o da una commit­tenza pubblica (i demi e i consigli locali), o che siano invece interventi privati? Questo articolo offre una rassegna delle principali tipologie di interventi edilizi e architettonici individuabili nel II secolo d.C. nei santuari del Peloponneso, esaminandoli in diacronia a seconda della loro funzione specifica (ter­me, teatri, edifici di assemblea) e mettendo in luce in che modo essi cambiarono la per­cezione e la vita quotidiana all’interno delle aree sacre.Abstract: Which buildings are dedicated to the gods in the 2nd century AD? Who paid for them? Is there a preference for a particu­lar kind of buildings (functional, recep­tion, sacred) depending on whether they are interventions financed by the emper­or or a public commission (the demi and local councils), or whether it is instead a private intervention? This article offers an overview of the main types of build­ing and architectural interventions that can be identified in the 2nd century AD. in the sanctuaries of the Peloponnesus, ex­amining them in diachrony according to their specific function (thermal buildings, theaters, assembly buildings) and high­lighting how they changed perception and daily life within the sacred areas.Parole chiave: Peloponneso, santuari, evergeti, impera­tori, dediche.Key words: Peloponnesus, sanctuaires, benefactors, imperators, dedications.
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Voghera, Miriam, Alessio Bottone, Alfonsina Buoniconto, Giovanni Genna, Riccardo Orrico et Debora Vena. « LECO : UNA PROPOSTA PER IL RECUPERO E IL POTENZIAMENTO DELLE ABILITÀ DI LETTURA E COMPRENSIONE DEL TESTO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (26 juillet 2022) : 403–47. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18296.

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Résumé :
LeCo (Leggere e comprendere) appartiene ad un percorso di sperimentazione sulla comprensione di testi di vario tipo e genere (testi narrativi, funzionali, narrativi e poetici, saggi, multimedia, teatro, cronaca) per il recupero e il potenziamento delle risorse cognitive, informative e linguistiche degli studenti (1376 ) del biennio di scuole secondarie superiori delle province di Salerno e Avellino. L’articolo illustra le premesse teoriche di LeCo, le caratteristiche e le difficoltà di comprensione dei testi proposti, il curricolo e il protocollo sperimentale del progetto, i descrittori delle competenze necessarie per un’efficace comprensione del testo da parte degli studenti, la formazione dei docenti, le aree di intervento, la disposizione degli argomenti scelti nelle varie unità didattiche di lavoro e i primi dati di valutazione e risultati generali della sperimentazione. LeCo: a proposal for the remedial and reinforcement of reading and text comprehension skills LeCo (Reading and Comprehension) belongs to a pilot roadmap for comprehension of texts of various types and genres (narrative, functional, narrative and poetic, essays, multimedia, theatre, news) for the recovery and empowerment of the cognitive, informative, and linguistic resources of students (1376) in the secondary schools in the provinces of Salerno and Avellino. The article illustrates the theoretical premises of LeCo, the characteristics and comprehension difficulties of the proposed texts, the curriculum and experimental protocol of the project, the descriptors of the needed skills for adequate student comprehension of the text, the training of teachers, the areas of intervention, the arrangement of the topics selected within the various didactic units, and the first evaluation data and general results of the experimentation.
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Thèses sur le sujet "Aree funzionali"

1

Dallacasa, Francesca <1985&gt. « Miglioramento del comportamento termico in strutture per la trasformazione enologica : analisi comparativa di diverse soluzioni progettuali per specifiche aree funzionali non climatizzate ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7597/1/dallacasa_francesca_tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente studio rientra nell'ambito di una più ampia ricerca volta all'individuazione di criteri progettuali per il miglioramento delle prestazioni energetiche delle cantine di aziende vitivinicole di media-piccola dimensione produttiva. Nello specifico il lavoro di ricerca si pone l'obiettivo di definire dei criteri per valutare l'incidenza di diverse variabili progettuali sul comportamento termico di edifici destinati alla vinificazione e allo stoccaggio del vino, in assenza di impianti di climatizzazione. La valutazione è stata svolta su un caso-studio rappresentativo del settore vitivinicolo in ambito nazionale. Le variabili progettuali riguardano l'involucro dell'edificio, prendendo in esame le diverse possibilità in termini di isolamento termico, opacità e trasparenza, oltre a quelle relative all'orientamento dell'edificio e alla presenza o assenza di schermature verdi. La simulazione energetica in regime dinamico del caso-studio e dei diversi scenari è stata condotta con il software Energy Plus, seguendo una procedura di simulazione calibrata e validata. La valutazione si basa su degli indicatori di "benessere termico" del vino che, prendendo a riferimento le temperature interne dei locali, consentono di confrontare tra loro i diversi scenari. I risultati dimostrano e quantificano il miglioramento termico generato dall'applicazione combinata di più soluzioni progettuali. Il metodo definito nella presente ricerca costituisce uno strumento di valutazione, a supporto di operatori e progettisti, per l'identificazione delle migliori soluzioni progettuali tali da ottimizzare le performance termiche, minimizzando e, laddove possibile, annullando i fabbisogni energetici per la climatizzazione.
The aim of this research is to define a set of design criteria for the improvement of the energy performances of wineries in medium-small wine growing and producing farms. Specifically, the goal of the research consists in pointing out design-supporting criteria, suitable to assess the effect of different design strategies on the thermal behaviour of buildings for winemaking and for wine storage, in unconditioned rooms. The assessment method is applied on a case-study farm winery, selected as a representative example within the national framework. The design solutions are related to the building envelope and take into consideration different possibilities in terms of thermal insulation, opacity and transparency, in addition to the aspects related to the orientation of the building and to the presence or absence of green shadings. The energy simulation of the different scenarios applied to the case-study was conducted in dynamic conditions with the software Energy Plus, according to a calibrated and validated procedure. The evaluation is made by means of indicators based on the concept of “thermal comfort” for the wine, which allows to compare different scenarios, taking as a reference the internal temperatures of the rooms. The results underline and quantify the improvement of thermal behaviour in unconditioned rooms generated by the application of various combinations of solutions and identify the most effective and efficient ones. The method defined in this research represent an useful assessment tool that allows to support operators and designers to identify the best design solutions – in new constructions or retrofit projects – in order to optimize the thermal performance, to minimize and eliminate, if possible, the energy needs for air conditioning.
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Dallacasa, Francesca <1985&gt. « Miglioramento del comportamento termico in strutture per la trasformazione enologica : analisi comparativa di diverse soluzioni progettuali per specifiche aree funzionali non climatizzate ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7597/.

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Résumé :
Il presente studio rientra nell'ambito di una più ampia ricerca volta all'individuazione di criteri progettuali per il miglioramento delle prestazioni energetiche delle cantine di aziende vitivinicole di media-piccola dimensione produttiva. Nello specifico il lavoro di ricerca si pone l'obiettivo di definire dei criteri per valutare l'incidenza di diverse variabili progettuali sul comportamento termico di edifici destinati alla vinificazione e allo stoccaggio del vino, in assenza di impianti di climatizzazione. La valutazione è stata svolta su un caso-studio rappresentativo del settore vitivinicolo in ambito nazionale. Le variabili progettuali riguardano l'involucro dell'edificio, prendendo in esame le diverse possibilità in termini di isolamento termico, opacità e trasparenza, oltre a quelle relative all'orientamento dell'edificio e alla presenza o assenza di schermature verdi. La simulazione energetica in regime dinamico del caso-studio e dei diversi scenari è stata condotta con il software Energy Plus, seguendo una procedura di simulazione calibrata e validata. La valutazione si basa su degli indicatori di "benessere termico" del vino che, prendendo a riferimento le temperature interne dei locali, consentono di confrontare tra loro i diversi scenari. I risultati dimostrano e quantificano il miglioramento termico generato dall'applicazione combinata di più soluzioni progettuali. Il metodo definito nella presente ricerca costituisce uno strumento di valutazione, a supporto di operatori e progettisti, per l'identificazione delle migliori soluzioni progettuali tali da ottimizzare le performance termiche, minimizzando e, laddove possibile, annullando i fabbisogni energetici per la climatizzazione.
The aim of this research is to define a set of design criteria for the improvement of the energy performances of wineries in medium-small wine growing and producing farms. Specifically, the goal of the research consists in pointing out design-supporting criteria, suitable to assess the effect of different design strategies on the thermal behaviour of buildings for winemaking and for wine storage, in unconditioned rooms. The assessment method is applied on a case-study farm winery, selected as a representative example within the national framework. The design solutions are related to the building envelope and take into consideration different possibilities in terms of thermal insulation, opacity and transparency, in addition to the aspects related to the orientation of the building and to the presence or absence of green shadings. The energy simulation of the different scenarios applied to the case-study was conducted in dynamic conditions with the software Energy Plus, according to a calibrated and validated procedure. The evaluation is made by means of indicators based on the concept of “thermal comfort” for the wine, which allows to compare different scenarios, taking as a reference the internal temperatures of the rooms. The results underline and quantify the improvement of thermal behaviour in unconditioned rooms generated by the application of various combinations of solutions and identify the most effective and efficient ones. The method defined in this research represent an useful assessment tool that allows to support operators and designers to identify the best design solutions – in new constructions or retrofit projects – in order to optimize the thermal performance, to minimize and eliminate, if possible, the energy needs for air conditioning.
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3

Ragusa, Lucia. « Attività per l'innovazione dei prodotti orticoli per tratti funzionali ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1032.

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Résumé :
L'ampia diversità che contraddistingue le produzioni ortive potrebbe consentire la rapida innovazione di prodotto in orticoltura soprattutto se l'attenzione venisse posta sulle colture minori ancora occasionalemnete diffuse negli orti familiari e suburbani del nostro Paese. Tale innovazione può essere più efficace adottando un approccio di filiera che tenga conto delle moderne tecnologie di trasformazione alimentare. Sulla base di tali premesse è stato preso in considerazione il cavolo da foglia, coltura ortiva sottoutilizzata diffusa in Europa, e la tecnologia di IV gamma sia per la produzione di germogli di cavolo da foglia sia per la produzione di germinelli. In tale ambito sono state valutate una core collection di tipi europei di cavolo da foglia, proveniente da diverse banche di germoplasma europee, e la collezione di cavolo da foglia conservata presso la sezione di Ortofloricoltura del DISPA, per i principali tratti bio-morfologici e nutraceuitci. Ambedue le collezioni sono state coltivate a Catania e sono stati utilizzati diversi descrittori bio-morfologici (IBPGR, UPOV, etc.) e nutraceutci (Vitamina C, ¦Â-carotene, polifenoli totali, antocianine e glucosinolati). Due tipi siciliani di cavolo da foglia (BH10 e BH14), differenti per caratteristiche bio-morfologiche e nutraceutiche, sono stati coltivati per valutare le principali caratteristiche produttive in rapporto alla densit¨¤ colturale (2,1, 4,2 e 8,3 piante m-2). Il prodotto ottenuto è stato utilizzato per le attività di valutazione delle principali caratteristiche del cavolo da foglia in IV gamma in rapporto alla temperatura (0°C, 4°C, e 8°C), all'atmosfera (atmosfera ambiente, 70%N2-30%CO2, 50%N2- 50%CO2, 100% N2 e 100% CO2 ) ed ai giorni (0, 3 e 7) di conservazione, prendendo in considerazione le variazioni di O2 e CO2 nella confezione e dei parametri cromatici (L*a*b*) della foglia. La produzione di germinelli ha preso in considerazione 18 specie, afferenti a sei famiglie botaniche, e diverse cultivar per le quali sono stati monitorati il processo di germinazione ed il contenuto in composti antiossidanti, dal seme al germoglio prodotto ed a quello conservato per una settimana. Per le specie più interessanti (cavolo broccolo, carota, cipolla e rucola) sono state valutate le variazioni dei caratteri precedentemente presi in considerazione in raporto alla temperatura di germinazione (10°C, 20°C e 30°C). I risultati acqusiti hanno permesso di classificare le accessioni della core collection europea e della collezione del DISPA dell'Università di Catania in gruppi omogeni che spesso fanno riferimento al Paese di provenienze e/o di coltivazione, e di individuare i tipi che presentano tratti agronomici e/o tecnologici di pregio da utilizzare nel miglioramento genetico. I due tipi siciliani di cavolo da foglia hanno presentato caratteristiche tali da sostenere sia cicli produttivi annuali sia poliennali, evidenziando i migliori risultati produttivi per il tipo BH14 alla densità di 8,3 piante m-2 che ha permesso la raccolta di 10 kg m-2 di germogli nel corso di diciotto mesi. Il tipo BH10 è apparso contrassegnato dal ciclo biologico annuale e da una modesta produttività che suggerisce un ulteriore incremento della densità colturale. I dati acquisiti per la produzione di cavolo da foglia in IV gamma hanno permesso di individuare le varianti più interessanti di temperatura (0°C-4°C) e di atmosfera modificata (70%N2-30%CO2) le quali hanno consentito di attenuare i processi di respirazione per una settimana. I germinelli di specie afferenti alla famiglia delle Brassicaceae hanno fatto accertare una germinabilità più elevata ed una minore durata del processo, otre che un maggiore contenuto in composti antiossidanti. Nel complesso i dati consentono di sostenere la costituzione della filiera del cavolo fa foglia e quella dei germinelli, contribuendo alla innovazione dei prodotti orticoli per tratti nutraceutici.
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Vasta, Giovanna. « L'Autorità di regolazione dell'energia. Aspetti organizzativi, profili funzionali e prospettive europee ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1449.

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Résumé :
La ricerca affronta i problemi connessi alla attività di regolazione del mercato dell Energia elettrica e del gas, in un contesto europeo. A tal fine analizza la più recente normativa italiana in materia, con particolare riguardo all Autorità preposta (Aeeg) istituita con la L. 481/95, esaminandone la disciplina interna, tendenzialmente pro-concorrenziale e la sua proiezione internazionale, volta al rispetto degli accordi in materia (Kyoto), specialmente in tema di risparmio energetico. Inoltre viene valutata l incidenza delle disposizioni comunitarie sui percorsi di armonizzazione delle regolamentazioni nazionali, profilo di notevole problematicità, rispetto al mercato dell energia, con speciale riferimento alla metodica AIR (analisi di impatto della regolazione), sperimentata in alcuni paesi europei e volta a realizzare condizioni di maggiore trasparenza, semplificazione ed efficacia dell azione regolatoria. Una metodica che va considerata con speciale attenzione in un settore oltremodo sensibile e di rilevanza nevralgica per l economia e la qualità della vita dei paesi europei e della stessa Unione, quale quello della governance dell energia, rispetto al quale si impone un approccio di regolazione prudenziale . In punto di diritto e di prospettive armonizzatrici, scopo della ricerca è quello di verificare se i percorsi di armonizzazione europea, culminati nella creazione dell Acer (agenzia europea deputato a connettere in rete i singoli regolatori nazionali), possa dirsi concluso ed esauriente. A tal fine, prendendo spunto dalla anzidetta valutazione circa l esistenza di un comune tessuto giuridico europeo, viene valutato il ruolo esercitato dal Gruppo dei regolatori europei per il gas e l elettricità (Ergeg) organo consultivo, istituito dalla Commissione europea nel 2003 e costituito dai vertici delle Autorità nazionali e quello dell Agenzia di cooperazione dei regolatori nazionali, organo consultivo, indipendente, istituito da ultimo in ambito europeo al fine di verificare la possibilità di sostenere l affidamento all Autorità europea, nella sua veste di regolatore centralizzato di più incisivi poteri regolatori. Questa diversa prospettiva in certa misura ancorabile alle previsioni di cui all art. 3(26) del Trattato di Maastricht e, nel quadro delle Reti transeuropee dell art. 154 Tr. CE modificherebbe in tal modo, sulla scia di quanto già perseguito dal Ceer (Consiglio dei regolatori europei dell energia) il ruolo delle singole Autorità nazionali, da istituzioni decisionali periferiche (rispetto all Unione Europea) ad organi di monitoraggio sul territorio. Una tale possibile ridefinizione del rapporto di cerniera fra Autorità nazionali ed europee svolte prima dall Ergeg e poi dall Acer, in qualche misura già timidamente ipotizzata in dottrina ed auspicato dalla stessa Commissione Europea [Libro Verde COM, 2006, p. 105], seppur sacrificando una frazione del potere decisionale dei singoli Stati dell UE in materia, potrebbe, superando le resistenze degli operatori del mercato dell Energia, determinare una più efficace gestione e fruizione dei servizi essenziali e contribuire alla creazione di una comune identità giuridica europea.
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Buccoliero, Donato. « Risultati funzionali e studio con microscopia confocale in pazienti sottoposti a Cross linking corneale transepiteliale ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1007.

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Di, Pace Mauro. « I soggetti privati e l'esercizio di funzioni pubbliche ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1446.

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Résumé :
La tesi ha ad oggetto il controverso rapporto tra i poteri pubblici, latu sensu intesi, e i soggetti privati. In particolare, si è analizzato, nel primo capitolo, l approccio della dottrina al ruolo dei soggetti privati negli atti di amministrazione pubblica, indagando in particolare l evoluzione del principio di sussidiarietà orizzontale. Nel secondo capitolo si è proceduto ad una analisi di alcune fattispecie concrete, con particolare attenzione alla giurisprudenza nazionale e comunitaria. Si è potuto così constatare che il diritto amministrativo adopera moduli dinamici, che consentono in qualche caso al privato di adottare esso stesso provvedimenti amministrativi, o di avere la competenza istruttoria in casi specifici di attività discrezionale.
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Vitulli, Marta. « Identificazione di pattern epilettogenici e della loro propagazione in aree corticali attraverso l'analisi di tracciati EEG ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22324/.

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Résumé :
L’epilessia è la più comune tra le gravi patologie neurologiche e colpisce circa l’1% di tutta la popolazione mondiale e circa il 30% dei pazienti epilettici è resistente ai farmaci. Quindi è molto importante, per la chirurgia dell'epilessia, una completa valutazione del paziente e localizzazione della Zona Epilettogena (ZE). Questo è stato uno dei motivi principali che ha portato l’Ospedale Bellaria di Bologna a sviluppare un programma specifico per la chirurgia dell'epilessia. In questo studio, si è analizzato il caso di una paziente affetta da epilessia focale farmacoresistente, ricoverata presso l'Istituto di Scienze Neurologiche IRCCS di Bologna. Lo scopo principale della tesi è stato quello di ricavare un network epilettogeno a partire da dati EEG della paziente, cercando di individuare una possibile localizzazione della ZE. Per realizzare ciò, si è effettuata una prima elaborazione dei dati EEG, con l’obiettivo di valutare le variazioni tra le tre diversi fasi: fase Background, in cui la paziente mostra una attività elettrica normale; fase Interictal, in cui la paziente mostra una attività anomala non riconducibile ad una crisi; fase Pre-crisi, che comprende due tracciati EEG che precedono di qualche secondo il vero episodio critico. L’elaborazione dei segnali EEG ha riguardato l’analisi spettrale e l’analisi di connettività funzionale tramite opportuni programmi realizzati in ambiente Matlab. I risultati, in frequenza, hanno convalidato l’analisi clinica della paziente, evidenziando una maggiore potenza spettrale alle basse frequenze e intorno alla banda denominata Alphahigh. Tramite l’analisi di causalità di Granger, si è ricostruita una rete di connettività tra le varie regioni cerebrali, al fine di individuare una possibile lateralizzazione di un emisfero. Lo studio della connettività ha fornito degli interessanti risultati preliminari, evidenziando un incremento in alcune connessioni nelle bande suddette nei secondi immediatamente precedenti l’attacco.
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Cuttone, Marco. « Traiettorie di Flexicurity nell'ordinamento multilivello - Per la flessibilizzazione funzionale del mercato del lavoro ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2016. http://hdl.handle.net/10761/3829.

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Résumé :
Il presente lavoro svolge un'analisi teorica e pratica del modello di flexicurity proponendosi di individuare nuovi approcci normativi e strumenti pratici per il suo aggiornamento. Il lavoro è idealmente strutturato in tre parti. All'interno della prima sezione del lavoro, viene svolto uno studio preliminare del modello teorico di flexicurity, e un'analisi della successiva adattazione e attuazione all'interno del livello istituzionale eurounitario. All'interno della seconda sezione vengono analizzate le applicazioni pratiche del modello di flexicurity su due fragenti connessi con le transizioni occupazionali: da un lato la flessibilità in uscita, dall'altro i modelli di politiche attive del lavoro e gli attori istituzionali coinvolti. Nell'analisi di tali frangenti vengono evidenziati potenziali attriti sussistenti tra l'attuazione pratica del modello di flexicurtiy e la grammatica dei diritti sociali riconosciuti a livello sovranazionale. All'interno della terza, e ultima, sezione del lavoro si individua il "capability approach" ,elaborato da Amartya Sen, come criterio normativo di revisione del modello di flexicurity, e nel reddito minimo garantito uno degli strumenti necessari per raggiungere coerentemente tale aggiornamento.
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Baratelli, E. « STRATEGIE CATEGORIALI IN COMPITI DI APPRENDIMENTO E AREA 9 DI BRODMANN : STUDIO DI CORRELAZIONE ANATOMO-FUNZIONALE ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2014. http://hdl.handle.net/2434/233164.

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Résumé :
INTRODUCTION: impairments in memory skill have been described in frontal lobe lesions subjects. Depending on the frontal cortical area involved, frontal lobe patients can present different patterns of dysfunctions in memory task; such as, working memory or source memory impairment. About this, the role of dorsolateral prefrontal cortex in organizational strategy during learning has received particular attention from many researchers. It seems that the dorsolateral prefrontal cortex lesions, in particular the most dorsomesial part (area 9 of Brodmann), can impair the ability of optimizing learning through organizational strategies (such as, semantic categorization and subjective organization). AIMs: our aim is to evaluate the organizational capacity during learning in frontal lobe lesion patients compared to normal subjects and prove if there are differences among frontal lobe patients depending of the lesion site within the lobe. MATERIALS AND METHODS: we have tested 29 frontal lobe patients and 29 matched controls with two learning tasks presented without and with external cues about the presence of semantic categorization of the items. The two tasks were both word-list learning tests in which the items belong to 6 different semantic category (3 for each list) and were presented randomly. In the first one, the semantic categories were not declared, while in the second list, the examiner manifest their presence to the participants at the beginning of the trail. We also wanted to verify different pattern of learning impairment depending on the frontal lobe lesion localization. So we wanted to map frontal lobe lesions of our patients to determine the exact cortical localization through MRIcro and identify two groups: the Gr9+ group composed by subject with lesion involving area 9 of Brodmann and GR9- group composed by those subject in which this area were spared. Considering just left hemispheric lesions, our groups were composed by 6 subjects in GR9+ e 14 subjects in GR9-. ANALYSIS AND RESULTS: Frontal lobe patients reveal learning deficits and less degree of stimuli organization when compared with controls in both conditions (without and with external cues). These results show verbal learning impairment in frontal lobe patients which is not sufficiently corrected by external cue to became similar to normal controls’ performance. Comparing frontal lobe patients groups (Gr9+ vs Gr9-), we do not reveal any differences between the two groups, but the t test power is really small (5%). Looking the performance’s means of the two groups, we can see a trends of the data in favor of a more impairment of categorization ability in the group with area 9 impaired. We also carried out a voxel-based lesion-symptom mapping analysis using MRIcron and NPM in all frontal lobe patients to examine the relationship between lesion localization and impairment of organizational strategy and learning. We verify a trend of voxels of dorsolateral prefrontal cortex (approximately near area 9 left of Brodmann) to correlate with categorization impairment. DISCUSSION AND CONCLUSION: Our frontal lobe lesion subjects showed verbal learning impairment mainly due to poor utilization of organizational strategy. Even if external cues are given, our frontal lobe patients can improve their performance but with less degree compared to normal controls. We could not verify a significant differences in learning performance or in organizational ability within the frontal lobe patients divided by the lesion localization, but the very small power of the test cannot allow us to assert any results. We could observe trends towards an involvement of the medial aspect of the dorsolateral prefrontal cortex in organization capacity during learning tasks. Our results give other evidences that dorsolateral prefrontal cortex play a role during verbal learning, in particular in the use of organizational strategy based on semantic clustering.
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Lucchetta, Marta. « STUDIO DELLE AREE VISIVE IN PAZIENTI CON NEUROFIBROMATOSI DI TIPO 1 E GLIOMA DELLE VIE OTTICHE MEDIANTE RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423939.

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Résumé :
Neurofibromatosis 1 (NF1) is an autosomal dominant condition characterized by neuro-cutaneous involvement and a predisposition to tumour development. The most common NF1-associated central nervous system tumour is optic pathway glioma (OPG), affecting about 15% of NF1 patients and characterized by an unpredictable evolution with no clear prognostic factors identified so far. Resting-state fMRI has recently emerged as a powerful tool for functional brain analysis, allowing the examination of brain functional networks. The aim of our study was to analyze through resting-state fMRI the possible functional modifications of the visual network in patients affected by NF1 and OPG. We enrolled 57 patients with NF1 (31 females and 16 males; mean age at brain MRI scan 13.31 ± 6.07). Of them 35 presented OPG: in 15 (42.8%) patients it involved only the optic nerves, in 20 (57.2%) also the chiasmatic area; of the latter, 5 (25%) patients also the posterior optic pathways. Eleven (19.3%) of our patients with NF1 presented altered visual acuity. All of them underwent resting-state brain fMRI to analyze the visual network. Nineteen subjects non-affected by NF1 were used as controls Our data revealed a reduced connectivity in patients with NF1 and OPG limited to the optic nerves in the medial visual network in the area of paramedian cuneus bilaterally in the occipital lobe. No other significant difference were found in visual network connectivity between patients with larger OPG vs control or between patients with altered visual acuity vs. control. In our study we analyzed the impact of OPG on the visual network in patients with NF1; we expected to find more significant abnormalities in patients affected with OPG involving largely the optic pathways, yet we detected a significant reduction of the network connectivity only in patients with OPG limited in the optic nerves. These findings may be secondary to the relatively small number of patients enrolled and to the indolent evolution of the OPG in our cohort of subjects. A follow-up study with a larger number of enrolled patients may help us clarify the possible predictive role of visual network connectivity in the OPG prognosis.
La Neurofibromatosi di tipo 1 (NF1), è una malattia neurocutanea monogenica caratterizzata dalla predisposizione allo sviluppo di tumori del sistema nervoso, sia benigni che maligni. Il glioma delle vie ottiche (OPG) è il tumore più comune in questi pazienti, con una prevalenza del 15% e un’evoluzione spesso imprevedibile; a tutt’oggi non sono stati individuati sicuri fattori prognostici. L’obbiettivo del nostro studio è stato l’indagine tramite Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) dell’impatto di OPG sulle reti neurali visive dei pazienti con NF1. Sono stati selezionati 46 pazienti affetti da NF1 seguiti presso il nostro Dipartimento e 11 pazienti affetti da NF1 seguiti presso l’Ospedale Pediatrico di Genova (31 femmine e 16 maschi; età media alla fMRI 13.31 ± 6.07); 19 soggetti sani sono stati arruolati come controlli. I soggetti stati tutti sottoposti a Risonanza Magnetica con acquisizione di sequenze per lo studio funzionale e a valutazione oculistica con particolare attenzione all’acuità visiva. Dei pazienti con NF1 35 presentavano OPG: in 15 (42.8%) coinvolgeva solo i nervi ottici, in 20 (57.2%) anche il chiasma e le vie retro-chiasmatiche; tra questi, in 5 (25%) casi erano coinvolti anche i tratti posteriori. Undici (19.3%) dei pazienti con NF1 presentavano acuità visiva alterata. E’ stata confrontata con fMRI la connettività della rete neurale visiva in pazienti con NF1 e OPG con diversa estensione e nei controlli. Si è rilevata una riduzione della connettività della rete neurale visiva statisticamente significativa tra i pazienti con NF1 e glioma delle vie ottiche limitato ai nervi ottici e controlli, nell’area corrispondente al cuneo paramediano bilaterale. Non sono emerse differenze significative tra gli altri gruppi. La mancanza di chiari fattori prognostici noti per quanto riguarda l’OPG ci ha spinto a valutare le differenze funzionali delle reti neurali visive in pazienti affetti. I risultati ottenuti dimostrano inaspettatamente una differente connettività solo in coloro affetti da OPG limitato ai nervi ottici; uno studio di follow-up, effettuato su una popolazione di numerosità maggiore ci potrà aiutare a chiarire questi dati.
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Livres sur le sujet "Aree funzionali"

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Scafuro, Michele. L'area tra il Kolonos Agoraios e l'Areopago dall'XI al VI secolo a.C. : Contesti e aree funzionali. Paestum (Sa) : Pandemos, 2015.

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Piero, Di Carlo, et Moretti Lidia, dir. La struttura delle aziende agrarie come base per la individuazione di aree agricole funzionali : Il caso del Lazio. Roma : Società geografica italiana, 1985.

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La danza di Ares : Forme e funzioni delle danze armate. Acireale : Bonanno editore, 2014.

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Cavallero, Fabio Giorgio. Arae sacrae : Tipi, nomi, atti, funzioni e rappresentazioni degli altari romani. Roma : "L'Erma" di Bretschneider, 2018.

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Varra, Lucia, dir. Le case per ferie : valori, funzioni e processi per un servizio differenziato e di qualità. Florence : Firenze University Press, 2012. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-094-5.

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Résumé :
The research aims to analyse the concept of the 'holiday home' in Italy, a phenomenon that is not very well known and not given sufficient visibility in the tourism sector. The objective is to grasp the role and the degree of response that the holiday homes can offer in order to consolidate a genuinely social and sustainable tourism, which is the specific feature of the Associazione di Promozione Sociale Santa Lucia. The holiday homes represent an efficacious response to the emerging motivations for travel and a new sensitivity towards social and sustainable tourism. The growing opportunities for this sector call for reflection on the mission and future positioning of the holiday homes within the tourist reception panorama, with the deriving choices relating to: the offer, consisting of values more than of services; the functions fulfilled, intimately bound up with the demands of the individual and the territory; the quality of the service, which is not generic but linked to the functions and can be measured in line with objective and subjective parameters. Strategic awareness, managerial capacity and elevated professionalism at all levels are the factors of legitimisation and success of this original reception formula.
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Colesanti, Gemma Teresa, Blanca Garì et Núria Jornet-Benito, dir. Clarisas y dominicas. Modelos de implantación, filiación, promoción y devoción en la Península Ibérica, Cerdeña, Nápoles y Sicilia. Florence : Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-676-7.

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Résumé :
Il volume è frutto della ricerca del progetto Claustra. Atlante della spiritualità femminile. Il libro si occupa dell’analisi del paesaggio religioso contrassegnato dalle comunità di clarisse e di domenicane. L’approfondimento della struttura territoriale dei vari regni avviene tramite cinque linee: la conoscenza di aree poco studiate nella topografia monastica femminile; la comprensione delle dinamiche fondazionali e il ruolo delle comunità di mulieres religiose; la dinamica dell’impianto urbano e i processi di comunicazione e di azione, creatori del paesaggio monastico; l’importanza del mecenatismo e del patrocinio femminile nei modelli fondazionali e nella promozione culturale; l’analisi delle pratiche devozionali e della cultura materiale delle comunità in un contesto funzionale, spaziale e performativo. El presente volumen es el resultado de la investigación del proyecto Claustra. Atlas de espiritualidad femenina. El libro se ocupa del análisis del paisaje religioso marcado por las comunidades de clarisas y dominicas. Desde una estructura territorial por reinos se abordan cinco lineas: el conocimiento de áreas poco estudiadas en la topografía monástica femenina; la comprensión de dinámicas fundacionales y el papel de grupos de mulieres religiosae; la dinámica de implantación urbana y los procesos de interacción creadores de paisaje monástico; la importancia del mecenazgo y patronazgo femenino en los modelos fundacionales y de promoción cultural; el análisis de las prácticas devocionales y la cultura material de las monasterios femeninos en un contexto funcional, espacial y performativo.
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Nigro, Giampiero, dir. Reti marittime come fattori dell’integrazione europea / Maritime Networks as a Factor in European Integration. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-856-3.

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Résumé :
Il tema, di grande respiro, prende come punto di partenza il concetto braudeliano di Mediterraneo. La sua visione di un mare chiuso come una opportunità geografica per una integrazione economica fra popolazioni diverse per religioni, linguaggi ed entità etniche e politiche continua a funzionare come modello per studi applicati ad un ampio raggio di contesti. L’obiettivo che si è posta la 50ª Settimana di studi è stato quello di andare oltre lo studio dei singoli sistemi visti in modo isolato per combinare diverse analisi di mari aperti e chiusi o aree costiere, allo scopo di comprendere il ruolo di integrazione giocato in Europa dalle connessioni marittime. Poiché nelle civiltà preindustriali il trasporto per via d’acqua era più facile di quello via terra, è sembrato giunto il momento di richiamare l’attenzione sul modo in cui queste reti di relazione operavano a livello europeo e con i partner commerciali asiatici e nordafricani. Il volume prende le mosse dalle grandi tradizioni di ricerca su base regionale o tematica, che però sono state raramente integrate su una più ampia scala continentale. Immanuel Wallerstein ha elaborato il concetto braudeliano concettualizzandone le dimensioni interculturali e transnazionali e il ruolo nel sistema di divisione del lavoro. Egli lo chiamò un “sistema mondo”, non perché coinvolgesse il mondo intero, ma perché è più vasto di qualunque unità politica giuridicamente definita. E si tratta di una “economia mondo” perché il legame di base tra le varie parti del sistema è economico. I vari aspetti e le tradizioni regionali di ricerca sono stati collegati tra loro in un approccio coerente che si posto l'obiettivo di valutare: - Sulla base di quali elementi geografici, nautici, tecnici, economici, giuridici, sociali e culturali siano emerse le varie reti regionali, e come funzionavano, - Il carattere e il ruolo dei porti marittimi come punti nodali delle rotte marine e del loro hinterland, attraverso fiumi, canali e strade, - I legami commerciali e personali tra mercanti e armatori in vari porti, - In quale modo le reti regionali si collegavano tra di loro e come, nel corso del tempo, finirono per integrarsi in unità più ampie, - In quale modo le reti private, inizialmente costituite da organizzazioni di mercanti e navigatori, finirono per trattare con le autorità locali e, una volta cresciute, con gli stati e gli imperi, per proteggere i propri interessi
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Lastrada, Pino. Concorso per FUNZIONARI Ed IMPIEGATI Negli ENTI LOCALI Area Amministrativa : Compendio Di Base per la Preparazione Alle Prove. Independently Published, 2019.

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Chapitres de livres sur le sujet "Aree funzionali"

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Lorandini, Cinzia. « Aspetti strutturali e funzionali del commercio in area alpina Alcune riflessioni a partire dal caso tirolese ». Dans Oeconomia Alpium I : Wirtschaftsgeschichte des Alpenraums in vorindustrieller Zeit., sous la direction de Markus A. Denzel, Andrea Bonoldi, Anne Montenach et Françoise Vannotti. Berlin, Boston : De Gruyter, 2017. http://dx.doi.org/10.1515/9783110522310-012.

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Paratore, Carlotta. « 3 • Strategie del comico di parola e dell’uso ludico della lingua ». Dans Tradurre l’umorismo, tradurre Jardiel Poncela Con traduzione integrale di Los ladrones somos gente honrada. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-679-4/003.

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Tra le strategie che Jardiel utilizza nel processo di creazione del suo teatro comico, sia a livello letterario, come un esercizio di stile, sia a livello scenico-descrittivo, si annovera la presenza della soggettività autoriale nelle didascalie. Secondo Abuín González (1994, 200), ciò rivelerebbe una incapacità «de contenerse», un «narcisimo literario» che spinge l’autore a fare uso delle «acotaciones como vehículo de expresión propia, como una ilustración más de su elevado arte humorístico y verbal». Questa tendenza si manifesta anche in Los ladrones somos gente honrada come ulteriore espressione della comicità e dell’ironia e sembra collegarsi, in particolare, alle caratteristiche di certi personaggi che si distinguono per le loro funzioni comiche.
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Actes de conférences sur le sujet "Aree funzionali"

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Cerasoli, Mario. « Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Résumé :
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno et Davide Marino. « Nutrire Roma : il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Résumé :
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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Bellini, Oscar Eugenio. « Green camouflage : una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Résumé :
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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Nan, Emanuela. « Rinaturactivazione : nuove strategie di sviluppo sostenibile dai centri storici mediterranei : Genova città-laboratorio ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7984.

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Résumé :
I territori sono oggi utilizzati come un “menu” all’interno del quale ci si sposta sempre più liberamente secondo le proprie necessità. Le città, già da tempo, hanno assunto l’accezione di sistemi integrati, apparendo sempre più simili a una miscellanea, composita e variabile, alla cui definizione concorrono molteplici dispositivi e la cui comprensione e gestione operativa sembra trovarsi non più nella perimetrazione di registri e contesti formali, ma nell’individuazione di regole e tattiche capaci di guidare e prevedere gli esiti e le evoluzioni delle differenti dinamiche e vocazioni. In questo progressivo evolversi delle realtà urbane, i centri storici, in particolare quelli dell’area mediterranea, storicamente, fortemente strutturati, iper-stratificati e densi, risultano inadeguati a rispondere alle nuove necessità della vita odierna Fondamentale, in questo senso, diviene, dunque, individuare e riconoscere un nuovo criterio e metodo per la gestione di questi contesti, mirato, non a stravolgerli o snaturarli in nome del progresso, ma, al contrario, a riattivarli nuovamente come nodi propulsivi a partire dalla riscoperta di valenze e funzioni intrinseche alla loro storica dimensione e natura, sulla base una logica sostanzialmente rinnovativo-reinterpretativo. Genova, si propone come un fantastico laboratorio per l’individuazione di strategie e azioni mirate a tracciarne nuovi sviluppi futuribili rispondenti alle odierne logiche attive di sostenibilità, avanzamento e interconnessione locale e globale. The territories are now used as a "menu", where people move more freely according to their own needs . The city , for some time , have taken on the meaning of integrated systems , appearing more like a miscellany definition of which contribute to multiple devices and whose understanding and operational management appears to be no longer in the delimitation of records and formal, but in ' identification of rules and tactics capable of guiding and predicting possible outcomes and the evolution of the different dynamics and vocations. This gradual development of urban , historic centers , particularly those of the Mediterranean , historically , highly structured , hyper - layered and dense , are inadequate to meet the new needs of today's life . Fundamental , in this sense , becomes, therefore , to identify and recognize a new criterion and method for the management of these contexts , focused, not distorting them or altering them in the name of progress , but , on the contrary , to reactivate them again as dynamic hubs from the rediscovery of values and functions intrinsic to its historical dimension and nature , based on a logic substantially renewal and reinterpretation. Genoa is a fantastic laboratory for the identification of strategies and actions to trace new developments futuristic responding to today's active logical sustainability, progress and interconnecting local and global.
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Cecchini, Arnaldo, et Maria Rita Schirru. « L’esplosione urbana : un fenomeno a molte dimensioni ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7972.

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Résumé :
Il mondo sta diventando un mondo di città. Un fenomeno incessante e che si svolge a velocità crescente è quello dell’esplosione urbana che spesso si manifesta come sprawl, ma che non è solo sprawl. Far fronte al fenomeno dell’esplosione urbana non è semplice, anche perché non è un solo fenomeno, ma fenomeni diversi per morfologia e per cause. E allora non vi è una sola soluzione per controllare l’esplosione urbana, come ripete il mantra della “città compatta” come l’unica e un po’ vaga soluzione. Governare l’esplosione urbana vuol certamente dire accrescere la densità e concentrare le aree urbanizzate, ma questo può essere fatto solo comprendendo le specificità dei diversi fenomeni e identificando la “cura” corretta, con un atteggiamento progettuale lungimirante. Come pianificare una nuova via per rendere possibile lo sviluppo di questi territori, pensando alle interazioni e ai legami tra i diversi livelli, le diverse funzioni, le diverse popolazioni, ma anche fra piano e progetto? Si può partire dal presupposto che sia possibile ridurre gli effetti negativi del periurbano pur conservandone e valorizzandone i vantaggi, ricercando dei “compromessi”, attraverso l’individuazione di una serie di strumenti urbanistici coadiuvati da misure economico-fiscali. La pianificazione urbanistica non può, da sola, governare il fenomeno periurbano, perché le convenienze in gioco sono numerose e in capo ad una moltitudine di soggetti diversi; quindi si deve operare, oltre che sugli strumenti urbanistici, anche su quelli economico-fiscali, proponendo un riordino del sistema fiscale, integrato nella pianificazione urbanistica ed ambientale delle città. Proveremo a indicare come The world is today a “world of cities”. In this world there is phenomenon that is an incessant phenomenon, that occurs at an increasing speed: the urban explosion, that is sprawl, ma not only sprawl. To cope with this phenomenon is not easy, mainly because it is not a single phenomenon, but a set of related phenomena, different for morphology and different in causes. Then there is not a sole solution to control the urban explosion, as it is told by the rather simplistic mantra of the compact city. The control of the urban explosion needs to increase density and concentrate urbanization, but we can operate this control only if we understand the diversity of phenomena to identify the right treatment, designing with far-sightedness, How to design and plan a new way to allow a development of these territories, looking at the interaction between the different levels of governance, the different functions, the different populations? Uno starting point could be that it is possible to reduce the negative effects of suburbanization, maintaining the advantages, finding a “compromise” when needed; it implies to combine planning regulations with fiscal end economical measures. Urban and territorial planning cannot govern the sub-urbanisation by itself: we have a complex game with a lot of diverging actors; we must integrate planning and fiscal systems. We’ll try to say how.
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