Littérature scientifique sur le sujet « Anziano Fragile »

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Articles de revues sur le sujet "Anziano Fragile"

1

Campedelli, Massimo. « Invecchiamento tra capacitŕ e disuguaglianze. Spunti di riflessione ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (septembre 2011) : 105–24. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-003010.

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Résumé :
1. Introduzione / 2. Le "capacitŕ" e le condizioni anziane / 3. Il welfare "anziano": tra cura (to cure), prendersi cura (to care) e violenza (di genere) / 4. "Nuovi" giovani? / 5. "Anziano" = fragile?
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Silingardi, Elisabetta, Denise Lombardi et Antonio Balotta. « La dimissione del paziente anziano fragile con complessità assistenziale : un problema o una sfida ? » Italian Journal of Medicine 5, no 2 (juin 2011) : 109–13. http://dx.doi.org/10.1016/j.itjm.2011.01.028.

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3

Fiori, Carla, et Walter Orsi. « e-Care e anziani fragili : l'accesso come percorso comunicativo ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (mai 2009) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-su1008.

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Résumé :
- Weakness and chronic or degenerative diseases highlight the need to reconsider the access system to social and sanitary services. Such an access is connoted by a communicational route, which from time to time will require listening, information, guidance, mediation, reassurance and promotion of adequate lifestyles. The e-Care system represents an original way to manage that communicational route. Specifically, the e-Care project in Bologna has highlighted numerous innovative aspects through its organisational sides and its achieved good results. These are: access personalisation; making the city user responsible; involving associations and voluntary services in order to fulfil those needs of a life quality that affect the health, the times and the circumstances of the service fruition.Keywords: e-Care; access personalisation; old people; health care; third sector.
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Magnani, Guest Editors : L., G. Beltramello, D. Brancato, A. Fontanella et R. Nardi. « L’internista ospedaliero nella gestione del paziente diabetico complesso ». Italian Journal of Medicine 6, no 1 (27 avril 2018) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2018.2.

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Résumé :
L’internista deve occuparsi (e rioccuparsi) del paziente diabetico complesso in OspedaleA. Fontanella, L. MagnaniDiagnosi, classificazione, epidemiologia clinica del diabete mellitoV. Provenzano, D. BrancatoUp-date degli studi disponibiliP. Gnerre, T.M. Attardo, A. Maffettone, G. BeltramelloIl diabete mellito costituisce ancora un equivalente di rischio cardiovascolare?G. Augello, T.M. AttardoLe terapie del diabete tipo 2 sono tutte uguali ai fini della riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare?V. ProvenzanoLe nuove tecnologie nella cura del diabete mellitoD. Brancato, V. ProvenzanoInsuline prandiali e insuline basaliR. PastorelliQuali target nel diabete mellito: il dogma dell’emoglobina glicata è davvero imprescindibile?V. ManicardiIl controllo dell’iperglicemia nel paziente anziano polipatologico: è sempre necessario iniziare l’insulina?G. Gulli, M. NizzoliLa nefropatia diabeticaF. Salvati, D. Manfellotto, M. StornelloCirrosi epatica e diabeteM. Imparato, L. FontanellaLa terapia personalizzata nel diabete di tipo 2A. Maffettone, C. Peirce, M. RinaldiLa gestione dell’iperglicemia nel paziente critico e instabileC. NozzoliLa disfunzione erettile nel paziente diabetico di tipo 2N. Artom, A. Bosio, G. PinnaQuali obiettivi di approccio integrato nella gestione del diabete mellito?E. Romboli, D. PanuccioIperglicemia, normoglicemia ed ipoglicemia nei pazienti anziani fragili: situazioni a rischio, politerapia e comorbilitàA. Greco, M. Greco, D. Sancarlo, F. Addante, G. D’Onofrio, D. Antonacci, S. De CosmoL’impatto clinico-prognostico dell’ipoglicemia nel paziente ospedalizzatoV. Borzì, L. Morbidoni, A. FontanellaL’internista chiamato in consulenza per un diabete gestazionale: quale approccio pragmatico?P. Novati, L. SaliLa frugalità nella gestione del diabete mellito: qualità assistenziale, governo clinico e costi correlatiP. Gnerre, G. Carta, D. MontemurroLa gestione dell’iperglicemia in area medica, ma senza esagerare.L. Magnani, G. BeltramelloAPPENDICE IUn approccio pragmatico per la valutazione globale e la gestione del paziente diabeticoF. Pieralli, A. Crociani, C. BazziniAPPENDICE IILe insuline e i farmaci ipoglicemizzanti orali disponibiliP. Zuccheri, L. Alberghini, E. SoraAPPENDICE IIILe scale di correzione insulinica: pro e controV. Borzì
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5

Crepaldi, Maura, Giulia Fusi et Maria Luisa Rusconi. « Valutazione delle abilità creative : confronto fra un campione italiano di anziani sani e il campione normativo americano ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 673–90. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002010.

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Résumé :
Negli ultimi anni, osservazioni provenienti da studi in crescente aumento, mostrano quanto la creatività, nella forma di pensiero divergente e convergente, possa favorire il benessere psicologico e cognitivo grazie alle abilità di trovare strategie diverse di problem solving, di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e di permettere ai soggetti più fragili, in particolare gli anziani, di trovare un sostegno per il superamento di difficoltà. È importante, quindi, avere a disposizione strumenti validi e condivisibili di valutazione delle abilità creative in ottica pre-ventiva, di promozione e di potenziamento. In questo articolo vengono presenta-ti i dati raccolti su un campione italiano di soggetti anziani sani tramite l'utilizzo del test di creatività ATTA (Abbreviated Torrance Test for Adults). Questo test in particolare è stato utilizzato in diversi studi descritti in letteratura ma è tarato solamente sulla popolazione americana. Risulta quindi utile fornire i dati di un campione di riferimento per ricerche future, presentando i dati preliminari ottenuti dalla somministrazione del test a adulti-anziani italiani, al fine di poter con-frontare questi con i dati normativi americani.
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Crosetti, E., A. Caracciolo, G. Molteni, A. E. Sprio, G. N. Berta, L. Presutti et G. Succo. « Svelare i fattori di rischio che sottendono la chirurgia laringea negli anziani ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 3 (mai 2016) : 185–93. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-817.

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Résumé :
I pazienti anziani non sono generalmente considerati buoni candidati per trattamenti terapeutici impegnativi, quali ad esempio la chirurgia molto invasiva e i complessi trattamenti radio-chemioterapici. Ma la loro esclusione dalle opzioni terapeutiche standard non sembrerebbe essere del tutto giustificabile. Nel presente lavoro abbiamo esaminato 212 pazienti di età ≥ 70 anni, affetti da carcinoma squamoso della laringe, trattati chirurgicamente con diverse opzioni terapeutiche: laserchirurgia transorale o chirurgia a cielo aperto (laringectomia parziale e/o totale). L’obiettivo principale era quello di confrontare i risultati, al fine di identificare fattori predittivi utili al chirurgo per scegliere la modalità di trattamento più opportuna. Nella presente coorte, i pazienti affetti da tumore più avanzato e quindi sottoposti a interventi chirurgici a cielo aperto (soprattutto laringectomia totale) risultano maggiormente inclini a sviluppare complicanze, andando incontro a esito fatale, rispetto a quelli con malattia precoce trattati con microchirurgia laser indipendentemente dall’ età al tempo dell’intervento chirurgico. In conclusione, i pazienti anziani affetti da cancro della laringe possono essere trattati come i pazienti più giovani, tenendo presente che interventi chirurgici più invasivi determinano un maggior rischio di complicanze. I vantaggi della chirurgia mininvasiva in termini di basso numero di complicanze tendono a renderla interessante come possibile trattamento di prima scelta nei pazienti molto anziani e fragili, anche in casi più avanzati. Infine le comorbidità, di per sé, non rappresentano una giustificazione per sottoporre gli anziani a trattamenti differenti da quelli standard.
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Vigorelli, Pietro. « Un modello familiare per le RSA dopo la pandemia. Il Manifesto dell'ApproccioCapacitante ». TERAPIA FAMILIARE, no 129 (octobre 2022) : 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129006.

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Résumé :
Il modello familiare per le RSA (residenze sanitarie assistenziali) che viene presentato in questo articolo ha come riferimento teorico l'ApproccioCapacitante®. Si tratta di un approccio alla cura degli anziani fragili, in particolare quelli con demenza, che ha per obiettivo di promuovere l'espressione verbale dell'interlocutore e di favorire una convivenza sufficientemente felice tra i parlanti nel momento dell'incontro. Cominciamo la presentazione citando gli altri modelli di riferimento attualmente in uso, poi accenniamo alle nuove consapevolezze emerse in questi ultimi due anni di pandemia, riportiamo il testo della conversazione di un'anziana residente in RSA e proponiamo infine il modello familiare, riportando il Manifesto elaborato dal Gruppo Anchise.
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Mossello, Enrico, et David Simoni. « High blood pressure in older subjects with cognitive impairment ». Monaldi Archives for Chest Disease 84, no 1-2 (22 juin 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.730.

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Résumé :
<p>High blood pressure and cognitive impairment often coexist in old age, but their pathophysiological association is complex. Several longitudinal studies have shown that high blood pressure at midlife is a risk factor for cognitive impairment and dementia, although this association is much less clear in old age. The effect of blood pressure lowering in reducing the risk of dementia is only borderline significant in clinical trials of older subjects, partly due to the insufficient follow-up time. Conversely, dementia onset is associated with a decrease of blood pressure values, probably secondary to neurodegeneration. Prognostic effect of blood pressure values in cognitively impaired older subjects is still unclear, with aggressive blood pressure lowering being potentially harmful in this patients category. Brief cognitive screening, coupled with simple motor assessment, are warranted to identify frail older subjects who need a more cautious approach to antihypertensive treatment. Values obtained with ambulatory blood pressure monitoring seem more useful than clinical ones to predict the outcome of cognitively impaired older subjects. Future studies should identify the most appropriate blood pressure targets in older subjects with cognitive impairment. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>Ipertensione arteriosa e decadimento cognitivo spesso coesistono in età avanzata, sebbene la loro associazione sia complessa dal punto di vista fisiopatologico. Diversi studi longitudinali hanno mostrato che elevati valori pressori in età adulta rappresentano un fattore di rischio per decadimento cognitivo e demenza, sebbene tale associazione sia molto meno chiara in età avanzata. L’effetto della terapia antiipertensiva è risultato ai limiti della significatività statistica nel ridurre il rischio di demenza negli studi di intervento su soggetti anziani, in parte a causa della durata insufficiente del follow-up. D’altra parte, l’insorgenza di demenza è associata con una riduzione dei valori pressori, probabilmente secondaria alla neurodegenerazione. L’effetto prognostico dei valori pressori in anziani con decadimento cognitivo non è stato ancora chiarito, in presenza di un possibile effetto dannoso di un trattamento antiipertensivo aggressivo in questa categoria di pazienti. Un breve screening cognitivo, associato con una semplice valutazione motoria, è raccomandato per identificare gli anziani fragili, che necessitano di un approccio più cauto alla terapia antiipertensiva. I risultati del monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore sembrano più utili della misurazione clinica per predire la prognosi degli anziani cognitivamente compromessi. Studi futuri dovrebbero identificare gli obiettivi pressori più appropriati nel trattamento di anziani con decadimento cognitivo.</p>
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Bruni, Elisa, Elena Luppi et Aurora Ricci. « Prendersi cura degli anziani fragili e non autosufficienti : una rassegna sistematica sull’efficacia delle strategie educativo-animative per la qualità della vita delle persone con demenza e dei caregiver ». MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 12, no 1 (juin 2022). http://dx.doi.org/10.30557/mt00213.

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Thèses sur le sujet "Anziano Fragile"

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Tinjala, Daniel Dumitru. « Patologie iatrogene negli anziani fragili : prevalenza e analisi dei predittori associati al loro sviluppo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426203.

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Résumé :
Background. The potentially inappropriate prescriptions (PIPs) are frequent among the ederly, and generally, they are associated to the appearance of adverse drug reactions, hospital admissions and elevated welfare expenses. In literature, multiple studies aimed to improve the appropriateness of prescribing to the ederly, however with conflicting results. Today the choice of the tool to adopt for the improvement of the appropriateness of prescribing to the ederly represents, globally, a challenge for all the Health Services. Aims. This study aimed to review the pharmacological therapy in a group of patients admitted to a Geriatric Ward of Padua’s ULSS 16 and to evaluate if there is an association with the reduction of clinically relevant events such as mortality and the access to hospitals by an improvement to the appropriateness of prescribing. Furthermore, the study aimed to realize a logistic regression model to highlight the variable registries, clinical and therapeutic of the inappropriate prescription. Methods. For each hospitalized patient, during the period of april 1st 2012 and july 31st 2016, clinical and therapeutic data were collected. Such information is entered in a "built-in software" able to detect the presence of any PIP associated to drug interactions identified by Micromedex and the unsuitability of prescriptions according to the STOPP criteria. Lastly, the software produces a report that was discussed with the physician and the level of inappropriateness was measured by the MAI (Medication Appropriateness Index). Patients who have improved in terms of appropriateness were compared later with a group of patients without improvement, in order to highlight any differences in terms of mortality and use of health facilities. These data were extracted from administrative fluxes of Ulss 16. Finally, was realized a logistic regression model to highlight the demographic, clinical and therapeutic variables associated with PIPs. Results. During the observation period a total of 1,848 therapies were evaluated. At admission, they presented a high degree of fragility and, 67% of them, had significant degree of polypharmacy (≥ 5 drugs). After a proper review, a significant reduction in the MAI/patient score was noticed [4 (IQR=2-6) vs. 2 (IQR=0-5); p<0.001]. The subsequent realization of a retrospective cohort study highlighted, in favor of patients with improved prescription appropriateness, a downward trend in mortality at 12 months (7% vs 14%, p=0.08) and a significant reduction of hospitalizations expressed as the number of accesses/100 days of observation [0.27 (IQR=0.00 to 0.30)] vs [0.28 (IQR=0.00 to 0.86)]. Conclusively the logistics analysis has identified as predictors of PIPs: the number of drugs, the presence of antipsychotics, antidepressants, anti-thrombotic, NSAIDs and a diagnosis of COPD. Conclusions. This study revealed that improving appropriateness prescription, through a "built-in software", will drastically reduced hospital admissions. The logistic regressional model highlighted factors related to the presence of PIPs, therefore, will be used in hospitals for punctual and proper pharmacological review in frail elderly.
Introduzione. Le prescrizioni potenzialmente inappropriate (PPIs) sono molto frequenti nella popolazione anziana e, generalmente, sono associate alla comparsa di reazioni avverse, ricoveri ospedalieri e ad elevati costi assistenziali. In letteratura, numerosi studi si sono proposti di migliorare l’appropriatezza prescrittiva nell’anziano con risultati tuttavia discordanti. La scelta dello strumento da adottare per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva nell’anziano rappresenta oggi, a livello globale, una sfida per tutti i Servizi Sanitari. Obiettivi. Il presente studio si è proposto di revisionare la terapia farmacologica in un gruppo di pazienti ricoverati consecutivamente presso un reparto di Geriatria dell’Ulss 16 di Padova e di valutare se vi è una riduzione di eventi clinicamente rilevanti quali la mortalità e l’accesso alle strutture ospedaliere di seguito ad un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva. Inoltre, lo studio si è proposto di realizzare un modello logistico regressionale per evidenziare le variabili anagrafiche, cliniche e terapeutiche suggestive di inappropriatezza prescrittiva. Metodi. Per ciascun paziente ricoverato, nel periodo 01.04.2012-31.07.2016, sono stati rilevati i dati clinici e terapeutici. Tali informazioni sono state inserite in un software “integrato” in grado di rilevare la presenza di eventuali PPIs associate ad interazioni farmacologiche identificate da Micromedex e altre inappropriatezze prescrittive secondo i criteri di STOPP. I dati sull'appropriatezza prescrittiva sono stati discussi con il medico ospedaliero e il suo miglioramento è stato misurato attraverso il MAI (Medication Appropriateness Index). I pazienti con miglioramento prescrittivo sono stati confrontati successivamente con un gruppo di soggetti senza miglioramento, al fine di evidenziare eventuali differenze in termini di mortalità e ricorso alle strutture sanitarie. Tali dati sono stati estratti dai flussi gestionali dell’Ulss 16. È stato infine realizzato un modello logistico regressionale per evidenziare le variabili anagrafiche, cliniche e terapeutiche associate alle PPIs. Risultati. Nel periodo di osservazione sono state valutate complessivamente le terapie di 1.848 pazienti. Tali soggetti presentano all’ingresso un elevato grado di fragilità e, nel 67% dei casi è stato riscontrato un importante grado di politerapia (³ 5 farmaci). Dopo l’intervento, si è osservata una significativa riduzione del punteggio MAI/paziente [4 (IQR=2-6) vs 2 (IQR=0-5); p<0.001]. La successiva realizzazione di uno studio di coorte retrospettivo ha permesso di evidenziare, nei pazienti con miglioramento prescrittivo alla dimissione rispetto ai soggetti senza miglioramento, un trend di riduzione della mortalità a 12 mesi (7% vs 14%, p=0,08) e una significativa riduzione dei ricoveri espressi come numero di accessi/100 giorni di osservazione [0,27 (IQR=0,00-0,30)] vs [0,28 (IQR=0,00-0,86)]. Infine, l’analisi logistica ha permesso di identificare come predittori di inapropriatezza prescrittiva il numero di medicinali assunti, la presenza di farmaci antipsicotici, antidepressivi, antitrombotici, FANS e una diagnosi di BPCO. Conclusioni. Il presente studio ha rilevato che il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, effettuato con uno specifico software integrato, ha permesso una significativa riduzione dei ricoveri ospedalieri. Il modello logistico regressionale ha consentito di evidenziare i fattori correlati alla presenza di PPI e, pertanto, sarà utilizzato in ambito aziendale per una puntuale e corretta revisione farmacologica nell’anziano fragile.
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BERTOGLIO, CLARA. « GLI ANZIANI FRAGILI NELLA TRANSIZIONE VERSO LA NON AUTOSUFFICIENZA. ESPERIENZE DI VITA E INDICAZIONI PER I SERVIZI ALLA PERSONA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135273.

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Résumé :
Lo scopo della ricerca è stato comprendere le motivazioni che portano le persone anziane fragili a rivolgersi tardivamente ai servizi domiciliari socioassistenziali facendo luce sulla fase di transizione verso la non autosufficienza. Il paradigma multidimensionale di fragilità (Gobbens, 2010) e l’approccio del Relational Social Work (Folgheraiter, 2011, 1998) hanno fatto da sfondo al lavoro di ricerca che si è sviluppato in due fasi. Nella prima è stata realizzata un'indagine preliminare volta ad individuare tra le persone anziane fragili residenti a casa propria nel Comune di Brescia quelle non beneficiarie di servizi domiciliari mediante la somministrazione di un questionario; in seguito, sono state realizzate delle interviste semistrutturate nei confronti di persone anziane fragili (16), delle loro persone di riferimento (9) e delle diadi anziano fragile-persona di riferimento (7) per comprendere perché si rivolgono tardivamente ai servizi domiciliari. L’analisi dei dati ha evidenziato che, in linea con la letteratura internazionale, le persone anziane fragili esprimono svariati bisogni. I dati, tuttavia, mettono in luce anche le risorse e la resilienza dimostrata dai partecipanti alla ricerca che fa sì che essi non possano essere unicamente considerati fragili. Infine, i risultati riportano come la pianificazione del proprio futuro rappresenti per le persone anziane fragili un nodo critico.
The present research aims at understanding the reasons that lead frail elderly people to turn to home care services late, shedding light on the transition phase towards non self-sufficiency. The multidimensional paradigm of frailty (Gobbens, 2010) and the Relational Social Work Approach (Folgheraiter, 1998, 2011) underpin the present research work which has been developed in two phases. In the first phase a preliminary survey has been carried out to identify among frail elderly people residents at home in the province of Brescia those who not receiving home care services through the administration of a questionnaire. In the second phase, semi-structured interviews have been carried out with frail older persons (16), informal caregivers (9), dyads of frail older person-informal caregivers (7) to understand why frail elderly people turn to home care services late. The analysis of the data showed that, in line with the international literature, frail elderly people express various needs. The data, however, highlight too the resources and resilience by the research participants that demonstred they cannot be considered solely frail. Finally, the results give emphasis to how plan one's future represents a critical issue for frail older people.
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Gallo, Umberto. « Patologie iatrogene in anziani fragili in politerapia. Analisi farmacoepidemiologica in diversi servizi assistenziali e sviluppo di un progetto per la prevenzione delle reazioni avverse prevedibili ed evitabili ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423698.

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Résumé :
Background. Potentially inappropriate prescriptions (PIPs) are highly prevalent among older people and they are associated with adverse drug reactions (ADRs), hospitalization and wasteful utilization of resources. Interventions to optimize prescribing appropriateness in older patients have shown mixed results. The choice of the best intervention for an optimization of drug prescribing in this group of patients has become an important public-health issue worldwide. Aim. The aim of this study was to develop and validate a new Computerized Provider Order Entry Warning Integrated System (CPOE-WIS) in terms to reduce clinical relevant PIPs in three different care settings: hospital, nursing home and domiciliary integrated assistance. Methods. CPOE-WIS was developed from a first cohort of elderly patients, then it was tested and validated in a different cohort of consecutively hospitalized patients. For each patient, demographic detail, diagnosis and chronic drug therapy were processed by CPOE-WIS. The output was a report of all PIPs identified by STOPP criteria and/or all clinically relevant drug-drug interactions (DDIs) identified by Micomedex (Drug-Reax). The report was discussed with the physician in charge by a pharmacist and the improvement of the prescription appropriateness was measured by the MAI (Medication Appropriateness Index) prior and after intervention. Results. At admission, the development and validation cohorts were well balanced regarding age, gender, MPI (frailty score), number of drugs and PIPs. In both cohorts PIPs use was associated with high degree of polytherapy (≥ 5 drugs). After intervention, the number of PIPs, in terms of summated MAI per patient, was reduced in all care settings: hospitalized patients [3 (IQR=3-5) vs 2 (IQR=0-4); p<0.001], nursing home patients [4 (IQR=2-2.75) vs 2 (IQR=1-4); p<0.001], domiciliary integrated assistance patients [4 (IQR=2-6) vs 3 (IQR=0-5); p<0.05]. The number of patients with improvement of appropriateness was respectively 62.0% in hospital, 51.7% in nursing home and 49.1% in domiciliary integrated assistance. Conclusion. This study showed that the pharmacist intervention and use of a new CPOE-WIS to screen the clinical and prescription data resulted in a significant improvement in prescribing appropriateness in terms of reducing MAI score in three different care setting. In particular, intervention reduced the use of (i) unnecessary drugs (absence of indication or duplicate prescription); (ii) the risk of drug-drug and drug-disease interactions and (iii) the prescription of drugs at inappropriate dose or duration
Introduzione. Le prescrizioni potenzialmente inappropriate (PPI) sono frequenti nella popolazione anziana e, generalmente, sono associate alla comparsa di reazioni avverse, ricoveri ospedalieri e a elevati costi assistenziali. Numerosi studi si sono proposti di migliorare l’appropriatezza prescrittiva nell’anziano con risultati tuttavia discordanti. La scelta della migliore strategia da adottare per il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva nell’anziano rappresenta oggi, a livello globale, una sfida per tutti i Servizi Sanitari. Obiettivi. Il presente studio si è proposto di sviluppare e validare un nuovo software della classe Computerized Provider Order Entry Warning Integrated System (CPOE-WIS) allo scopo di rilevare e ridurre le PPI in tre diversi ambiti assistenziali: ospedale, residenza sanitaria assistita (RSA) e assistenza domiciliare integrata (ADImed). Metodi. Il CPOE-WIS è stato sviluppato e validato in due differenti coorti di pazienti ricoverati presso una U.O. di Geriatria. I dati anagrafici, clinici e terapeutici di ciascun assistito sono stati inseriti nel CPOE-WIS. In presenza di PPI, il software ha prodotto un report relativo alle PPI rilevate dai criteri di STOPP e/o le interazioni clinicamente importanti dalla banca dati Drug-Reax di Micromedex. Il report è stato discusso con il medico curante e il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, dopo l’intervento, è stato misurato attraverso il MAI (Medication Appropriateness Index). Risultati. Le coorti utilizzate per lo sviluppo e la validazione del CPOE-WIS sono risultate equilibrate in termini di dati anagrafici, clinici e terapeutici nonché riguardo al numero di PPI individuate dal software. In entrambe le coorti il numero di PPI è stato associato alla presenza di un importante grado di politerapia (≥ 5 farmaci). Dopo l’intervento, il punteggio MAI/paziente si è ridotto in tutti e tre gli ambiti assistenziali analizzati: pazienti ospedalizzati [3 (IQR=3-5) vs 2 (IQR=0-4); p<0.001], pazienti istituzionalizzati [4 (IQR=2-2.75) vs 2 (IQR=1-4); p<0.001], pazienti in ADImed [4 (IQR=2-6) vs 3 (IQR=0-5); p<0.05]. Il numero di assistiti con un miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva è stato rispettivamente del 65,0% in ospedale, del 51,7% in RSA e del 49,1% in ADImed. Conclusioni. Il presente studio ha permesso di rilevare che in soggetti anziani in politerapia è possibile migliorare l’appropriatezza prescrittiva adottando una strategia che preveda la discussione delle PPI attraverso l’uso di un nuovo CPOE-WIS in grado di rilevare, non solo le potenziali interazioni farmacologiche ma anche tutte quelle inapropriatezze correlate alla presenza di interazioni farmaco-patologia, di duplicazioni terapeutiche e di farmaci generalmente considerati come “non appropriati” per indicazione clinica e/o dosaggio in età geriatrica
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METOZZI, ALESSIA. « C.O.D.E. Study : Un modello per analizzare la correlazione Osso-Cervello ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1059959.

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Résumé :
Un numero crescente di studi ha dimostrato la presenza di connessioni tra osteoporosi e tendenza alle cadute e fratture e diversi disturbi neuropsichiatrici tra cui depressione, demenza, malattia di Parkinson, delirium. depressione e altri disturbi della sfera neuropsichiatrica presentano infatti aspetti eziopatologici e fisiopatologici in comune con quelli alla base dell'osteoporosi, dei processi di impoverimento della densità minerale ossea e naturalmente degli eventi di alterazione dell'equilibrio e tendenza alle cadute. Molto sinteticamente, i corticosteroidi, le citochine, la serotonina, l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, il sistema nervoso simpatico sembrano giocare un ruolo fondamentale nell'insorgenza di entrambi i gruppi di patologie, ma anche alcune abitudini e stili di vita oltre che l'uso di antidepressivi sono risultati avere effetti diretti sia sul metabolismo osseo che sull'equilibrio del sistema neuropsichico. Nuovi studi sull'argomento coinvolgono anche l'azione di processi di neuroinfiammazione e dficit di plasticità, della leptina e di altri fattori quali i neuropeptidi Y, CART, NMU, ed endocannabinoidi. Tutto questo ha determinato l'insorgenza di un nuovo campo di indagineche studia il rapporto neuro-fisio-patologico tra osso e cervello; il sistema di regolazione che ne è alla base detto "bone-brain crosstalk" mette in luce una correlazione diretta tra il tessuto osseo ed il sistema nervoso. Nel soggetto anziano fragile, dove una serie di concomitanti alterazioni psicofisiche interagendo tra loro determinano una riduzione delle risposte fisiologiche e dove a seguito dell'evento caduta compaiono disabilità, comorbidità, disturbi neuropsichiatrici e morte abbiamo quindi individuato un esempio particolare e caratteristico di correlazione osso-cervello e di conseguenza un buon modello di studio di tale correlazione. Il proposito dello studio C.O.D.E. (Connections between outcome of Osteoporosis fractures, Depression, Delirium and dementia in the Elderly) è stato quello di valutare l'associazione fra le fratture osteoporotiche e alcune patologie neuropsichiatriche nei pazienti ultrasessantacinquenni. Lo studio multicentrico osservazionale senza interventi farmacologici ha coinvolto l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi (struttura Organizzativa Dipartimentale malattie del metabolismo minerale ed osseo e Centro Traumatologico Ortopedico), l'Azienda Sanitaria di Firenze (S.C. Ortogeriatria dell'Ospedale santa Maria Annunziata e la struttura Operativa Semplice di Salute Mentale Adulti di Firenze 1-4) e l'Azienda Ospedaliera di Perugia (Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Istituto di Gerontologia e Geriatria). Lo studio C.O.D.E. sul quale è incentrata tutta la seconda parte sperimentale della tesi ha avuto quindi come obiettivi principali la valutazione della presenza di correlazioni tra l'osteoporosi e le fratture e l'insorgenza di disturbi della sfera neuropsichiatrica oltre che la valutazione del come i disturbi neuropsichiatrici già presenti prima della frattura possano influire sulla tendenza alla fragilità ossea e alle cadute.
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Livres sur le sujet "Anziano Fragile"

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Costantino, Cipolla, et Guarino Francesca, dir. E-care e anziani fragili : Una sperimentazione tra Bologna e Ferrara. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2009.

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2

Costantino, Cipolla, et Guarino Francesca, dir. E-care e anziani fragili : Una sperimentazione tra Bologna e Ferrara. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2009.

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